Rispondiamo ad una mamma non madrelingua, Silvia, che chiede qualche suggerimento sia sull’approccio da seguire che sul materiale da usare.
Ti ringrazio per tutti i suggerimenti che mi dai!
Cerco di parlare a mio figlio in inglese il più possibile (lui ha 13 mesi), con delle difficoltà ovviamente, in quanto:
1) io lavoro tutto il giorno, e lui sta dalla nonna, che gli parla non solo in italiano, ma in dialetto marchigiano (wowwww);2) a volte anch’io cedo all’italiano, in quanto devo ammettere che, essendo la mia lingua madre, mi risulta più naturale e spontanea. E poi ci sono delle espressioni che secondo me ti appartengono solo se sei madrelingua.
Il mio inglese è buono…un pò di anni fa era forse ottimo ( ho vissuto e studiato per un pò in Gran Bretagna), ma ora al lavoro non lo utilizzo per niente e si sta arrugginendo… Le mie perplessità quindi riguardano il vero arricchimento che posso trasmettere in questo modo a mio figlio. E’ meglio continuare così, su un doppio binario fortemente sbilanciato verso l’italiano, o imbocare la strada di un’unica lingua, con il vantaggio di trasmettergli informazioni più chiare e lampanti?
La risposta me la sono già data da sola…io amo l’inglese, e vorrei trasmettergli tale mia passione…almeno la familiarità con i suoni di questa lingua, sperando che ciò possa facilitare la sua predisposizione per l’apprendimento delle lingue straniere in genere quando sarà grande…a volte però devo ammettre che mi sento sola in questa battaglia (solo mio marito mi appoggia e mi dà coraggio…oltre a te ovviamente).
Inoltre mi piacerebbe anche avere dei suggerimenti sul tipo di attività che potrei fare con mio figlio…ho acquistato dei libri in inglese (adatti alla sua età), ma non sembra molto interessato. Poi gli faccio vedere dei Dvd tipo flashcards, ispirati al metodo Doman (ne hai sentito parlare?), ma mi piacerebbe trovare qualcosa di più interattivo.
Grazie quindi per farmi sentire meno sola!
Silvia, mamma di Nicola
Ciao Silvia,
ti ringrazio per avermi contattata.
Quanto a quello che mi chiedi, e’ difficile darti una risposta. Io direi che la lingua non deve diventare un ostacolo tra te e tuo figlio, per nessun motivo. Quindi se senti che il tuo Inglese non e’ abbastanza buono da permetterti di esprimere tutto cio’ che vorresti, non forzare le cose.
Tuo figlio ha prima di tutto bisogno di una mamma con la quale senta di poter comunicare senza filtri, in modo molto immediato, il bilinguismo e’ un dono, ma secondario. Un’alternativa potrebbe essere quella di fare solo determinate attivita’ in Inglese, un approccio tipo Time and Place invece di OPOL. Quindi per esempio potreste fare che libri, canzoni, e che ne so qualche altra attivita’ si fanno sempre in Inglese. Davvero solo tu puoi prendere questa decisione, valutando anche le tue sensazioni. Io credo molto nel seguire il proprio istinto…
Quanto ai consigli che mi chiedi, conosco abbastanza bene la tua situazione, anche il mio nipotino e’ cosi’. La sua mamma e’ un topo di biblioteca (nel senso buono) e il suo papa’ i libri li scrive addirittura, ma lui e’ un bambino energetico e non ha pazienza di stare seduto a leggere, o meglio non aveva, verso i 16 mesi ha cominciato ad appassionarsi ad un paio di libri… Immagino tu abbia gia’ provato a proporgli i libri per bimbi piccoli, tutti colorati e con materiali diversi da toccare, se ancora non hai provato quelli della Baby Touch sono davvero molto belli.
Ma un consiglio ce l’ho, il libro certo e’ un oggetto importante ma se il bambino piccolo non ne vuole sapere non c’e’ bisogno di crucciarsi, ci sono altri modi per proporgli la narrazione e le storie, anche la tradizione orale ha un suo perche’! Nello specifico ti propongo un libro che secondo me e’ ideale, We are hoing on a bear hunt. E’ basato su una tradizione orale americana (cosi’ mi ha detto una ragazza americana), una storia che viene raccontata col corpo, col suono, con la voce, in maniera molto cadenzata, ritmica e ripetitiva, una combinazione che piace molto ai bambini. Quindi si puo’ iniziare recitando questa storia a voce, come gioco, e poi fargli vedere che c’e’ un libro con immagini che ripropongono questa storia. Nel prossimo post qui sotto oltre alla descrizione del libro troverai anche un video per vedere come si recita.
Con un po’ di fantasia non e’ difficile creare situazioni simili con altri libri, a me per esempio vengono in mente questi, Say hello to the baby animals e Say hello to the snowy animals, che si prestano benissimo, dal momento che parlano di un baby animal (leoncino o husky) che va in giro a salutare gli altri animali del suo habitat, anche questi sono e’ molto ritmici e cadenzati. Io lo racconto spesso ad A. anche senza libro, e a lui piace fare il verso degli animali, anche se devo dire che a lui piacciono anche il libri in se’, io poi li trovo bellissimi, soprattutto quello dell’Husky, che e’ davvero magico con queste scene tutte bianche e incantate.
Quanto ai DVD. Il metodo Doman e’ un discorso a parte, davvero troppo complesso per dilungarsi qui. Brevemente ti diro’ solo che non sara’ da demonizzare, come certi fanno, ma secondo me non bisogna nemmeno farne una bibbia. Se al bambino i DVD con la flashcards non piacciono, offrigli qualcosa di piu’ interessante, un DVD normale… per esempio quelli di Kipper o Peppa Pig. Ma se i DVD li scegli a scopo educativo, puoi anche lasciar stare, non c’e’ nessuna fretta di mettere i bambini davanti ad uno schermo. Per il tuo piccolo il tuo viso quando gli racconti qualcosa, anche cosa preparerai per cena, e’ quanto di piu’ interessante esista al mondo.
VmnP says
Anche mia figlia e’ molto poco paziente con i libri. Io ho cominciato a sfogliarli con lei raccontando la storia a modo mio trovando il modo di essere veloce e di soddisfare la sua voglia di sfogliare tutto il libro in fretta. Piano piano si e’ affezionata ad alcune storie e allora volta per volta ho articolato le storie sempre di piu’ arrivando adesso quasi a leggerle i lbri completamente.
Silvia says
Ti sono grata per tutti i consigli che mi dai! Ho già ordinato un pò di materiale. Conoscevo “We are going on a bear hunt” in italiano. Sono stata recentemente ad un laboratoro di lettura per bambini, organizzato dall’associazione Nati per leggere, ed uno dei libri cardine è stato proprio “A caccia dell’orso”. Il corso è stato tenuto da Alfonso Cuccurullo, ed è stato davvero interessante. Proverò con la versione in inglese.
A presto,
Silvia
Silvia says
Ciao Silvia. Anche io sono Silvia, anche io parlo non-native English con i miei due figli di 5 e 2 anni e, last but not least, come te nutro una forte passione per tutto quello che riguarda la lingua e la cultura inglese. So bene come ti senti, perchè la fase in cui i bambini sono troppo piccoli e non parlano ancora è secondo me la più difficile. Sicuramente ti sarai informata tanto sul bilinguismo e saprai tutta la “teoria” che c’è da sapere. Ma rimane sempre il dubbio: stiamo facendo la cosa giusta? Non che questo dubbio più tardi scompaia… ti assicuro che mi pongo questa domanda tutti i giorni, ancora oggi, e sono sicura che continuerò a farlo per molto tempo. Però quando i bimbi sono un po’ più grandi e ti accorgi che, oltre a comprendere, sono in grado di produrre frasi intere con una pronuncia invidiabile… beh, a quel punto sono sicura che ti sentirai un po’ più tranquilla. Anche io lavoro tutto il giorno e, quindi, i miei figli ricevono la maggior parte degli input linguistici in italiano (infatti l’italiano è la loro lingua più forte, quella in cui hanno deciso di esprimersi anche quando si rivolgono a me). Ma io nutro la speranza che, prima o poi, il loro inglese esploderà.
Silvia, spero che le mie “speranzose” parole ti siano di aiuto. Sono sempre più convinta che in questo cammino sia molto importante sentire il supporto di quelli che stanno vivendo un’esperienza simile alla nostra e, soprattutto, di persone come Letizia!
Un appunto veloce sui libri: credo che tuo figlio sia ancora troppo piccolo per avere interesse a farsi leggere un libro. Quando sono così piccolini vogliono solo sfogliare le pagine, vedere o toccare le figure. Anche io mi chiedevo perchè non volesse ascoltare la storia, pensavo “ecco, a questo bambino non piaceranno mai i libri e la lettura!” ma non è così. Quando è diventato un po’ più grande, intorno ai 2 anni e mezzo – 3 anni, ha cominciato a chiedermi di leggere e, soprattutto, ascoltava. Ma i libri non glieli ho fatti mai mancare, neanche quando ne sfogliava uno intero ogni dieci secondi e poi passava al successivo!
Silvia
Bilingue Per Gioco says
Silvia,
questa cosa dei libri e’ molto individuale, A. si e’ sempre fatto leggere i libri e li ha sempre amati, ma lui per carattere e’ molto riflessivo e osservatore. Altri bambini invece come abbiamo visto da piccoli non hanno pazienza. L’importante come dici tu e’ mettere loro a disposizione tanti libri, farglieli trovare sempre a portata di mano e proporglieli.
L.
Simona says
Ciao, anche io sono una non native speaker, laureata in interpreti e traduttori, e questo mi certo aiutato.
Ho cominciato a parlare in inglese a mia figlia ,per gioco, senza forzature e poi piano piano abbiamo cominciato a fare delle attività solo in inglese. Non ho mai cercato di forzare le cose proprio per la paura del suo rifiuto.
Parlando con le sue insegnati del nido Margherita, mia figlia, ha spesso detto ” la mia mamma mi insegna english” e così per scherzo, oggi insegno inglese ai bambini del nido..dai 16 mesi in su.
L’anno passato ho tenuto due corsi un corso per bambini dai 16 mesi ai 2 anni e mezzo e l’altro dai 3 anni fino ai 5.
I bambini più piccoli, ho notato hanno bisogno di cambiare spesso attività..cantiamo moltissimo e poi facciamo delle attività come fare la spesa, io apro il negozio e loro a turno vengono a comprare ..ovviamente in inglese. Hello, apple,one, two, yellow,red.
Ho avuto tante difficoltà perchè non sembrano esserci molti consigli su questo argomento, specialmente per una fascia di età così piccola e trovo molto difficil usare libri.
Mia figlia mi ha aiutato molto e l’inglese per noi è comunque un gioco, sempre. A volte lei dice: mamma non parlare english…e io prontamente ritorno all’italiano. credo sia estremamente importante, proprio per non creare blocchi. E poi per quanto bene si possa sapere una lingua se non si è completamente bilingue credo che si incontrino sempre difficoltà, in quanto spontaneamente certe espressioni arrivano in Italiano. Ecco perchè secondo me è importante non forzare le cose..
Ho anche utilizzato e continuo in parte ad utilizzare il metodo Hocus e Lotus , anche se con i bimbi piccoli il fomat narrativo è complicato da riproporre; ho trovato anche molto importante disegnare e colorare proprio quegli stessi oggetti di cui si parlava durante la lezione. Poter vedere, la memoria visiva, e colorare e costruire per esempio “the ball” “the apple” l’ho trovato molto utile.
Nella nostra macchina non mancano mai i cd con canzoni in inglese e piano piano ecco che cominciamo a cantare.
Non mi sono data obiettivi, nè ho avuto troppe aspettative ma vedo che i risultati arrivano da soli. Questa è la stessa cosa che ho detto alle mamme..Non aspettatevi che i vostri figli tornino a casa e parlino in inglese ma una costante esposizione alla L2 credo li aiuterà moltissimo in futuro.
Ho chiesto a loro di aiutarmi appunto con cd e musiche da mettere in macchina o piccoli dvd..Vi garantisco che i risultati sono andati oltre quello che avevo potuto solamente immaginare.
Simona
Silvia says
Grazie a tutte per il supporto ed i consigli!
Antonella says
Ciao,
ho appena scoperto il tuo blog tramite mammafelice e ne sono felicissima…io ho una bambina di 3 anni e mezzo e appena ho letto dell’argomento sono venuta subito a sbirciare e poi mia figlia si chiama proprio Letizia quindi il tuo nome mi è subito saltato all’occhio.
Noi siamo italiani e in verita’ non stiamo crescedo lety bilingue ma è venuto fuori che un po’ invece lo facciamo..mia figlia è molto molto curiosa…mio marito le compra libri da quando è piccolissima e lei li ama moltissimo…e il loro passatempo la sera mentre io preparo la cena..cosi’ facendo ha imparato a leggere tutte le lettere e già scrive molte parole..ovviamente senza forzature ma grazie alla sua curiosità e al fatto che facciamo le cose con lei giocando…ora inizia a parlare un po’ inglese..
un po’ perchè io le canto qualche canzone in inglese che mi piace che lei ha subito imparato tipo YOU ARE MY SUNSHINE…lei la adora e mi fa impazzire come la canta..
un po’ per i cartoni animati..lei non guarda molta tv..primo non voglio che stia troppo davanti alla tv e secondo perchè per fortuna preferisce giocare in altri modi…comunque sia con i cartoni che ci sono su sky ha imparato molte parole e poi viene da noi e ci dice cosa ha imparato e vuole sapere di +…tipo i colori..adesso li sa tutti in inglese..oggi tornando da scuola mi ha detto che ha mangiato la pasta yellow…i bambini sono spugne. pensa che c’è un cartone su sky bilingue italiano/cinese e ogni tanto mi dice delle cose in cinese..che dolce
cmq sono felicissima di aver scoperto il tuo blog cosi potro’ prendere spunti per insegnare meglio l’inglese a mia figlia visto che è tanto curiosa bisogna approfittarne…intanto prendo nota dei libri che hai suggerito ..grazie mille
Antonella
http://attimidiletizia.blogspot.com/
Laura says
Salve a tutte, mi chiamo Laura e anche io sto entrando (a piccoli passi) nella (mica tanto piccola)avanguardia delle mamme non native speaker. Ho un bimbo di 8 mesi, L., per il quale avevo spesso teorizzato tra me e me quanto sarebbe stato bello trasmettere un bilinguismo (per quanto imperfetto..). Il mio inglese era ottimo (o quasi). Ora, come scrive Silvia mamma di Nicola, un po’ arrugginito forse. La pratica però è difficile. Parto in inglese e, senza accorgermene, concludo in italiano (la lingua più naturale). Mio marito parla un inglese decente ma non in grado di tenere dritta la barra del bilinguismo. Lui si dedica all’italiano. Io non conosco metodi (Doman o altro..) e non sarei cmq paziente a seguire procedure codificate. cerco di parlargli e cantargli (lo faccio molto), ascoltiamo nursery rhymes e ora vedrò di procurarmi più lingui in lingua (I’m going on a bear hunt è un ottimo acquisto ma L è ancora piccolo e atratto da libri e carta solo per farne scempio..). I risultati so che non li vedrò ancora per molto tempo. Ma sono lieta di non essere sola e di poter condividere pensieri, preoccupazioni e esperienze con voi.Grazie. Laura
Bilingue Per Gioco says
Ciao Laura,
Benvenuta! Mi permetto di darti un consiglio, se non ti spiace, evita di mescolare le due lingue senza metodo. Non forzarti a parlare sempre Inglese, davvero non ce n’e’ bisogno, ma ritagliati dei momenti per l’Inglese, che siano quanto piu’ prevedibili possibili, e in quei momenti parla solo Inglese.
In bocca al lupo,
L.
Laura says
Grazie mille. E’ proprio quel che ho deciso di fare dopo lunga riflessione. Una sorta di incrocio tra OPOL e “Time and Place”. Io lavoro pomeriggio e sera, ma la mattina sono a casa. Quindi, la mattina si gioca, si fa la spesa, si va al bar, si legge e si canta in inglese. Non mi vergogno di parlarlo con lui al supermarket o dal fornaio (ci guarderanno un po’ curiosi..) Il nido da settembre prossimo sarà monolingue inglese. Investimento economico notevole, ma ne vale la pena. Continuerà anche la materna monolingue. Le elementari saranno invece scuole pubbliche italiane ma ci porremo allora il problema (parlerà con me, apriremo la casa ai tanti amici stranieri e faremo tante vacanze all’estero. Anche le scuole tipo “british school” fanno buoni corsi-gioco in inglese per i bambini alle elementari…vedremo..adesso non ha nemmeno un anno). La sera, con il papà, quando rientro stanca o quando siamo fuori con i nostri amici e i loro figli si parla, come giusto, italiano. Mi pare un piano realistico. Inutile fingere di non essere italiani o di non essere in italia… 🙂
Francesca says
Questo era il post che cercavo per capire come interagire con G. Grazie di cuore!
giada says
ciao a tutte ma c’è qualcuno che vive a Palermo…in modo di giocare in inglese tutti insieme????
giada