Nel contesto di Il parere dell’esperto la professoressa Antonella Sorace risponde alle nostre domande sull’insegnamento di una lingua straniera ai bambini da parte dei genitori.
Antonella Sorace e’ professoressa di Developmental Linguistics presso l’Universita’ di Edimburgo, nonche’ punto di riferimento per il Bilinguismo di alcune tra le piu’ importanti testate giornalistiche italiane (da Repubblica al Corriere della Sera). Insieme al suo team ha creato il sito Bilingualism Matters, il cui obiettivo e’ proprio creare un ponte tra chi fa ricerca sul bilinguismo e la societa’.
Oggi sempre piu’ genitori decidono di crescere i propri figli bilingui pur essendo entrambi italiani. Quasi sempre la scelta cade sull’Inglese lingua considerata ormai indispensabile. Sia le competenze linguistiche dei genitori che i metodi adottati variano enormemente. Si va da chi ha una conoscenza scolastica della lingua a chi ha vissuto anche 10 anni all’estero, da chi opta per i cartoni animati e qualche libretto in lingua a chi rinuncia completamente alla propria lingua madre per parlare solo Inglese con i figli.
Scegliere di crescere un figlio bilingue in una lingua che non e’ la lingua madre e’ una decisione da prendere con cautela? Lo sconsiglieresti in alcuni o addirittura in tutti i casi?
Sono effettivamente in aumento le famiglie in cui uno o entrambi i genitori scelgono di parlare una lingua diversa dalla lingua madre con i propri figli. Non trovo nulla di strano in questa scelta, che garantisce l’esposizione ad una seconda lingua e quindi favorisce lo sviluppo bilingue. Tuttavia credo che perche’ la strategia funzioni sia necessario che il genitore parli la lingua con naturalezza (il che non vuol dire parlarla ‘perfettamente’!) e si senta a proprio agio nel parlarla. I bambini apprendono spontaneamente le lingue che vengono usate intorno a loro in modo naturale, e non in situazioni artificiose che somigliano ad una lezione di lingua. Sarebbe anche meglio se il genitore non fosse l’unico parlante ad usare quella lingua. Questo principio vale per qualsiasi lingua di minoranza, usata sia come lingua nativa che non-nativa: ai bambini serve acquisire la consapevolezza che ci siano molte persone che usano quella lingua, con accenti e modi di parlare diversi, esattamente come per la lingua parlata nella comunita’. In altri termini, serve essere esposti quanto piu’ possibile alla variazione naturale che si osserva in qualsiasi lingua.
Consideriamo i genitori che rinunciano alla propria lingua madre, l’italiano, e parlano solo Inglese con i figli. I genitori che prendono questa scelta spesso hanno un dubbio: l’accento. Se il bambino impara la lingua da un non madrelingua non potra’ mai acquisire un accento da madrelingua? O in alcune circostanze e’ comunque possibile?
I bambini sono grandi ‘regolarizzatori’. In genere non imparano i tipici errori prodotti dai parlanti non nativi, soprattutto se hanno occasioni frequenti di sentire la lingua da piu’ persone.
E’ stata fatta della ricerca su questa forma di bilinguismo? Che tipo di segnali provengono dalla ricerca?
Non mi risulta che sia stata fatta ricerca su questo fenomeno specifico, Tuttavia c’e’ molta ricerca sull’apprendimento linguistico nei bambini esposti a linguaggi limitati, come i pidgin, che si formano in situazioni di contatto tra gruppi che parlano lingue diverse. I bambini in questo caso sviluppano lingue complesse che includono molti degli aspetti mancanti nell’input ricevuto. Questo dimostra che i bambini hanno la capacita’ naturale di sviluppare il linguaggio sulla base di input anche molto diverso da quello delle situazioni di acquisizione tipiche.
Ti risulta che il fenomeno esista anche in altri paesi? Non mi riferisco ai genitori costretti da pressioni politico/sociali a rinunciare alla propria lingua madre per la lingua maggioritaria, ma a genitori che rinunciano volontariamente alla propria lingua madre per una lingua minoritaria.
Si’, il fenomeno e’ sempre piu’ diffuso.
Guardiamo invece i genitori che si fanno insegnanti di Inglese, magari inseriscono l’Inglese qua e la’ nelle conversazioni quotidiane, oppure si ritagliano uno spazio fisso quotidiano per la lingua, spesso momenti di gioco e lettura. Che tipo di risultati da’ questo tipo di approccio? Secondo te i bambini imparano in questo modo?
Certo, possono imparare aspetti di base che possono risultare utili se in futuro ci sara’ una maggiore esposizione alla lingua. Va ricordato comunque che ci vuole input costante e sostenuto perche’ si possano sviluppare le abilita’ sia di comprensione che di produzione.
Spesso questo metodo sembra dare buoni fruti inizialmente, quando i bambini sono piccoli, ma quando raggiungono l’eta’ scolare, si fanno piu’ indipendenti, e giocano di piu’ da soli o con gli amici sparisce il momento di gioco col genitore e con esso anche la “lezione” di Inglese. E’ tutto perduto? E’ stata fatica sprecata?
No, si veda la risposta precedente.
Come si possono ottenere risultati piu’ duraturi nel tempo?
Facendo in modo che il bambino senta l’inglese frequentemente in situazioni diverse che lo motivino ad usare questa lingua: per esempio da babysitter di madrelingua, video e giochi in inglese, e magari gruppi di genitori e bambini anglofoni che si incontrano periodicamente per parlare solo in inglese.
Antonella, grazie mille per averci dedicato il tuo tempo e per il messaggio positivo e incoraggiante.
Laura says
Salve a tutti,
sono una mamma italiana che vorrebbe insegnare al suo bambino lo spagnolo poichè lo insegno a scuola ed è la mia seconda lingua. Ho letto i pareri dell’esperta e i vari consigli che ha dato…
Mi è solo rimasto un dubbio poichè sono indecisa su che tipo di “metodo” usare. La mia domanda è:
utilizzare lo spagnolo solo in determinate attività come lettura di favole, ascolto di canzoni o visione di dvd in spagnolo o parlare entrambe le lingue senza distinguerle? Questo secondo metodo potrebe creare confusione nel bambino?
Grazie e complimenti per il sito e per i suggerimenti davvero molto interessanti
Bilingue Per Gioco says
Laura,
benvenuta! Per risponderti direi che e’ sempre raccomandabile avere un metodo e seguirlo con costanza, anzi diciamo proprio instaurare una routine. Esistono diversi modi di instaurare una routine, puo’ essere associata alle attivita’ che si fanno (lettura per esempio), agli orari (in certi momenti della giornata si parla…), alle circostanze (quando siamo a casa parliamo una lingua fuori un’altra), etc. Non e’ determinante quale routine scegli, ma come la segui. E’ invece sconsigliabile cambiare lingua come viene, secondo l’umore, privando il bambino di punti di riferimento.
L.
Flavia says
Buongiorno,
sono una futura mamma che vorrebbe capire se sono in grado di allevare mia figlia dandole il vantaggio di conoscere una seconda lingua. Io sono italiana, ma ho vissuto in germania e ho frequentato la scuola tedesca fino allla maturità qui a roma. l’idea sarebbe di paralare tedesco con mia figlia, mentre mio marito le parlerà in italiano. pensiamo che il metodo OPOL sia il più utila a non confondere la bambina, mi chiedo però se sarù in grado di “avere” tutti i termini giusti in tedesco per paralre con lei, non vorrei che questa mia decisione limitasse il nostro dialogo o mi impedisse di esprimermi al meglio con lei. Magari sarebbe utile per me partecipare a degli incontri per chiacchierare riprendere e imparare tutti quei termini che in tedesco non ho mai usato. ci sono delle iniziative del genere in corso? Potete darmi qualche consiglio in merito?
Grazie,
Flavia
Bilingue Per Gioco says
Flavia,
innanzitutto non e’ o tutto o niente, crescere tua figlia bilingue non vuol dire che devi per forza parlare sempre e solo in tedesco, soprattutto se pensi che cio’ possa esserti difficile o che la potresti sentire come una limitazione. Inannzitutto ti invito a riflettere su quello che vuoi veramente e a scegliere un approccio nel quale tu ti senta completamente a tuo agio. Imparare le lingue e’ bello e importante, ma avere una mamma serena e’ proritario.
Quanto agli incontri, gli unici attivi al momento sono I palygroup tedeschi, ma direi che se potrebbe riparlare quando la bambina sara’ nata e avra’ almeno qualche mese. Nel frattempo ci sono mille modi per rispolverare il tuo tedesco, libri, film, internet…
Spero di esserti stata d’aiuto,
L.
paola says
Boungiorno,
sono la mamma di un bimbo di 5 anni e volevo chiedere dei consigli per quanto riguarda la seconda lingua di mio figlio. Il mio bimbo è nato in Germania dove tuttora abitiamo e lavoriamo stagionalmente, il che significa che per una parte dell’anno, che varia da tre a quattro mesi, siamo in Italia. Il nostro bimbo frequenta gia dall’età di 2 anni un asilo tedesco (molto attenti e preparati al bilinguismo). Da qualche mese ci è stato consigliato, dall’asilo e dall’otorino, di sottoporre il bimbo a delle sedute di logopedia. Al bimbo sono stati fatti dei test dalla logopedista (naturalmente in lingua tedesca) dai quali risulta che il piccolo possiede delle conoscenze linguistiche a livello di un bimbo di 3-3 1/2 anni! Dalla logopedista ci e stato detto che solitamente in un bambino normalmente intelligente (chissa’…. ) non dovrebbero presentarsi problemi di assimilazione del linguaggio se a casa si parla una lingua diversa che all’asilo e anche se si presentano dei periodi piu o meno lunghi di inutilizzo! Io mi chiedo: ma ha veramente qualcosa che non va mio figlio?
Oppure ha semplicemente bisogno di piu tempo e pratica?
Noi abbiamo gia deciso che lui frequentera’ la scuola in Italia, come possiamo portare avanti l’apprendimento del tedesco anche lì? Sarebbero sufficienti solo dei programmi televisivi e/o eventualmente un insegnante di madrelingua (1 volta alla settimana per 1-2 ore)? Grazie Paola
Bilingue Per Gioco says
Paola,
impossibile per me sapere se il tuo bambino abbia problemi o meno. Certo quasi mai i bambini bilingui hanno la stessa padronanza di entrambe le lingue, e il fatto che tuo figlio sia indietro col tedesco potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che ha meno esposizione al tedesco, ma se il caso sia questo o meno non lo so. Quello che ti consiglierei è di far vedere il bambino ad un logopedista che lo testi in Italiano, se in Italiano non ci sono problemi forse il tedesco è indietro solo perchè è la seconda lingua. Comunque ripeto io non posso consigliarti in merito, posso solo consigliarti di sentire altri esperti prima di decidere.
Per mantenere il tedesco una volta rientrati in Italia, sicuramente la televisione è molto utile. Questo non vuol dire far vedere ore di TV al bambino tutti i giorni, anzi, ricorda sempre che la TV di per sè è più negativa che positiva, ma se si potesse guardare cartoni e film in tedesco invece che in Italiano sarebbe molto meglio. Meglio i DVD della televisione di per sè. L’insegnante madrelingua, dipende, se non si trova la persona e l’approccio giusti rischia di fare peggio, di far pensare alla lingua come qualcosa che si studia. Comunque ci sono anche molti altri modi per fare entrare la vita nel quotidiano, in In che lingua giochiamo? ne trovi diversi.
Ciao,
L.
Alice says
Sono una mamma italiana che ha avuto la fortuna di abitare negli Stati Uniti in passato ed apprendere una seconda lingua in modo fluente. Da quando è nato mio figlio, che ora ha 19 mesi, gli parlo in inglese in alcuni momenti della giornata in cui siamo da soli. Il bambino non parla ancora e le uniche 3 parole che dice sono in italiano, ma percepisco che comprende alcune mie affermazioni in inglese. Non ho l’aspettativa che parli due lingue ma solo che gli sia familiare al suono dell’inglese per poi scegliere autonomamente in futuro se interagire più o meno in un’altra lingua.
Ho notato tuttavia che il bambino preferisce che io legga i libri italiani anzichè quelli inglesi. Forse sto sbagliando metodo, non vorrei forzarlo.
Bilingue Per Gioco says
Alice,
lui capisce meglio l’Italiano, per questo lo preferisce. I bambini sono molto economi…
Secondo me un’idea è associare l’Inglese a qualcosa di veramente molto bello, che però è proprio associato a quella lingua. Esempio, vogliamo mettere le nursery rhymes contro lo zecchino d’oro? mi spiace per i fan di katalì ma non c’è paragone, quindi potresti cantargli tanto e spesso in Inglese, o solo in Inglese, vedrai come si diverte! o associare i libri a delle canzoncine (bisogna cercare con cura i materiali…, per le nursery rhymes trovi delle idee qui)
Non credo il problema sia che lo forzi, ma certo se il bambino non si diverte bisogna trovare il modo che si diverti, e poi così ti diverti anche tu.
Avresti dovuto vedermi stamattina a fare Humpty Dumpty col mio A., ci siamo divertiti un mondo tutti e due!
L.
Alice says
Devo dire che il suggerimento ha funzionato, insieme alla lettura del tuo ebook e alla ricerca delle risorse adeguate. Non mi trovavo molto a mio agio con le filastrocche perchè non ho avuto occasione di ascoltarle e di impararle da madrelingua, però su internet ho trovato i video che le cantano, li abbiamo guardati insieme e poi di nuovo sul libro; cantando si ottiene decisamente un altro effetto.
Grazie
Alice
tiziana says
Buon giorno,
vorrei un parere da un esperto di bilinguismo. Sono una mamma italiana di due bimbi di 4 e 6 anni. Io e mio marito abbiamo deciso di assumere una ragazza americana in qualità di aupair. I bambini conoscono solo qualche parola in inglese ( il maggiore ha cominciato a studiarlo alle elementari) Come reagiranno? E’ troppo tardi per inserire una seconda lingua? Alcuni mi hanno detto che sarà solo fonte di stress per loro; altri, invece, mi hanno incoraggiata nella decisione.
Cosa ne pensate?
Bilingue Per Gioco says
Go for it!
Non è mai troppo tardi e le lingue stressano solo chi è convinto che siano una cosa difficile… per tutti gli altri, bambini in primis, sono un gioco meraviglioso.
L.
Valeria Sorrentino says
Buon giorno,
avrei bisogno di un parere da un esperto di bilinguismo. Sono una mamma italiana di un bimbo di un anno, da tre mesi abbiamo con noi una tata spagnola tutte le mattine che per il momento parla col bimbo in Italiano. Ci piacerebbe dal prossimo mese, visto che starà col bimbo tutto il giorno che iniziasse a parlare con lui solo in spagnolo. Crede che possa ingenerare confusione questo cambiamento di lingua della tata? E la confusione potrebbe aumentare se a 3 anni decidessimo di iscriverlo ad una materna internazionale in cui si parla solo l’inglese? Forse fino a quella data sarebbe meglio che il bimbo sentisse solo l’italiano?
Grazie
Valeria
Laura says
Buonasera. Sono la mamma italiana di un bimbo di 22 mesi, ho studiato inglese a scuola, lo capisco abbastanza bene, ma lo parlo con tanta fatica. Volevo iniziare a “esporre” il mio bambino all’inglese, leggendogli libretti, facendogli ascoltare filastrocche e canzoncine, guardando con lui dvd (ho preso quelli della oxbridge baby).
Mi accorgo, però, che io sono molto “passiva”: quando leggo a mio figlio libri in italiano, o guardiamo cartoni animati in italiano, o ascoltiamo canzoncine in italiano, io commento, spiego, racconto, gli dico cose come: “la capretta! come quella che c’era da nonna!” cose così. invece in inglese sono molto molto trattenuta, per il mio timore di sbagliare nel parlare in inglese, perchè non mi vengono le parole ecc.
ha senso continuare così o è meglio che smetta questo esperimento?
grazie
Laura
Giovanna Varsallona says
Buonasera. Vorrei un consiglio rispetto alla seguente situazione.
Mio figlio, di madrelingua Italiana, vive a Londra e, quindi, parla in inglese. La moglie è di madrelingua serba, ma ha vissuto sin da piccola in Austria, parlando quindi in tedesco con i suoi pari. Fra qualche mese avranno una bambina, che nascerá e vivrá a Londra. Ah, dimenticavo, per cinque mesi l’anno, per motivi di lavoro, mio figlio e la famiglia vivranno a Ibiza. Quali lingue utilizzare con la bambina? Io desidero tanto che impari anche l’italiano, poichè è l’unica lingua che conosco. Grazie per la risposta.