Come anticipato ecco un post sullo scenario delle scuole internazionali e bilingui, di lingua Inglese, a Milano.
Cara Letizia,
leggo il tuo sito e mi permetto di disturbarti perché vorrei chiederti un consiglio. Io e mio marito siamo italiani ma io ho vissuto per qualche anno negli Stati Uniti e parlo inglese abbastanza bene. Quando ero piccola ho fatto una fatica pazzesca a imparare l’inglese, così quando è nato mio figlio nel 2002 ho voluto evitargli la mia via crucis e ho deciso di crescerlo bilingue. Non è stato facile soprattutto perché ho dovuto lottare con la diffidenza di chi avevo intorno a partire da mia suocera e mia madre. Per la verità anche mio marito non era convintissimo ma si è ricreduto quando ha visto i risultati.
Simone ha imparato l’inglese insieme all’italiano grazie alle tate che sono sempre state di madrelingua sin dalla nascita. Certo l’impegno non è stato da poco. Ho sempre avuto cura che fosse esposto all’inglese per svariate ore al giorno e anche i cartoni alla televisione sono sempre stati nella lingua minoritaria. A molti sembravo una maniaca, oggi però Simone ha otto anni e frequenta con ottimo profitto la scuola inglese di Milano. Quando lo sento esprimersi in inglese rimango ancora strabiliata come se fosse un miracolo. Ma è proprio qui che nasce il mio dubbio e la mia domanda.
Nel 2008 io e mio marito abbiamo avuto due gemelli che abbiamo allevato con lo stesso metodo e con gli stessi risultati. Oggi hanno due anni e parlano entrambe le lingue. Io vorrei fargli seguire lo stesso percorso scolastico di Simone ma la scuola inglese ha prezzi inarrivabili e poi vorremmo far frequentare al grande le medie italiane perché pensiamo che sia giusto fare un pezzo di strada nel sistema scolastico del Paese d’origine. Quindi l’idea era di mandarli tutti in una stessa scuola bilingue.
Premetto che io diffido delle scuoli bilingui, Simone andò all’asilo in una che va per la maggiore qui a Milano e fuggimmo a gambe levate. Si chiama Baps (British American Pre-School) che poi si evolve alle elementari in Bes (Bilingual European School), per i miei standard erano sciatti, mandavano anche le comunicazioni con errori e poi le maestre traducevano in italiano le parole per farsi capire, un delirio. I bambini ovviamente erano tutti italianissimi, i pochi stranieri li ho ritrovati poi alla Sir James Henderson. Alla fine ho capito che per me era meglio scegliere una scuola inglese perché non mi piacciono le cose tirate via e almeno qui ho un livello alto per l’inglese, certo poi bisognerà compensare sull’italiano. Ogni medaglia ha il suo rovescio.
Ci hanno però parlato molto bene del Collegio San Carlo che ha il bilinguismo già all’asilo e poi avrebbe le elementari bilingue. Oggi sono andata a vederlo con i bambini ma non sono riuscita ad incontrare la maestra di madrelingua inglese e comunque non mi sembrava che ci fosse molta attenzione al fatto che i piccoli sapessero già l’inglese. Loro assicurano però che lo imparano benissimo ma che altro potrebbero dire?
Quindi la mia domanda è: secondo te in una scuola come questa, italiana ma dove si fa tanto inglese, riuscirò a mantenere il bilinguismo? Basterà avere la tata inglese e parlarlo un po’ a casa? Oppure la lingua maggioritaria, come temo, spazzerà via quella minoritaria? Tu hai notizie di questa scuola?
Grazie, Monica
Monica,
intanto se non l’hai già fatto ti consiglio di leggere questi post, ma soprattutto i commenti, prenditi del tempo, i commenti sono proprio tanti, ma meritano, perchè sviscerano il problema e offrono le esperienze di diverse famiglie: Scuole elementari per bambini bilingui, Scuola internazionale o bilingue a Roma.
Provo comunque a rispondere ad alcune delle tue domande. Devo dire, l’ho già detto anche altrove, che secondo me non è affatto da sottovalutare il fatto che nelle scuole internazionali l’Italiano sia materia secondaria. Per un bambino figlio di stranieri che si trova a vivere in Italia per qualche anno è cosa ininfluente, per un italiano no. Quindi certo le scuole bilingui sono una via di mezzo e non approfondiscono la lingua straniera al massimo, ma tutto sommato mi sembra un compromesso accettabile.
Quanto invece alla tua domanda, riusciremo a portare avanti il nostro progetto di bilinguismo mandando i bambini ad una scuola bilingue (non internazionale quindi) e continuando ad avere tate o baby sitter madrelingua? (più, mi permetto di immaginare, varie vacanze all’estero e forse summer camps estivi locali più avanti?). Ma che domande… Certo che sì! Con tutti questi mezzi a disposizione siete in una botte di ferro! Anzi, aggiungo che sconsiglierei che pure voi genitori vi mettiate a parlare Inglese con i bambini a casa. E’ sempre meglio privilegiare la lingua madre nei rapporti familiari, e rinunciarvi senza reale necessità mi sembra davvero un passo eccessivo, tanto più che, mi ripeto, non è che l’Italiano sia un optional, l’Italiano è la loro lingua, e non va assolutamente trascurata! Anche se è il nostro è un paese allo sfascio governato da gente incapace e indegna (e li metto dentro tutti, sia chiaro), del quale ci vergogniamo ogni giorno di più, ciò non toglie che è il nostro paese, siamo noi, e le radici solide aiutano ad andare lontano.
Infine, della scuola San Carlo non so nulla, ma spero di saperne di più dopo questo post, conto nei commenti delle mamme Milanesi, che ne dite? Ci aiutate?
L.
Immagine da x-ray-delta-one
Sara says
Il mio più che un commento è una domanda. Io e mio marito stiamo valutando l’idea di mandare le nostre due bimbe alla stessa scuola inglese di cui si parla nel post. Costa parecchio e per mandarle entrambe è un impegno economico mica da ridere e qui ecco la mia domanda: ne vale lo sforzo e la pena?
Monica says
Sara se state pensando di iscriverlo alla Sir James secondo ne vale assolumente la pena, è un’ottima scuola, i bambini ci vanno volentieri e imparano molto. Certo l’italiano è sicuramente trascurato ma per ora non mi sembra abbia influito sull’apprendimento di Simone.
marangela says
Cara Letizia, ho scoperto il tuo sito da poco e ne sono entusiasta! Sono la mamma di una bimba che si diverte molto a “parlottare” in inglese, per questo motivo sono molto interessata agli incontri “learn with mummy” che si tengono a Milano e vorrei ricevere tutte le informazioni possibili. Inoltre sono un’insegnante e mi piacerebbe coinvolgere tutta la scuola in questa attività: sono convinta che molti genitori apprezzeranno questi incontri! Spero di ricevere una tua risposta al più presto. Grazie; Mariangela
Bilingue Per Gioco says
Mariangela, purtroppo su Milano sono in ritardo sui programmi, vari intoppi, ma ce la faremo…
L.
mariangela says
Ti ringrazio molto per la risposta, immagino che scriverai sul sito quando partiranno i corsi a milano e quindi sarà possibile iscriversi. Vorrei riuscire a coinvolgere la mia scuola in questa iniziativa; se cercate un posto dove svolgere gli incontri, la mia scuola potrebbe essere coinvolta. Aspetto tue notizie. Grazie, Mariangela
paola says
LA MIA PICCOLA ESPERIENZA A MILANO: DALLA TEDESCA ALLA TRADIZIONALE ALLA BILINGUE
Carissime,
se vi può interessare ecco la mia modesta esperienza milanese.
Non sono bilingue, e pur avendo studiato tantissimo inglese e avendo vissuto in USA e UK, non mi avvicino certo al bilinguismo. Capisco bene i film. Parlo con tutti molto tranquillamente, ma sempre come una straniera, con un forte accento italiano. Ormai mi sono rassegnata. Questo è il mio livello di inglese.
Facendo un lavoro in cui è importante conoscere le lingue ho dovuto studiare da adulta il francese con scarsi risultati (e grande sofferenza).
Alla luce di tutti i miei sforzi per i miei figli volevo un percorso diverso.
Tuttavia vengo da una famiglia che è alla 4 generazione di liceo classico, non per snobbismo, ma per scelta. Dante e Petrarca sono stati miei compagni di risate e pianti. Le tragedie greche mi hanno affascinato, così come la poesia latina.
Anche se dopo il liceo mio marito ha scelto una facoltà scientifica, così come gli uomini della mia famiglia, mia madre ha fatto lettere moderne ed anch’io ho fatto una scelta in una direzione simile.
Ecco il DILEMMA della mamma: voglio risparmiarti quello che ho dovuto passare io per imparare le lingue, ma NON posso compromettere la mia cultura italiana perchè è parte di me, della mia famiglia ed io sono anche un piccolo frutto di essa.
Al momento della scelta dell’asilo inizia quello che potrei definire il calvario degli open day: senza senso, tanto ognuno afferma di essere la scelta giusta.
Sono nella crisi e guardo alle mie amicizie. Chi parla più lingue è senza dubbio chi ha frequantato la scuola tedesca. Bene, la scelta è fatta. Ma al momento del colloquio con le insegnanti mi rendo conto di essere un’aliena. Se io parlo male inglese, loro parlano male l’italiano.
Tutte le altre mamme in coda con me per il colloquio parlano di San Nicolaus e di altre tradizioni tedesche…… capisco subito che questa non è una scelta di lingua ma di una cultura diversa.
Ritiro l’iscrizione.
A questo punto non mi rimangono che le Scuole inglesi, ma un terribile peso mi opprime. Non me ne vogliano coloro che hanno studiato in queste scuole perchè la mia esperienza è circoscritta solo AI MIEI AMICI E NON A TUTTI. Ma i miei amici milanesi che le hanno frequantate, parlano inglese perfettamente, ma solo questo. Hanno avuto problemi all’Università. Non hanno quella che per me è la cultura di base. Sono molto pratici e appunto parlando bene l’inglese saranno avvantaggiati…… ma di nuovo, per me, per ciò che sono io, è un grosso problema….
Alla fine iscrivo mia figlia ad un asilo tradizionale: ho conosciuto la maestra ed è perfetta: allegra, creativa, fantasiosa, colta. Mi dico: perfetto farà un asilo italiano e poi le farò studiare inglese a casa, giocando con una madrelingua.
Alla modica somma di 40 euro per un’ora e mezza, una maestra della scuola inglese viene da noi ad insegnare l’inglese per 2 lunghi anni. Mia figlia gioca e dice qualche parola. Dopo due anni sa rispondere solo alla domanda What’s your name? Sarà colpa mia, della maestra, di tutto. Ma sinceramente sono delusa. Nel frattempo cambio casa e mi ritrovo davanti una scuola italiana privata dove c’è un programma interculturale: inglese/italiano. Si tratta di una scuola che avevo sempre scartato per la fama di essere molto snob nel senso peggiore del termine (chiunque a Milano sa il nome della scuola più snob della nostra città). Faccio il colloquio, e alla fine mi dico: proviamoci. Le maestre sono due: una inglese e una italiana. La seconda mi sembra molto competente, ottima impressione. La prima non la conosco ancora, ma a pelle è simpatica. Mia figlia è felice, gioca, ha fatto amicizia con altre bimbe. Ieri, dopo 4 settimane, mi dice una frase in inglese. Sono felice.
Il dilemma si ripropone per le elementari. I miei 10.000,00 euro all’anno sono ben spesi? Sarà veramente un percorso in cui l’italiano sarà curato?
Ma non vedo l’alternativa. Non sono bilingue e non posso insegnare io l’inglese. Le lezioni private mi sembrano poco utili (a meno di caricare questi poveri bimbi con 4 o 5 ore alla settimana).
Per ora vediamo cosa succede…….
Forse quello che posso insegnare io è l’italiano, la storia, la filosofia, la cultura di quel popolo che un tempo era colto e coraggioso……
un abbraccio
sabrina says
Gentile Paola, potrebbe indicarmi il nome della scuola bilingue,dove va sua figlia e si trova bene? grazie. sabrina
Valentina2 says
Non so quale sia la scuola di Paola, ma ritengo che la St. Louis di via Caviglia sia quella con il miglior bilanciamento tra italiano e inglese. Non e’ ancora riconosciuta dal programma e non consente di conseguire il diploma IB, ma ci sta lavorando…
Michelle says
Io ho visitato due scuole bilingue vicino a Monza. Per le elementari lo mandiamo o a una scuola pubblica italiana oppure a una scuola “international” o “English.” Comunque a una scuola monolingue. Adesso ha 3 anni e va a la scuola materna italiana. A casa facciamo OPOL – io sono americana e gli parlo in inglese e mio marito è italiano e gli parla in italiano. Sicuramente è vantaggiato nel senso che sente l’inglese ogni giorno dalla mamma però tutte le altre mamme (americane, inglesi, australiane, etc.) mi dicono che ad un certo punto il bimbo potrebbe “rifiutare” la seconda lingua. Se va alla scuola elementare italiana tutti i suoi amichetti parleranno l’italiano, l’insegnante di inglese sarà quasi sicuramente italiana, etc. Tutti mi dicono che ad un certo punto i bimbi cominciano a dire “Mamma, quando vieni a prendermi a scuola, mi raccomando – non parlarmi in inglese!” Poi quando fanno l’inglese alla scuola italiana a volte i bambini madrelingua si vergognano del loro accento “perfetto” (sia un accento americano sia un accento inglese) e a volte l’insegnate non vede il bambino madrelingua come una risorsa o un aiuto ma come una minaccia perché spesso il bimbo parla meglio di lei. Queste sono le cose che vorrei evitare con mio figlio ma lui è ancora piccolo e dipenderà tanto da lui e il suo carattere e come vede l’inglese (come una cosa “cool” oppure come una cosa che gli fa sentire diverso dagli altri).
Comunque quello che non mi piaceva della scuola bilingue è che anche se gli insegnanti erano madrelingua parlavano moooooooooolto lentamente quando parlavano in inglese, Quando ho chiesto come mai parlavano così anche con i bambini di 10 o 12 anni, mi hanno detto che il 90 % dei bambini che frequentano la scuola bilingue sono italiano (mamma italiana, papà italiano) e che dovevano parlare così per farsi capire. Mio figlio è abituato a un inglese normale – “rapid-fire” come una mitragliatrice! Secondo me mandarlo a una scuola bilingue dove parlano così (in modo non naturale) non ha tanto senso. Non so se tutte le scuole bilingue sono così ma questo era il mio senso. Poi siamo andati alla International School of Monza e ci è piaciuta tanto anche perché è molto vicina al parco di Monza. Parlano bene della scuola Sir James Henderson ma penso che sia vicino a Piazza Udine e io vorrei essere un po’ più fuori Milano e un po’ più lontano dal smog. Ma questa è una mia preferenza personale. Per la American School di Opera non parlano tanto bene ma non so perché. Solo che tutti mi dicono così ma comunque è lontana da casa mia e quindi non la considero. Per le altre scuole a Milano non so nulla. So che c’è ne sono tante a Milano e a Monza. Spuntano come funghi ma non so se sono valide. Scusate l’italiano. Ho scritto di fretta!
Sara says
Anche per noi la zona Monza-Lambrate è decisamente la migliore.
La scuola Americana a Opera, dall’esperienza di una mia amica, può essere ottima o non tanto, dipende dall’insegnante che hai la fortuna o la sfortuna di avere. Insomma per una scuola così cara, forse non dovrebbero far dipendere il loro successo solo su questo. Ad ogni modo anche per me è dall’altra parte del mondo quindi è come se non esistesse.
Tra Monza e la Saint James, la seconda è più comoda per la distanza da casa, e questa è un fattore che mi interessa tantissimo.
Quello che si chiede mio marito, visto l’impegno economico che richiedono queste scuole è: ma se per far imparare l’inglese alle bambine le dobbiamo mandare alla scuola in lingua, allora tutto lo sforzo e la “sbatta” che abbiamo fatto fino adesso di parlare con loro in inglese a cosa è servito?
Io me lo chiedo a prescindere, soprattutto adesso che la grande va all’asilo (italiano) e parla praticamente solo l’italiano. Poche frasi e parole dette in inglese, capisce tutto, insomma quello che si presenta a casa nostra è questo: io che parlo inglese con le bimbe e loro (ma in realtà più la grande, 4 anni) mi risponde in italiano. Io tengo duro vado avanti nel mio progetto bilingue, ma quando le chiedo di dirlo in inglese e lei mi dice “non lo so” mi sento un pò demoralizzata (anche se io lo so che lei in realtà lo sa benissimo).
Ecco quindi che è nata l’idea della scuola, con tutto quello che ne comporta (anche se poi bisogna vedere se viene accettata).
Annita says
@ tutte le mamme milanesi: spulciando sul ricchissimo sito del British Council ho appreso la notizia che in Lombardia è partito quest’anno un progetto bilingue in una o più scuole pubbliche, non si capisce però se parte dalle materne o dalle elementari. Mi sembra di aver capito che c’è stato un accordo tra la Regione Lombardia e il British Council. Io mi informerei meglio, se vivessi in Lombardia, praticamente avete la possibilità di mandare i vostri figli a una scuola bilingue..a costo zero!! Good luck!
J says
Non è proprio così.
E’ un progetto sperimentale ed hanno potuto aderire solo le scuole (mi sembra 4 o 5) con le caratteristiche adatte: avere delle insegnanti madre lingua.
Servono fondi per affiancare una madre lingua all’insegnante di ruolo che non lo è e le scuole pubbliche non hanno fondi.!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Michelle says
Spesso l’insegnate di ruolo (non madrelingua – e a volte è un insegnante di italiano che ha fatto un corso di due settimane per potere anche insegnare l’inglese) non vuole l’aiuto di una madrelingua. Io ho insegnato nelle scuole pubbliche (sempre come doposcuola, come preparazione per gli esami Cambridge) e spesso l’insegnante di ruolo si è sentita minacciata dalla mia presenza. Mi parlavano SEMPRE in italiano – mai in inglese, se insegnano l’inglese perché non mi parlavano in inglese? – e dicevano cose tipo “Ma io sono stata a Londra e si dice così e io insegno ai ragazzi così.” Io sono in Italia da 10 anni ma non oserai mai correggere l’italiano di un madrelingua (solo l’italiano di mio marito – hee hee). E se qualcuno mi corregge l’italiano sono contenta. Queste insegnanti che ho incontrato io erano rigide, non conoscevano bene la lingua e erano molto sulla difensiva. Per questo abbiamo pensato a una scuola internazionale per il nostro figlio. Lui è già bilingue e non vorrei che la scuola pubblica gli “rovinasse” l’inglese. E non vorrei che lui sentisse cose tipo “Ma tanto tu parli l’americano/lo slang e forse non conosci il vero inglese” come ho sentito io in questi anni. Sono americana ma parlo ENGLISH e non un dialetto o lo slang e sto insegnando questa lingua che amo e che ho studiato, usato e perfezionato per tanti anni come giornalista a mio figlio.
J says
Confermo quello detto da Michelle, mi sono trovata nelle situazioni da lei descritte (e non solo io).
Bilingue Per Gioco says
Sicuramente anche se la scuola è bilingue bisogna assicurarsi che l’insegnante sia madrelingua o almeno abbia vissuto all’estero, che sia insomma preparatissima, non il tipo che descrivi tu, ci mancherebbe! Ma in una scuola bilingue privata credo in genere gli insegnanti siano madrelingua, o quasi, no? Poi devo dire che la scelta della scuola internazionale mi sembra più semplice da fare (costi a parte) per un bambino che effettivamente ha la doppia cittadinanza e identità, come il tuo, meno scontata per un bambino Italiano. Magari hanno avuto un’esposizione simile alla lingua e la parlano in modo simile, ma non è solo una questione di lingua è anche una questione di identità. Se un bambino ha la doppia nazionalità e non parla o scrive l’Italiano perfettamente passi, anzi, ci mancherebbe, per un Italiano invece può diventare un handicap.
L.
barbara says
anche io ho il tuo stesso problema, vivo a londra da 7 anni dove sono nati e cresciuti i miei figli perfettamente bilingui e temo che mandarli ad una scuola internazionale a milano li penalizzi. Opterò per il clubs, e i gruppi di gioco pomeridiani.
Sara says
verò è che però non tutti hanno la possibilità economica di mandare i figli in scuole da 10.000 € all’anno, quindi anche se la situazione è più o meno disastrosa nelle scuole “normali”, non sempre si può scegliere 🙂
Valentina2 says
Io ho sentito parlare molto bene sia della scuola francese che della scuola tedesca di Milano. Hanno entrambe rette più abbordabili e comunque non imparano solo il francese e il tedesco, ma anche l’inglese e ad un livello decisamente superiore a quello della scuola italiana.
beatrice says
ciao io non sono di milano ma cercando in rete spunti per un mio progetto ho trovato una scuola bilingue montessoriana dove la maestra italiana è affiancata da una di madrelingua inglese. Potete andare sul sito http://www.montessoribilingue.it
Sara says
Scusa L. ma non sono assolutamente d’accordo con te. Un bambino anche se con doppia nazionalità, se è nato e vive nel nostro paese, DEVE parlare l’italiano bene come tutti gli altri bambini e se poi questo bambino diventerà un ragazzo che studierà o lavorerà in Italia lo DEVE pure saper scrivere.
Bilingue Per Gioco says
Sara, questione di punti di vista, ma io scommetterei poco sul fatto che un bambino con doppia nazionalità, italo-americano, seppur nato e cresciuto in Italia, vivrà (o studierà) in Italia. Ovviamente non si può mai dire, ma se si tratta di fare una scommessa, per come vanno le cose…
Comunque se anche vivesse in Italia secondo me troverebbe maggiore comprensione per il fatto di non parlare o scrivere perfettamente Italiano e dal punto di vista personale ne risentirebbe meno, perchè il fatto di avere la mamma straniera, di essere anche straniero, è una forte (oltrechè realistica) giustificazione, sia verso sè stessi che verso gli altri. Poi ripeto, restiamo nel mondo delle speculazioni e ognuno la vede come vuole.
L.
Laura says
L’anno scorso avevo scritto un post chiedendo consigli sull’opportunità di un nido bilingue e sulle mille incertezze di come avviare un percorso bilingue per L. che stava iniziando a frequentarne uno. Carino, come asilo. Ma sul bilinguismo (1 ora per tre pomeriggi la settimana) non c’eravamo proprio. Quindi, occhio! Da settembre frequentiamo il Onetothree (zona San Siro) che unisce alla sola lingua inglese (è monolingue al 100%) il metodo, nato nei nidi PUBBLICI di Reggio Emilia e ripreso anni fa da Newsweek, poi brevettato come “Reggio approach”. Personalmente ci troviamo benissimo, perchè all’inglese (from 9 to 5) aggancia un metodo didattico di qualità, che poi secondo me, al netto della lingua, è quel che si deve chiedere a una scuola. Avendo anche la sezione di materna, puntiamo a proseguire il percorso. Sul dopo, ciascuno farà i suoi calcoli. Però L. è uno dei pochi tra i più piccoli che già ripete tutto in inglese e (sebbene nessuno dei due genitori sia madrelingua, sepur io parlo un inglese advanced) ha una grande capacità di “ordinare” nelle due diverse lingue. Per il dopo, ho sentito di molte scuole. Secondo me, però, se uno non è madre lingua o non ha in progetto di trasferirsi all’estero nel medio-periodo, forse una scuola bilingue, che abbia corsi in italiano e in inglese è l’ideale. Perchè anche se i nostri figli (chissà..) saranno costretti a teletrasportarsi oltremare (o oltremonti) per affermarsi, non possono non saper scrivere una lettera decente nella loro lingua madre, che è poi quella dei sentimenti, delle radici e dell’identità da cui tutto parte. Personalmente (per ora la scuola pubblica della mia zona, a Milano, regge i tagli e fa funzionare pure la piscina interna, costruita in epoca fascistoide) L. si farà la scuola pubblica italiana e proseguirà l’inglese nei mille modi che io/molti di noi non abbiamo avuto. British school pomeridiana, Tv only british, books, friends from all over the world, playgroups (partiranno a Milano?! non ho più saputo nulla..), summer camps abroad. Una mia amica ha fatto la scuola tedesca da italianissima figlia di italiani. Si è sempre sentita in difficoltà e ha ammesso di non avere appreso però un perfetto tedesco. Siccome su quella scuola, nulla da dire, in fondo non dimentichiamo che per quanti strumenti forniamo ai nostri figli, è il loro impegno la variabile indipendente che non possiamo controllare a priori! Buon Natale a tutte!
Mirella says
Laura mi ha fatto piacere leggere il tuo commento che condivido per molti punti.
Ciò che non mi era piaciuto del metodo adottato al San Carlo e che davano spazio ad entrambe le lingue, italiano ed inglese, in parti uguali per ottenere un vero bilinguismo (secondo loro).
In realtà, esclusi i casi con almeno 1 genitore anglosassone ovviamente avvantaggiati, questo metodo a mia oppinione rendeva la lingua minoritaria ancora più minoritaria.
Credo che l’asilo monolingue inglese sia importante per bilanciare un pò e mettere delle basi più solide per la seconda lingua.
Non ho potuto verificare di prima mano la mia teoria, quindi verificare se un bimbo che ha completato la materna al San Carlo nella sez. interculturale abbia un inglese peggiore o uguale al mio ma mi aspetto e spero che il mio se la cavi meglio.
Poi però non dimentichiamo che indipendentemente dalla scuola prescelta è importante non mollare mai anche durante le vacanze. Campus, au-pair, cartoni in lingua, libri, ecc. ecc.
Michelle says
E’ importante per mio figlio di parlare e scrivere in tutte due le lingue. Alla fine se cresce qua sarà più italiano che americano. La cosa che non mi piacciono delle scuole private è questo senso di snobismo o di essere tra gli “elite.” Se fossimo negli USA andrebbe sicuramente a una scuola pubblica. Io ho frequentato le scuole pubbliche americane e sono soddisfata della mia preparazione. Poi con quello che costano le scuole private bisogna pensarci bene. Quello che mi è piaciuto della International School of Monza e che studiano anche l’italiano (hanno due gruppi – bambini stranieri che non sanno già la lingua e bambini italiani/come il mio) e poi fanno gli stessi esami standard che fanno alla scuola italiana. Così possono sempre “tornare” alla scuola pubblica in qualsiasi momento. Almeno dicono così. Quando fai questi “tour” delle scuole ti dicono tante belle cose. Per quello che è importante parlare con le altre mamme per sapere come è veramente. Io sono d’accordo con Laura nel senso che non è importante SOLO la lingua. Devono anche imparare. Parlando con altre mamme straniere mi hanno detto di scuole internazionali che sono “diploma factories” dove i ragazzi non imparano niente ed è tutto sport e attività. Questo non è quello che voglio per mio figlio – e soprattutto non al prezzo di 10,000 Euro all’anno! Non è dato per scontato che mio figlio andrà alla scuola internazionale. Stiamo valutando un po’ tutto in questo momento.
Monica says
Grazie a tutti mi siete stati molto utili. Leggendo le sensazioni di Sara e Michelle sulle scuole bilingui mi sono ricordata di tutto quello che non mi piaceva della Baps. Forse io sono un po’ un’assolutista, odio l’approssimazione, quindi alla fine ho preferito una scuola in cui si faceva bene l’inglese a una scuola in cui si facevano male tutte e due le lingue. Al contrario di Letizia penso che se entrambi genitori sono italiani e il bambino è italiano valga più la pena di investire in una scuola inglese (o di altra lingua). Al contrario se mio marito fosse di un’altra nazionalità forse sceglierei una scuola italiana perché l’italiano e la cultura del Paese possano prendere piede per bene (essendo che comunque il bilinguismo esiste). Quindi a Sara e Michelle dico che, per mia esperienza, i bambini che hanno genitori stranieri e vanno alla Sir James non imparano bene l’italiano e quindi o siete persone che vanno e vengono o è meglio una scuola italiana. Quanto ai bambini italiani io posso solo basarmi sulla mia esperienza e su quella delle altre famiglie italiane che hanno scelto una scuola straniera. Mio figlio per ora non ha problemi con l’italiano, parla e scrive molto bene, legge molto in entrambe le lingue. Certo è chiaro che arrivati alla media dovremo puntare sull’italiano ma almeno ormai l’inglese si sarà sedimentato. Quanto all’inglese parlato in casa io mi regolo così: mio marito parla sempre italiano con i bambini, io parlo in italiano quasi sempre tranne quando interagisco con la tata inglese e i bambini contemporaneamente allora la lingua parlata diventa l’inglese e lo parlo per forza di cose anche io, certo il mio accento è quello che è, però non mi sembra che i bimbi si confondano.
Rossella says
Salve a tutte, anch’io sono una mamma di Milano, aspetto semrpe che partano questi playgroups che dovevan esserci già da ottobre…
Intanto sto diventando pazza per poter introdurre l’inglese alle mie figlie; una di 4 anni e l’altra di 17 mesi. Ho provato varie tate filippine e indiane ma hanno delle pronunce e degli accenti mostruosi(!) Io diversi anni fa ho trascorso un anno di Erasmus a Londra e ormai non praticando più l’inglese ho dimenticato parecchio però ancora me la cavo e queste tate neanche riuscivo a comprenderle!!!
Madrelingua non ne trovo, se non full time ma non ho la disponibilità economica per una tata 5 giorni a settimana!!! Voi come fate?
Michelle che è americana, altre mamme come lei, non avrebbero tempo da dedicare a bimbi italiani ad esempio? Io potrei ricambiare con altro. Ci si può accordare! 🙂
Il problema della scuola privata lo sento anch’io molto.
Siamo genitori italiani con disponibilità economiche non certo elevate e vorremmo offrire alle nostre figlie una qualità di istruzione che, almeno a mIlano, si paga parecchio cara!!! Ahinoi 🙁
Della scuola San Carlo avete sentito parlare per caso?
Grazie a tutte
Rossella
Monica says
Mi permetto di aggiungere che certo i summer camp sono utili ma solo se sono veri e non pieni d’italiani (tipo quelli cui sono andata io da ragazza) che quando torni hai parlato più italiano che altro. A questo proposito c’è un’organizzazione ottima in Inghilterra si chiama Pgl, adventure holidays. Ed è frequentata da bambini inglesissimi.
Daniela says
Io vorrei sferzare una lancia in favore della scuola pubblica…..è vero che nella scuola primaria le insegnanti spesso non sono competenti, in quanto alle specialiste laureate per tagliare i costi si è preferito far fare corsi di poche ore alle insegnanti già presenti e dar loro la possibilità di insegnare la lingua con risultati pessimi… è vero anche che l’inglese è relegato a un paio di ore a settimana, il che non è nulla… e anche il progetto di bilinguismo del british council prevede solo 8-9 ore la settimana di inglese, siamo quindi lontani dalle nostre aspettative di scuola per i nostri bambini…
tuttavia, il bambino a quell’età deve potersi integrare e sentirsi integrato: dove si sente meno diverso? questo dipende dal bambino, alcuni vogliono sentirsi parte del gruppo italiano, conoscere tutto riguardo al paese in cui vivono per potersi sentire integrato. Altri preferiscono condividere la loro “diversità”. Ma il problema è: potranno condividerla tanto a lungo? oppure posticipiamo solo il loro shock? perchè un conto è inserirsi in una scuola pubblica in prima elementare, un conto in prima superiore….
E’ vero che i bambini madrelingua (soprattutto inglese) non vengono spesso valorizzati in classe, ma io sono un insegnante e talvolta posso capire la difficoltà e per questo accetto volentieri consigli: perchè se tutta la classe è a livello 1 non posso far intervenire sempre il ragazzo a livello 10, sia perchè altrimenti non ho il polso della situazione, se il resto della classe ha capito o no, e sia perchè non ho metri di giudizio. Allo stesso tempo non lo voglio trascurare, perchè capisco il suo desiderio di intervenire e ho paura che nel trascurarlo perda completamente interesse e attenzione, mentre anche se meno degli altri spesso può imparare qualcosa anche lui, si impara sempre qualcosa…
Sara says
Io conosco una ragazza di 20 anni che ha frequentato la Scuola Americana di Opera dall’asilo sino alla terza media (prima superiore, non ricordo bene), che poi è stata mandata in una scuola italiana per le superiori. Non c’è stato shock di nessun tipo, lei ha semplicemente continuato a ringraziare i suoi genitori per avere dato l’opportunità di diventare completamente bilingue. Quindi insomma, io non parlerei tanto di shock ritardato, io credo non ce ne sia affatto
Monica says
In effetti anche io ho sentito altre testimonianze del genere, persone (ormai grandi) che hanno fatto una scuola internazionale e poi sono passate al liceo ma loro dicono che non è stato un trauma. Io penso sia meglio cambiare alle medie.
Anna says
Ciao, mio figlio ora ha 12 anni, è italianissimo figlio di laureati in materie scientifiche. Dopo materna ed elementari pubbliche italiane (ottime), abbiamo trovato uno scenario sconfortante della scuola italiana alle medie. Decidendo perció che fosse il caso di guardare anche al panorama delle private il cucciolo si è scelto l’international school che ora frequenta. Direi che siamo contenti di questa scelta è dire poco: siamo felicissimi! Alle elementari italiane ha posto solide basi ortografiche e grammaticali di una lingua difficile come è l’italiano ed ora ha la capacità e le competenze di apprendere l’inglese in modo serio e approfondito. Gli insegnanti sono bravissimi e la scuola gli permette di portare avanti il programma della terza media parallelamente al programma internazionale.
Anna says
D’accordo con te, spesso ci facciamo piû problemi noi dei nostri figli, e la lingua, come molte mamme ci dimostrano in questo blog, a suo tempo l’hanno imparato viaggiando e frequentando periodi all’estero…..se si sceglie una scuola inglese, o americana, deve essere per il metodo, oltre che per dare ai figli l’opportunità di imparare la lingua fin da piccoli. Erasmus, socrates, sono mille le occasioni che abbiamo per insegnare l’inglese ai piccoli
Mirella says
Avevo iscritto mio figlio, allora di 2 anni, al San Carlo nel micro nido che è la sezione multi culturale costituita da insegnanti inglesi ed italiane. L’ho portato via.
Nel mio caso c’è stato un incidente molto grave occorso a mio figlio mentre era sotto la loro responsabilità. L’insegnante per giustificarsi mi ha semplicisticamente dichiarato che 6/7 bambini per insegnante erano troppi per evitare l’occorrere di incidenti. Proprio ciò che uno si aspetta di sentirsi dire in una struttura a pagamento. Ma il peggio è stato nei giorni immediatamente successivi all’incidente in cui il bambino veniva abbandonato in un angolino con ancora addosso il suo cappottino senza che nessuno lo gurdasse o facesse alcun sforzo per coinvolgerlo nelle attività del gruppo.
Devo dire tuttavia che indipendentemente da tutto quel che sarebbe successo stavo sviluppando mooooolti dubbi sull’efficacia del metodo e non passava giorno senza che mi domandassi se avessi fatto la scelta giusta.
L’incidente mi ha risolto il problema. Ho capito che al di là di tutto avevo tante ragioni per essere lieta di cambiare scuola.
L’ho portato alla BAPS dove è stato accolto calorosamente (ed aiutato a superare il trauma subito al San Carlo) e di questa scelta non mi sono mai pentita. Le insegnanti che ha avuto finora sono sempre state brave, qualificate e sono riuscite a stimolarlo adeguatamente. Oggi mio figlio a 5 anni ed è all’ultimo anno di materna, parla un buon italiano per la sua età ed il suo inglese migliora e cresce a vista d’occhio. Certamente la BAPS non è perfetta e ci sono margini di miglioramento ma anno dopo anno apprezzo gli sforzi che fanno per migliorare e crescere.
Non è una scuola facile, imparare e portare avanti in parallelo 2 lingue non è per tutti.
Certamente nel breve periodo l’italiano di mio figlio non sarà all’altezza di un bambino che frequenta il San Carlo, il Leone o il Gonzaga e sono pronta ad accettare che il suo inglese non sia al livello di un coetaneo che frequenta la St. Luis o la Sir James ma il gap si chiuderà con il progredire degli anni di studio. Quello che è l’assett più importante che una scuola può darti è il metodo e la passione per lo studio ed il piacere di leggere e questa cultura alla BAPS ed alla BES finora c’è.
Mirella says
Vorrei fare un ulteriore commento, recentemente una maestra delle medie del San Carlo incontrata ad una festa ha dichiarato spontaneamente che tra i bambini provenienti dalle scuole internazionali quelli provenienti dalla BAPS/BES erano i migliori. Ed io sono pronta a crederci.
Monica says
Mirella io ho avuto un’altra esperienza, magari sono stata sfortunata. Però l’inglese di mio figlio andando alla Baps peggiorava a vista d’occhio. Sicuramente è una scuola protettiva ma questo per me non è un fattore importante. Io mi ricordo che mandavano anche le comunicazioni con errori in inglese e questo è inaccettabile secondo me. Ma l’incidente di cui parli che incidente è stato?
Mirella says
L’unica insegnante di cui alcune mamme inglesi si erano lamentate per errori ortografici nelle comunicazioni è stata mandata via. Io però non ho mai riscontrato questo problema, nè ho sentito altre lamentele, oltre quanto detto, per cui devo ritenere che fosse una cosa molto circoscritta ad un unica persona.
Se avessi anche il minimo dubbio sulla scuola non l’ho avrei iscritto alle elementari in BES l’anno prossimo, non gioco e scherzo con l’istruzione di mio figlio. Certamente terrò gli occhi ed orecchie ben aperte e seguirò la sua preparazione ma come farei in qualunque altra scuola.
Inoltre la scuola l’anno scorso ha ricevuto la certificazione PYP, di conseguenza a tutela di noi genitori adesso è soggetta a continue verifiche e controlli per accertare la sua aderenza allo standard e che la qualità non scenda ma auspicabilmente migliori anche in virtù di una maggiore esperienza, ciò vuol dire anche più cura nella scelta delle insegnanti.
Questo non vuol dire che non ci siano problemi, ma è anche vero che il consiglio d’istituto e le rappresentanti di classe di BAPS e BES stanno imparando a lavorare in modo coordinato e più efficace per far sentire la voce dei genitori con la direzione scolastica.
Nella mia valutazione del San Carlo non pesa cosa è successo a mio figlio ma come la scuola ha reagito all’incidente. Ho perso fiducia definitavamente nel famosissimo Collegio San Carlo.
Poi quando ti capitano certe cose le mamme sadicamente infieriscono raccontandoti altri macabri episodi accaduti negli anni prima ad altri bambini. Mi domando quindi come è possibile che sia stata la sola a ritirare a mio figlio?
Rossella says
Mirella, scusa, mi potresti dare info sulle scuole baps e bes in Milano?
Su quelle frequentate dai tuoi figli?
Sto cercando di orientarmi…non è sempre facile…
Grazie.
Rossella
Monica says
Non so Mirella a me non convinceva un po’ l’insieme, non solo l’insegnante che si è simpaticamente rifiutata di parlare con me in inglese davanti al bambino perché lei si doveva esercitare in italiano!!! La mia sfiducia e insoddisfazione andava molto al di là di questo ed era totalmente dovuta alla scuola perché quando ho trasferito il bambino in quella inglese ho trovato più serietà e standard di insegnamento sicuramente molto più elevati. Questo è sinceramente il mio giudizio della Baps/Bes che continuo a sconsigliare a chiunque. Certo tengo in considerazione il tuo giudizio sul San Carlo. Il che mi porta inevitabilmente a pensare che la scuola inglese sia l’unica soluzione per i miei figli.
Elisabetta C. says
Volevo solo segnalarvi che in un articolo del sole 24 ore del 22 dicembre dal titolo La lingua straniera traina le iscrizioni di Michela Finizio
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-12-22/lingua-straniera-traina-iscrizioni-064045.shtml?uuid=AYasdmtC
si parla di scuole bilingui e internazionali a Milano e a Roma (bè, su quella di Roma si tralascia di evidenziare il legame con l’opus dei).
C’è magari qualche informazione sulla paritaria bilingue con metodo Montessori di Milano che può interessare.
Per il resto si tratta di informazioni più o meno note
ciao
Elisabetta
Paola says
Ciao a tutti,
viviamo da due anni a Pechino e nostra figlia Alice di 5 anni frequenta una scuola bilingue. Sta imparando inglese e cinese con una velocità e una naturalezza impressionanti! E’ in grado di formulare frasi complesse con una pronuncia da madrelingua. Il nostro contributo è stato nullo in quanto mio marito ed io siamo entrambi italiani e parliamo in italiano a casa.
Tra non molto però torneremo a Milano, ma siamo determinati nel volerle dare la possibilità di non perdere il bagaglio linguistico che si sta formando.
A Milano (in Italia in generale), purtroppo il panorama scolastico è piuttosto deludente dal punto di vista dell’insegnamento delle lingue.
Mio marito ed io stiamo quindi facendo un po’ di elucubrazioni su quale possa essere la scelta migliore:
– scuola internazionale Sir James Henderson, anche se molte riserve sul tipo di ambiente e di educazione, per non parlare dei costi proibitivi.
– Scuola scuola Europa di via Majno, che ci sembra una scuola italiana con forte componente linguistica, ma non forse così efficace quanto una scuola internazionale.
– tata inglese o, perchè no, cinese, che però ovviamente non risolve il problema della scelta della scuola
Qualunque esperienza o suggerimento su queste tre possibilità ci aiuterebbe a capire dove sbattere la testa!
Grazie
Paola
Bilingue Per Gioco says
Paola,
che bello! Io suggerisco la tata cinese, portate avanti il cinese, sarà una risorsa preziosissima nel futuro, e secondo me non preoccupatevi troppo dell’Inglese, lo imparerà sicuramente, soprattutto se cresce comunque bilingue col cinese, anche se non frequenta una scuola internazionale. Sicuramente voi parlate Inglese (o no?) quindi limitatevi a farlo entrare nella vostra vita, in modo semplice, guardando film o leggendo libri in lingua, magari ospitando amici o facendo qualche viaggio.
Ci fate sapere come va una volta rientrati?
L.
Elisabetta says
Paola, sono interessatissima alla tua esperienza. Con mio marito stavamo pensando questa estate di visitare o Pechino o Shangai e fare un corso introduttivo di cinese. Si tratterebbe di noi e le nostre bambine di 9 e 7 anni (che vanno qui a Roma ad una scuola bilingue paritaria italiano/inglese, casomai ti interessasse la mia esperienza con la scuola bilingue guarda i miei post qui sul sito).
So che per noi adulti studiare il cinese a questa età è velleitario perchè impararlo richiederebbe anni; io lo farei solo per curiosità e per dare un esempio alle bambine.
Ad ogni modo se fossi ancora a Pechino mi farebbe piacere incontrarti.
Sulla mia pagina twitter ho messo un sacco di link sulla questione circa il conoscere o meno il cinese e i rapporti tra occidente e oriente, se ti interessa ti dò il mio ‘@’.
Quanto alla tua domanda, ecco cosa farei io tornando a Milano se fossi in your shoes.
1. Tata cinese al volo! Le ragioni per imparare il cinese sono infinite, e le conosci meglio di me. Find them on
http://www.childbook.com/Why-Learn-Chinese-s/90.htm
Milano è piena di cinesi, come Roma e ti costerebbe di certo meno di una tata inglese. Inoltre puoi pensare anche alle ragazze alla pari cinesi. Vedi se vuoi il mio post sulle au pair.
2. Fondi permettendo: scuola paritaria bilingue italiano – inglese (conosco le scuole milanesi solo di nome, pensavo a qualcosa del tipo la BES ).
Obiettivo finale: che tua figlia sia in grado di parlare e scrivere correntemente in italiano e inglese, con tutte le approssimazioni che il multilinguismo comporta.
Che sia inoltre in grado di continuare a capire e parlare il cinese. Una volta assestato l’inglese e l’italiano scritto ossia non prima dei 10 anni direi – e se le piace – potrà seguire dei corsi per imparare a leggere e scrivere sia pure in forma semplice il cinese che già sa e recuperare qualcosa di quella cultura, c’è un Istituto Confucio in ogni città.
Ho peraltro letto in un articolo sull’Economist che i cinesi non amano gli occidentali che parlano la loro lingua perfettamente, se ritrovo l’articolo te lo linko.
3. Last but not least. Sappi che a Roma, al Convitto Nazionale è partito da due anni un Liceo Scientifico Internazionale con opzione Cinese. Il Convitto Nazionale è una struttura pubblica. E’ anche boarding school, se ti ninteressa.
http://www.convittonazionaleroma.com/
Tanto per darti una idea:
“La specificità del Liceo Scientifico Internazionale con opzione Lingua Cinese consiste nell’innovazione assoluta della proposta dello studio della lingua e della cultura cinese come materia curriculare, quinquennale e d’indirizzo, inserito nell’impianto curricolare del liceo scientifico…. è stata proposta la veicolazione di alcune materie curriculari nelle lingue cinese e inglese.
Per approfondire lo studio della lingua cinese, nel corso dell’a.s. è prevista una interruzione dell’attività didattica che permetta lo svolgimento di un viaggio-studio in Cina; alla fine dell’a.s. gli alunni svolgeranno un ulteriore soggiorno in Cina per completare il livello di preparazione curricolare”
Come vedi ti abbiamo sistemato la figlia fino a 18 anni…
Zai jian !
??
Elisabetta
p.s. spero di non aver scritto una parolaccia… in cinese per ora so dire solo ciao
paola says
Elisabetta e Letizia, grazie dei vostri preziosi consigli! La nostra esperienza qui è davvero singolare, doveva essere una breve trasferta di lavoro di mio marito per un paio di mesi…ed è diventata di un paio di anni! Ma noi ne siamo più che felici. Per dirla tutta, e incoraggiare così Elisabetta allo studio del cinese, anch’io mi sono lasciata coinvolgere dal fascino orientale e dopo un annetto circa di lezioni me la cavo abbastanza bene. Riesco a sostenere conversazioni semplici e a leggere e scrivere parecchi caratteri, anche se prima di riuscire a leggere un libro dovranno passare almeno altri 10 anni di trasferta!!! Riesco però a “decifrare” i libri per bambini di mia figlia…meglio che niente! Il cinese è una lingua molto distante, molto difficile, ma proprio per questo riuscire a masticarla riempie di soddisfazioni, per quanto possa essere basso il livello raggiunto di padronanza della lingua. A casa io e mia figlia per gioco parliamo in cinese, così papà non capisce!!! In compenso lui la sera le legge le favole in inglese 😉 A proposito di inglese, qui i corsi di cinese sono ovviamente tenuti in inglese, ma non credo che sia un problema, visto che le tue bambine, Elisabetta, frequentano una scuola bilingue. Inoltre solo a Pechino i cinesi parlano il vero mandarino, quindi per chiacchierare per strada bisogna assolutamente venire nella capitale! Se ne avete l’intenzione sarò contentissima di farvi da guida “cinese”, ormai ho accompagnato parenti e amici a visitare tutte le principali attrazioni della città e le conosco a menadito!
Bene, approvata la tata cinese con cui potrò anche tener vivo il mio mandarino, non mi resta che ragionare sulla scuola. Mi è parso di capire che la BES sia abbastanza conosciuta e consigliata. Vedrò di indagare…
Grazie dei consigli, precisi ed esaurienti!
??? (confermo, non è una parolaccia!!!)
paola
Monica says
Paola sul cinese non mi pronuncio perché non ne so molto ma sull’inglese dipende da quanto ci punti. Secondo me spendere per spendere è molto meglio la Sir James Henderson della Bes perché la prima ti garantirà il risultato linguistico che la seconda non ti saprà mai garantire e perchè il metodo della scuola inglese è molto efficace soprattutto alle elementari.
paola says
ciao Monica, in effetti proprio in questi giorni si ragionava sull’efficacia della scuola bilingue in confronto all’internazionale. Qui a Pechino mia figlia frequenta una bilingue ma per lei è come se fosse un’internazionale perchè nessuna delle due lingue (cinese e inglese) è la sua lingua madre. Quindi sta imparando entrambe le lingue in egual misura. Lo stesso non posso dire per i bambini cinesi compagni di classe che a casa parlano solo cinese. Quando ho fatto l’observation class ho potuto notare che i bambini cinesi parlano soprattutto in cinese in classe, capiscono l’inglese ma non li ho mai sentiti rispondere in inglese alle domande che venivano loro rivolte. Forse hanno una sorta di rifiuto della seconda lingua, avendo comunque la possibilità di comunicare in cinese come “scappatoia”…
Ho paura che in Italia si possa verificare la stessa situazione per Alice, mandandola in una bilingue inglese-italiano… Ma nessuno conosce la Andersen International School di Milano? Mi è parso di capire che le alternative più conosciute siano Bes e Sir James Henderson, giusto?
Elisabetta C. says
Cara Paola,
1. riguardo al tuo rientro a Milano
ho letto anche le risposta di Monica. Ovviamente le mamme milanesi sapranno consigliarti meglio di me sulle scuole di Milano, che io conosco solo dai siti web.
Premesso questo, io penso che il problema che ti devi porre è a lungo termine che tipo di sistema di istruzione vuoi per tua figlia, piuttosto che ‘solo’ (sic) una questione di lingua.
Il sistema di istruzione inglese (UK, non USA, quindi) è in questo momento storico molto buono ed anche di molto superiore a quello italiano, persino alle elementari (i dati dell’OCSE in proposito parlano chiaro).
Quindi una scuola internazionale che segua il sistema di istruzione inglese e, per le superiori, offra anche l’international baccalaureat (sul quale vedi http://www.IBO.com? o org) è – almeno sulla carta – meglio di una scuola paritaria bilingue. La scuola bilingue ha un altro vantaggio: ti consente di tenere i piedi in due staffe e di non prendere una decisione definitiva (ossia, puoi rientrare più facilmente alla scuola italiana alla medie o al liceo).
La questione è che se pensi poi di di spostare Alice alle medie italiane dopo la scuola internazionale potresti avere una doccia fredda. Le scuole internazionali ovviamente garantiscono in italia un certo numero di ore di italiano come seconda lingua, ma comunque, ammesso che la bimba non sia studiosissima (e ora non puoi saperlo veramente) il suo italiano scritto potrebbe essere carente. Insomma, la scuola bilingue ti consentiva di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, considerando poi che mi sembra preziosissimo per il futuro mantenere anche il cinese (ma questo richiede un impegno extra – scuola, e lo puoi fare comunque in entrambe i casi).
Insomma, solo per dirti che la scelta che oggi è solo di lingua domani sarà anche di contenuti e che se è certo che con un pò di sforzo tua figlia potrà essere trilingue nella comprensione e nella espressione orale, sullo scrivere tre lingue in modo bilanciato non ci metterei la firma e quindi è importante che tu e tuo marito scegliate su quale delle tre lingue porre l’accento.
Per esperienza ti posso dire che con la scuola bilingue e la ragazza alla pari, le mie figlie di 9 e quasi 7 anni parlano sia l’italiano che l’inglese, ma con una strana miscela. Entrambe preferiscono leggere in italiano puttosto che in inglese ma la grande parla inglese volentieri – sia pur con vari italianismi qua e là – mentre la piccola solo se non ha altro modo di farsi capire. La grande, infine, scrive di più e più a lungo in inglese che in italiano (id est: le sue composizioni in inglese sono migliori dei suoi temi in italiano!).
Insomma, la scelta è delicata perchè qualcosa te lo perdi sempre per strada..
Infine ti dico che proprio un paio di giorni fa mi ha scritto una mamma che manda il figlio di 5 anni alla BES, alla quale avevo scritto mesi fa. L’ho conosciuta qui su BPG. Se lei fosse disponibile potrei mettervi in contatto – magari proprio qui su BPG.
2. Riguardo a Pechino, ora un po’ di domande.
Qual è il periodo migliore per visitare la città?
Dove mi consiglieresti – eventualmente – di risiedere come quartiere e dove potrei far fare una corso di cinese alle bambine?
Tu rientrerai a Milano nel corso del 2011?
Noi avremmo dieci giorni in cui fare un viaggio a febbraio – ma è un po’ poco per fare un viaggio così lungo. Altrimenti l’idea è di venire in Cina in estate e quindi usare tutte le nostre ferie per fare un viaggio in parte di tipo turistico e in parte stanziale (proprio per fare questo corso di lingua).
Certo che se mi dici che in un anno riesci a capire i libri per bambini di 5 anni vuol dire che c’è speranza…
ciao
Elisabetta
paola says
ciao Elisabetta,
grazie delle tue delucidazioni sempre esaurienti. Di sicuro il problema di una buona educazione non è secondario a quello della lingua. Della scuola internazionale continua a non convincermi l’atmosfera elitaria e competitiva che, a dire di molti, si respira al suo interno. Io non ne so molto, non ne ho esperienza, non conosco nessuno a milano che abbia i figli a una scuola internazionale, ed essendo oggi a Pechino mi è molto difficile farmene un quadro realistico. Insomma finchè non tocco con mano… credo proprio che farò un salto in Italia.
E qui veniamo a noi, se vuoi un pò di informazioni su Pechino (dove rimarrò fino a giugno/luglio) conviene scambiarci le mail, come si fa? Tieni conto che qui in Cina sia Facebook che Twitter sono bloccati (il Paese delle libertà 😉
Mirella says
Ciao Paola,
mi rendo di quanto sia difficile la tua scelta e non vorrei essere portatrice di cattive notizie ma se rientri quest’estate e desideri iscrivere la bimba in prima elementare, qualunque scuola essa sia ti devi muovere ora perché se aspetti di rientrare rischi che non ti prendano la bimba perché hanno esaurito i posti.
Per ciò che concerne l’ambiente rassegnati perché è inevitabile che date le rette che si pagano nelle scuole private di Milano di livello e fama anche non internazionali che l’ambiente sia quel che sia.
Troverai un sacco di mamme e padri snob ed insopportabili ma troverai anche tanta gente normale, simpatica e con i piedi per terra. Si tratta di selezionare ed influenzare per quel che è possibile le amicizie di tua figlia.
Monica says
Cara Paola della Andersen non so molto, solo che ci ha lavorato per un periodo una delle tate del mio primo figlio. Quanto alla competitività delle scuole internazionali io alla Sjhs non la percepisco così tanto, mi sembra che ti incanalino più verso una competizione con te stesso della serie non mollare mai, fare il meglio che puoi ecc. Il metodo della scuola inglese, almeno quello delle elementari, mi piace molto perché stimola l’indipendenza del bambino ma anche il gioco di squadra. Quando all’ambiente sarò sincera: preferisco un clima internazionale con gente di tutti i tipi, certo tutti abbienti ma persone che hanno viaggiato con cui si può fare un discorso a quello tutto italiano e sciuresco della Bes dove veramente mi veniva da dare le capocciate al muro
Bilingue Per Gioco says
Monica, che immagine meravigliosa, me la vedo davanti agli occhi… Ti cito!
L.
Monica says
Grazie a te
Mirella says
Monica non perdi occasione per sputare sulla BES però ti devo correggere/smentire su un paio di punti.
1) Se è vero che alla BES la frequentazione è per lo più italiana, anche se non completamente, sono per 3/4 italiani che hanno vissuto all’estero per lavoro per periodi medio/lunghi. Li conto sulla dita di una mano quelli che hanno sempre lavorato in Italia, questo sia nella classe di mio figlio che nell’altra Reception.
2) Il discorso italiano e sciuresco lo trovi in “tutte” le scuole private di Milano frequentate dagli abbienti, quindi San Carlo, Gonzaga e Leone incluse anzi lì è anche peggio visto che ci mandano i figli categorie professionali ben radicate sul territorio e.g. notai, avvocati, architetti
La tua scuola, la Sir James, non è esente dallo sciurismo tra gli italiani che la frequentano.
Quindi il problema non è la scuola X o Y ma la cultura di questo paese e a riprova di quanto dico basta guardarsi attorno in aeroporto, gli italiani sono sempre fin troppo riconoscibili solo dal numero di griffè che hanno addosso. Per me cresciuta tra i cactus dell’Arizona e che ho lavorato a Londra per anni viaggiando per il mondo come una trottola, l’italiano tipo è un provinciale quindi seleziono le amicizie di mio figlio e ti garantisco che non molte ma qualche persona interessante normale c’è alla BES, come nelle altre scuole private.
Monica says
Mirella mi dispiace che tu te la prenda. Io non voglio sputare su nessuna scuola dico solo la verità sulla mia esperienza che è (evidentemente) molto diversa dalla tua. Quando mio figlio frequentava la Baps/Bes non ho incontrato nessuna famiglia italiana che avesse viaggiato ma tante mamme che l’inglese nemmeno lo sapevano. Sarò stata sfortunata. Quanto agli stranieri c’era un’unica famiglia indiana che poi ho ritrovato alla Sir James. Sicuramente anche alla San Carlo l’ambiente sarà lo stesso. Non ne dubito. Infatti dopo aver pubblicato questo post con tutti i miei dubbi mi sono chiarita le idee e ho capito che non sceglierò una scuola bilingue per i miei figli piccoli ma internazionale. Quindi Bilingue per gioco mi è servito moltissimo. Grazie!
Bilingue Per Gioco says
Ragazze scusatemi, a me che non sono di Milano lo sciurismo e lo sciuresco fanno tanto ridere. Comunque questo è effettivamente un problema tipico delle scuole private, indipendentemente dalle lingue. E se vi consola secondo me nel nordest è anche peggio… magra consolazione davvero…
Comunque è altrettanto vero che i fiori crescono ovunque, nei ghetti come nelle scuole bene, è che magari si notano meno…
Vi do anche una cattiva notizia, non è che siccome uno vive all’estero automaticamente gli passa lo sciurismo. Lasciamo stare va, che anche all’estero di Italiani c’è di tutto, la vera differenza è che non ci sono solo loro, c’è più scelta.
paola says
Condivido con Monica l’opinione per cui sia auspicabile trovare in una scuola un ambiente internazionale, con persone (italiani o stranieri) che abbiano viaggiato molto, che abbiano vissuto esperienze interessanti. Se la scuola internazionale offre questa possibilità più di una bilingue, allora dovrei orientarmi su quella perchè è proprio l’ambiente che vorrei per mia figlia, ambiente che peraltro già frequenta qui a Pechino. Non condivido invece la soluzione offerta da Mirella per fronteggiare l’ambiente sciuresco (!), cioè quella di selezionare le amicizie dei figli. Per me è praticamente impossibile governare le simpatie di mia figlia che in fatto di amicizie sa esattamente ciò che vuole già a 4anni e mezzo. Inoltre, anche se lo potessi fare, non lo troverei molto giusto…
Monica, potresti darmi qualche informazione sulla Andersen? magari il contatto della tua tata per avere un feedback diretto. Te ne sarei molto grata!
Inoltre sulla SJH mi piacerebbe avere un paio info. E’ vero che cambierà sede? e se è vero, quando? Adesso sarebbe vicino casa nostra, quindi cambierebbero un pò le cose…
Un’altra domanda è sulla metodologia dell’insegnamento. Nell’ Year 1 i bambini assistono alla lezione frontale, seduti ai banchi per tutto il tempo, oppure ci sono attività svolte in piccoli gruppi? Lo chiedo perchè adesso Alice frequenta una scuola montessoriana, dove non esiste l’obbligo dello stare al banco, nonostante già si facciano attività prescolari (matematica, lettura, scrittura…)
Elisabetta says
Visto che ci siamo buttati un pò sulla critica di costume, potrei unirmi al coro e dire qualcosina sull’equivalente romano della sciura, che ultimamente chiamerei ‘vuittonata’ o ‘aspirante vuittonata’ tout court (è un genere che si ritrova in tutta la penisola, sia nel genere borsetta Louis Vuitton vera che finta).
Comunque non cadiamo nello stesso errore loro: dietro quelle griffe (talvolta, ahimè in una minoranza di casi) c’è anche un pò di cervello o di cuore o di cortesia (difficile trovare le tre cose insieme, temo).
E poi vale sempre il principio che stante una classe di circa 20 bambini i genitori con cui veramente uno ‘si trova’ sono sempre meno del 10%.
D’altronde, come diceva Nanni Moretti in un celebre film “io mi ritroverò sempre d’accordo con una minoranza di persone”.
Mirella says
Per Monica: non me la sono presa e se mai dovessimo incontrarci ti offro il caffè sempre che tu non abbia una Vuitton nel qual caso paghi tu.
Per Elisabetta: buffo mentre scrivevo pensavo proprio alle Vuittonate, mi piace il termine lo adotto.
Per Paola: la selezione delle amicizie è inevitabile prima o poi se non è per lo sciurismo lo è per altre ragioni anche più serie vedi metodi educativi inconciliabili.
Se pensi che andare alla Anderson o alla Sir James ti metta al riparo dal fenomeno dello sciurismo avrai una brutta sorpresa. Milano non è Pechino o New York, il numero di stranieri è relativamente basso rispetto alla frequentazione italiana. La fonte è la stessa Sir James.
Monica btw è vero che alla Sir James hanno sospeso l’insegnamento dell’italiano per via dei voti troppo bassi e che c’è una rivolta tra i genitori italiani? è un gossip che sta girando …
Mirella says
Paola un ultimo commento.
Se fossi in te lascerei perdere l’ambiente e mi concentrerei sul metodo d’insegnamento, i contenuti e chiederei di chiacchierare con qualche insegnante per farti una “tua” idea della loro preparazione.
In bocca al lupo
paola says
ciao Mirella, sono d’accordo sul fatto che valutare se l’ambiente sia sciuresco o meno non sia il nocciolo della questione, soprattutto se la valutazione avviene da miglia e miglia di distanza! L’importante è infatti il metodo educativo ed è per questo che sto cercando di raccogliere opinioni e punti di vista. Per parlare con gli insegnanti purtroppo dovrei essere in Italia, non c’è altro modo.
Anch’io sono interessata a questa news della sospensione dell’insegnamento dell’italiano alla Sir James.
E poi questa povera Andersen International School proprio non la conosce nessuno?
monica says
Paola e Mirella l’italiano non è stato sospeso ma non si segue più il programma curriculare italiano, nel senso che le lezioni sono più libere durante l’orario scolastico (nell’intenzone più vicine al metodo inglese che è, secondo loro, più divertente), chi vuole poi far fare al figlio/a gli esami di quinta elementare dovrà fare extra italian nel pomeriggio. Già prima era così ma ora le lezioni al pomeriggio sono di più. La decisione non mi ha trovata concorde anche perché annunciata all’ultimo momento e faccio parte di quei genitori che ha scritto una lettera di protesta. Detto ciò è chiaro che se uno iscrive il figlio a una scuola internazionale non può pretendere che si faccia l’italiano come in una scuola bilingue. Nonostante l’arrabbiatura se sulla bilancia metto i pro e i contro penso che comunque valga la pena di fare il percorso. L’entusiasmo con cui mio figlio va a scuola è veramente una cosa che mi apre il cuore. L’italiano lo faccio fare a parte al bambino privatamente.
p. s. credo di essere la persona meno alla moda d’Italia, ma cosa intendi per vuittonata Mirella una borsa?
@Paola sulla Anderson chiederò alla ex nanny di mio figlio. Quanto alla sede sì deve cambiare ma non si sa quando, speriamo il più tardi possibile. Quanto alle lezioni il metodo inglese non prevede la cattedra e banchi sono raggrupati quattro per quattro proprio per i lavori di gruppo. E questo vale sia per Year 1 che per tutti gli altri anni. Quindi non avere timori tua figlia non si annoierà di sicuro. Piuttosto non so se troverai posto ma per chi viene dall’estero sono più clementi credo.
Mirella says
Sulla Anderson non ho informazioni di sorta tuttavia l’unica cosa che so e che la maestra di cui si lamentava Monica, ossia che non sapeva scrivere in inglese, quest’anno lavora proprio lì. Però non vuol dire niente perchè magari non ti capita lei, magari il prossimo anno se ne già andata, ecc. ecc.
Inoltre non è una scuola certificata International Baccalaureate (IB) ed è un criterio che metterei nella tua selezione se fossi nelle tue scarpe. Se non lo hai già fatto vai a vedere il sito:
http://www.ibo.org
Ci sono solo 4 scuole a Milano certificate IB e sono la American School of Milan, l’International School of Milan, la Sir James e la Bilingual English School (BES).
L’IB prevede 3 programmi: il primary years dai 3-12 anni, il middle years (11-16 anni), diploma (16-19 anni).
Se vai sul sito ti spiega in dettaglio i principle di ogni programma e trovi anche quali scuole sono certificate e per quale programma. Potrebbe rivelarsi una lettura interessante …
Ti confermo quanto dice Monica sui gruppetti di lavoro è un impostazione data dal metodo dell’IB ed è una caratteristica presente in tutte le scuole certificate (la mia vicina di casa ne ha 3 all’International e lavorano allo stesso modo).
franco says
buongiorno
ho un bambinoo che attualmente frequenta la seconda elementare in italia ,mia moglie e cinese ed il bambinoa parlicchia un pò anche la lingua della madre (Io sono italiano ).
Per necessità di lavoro dovrò trasferirmi in cina per altri 2 anni da giugno ,avevo pensato di far trasferire anche la mia famiglia ma ho paura che il bambino frequentando un scuola intenazionale in Cina puo avre problemi in futuro quando rientriamo in itala che dovrebbe frequentare la 5 elementare qualcono mi puo consigliare su che cosa fare per non rovinare il tutto in futur0
grazie
Bilingue Per Gioco says
Franco,
non posso darti un consiglio, non so cosa ti faccia pensare che il bambino avrebbe problemi al rientro. Certo abituarsi ai cambiamenti richiede sempre un certo lavoro, per tutti, ma io non credo che la paura del cambiamento giustifichi la decisione di rimanere lontani dalla propria famiglia per due anni e di privare il bambino di un’esperienza così importante e formativa sotto tutti i punti di vista. Quello che posso dirti è che io partirei, con entusiasmo e ottimismo.
L.
kiko says
ciao, il mio ragazzo arriva da una prima media italiana, ha 11 anni e parla poco inglese ragione in più per cui vorrei iscriverlo all’international di milano. So che sarà dura ma il ragazzo si vuole impegnare. Qualcuno sa dirmi se anche la middle è valida, e come preparano i ragazzi?
Valentina says
Nessuno ha speso una parola sull’International School of Milan? Forse non è una scuola particolarmente accreditata? Vorrei mandare lì mia figlia di 2 anni, ma mi piacerebbe sentire qualche parere…
Let me know
Valentina
Valentina2 says
Ciao, mio figlio maggiore frequenta dalla prima elementare l’International School di Milano e sono contentissima. Però mio figlio minore ha iniziato 4 anni dopo e ho notato un certo peggioramento nella qualità dell’istruzione. Dato che l’International si sta per spostare vicino all’ospedale Sacco, che per me è molto lontano, ho deciso di trasferire il piccolo ad una scuola bilingue di Pavia. Non l’avessi mai fatto! Si è rivelata una scuola italiana (buona) in cui fanno un pochino di inglese insegnato da docenti madrelingua che però parlano continuamente italiano con i bambini, per cui progressi, zero. Anzi mio figlio sta perdendo parte di quello che aveva imparato in 3 anni di International… in più non si trova bene, al punto che ieri mi ha detto che per Natale voleva un solo regalo…ritornare all’International!!!! Mi si è stretto il cuore.
Mi chiedo: ma è possibile che venga permesso a delle scuole di spacciarsi per bilingue quando in realtà NON lo sono????? E adesso non so proprio come fare. Mi attira molto la St. Louis, qualcuno mi sa dire se è REALMENTE bilingue?
Ritornando all’International la straconsiglio. Per lo meno i bambini sono felici di andare a scuola, gli insegnanti sono nel complesso bravi (salvo qualche eccezione, ma sono poche) e il programma è molto ricco e interessante. Unico neo: la retta, che aumenta ad un ritmo vertiginoso.
Ciao!
Margherita says
Anch’io partita entusiasta con l’idea che mio figlio crescesse bilingue ho scelto, ovviamente, una scuola bilingue a Milano. Oggi dopo quasi 2 mesi dall’inizio della 1ma elementare mi ritrovo ad essere profondamente delusa perchè a fronte di rette molte salate devo riconoscere che non corrisponde altrettanto qualità nell’insegnamento ma che queste scuole sono vere e proprie associazioni a scopo di lucro che non esitano a ricorrere a personale tirocinante ed inesperto al fine di massimizzare i loro utili, questo almeno se devo basarmi sulla mia attuale…
Per me a questo punto non è solo importante imparare bene l’inglese ( e magari anche un pò di cinese? chissà!) ma che la formazione didattica sia completa e di alto livello sia dal punto di vista della matematica e scienze alla formazione del pensiero assolutamente critico.
Mi hanno parlato bene dell’American School e della St. Luiss.
L’American school, come infrastrutture è WOW ma come sarà la didattica? Ho richiesto un approfondimento alla scuola e vedremo, ma sono stata favorevolmente impressionata quando mi hanno detto, spontaneamente, di non essere un associazione a scopo di lucro ma che i proventi vengono reinvestiti nell’infrastruttura e nel recruitment degli insegnanti migliori. Alleluia! ma chissà se sarà vero? E comunque tra le internazionali è davvero la più cara, non davvero accessibile a tutti e con un alta % annuale di ricambio dei bambini essendo la scuola per eccellenza scelta dagli expatriates.
Sulla St.Luiss, famiglie che l’hanno frequentata mi dicono che l’inglese è molto curato, la scuola è ottima, ottime infrastrutture, ottimi insegnanti ma ahimè sembra che ci siano casi di bullismo molto seri ignorati consapevolmente dalla direzione scolastica che se ne disinteressa. Sarà vero? Non sò, certo che anche nella mia attuale sono stati segnalati casi di bullismo e sono anni che le mamme richiedono maggiore sorveglianza nelle ore di ricreazione… e sul quale anche la nostra direzione glissa.
Molti mi suggeriscono il S. Carlo ed il Leone XIII, istituzioni serie e di nota fama a Milano, dicendomi che con quel che risparmierei dalla retta delle internazionali mi metterei in casa una ragazza inglese che possa seguire mio figlio ma il pensiero di una scuola gesuita o comunque condotta da preti con imposizioni religiose che non condividiamo mi opprime.
Cercare di dare il meglio ai propri figli è un criterio assolutamente soggettivo in mancanza di test che comparino le scuole in modo obiettivo, come invece accade in altri paesi. Nel frattempo la mia ricerca tra le scuole di Milano prosegue, augurandomi di trovarne una che mi convinca di più e che prendano infine mio figlio…. dettaglio non trascurabile visto che in fede un test di key stage 1 sul suo inglese scritto e letto non sono convinta che lo passerebbe oggi come oggi.
Vale2 says
Ciao Margherita,
Ma in che scuola va tuo figlio?
Mi convinco sempre di piu’ che la St. Louis sia la migliore come bilingue, solo che mi sa che hanno aumentato vertiginosamente anche li’ la retta.
L’American non mi ha mai convinto più di tanto, ok bella struttura, tanto sport, ma con alunni che vanno e vengono, non credo che gli interessi piu’ di tanto garantire una certa qualità.
Spero tanto in altri commenti positivi su altre scuole!
Ciao
Margherita says
Mio figlio attualmente frequenta la Bilingual European School abbreviata in BES.
Non so Valentina molti mi dicono che all’ASM stanno facendo sforzi per alzare il livello qualitativo dell’insegnamento, comunque la 2nda settimana di novembre avrò un altro appuntamento per approfondire la didattica e chiarire alcuni aspetti che mi preoccupano.
La St. Luiss solo per darmi l’appuntamento per vedere la scuola me l’hanno fatto penare e comunque siamo in waiting list condizionata al superamento del loro esame di valutazione. Ma mi preoccupa l’aspetto bullismo. Qualcuno ne sa niente?
Dell’International me ne hanno sempre parlato male, poi alla fine sono riuscita a vedere i lavori fatti da un bimbo che abita nel mio condominio in una classe equivalente alla nostra prima l’anno scorso ed ho dovuto riconoscere che come inglese sono ad anni luce dal mio, certo invece che sulla matematica non mi sembravano altrettanto forti.
Mi manca la Sir James che non ho proprio approciato perchè troppo scomoda rispetto a casa nostra.
Ci sarebbe anche la montessoriana bilingue ma non sono convinta che vada bene per mio figlio come metodo.
C’è la TASIS a Lugano che dicono essere ottima da ogni punto di vista e sembra che adirittura partano da Milano dei bus per portare gli studenti a scuola tutti i giorni ma mi pare si rasenti la follia a pensare al pendolarismo CH-Italia già alle elementari.
ciao
Valentina2 says
Ciao,
c’è anche la Andersen School, vicino a viale Argonne, ma è solo elementari. Due bambine che hanno finito lì hanno iniziato quest’anno le medie all’International. Mio figlio è in classe con una di loro e l’ho incaricato di verificare il livello di inglese, ti saprò dire.
Anch’io con la St. Louis ho sempre penato per farmi ricevere e farmi prendere in considerazione. Fanno sempre un sacco di storie. Ma è comunque sicuramente meglio di tutte le altre pseudo bilingue. Fossi in te del bullismo inizierei a preoccuparmi tra almeno 5 anni, tuo figlio è ancora piccolo!
Lugano è troppo lontana, ma andrò ugualmente a vedermi il sito.
Ciao!
Bilingue Per Gioco says
Valentina, non sono d’accordo. Ho sentito diversi casi di bullismo alle elementari. Tremendo…
L.
Margherita says
Infatti il problema bullismo parte proprio alle elementari con connotazioni anche molto serie.
Nella nostra scuola ne sappiamo qualcosa…
Il fenomeno deve avere raggiunto proporzioni tali da spingere l’International a rilasciare un documento che descrive la loro policy, con tanto di definizione e azioni della scuola per combattere il fenomeno. L’ho scoperto casualmente sul loro sito qualche giorno fà.
paola says
Mia figlia frequenta il San Carlo (materna) e devo dirti che per ora sono contenta del programma bilingue, maestre, struttura, piscina etc
Nicolai says
Mio figlio ha due anni e pochi mesi. Volevo iscriverlo alla International di Milano ma mi sono trasferito da poco in Veneto vicino a Treviso per cui non potrò farlo. Ho visto il sito e visistato l’International School di Treviso e mi è piaciuta. Nonn credo tra l’altro ci siano alternative o altre scuole in zona. C’è qualcuno che ha esperienza di questa scuola? Non è paritaria per cui alla fine del ciclo delle elementari devono fare l’esame, non so se possa essere un problema.
Margherita says
Dunque sono andata a rivedere la ASM, ero armata di una lista estesa di domande sulla didattica.
Emergerva probabilmente la mia visione tradizionale dell’insegnamento tantè che con molta onestà mi hanno detto che se questo era ciò che cercavo la St.Luis e la SJH erano le scelte più indicate. Tuttavia ci sono degli aspetti che mi hanno molto colpito e ben impressionata quando, ad esempio, la mia interlocutrice mi diceva che la ASM spinge per l’eccellenza accademica dei propri alunni che è ormai un must vista la forte competizione globalizzata che i nostri bambini incontreranno nel mondo del lavoro, ma se parliamo di cinesi ed indiani vediamo dei bambini preparatissimi tecnicamente ma più simili a dei robottini. Quello che manca a quesi bambini è la creatività. L’ASM ambisce stimolare i suoi studenti a diventare dei risolutori di problemi in modo creativo di modo da dare a loro una marcia in più. Come darle torto in effetti? Samsung vs Apple ne sono un esempio lampante, i brevetti saranno forse copiati a Samsung ma Samsung non ha messo un minimo di creatività per differenziare i suoi prodotti esteticamente da Apple. Ciò che invece non mi è piaciuto è scoprire che essendo mio figlio nato ad ottobre, secondo il metodo anglosassone, per loro dovrebbe essere un anno indietro rispetto alla sua classe attuale, quindi spostandoci alla ASM il prox anno andrebbe in Grade 1.
Vedremo
MASHA says
Buongiorno,
a gennaio torneremo in Italia. Abbiamo vissuto 2 anni a Mumbai in India e mio figlio ha frequentato la scuola Americana di Mumbai. Mi sono informata e so che a milano esiste una scuola americana ma è costosissima.
Ho letto i vostri post e ho capito che la scuola St Luis al momento è la migliore.
QUalcuno mi può dare maggiorni informazioni in merito?
Bes school è valida quanto la St. Luis? Mi piacerebbe che imparasse anche l’italiano..
Grazie per il vostro aiuto.
Masha
Donatella says
Ciao a tutti
ho scoperto solo ora questo sito e questo tramite un amica. Bellissimo, grandissima idea!!!
Masha ti dò la mia opinione.
Dipende sempre da ciò che cerchi ma se vuoi il mio parere lascia perdere il modello biligue BES. Non è ne carne, ne pesce. I bambini finiscono per non imparare “bene” ne l’italiano e ne l’inglese. Ci sarebbe tanto altro da dire ma mi astengo dal farlo in un sito pubblico e mi limito a dire che non condivido l’accalorata difesa che Mirella ha fatto della scuola.
Concordo con ciò che diceva Margherita. St. Luis e SJH hanno un impostazione tradizionale inglese entrambe molto seria. Io ho preferito la St.Luis perchè più comoda rispetto a casa nostra e comunque ha prezzi più abbordabili (mi sento ridicola nell’uso di questo aggettivo per scuole che superano i 10K all’anno di costo annuale).
Sull’ASM si concordo che è bellissima. Siamo andati anche noi a vederla ed eravamo entusiasti ma che prezzi!!!
Due figli lì non avremmo mai potuto permetterceli ahimè ma posso affermare che potendo non avrei avuto molti dubbi.
MASHA says
Grazie Donatella,
vedremo chi ci risponderà prima e cosa ci diranno. Devo fargli finire l’anno scolastico alla scuola americana in quanto adesso siamo ancora in India. Lo so che i prezzi sono altissimi….e con due bambini non possiamo permettercelo… Vedremo cosa fare!
Anche per me la St. Luis è comoda perchè siamo in porta romana mentre la scuola americana è davvero lontana. Vorrebbe dire prendere l’auto tutte le mattine con anche il secondo bambino di soli 3 mesi!!
Ti ringrazio per i consigli.
Masha
Mirella says
Io per la verità ho appena scoperto con estrema sorpresa che l’ASM e l’International non hanno tutta questa gran differenza di prezzo.
MASHA says
vedremo di che morte morire. so solo che dalla scuola americana si esce un pò ignoranti e forse da quella inglese con un pù più di cultura…Chissà!!
Grazie per l’informazione. Sto aspettando le risposte da entrambe le scuole.
Masha
Valentina2 says
Ciao,
condivido l’opinione di Donatella sulle presunte scuole bilingue che in realtà non sono né carne né pesce. A breve ho appuntamento alla St. Louis, speriamo bene. Ho sentito dire che è molto difficile trovare posto e addirittura a qualcuno hanno detto che c’era posto per poi dire dopo qualche giorno (quando la disdetta alla vecchia scuola era già partita!) che non c’era più!
Speriamo bene! Voi avete qualche esperienza diretta? Qualche dritta da darmi?
Ciao
Mirella says
Dopo anni in una scuola bilingue di Milano, mio marito ed io abbiamo deciso di spostare nostro figlio all’American School di Milano.
Li ho intervistati e visitati diverse volte prima di deciderci a fare questo grosso passo, non solo economico ma anche emotivo e che per molti versi noi percepivamo di non ritorno ma poi ci siamo buttati.
Ad oggi ha terminato il 1 mese di scuola delle elementari e devo dire che sono molto sodisfatta di ciò che sto vedendo.
L’insegnante d’inglese (ossia la maestra principale) è indubbiamente molto preparata accademicamente e molto esigente. Tutti i venerdi mio figlio esce con dei spessi mazzetti di fogli che rappresentano solo parte del lavoro svolto in classe, per lo più di matematica. La parte scritta in inglese viene fatta su quaderni che non tornano a casa ma che possono essere visionati di tanto in tanto durante eventi appositi. Questi quaderni ho potuto vederli 2 giorni fà (daily journal, personal dictionary, poetry notebook, reading notebook) e sono rimasta basita di fronte alla qualità del lavoro svolto. A questo bisogna aggiungere che anche la maestra di Italiano non scherza ed anche lei mi ha trasmesso fiducia e competenza. Solo l’insegnante di scienze non mi ha convinto molto, bilanciata subito però dalla maestra di musica che ho trovato geniale nel suo approccio.
Mio figlio sta indubbiamente lavorando “molto” di più, rispetto alla scuola precedente ma sopratutto sta lavorando “meglio”.
Personalmente sto apprezzando che i compiti a casa sono ripassi di argomenti che hanno “già” spiegato a scuola e su cui hanno “già” fatto esercizio in classe con la maestra.
Per la prima volta da quando è alle elementari , mio figlio , svolge i compiti in completa autonomia e si auto-corregge! se poi aggiungo che è anche motivato, sereno e che accademicamente ha fatto in un solo mese passi da gigante che mai avrei creduto possibili in periodo così breve per me il discorso si chiude qui e sono ben felice di sacrificare molte altre voci di spesa per lasciarlo in questa scuola.
Non venite a dirmi che la scuola americana è scadente, per lo meno non a Milano.
By the way, in un mese questo ha iniziato a chiaccherare in inglese come non lo ho mai sentito parlare …
Roberta says
Sto pensando di mandare mio figlio all’International School of Monza. Il metodo PYP sembra interessante ma decisamente diverso da quello italiano. Vorrei sapere se si può effettivamente affermare che gli studenti possono passare ‘tranquillamente’ ad una scuola italiana, mi riferisco dalle medie dell’international alle ‘tradizionali’ superiori italiane. Avete avuto delle esperienze dirette? Che tipo di difficoltà si possono incontrare? Sono difficoltà superabili oppure i ragazzi tendono a proseguire gli studi all’estero? Il mio forte dubbio è che facendo una scelta del genere, è come se tracciassi la sua esistenza verso un futuro all’estero. Ho sentito di diversi casi dove i ragazzi non sono riusciti ad integrarsi nelle scuole italiane. Il mio desiderio è quello di dargli gli strumenti sia per un percorso italiano che internazionale mai poi sarà lui a decidere se andare o restare. Mi rendo conto che è una scelta importante ma vorrei sapere fino a che punto!!
ciao
Roberta
Valentina2 says
Ciao Roberta,
la tua scelta è ottima, vai tranquilla! Mio figlio frequenta le medie all’International di Milano è ne sono molto soddisfatta. Alle elementari avevano tralasciato molto il programma italiano in favore di quello inglese, ma adesso stanno recuperando alla grande, per cui sono convinta che alla fine del ciclo delle medie mio figlio avrà sicuramente una marcia in più rispetto a chi ha frequentato la scuola italiana. Non è solo una questione di lingue in più conosciute, ma di esperienze, metodo di studio, approccio, contenuti, modalità di insegnamento e molte altre cose ancora che gli permetteranno di stare un passo avanti rispetto agli altri.
I tuoi dubbi hanno a mio avviso un senso sulle decisioni che prenderai dopo le medie, nel senso che se scegli un liceo internazionale, allora aumenta la probabilità di proseguire gli studi all’estero (ma che male ci sarebbe?) + di integrazione con i propri coetanei (magari all’università italiana) perché tuo figlio crescerebbe all’interno di una “community” con caratteristiche molto diverse rispetto a quelle della maggior parte dei propri coetanei… Ma qui subentra anche il ruolo della famiglia, se tuo figlio frequenta già altri ambienti (corsi sportivi, gruppi scout, oratorio, bambini del quartiere, ecc.) non dovrebbero esserci problemi.
Spero di esserti stata utile.
Ciao!
Sara says
Eccoci qua a gennaio, i tempi stringono, è quasi ora di iscrizioni. Noi siamo andati a Novembre alla PlayEnglish a Monza confine con Villasanta. Io mi sono innamorata di qst scuola, del loro metodo (IB), ma non della loro retta. per chi può essere interessato, dopo l’open day, loro danno la possibilità di assistere ad un ora di lezione con i bambini dell’anno che interessa (per es. mia figlia va in prima elementare, io ho assisto ad una lezione di 1st grade).
In conclusione ahimè, con la morte nel cuore, abbiamo deciso di mandarla alla scuola italiana letteralmente dietro casa. Abbiamo due figlie e l’impegno economico della retta, va pensato doppio (ovviamente). Il bello di qst scuola è accolgono bambini sempre, mi spiego, tante scuole internazionali o biligui li accettano solo fino alla prima elementare, se vengono da scuole italiane, mentre loro non fanno qst tipo di discriminazione, quindi avremo cmq modo, volendo e potendo, di cambiare idea 🙂
R says
Cara Sara,
non avere la morte nel cuore, non ne vale la pena.
I miei vanno in una scuola così e posso assicurarti che NON è tutto oro quello che luccica. Certo i genitori che pagano le salatissime rette diranno solo quanto sono felici (autoconvincimento), ma la situazione è ben diversa (turn over inseganti, ambiente iper snob etc.). Io ho deciso di mandarli perchè per la nostra organizzazione di vita era più facile così (piuttosto che avere l’au pair, vacanze Uk, etc.).
Sul fatto che accettino bambini anche dopo la 1 elementare ti assicuro che succede anche nelle altre scuole, se c’è posto e se superano i test. un abbraccio
Sara says
@ R, grazie della tua risposta, si beh morte nel cuore direi che è forte come espressione, però mi dispiace tanto vedere la mia bimba tutta esaltata all’idea di andare in QUELLA scuola, e invece doverle dire “no amore tu andrai in qst vicino casa”. Certo l’idea dei viaggi con i soldi risparmiati le è piaciuta molto, la prima cosa che mi ha detto è che così possiamo andare a giocare in Central Park 🙂
Diciamo che la nostra scelta è nata da questo, preferiamo viaggiare tutti insieme (anche a NY x giocare in Central park) piuttosto che dover magari fare grandi sacrifici per mandarle alla Playenglish. (e che viaggi con la retta che si paga)
R says
Allora hai fatto la scelta giusta! Don’t worry!
Se io proponessi a mio marito di andare in vacanza a NY d’estate mi comprerebbe un biglietto di sola andata.
Io ho dovuto fare questa scelta (moooolto sofferta), perchè mio marito non vuole l’au pair, non vuole andare in vacanza in determinati posti per l’inglese, si scoccia in macchina sentiamo musica da bimbi in inglese……
Valentina2 says
Ciao Sara,
il tuo dilemma è quello della maggior parte dei comuni mortali (non miliardari)… io dopo 3 anni di scuole costosissime mi sono fatta convincere da mio marito a cambiare scuola al più piccolo, sempre bilingue o presunta tale, ma con una retta decisamente più ridotta. Mi sono detta ok basta conto in rosso, rinunce… Per “festeggiare” abbiamo affittato per la prima volta una casa in montagna…
Non l’avessi mai fatto! La scuola è buona, ma mio figlio odia andare a scuola (prima non era mai successo), ha disimparato completamente l’inglese (che parlava perfettamente con accento uk), si annoia durante le lezioni (i programmi e i metodi di insegnamento nelle scuole internazionali sono molto più ricchi e stimolanti) e a Natale mi ha chiesto come unico regalo di ritornare alla scuola vecchia!!!
Cosa ti devo dire? Forse tua figlia non avendo mai provato non avrà la stessa reazione…
Di compromessi non ce ne sono, ma io al momento sono più che propensa a fare marcia indietro e ritornare a spendere cifre esorbitanti. E’ un investimento che voglio fare per mio figlio, visto che non ho attività da lasciargli…nella speranza che possa assicurargli un futuro migliore.
Ciao!
R says
Scusami alla fine cosa hai deciso?
torni indietro?
una domanda velata: la nuova scuola è in centro o in periferia? just to know….
Anna says
Io ho fatto la scelta opposta, mio figlio è passato da una scuola italiana a una internazionale dopo grandi dubbi e riflessioni sulle difficoltà linguistiche che avrebbe dovuto affrontare: ebbene, la ricchezza del metodo e dei contenuti educativi e programmatici, i laboratori, le mille attività quotidiane fanno di lui il bambino piú felice del mondo……non tornerebbe mai piú nella scuola “tradizionale”…..
Per quanto riguarda le difficoltà della lingua:ebbene, dopo quasi 7 mesi di international school comprende il 90% delle lezioni e parla fluentemente in inglese. Siamo felicissimi della scelta fatta……
icosof says
Ciao a tutte, mi sono trovata qui per caso e devo dire che questo sito è proprio interessante, nonchè i vs commenti! In particolare l’argomento scuole internazionali e bilingui mi tocca da vicino, perchè a luglio ci trasferiremo a Milano e sto valutando in questi giorni alcune scuole con questo indirizzo. I miei bambini hanno frequentato nido e materna in una scuola bilingue e devo dire che l’esperienza è stata molto naturale e serenamente vissuta da loro. Ora che il primo deve iniziale la scuola primaria a settembre, mi piacerebbe fare la scelta più giusta possibile per valorizzare l’inglese imparato finora, cercando di fare meno errori possibili anche per non dover cambiare poi il secondo anno quando già c’è stato “lo stress” dell’entrare in una scuola nuova e dover cominciare tutto da capo.
Fermo restando che in alcune scuole citate sopra non ci sarebbe più la possibilità di introdurli entrambi (e dividerli mi spiace, oltre che essere scomodo), sto valutando l’International school of Milan, la MIle Bilingual school (Les Galipettes) e la Montessori bilingue. Sulle ultime due c’è qualche esperienza?
Margherita mi puoi dire in che senso ti hanno parlato male dell’International?
Valentina2…forse parli della Flag a Pavia? I miei bambini hanno fatto lì il nido ela materna, ma un loro amichetto che ora è in seconda elementare in effetti ci dice che alle elementary l’inglese è molto meno che al KG, solo alcune materie ed il resto in italiano…Mi sai dire qualcosa di più?
icosof says
c’è qualcuno???
R says
Io mando i miei ad una scuola bilingue di Milano (non da te nominata) e sono certa che nella mia non ci siano possibilità a questo punto dell’anno.
Scusa la sincerità ma se fossi in te, senza perdere altro tempo, correrei in tutte e tre, cercando di farmi mettere in lista di attesa in ognuna di esse.
Aggiungo che tanto troverai sempre pareri discordanti tra le mamme. Ho diverse amiche con figli all’International e si dichiarano tutte contentissime. Vicecersa nella mia scuola ci sono bimbi che sono “fuggiti” dall’International. E’ tutto molto relativo. Tempus fugit…… corri se ci tieni
icosof says
Ciao R, grazie del riscontro. Infatti mi sto muovendo in tutte queste scuole di cui parlavo e alla SJHS solo per il grande. Per le bilingui non citate mi ero interessata anche alla ST. Louis, ma non c’è posto (è magari la tua?) e alla Andresen (idem come prima).
Posso invece chiederti in che senso alcuni sono fuggiti dall’International? A me x ora interessa più il discorso linguistico che quello del rendimento scolastico e vorrei capire a quale di questi due punti ti riferisco…o magari ad altro. Ma potresti essere più esplicita?
R says
Sono andati via per episodi di bullismo.
Sull’inglese ognuno ti dirà che nella sua scuola è il top. Secondo me vanno bene tutte (bilingue compresa) se la prospettiva è quella italiana o chissà; viceversa la prospettiva è a breve termine internazionale o anglofona senza dubbio l’American (nonostante i costi).
Anna says
Sono in ISM, medie, e ho saputo di un solo episodio di bullismo, purtroppo i bulli esistono ovunque ma dire genericamente episodi di bullismo sembra parli di una scuola di pessima fama e cosî non é. È non parlo per sentito dire da amici ma perché mio figlio la frequenta. La scuola é ottima, l’insegnamento ricco e stimolante i prof appassionati………tu parli di ISM Middle?
icosof says
Il mio punto di vista è crescere dei bimbi cittadini del mondo…che non si sentano inadeguati in qualunque ambito e nazione volgiano un domani cimentarsi e vivere.
Quello che sento sull’ASM è anche un discorso di ambiente estremamente competitivo come d’altronde è la società americana, che per un verso sarebbe andato bene per me se ai miei tempi ne avessi avuto l’occasione e potrebbe andare bene per la bambina…ma assolutamente non sarebbe l’ambiente più adatto per il mio figlio maggiore, che è molto poco competitivo e non dà il meglio di se proprio in queste situazioni. Ho paura che un ambiente del genere gli darebbe la mazzata finale!
Invece ribadisco l’importanza di un esposizione alla cultra della scuola di tipo anglosassone (competizione a parte) e alla possibilità che i bimbi parlino ed interagiscano prevalentemente in inglese, proprio per non farglielo affrontare come materia scolastica, ma come una seconda lingua in cui esprimersi a proprio agio.
Parlando di bullismo immagino tu ti riferisca a classi di adolescenti e non all’ambiente della scuola primaria.
Laura says
Penserete che io sia un agente provocatore. Credo sia impossibile (e comunque anche questo confronto avrebbe dei limiti) ma mi piacerebbe proprio poter mettere a confronto i risultati dei test Invalsi di alcune scuole pubbliche milanesi (io almeno sono a Milano e parlo delle migliori) con le performance di alcune di queste mono o bilingui. Secondo me ci sarebbero delle sorprese. Ho una collega con i figli in una delle scuole sopra nominate che ha ammesso che le ultime prove Invalsi hanno visto la propria scuola al di sotto della media cittadina. Era un po’ imbarazzata, ma, in fondo, mi ha detto, con tutte le attività che fanno magari è pure normale restare indietro in qualcosa. Scusate, le prove Invalsi dovrebbero misurare capacità di scrittura e di analisi logico-matematica. Se si va male ma si fa piscina, palestra e arte, a mio avviso non ne vale la spesa. Anche io ne ho girate parecchie di queste scuole quest’inverno, per poi decidere di non iscrivervi mio figlio, per ora. Sono bellissime, esci con l’invidia nel cuore e sogni tuo figlio con la divisa che si avvia felice per il vialetto. Le ritengo un’ottima opportunità (sulla carta). Io stessa parlo inglese con lui e ho studiato in lingua all’università e all’estero.
Ma dove è il cosmopolitismo di queste scuole? Ho conosciuto diverse mamme di bambini che le frequentano. Molti di questi genitori parlano poco e male l’inglese, la lingua la delegano e non la vivono e in alcuni discorsi, quando vien meno il politically correct, sono soprattutto molto sollevati nell’aver investito in una scuola che non ha extracomunitari (poveri) e disabili che rallentano il programma. Continuo a pensare che un ambiente snob e monoreddito (alto o altissimo), mamme armate di Hogan e Vuitton e tanto autocompiacimento nel delegare piscina, palestra, musica e quant’altro alla scuola senza chiedere neppure cosa il proprio figlio voglia fare, non siano obbligatoriamente una marcia in più. Quando si ha la lavagna luminosa in prima elementare, la gita d’istruzione in California in 4° e la vita è tutto un crescendo rossiniano, in teoria stiamo dando il massimo ai nostri figli. Però, io ho studiato inglese tanto e bene…per passione. Perchè l’ho scelto io e l’ho voluto. Non ho fatto altrettanto con il francese o lo spagnolo… con la musica o l’arte…Voglio dire, nella pratica, questi bambini non hanno nulla da sudarsi. Non devono scegliersi che sport fare o a quale disciplina dedicarsi perchè hanno tutto a disposizione. Ed è quello che mi ha fatto desistere, per ora. Ho ancora tempo per la prima elementare anche se, lo so, mi devo mettere in lista anni prima….anche questa roba delle liste poi…aumentassero le classi……
Non so, a me si è inoculato questo dubbio…
icosof says
“…Ho una collega con i figli in una delle scuole sopra nominate che ha ammesso che le ultime prove Invalsi hanno visto la propria scuola al di sotto della media cittadina…”
Scusa Laura, ma potresti fare il nome della scuola di cui parli, in modo che le informazioni possano essere utili per tutte le mamme che cercano di destreggiarsi in questo ambito? Io non credo che una scuola si equivalga con l’altra. Almeno per quelle cho ho visitato io ho visto alcune notevoli differenze e mi sarebbe utile per tirare alla fine le somme e decidere al meglio con le informazioni a disposizione.
Bilingue Per Gioco says
No per favore, qui non pubblichiamo “fatti” che possano nuocere per “sentito dire”.
L.
icosof says
scusa…allora vorrei chiedere a Laura se mi potesse contattare via email o sms…questo è possibile?
Bilingue Per Gioco says
no, mi spiace… se no il blog viene usato come un forum. L.
Mirella says
Ho sempre sentito parlare male dell’International ma l’anno scorso ho voluto farmi un idea mia toccando con mano.
La mia vicina di casa ha un bimbo più grande di un anno del mio che appunto la frequenta e le ho chiesto se perfavore mi faceva vedere i compiti e lavori fatti da suo figlio in 1ma elementare.
Oggettivamente sull’inglese del bimbo non ho trovato nulla da dire. Settimana dopo settimana si vedevano i miglioramenti sia nello spelling che nella proprietà di linguaggio e l’accrescimento del vocabolario.
Il neo era la matematica. Avevano fatto davvero poco esercizio.
Questa per me e’ una valutazione oggettiva anche se poi ricaschiamo subito nella soggettività se consideriamo l’attitudine e capacita’ del bambino in questione che mi sa essere davvero sveglio.
Mio figlio che va adesso verso la fine della 1ma elementare in una scuola bilingue di Milano ha un inglese sicuramente più mediocre.
Laura says
Non faccio apposta il nome di alcuna scuola (sebbene ciascuna di voi si sia più o meno sbilanciata su opinioni anche “dure”, giustamente, su questa o quella struttura) proprio perchè riportavo una conversazione avuta con una mamma e poi ricostruivo delle impressioni e una riflessione che a me è scaturita (e non pretendo sia condivisa). Però magari qualcuna di voi qualche perplessità sul non poter fare a meno della super scuola british ce l’ha. Boh..Sorrido però dell’angoscia con cui per mesi ci siamo tutte dimenate a visitare come comitive di turisti questa o quella scuola, ci hanno fatto vedere le palestre più ampie, i laboratori da piccolo chimico, le aule coloratissime e senza un chewin gum appiccicato sotto il banco…poi qualche mamma si lascia sfuggire che i test non sono in linea e altri scappano dal bullismo. Alla fine, ognuno faccia le sue scelte, si fidi “a pelle”, ma troppe paturnie mentali non fanno bene. Alla fine, se un figlio vuole studiare lo fa lo stesso (si impara la chimica a prescindere dal laboratorio da piccola madame Curie, se hai un buon insegnante o passione). A chi “con la morte del cuore” rinuncia perchè economicamente non ce la fa, perchè le ha lontane da casa o perchè, come me, si pone un dubbio di approccio educativo alla vita che si respira in determinati ambienti, dico solo che, come ci insegnano Letizia e Bilingue per gioco, ci sono mille modi per crescere cosmopoliti e le scuole possono aiutare, ma non sono tutto. E comunque vanno valutate in base alle proprie necessità, perchè quella perfetta non esiste. 🙂
olivia says
Ciao a tutte, ho un bimbo che frequenta l’asilo alla Bes. Sono abbastanza interdetta e vorrei parlare con chi frequenta questa scuola. Io trovo molta sciatteria e tanto fumo. Abbiamo iscritto il piccolo soprattutto perché sia in un ambiente sereno, sia seguito….L’inglese è importante, ma il suo benessere viene prima. In realtà ho la sensazione che a tutto pensino tranne che ai bambini e al loro sviluppo emotivo. E’ così anche per altre mamme? Qualcuna sa dirmi cosa ne pensa? Vorrei capire, prima di continuare in una scelta sbagliata….Grazie a tutte
Bilingue Per Gioco says
Olivia,
perchè fare una domanda simile sul blog invece di parlarne con le mamme dei compagni di tuo figlio? Loro che ne pensano?
L.
olivia says
Beh, la domanda nasce dal desiderio di avere informazioni che vadano al di là della mia classe, evidentemente. Le mamme con le quali mi sono confrontata mettono infatti la lingua al primo posto. E tutto il resto passa in secondo piano. Intendo l’attenzione allo sviluppo emotivo, la serenità….Ho letto il blog e ho visto che ci si confrontava molto tra mamme (interessate al bilinguismo) su questo tema. Dunque la domanda mi sembrava più che lecita.
Puca says
Ciao Olivia,
Leggo adesso il tuo post. Ho un bimbo che conclude quest’anno la prima elementare della BES, purtroppo, avendo già pagato la prima rata per l’anno prossimo, dovrà frequentare anche la 2a … sight!! non vedo l’ora di trovare un’altra scuola perché né ho abbastanza di essere presa in giro, vediamo perché:
1) Sono totalmente disorganizzati soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni di natura didattica scuola/famiglia. Spesso devo far ricorso ad altre mamme per ottenere delle info (mamme che possono permettersi di essere fisicamente presenti nei locali della scuola in qualsiasi orario…. io non posso perché lavoro). Premetto che, al contrario, le comunicazioni di richiesta contributi economici per beneficienza, eventi vari sono sempre puntuali e trasparenti.
2) Dal punto di vista didattico, sono molto delusa. In particolare per l’italiano, non ho riscontrato miglioramenti in lettura e scrittura rispetto all’inizio dell’anno. Mio figlio continua a fare gli stessi errori e non ho mai visto alcun segno di correzione sui quaderni da parte dell’insegnante.
3) Enorme delusione sulle uscite didattiche. Pochissime, e quelle poche pagate a costo esorbitante! sognavo percorsi didattici nelle fattorie o altre realtà costruttive … invece niente!!
4) Ho l’impressione che le rette sempre più salate siano giustificate più dal nome/fama della scuola che dalla presenza di percorsi didattici che garantiscano una adeguata preparazione dei ragazzi. Insomma con quello che si paga, considero scontato che la preparazione dei bambini sia proporzionalmente superiore rispetto all’offerta di una scuola pubblica …. altrimenti il gioco non vale la candela!!
5) Sono sempre più insofferente alle discriminazioni che gli insegnanti ed il corpo della scuola effettuano nei confronti dei bambini … è diventato ormai troppo palese l’occhio di riguardo che si ha nei confronti degli alunni dei genitori più benestanti/influenti …. mi sfibra quando mio figlio mi dice che quell’amichetto ha avuto il premio non perché è stato bravo ma perché ha i soldi … spero che siano stati episodi isolati ma comunque l’impostazione che con i soldi si ottiene tutto non è certamente il tipo di insegnamento che desidero per i miei figli.
Insomma dopo 3 anni di BAPS e 1 di BES, ammetto di essere stanca di pagare un salasso per avere la mia dose quotidiana di incavolature per le inadeguatezze gestionali della scuola e in più con il dubbio che la preparazione impartita ai ragazzi non sia neanche di livello soddisfacente.
olivia says
Cara Puca, è un sollievo (si fa per dire) leggere le tue parole perché corrispondono in tutto e per tutto a quello che ora, dopo un anno, penso anche io. Soldi soldi soldi. Il problema è che l’inglese imparato per bene (ma sarà così?) continua a bisbigliarmi che devo resistere. Io però nel corso dei prossimi mesi ho intenzinoe di applicarmi per bene e capire se e quanto vale la pena tutto questo. Tu resisti, e poi…scappa via!!
maria says
ciao,
sono una mamma di 2 bambini (2 e 4 anni), sono entrambi nati in UK ma da circa 1 anno e mezzo ci siamo trasferiti a Milano ed ora frequentano un’asilo inglese…..vorrei iscriverli per il prossimo anno in una scuola internazionale/bilingue ma sono veramente dubbiosa….
Secondo voi non e’ piu’ consistente avere una tata madrelingua che giochi con loro tutti i giorni qualche ora e che li obbighi a praticare l’inglese?
In queste scuole super care e’ pieno di bimbi italiani e tra loro parlano e giocano in italiano…. quanto possono imparare?
Mio figlio piu’grande quando siamo rientrati in Italia era bilingue, ora nonostante gli sforzi, la scuola inglese, i cartoni in madrelingua, etc…. anche la pronuncia si e’ italianizzata.
Che consigliate? ma dove si possono trovare tate brave????
grazie
Valentina2 says
Ciao Maria,
una mia amica ha fatto come vuoi fare tu, ha preso una babysitter madrelingua inglese, ma poi si è resa conto che suo figlio praticamente tra scuola, attività sportive e festicciole non è mai a casa con la baby sitter, salvo la sera…
Leggi anche il mio post del 23 gennaio, anche io credevo che TV e un po’ di inglese parlato in famiglia fosse sufficiente a mantenere la lingua, ma non è così.
C’è anche da dire che a scuola non imparano solo una lingua, ma stanno a contatto con una cultura, un metodo di studio, un modo di pensare e di ragionare completamente diverso dal nostro e sotto diversi aspetti molto più avanzato.
Io mi sto svenando, ma voglio continuare sulla strada delle scuole inglesi (e non bilingue, che spesso sono scuole italiane camuffate…).
Una domanda: come mai non sei rimasta in UK? Stai meglio adesso o stavi meglio prima?
Ciao!
Alessandra says
Io andro’ in controtendenza ma vorrei iscrivere mio figlio alla scuola francese Stendhal. Ho studiato a mia volta alla scuola francese a Napoli e mi sono trovata molto bene. Qualcuno ha qualche esperienza diretta o indiretta da raccontarmi?
Grazie
Mirella says
Alessandra, la baby sitter di mio figlio si è diplomata lì l’anno scorso. Ne ha sempre parlato bene. Per quel che sò è forse l’unica scuola internazionale ad avere una presenza francese del 70%. Non ho però mai avuto modo di testare la sua preparazione accademica …
Nicoletta says
Una precisazione sull’ ISM (International School of Milan): a differenza delle scuole bilingue, la ISM ha 6 anni di elementari, quindi per confrontare i lavori di due bambini, uno ISM e uno ad esempio BAPS, dovete prenderne uno di grade2 all ISM e uno di prima della BAPS. Forse anche per questo motivo la matematica risultava non soddisfacente (grade 1 sarebbe l ultimo anno di materna, non si effettua ancora il programma di, non so, matematica dellea prima elementare!)
Mirella says
Ciao Nicoletta,
la valutazione che avevo fatto era corretta tra le classi. Mio figlio era in 1ma elementare alla BES ed i quaderni del bambino ISM di cui ho parlato erano della sua Y2. La classificazione a cui accenni non é specifica della ISM ma adottata anche dalla Sir James e St. Luis essendo la stessa usata da tutte le scuole britanniche. Quindi confermo matematica molto poca, peraltro ne ha fatta poi poca anche il mio alla BES.
Certamente non posso metterla a confronto con quella che sta facendo quest’anno in ASM, che è invece davvero tanta. Siamo passati da un estremo all’altro ma personalmente preferisco così.
Elisabetta C. says
A tutte le milanesi:
tempo fa ho trovato questo articolo in rete che parla delle scuole internazionali di Milano e in particolare della ISM
Magari vi interessa
Speriamo che il link funzioni!
http://www.mi.camcom.it/c/document_library/get_file?uuid=b74d0806-e27f-4243-8c3c-04d62435c013&groupId=10157
ciao
Elisabetta C.
Anna says
Come si fa a confrontare i test invalsi con gli isa??? Le due scuole, italiana e internazionale hanno programmi didattici completamente differenti……far fare gli invalsi a un bambino che segue il baccalaureato é come far fare un test in inglese a un bambino della scuola italiana……andiamo! Inoltre in questo blog purtroppo c’é troppa gente che parla per sentito dire. Le informazioni sono utili se sono corrette e queste ultime arrivano solo con l’esperienza…….non vi fidate dei giudizi che citano “un amico mi ha detto”…….
Mirella says
Sono d’accordo. Non ha senso.
Cosima says
Ho letto lo scritto di Monica e mi interesserebbe sapere tramite quali canali e fonti ha trovato la baby sitter madrelingua inglese che anch’io cerco. grazie mille
mary says
salve a tutte, leggendo tra i vostri commenti mi è sorto un dubbio: se le scuole “normali italiane” seguono le leggi italiane, allora le scuole internazionali (mettiamo ad esempio quella inglese) seguono le leggi sull’istruzione inglesi????e quelle bilingui invece?
scusate ma la domanda sorge spontanea!:)
Elisabetta C. says
Dipende quali norme, ossia a quali fini.
Ad esempio: in tema di sicurezza, tutte le scuole che stanno sul territorio italiano devono seguire la normativa sulla sicurezza italiana.
Riguardo ai curricula (ossia ai programmi) le scuole pubbliche italiane e le scuole paritarie (o paraificate che dir si voglia) seguono le norme italiane e le disposizioni del MIUR (http://www.istruzione.it/), le altre seguono le indicazioni dei Ministeri dei paesi di origine. E’ chiaro?
ciaoi
Elisabetta C.
mary says
chiaro!:)
ma quindi le scuole bilingue (italiano-inglese) E internazionali (inglese) seguono i programmi dei Ministeri inglesi? questo significa che il numero delle ore in classe, la scelta degli insegnanti, cosa mettere nel programma ..ecc ecc.. vengono da norme inglesi?( dove si possono trovare queste norme?)
e poi un’ultima domanda… esiste una norma generale che indichi alla scuola quelli che devono essere i requisiti per definirla una scuola bilingue e internazionale? perchè leggendo tra i vari post mi è sembrato di capire che molte scuole bilingue si spacciano per tali pur non essendole realmente (dedicano per esempio all’insegnamento della lingua inglese solo poche ore alla settimana)..
insomma in poche parole..dove posso trovare I “principi generali” che devono soddisfare le scuole bilingue/internazionali?
scusate le mille domande..ma sto cercando di farmi un’idea più chiara sull’argomento:)
Elisabetta says
Vedi l’altra mia risposta. Comunque non esiste una definizione giuridica di scuola bilingue. Le scuole internazionali seguono normative de propri paesi di origine ma queste possono essere dettagliate o meno, quindi dipenden dalla legislazione in tema di istruzione di ciascun paese. Sul tema puoi cominciare a farti un’idea con wikipedia più guardando i vari departmente of education, dell’UK e degli USA.
Elisabetta C.
Anna says
Ciao, le scuole internazionali seguono il programma formativo Ib, puoi trovare tutto il programma, dalla materna ai licei sul sito http://www.ib.org che spiega dettagliatamente le mission e gli obiettivi pedagogici. Le scuole che rilasciano i diplomi in inoltre hanno programmi unificati in tutto il mondo ed i loro diplomi sono universalmente riconosciuti per l’accesso a qualsiasi universitá nel mondo
sabrina says
Ciao a tutte! Mi sono imbattuta per caso in questo sito e l’ho trovato molto utile. Ho bisogno del vostro aiuto. Sono la mamma di un bimbo (Nicolò) che a febbraio del prossimo anno compirà due anni e sto pensando a quale scelta fare per la scuola materna. Vorrei iscriverlo alla scuola materna “La coccinella” (qualcuno la conosce? mi sa dare la propria opinione?) in modo che inizi a sentire e spero parlare l’inglese, evitandogli tutte le difficoltà che io ho incontrato,imparandolo da adulta. Questo perchè io sono la classica studentessa italiana di un tempo (ho 43 anni) che ha dovuto imparare l’inglese per lavoro, con tutto lo sforzo,la fatica ed anche la delusione (mi sento sempre inadeguata quando lo parlo) di chi lo studia a scuola, ma poi quando lo deve parlare veramente si rende conto che la scuola italiana era e,probabilmente lo è tuttora, assolutamente inadeguata al riguardo. Da qui il mio dilemma, in parte incoraggiato da quanto letto su questo forum: inizio con la scuola materna e poi? a quale scuola elementare posso mandarlo? avevo pensato il percorso BAS/BES ma le opinioni che ho qui letto sono contrastanti. Vorrei che Nicolò sapesse l’inglese, ma contestualmente si esprimesse con proprietà di linguaggio nella sua lingua madre (vorrei che i congiuntivi non fossero un’opzione). Che cosa mi consigliate? Gli faccio frequentare l’asilo in inglese, poi la scuola italiana facendogli fare un corso di inglese (non mi convince)? la scuola bilingue (ma saprà bene anche l’italiano o, alla fine, saprà in modo inadeguato sia l’italiano che l’inglese?) la scuola inglese (quale). ho tante domande e poche risposte, potreste dirmi le vostre esperienze in modo che riesca ad avere le idee più chiare. Grazie molte. buon pomeriggio. Sabrina
Francesco says
Gent. ma Sig. Sabrina,
per quel che può valere, le descrivo la mia esperienza. Preciso subito che le posso parlare, spero in modo a lei utile, di scuola internazionale, non di scuola internazionale a Milano, perchè viviamo a Venezia: non posso quindi entrar nel merito di prezzi, logistica e qualità di istituti milanesi.
Altra precisazione, col sorriso: chi mi conosce, dice che parlare di queste cose con me è come parlare della sharia col mullah Omar, quindi prenda con beneficio del dubbio quel che le dico.
Sono babbo di due gemellini, maschio e femmina, che frequentano la Second Primary alla International School of Venice, e sono lì iscritti dalla Nursery One, ovvero dai due anni e mezzo (praticamente, appena tolto il pannolotto…): in quella scuola c’è fino alla Third Middle, ovvero terza media, poi a Padova c’è il liceo internazionale, sempre in lingua inglese, che è uno dei sedici (sì, solo sedici) istituti superiori italiani certificati International Baccalaureate, e se Dio vorrà quello sarà il loro percorso. Poi sono maggiorenni, e dipenderà da loro, ma università buone in lingua inglese (da noi: Bocconi e Politecnico) ce ne sono molte.
Quindi, la scuola pubblica italiana, per il momento (mai dire mai, mai dire sempre), non è una opzione che ci interessi. Io ho fatto il classico, che giudico la scuola più inutile e pretenziosa dell’universo, e non lo consiglio a nessuno.
Perchè questo? Due dati statistici dal mercato del lavoro: stipendio medio dei neolaureati nel Triveneto a tre anni dalla laurea, € 756 mese (ISTAT); stipendio medio nazionale € 1285 mese (ISTAT). Sono dati medi: nella mia città è normale che una laureata, con l’etichetta di “stage”, si senta proporre di fare la commessa per 40 ore la settimana, incluso fine settimana, per € 300 al mese. E che accetti.
Ecco, io non vorrei che questo fosse il futuro dei miei figli, e per quello che posso voglio offrir loro lo strumento per scegliere altro. E non creda a che le dice che l’inglese si può sempre imparare. Non è vero. Io lo ho imparato da solo, al classico non ci si sporcavano le mani oltre il secondo anno, e a livello scritto e di lettura conosco espressioni che non conoscono le insegnanti madrelingua dei miei figli, ma… quando parla un madrelingua, capisco il 30/40%, ossia troppo poco per qualunque lavoro qualificato. Un neuropsichiatra mi ha spiegato che è questione di neuroni: se non cominci prima dei tre anni, si plasmano in un modo differente, e ti saluto.
Quindi, il mio consiglio è: scuola internazionale da subito, e non si preoccupi dei congiuntivi, della cultura classica e di tutte le pinzellacchere di questo genere (comunque, i miei figli che fanno italiano come prima lingua straniera lo studiano più seriamente che altrove). Già adesso, uscire dalla scuola pubblica italiana e trovarsi sul mercato del lavoro è come affrontare i panzer con la cavalleria: la storia sa come è finita. Se vuole maggiori informazioni, mi scriva qui e vedrò di risponderle.
Cordiali saluti e in bocca al lupo. Francesco
Bilingue Per Gioco says
Francesco,
ti ringrazio di aver condiviso la tua esperienza. Nello spirito della condivisione e dello scambio, senza la pretesa che nessuno di noi abbia la risposta giusta, ma solo opinioni diverse, devo dire di non essere molto d’accordo.
Io, pur promuovendo con tutte le mie forze l’apprendimento delle lingue straniere, trovo il classico la scuola più bella, e utile, che ci sia, continuerei a consigliarla e confermo che la lingua la si può perfezionare anche dopo, certo non rimanendo in Italia ma facendo la valigia.
A mio parere poi è comunque importante che una persona sia in grado di leggere e scrivere correttamente, e aggiungerei fluentemente ed elegantemente, nella propria lingua madre. O meglio, per essere più precisa, io non me la sentirei di privare mio figlio di questo elemento, avere una lingua che è sua al 100%. Per questo trovo le scuole internazionali una scelta un po’ rischiosa.
Sarebbe interessante avere accesso a dati e ricerche in merito… Se qualcuno ne ha le condivida per favore.
Il discorso del mercato del lavoro vale, ma secondo me fino ad un certo punto, sul mercato del lavoro è importante sapere bene, anche molto bene l’Inglese, non è indispensabile sapere male la propria lingua per accedere a questo livello.
L.
R. says
Caro Francesco,
capisco la tua posizione, ma non la condivido.
Sono convinta che l’inglese sia importante, ma non mi focalizzerei solo su quest’aspetto nella “formazione culturale” dei figli.
Sono una docente universitaria e devo dirti che i migliori studenti che ho incontrato negli ultimi 15 anni vengono tutti dal liceo classico e tutti da licei pubblici (neppure una privata…)
Non insegno una materia scientifica (ma neanche lettere), quindi posso immaginare che molti dello scientifico preferiscano altre strade….
Per i miei figli ho scelto un percorso bilingue (in realtà plurilingue) per le elementari e forse per le medie. Se i miei figli saranno in grado (perchè dopo otti anni di scuola privata non è detto), al liceo andranno in una scuola pubblica.
Condivido la frustrazione per l’inglese imparato da adulti, ma io dopo venti anni ancora non mi arrendo e oggi ho fatto conversazione con l’ English teacher proprio per migliorarmi.
Un abbraccio
Francesco says
Gent.ma Dottt.Quaranta,
una critica cortese e argomentata come la sua richiede una risposta altrettanto cortese e argomentata, che provo a darle.
Nel merito. Non so, e vorrei sapere, perchè lei definisca,mi pare in generale, le scuole internazionali una scelta “rischiosa”. Il mio giudizio si basa sull’esperienza della International di Venezia, cui sono iscritti i miei bimbi, e sulle informazioni, abbastanza approfondite, che abbiamo raccolto, con visite personali e colloqui con amici con figli ivi iscritti, sulle altre scuole internazionali della zona, ovvero la European di Venezia, la Villa Grimani e la Forcellini di Padova e la International di Treviso. La valutazione è molto positiva: l’anno scorso, per darle un’idea, il programma di italiano ha compreso tutto quello che io, ai tempi, avevo fatto in prima. Naturalmente, è richiesto un serio lavoro a casa, e riconosco che, per chi non ha tempo,può essere un problema. Il termine di confronto sono le scuole pubbliche della zona, conosciute sempre tramite il racconto di amici;in più, un familiare stretto ha insegnato alle elementari statali sino ad epoca relativamente recente, e ci può consigliare in modo tecnico. Il risultato del confronto è poi, per così dire, tennistico a favore della scuola internazionale…
Naturalmente, si tratta di un giudizio condizionato dalle circostanze: non faccio fatica a immaginare che altrove le cose possano andare diversamente, e vi siano scuole internazionali poco serie. Il dato per cui il nostro Paese è particolarmente carente nella conoscenza delle lingue straniere è però confermato anche da statistiche internazionali, e nel nostro piccolo ce ne siamo accorti andando in vacanza all’estero.E’ comunissimo imbattersi in bambini francesi, tedeschi, belgi, greci (in Grecia l’inglese è insegnato alle scuole pubbliche sin dall’asilo) che padroneggiano benissimo l’inglese, mentre ciò non avviene pressochè mai per gli alunni delle scuole pubbliche italiane.
Circa la necessità di cominciare prima dei tre anni per padroneggiare alla perfezione una lingua, ho invece un conforto scientifico, dato che prima di iscrivere i miei figlioli mi sono rivolto ad un neuropsichiatra infantile di Udine, conosciuto tramite il locale istituto “La Nostra Famiglia”, con cui ho avuto l’onore di collaborare professionalmente: se mi contatta in privato (ha la mia mail ) posso esserle più preciso, ma in linea di principio chiunque faccia loro la stessa domanda avrà questa risposta, con buona pace dei corsi per adulti.
Da ultimo, il mio giudizio negativo sul liceo classico è fondato sia su ragioni di principio, relative ai programmi, che giudico anacronistici, sia sul modo concreto, scientificamente poco serio, in cui tali programmi, negli istituti da me conosciuti, viene svolto. Potremmo parlarne a lungo, e se vuole io sono disponibile, ma ho paura che usciremmo dall’argomento del suo pregevole sito.
Cordialmente,Francesco
Bilingue Per Gioco says
Francesco,
io ho sentito di diverse scuole internazionali in cui i bambini escono senza saper scrivere correttamente in Italiano, e non per poca serietà della scuola, ma perchè da programma l’Italiano è una lingua straniera, se questo non avviene nella vostra scuola tanto meglio, e complimenti alla scuola. Quanto al resto, non mi deve convincere dei benefici dell’apprendimento delle lingue nella prima infanzia, sfonda una porta aperta. Il punto è che le scelte educative sono sempre scelte di compromesso, tutte. La scuola perfetta e ideale sotto tutti i punti di vista non esiste, ognuno quindi decide in base alle proprie priorità a cosa può rinunciare.
Letizia
luisa says
care mamme e papa’ mi inserisco in questo interessante scambio di opinioni sulle scuola internazionali, noi abbiamo 2 figli di 15 anni che hanno sempre frequentato lle scuole in inglese perche’ viviamo all’estero da 20 anni (Tokyo, Belgrado, Budapest) e il nostro cruccio e ‘ che la loro cultura sia limitata perche’ oggettivamente in queste scuole in inglese internazionali si impara in modo diverso rispetto alle nostre scuole italiane tradizionali che secondo il parere mio e di mio marito offrono 1 offerta di formazione culturale molto piu’ ampia e approfondita di grande valore (quando si tratta di buone scuole). I nostri figli sono naturalmente bilingui ma parlare l’inglese non e’ tutto. E anche se fino all’esame di terza media li abbiamo fatto studiare e passare ogni anno l’esame alle scuole statali la loro formazione e’ di meno ampio respiro a nostro parere. Le linque si imparano in ogni momento. Stiamo quindi pensando di rientrare in Italia proprio per fare frequentare ai nostri figli almeno gli ultimi anni di liceo in Italia, o magari pensavamo ad una buona scuola bilingue. Avete dei consigli da darci su Milano? grazie mille, Luisa
Bilingue Per Gioco says
Luisa,
ciao, io non ho consigli su Milano ma trovo il tuo commento interessante.
Purtroppo la perfezione non esiste, ogni scuola ha un suo taglio e predilige alcuni aspetti trascurandone altri.
La fortuna è che la scuola non detiene il monopolio della (in)formazione, soprattutto oggi, e ci sono mille strumenti per approfondire un aspetto o l’altro della propria formazione. Basta avere imparato a ragionare con la propria testa (questo sì elemento imprescindibile) e avere curiosità.
Ciao,
Letizia
Mirella says
Ciao Sabrina,
io sono assolutamente daccordo con Francesco.
Se puoi permettertelo lascia perdere BAPS/BES e tutte le scuole bilingui o presunte tali e punta sulle internazionali. Il bilinguismo vero vivendo in Italia lo ottieni solo contrapponendo ad una lingua prioritaria un altra lingua con quanta piú forza è possibile. Tuo figlio l’inglese lo imparerá certamente se questo è ció che vuoi, ma il bilinguismo vero dipenderá dalla sua scuola e personalmente se devo scegliere anche noi preferiamo che nostro figlio impari bene l’inglese, l’italiano serve a niente giá oggi e un domani ancora meno. Ma presta anche attenzione alla qualità della scuola che prendi perchè i nostri ragazzi si scontreranno con un esercito di asiatici che si stanno facendo il mazzo sui libri e con cui i nostri si scontreranno per accedere alle università migliori e per i posti di lavoro migliori.
sabrina says
Grazie molte a Francesco, a Mirella e a tutti coloro che, raccontando la propria esperienza, mi hanno dato spunti di riflessione. Confesso,però (ahimè,saranno le mie lontane origini montanare) che,pur convinta di scegliere una scuola internazionale che consenta a mio figlio di sviluppare una mente aperta, ho sempre forte il retropensiero di non negargli la possibilità di conoscere in modo adeguato anche la cultura della sua patria (suona un pò patriottico, lo so ma non lo vuole essere. desidero solo che questo mio desiderio di dargli una chance in più per quando sarà un uomo, non gli limiti la conoscenza della sua cultura madre).
Anna says
Ciao, tieni presente che in due anni di una buona scuola internazione tuo figlio parlerá l’inglese con la velocitá, la ricchezza di linguaggio e l’accento madrelingua…….hai tanto, tanto tempo davanti per insegnarglielo. Le basi italiane al contrario soprattutto per la grammatica sono tutt’altra cosa. Ovvio che la scelta migliore la farete voi valutando tante cose…..
danieleLLL says
Sono il papà di due bimbi di cui uno frequenta la International School di Treviso. Sono pienamente d’accordo con Francesco. Io ho fatto il liceo scientifico, tra l’altro in una scuola molto rigida e seria che anche oggi nei test PISA ha risultati superiori alle scuole finlandesi. Mio figlio spero continui dopo le medie o in un liceo statale (possibilmente scientifico) o la scuola IB di Padova. Ma per l’ambiente, la serietà e la felicità con cui il mio bimbo e i figli dei miei amici vanno alla International, per me non c’è confronto. Anche i risultati scolastici dei ragazzi che dopo le medie sono passati a licei e università italiane sembrano ottimi. Del resto fanno più ore di italiano alla International che alla scuola pubblica. La differenza però è l’approccio, completamente differente. Nelle scuole pubbliche sembra di essere in una piccola fabbrica, con i bimbi seduti che devono ascoltare, alla International sono stimolati alla critica e alla ricerca.
Anch’io sono bilingue (non inglese) perché mia mamma è straniera ma vedo che ancora oggi la lingua straniera è insegnata con metodi che impediscono di impararla . Anche nei licei, questi prof così concentrati nella grammatica e nella letteratura che alla fine la lingua non la insegnano. I ragazzi imparano a memoria le risposte in inglese ma una seria conversazione non la sanno fare.
Tra l’altro le rette a Treviso sono molto più basse delle scuole di Milano . Ero residente a Milano e avevo fatto delle ricerche e colloqui.
Francesco L. says
sono padre di una ragazzina di 12 che frequenta una scuola inglese. Condivido con voi alcune osservazioni in modo schematico e, spero, conciso.
Molti sono portati a scegliere una scuola internazionale per dare la possibilità di apprendere l’inglese ai propri figli. L’inglesità della scuola è per questi genitori un indice importante. La presenza di bambini e ragazzi stranieri un indice di bontà. Vorrei mettere in guardia i genitori di non scegliere una scuola straniera o biligue per la lingua, ma per tutta l’offerta formativa. Ci sono scuole inglesi che mettono a serio rischio la preparazione dei ragazzi che poi scontano da adolescenti o studenti universitari.
L’inglese (o altra lingua). I figli di genitori italiani messi in una scuola inglese in Italia non sapranno mai l’inglese come i coetanei angloamericani, e corrono il rischio di sentirsi inadeguati quando arrivano a 12-13 anni. Sapranno bene l’inglese, ma saranno persone che parleranno un inglese comunque non nativo. A peggiorare la cosa è che anche l’italiano rischia di essere non nativo. Non c’è nulla di più rischioso di avere un ragazzino che si sente insicuro con la propria lingua (inglese o italiano che sia). A meno che non siate sicuri che vs figlio avrà un futuro nelle scienze o nella tecnologia, ciò potrebbe essere un danno che costerà caro rimediare.
Scegliere tra scuole internazionali. Non tutte le scuole sono uguali e sopratutto molte scuole sanno che i genitori si accontentano di vedere insegnanti madrelingua. Tutto il resto è lasciato al caso. Molti genitori infatti giudicano la qualità della scuola dalla presenza più o meno significativa di studenti inglesi o americani, o comunque internazionali. Mentre per gli stranieri l’obiettivo è limitare i danni dalla presenza in una città italiana in termini di prospettive scolastiche, per un italiano che intende completare tutti gli studi, questo potrebbe essere un suicidio didattico. Criteri di qualità: controllare i test rispetto al curriculum di riferimento, ad esempio il numero di corsi disponibili, i risultati IB o A level o AP o IGCSE, etc. (ovviamente, siccome i genitori di queste scuole sono facoltosi, non devono confrontarsi con la media inglese o americana, quindi vanno scelte delle scuole di riferimento in USA o UK per un benchmark); verificare gli studenti dove vanno all’Università (se nessuno va ad Oxbridge oppure ad Harvard o Stanford, allora state lontani). Verificate i programmi di scienze e matematica (ad esempio la partecipazione a olimpiadi di scienze o di matematica, biologia etc.), se vi sono corsi avanzati, se vi è un buon dipartimento di musica e di lingue straniere, di arte e drama. Sono questi indicatori di attenzione da parte della direzione della scuola verso gli studenti e anche i genitori. Se trovate che l’unica offerta è l’inglese, allora insospettitevi. I genitori vogliono una buona istruzione per i figli non un corso rinforzato di inglese (o altra lingua).
L’italiano nelle scuole internazionali. A differenza di francese, spagnolo o tedesco (persino giapponese) nelle scuole internazionali non esiste un corso native per l’italiano ma solo second language. In Francia un francese in una scuola inglese può fare inglese native e francese native con uno standard certificato e comparabile internazionalemente, per l’italiano le versione avanzate disponibili sono solo per non madreligua. Insomma, se il figlio aspira a diventare un giornalista o un notaio, attenzione.
Le scule internazionali e la cultura dei genitori. Entrare in una scuola internazionale e non adeguarsi alla cultura del paese di origine (se la scuola è buona ha una cultura di origine) vuol dire esporsi a dei seri rischi di incomprensione culturale. In una scuola americana o inglese, il fatto di pagare una retta salata non esonera i genitori dall’obbligo di partecipare attivamente alla vita della scuola e alla formazione del figlio. Una analogia è un buffet ricco dal quale i genitori e i figli devono saper scegliere secondo le proprie esigenze. Se ci si abbandona al “con i soldi che pago di retta è compito loro” allora si ha l’approccio sbagliato e si rischia di avere un diciottenne semi-analfabeta. I figli di loro seguono il percorso di minore resistenza.
Scuola italiana o scuola internazionale? Le scuole internazionali di buona qualità offrono ai propri studenti opportunità inimagginabili per le scuole italiane. I dati PISA e simili nei confronti internazionali mostrano non solo che in media questa scuole sono migliori di quelle italiane (le spiegazioni potrebbero essere anche socio-economiche) ma che i migliori studenti inglesi o americani sono meglio dei migliori studenti nelle migliori licei classici o scientifici italiani. Un bravo diciottenne del classico comprende meno bene un testo in italiano di un bravo diciottenne americano un testo in inglese. E lo stesso vale per scienze e matematica questa volta per gli italiani che hanno frequantato lo scientifico. La peculiarità è che le scuole americane o inglese non distinguono tra classico e scientifico. La cosa vale purtroppo anche se si confrontano le scuole tedesche con quelle italiane. Ovviamente devono valere alcune condizioni: la scuola internazionale deve essere buona, la retta non è un vincolo insuperabile, si è disposti a immergersi in una cultura diversa, il figlio non vuole fare il chitarrista, il danzatore o il notaio.
Le scuole bilingue. La scuola bilingua è normalmente in italiano più qualche materia in inglese. Anche in Canada, la seconda lingua è o il francese o l’inglese a seconda di dove ci si trova e non è mai 50-50. In questo caso valgono tutte le considerazioni di qualità (o assenza di qualità) fatte sopra per le scuole internazionali, ma è più facile uscire dal sistema e quindi permette di correggere eventuali errori di valutazione iniziale.
Il messaggio conclusivo di tutto quanto detto sopra è che i genitori non dovrebbero farsi distrarre dall’inglesità della scuola, sulla quale un pò queste scuole ci marciano, e concentrarsi sulla qualità del programma, degli insegnanti, delle strutture e della direzione didattica. Parlando con il principal si capiscono subito tante cose.
Valentina2 says
Ciao a tutti,
Scusate se mi intrometto nel dibattito, ma da sostenitrice convinta delle scuole internazionali mi sento in dovere di farlo. Soprattutto vorrei chiarire una cosa: frequentare una scuola internazionale non significa SOLO imparare bene una seconda lingua. Significa studiare in un modo completamente diverso, apprendere tecniche e acquisire capacita’ completamente diverse e sviluppare un modo di pensare e di affrontare i passaggi successivi ( universita’ e/o mondo del lavoro) più maturo, responsabile e pratico. E soprattutto acquisire una mentalità aperta e una velocità di pensiero in grado di “fare realmente la differenza”.
Detto questo, molte delle vostre motivazioni a favore o a sfavore delle scuole internazionali vengono a cadere. Ci mancherebbe altro, spendere tanti soldi SOLO per far apprendere ai nostri figli una seconda lingua sarebbe pura follia, con tutti i modi alternativi che ci sono.
Modi alternativi che invece non ci sono per apprendere tutta una serie di altre capacita’.
Io stessa ho frequentato una scuola internazionale e ritengo di possedere parecchie marce in più rispetto a chi ha frequentato una scuola italiana, non solo per il fatto di padroneggiare in modo eccellente 3 lingue straniere, ma anche per la capacita’ di affrontare e gestire le situazioni , risolvere i problemi, assumere rischi ed espormi in prima persona. Oggi, cosi come appena uscita dal liceo. Non finirò mai di ringraziare i miei genitori per quello che mi hanno regalato iscrivendomi a quella scuola.
La soluzione “ideale”(ammesso che ne esista una)? Scuola internazionale fino alle medie e poi liceo italiano… Mio figlio arriverà al bivio l’anno prossimo. Ma ancora non so se avrò il coraggio di imboccare questa strada!
Bilingue Per Gioco says
Questo scambio è veramente molto interessante, quindi ho pubblicato un post con le analisi dei due papà, aprendo il dibattito lì http://bilinguepergioco.com/2012/12/13/scuole-internazionali-si-pero/ invece che tra i commenti, ormai fin troppo numerosi, di questa pagina.
Comunque Valentina, io vengo dalla scuola pubblica, ho avuto modo di confrontarmi con persone di alto livello in ambito internazionale (vedi INSEAD) e sinceramente ne sono uscita con l’autostima integra e non ho avuto mai motivo di rimpiangere nulla, quanto al prendere rischi ed espormi in prima persona poi… Ma sia io che te siamo due individui, non facciamo testo.
L.
Anna says
Ciao Valentina, mi incuriosisce la tua esperienza e mi chiedevo il perché ritieni “ideale”fare l’international e fino alle medie e poi il liceo alla scuola italiana. Mi sembra infatti che al contrario la internazionale sia particolarmente interessante negli ultimi due anni delle superiori offrendo il diploma ib , valido per accedere a tutte le università del mondo…….
Valentina2 says
Ciao Anna,
Il diploma IB può essere conseguito solo se lo studente ha seguito l’intero percorso (primary years programme, middle years programme, ecc.). Gli studenti che hanno seguito percorsi non IB possono fare un esame ( ci sono dei corsi preparatori in Inghilterra) ma e’ molto difficile e molto costoso. Inoltre secondo me ha poco senso, se frequenti una scuola italiana per tutto il percorso di studi, perché poi aspirare all’IB????
Non ho esperienza diretta a riguardo, ma penso sia possibile accedere alle università inglesi e americane anche senza IB.
Al contrario nella mia ipotesi la scuola internazionale fornisce una buona base e la scuola italiana le giuste nozioni agli studenti che vogliono rimanere a studiare in Italia o non hanno ancora deciso cosa fare. Ovvio che a chi aspira solo a frequentare università estere il cambio di scuola non conviene.
danieleLLL says
Ciao a tutti di nuovo. Io ho frequentato le elementari in Italia. In cinque anni ho cambiato 4 mastre e metà classe è uscita dalla quinta che praticamente l’italiano non lo sapeva né leggere né scrivere. Anche perché l’italiano nel mio paese era ed è ancora una seconda lingua. La prima lingua è il dialetto che è parlato da tutti indistintamente . Alle medie il professore di italiano storia e geografia insegnava solo storia e con molti bocciati siamo arrivati al diploma davvero impreparati. Al liceo è stata un rincorsa al recupero delle lacune.
Mio figlio alla International studia l’italiano con metodi , orari ed efficienza enormemente superiori. Parlo della mia esperienza ( o meglio di mio figlio) di scuola Internazionale e faccio i confronti con i miei nipoti che vanno alla scuola pubblica.
Di sicuro oltre alla lingua anche il contesto è decisamente più interessante e più efficiente. I bimbi alle International sono FELICI. I figli dei miei amici alla pubblica, pur essendo migliorata tantissimo rispetto i miei tempi, se potessero non ci andrebbero. Oberati da compiti a casa , rinchiusi per cinque anni nella stessa classe, seduti nei loro banchi, senza laboratori, senza musica, con una sola LIM in tutta la scuola, con i professori delusi e insoddisfatti (almeno in parte). Se poi ripenso al liceo: al nozionismo e al conformismo che vi imperavano avrei qualche dubbio anche su quello.
E’ indubbio poi che i ragazzi più capaci sono in grado di superare anche qualche svantaggio, che sia alla International o alla scuola italiana.
Bilingue Per Gioco says
Daniele, questo è un tema a parte, lo sfacelo della scuola pubblica. Importantissimo, ma a parte. Secondo me la scelta tra scuola internazionale o italiana è una scelta tra due approcci, poi se uno sceglie l’Italiana certo cercherà, se possibile, una buona scuola Italiana.
L.
Laura says
Ciao a tutti,
questo è un tema appassionante che non ci metterà mai d’accordo. Proprio perchè sono approcci e esigenze diverse, credo impossibili da conciliare, quindi ciascuno sceglie secondo la propria lista di priorità sapendo che qualcosa sarà comunque sacrificato. Sono molto d’accordo con Francesco. A Milano dalle scuole internazionali o inglesi tout court si esce con un minor livello di italiano perchè è second language per stranieri. E non è la stessa cosa che studiarlo tra madrelingua per 6-7 ore la settimana. D’altro canto dalle scuole bilingui con impianto italiano l’inglese è “rafforzato” ma il bilanciamento 50/50 è impensabile. Da genitori italiani, poi, scusate, non nascono figli bilingui. Al massimo con un inglese precocemente proficiency.
L’appello che però mi sento di condividere è che la scuola (al netto del livello di inglese) vada valutata per la sua qualità e per l’offerta. Non so in Veneto o altre aree d’Italia ma qui a Milano è diventata una isteria collettiva da parte di genitori professionisti e imprenditori che spesso la lingua la parlano poco o per nulla (ne conosco così tanti che non sanno chiedere alle maestre di una preschool se il figlio ha mangiato beaf or chicken….). Quindi che queste scuole marcino sulla moda è un fatto. Poi ce ne sono anche di serie (sono poche)… e chapeau..
Io ho fatto le scuole pubbliche italiane e il liceo classico. Ho un inglese ottimo perchè non ho mai pensato che la scuola bastasse, mi sono fatta un mazzo tanto, ho studiato e vissuto all’estero. E come Letizia interagisco con mio figlio solo in inglese. Sono stata una studentessa FELICE, motivata, se non avessi la 5° inserita non sarei arrivata dove sono oggi e non cambierei una virgola del mio percorso. Ho un’italianità forte che mi permette di essere ipercritica nei confronti dei nostri e dei difetti altrui. Non scherziamo sulla preparazione accademica degli anglosassoni. Generalizzando, ovviamente, li trovo meno preparati degli europei continentali (inclusi noi e i tedeschi). Se andate al Mit troverete solo indiani, cinesi e pakistani, figli dei loro Paesi e delle loro abitudini, ma con una forte apertura verso il mondo. Secondo me la vera difficoltà non è togliere ai nostri figli lingua e identità per dare loro un presunto cosmopolitismo, ma farli crescere italiani e al contempo cittadini del mondo, anche linguisticamente preparati (ma non solo..). Ciascuno, poi, per farlo, troverà la sua ricetta….
Sara says
La mia risposta va a Valentina, io ho frequentato scuole italiane dall’asilo alle superiori e all’università in America ci sono entrata anche se non avevo in diploma IB. Per gli studenti stranieri occorre fare un’esame che dà prova della tua padronanza con la lingua inglese, il punteggio da raggiungere varia da università a università. L’esame si chiama (o si chamava TOEFEL). A dire il vero non so se lo fanno ancora, sono passati un pò di anni da quando l’ho fatto io, ma dire che se non hai l’IB all’università americane non si può andare mi sembra un tantino esagerato
Valentina2 says
Ciao Sara, leggi meglio, ho detto esattamente il contrario: che alle università inglesi e americane si può accedere anche senza diploma IB…
Sara says
Scusate avevo letto male, cmq si Valentina confermo che si può benissimo andare, l’importate è sapere l’inglese
Daniela says
Buongiorno, ho una bambina che devo iscrivere alle scuole medie ed abito a Milano.
Mia figlia ha studiato in scuole italiane, io sono italiana, mio marito italiano nato e cresciuto all’estero. Vorrei mandare mia figlia ad una scuola internazionale non tanto per ragioni legate all’apprendimento delle lingue ma per il maggiore grado di interesse che ho verso l’offerta formativa di questi istituti.
Il problema è che a Milano – scuola internazionale a parte che però sarà a Baranzate e quindi molto distante da dove io abito – non sembrano esserci altri istituti internazionali che prevedano una sorta di percorso di inserimento per ragazzi che non siano bilingue. Questo aspetto naturalmente si configura come un grosso vincolo all’ingresso. Insomma: io cerco di dare a mia figlia una formazione più “open” di quella tradizionale e gli istituti internazionali (v. Bes, Andersen …) sono più “close” degli altri. Domanda: qualcuno ha qualche suggerimento da darmi? Dove posso trovare un’offerta formativa multiculturale che accetti anche ragazzini oramai in età per la scuola secondaria? Grazie
Anna says
Ciao, so di bambini presi alla sir james
Daniela says
Volevo dare un follow up a distanza di tempo della mia esperienza. Ho scelto la BES. E ‘ stato molto difficile far accettare mia figlia che, pur avendo un curriculum scolastico d’eccellenza, non aveva una conoscenza sufficiente dell’inglese . Per poterla inserire l’abbiamo iscritta anziche’ dalle scuole medie, gia’ dalla V elementare. Sono molto soddisfatta perche’ questa scelta e’ stata pienamente rispondente rispetto alla nostra esigenza e a distanza di un anno oggi la bambina e’ perfettamente allineata rispetto ai suoi compagni. Consiglio questa scelta a chi avesse esigenze analoghe alle mie.
Claudia says
Vorrei dire ai genitori di fare attenzione prima di iscrivere i propri figli.
Io ho insegnato in una scuola bilingue (italiano-inglese) di Milano di cui per correttezza non posso dire il nome. Devo dire che potrebbero esserci dei problemi per quanto riguarda lo studio del curriculum italiano.
Le ore erano troppo poche: italiano 6 ore, matematica italiana 1 ora, storia 1 ora, geografia 1 ora.
Il tempo veniva razionalizzato dall’uso massiccio di schede e lo studio era indirizzato allo studio dell’ortografia dimenticando la scrittura, veniva utilizzato ancora il vecchio metodo sintetico sillabico (cioè si insegnava a scrivere insegnando le sillabe e non la globalità della parola). Nessuna interdisciplinarità , nessun progetto, niente di creativo, aride schede da compilare. I bambini poi si trovavano nei guai nel dover scrivere un tema perchè non essendo preparati dalla prima e dalla seconda elementrare con scritture libere, non sapevano farlo.
Un grande problema della scuola era che la didattica era sottoposta al continuo giudizio dei genitori che pur non essendo specialisti in questo dettavano legge . Per non deludere le aspettative dei genitori, le persone ai piani alti (perdipiù senza la dovuta preparazione pedagogica) indirizzavano gli insegnanti. Non venivano rispettati i tempi dei bambini per dimostrare ai genitori paganti che tutte le sezioni erano allo stesso punto e gli argomenti venivano trattati in modo da lasciare impronte ,non tanto nella conoscenza profonda dei bimbi, ma sui quaderni e sulle pareti. Era la pedagogia della dimostrazione, l’obiettivo era dimostrare ai genitori gli argomenti trattati, non tanto preoccuparsi che il bambino avesse capito. Con questo non voglio dire che le scuole bilingui non funzionino, ma consiglio vivamente di andarsi a informare, chiedere se ci sono progetti interdisciplinari, se vengono usate metodologie attive e se si tiene conto dei tempi dei bambini. Perché se l’obiettivo della scuola è quello di far bella figura con i genitori per avere più clienti, la preparazione del bambino non avrà buoni riscontri.
Francesca says
è molto interessante quello che dici, però io credo che sia chiaro a chi manda un bambino a una scuola bilingue con 8 ore di italiano che la preparazione in italiano non potrà essere quella che si ha in una scuola pubblica italiana proprio per una questione legata alla quantità. Sulla qualità della didattica, credo davvero che ogni caso sia a se stante perché so di scuole bilingue che adottano un approccio multidisciplinare, project-based e molto hands-on, quindi non generalizzerei…
harrysmith says
Condivido il commento di Claudia su alcuni rischi della didattica in scuole bilingui. Noi abbiamo avuto un esperienza deludente dopo diversi anni in una nota privata milanese “bilingue”. Le classi erano di 25 o 26 alunni, i programmi italiani, avendo circa la metà del tempo, erano svolti in modo estremamente superficiale con spesso intere parti del programma trascurate o non svolte. La matematica veniva svolta occasionalmente e di scrittura creativa non se ne parlava neanche. In quarta elementare si continuava ancora con dettati per rinforzare l’ortografia perchè i bambini erano parecchio indietro.
La parte in lingua inglese non aveva un vero e proprio programma, le insegnanti venivano chiamate ad inventarsi il programma didattico tarandolo sul livello della classe. Risultato: ogni anno si ripartiva più o meno da capo.
Il problema maggiore per la parte inglese era dato dalla presenza nelle classi di solo italiani per oltre il 95% della composizione del gruppo e della totale assenza di un chiaro set di obbiettivi da raggiungere, nonchè di un curriculum standard di riferimento su cui valutare la performance dello studente.
A ciò si aggiungeva un gran parlare di interdisciplinarietà che non sfociava da nessuna parte e che, soprattutto, non aggiungeva nulla alla qualità della didattica. Se a ciò si aggiunge tempo sottratto alle lezioni per spettacoli e spettacolini vari, gite faraoniche, attività extra di vario tipo, il risultato era una qualità accademica bassa.
I genitori erano peraltro continuamente rassicurati e “tenuti buoni” con votoni in pagella che ci illudevano di stare ottenendo risultati notevoli.
Noi abbiamo trasferito i figli altrove ed ora siamo contenti, sebbene ciò abbia comportato un lavoro di preparazione notevole ed un duro lavoro di “catch up” per i bambini nella nuova scuola.
Lo scopo del mio post è solo di consigliare a chi approccia questo tipo di offerta scolastica estrema attenzione nel valutare la singola scuola e le risorse effettivamente messe a disposizione della didattica, tralasciando invece il chiacchiericcio dei genitori o la “moda”. Prestate particolare attenzione anche a come viene valutato il risultato accademico nella parte in inglese, al programma utilizzato ed i libri di testo adottati.
In bocca al lupo!
Arianna says
Una curiosità: abbandonando la bilingue avete scelto un’altra privata o una scuola pubblica?
Grazie
harrysmith says
Rispondo a Arianna.
Noi abbiamo spostato i bambini in una altra scuola internazionale, sempre privata, dove il programma è svolto in inglese e l’italiano è studiato come seconda lingua. Per noi era importante che apprendessero molto bene la lingua inglese e che seguissero un programma chiaro, codificato, con esami chiari di valutazione dell’esito accademico ottenuto. Non volevamo più avere esperienze con sistemi bilingue dove la parte inglese è considerata una specie di “di più” e la parte in italiano, compreso le materie come matematica e storia, venivano sacrificate pesantemente.
sabrina says
Posso chiederti il nome della scuola?
grazie molte.
sabrina
harrysmith says
quella lasciata o quella in cui siamo andati?
Brigitte says
Ciao a tutti.
Ho letto con interesse tutti i vostri commenti per trovare una soluzione alla nostra situazione, ma non l’ho trovato. Vi spiego.
Siamo una famiglia di papa Italiano, mama Olandese e due bimbe di 8 e 9 anni nate in Kenya. Le mie bimbe hanno frequentata l’aliso nido li in lingua inglese. Adesso viviamo da 4 anni e mezza a Buenos Aires, dove frequentano la scuola Americana. La loro prima lingua e’ l’inglese che parlano e scrivono perfectamente. A casa parlano l’italiano con il papa e l’olandese con me e anche queste lingue le bimbe lo parlano perfectamente, ma non sanno leggerlo bene ne lo scrivano. La loro quarta lingua e’ lo spagnolo che lo insegnano a scuola.
A giugno quest’anno ci spostiamo in Italia (Milano) per raggioni lavorativi. Perderemo le condizioni ‘expat’, quindi la scuola internazionale non verra’ piu pagata dalla compagnia per cui lavora mio marito e dobbiamo trovare una scuola adequata per le nostre bimbe.
Non voglio che le nostre figle perdono l’inglese ne le loro internazionalita’, ma il costo delle scuole internazionali a Milano e’ fuori dal nostro bilancio preventivo. Qualcuno mi puo dare dei consigli? Su internet ho trovato solo due scuole bilingue (BES school e la Bilingual School of Monza). La BES school non accetta noste figle perche sebbene parlano 4 lingue perfettamente, dicono che il loro livello dell’italiano letto e scritto non basta. Esistono delle altre scuole bilingue o con un ottimo livello dell’inglese? Per favore, aiutatemi!
Laura says
C’è un’altra scuola bilingue a Milano. Si chiama Mile (www.mileschool.it, credo che sia questo il sito). E’ piccola ma molti genitori di bambini che frequentano la preschool dove va mio figlio hanno messo i bambini in primary lì. Io ho ancora un paio d’anni davanti prima di arrivare alle elementari. Non se ne sente molto parlare di questa scuola. Però mi pare seria. Prova a contattarli. Ciao!
Brigitte says
Grazie Laura! Adesso mi informo su questa scuola.
Valentina says
Mi accodo a Laura. La mia bambina quasi 4enne frequenta kindergarden della Mile e ha fatto anche la nursery lì. Per il momento siamo felicissimi perchè lei è in grado di capire tutto se le si parla in inglese e di parlarlo (quando ne ha voglia) con ancora degli errori, certo, ma abbiamo tempo. Della primary ne ho sentito parlare molto bene dalle mamme che avevano i figli in pre, passati alla primary e, anche molta gente dall’esterno sta trasferendo i bambini qui. Per quanto ho potuto vedere dal sito e per quello che ho potuto apprendere parlando con le maestre e con i genitori, i programmi sono chiari, lo staff disponibile e pronto ad accogliere i suggerimenti sensati e soprattutto sono molto “downtoearth” (al contrario di tante scuole internazionali che ti fanno un favore anche solo per concederti un incontro conoscitivo…). Io continuerò la primary con loro. Ad ogni modo chiedi un incontro, può essere estremamente esplicativo.
laura says
Grazie Valentina. Con alcune mamme di piccoli 3-4enni della nostra preschool stiamo proprio cercando di avere input sulla Mile. Non conosciamo genitori che già la frequentino. Io ho fatto il colloquio con la direttrice quest’inverno. Ma mi piacerebbe avere un feedback e opinioni dalle mamme dentro. Sia su come svolto il programma sia sul fatto che siano esigenti. Purtroppo, non poche scuole private mi hanno dato l’impressione di essere di manica larga perchè si paga. Mentre io voglio una scuola “dura” cioè dove si trasmette e si esige preparazione profonda sulle competenze di base (d’accordo con la “filosofia” della scuola di Letizia, peccato non essere a Verona..). Poi sono la prima a mettersi in gioco con l’arte, le feste, i biscotti a scuola e la drammatizzazione…Ma gli skills di base e il metodo di studio sono imprescindibili. Non so come mettermi in contatto con voi senza ledere la mia e la vostra privacy. Ci provo attraverso la vostra pagina facebook. Spero che qualcuno mi risponda… 🙂
Valentina says
Io sono andata molto a pelle nella scelta della scuola e fino ad ora non me ne sono pentita. Devo dire che Vittoria è al kindergarden e in questo momento sono felicissima dell’approccio di ispirazione steineriana che la scuola adotta (senza troppa pressione su scrittura e lettura al momento). Concordo con te sulla necessità di avere dei metodi didattici chiari e univoci alla primary, nonchè portati avanti con rigore, ma, nonstante sia una che si porta avanti, fino ad ora non ho avuto modo di sviscerarli davvero. Posso però, se vuoi, chiedere ad una delle mamme con figli alla primary di mettersi in contatto con te per darti un feed-back decisamente meno superficiale del mio.
mariella says
ciao a tutti!
voi sapete dove posso trovare le statistiche e i grafici del collegio san carlo, nel sito invalsi? grazie a tutti
harrysmith says
Non le trovi. Il S. Carlo non le rende note a differenza di altre scuole.
Ti può però aiutare a fare qualche valutazione la ricerca della fondazione agnelli sulla classifica delle scuole nel 2012, si riferisce tuttavia alle superiori.
Lorena says
Sono interessata a valutare il collegio San carlo per l’indirizzo internazionale per mia figlia Alessia.
Nel ranking della FGA, da te proposto in consultazione, non c’è la valutazione della san carlo per l’international… Puoi illuminarmi se hai esperienza diretta?
Io davvero vorrei offrire a mia figlia la possibilità di scelta Universitaria a livello internazionale e l’inglese spesso può essere un deterrente se non lo si conosce bene.
Grazie, Lorena
r. says
I miei figli vanno al San Carlo, e mi trovo bene. E’ una scuola italiana, dove però studiano alcune materie in inglese. Su 30 ore di scuola, 14 sono in inglese. Se hai domande specifiche ti rispondo volentieri.
Hs says
Vedi mio post sotto al riguardo. Quello che tu vedi nella ricerca della FGA e’ tutto il s. Carlo.
Mary says
Grazie per la risposta! Come mai non le vuole rendere note? Ecco perchè non le trovavo!
r. says
scusa ma c’e’ sito dove vedere risultati invalsi delle scuole primarie di Milano?
Saebbe molto interessante!
harrysmith says
Hai figli lì alla primaria?
r. says
Yes!
kara says
anche noi stiamo valutando il Mile School per il nostro figlio.
Qualcuno ne sa di piu e ha quelche input sulla MileSchool???
Valentina says
Come dicevo mia figlia frequenta la MILE ma ancora il kindergarden – dopo aver frequentato il nido sempre lì. Ho parlato con una mamma che ha 2 figli alla primary – uno in seconda e uno in quarta. Mi sembra una persona piuttosto equilibrata, ha i figli – 2 primary e 1 al kindergarden – all’internazionale perchè sono una famiglia expat – credo suo marito sia brasiliano e viene spesso trasferito – quindi tenderei a fidarmi del suo giudizio; non mi sembra una dai facili entusiasmi insomma. Mi diceva che ha visto la differenza tra il figlio che frequenta la quarta e quello che frequenta la seconda; il secondo sta imparando più velocemente, sia la scrittura e la lettura in Italiano che l’apprendimento generale dell’Inglese (segno che la scuola si sta evolvendo e sta affinando i programmi). In quarta il primo figlio non ha problemi nell’esprimersi e nello scrivere e leggere in inglese e studiano già molta grammatica inglese (già dalla terza). Lei sembrava molto contenta dell’approccio generale. Io, considerata la bella esperienza vissuta alla nursery alla kindergarden fino ad ora, confermo la mia scelta di continuare con la Mile.
Brigitte says
Ciao a tutti,
Alla fine siamo arrivati a scegliere tra il Collegio Valoresi di Monza e la St. Louis School of Milan. Abbiamo deciso di non inviare nostre due figle alla Mile School o la Bilingual School of Monza perche queste scuole sono molto piccole con poche strutture sportive lo quale e’ anche importante per noi.
Ho trovato gia dei genitori di figli che frequentano il Collegio Valoresi, ma non ho sentito nessuno parlare del St. Louis school. Qualcuno ne sa di piu?
Lorena says
Per r.
Se ho letto bene, i tuoi figli frequentano la primaria .. mi servirebbe avere un
confronto con genitori della secondaria di secondo grado.
Ho visto, con mio marito, le statistiche delle scuole Lombarde come suggeriva
Harrysmith su http://www.fga.it e devo dire che fanno riflettere….
Il collegio San Carlo non è proprio ai primi posti… E’ vero che il collegio San Carlo non è presente con
l’offerta del liceo multiculturale ma solo con quelli ordinari… ma compare su 453 scuole al 366 posto in assoluto e al 392 sul ranking della singola scuola ….
Forse perchè la maggior parte dei diplomati italiani migra in università straniere?
Sembra però che quelli che rimangono in Italia non se la cavano di certo bene ..
A parte l’inglese, che è una scelta della singola famiglia, non è
da sottovalutare nemmeno la preparazione logica per il ragionamento più che
quella nozionistica…
Attendo vs eventuali commenti in merito. Interessante sarebbe capire bene cosa offre la scuola e se il livello di docenza nonchè l’offerta formativa sia adeguata. Ci sono esperienze che potete condividere in merito a questa scuola (collegio San Carlo) per il liceo internazionale?
grazie mille, Lorena
Hs says
Attenzione, a scopo di chiarimento, il S. Carlo compare nella classifica della fondazione Agnelli con tutti i suoi licei. I licei del s. Carlo cosiddetti internazionali, sono in realta’ licei con il programma italiano ed una parte delle materia svolte in,lingua inglese e non sono distinti dal liceo senza inglese. Infatti il titolo conseguito e’ una normale maturita’ italiana.
Il S. carlo manda pochissimi studenti ad universita’ straniere in un anno ed in ogni caso non ci sono informazioni trasparenti sull’argomento
Free says
Che frenesia ! Che stress! L inglese in Italia e’ la moda del momento..! Vivendo tra Londra , gli USA e , ahimè , milano…nn posso che dire che in Italia l inglese viene insegnato malissimo. 5 anni di collegio San Carlo di cui so vita morte e miracoli( e che miracoli) , mi hanno disgustata.
Libri libri libri e regole , regole , regole imposti ai bambini che dovrebbero , proprio in quanto tali, vivere una scuola serena, giocosa e.. Senza compiti pomeridiani…come x legge impone la scuola a tempo pieno.
Invece impupati di buon mattino, i nostri piccoli eroi partono alla volta di dure giornate , fatte di test e verifiche atte a soddisfare l orgoglio di mamme e Papa che l inglese nn lo parlano e , sovente, neanche l italiano.
Nn conosco le scuole inglesi di Milano, ma sicuramente , almeno il fatto che siano inglesi , garantisce un rispetto , una educazione e una cultura di vita sicuramente meno fighetta , più inglese e più rispettosa Dell infanzia.
Dovessi ri scegliere di vivere in questa città alla The truman show …mi rivolgerei ad istituti inglesi….che mi danno molta più fiducia.
Mirella says
tutto vero ciò che dici Free peccato però che anche i pargoli che escono dalle internazionali, dopo aver fatto le loro 7 ore piene a scuola, tornano a casa e si mettano di nuovo a studiare perchè carichi di compiti per il giorno dopo. Ma dove è finito il diritto al gioco?
Vivi says
Ciao a tutti,
Vi scrivo perché sono molto confusa…..non ho ancora capito quante e quali sono le migliori scuole internazionali Milano, in modo da poter compararle e decider. Noi siamo una famiglia “internazionale” nel senso che io sono colombiana, mio marito italiano ma la mia famiglia d’origine abita a Miami, noi vorremo che il nostro bambino, che ha due anni, frequentasse una buona scuola inglese/americana, ho letto che la sir james ha tanti studenti inglesi ed è’ ha Milano, cosa che per noi è importante perché abbitiamo in centro e non vorremo che facesse troppe ore di viaggio….ma ne vorrei conoscere altre e sentire i pareri dei genitori che frequentano quelle scuole.
Vi ringrazio di tutte le info e l’aiuto che ci potete dare.
Vivi
Germana says
Cara Vivi, a Milano ci sono:
La Sir James Anderson scuola storica inglese ( british curriculum + Diploma programme dell’IB)
L’American school scuola storica americana (American curriculum + Diploma programme dell’IB)
L’International School of Milan scuola storica internzionale ( percorso dell’ IB dall’asilo al liceo)
Poi c’è l’ Andersen international school, scuola che ha circa 10 anni e fa il british curriculum e 2 scuola bilingue, la BES e la St. Louis.
Io personalmente sceglierei o l’American School o l’International.
Cari saluti
Germana
Vivi says
Cara Germana,
Sei stata molto gentile a rispondermi :).
Vorrei chiederti quali sono i fattori che ti farebbero scegliere la American o la International.
Ti ringrazio molto.
Vivi
Mirella says
L’Americana è quella, tra le internazionali di Milano, con la maggior frequentazione straniera.
L’ASM e la Sir James hanno 2 impostazioni ed approcci molto divergenti a pertire dal curriculum seguito. La prima d’ispirazione Americano , la seconda segue il curriculum inglese ed i programmi scolastici quando li compari hanno un bel pò di differenze. Entrambe rilasciano l’international Baccalaurate ed almeno ufficialmente dichiarano punteggi all’IB sopra la media.
L’International è la scuola scelta per i figli dei calciatori e i personaggi della televisione, a parte questo ha la maggior frequentazione italiana tra le 3. Da quest’anno ha una struttura nuova di zecca a Baranzate (Nord Ovest. di Milano) che mi dicono essere molto bella. L’ISM non pubblica sul proprio sito i loro risultati all’IB ma mi dicono essere di buon livello alle superiori.
Mio figlio è alle elementari all’ ASM e ci troviamo bene perchè tra le 3, è quella che più si avvicina ai nostri bisogni.
Ti consiglio di mettersi giù un elenco di cose che per te sono importanti ai fini di una scelta ed andare a vederle tutte e tre. Se abiti in centro la distanza non è un problema per nessuna delle tre.
Germana says
Cara Mirella,
Posto che considero ASM un’ottima scuola, penso sia un pochino unfair definire ISM la scuola dei calciatori.
È una scuola da oltre 1000 studenti….essendo a nord di Milano è ovvio che i giocatori di calcio mandino lì i figli ( devo dire con l’intelligenza di sapere che molto probabilmente si sposteranno). Ma naturalmente si contano sulle dite di due mani o poco più. Devo dire che a mio modesto parere il pregio che hanno sia ISM sia ASM è quello di avere un ambiente poco snob, a differenza di altre realtà.
Saluti
G
Vivi says
Ciao Mirella,
Grazie della utilissima risposta, posso chiederti quali sono stati i fattori determinanti per scegliere la scuola Americana?
Thank you so much 😉
Vivi
Valentina says
Buongiorno a tutte,
io ho iscritto i miei due figli all’International School of Bergamo per avere un respiro realmente internazionale, per i programmi e la metodologia che reputo migliori di quelli della scuola italiana e per l’inglese, per un bilinguismo vero (cioè compreso, scritto e parlato). Se avessi voluto solo un po’ più di inglese avrei probabilmente deciso di mandarli alle Capitanio o alle Sacrementine e avrei preso una tata madrelingua.
Saluti
Vale
Stella says
Gentile Fabry,
si sbaglia, non c’è alcuna animosità nella mia risposta. Semplicemente mi ha chiesto di darle delle spiegazioni oggettive e ho cercato di darle più informazioni utili possibili. Saluti. Stella
Paola says
Grazie Francesco,
Quindi si configura come insegnamento parentale. Non essendo paritaria e neppure non paritaria o straniera, per lo stato è come se andassi in un centro che ti prepara agli esami che devi sostenere a fine anno. ( come diceva Stella)
Quindi a questo punto quello che devo capire è se i locali sono autorizzati per una scuola, giusto ? Ho capito bene? Sempre perché sono un po’ fissata nel controllare tutto (!), mi dovrei aspettare dei locali con le uscite di sicurezza, le scale di una certa dimensione, le scale antincendio esterne, i bagni x i disabili, le tende ignifughe, ecc….giusto? Altrimenti mi verrebbe da pensare che non si sono configurati come scuola, per poter avere i permessi per ristrutturare senza i vincoli che essere scuola impone (un po’ all’italiana)…
Tornerò a vedere la scuola, la sicurezza prima di tutto e capisco che tante scuole statali non siano a norma, ma non mi sembra un buon motivo per non badare a queste cose. In effetti l’unica cosa che ho già deciso è che non manderò mio figlio in una scuola pubblica.
Vi farò sapere cosa deciderò .
Grazie mille
P.
Bilingue Per Gioco says
La scuola, pubblica, di mio figlio non ha la scala antincendio.
Le norme?
In deroga…
Letizia
Paola says
La scuola pubblica non ha soldi, mentre queste si fanno pagare profumatamente! Quindi se non rispettano le norme è perché qualcuno sta risparmiando sulla sicurezza dei bambini. E poi come diceva qualcuno nel blog, non ricordo più chi, le scuole esistenti da prima della norma possono derogare , le scuole nuove no.
P.
Germana says
Cara Vivi,
quello che posso dirti è che la media dei voti dell’IB all’International School sono un pochino più alti rispetto all’American School. Detto ciò, sono due realtà difficili da confrontare, in quanto all’International tutti (o meglio circa il 95% degli studenti) fanno l’esame IB, mentre all’American School possono scegliere (qui però non so dirti quanti fanno l’IB e quanti no).
L’American ha più stranieri, ma dall’altra parte l’International ha tutto il percorso dell’IB (PYP, MYP e DP), e questo secondo me dà delle garanzie implicite in più.
Però, come dice Mirella, devi poi capire tu, cosa per te è prioritario. Posto che sono entrambe buone scuole, molto serie, le differenze su cui giocarsi la scelta, sono nei dettagli, e molto spesso nella comodità della location.
Saluti
G.
Ludovica says
Ciao a tutte,
io sono un insegnante delle elementari e lavoro in una scuola bilingue, ma ho lavorato anche in una scuola internazionale (non vi dico quali per correttezza) e per non farmi mancare nulla ho vissuto per un po’ di anni in Inghilterra, dove i miei figli hanno frequentato una normalissima scuola inglese…
Bilingue Per Gioco says
Ludovica, ti ringrazio per questo tuo lungo e interessante intervento. L’ho tagliato perchè vorrei pubblicarlo in altro modo, ho provato a scriverti all’indirizzo email che hai lasciato ma non funziona. Mi scrivi tu per favore? bilinguepergioco AT yahoo.com. Grazie,
Letizia
Vivi says
@Bilingue per Gioco, Si per favore, penso sia molto utile questo parere!
Grazie del blog e di tutte le info 😉
Bilingue Per Gioco says
In programma per lunedì. ora ho appena pubblicato un altro post…
Saretta says
Ciao a tutte!!!
Io ho iscritto nostro figlio alla materna della Scuola Svizzera di Cadorago, fa parte della stesso gruppo di quella di Bergamo. Il piccolo inizierà l’anno prossimo ma abbiamo fatto diversi meeting informativi.Vicino abbiamo anche l’International School of Fino Mornasco e conosco persone che ne sono entusiaste!
Motivo principale d’iscrizione per noi é la lingua tedesca: io lo parlo sono bilingue mio marito no, inoltre la nostra scelta é caduta sulla scuola svizzera in quanto penso che il tedesco sia meno conosciuto dell’inglese sebbene poi la scuola lo inserisca. La maggior parte degli alunni non ha nessun genitore che parli tedesco eppure i ragazzi hanno risultati brillanti :-)come succede anche in altre scuole straniere. Come costi calcolando extra pasti ecc non siamo lontani dai costi della IS, costa un poco meno. Penso che ogni scuola internazionale sia molto valida dipende sempre che esigenze uno abbia.mia madre frequentò l’IS perché mio nonno si spostava per lavoro quindi era più diffusa.Consiglio: seguite le vostre esigenze e l’impressione che si ha durante gli incontri conta molto.
Flavia says
Rispondo in merito all istituto San Carlo
Ho avuto esperienza con due figli , nido, materna, elementari
Ecco cosa penso: livello di marketing della scuola molto elevato e molto orientato alle mamme.
Qualità’ dell’insegnante : puramente casuale, nel senso che l istituto garantisce l avanzamento del programma ma non un’ adeguata selezione delle insegnanti ne per competenze , ne per leadership, ne per esperienza.
Inoltre è da segnalare che la scuola e ‘ fortemente lobbizzata e “sensibile” agli status delle famiglie e al lobbing delle madri.
Flavia
LAURA says
Buonasera,
avrei intenzione di iscrivere mia figlia alla scuola elementare bilingue di Monza (Play English). Pareri al riguardo? Grazie mille L
Elena says
Buona sera a tutte,
sono mamma di un bambino di due anni e mezzo…che fra poco dovrà frequentare una qualche scuola (per ora dell’infanzia). Il mio desiderio è quello di permettergli di avere il meglio (come qualsiasi genitore)…e ho sempre pensato di mandarlo in scuola dove potesse imparare bene una lingua straniera. A Milano secondo voi qual è la migliore?
Simona says
Ciao a tutte,
Qualcuno di voi ha notizie sulla Canadian School of Milan? ho saputo che a partire da quest’anno hanno anche la primary e la middle. Dal sito sembra che seguano l’ib sin dalla primary, pur se combinato con il curriculum canadese. L’approccio sarebbe quindi quello interdisciplinare di una scuola internazione con in piu’ anche il francese. Dovremmo andare a fare un colloquio conoscitivo per iscrivere mio figlio, ma mi sarebbe molto utile avere anche le vostre opinioni!
grazie!!
BB says
Buongiorno a tutti.
Ho letto con molto interesse tutti i vostri commenti.
Ho due figli e tra non molto dovrò scegliere quale scuola elementare faranno. Al momento sono interessata per Milano alla BES e alla St. Louis.
Vorrei chiedere se qualcuno può condividere qualche opinione o commento sulle due scuole per riuscire a capire quali sono le differenze.
Grazie mille
Elena verderio says
Buongiorno, sto pensando di iscrivere mio figlio alla Bilingual School of Monza. La conoscete? Mi piace molto ma allo stesso tempo ho molte paure…
X lui vorrei il meglio.. La scuola e’ costosa ma siamo disposti a fare parecchi sacrifici x garantirgli un presente ed un futuro sereno..
Potete aiutarmi?
Elisabetta C. says
Per Luisa, per il rientro perchè non scegliere un Liceo pubblico (scientifico, classico o linguistico) che abbia addottato il programma Cambridge IGCSE?
E’ il modo migliore per rientrare nella scuola italiana portandosi dietro e valorizzando l’esperienza fatta all’estero.
Io ne ho scritto qui
http://www.educazioneglobale.com/2013/11/licei-pubblici-italiani-cambridge-international/
Ma sono sicura che se scrivi su un motore di ricerca Liceo Cambridge
Milano trovi quelli nella tua città
ciao
Elisabetta C.