E’ da molto che non scrivo sugli sviluppi linguistici di A. e me ne venuta voglia leggendo i blog di due mamme bilingui, che documentano con molto acume, umorismo e sensibilita’ i progressi dei loro bambini. Scrivere e descrivere cio’ che accade sotto i nostri occhi e’ molto utile per noi stesse, per aiutarci ad osservare cio’ che accade sotto i nostri occhi. Ma leggendo questi blog mi sono resa conto che e’ utile anche per gli altri, perche’ leggendo cosa succede nelle altre famiglie in un qualche modo acquisiamo esperienza indiretta e ci prepariamo a gestire le situazioni, piu’ o meno simili, che dovremo affrontare nella nostra. Aggiungo che sia la bambina piu’ grande di Intrepidly Bilingual che quelli di Come in un Bosco sono un paio di anni piu’ grandi di Alex… e capirete subito perche’ io trovi questi blog cosi’ interessanti!
Dunque, come va il bilinguismo a casa mia? Rullo di tamburi…
Va benissimo!
Ebbene si’, sono soddisfatta di come sta andando! A. e’ in tutto e per tutto un bambino bilingue. Capisce tutto in entrambe le lingue e risponde a istruzioni date in entrambe le lingue, ma soprattutto le parla entrambe! Ora ha 23 mesi e chi mi segue da un po’ sa che non e’ stato affatto precoce nell’iniziare a parlare, quindi non ha ne’ parlantina ne’ ampiezza di vocabolario eclatanti. E questo non ci crea nessunissimo problema, perche’ ogni bambino ha i suoi ritmi, e poi sia il fatto di essere maschio che quello di essere figlio unico e (forse) anche il fatto di essere bilingue non lo aiutano.
A. nell’ultimo mese ha fatto moltissimi progressi, ha ampliato notevolmente il suo vocabolario anche se non lo so quantificare. (C’e’ una parte di me che vorrebbe essere la mamma che sa quante parole usa attivamente suo figlio, e un’altra parte di me che e’ felice di non essere la mamma che si mette a contare le parole pronunciate dal pargolo come fossero tutte perle di saggezza. E’ una dura lotta intestina, ma la seconda parte di me ha dalla sua la mancanza di tempo quindi vince con ampio margine. Comunque sappiate che se ne avete tempo e modo monitorare gli sviluppi linguistici dei piccoli puo’ essere molto interessante ed e’ consigliato da alcuni esperti, a costo di non farsi prendere la mano, aggiungo io….).
Il primo elemento interessante e’ che questo momento di sviluppo linguistico NON lo ha portato a preferire radicalmente una lingua (l’Italiano) all’altra (l’Inglese). L’equilibrio tra le due lingue si e’ invece mantenuto stabile, ha introdotto parole nuove sia in una lingua che nell’altra,e alcune parole (ma pochissime) le usa in entrambe le lingue. Il che e’ tutt’altro che da darsi per scontato considerando che:
- l’unica persona che gli parla in Inglese sono io
- qui al mare passiamo pochissimo tempo completamente da soli io e lui, giusto il tempo per farsi le coccole nel lettone al mattino e alla sera, e il tempo di qualche passeggiata o un bagno
Io ovviamente sono estremamente soddisfatta di tutto cio’e sono anche tentata di imputarmene tutti i meriti e dire vedi come sono stata brava ad implementare OPOL con costanza! La verita’ probabilmente e’ un po’ meno radicale.
Certo, io mi impegno molto ad utilizzare sempre e solo l’Inglese, anche se non e’ sempre facile, come ho gia’ descritto. E poi in tutta sincerita’ non e’ che non mi scappi mai qualche parola di italiano… per esempio dico molto spesso To’ (per tieni), Dai (tipo Com’on) e Bravo (che non ha traduzione, anche le mamme tedesche lo usano!) e ogni tanto mi scappa una frasetta in italiano. Ma accade molto raramente, e quando accade mi do una bacchettata sulle dita mentale, vale a dire ho ormai innescato un automatismo che mi porta a notare ed evitare gli sgarri alla regola.
Pero’ sicuramente altri fattori hanno un loro peso, per esempio il supporto al bilinguismo che riceviamo da tutta la famiglia e gli amici (tutti ormai a dire Car e Bye Bye), il carattere stesso di A. e chissa’ cos’altro. Tutto cio’ per dire che non canto vittoria, so che in futuro le cose potrebbero anche andare diversamente, e potrei trovarmi a dover lottare contro un sentimento di delusione. Se dovesse succedere ve lo faro’ sapere.
Per finire su questo tema aggiungo anche che A. sta anche producendo la famose frasette da due parole, usando indifferentemente parole prese da una lingua o l’altra, tipo: Mamma Mia, Car Nonno, Shoe Anna, etc…. Anche di questo non ci preoccupiamo minimamente,anzi ne sono proprio contenta, come abbiamo gia’ visto il Code Mixing e’ normalissimo, ma sto molto attenta ad evitare il Code Switching!
Per i curiosi, ecco alcune parole che A. dice in Inglese: Car, Down, Sit down, Water, Potty, Granny, Sea, Beach, A(un)ty, Book (la gioia della mamma ve la lascio solo immaginare!), Shoe, Piar (=Pear), Pfish (=Fish), Out, Bye Bye, Gnam (=Jam) e tante (esageriamo!) altre che ora non mi vengono in mente.
Ho scoperto che avevo tante cosa da dire in merito, quindi continuero’ con degli altri post nei prossimi giorni, in cui vi parlero’:
- di come i gesti accompagnano lo sviluppo linguisticodi A.
- del contributo della musica al suo sviluppo linguistico
Prima di chiudere vi introduco una novita’: Bilinguismo in Azione, cioe’ (se mi permettete) vi dico cosa dovete fare per mettere in pratica cio’ che leggete.
BILINGUISMO IN AZIONE:
Parlate con qualcuno del Bilinguismo a casa vostra. Non limitatevi a pensarci, lo so che ci pensate tanto, ne’ a parlarne col vostro partner, che ormai non parlate d’altro. Parlatene con una persona esterna alla famiglia, un’amica/o, un conoscente, l’insegnante dei vostri figli, la vicina di casa.
Cercate di spiegare a questa persona come funziona il bilinguismo per i vostri figli: quanto parlano/capiscono di ogni lingua, cosa piace a voi e a loro del bilinguismo, quanta esposizione hanno ad ogni lingua.
E’ impressionante quante cose capiamo quando proviamo a spiegarle agli altri.
Fru Fersen says
Grazie della citazione!
Sono contenta di aver trovato il tuo blog! Perfettamente d’accordo sull’utilita’ di condividere le proprie esperienze e conoscere quelle di persone in situazioni simili (e comunque sempre differentissime), anche solo per uno stimolo in piu’ e un po’ di incoraggiamento nei momenti -pochi ma tosti- in cui tutto sembra andare per il verso sbagliato.
A presto!
Gianna says
due cose:
grazie per la segnalazione di Come in un Bosco. Mi é tremendamente utile, oltre che essere piacevolissimo da leggere.
stavo proprio chiedendomi come andava col tuo Alex, visto che il mio segue a qualche mese di distanza (14 mesi adesso), e sembra avere gli stessi schemi (maschio, poche parole dette, parecchie parole capite in entrambe le lingue).
La cosa interessante nel nostro caso, é che Alex sembra voler parlare preferibilmente le parole che sono molto simili in entrambe le lingue: mamma, bravo, papá/pappa (in quest’ultimo caso lui dice indifferentemente dadáá/dadda una dopo l’altra). Credo che qua torniamo sul discorso dell’economia linguistica di cui si postava prima delle ferie, cioé l’uso preferenziale della parola piú semplice tra le due lingue, cosa di cui sia il mio moroso che io siamo convinti.
L. says
Gianna,
anch’io sono sempre piu’ convinta che le scelte siano spesso guidate dall’economia (che la potremmo anche chiamare pigrizia, ma cosi’ suona molto meglio), insomma che tra due parole equivalenti scelga quella piu’ facile e piu’ corta, il che nel nostro caso favoreggia decisamente l’inglese, che e’ una lingua molto pragmatica, basti pensare a quante parole monisillabiche ci sono (dog, cat, put, car, jump, run, etc etc), mentre in italiano ci vogliono minimo due sillabe, spesso tre. Anzi, diro’ di piu’, proprio perche’ l’inglese e’ piu’ semplice (almeno a questo livello) A. pronuncia quasi tutte le parole bene, mentre quelle italiane le dice cosi’ cosi’, spesso bisogna ancora interpretare quello che dice.
Pero’ non osservo invece quello che dici tu, cio’ una preferenza per le parole simili nelle due lingue o un utilizzo contestuale di entrambe le versioni, pero’ devo anche dire che non mi vengono in mente tante parole che siano simili in italiano e in inglese, non del tipo di parole che utilizzerebbe un bambino di 2 anni…
A presto,
L.