A molti bambini bilingui capita di mescolare le lingue utilizzate (Code Mixing) o, che ne so, di rispondere in tedesco alla mamma che parla italiano o in italiano al papa’ che parla tedesco. Da una parte questi sono spesso solo semplici errori, che fanno parte del processo di apprendimento, dall’altra pero’ questi errori spesso ci dicono qualcosa sulla lingua con cui il bambino si sente piu’ sicuro, soprattutto se tende a dare molto piu’ spazio ad una lingua piuttosto che all’altra.
E’ piu’ che normale quindi che i genitori si preoccupino di rinforzare la separazione tra le due lingue, di far si insomma che si parli italiano con la mamma e tedesco col papa’. Gia’, ma come?
Sono state osservate 5 tipi di risposte diverse a questo comportamento:
- pretendere di non capire e insistere a che il bambino ripeta nella lingua desiderata prima di rispondere
- indovinare (o far finta di) cio’ che il bambino voleva dire, spesso chiedendo una domanda del tipo “intendevi dire…?”
- ripetere cio’ che il bambino ha detto ma nell’altra lingua, senza pero’ fare una domanda ne’ richiedere una risposta dal bambino
- continuare la conversazione come se nulla fosse, accettando il contributo del bambino senza rimarcare in che lingua e’ stato dato
- code switching, cioe’ il genitore si adatta e continua a parlare nella lingua utilizzata dal bambino
La prima strategia, far finta di non aver capito, a quanto pare e’ quella cha da’ i risultati migliori nel promuovere l’uso di entrambe le lingue, e questo credo sia chiaro anche intuitivamente. In effetti la ricerca ci conferma che quanto piu’ i genitori si attengono a parlare una solo lingua piu’ sono alte le probabilita’ che i bambini parlino entrambe le lingue.
Purtroppo pero’ questo metodo e’ anche il piu’ difficile da implementare, sia perche’ a volte proprio non si puo’ far finta di non aver capito, sia perche’ si possono occasionalmente creare delle frustrazioni e resistenze. Certo e’ un metodo che richiede molta disciplina e un po’ di fermezza.
Un dato molto interessante inoltre e’ che tutti e 5 i metodi sono stati osservati in famiglie che praticavano il metodo OPOL, One Person One Language. Cio’ fa riflettere sul fatto che qualunque metodo viene poi applicato in maniera diversa in ogni famiglia, e che i dettagli fanno davvero la differenza. Il piccolo gesto di dare un biscotto al bambino che chiede un Keks e’ un gesto pieno di significati impliciti che apre la porta ad ulteriori infrazioni della “regola”, e tanti piccoli gesti sommandosi creano un trend.
Con questo non vogliamo suggerire che ci sia un metodo migliore di altri. C’e’ un metodo che ha piu’ successo nel favorire lo sviluppo del bilinguismo, questo si, ma poi sta ai genitori decidere cosa e’ piu’ adatto alla propria famiglia, prendendo in conto tanti fattori, dalla sensibilita’ delle persone coinvolte alle opportunita’ di essere esposti alla lingua debole (che magari viene praticata moltissimo durante le vacanze, per fare un esempio, dove c’e’ quindi’ molto spazio per recuperare).
Cio’ che invece vogliamo sottolineare e’ l’importanza di essere consapevoli di cio’ che si fa e dell’impatto di ogni azione, cosa piu’ facile a dirsi che a farsi, perche’ spesso succede che si pensi di applicare un certo metodo, ma la pratica nell’implementare il bilinguismo si distacca molto dalla teoria.
Lucia says
I most certainly will follow this blog as I believe that teaching my children both language is so important. It is a learning experience also for us parents. I don’t believe in harassing the child insisting he she speaks that language but I do repeat what he says in English and try to carry on the conversation in English. Again it is not easy but I am working on it.Lucia from http://www.living-italy.blogspot.com
L. says
Ciao Lucia,
ti rispondo in italiano sapendo che lo capisci perfettamente, e ti ringrazio di aver accettato il mio invito a commentare nella lingua che piu’ ti e’ comoda. Credo che questo sito debba essere multilingue per natura, forse ogni tanto qualcuno perdera’ qualche dettaglio, ma piu’ persone riusciranno ad esprimersi.
Credo che tu abbia ragione, credo che se un genitore davvero non parla l’altra lingua, o la parla poco, allora possa pretendere che il bambino ripeta, ma in tal caso il bambino non credo possa vivere questa esperienza come un abuso, perche’ SA che la mamma (o il papa’) davvero non capisce.
Un altro discorso e’ per chi parla bene l’altra lingua e viene spesso sentito dai figli parlare questa lingua con altre persone. Allora si’, credo che incapponirsi potrebbe giustamente indispettire il bambino.
Sostanzialmente io credo fortemente che il gioco e il divertimento siano essenziali, giocare con i propri figli, fare attivita’ che li entusiasmano, e associare queste attivita’ all’altra lingua abbatte molte barriere.
L.
P.S.
scusa se pubblico solo ora, il tuo commento mi era finito nello spam per qualche motivo e l’ho visto solo ora…
Sabine says
La mia esperienza di bambina bilingue mi dice che sicuramente ero abbastanza indispettita quando, una volta trasferiti in Italia dalla Francia e iniziata la mia “educazione bilingue”, a 6 anni i miei genitori insistevano perchè io e le mie sorelle parlassimo francese in casa. Le mie sorelle, che erano più piccole, deliberatamente insistevano a parlare in italiano mentre io cercavo, controvoglia, di “obbedire” alla regola del francese in casa. Devo però ammettere che oggi sono contenta che i miei abbiano faticosamente tenuto il punto, perchè altrimenti avrei perso la mia prima lingua e non potrei crescere bilingue mio figlio. Devo dire che però io avevo il vantaggio che fino a quel momento ero stata monolingue francese e quindi per me continuare a parlare la mia prima lingua con i miei genitori è stata un’esperienza sicuramente diversa da quella di chi “nasce” bilingue e quindi, forse, non ha sviluppato un legame affettivo forte con la prima lingua e può più “serenamente” scegliere di parlarne una sola , quella del contesto sociale allargato che funziona con tutti. Di sicuro non credo che riuscirò a seguire in modo ferreo la regola di far ripetere a Giovanni in francese qualsiasi cosa dica in italiano prima di rispondergli, e mi accontenterò di un bilinguismo “parziale”, che è comunque meglio di niente…
raffaela says
Ciao felice di avervi incontrato perchè siamo una famiglia bilingue ovvero io italiana e mio marito dell’ecuador, viviamo in italia ma vorremmo che la lingua come molti altri elementi della cultura di mio marito siano parte della vita di nostra figlia diana carolina (11 mesi). Finora brancolando nel buoi l’unico che abbiamo fatto è parlare entrambe le lingue ma senza avere realmente una metodologia. Entrambi parliamo sia spagnolo e italiano con diana e tra di noi senza però aver effettuato una distinzione di momenti o luogi e alla fine in realtà è una tale confusione perchè si passa da una lingua all’altra e realmente ho anche paura di confonderla!!!
Grazie al vostro post ho capito che stasera mi metterò a tavolino con mio marito e cercheremo di scoprire il nostro metodo!!!
raffaela
Bilingue Per Gioco says
Raffaella,
ne sono lieta, aggiornaci per favore, facci sapere come va il processo di individuare il vostro metodo.
L.
Francesca says
C’è un altro aspetto del mescolare le lingue che vorrei sottolineare: il costruire le frasi in una lingua ma secondo la struttura dell’altra. Questo è l’errore che fanno più spesso i miei figli, bilingui italiano-spagnolo (in famiglia parlano italiano, a scuola e in tutte le altre occasioni spagnolo, due lingue molto meno simili di quel che appaia superficialmente). E trovo anche che sia l’errore più difficile da correggere, confesso che non ne posso più di sentire “Mamma io vado con te” invece di “vengo con te”, o il complemento oggetto con la “a” davanti (“Vedrò a Pablo stasera”) almeno una volta al giorno. E mi vengono i brividi quando i miei figli iniziano le frase con “Sempre che io…”. La mia strategia è quella di non farne passare una, correggere sempre anche se a volte mi sembra di essere pedante. Qualcuno ha suggerimenti?
sara says
Ciao Francesca. Sono una tata che lavora con bambini plurilingue non solo bilingue e posso garantirti che il tuo metodo della correzione è assolutamente giusto e vedrai gli enormi risultati col tempo; io non lascio passare mai un errore ma sto molto attenta a non fare mai alcun commento e al tono della mia vboce che deve sempre essere positivo, mai scocciato anche se fanno lo stesso errore migliaia di volte al giorno e se mi viene un ” quante volte te l’ho detto” è sempre con un sorriso o con molta calma e mai con fare da insegnante ma semplicemente come la cosa più logica e naturale che ci sia, comunicando uno stupore delicato che deve far sembrare innaturale l’errore ma non devi farlo sentire GRAVE. Non so se sono riuscita a dare l’idea. Rudolf Steiner diceva che questo è il vero e più naturale metodo per insegnare le lingue: la correzione continua. Il suono deve diventare il riferimento principale ed è per questo che dobbiamo stare attenti alla nostra precisione linguistica.
Spero d’esserti stata utile.
Ciao
Sara
sabrina says
salve,
sono una madre preoccupata per le sue bambine sulla scelta della scuola da far frequentare a mia figlie…le spiego:ho due bambine una di 9 anni e una di 3 che per motivi di lavoro sono venute con me a vivere a santo domingo e hanno frequentato le scuole di qui,quello che piu mi preocupata è la ppiu grande che adesso abbiamo deciso di trasferirsi di nuvo in itali (roma); e non so che scelta fae sulla scuola di mie figlie che parlano spagnolo e capiscono l’italiano ma non lo parlano e la bambina piu grande non lo sa ne leggere ne scrivere…cosa mi consigliate sulla scelta della scuola dovra essere una scuola bilingue?grazie
Federica says
Buongiorno, ho una bambina di 2 anni e mezzo e mi sono trasferita da poco con il mio compagno a Berna. Qui parlano tedesco e ne io ne il mio compagno lo parliamo. Tra pochi mesi dovro’ iscriverla ad un playgroup, qui ce ne sono molti… Solo in tedesco, solo in inglese , bilingue inglese- tedesco o spagnolo-tedesco. Purtroppo nessuno italiano-inglese o italiano- tedesco. Sono molto indecisa su dove mandarla… Dha una parte mi piacerebbe imparasse l’inglese perche’ non so quanto rimarremo qui per cui non so se il tedesco possa servirle… Ma se poi non fosse cosi avrebbe approcciato una lingua che non e’ quella che parlano gli altri bambini… Poi c’e la 3 idea dello spagnolo tedesco in quanto la bambina sarebbe compresa meglio all’inizio e sarebbe piu’ facile anche per me interloquire con le maestre! Mi piacerebbe avere un consiglio da qualcuno che ci e’ passato o esperto…la mia paura e’ che faccia un miscuglio di lingue. Lei ora parla benissimo l’italiano per la sua eta’, sa qualche parola vera in inglese mentre tante se le inventa (fa finta di parlare in inglese)!!!! …anche questa cosa non so se ritenerla normale frutto della fantasia di una bimba di 2 anni e mezzo o un primo segno di confusione… Grazie a chi vorra’ darmi un’opinione!
Bilingue Per Gioco says
Io voto per tedesco full immersion.
L.
Zara says
Buongiorno,
leggo per prima volta il vostro sito e ritengo che è molto interessante.
Io sono di nazionalità bulgara, però vivo in Italia. Con il mio compagno (italiano) abbiamo una splendida bambina di 2 anni che ultimamente inizia a parlare, però solo in italiano. Capisce il bulgaro, però risponde solo in italiano.
Purtroppo il mio compagno non parla e nemmeno capisce la mia lingua e di conseguenza quando siamo tutti a casa parlo italiano con la bimba per far capire anche al papa di cosa stiamo parlando. Praticamente parlo bulgaro solo se sono da sola con la piccolina. So che non è il metodo giusto per farla insegnare la madrelingua, però non so come fare. Adesso che a casa è venuta anche mia suocera diventa ancora più complicato in quanto non sono mai da sola con la bimba e di conseguenza sempre per non isolare la suocera dai discorsi, parlo solo in italiano.
Come è giusto fare?…Io vorrei tanto che la piccola impara bene la mia lingua ma nel frattempo non vorrei isolare ne il papa ne la nonna..
Grazie mille dell’aiuto!!!!
Paola says
Ciao, sono una mamma italiana sposata con un uomo olandese e abbiamo 2 figli di 8 e 7 anni. Abitiamo nei Paesi bassi e quindi a scuola impararno l´olandese. A casa si parla olandese quando siamo tutti insieme, ma si parla italiano e si guarda la tv italiana quando il papá non c´é. Ti consiglio di ritagliarti almeno un ora al giorno con la tua bambina e parlarle solo nella tua lingua. Se trovi dvd per bambini in lingua bulgara, ancora meglio!
Anna says
Ciao, io sono polacca (quindi scusatemi errori) sposata con italiano . Abbiamo una bimba di 28 mesi. Come Paola, a casa si parla italiano quando papà è a casa. E quando non c’è si parla polacco… Guardiamo i cartoni in polacco, le leggo le fiabbe in polacco e sopratutto le parlo polacco. E come Zara e Paola non volendo isolare i famigliari di mio marito e lui stesso, alla piccola parlo italiano quando sono loro con noi. Sbaglio facendo cosi? Devo a tutti costi parlarle polacco anche quando ci sono le persone che non capiscono? La mia preoccupazione è che quando andra nella scuola materna non passera più cosi tanto tempo con me e non vorra parlare polacco. Per questo motivo sto seriamente pensando di mandarla alla materna bilingue (inglese-italiano). Non tanto perchè imparasse inglese (anche questo mi piadcerebbe) ma per non “favorire” italiano come prima lingua. Che ne pensate. E’possibile che un bimbo diventi plurilingue?
Bilingue Per Gioco says
Anna,
non si sbaglia mai. Nel senso che ogni scelta è legittima se presa con consapevolezza e serenità.
Questo non significa che ogni scelta è indifferente, ovviamente non è così, ma nel decidere quale lingua parlare al bambino bisogna fare compromessi tra tanti fattori, di cui l’apprendimento della lingua è un fattore, non l’unico, forse nemmeno il più importante.
La serenità, la relazione genitore bambino, vengono sempre prima della lingua. la relazione ovviamente può essere coltivata in qualsiasi lingua, ma persone diverse si trovano meglio con strategie diverse.
Ultimo commento… Scegliere la scuola bilingue per “non favorire l’italiano come prima lingua” mi sembra una scelta un po’ estrema. Tua figlia è italiana, vive in Italia, che male c’è se l’italiano è la sua prima lingua?
Ciao,
Letizia
Ginevra says
Ciao, io ora sono mamma ma parlerò dal punto di vista opposto, ovvero quello della figlia. Anche io sono stata figlia (e lo sono ancora) di una coppia di diversa nazionalità, anche nella mia casa si parlava quasi sempre italiano per lo stesso motivo che riporti tu, ovvero per non tenere in disparte gli altri, e anche perchè mia madre stava imparando l’italiano e le serviva fare più pratica possibile. Ti posso dire che, ad oggi, ho molta facilità ad imparare nuove lingue e capisco perfettamente sia la lingua di mio padre che quella di mia madre. Mia madre mi ha sempre proposto cartoni, film e libri nella sua lingua MAI imponendomeli o vietandomi quelli in italiano. Una cosa che non ha fatto, però, è parlarmi nella sua lingua quando rimanevamo da sole e io mi sono sempre rifiutata (e ancora oggi mi sento bloccata) di risponderle in una lingua diversa dall’italiano. Nonostante questo, non ho problemi a parlare la sua lingua quando sono esclusivamente con persone che non conosco (in pratica non ce la faccio solo con i miei familiari, il che è un vero peccato). Mia madre non ha mai fatto pressioni, tutti gli altri sì e questo da piccola mi faceva molto male perchè avrei preferito essere lasciata in pace invece di sentirmi sempre in difetto. Il mio consiglio quindi è di esporla alla tua lingua in ogni modo:libri, cartoni, film quando sarà più grande, musica e soprattutto parlandole in bulgaro. Almeno questo è ciò che ho deciso di fare con il mio bimbo, ora che anche io vivo all’estero. L’importante non è che risponda sempre nella tua lingua, ma che si senta libera e sicura qualora volesse farlo. Il resto verrà da sè.
Giovanna says
I was born and lived in Canada until I was 40 years old. I moved to Italy with my three children when they were 8, 9 and 14 years old. I continued to speak English with them and now my children are perfectly bilingual. I also have a grand-daughter of 11 and she speaks English almost perfectly thanks to me and her dad and aunts. She has no difficulty talking English with people who speak English and Italian with all the other Italian people surrounding her. She is very bright and never mixed the two languages. I was also brought up by Italian parents and we spoke Italian at home and English everywhere else. Never encountered any type of difficulty exchanging with anyone. Italians in Italy don’t learn foreign languages because they don’t see the use they can have of a foreign language in Italy. However, more and more, teenagers seem more interested in learning a foreign language so that they can travel and be able to understand and be understood. I just wanted to share my experience with languages. Ciao! Giovanna
Miki says
Ciao a tutti.
Sto affrontando la scelta dell’asilo per mio figlio (di quasi 3 anni), pensando di indirizzarlo verso il francese; descrivo la situazione linguistica: io italiano. Mia moglie polacca. Tra noi parliamo costantemente in inglese (non riusciamo più a cambiare) e col bimbo parliamo OPOL, costantemente. Entrambi parliamo e comprendiamo la lingua dell’altro (quindi io parlo e comprendo il polacco e mia moglie idem con l’italiano). Il bimbo passa periodi di 20 giorni/1 mese in Polonia in full immersion di polacco. Torna a casa ed il primo giorno usa qualche espressione polacca, poi torna con me all’italiano e con mia moglie in polacco. Interagiamo in famiglia come se fosse una sola lingua, ossia: mia moglie dice una cosa a mio figlio in polacco “gzie jestes? “, dove sei? io magari lo vedo e gli dico “dì a mamma dove sei” (in italiano); quindi ognuno comprende la lingua dell’altro e si comporta di conseguenza. Ho provato a parlargli in inglese (vediamo anche tutti i film in inglese, mentre i cartoni in polacco) ma non lo capisce. (questo significa che rivolgersi direttamente ha un valore assai superiore a guardare semplici immagini). Mi dicono che 4 lingue da piccolo non siano un problema (io personalmente ne parlo 10 ma imparate dai 6 anni in avanti) ma ho parecchi dubbi… temo confusione… Cosa ne pensi?
Christine says
Ciao! Sono canadese e il mio marito è italiano. Il nostro figlio ha 5 anni ma ha sempre scelto l’inglese come lingua d’appoggio. L’anno prossimo deve fare gli elementari ma i maestri dicono che lui avrà tanti problemi perché usa pochissimo l’italiano e fa tantissimi errori, in più l’articolazione è anche inglese….il maestri mi ha detto che devo smettere di parlare l’inglese e fare tutto in italiano con mio figlio. È giusto? Grazie