Sono sempre di piu’ i genitori non madrelingua che insegnano ai figli una lingua straniera, spesso si puo’ effettivamente parlare di bilinguismo anche in questi casi. Che solo i madrelingua possano insegnare una lingua ai figli e’ un preconcettto molto diffuso ma non supportato da alcun dato, ecco 8 motivi per metterlo in discussione:
- La lingua e’ uno strumento vivo, cresce, si evolve, matura. Tuo figlio non parlera’ una lingua straniera esattamente come la parli tu, molto probabilmente la parlera’ meglio. Tu sei nelle condizioni di dare dei primi input e creare le condizioni per l’apprendimento di una lingua straniera e nel tempo ,se vorrai, potrai aiutare tuo figlio ad acquisire la lingua in maniera sempre piu’ sofisticata.
- Non esiste un accento puro. Ci sono madrelingua con accenti impossibili da comprendere e ci sono persone che parlano una lingua straniera con accenti appena percettibili. Nel caso dell’Inglese per esempio solo il 2% della popolazione inglese parla quello che viene definito the Queen’ English.
- Le lingue servono per comunicare. A volte sembra che dimentichiamo questo dato, come se imparare una lingua fosse un esercizio stilistico fine a se’ stesso. Se io capisco e vengo capito ho accesso ad un mondo di idee, persone, opportunita’. Certo quanto meglio vengo capito tanto piu’ verro’ accettato, non c’e’ dubbio, ma difficilmente una persona viene valutata solo per il proprio accento. Per fare un esempio specifico io conosco personalmente piu’ di una persona che pur avendo vissuto moltissimi anni all’estero parla Inglese con un accento decisamente Italiano, il che non ha impedito che facessero delle splendide carriere lavorando per le ditte americane piu’ prestigiose, tipo –tanto per dirne una- una multinazionale dei motori di ricerca il cui nome non ricordo ma inizia per G…
- Puoi e devi comunque creare una molteplicita’ di input per la lingua straniera. Insegnare una lingua straniera ad un bambino significa impegnarsi a fare un percorso insieme. Lungo il percorso pero’ si potranno e dovranno cercare supporti che aiutino sia il bambino che il genitore.
- I bambini hanno una grande capacita’ regolizzatrice, quindi se vengono loro offerti input diversi sapranno usarli tutti in maniera ottimale.
- A volte non c’e’ alternativa. Non sempre si hanno le possibilita’ per soluzioni alternative, quali la scuola internazionale, la ragazza alla pari, la zia americana, etc. In questi casi o ce la mettete tutta voi genitori, o vi affidate al percorso classico offerto dalla scuola, che pero’, possiamo dirlo, offre risultati inevitabilmente mediocri.
- Qualunque siano le tue competenze nella lingua straniera puoi trovare un approccio che ti permetta di sfruttarle al massimo dando ai tuoi figli tutto cio’ che puoi dare, linguisticamente parlando, senza pretendere l’impossibile e senza mettere nessuno in difficolta’. Individuare l’approccio giusto per te e la tua famiglia non e’ facile, e’ forse uno degli aspetti piu’ difficili, ma e’ sicuramente possibile e se avrai pazienza e costanza ci arriveremo.
- Se sei veramente determinato sei gia’ a meta’ dell’opera. La determinazione e la motivazione sono cruciali e rendono possibili anche le imprese piu’ improbabili. Essere motivato significa cercare sempre nuovi stimoli, dedicare attenzione e riflessione agli sviluppi linguistici, provare diversi approcci e soprattutto essere costanti nel tempo.
La conclusione da trarre quindi non e’ che tutti i genitori possono crescere i propri figli bilingui, piuttosto la conclusione e’ che tutti genitori che veramente e fortemente vogliono crescere i propri figli bilingui possono effettivamente farlo. Se pensi di far parte di questo gruppo, se davvero vuoi aiutare tuo figlio ad imparare una lingua straniera ma non sai bene come fare, seguici. Rifletteremo insieme su questi temi.
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Immagine da A Journey Round My Skull
z. says
scusa ma… da dove viene questa teoria?
“insegnare una lingua straniera a tuo figlio anche se non sei madrelingua” – significa di parlare con il tuo figlio una lingua che probabilmente non conosci perfettamente e quindi NON PUOI insegnare bene.
non avendo vissuto LA TUA infanzia in quella lingua NON PUOI conoscere tanti canzoncini-poesie-fiabe-parole dolce ecc. e poi (ma questo e solo la mia opinione personale) – NON POTRAI MAI avere un rapporto davvero sincero e cordiale con il tuo figlio, la vostra relazione avrà sempre qualcosa di “finto”.
io dopo 15 anni di emmigrazione parlavo la mia seconda lingua molto meglio della mia vera madrelingua eppure ho deciso di sceliere la lingua della mia ifanzia per mia figlia e lo consiglio a tutte le mamme bilingue.
Bilingue Per Gioco says
Sono completamente d’accordo. Infatti non ho detto che insegnare una lingua ad un bambino significa parlargli solo in quella lingua, niente di piu’ lontano dalla mie intenzioni che suggerire qualcosa di forzato. Se alcune famiglie prendono questa decisione evidentemente ritengono che va bene per loro alla luce delle loro personali esperienze. Ma il punto fondamentale e’ che moltissimi genitori, in famiglie normalissime, stanno cercando di introdurre una seconda lingua nella vita dei figli, questa non e’ una teoria, e’ una pratica, sono le famiglie che gia’ stanno facendo questa cosa. Ma non in maniera sconsiderata, senza rinunciare assolutamente a nulla della propria lingua, identita’ e relazione.
Uno dei grandi preconcetti da smantellare nei riguardi del bilinguismo, o dell’apprendimento di una lingua straniera, e’ quello del tutto o niente. O parli due lingue o sei monolingua. Non e’ cosi’. I bambini a cui viene proposta una seconda lingua come gioco da fare con i genitori o a scuola, per sessioni anche brevi ma frequenti, cantando delle canzoni, leggendo dei libri, guardando insieme dei cartoni, etc. stanno effettivamente imparando una seconda lingua. E non e’ tempo perso, ne’ rubato, se fatto in modo da non turbare il rapporto genitore-bambino, che e’ assolutamente prioritario, su questo non ci sono dubbi.
L.
Daniele says
LA TUA CONSIDERAZIONE PUO’ ESSERE APPLICABILE A PARECCHIE SITUAZIONI, MA ATTENZIONE A QUANDO DICI ‘MAI’. QUELLO E’ UN TUO LIMITE.
TI PORTO LA MIA ESPERIENZA: IO NON SONO MADRELINGUA MA SIN DALLE ELEMENTARI PORTO AVANTI UNA FORTE PASSIONE PER L’INGLESE CHE MI HA PERMESSO DI SVILUPPARLO AD UN GRADO AVANZATO. IN 20 ANNI HO AVUTO MOLTI CONTATTI CON IL MONDO ANGLOSASSONE E HO DIVERSI AMICI CON CUI COMUNICO SPESSO E CHE VEDO APPENA MI E’ POSSIBILE.
OVVIAMENTE PRIMA CHE MIO FIGLIO NASCESSE MI SONO MESSO D’IMPEGNO PER APPROFONDIRE QUEGLI ASPETTI LESSICALI E CULTURALI CHE APPARTENGONO AL MONDO DELL’INFANZIA, PROPRIO PER ENTRARE IN CONTATTO CON PAROLE SPECIFICHE E ANCHE CON STORIE E FILASTROCCHE. TI ASSICURO LA PREDISPOSIZIONE UNITA AD UNA FORTE PASSIONE E ATTENZIONE NON PONGONO LIMITI AL RAPPORTO TRA FIGLIO E GENITORE. CERTAMENTE ALL’INIZIO E’ STATO IMPEGNATIVO DECIDERE DI PARLARE SOLTANTO IN INGLESE A MIO FIGLIO, MA HO SAPUTO GUARDARE AVANTI, TENENDO CONTO DELLA GRANDE OPPORTUNITA’ CHE GLI AVREI NEGATO SE NON AVESSI SCELTO QUESTA STRADA. ORA CHE HA 2 ANNI MI RENDO CONTO DI AVER FATTO BENE; IL SUO VOCABOLARIO E’ VASTO E PIUTTOSTO EQUILIBRATO.
z. says
Chiedo scusa!!! Ero assolutamente convinta che si tratta di “tutto o niente” – perché é questa la situazione piú frequenta e naturale. Fino a adesso non mi sono mai occupata con la questione della lingua aggiuntiva, anche se parlo 4 lingue (Russo, Tedesco, Inglese e Italiano) e vorrei che anche la mia figlia le imparasse… E gia abbastanza difficile insegnare il Russo (era questa la “lingua della mia infanzia”) in Italia avendo un marito italiano.
Comunque… Sinceramente sono piú d’accordo con coloro che consigliano di parlare solo UNA lingua. Io cercheró di introdurre il Tedesco prima o poi nella vita di mia figlia solo in modo INDIRETTO – cioé tramite “terzi” come cartoni animati, giocattoli parlanti, amici tedeschi, viaggi in Germania…
Bilingue Per Gioco says
z.
nessun problema, nessuno finora ha parlato di questo, e le famiglie non hanno potuta far altro che improvvisare, e’ normale che all’inizio non si capisca bene che ci sono molte piu’ opzioni di quante non si pensi.
in queste cose non ci sono verita’ assolute, ognuno deve fare le sue scelte e trovare la strada giusta per se’. pero’ e’ anche una questione di chiarirsi quali sono gli obiettivi, perche’ solo un’esposizione piuttosto continuata/frequente al dialogo e all’interazione personale permette al bambino di imparare la lingua.
L.
Laura says
Carissime mamme
io invece sono Laura e davanti a me c’è’ il bivio del nido: ovvero, L. ha appena compiuto 9 mesi e io ho inziato (anche se un po’ timidamente, ad esempio, quando siamo fuori ancora mi vergogno un po’..) a parlare inglese. Premetto: siamo entrambi italiani e viviamo a Milano. Mio marito lo sa benino ma non se la sente di parlarlo con L. (non sarebbe spontaneo). Io, invece, ho un’autentica e maniacale passione. Ci sono arrivata cominciando a studiarmi a memoria il libro delle medie e proseguendo tra corsi privati, Erasmus, tesi all’estero e tante vacanze estere (inn cui ho conosciuto un sacco di amici con cui ancora ci vediamo e scriviamo, naturalmente in english..). Ho anche lavorato all’estero per un po’. Il problema è l’approccio, ancora un po’ incerto (con l’idea che tanto L. non capisce e ride più perchè attratto dalla nostra mimica che dal senso delle parole.. . Il bivio è appunto il nido da settembre: per i mesi che vanno da aprile a giugno (essendo senza nonni a portata di mano) abbiamo optato per uno “bilingue” vicino a casa. Ma da settembre stiamo valutando una bellissima opzione di nido internazionale, con approccio educativo all’avanguardia che ha appena aperto a Milano. Il problema è il prezzo: tra tassa d’iscrizione e rette è veramente impegnativo. Mi chiedevo se qualcuna di voi aveva esperienze di nidi, sia monolingue che bilingue, per poter dare un’opinione ragionata. So che ogni esperienza è soggettiva, ma per noi sarebbe una bussola in più per decidere. Che ne pensate??
GRAZIE
Bilingue Per Gioco says
Laura,
il mio consiglio e’ di guardare le cose nel lungo termine. Se dopo il nido sai gia’ di non poterti permettere o non voler scegliere la scuola internazionale puoi anche risparmiarti questo sforzo. Questi sono progetti da pensarsi sui tempi lunghi, meglio dosare le forze (anche economiche) nel tempo e avere un approccio costante che andare a singhiozzo.
My 2 cents,
L.
Flavia says
Buongiorno a tutte!
Sono una futura mamma e vorrei allevare mia figlia bilingue, tedesco-italiano. Io lo parlo bene, anche se da quando ho finito scuola non ho avuto molte occasioni di esercitarmi. Appunto per questo ho un dubbio: mi chiedo se sarò in grado di usare tutti i termini giusti in tedesco per paralre con lei, non vorrei che questa mia decisione limitasse il nostro dialogo o mi impedisse di esprimermi al meglio con lei. Ho pensato fin d’ora di leggere dei libri, sia per bambini che non e volevo saere se esistono gruppi di mamme che si incontrano, anche per chiacchierare tra loro e aumentare i termini conosciuti in tedesco. Ci sono delle iniziative del genere in corso? Potete darmi qualche consiglio in merito?
Grazie,
Flavia
Bilingue Per Gioco says
Flavia,
c’e’ la Spielgruppe (a Roma a S.Giovanni il venerdi’ pomeriggio), pero’ non so se ha senso partecipare senza bambino, mah… Non saprei neanche io…
L.
Silvia B. says
Per quanto riguarda me, sono presa da un momento di sconforto. Ho intrapreso la strada del bilinguismo con mio figlio da quando aveva circa un anno. Parlo con lui in inglese quando siamo soli, o anche quando c’è il papà. Durante il giorno sta con la nonna perchè io lavoro. Gli propongo cd e dvd in inglese e la sua comprensione sembra essere buona. Ora che ha 19 mesi capisce bene entrambe le lingue, ma la sua produzione di parole, sia in italiano che in inglese è un pò limitata rispetto anche a bambini più piccoli di lui, ma monolingui. Ebbene, il mio dubbio riguarda ora non l’inglese, ma la lingua madre, ossia l’italiano. Fino a settembre non riesco a mandarlo al nido, e purtroppo mia madre parla in dialetto. Cerco di correggerla e le chiedo di sforzarsi di parlare un pò meglio, ma ha più di settant’anni ed è già tanto quello che fa. Mi chiedo se, per supplire alle lacune che ha nell’italiano, non debba io ridurre i tempi dell’inglese e parlargli un pò di più in italiano. Aiuto, sono davvero confusa in questo momento. Vorrei essergli d’aiuto nell’apprendimento di entrambe le lingue, e mi dispiacerebbe interrompere un percoso in cui ho creduto e credo fortemente!
Bilingue Per Gioco says
Silvia,
a 18 mesi mio figlio diceva giusto qualche parolina, ora invece vorrei trovargli un interruttore per spegnerlo. Nè io nè te facciamo una casistica ma 19 mesi mi sembrano davvero presto per preoccuparsi per lo sviluppo linguistico.
Detto ciò, se a Settembre comincia ad andare all’asilo, direi di stare serena e non preoccuparti. Però come sai io ci tengo anche a sottolineare che decidere di non parlare la propria lingua madre con i propri figli è una decisione drastica, sul cui impatto non si sa praticamente nulla, e che in generale, per andare sul sicuro, io sconsiglierei in tutti i casi in cui la decisione viene vissuta con una certa titubanza, dubbi o conflitto interiore. Non è necessario parlare SEMPRE in Inglese a tuo figlio perchè lo impari, davvero non è necessario. Quindi se non sei serena rivedi pure le tue scelte senza drammi, non sarebbe la fine di un progetto, ma un’evoluzione. E’ abbastanza tipico che nelle famiglie bilingui gli schemi linguistici varino nel tempo, a seconda di diversi fattori.
Soprattutto se sei allo sconforto secondo me è un segnale importante che qualcosa deve cambiare. La serenità tua, e di riflesso di tuo figlio, è più importante di qualsiasi altra cosa.
L.
P.S.
Non chiedere troppo alla nonna, lasciala libera di essere se stessa, e sii felice che tuo figlio sta imparando una terza lingua…
Silvia B. says
Grazie L. per la tua risposta…come sempre, riesci a tranquillizzarmi quando sono assalita dai dubbi. Ti aggiornerò sull’evoluzione della situazione. Per ora, ti informo che in questi ultimi giorni ho parlato molto più a N. in italiano, anche se poi la tendenza per l’inglese è irrefrenabile, e ci ficco in mezzo qualcosina. Mi sorprendo a parlare in un modo che ho sempre cercato di evitare (ad esempio, mi capita di dire qualcosa in italiano, e tradurlo subito in inglese, oppure a mescolare le due lingue). Sto cercando però di essere calma e serena: lascio spazio alla spontaneità, e confido ella straordinaria intelligenza dei bambini! Un abbraccio…
giusy says
salve a tutti sono la mamma di due bambini,una femminuccia di 9 anni ed un maschietto di 4 ho unmarito che lavora spesso all’estero e soprattutto per lunghi periodi ,in questo suo ultimo trasferimento ha mostrato la sua determinazione nel voler portare con se almeno la figlia per farle frequentare la scuola europea e quindi per farle imparare l’inglese ad un livello più soddisfacente di quello offerto dalla scuola italiana . Ho saputo che i programmi della scuola europea prevedono una sola ora al giorno di inglese quindi ho pensato che non sia poi molto e nella speranza di non farmi portare mia figlia per almeno i due anni che verranno mi sono attivata nella ricerca di un’altra soluzione più soddisfacente per entrambi .HO PENSATO DI METTERE A DISPOSIZIONE DI QUALCHE STUDENTE UNIVERSITARIO UN MICROAPPARTAMENTO CHE possediamo sotto al nostro appartamento in cambio di qualche ora di compagnia e gioco per i bimbi ogni giorno .Qualcuno può darmi un aiuto nell’intraprendere questa impresa?
Bilingue Per Gioco says
Giusy,
niente di più semplice che affiggere dei fogli con la tua offerta in Università, o nelle Università, non so dove vivi. Fallo subito, anche se settembre è il periodo ideale.
L.
Minnie says
metti l’annuncio su http://www.wantedinrome.com, magari su exchange per non pagare l’annuncio
giusy says
grazie per aver risposto con celerità e se pensate che questa mia idea possa interessare qualcuno accetto volentieri segnalazioni . Accetto consigli dalle più esperte in materia di scambi culturali visto che questa è la pima volta che mi affido ad internet per una ricerca così delicata.
Gelsomina says
Salve a tutti,
sono la mamma di L. un bambino di 23 mesi. Io e mio marito siamo entrambi Italiani ma parliamo abbastanza bene l’inglese dato che lo usiamo tanto al lavoro. Leggendo i vostri commenti mi sono convinta di poter cominciare ad introdurre l’inglese nella vita di mio figlio, anche perchè vedo l’estrema facilità con la quale lui sta apprendendo la lingua Italiana. Il problema e che non me la sento di cominciare a parlare a mio figlio solo in Inglese anche perchè, avendo imparato la lingua da adulta, mi mancano tutte quelle espressioni relative al mondo dell’infanzia. Vorrei pero ritagliare ogni giorno qualche ora da dedicare alla lingua ad esempio al ritorno dall’asilo potrei giocare con lui parlando solo in Inglese fino al rientro a casa del papà quando si ricomincia tutti a parlare Italiano. Secondo voi può essere un buon metodo o ci possono essere delle controindicazioni, visto che L. si ritroverebbe una mamma cha parla inglese solo in alcune ore del giorno? Ringrazio tutti e faccio tanti complimenti al sito di bilingue.
Bilingue Per Gioco says
Gelsomina,
controindicazioni non ce ne sono, ma qualche raccomandazione è d’obbligo.
Individua una routine e seguila pedissequamente, è meglio avere una routine fissa che prevedere 20 minuti al giorno che fare una cosa diversa ogni giorno e parlare magari più tempo in Inglese, ma confondendo il bambino.
associa la lingua ad attività che piacciono sia a te che al bambino, giocare insieme, cantare insieme, guardare insieme un cartone animato (se li guardate). Io non mi stanco mai di ripetere che non c’è niente di meglio da fare in macchina che cantare canzoni in Inglese! Se guardate i cartoni animati, o pensi che li guarderete in futuro, è una buona idea proporglieli solo in Inglese, se non sa che esistono anche in italiano tanto meglio.
Spero di averti risposto!
Letizia
Gemma says
Ciao!
Sono arrivata qui cercando dei libri multi-lingue per bambini…
Io sono italiana, ma avendo sentito parlare francese fin da piccolissima lo comprendo e parlo scioltamente, quasi come se fosse la mia lingua madre, poi ho studiato anche altre lingue, ma non mi sento così sicura come con il francese.
Ho due figlie di 2 e 4 anni e un giorno per gioco ho cominciato a leggergli una storia che già conoscevano in francese e a loro è piaciuto molto. Allora mi è venuta l’illuminazione di “insegnargli” così questa seconda lingua. Cerco dei consigli e dei supporti con i quali affrontare questa avventura.
Ora ne parlavo con il papà e lui mi diceva che gli piacerebbe fare la stessa cosa con l’inglese, che conosce veramente bene. Secondo voi può funzionare o rischiamo di confondergli le idee?
Grazie,
Gemma
Bilingue Per Gioco says
Gemma,
secondo me se siete veramente motivati è fattibile, anche con 2 lingue. Ciò che vi consiglio caldamente è di elaborare un vostro metodo e una vostra routine prima di partire, la routine è veramente essenziale, aiuta i genitori a rimanere costanti e motivati e aiuta i bambini ad associare le lingue a determinati momenti e contesti e non esserne confusi.
Per favore tienici aggiornati, e in bocca al lupo!
L.
Maria says
Salve!
Stavo prendendo in considerazione l’idea di iscrivere mia figlia alla scuola materna internazionale inglese con insegnanti madrelingua. Mi chiedevo se questo possa condizionare le scelte future nel senso che la bimba debba poi continuare l’educazione internazionale.
A me piacerebbe che dopo la scuola materna lei frequentasse le scuole italiane continuando naturalmente a coltivare l’inglese (amicizie con bimbi di altre nazionalita’, DVD in lingua inglese, etc). Cosa ne pensate?
Bilingue Per Gioco says
Sicuramente il fatto di fare la materna internazionale non obbliga a proseguire poi lo stesso percorso, però è da valutare se abbia senso far fare le scuole internazionali solo alla materna, il rischio è che poi tutto ciò che viene appreso si perda, perchè i bambini imparano facilmente ma facilmente dimenticano se nn opportunamente stimolati, e magari la bambina potrebbe poi rifiutare di fare attività in inglese a casa. Tutto al condizionale, non c’è modo di sapere cosa succederebbe…
L.
Maria says
Grazie per la gentile risposta. Per fortuna dovro’ prendere una decisione il prossimo anno…la bimba ha ancora un anno e mezzo. Quindi ho ancora del tempo per valutare bene i pro e i contro.
Pensavo che durante i tre anni della scuola materna si potessero gettare delle piccole basi su cui poter lavorare. Mi spiacerebbe ottenere il contrario….un rifiuto da parte della bimba per una nuova lingua.
M.
Bilingue Per Gioco says
Maria,
non credo che potresti ottenere un rifiuto della lingua, affatto, piuttosto l’idea che l’Inglese è la lingua che si usa SOLO a scuola. Sicuramente il rischio è evitabile se fin da subito l’Inglese entra a far parte anche della routine quotidiana, ma è bene tenere in considerazione il rischio…
In bocca al lupo,
L.
Maria says
Se ho ben capito lei pensa che debba iniziare da subito il percorso di una nuova lingua.
Se per lei non e’ un grosso disturbo mi potrebbe dare qualche suggerimento su come dare alla bimba piccoli inputs? Io parlo abbastanza bene l’inglese avendo vissuto e lavorato a New York per 5 anni ma fino ad ora non me la sono sentita di parlare con la bimba una lingua che non e’ mia…ho un po’ paura di sbagliare!!!
Devo pero’ dire che quando la bimba aveva 9 mesi abbiamo vissuto a NY per ben 2 mesi durante i quali ha frequentato un corso di musica in cui la maestra e i genitori cantavano (in inglese naturalmente) mentre i bimbi suonavo strumenti vari. Senza fare alcuna pressione lei ha imparato un po’ di paroline….cosa che non mi aspettavo proprio!!!
Bilingue Per Gioco says
Maria,
qui ci diamo del tu, siamo tutti genitori, con storie più o meno simili da condividere.
Qui trovi delle idee per iniziare:
– sei pronto a crescere tuo figlio bilingue?
–9 passi per scegliere il metodo per crescere un bambino bilingue
– il primo passo per insegnare una lingua a tuo figlio
– quale metodo e quali libri usare
– starter pack per 0-3 anni
Se invece hai bisogno di consigli personali per aiutarti a trovare un approccio che vada bene per la tua famiglia posso aiutarti con una consulenza personalizzata, contattami pure a bilinguepergioco AT yahoo DOT com.
L.
Maria says
Perfetto.
Grazie mille.
M.
miki says
Ne io nè mio marito parliamo inglese ma lo comprendiamo abbastanza, forse io ho l’eccezione che le cose che so le pronuncio ottimamente a detta della maestra di mio figlio. Sono ormai arrivata al bivio di prendere una decisione sulla scuola di mio figlio altrimenti non troverò il posto per l’anno scolastico 2011/12. Parlando con elisabetta mi sono quasi convinta per il M. anche perchè l’unica a Roma che ha il POF italiano. Sarò in garado di occuparmi del piccolo anche dopo la scuola? Nel senso se quando torna a casa nessuno gli parla la seconda (o terza lì lo fanno), andrà bene lo stesso?
miki says
Per Elisabetta,
Ormai il mio punto di riferimento.
Sulla scuola frequentatata dalle tue bimbe e che vorrei frequentasse il mio, ho un solo dubbio ormai sciolti quelli sull’unsegnamento. Cosa ne pensi della frequentazione? Del dopo scuola delle gite scolastiche delle settimane bianche verdi ecc. Per essere più chiara noi possiamo dare a nostro figlio tutto ciò di cui ha bisogno e anche di più ma nei limiti. Potrò offrirgli la settima bianca e i master all’estero ma certo non potrò contraccambiare l’ospitalità di qualche amichetto in una villa a Cortina o in Sardegna tu come ti comporti? io ho visto i blog di altre scuole private come il San Giuseppe o quella sulla Flaminia dove ragazzi/e perdono tennis bracciale di diamanti e telefonini da 600 euro come se fossero bruscolini.
filli says
sono mamma di una bambina di 26 mesi e parlo correntmente il francese anche se non sono madrelingua.
vorrei un suggerimento per cominciare a insegnarle il francese.
Bilingue Per Gioco says
Filli,
ti do la stessa risposta che ho dato a Maria, che mi faceva una domanda simile poco più sotto.
Qui trovi delle idee per iniziare:
– sei pronto a crescere tuo figlio bilingue?
–9 passi per scegliere il metodo per crescere un bambino bilingue
– il primo passo per insegnare una lingua a tuo figlio
– risorse per il Francese, libri, riviste, DVD, CD, giochi e altro
Se invece hai bisogno di consigli personali per aiutarti a trovare un approccio che vada bene per la tua famiglia posso aiutarti con una consulenza personalizzata, contattami pure a bilinguepergioco AT yahoo DOT com.
L.
cioccopanna says
ciao
sono mamma di due bimbi di 3 e 5 anni
quando aspettavo la prima(cioè prima di capire quanto mi avrebbe cambiato la vita) ero fermamente convinta che avrei fatto in modo che imparasse l’inglese appena possibile, anche perchè io, non conoscendola mi sono trovata male in alcune occasioni. le millecinquecento cose da fare di una neomamma hanno fatto passare 5 anni e finalmente siamo riusciti a ritagliare uno spaziio alla lingua inglese e stiamo selezionando delle scuole con 1 ora settimanale di lezione-gioco-inglese
le mie domande sono:
1. meglio insegnante madrelingua o italiana?
2. potrei fare qualcosa anche a casa magari aiutandomi con i consigli del sito?
3. per il pupo di 3 direi che siamo in tempo ma per la pupa di 5 sarà ancora efficace?
Daniela says
Io penso che a volte anche l’italiano venga insegnato in modo non corretto.
L’approccio è importante, l’apertura mentale, la capacità di far capire che nel mondo non siamo solo Italiani e non si comunica solo con la lingua italiana ma anche con altre lingue nonchè con gesti, grafici, simboli.
Io ho due bimbe di 18 mesi e tre anni.
Ogni tanto diciamo qualcosina in inglese tanto che mia figlia adesso quando deve dire i colori li dice in inglese e non in italiano.
Credo sia importante. Ma ognuno è libero di scegliere!
ROSSELLA says
Ciao sono mamma di due bimbi, R di 5 anni e RM di 3 anni e 1/2. Io non sono madrelingua d’inglese ma avendolo studiato per tanti anni, lavorando in un ambiente dove parlo la lingua inglese 8 ore al giorno ed essendo appassionata sostengo di riuscire a comunicare in inglese abbastanza bene. Ho cominciato a parlare solo ed esclusivamente in inglese con R da quando lei aveva 9 mesi e di conseguenza anche il piccolo ha sempre sentito anche lui parlare me in inglese dalla nAscita. Mio marito gli parla in italiano e non potendocelo permettere non abbiamo optato per una scuola bilingue ( con mio grande rammarico). La mia R. dall’anno scorso ha cominciato un percorso di psicomotricita’ e di logopedia perche’ non riesce a pronunciare bene le parole e perche’ c’e’ un ritardo del linguaggio non meglio attribuito, nel senso che non si e’ ben capito se la bimba, alla quale e’ stata riscontrata anche un’immaturita’ affettiva, in certe situazioni ci gioca o davvero ha difficolta’ nell’apprendimento. Io intanto non mi sono mai fermata nel parlare con i bimbi in inglese ma non ho mai richiesto che loro mi rispondessero in inglese ( per non forzare troppo la mano) e quindi i bimbi pur capendo cio’ che io gli dico loro mi rispondono in italiano. Quando dei termini so essere nuovi per loro glieli dico in inglese, poi in italiano e poi in inglese, cosi come i cartoni che guardano sono sia in inglese che in italiano anche se ultimamente la versione italiana sta prendendo il sopravvento. Premesso tutto cio’ volevo chiedere un consiglio…. viste le difficolta’ che R sta avendo dovuto al suo ritardo di linguaggio ( esami genetici non hanno evidenziato alcun problema prettamente clinico) la logopedista mi ha piu’ volte esortato ad interrompere con l’inglese per riprenderlo tra qualche anno, ma io non sono d’accordo per due motivi
1) ho paura che il lavoro fatto in questi 5 anni da entrambe vada perso
2) dovrei interrompere anche con RM per evitare differenziazioni tra i miei figli
Grazie mille e scusate la lungaggine
Bilingue Per Gioco says
Rossella,
mi spiace, temo che nessuno di noi possa darti un consiglio, primo perchè quasi nessuno di noi ne ha le competenze, secondo perchè anche chi ne avesse le competenze credo dovrebbe almeno vedere la bambina.
Il mio consiglio è cercare il parere di un altro logopedista, cercando però un logopedista che abbia esperienze e competenze di bilinguismo. Purtroppo sono pochi e difficili da trovare.
Letizia
raffa says
i logopedisti europei hanno appena festeggiato la loro giornata dedicandola al multilinguismo
http://fli.it/2014/02/26/6-marzo-giornata-europea-della-logopedia-per-tutte-le-lingue-del-mondo/
se si scrive alla loro federazione (fli.it) si può chiedere quali sono le logopediste nella tua zona più formate/aggiornate sull’argomento.
la loro difficoltà in genere è di fare la doppia valutazione su lingue magari molto diffuse sul territorio (se penso alla mia città ad es. rumeno e i vari dialetti arabi), mentre penso sia molto più facile trovare una logopedista in grado di fare una doppia valutazione su italiano e inglese (i materiali ci sono :-))
Richard says
Buon giorno,
Io sono figlio d’italiano emigrato in Australia negli anni 50. Ho tre figli di 10, 9 e 5 anni. Non sono madre lingua d’Italiano pero’ col terzo figlio ho deciso di parlargli solo in italiano. La mamma gli parla in inglese.
In questi giorni ci traslochiamo in Italia per un paio di anni di emersione culturale e dobbiamo decidere se sia meglio mandare i figli a tempo pieno o modulo. Mentre il piccolo capisce abbastanza l’Italiano, nessuno dei tre parlano italiano.
Frequenteranno la 5, il 4 e il 1 elementare.
Penso che impareranno l’italiano più velocemente frequentando tempo pieno, e poi sia probabile che abbiano più` aiuto a scuola dei prof per fare i compiti. Ho la paura pero` che rientrino in a casa alle 16.30 coi compiti ancora da fare.
Penso che se fanno il modulo imparino più` lento l’Italiano, pero` avranno più` tempo nel pomeriggio per un aiuto extra o dopo scuola.
Apprezzerei i Suoi pensieri/consigli.
Grazie
Bilingue Per Gioco says
Richard,
non prenderei questa decisione a tavolino senza capire quale scuola. La lingua è importante, ma la scuola è molto più che la lingua. Poi tieni presente che vivendo in italia non c’è solo la scuola per imparare la la lingua, ma anche il parco, lo sport, e qualsiasi altra attività.
Io ti consiglio di non preoccuparti della lingua e scegliere in base ai criteri che useresti in Australia. E soprattutto di scegliere non a priori ma solo dopo avere un’idea precisa della scuola, che reputazione ha, etc.
Se ti è impossibile valutare la scuola a priori, allora la scelta meno rischiosa è il modulo. Quello che vuoi evitare a tutti i costi è di scegliere il tempo pieno e trovarti in una scuola che funziona male o con insegnanti che lavorano male. Sarebbe dura in ogni caso, ma col tempo pieno sarebbe durissima.
Ciao,
Letizia
raffaella says
Ciao Richard,
ti rispondo come mamma di bimbi che stanno finendo la quarta elementare, e che durante questi anni hanno regolarmente avuto in classe compagni che arrivavano da altri paesi senza sapere l’italiano (anche quest’anno).
Come ti diceva Letizia, la scuola e le maestre possono fare la differenza, quindi non iscriveteli subito alla prima scuola, ma fate un po’ di “indagini” al parco giochi con gli altri genitori per capire come sono le diverse scuole, parlate in particolare con genitori non italiani per capire qual è l’atteggiamento nei confronti di bimbi non italiani, purtroppo negli ultimi anni le scuole hanno pochi soldi, ma ci sono ad es. scuole che riescono ad offrire piccoli corsi interni di italiano come seconda lingua, altre che non ci riescono.
Due consigli generali: se riuscite trasferitevi in estate e iscrivete i vostri figli alle attività estive del comune o delle parrocchie (vedrai che in Italia la chiesa deve attivarsi molto in campo sociale perché spesso manca lo stato), i vostri bimbi potranno intanto imparare l’italiano del gioco e quotidiano e arriveranno a scuola avendo delle basi sull’italiano colloquiale (che è diverso dall’italiano della scuola, lo noti dai libri dei tuoi figli grandi che usano numerose parole diverse da quelle che usano per giocare).
Soprattutto per i vostri bimbi grandi i loro nuovi compagni avranno fatto un percorso di 3 e 4 anni sulla grammatica e ortografia italiana che la loro nuova scuola, viste le poche risorse, potrà fargli recuperare solo in parte, però loro devono fare poi il “salto” che sono le scuole medie, se ne avete i mezzi economici ad agosto trovatevi una studentessa che insegna italiano lingua due (non una laureata in lettere, non lo sa insegnare e fa danni) e che con loro un’ora al giorno esercita le cose più importanti, figli e maestre saranno grati 🙂
Per finire: se la direttrice/direttore della scuola vi dice che vuole “retrocedere” i vostri figli di un anno cambia scuola, i vostri figli devono imparare l’italiano, non rifare scienze e matematica.
Rispetto a tempo pieno/modulo le mamme italiane hanno filosofie diverse ;-), e in base a quelle iscrivono i propri figli, anche rispetto alle scuole della loro città. I nostri figli seguono un’ottima scuola a “tempo pieno” (quello vero l’ha distrutto una ministra dell’istruzione qualche anno fa per far risparmiare soldi sulla scuola pubblica), in Italia non vuol dire scuola la mattina e compitri il pomeriggio, ma scuola in modo diverso tutto il giorno, per i miei figli ha voluto dire studiare le piante in classe e nell’orto, fare in scienze in laboratorio e al museo, musica con maestri specializzati e all’opera, tutte cose che se hai meno ore di lezione le maestre ti offrono meno e deve offrirti la famiglia il pomeriggio. Se la scuola è buona (ritorniamo lì :-)) un’immersione linguistica in cui lo stesso argomento viene affrontato con modalità diverse (col libro, il lavoro di gruppo, l’esperienza pratica) serve a tutti i bambini, in particolare a chi vede tante parole nuove per la prima volta e ha così più occasioni di memorizzarle.
un abbraccio ecomplimenti per le ragioni dietro alla vostra scelta, un’ultim oconsiglio, se tua moglie non sa l’italiano trovate un corso subito anche per lei, possibilmente in zona, così conosce altre mamme, a volte le scuole stesse organizzano i corsi per le mamme, informatevi