Come abbiamo gia’ menzionato i genitori che crescono i figli bilingui per lo piu’ rientrano in una di questa tre categorie:
- genitori che vivono all’estero, dove la loro madrelingua non e’ la lingua ufficiale
- genitori che vivono nel proprio paese ma vogliono insegnare ai figli la propria seconda lingua
- una combinazione dei due casi di cui sopra, tipicamente con un genitore nativo del paese in cui vive la famiglia e l’altro no
I genitori che stanno insegnando ai propri figli la propria seconda lingua, soprattutto se questa lingua non e’ quella parlata nel paese in cui si vive, sono spesso consapevoli dei propri limiti, pronuncia scorretta e limitatezza del vocabolario solo per fare degli esempi. Non sempre pero’ i genitori che stanno insegnando la propria madrelingua sono altrettanto consapevoli dei propri limiti, eppure puo’ essere fuorviante dare per scontato che un madrelingua parli la lingua perfettamente. Per chi vive all’estero da molti anni potrebbe non essere piu’ vero…
E’ molto comune che vivendo a lungo all’estero con pochi contatti con altre persone della stessa madre lingua accada di perdere ricchezza di vocabolario, sia attivo che passivo, di utilizzare parole ed espressioni che nel paese natale suonano ormai inusuali, di mescolare costruzioni della lingua maggioritaria alla propria, di perdere insomma quella proprieta’ di linguaggio e ricchezza di sfumature che vengono universalmente date per scontate in chi parla la propria lingua madre. Addirittura, succede che dopo diversi anni all’estero si possa tornare in patria ed essere presi per stranieri, magari sentirsi fare i complimenti per come si parla la lingua! Conosco persone a cui e’ successo, e non e’ affatto bello…
Premettiamo che e’ sempre meglio avere ampia esposizione ad una lingua parlata con una certa inflessione piuttosto che niente, voi potete cosi’ dare uno strumento ai vostri figli che poi potranno affinarlo nel tempo. Pero’ se state leggendo queste righe probabilmente siete anche dei genitori molto motivati e determinati, state investendo molto nel bilinguismo e avete delle aspettative. Quindi, sia che voi stiate insegnando ai vostri figli la vostra seconda lingua o la vostra prima lingua, potrebbe valere la pena di fermarsi a riflettere. Quanto appropriata e’ la vostra pronuncia? E la vostra proprieta’ di linguaggio?
Esiste una maniera di migliorare entrambe, o semplicemente di evitare di perdere quota? Esistono diversi mezzi ovviamente, ve ne elenchiamo alcuni, ma ci piacerebbe sapere se voi avete degli altri espedienti:
- ascoltare la radio. Un mezzo tecnologico tradizionale, che non fa tendenza, ma davvero utilissimo! In particolare oggi molti canali radio mettono i propri programmi a disposizione anche su internet, dove si puo’ ascoltare la programmazione live o scaricare programmi passati. Se passate molto tempo davanti al computer (ma non in un ufficio dove vi sentite controllati a vista) potete ascoltare la radio in lingua mentre lavorate. Oppure potete scaricare dei programmi e ascoltarli a casa, o in macchina, se l’autoradio ha l’ingresso per una pennetta USB per esempio. Ci sono anche tante radio che hanno programmi per bambini, che quindi potete ascoltare insieme ai vostri bambini se preferite. I dettagli sulle radio sono stati aggiornati nelle pagine Libri e Canzoni per Ogni Lingua (guardate sotto la lingua che vi interessa)
- Leggere, leggere leggere. Ovviamente nulla come la lettura vi aiutera’ ad arricchire o mantenere ampio il vostro vocabolario
- TV e DVD in lingua aiutano soprattutto per l’accento
- Telefonare spesso a parenti e amici a casa (o all’estero se state insegnando ai vostri figli la vostra seconda lingua), usando Skype si possono abbattere o annullare i costi delle chiamate
- Frequentare altre persone che parlano la vostra stessa lingua (in questo senso i Playgroups possono essere una grande opportunita’ anche per i genitori, non solo i bambini)
- Fare le parole crociate o altri giochi di societa’ incentrati sull’uso delle parole, tipo Scarabeo
- Se possibile scegliere per le vacanze delle destinazioni che permettano di rinfrescare la lingua e acquistare materiale interessante
- Riflettere su questo punto. Come spesso accade, essere consapevoli del problema significa essere gia’ a buon punto per risolverlo
Selma says
Per evitare liti in famiglia (ne ho viste…) vi segnalo che ho notato che spesso i secondi figli non diventano così bilingue come i primogeniti. Nonostante il genitore sia stato costante nel parlare la seconda lingua, spesso il secondo figlio si rifiuta di parlarla. Il commento che ho sentito é: “al secondo non hai insegnato”. In realtà il secondo figlio vive di riflesso la vita sociale del primogenito e si rende perfettamente conto che la lingua sociale è quella del fratello a scuola ed ovviamente tenta di adeguarsi al gruppo maggioritario.
Bilingue Per Gioco says
Selma,
benvenuta. Hai assolutamente ragione, fratelli grandi e piccoli, figli maschi e figli femmine hanno esperienze diverse del bilinguismo, senza contare le caratteristiche personali di ognuno, che possono variare di molto anche nella stessa famiglia. Per le lingue come per tutto, prendiamo ogni figlio come un individuo con le sue doti e i suoi limiti, evitiamo i paragoni e non cerchiamo il figlio perfetto, ordinato come Carlo ma creativo come Alice (o che ne so…).
L.
Pia says
Ciao Letizia e ciao tutti,
ho deciso si scrivervi per raccontare la mia esperienza.
Sono nata e vissuta negli Stati Uniti fino a 6 anni, quando con la famiglia (italiana) mi sono trasferita definitivamente in Italia.
Qui ho cominciato l’intero percorso scolastico e purtroppo mai nessuno (nè a casa nè a scuola) mi ha incoraggiato al BILINGUISMO, anzi addirittura a scuola il mio americano (che veniva fuori quando mi mancava la giusta parola italiana), era quasi mortificato dalla mia maestra che aveva tutto l’interesse ai miei progressi in italiano.
Che peccato che non ci sia stata la sensibilità a salvaguardare questo patrimonio. Con il passare degli anni (e per tanti e troppi anni) l’ho progressivamente messo in qualche parte del mio cervello. Credevo di averlo completamente dimenticato (sebbene I always felt to belong to America) fino a quando non sono tornata per tre mesi interi negli Stati Uniti e (non so come) ma è semplicemente ricomparso..Certo è l’americano di una bambina di 6 anni, ed anche un pò rusty, ma è essenziale per me (again it makes me feel American), per il mio lavoro (non avrei mai lavorato senza) e oggi anche per la mia piccola AJ che ha 16 mesi e spero parlerà Americano come me (per il momento son certa mi comprenda ma vedremo le prime paroline!!!???!!!) Se una lingua ci appartiene, anche se non è più perfetta, è parte di noi, come il nostro aspetto fisico, come il carattere, come il temperamento e credo vada trasferita ai nostri cuccioli con tutto l’amore possibile.
Pia