Succede che al Bilinguismo vengano mosse critiche, imputandogli diverse controindicazioni e di comportare svantaggi o problemi per i bambini, ma si tratta per lo piu’ di pregiudizi infondati di persone male informate. Diamo un’occhiata insieme ad alcune di queste critiche:
- Essere bilingue significa parlare due lingue con la stessa padronanza di un monolingue. Non c’e’ una definizione ufficiale del bilinguismo, ma c’e’ un sostanziale accordo sul fatto che questa non sia la definizione di bilinguismo, essendo troppo restrittiva e anche un po’ irrealistica. Basti pensare che anche le persone che sono state educate in due lingue e le parlano entrambe perfettamente, spesso a scavare bene hanno poi sviluppato dei vocabolari specifici solo in una delle due lingue, per esempio parole relative al fai da te, o alla medicina, o alla cucina… Vi sentireste di dire che una persona non e’ bilingue solo perche’ non sa tradurre rivetto o giugulare? Lasciando ai tecnici le disquisizioni sulla funzionalita’ di una lingua, semplifichiamo dicendo che e’ bilingue chi parla piu’ di una lingua, e in un certo senso anche chi parla una sola lingua ma ne comprende perfettamente anche un’altra (questo caso, non infrequente tra i bambini bilingui, viene definito bilinguismo passivo).
- I bambini bilingui iniziano a parlare piu’ tardi. Non e’ scientificamente provato, anzi la ricerca sembra indicare che non sia vero, ma forse effettivamente alcune famiglie hanno testimoniato un ritardo nel parlare di qualche mese. In realtà ogni bambino inizia a parlare, gattonare, camminare quando e’ pronto, ed è forte la tentazione di imputare un naturale ruitardo nel parlare al bilinguismo. In ogni caso il bambino bilingue in poco tempo sara’ in grado di gestire agevolmente non una ma due lingue ( o piu’).
- I bambini bilingui mescolano le due lingue. Questa e’ una fase di apprendimento assolutamente normale e passeggera. Ampliando il proprio vocabolario in entrambe le lingue il bambino sara’ in grado di esprimersi correttamente in ognuna.
- I bambini bilingui sono esposti ad ognuna delle due lingue meno dei monolingui. Questo puo’ essere vero, ma non ha alcuna ripercussione. I bambini bilingui arrivano a padroneggiare una o entrambe le lingue esattamente come i loro coetanei monolingui.
- E’ difficile e ci vuole molto impegno. Beh, un po’ e’ vero. Ci vuole impegno, pazienza e soprattutto tanta costanza nel seguire il metodo che si e’ scelto. Pero’ una volta considerati tutti gli vantaggi del bilinguismo ne vale la pena!
- Si puo’ crescere un bambino bilingue solo nella propria lingua madre. Non e’ vero! Certo la situazione piu’ semplice e’ quella del genitore madrelingua, ma anche per genitori non madrelingua e’ possibile crescere un bambino bilingue nella propria seconda lingua, o addirittura in una lingua che si parla poco. Il trucco sta nel trovare il metodo giusto per la propria famiglia.
- I bambini imparano la seconda lingua guardando la televisione o DVD. Non proprio vero. I bambini piccoli imparano a parlare dalle interazioni che hanno con altre persone, televisione e affini hanno poco o nessun impatto. I bambini piu’ grandicelli, in eta’ scolare per dire, possono divertirsi e imparare anche tramite questi mezzi, che pero’ dovrebbero sempre essere considerati solo un supporto, i bambini continuano ad imparare primariamente dall’interazione con altre persone.
- Non si possono insegnare ad un bambino piu’ di due lingue. Non c’e’ nulla che lo provi, e ci sono molti esempi di bambini cresciuti parlando tre lingue o anche piu’. Alla fine tutto dipende da quanto impegno e costanza ha la famiglia.
- Ormai e’ troppo tardi. Non e’ mai troppo tardi! Certo, prima si inizia e meglio e’, l’ideale sarebbe iniziare appena il bambino e’ nato. Ma in realtà si puo’ iniziare in qualunque momento, e con la dovuta tenacia e sistematicita’ si puo’ aiutare ogni bambino a diventare bilingue. La velocita’ di apprendimento dei bambini e’ semplicemente stupefacente.
- Se il bambino ha dei problemi (di salute, apprendimento o altro) e’ meglio non sovraccaricarlo. E’ frequente che i genitori di bambini con problemi ricevano questo tipo di consiglio, spesso dettato dalle migliori intenzioni, ma non fondato su dati certi e sulla ricerca. Non c’e’ praticamente quasi nessuna ricerca sul bilinguismo tra bambini che hanno “special needs”, mentre si potrebbe obiettare che in molti paesi, dove il bilinguismo e’ un fatto inevitabile, non una scelta individuale, tutti i bambini senza eccezioni crescono bilingui. In sostanza, se qualcuno vi da dei consigli, domandatevi se ha le qualifiche per farlo, e poi decidete da voi. Solo voi conoscete il vostro bambino, la vostra famiglia, e voi stessi. Le vostre forze e le vostre debolezze.
sturmele says
Complimenti per il tuo blog. Veramente molto interessante!
Troppo bello questo articolo sui falsi miti. Forse potresti aggiungere questo falso mito: solo i bambini “normodotati” possono diventare bilingui – esistono bambini affetti da sindrome di Down e con altri problemi che sono bilingui, alla faccia di chi dice che il bilinguismo confonde!
Anche noi siamo bilingui. Non ti dico quante me ne sono sentite dire… ma ora che mio figlio è bilingue e ha solo 4 anni, vedo l’invidia di certi genitori che prima criticavano 😀
Ti verrò a trovare più spesso…
Maria says
Ciao, mi interessa molto il tuo commento riguardante i bambini con la sindrome di down. Hai delle notizie/info piu’ speficiche in proposito? Te lo chiedo perche’ il mio terzogenito ha la sdd e noi siamo una famiglia bilingue, le altre mie due figlie sono perfettamente bilingui, lui non parla ancora ma spesso mi devo scontrare con i cosiddetti esperti che mi consigliano di parlargli solo in una lingua. Grazie in anticipo!
mary says
ciao a tutti! sonno mamma di un bambino bilingue.
mio figlio non parlava bene o meglio quaqlche parolina la diceva in entrambe lingue fino all’eta di quasi 3 anni. E stato difficile ma sopratutto c’e voluta molta pazienza! pero quando e andatto all’ asilo nido con gli altri bimbi si e messo a parlare.
adesso parla fa delle domande anche se semplici in entrambe lingue. La mia preoccupazione e che lui anche se parla non fa degli progressi cosi veloci come altri bambini. Mi spiego: non riesce a fare una frase coretta, per dire per esempio che papa e andato al lavoro ti dice: papa camion mele( perche noi li diciamo che papa e andatto a prendere le mele col camion) Adesso ha 3 anni e mezzo. La mia domanda e che mi dovrei preoccupare secondo voi?
gianna says
Ciao, adesso che le ferie sono vicine spulcio piú spesso questo blog e anche i post vecchi. Leggendo questo, mi é venuto in mente un quesito specifico.
premessa: noi educhiamo nostro figlio di un anno col metodo Opol, io uso l’italiano e il papá lo svedese. Vivendo in Svezia, é lo svedese la lingua primaria. Entrambi conosciamo anche l’inglese, e io il tedesco, (anche se non benissimo).
Conseguenza: avevamo cominciato a pensare di insegnare anche un po’ d’inglese a nostro figlio, o addirittura tedesco (l’inglese qui é giá abbondantemente insegnato a scuola e inoltre tutti i programmi stranieri, prevalentemente in lingua inglese, non sono doppiati).
Una mia amica (tedesca) peró ci ha energicamente sconsigliato di farlo perché “ricerche mostrano che fare cosí comprometterebbe il corretto apprendimento di tutte e tre le lingue e da adulto il bambino avrebbe una povera padronanza perfino della sua madrelingua, con molti errori grammaticali”.
La mia domanda : é vero? a te risulta? se si, sai quali sono queste ricerche?
grazie e ciao!
G.
gianna says
Diciamo che io vorrei introdurre un po’ di tedesco, anziché l’inglese, visto che quest’ultimo lo ritroverá cmq a scuola in tutte le salse.
L’obiettivo sarebbe di capire e dire qualche frase semplice e qualche parola, da usare soprattutto con i miei amici e cugini tedeschi, che vediamo saltuariamente.
Chiaro che l’italiano sarebbe comunque la lingua privilegiata tra le due (e che io non intendo sacrificare), mentre il tedesco potrebbe impararlo in modo piú diluito tramite libriccini, canzoncine, filastrocche. Potrebbe anche essere d’aiuto nel caso ci trasferissimo in Germania o in Svizzera tra qualche anno, cosa che stiamo meditando.
G.
Emanuele Ziglioli says
Bellissimo e utilissimo sito! trovato grazie a ItaliansInFuga
Domanda sulla balbuzie: è vero che il bilinguismo accentua questo fenomeno?
mia moglie è neozelandese, abbiamo due figli di 3 e 1 anni e viviamo in Nuova Zelanda. Mia moglie ed io parliamo entrambe le lingue ma in casa si parla sempre inglese.
Il più grande prometteva bene all’inizio, sapeva forse più parole in italiano. Poi più padronanza acquistava dell’inglese, meno parlava in italiano.
Inoltre attorno ai tre anni ha iniziato a balbettare. Per alcuni periodi va via e poi ritorna.
Ho cercato un po’ su internet e sembra che sia più comune nei maschi e nei bambini bilingue, oltre che essere causato da altri motivi come stress in famiglia.
Comunque, quando balbetta, io mi sento di non premere tanto per farlo parlare in italiano e gli parlo in inglese?
È giusto, è sbagliato?
grazie!
Bilingue Per Gioco says
Emanuele,
non mi sento di darti un parere per un problema così specifico. O meglio posso darti un parere generico, dicendoti per esempio che la balbuzie nei bambini non è cosa inusuale e spesso si risolve, però se io fossi al posto tuo cercherei il parere di un logopedista che abbia anche esperienza di bilinguismo evitando invece il logopedista che non sa nulla di bilinguismo e che magari vi direbbe di lasciar perdere il bilinguismo just to stay on the safe side. Non saprei consigliarti nessuno dove vivete voi ovviamente, di nuovo se fossi al posto tuo partirei con una consultazione telefonica con la Dr.a Ozbic.
Per favore fammi sapere come va e cosa decidete di fare.
Ciao,
Letizia
Anna says
Sono un’insegnate di lettere di liceo. Il problema che desidero sottoporre è quello di un’alunna di prima liceo linguistico con padre italiano e madre inglese, entrambi di buon livello culturale. La ragazza è nata in Italia ed ha frequentato le scuole in Italia. Con la madre parla solo ed esclusivamente inglese. Non posso quindi trattarla come la compagna russa in Italia da due anni. Non ha alcuna difficoltà ad esprimersi oralmente, così come non ha difficoltà nello studio della grammatica italiana o del latino. La sua difficoltà è la produzione scritta: nei temi si esprime usando la sintassi inglese con il lessico italiano. Le ho chiesto in che lingua pensa e mi ha risposto in inglese: infatti i suoi temi sembrano dei calchi …
Da un lato mi meraviglia il fatto che faccia fatica a pensare in italiano, perché la mia esperienza personale è che quando io sono immersa in un contesto comunicativo inglese penso, e a volte sogno pure, in inglese (ho una certificazione B2, ma probabilmente il mio livello è più alto). Dall’altro le mie competenze / esperienze sono prevalentemente di comunicazione orale, e mi chiedo se scrivere sia così diverso?
Altra domanda: come posso aiutarla a migliorare in italiano scritto? Le ho consigliato di leggere, ma leggere prevalentemente autori italiani (Manfredi, Ammanniti…) in italiano. La mamma mi ha detto che recentemente ha letto la saga di Twilight in italiano, ma secondo me avrebbe fatto meglio a leggere in inglese un libro scritto in inglese: per quanto una traduzione sia accurata tende comunque a riprodurre le struttura sintattiche della lingua originale. O sbaglio?
Qualcuno mi può dare dei suggerimenti o una bibliografia.
Grazie
Anna
Bilingue Per Gioco says
Anna,
non mi sento di darle un consiglio, se non quello di sentire una logopedista, esperta di bilinguismo, che possa valutare se le difficoltà della ragazza, pur atipiche, rientrino nella normalità o siano invece il sintomo di un problema (se così fosse credo sarebbe già tardi, ma meglio tardi che mai).
Quanto al resto, beh anche io preferisco leggere i libri nella versione originale, non tanto perchè le traduzioni riproducano le strutture della lingua originale, non le buone traduzioni, ma perchè una traduzione è un libro diverso, sono nell’orginale si può apprezzare appieno la maestria dell’autore. Ovviamente le traduzioni e leggo anch’io, se non non potrei leggere scrittori giapponesi per esempio, e poi, non credo che stiamo parlando della divina commedia…
Letizia
Anna says
Credo di poter escludere che si tratti di DSA perché a livello ortografico non ci sono difficoltà, ed ho una vastissima esperienza in materia. Sentirò comunque la collega di francese; trattandosi di un’altra lingua non trasparente in cui fonema e grafema non corrispondono se si trattasse di una disortografia emergerebbe probabilmente lì.
Conosco bene le logopediste dell’ospedale locale e nessuna di loro purtroppo conosce l’inglese. Un nominativo di una logopedista a cui posso rivolgermi?
Sussy says
Sono una mamma madrelingua spagnola, mia figlia ha 6 anni, e da quando ha iniziato la scuola materna e adesso all’ elementari mi sento dire che ha dificoltà nella pronuncia di certe lettere, le cosi chiamate “lettere liquide” e mi dicono se non faccio niente per la pronuncia, ho parlato col pediatra su le domande fatte dall’insegnanti, ma la prima cosa che mi ha risposto “ma lei non è madrelingua spagnola” e che era normale che mia figlia abbia apresso un po l’acento, sopratutto perche passa la maggior parte del tempo con me, e che col tempo se correge da solo. Mi devo un po preocupare visto che me lo sento ripetere da quando ha 3 anni, e mi hanno consigliato de seguire dei corsi che offre la scuola per aproffondire se non si tratti di DSA. anche se ho spiegato alle maestre che lei ha iniziato la materna parlando spagnolo. grazie
Bibiana says
Salve.
Complimenti e grazie per la creazione di questo splendido sito. Un sostegno per genitori come me alle prese con la “”difficile fortuna”” di avere dei figli trilingui.
La nostra storia e’ semplice .. abitiamo in italia ma la nostra piccola famiglia del tipo benetton e’ composta da mamma colombiana madrelingua spagnolo e papa’ belga madrelingua olandese con seconda lingua francese.
Vorremo che il nostro piccolo impari sia lo spagnolo che l’olandese .. tra mamma e papa’ si parla in italiano … non e’ che stiamo facendo dei pasticci con lo sviluppo linguistico del nostro piccolo di soli 8 mesi sentendo parlare mamma spagnolo. Papa’ olandese e tra loro italiano? aiutatemi .. parlo la mia lingua con timore di sbagliare ..
Grazie di cuore della vostra risposta.
Licia says
Ciao Bibiana,
mio figlio che adesso ha 8 anni parla perfettamente italiano francese e spagnolo. Il papà e’ francese e si è sempre rivolto al bambino in francese, io sono italiana e ovviamente gli parlo in italiano , frequenta la scuola in Spagna dove viviamo per tutto il periodo scolastico. Passiamo lunghi periodi in Italia , i tre mesi estivi e le vacanze di natale . La lingua più debole e’ il francese che viene rinforzata con i cartoni animati che sin da piccolo ha sempre seguito in francese. Per adesso sono veramente soddisfatta e anche sorpresa di come lui con naturalezza abbia appreso le tre lingue. Quindi non ti preoccupare si può fare. Noi abbiamo adottato il metodo di parlare ognuno la propria lingua , poi vivere e andare a scuola in Spagna ovviamente è’ stato fondamentale per lo spagnolo. Spero che la mia esperienza ti sia stata utile .
Luisa says
Ciao a tutti, sono una mamma di una bimba di 3 anni, insieme frequentiamo un play Group nella nostra città Roma. È il secondo anno che mia figlia frequenta il playgroup e sono molto soddisfatta ma i risultati si apprezzano soprattutto se si continua il lavoro a casa. Oltre le attività in lingua che riesco a fare io, sto cercando una ragazza madrelingua inglese che possa trascorrere qualche ora nel pomeriggio con mia figlia, un paio di volte a settimana. Qualcuno sa darmi qualche riferimento o contatto anche in privato? Siamo in zona castelli romani vicino Frascati. Grazie mille.