I nostri piccoli bilingue crescono e imparano ad esprimersi sempre meglio in due o piu’ lingue, con gran soddisfazione di mamma e papà. Arriva poi il momento in cui iniziano i primi approcci, piu’ o meno spontanei, alla lettura e a quel punto ci si interroga sul da farsi e, in particolare, su come comportarsi con l’apprendimento nella lingua minoritaria.
Non ho una conoscenza approfondita della materia né, devo dire, mi sono informata piu’ di tanto attraverso pubblicazioni specializzate ma volevo condividere con voi Jolly Phonics, un metodo che viene utilizzato nella scuola dell’infanzia frequentata da mia figlia per l’apprendimento della lettura in lingua Inglese.
Si tratta di un asilo bilingue, in cui sono in compresenza due insegnanti, una Italiana e una madrelingua inglese. Il percorso di bilinguismo è iniziato con la sezione primavera per poi proseguire negli anni successivi, attualmente siamo al secondo anno di materna, parliamo quindi di bambini di 4/5 anni.
Da circa 4 mesi, l’insegnante madrelingua EN ha iniziato a lavorare con loro in base al metodo “Jolly Phonics”. E’ un sistema che permette di apprendere la fonetica inglese attraverso un approccio multisensoriale, associando ad ogni suono – ce ne sono 42 in totale – delle lettere (come si scrive), un movimento e una breve canzone.
I bambini scoprono via via i diversi fonemi e consolidano quanto appreso attraverso specifici worksheets da colorare e sui quali iniziano a tracciare le prime linee o lettere. Il materiale proposto è illustrato attraverso simpatici personaggi che ricompaiono via via nelle diverse schede: Inky Mouse e i suoi amici Bee e Snake.
L’ordine con cui vengono proposti i suoni è ben definito e graduale, si inizia da quelli considerati piu’ semplici e identificabili (S-T-N ad esempio), che permettono di formare le prime parole, per arrivare a quelli piu’ complessi (SH-OU-TH e così via). All’inizio del percorso di apprendimento l’insegnante ci ha raccomandato di non lavorare a casa con bambini usando il sistema Jolly Phonics per evitare confusione.
Io ho comunque acquistato su Amazon un testo che spiega nel dettaglio come procedere con il metodo per capire cosa aspettarmi: The Phonics Handbook: A Handbook for Teaching Reading, Writing and Spelling . Nottetempo, mi sono anche guardata i diversi filmati su Youtube per imparare fonemi, movimenti e canzoncine e rendermi conto di cosa si trattasse esattamente.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=xGpsVmWLRFA[/youtube]
Devo dire che il sistema sembra efficace. Ad esempio, mia figlia, come molti bambini credo, confonde la “b” e la “d”. Ebbene, anche quando legge (o meglio, tenta di leggere) in Italiano, se ha un piccolo dubbio, basta che io le dica la prima parola della canzoncina di Jolly Phonics associata a ciascuna delle due lettere che lei immediatamente la riconosce. Da qualche settimana ha iniziato a leggere anche delle semplici parole in Inglese.
Il libro sul metodo Jolly Phonics contiene anche parecchio materiale da fotocopiare. Ci sono pagine e pagine di parole in ordine di difficoltà: in base ai suoni via via introdotti si consiglia di proporre la lettura di gruppi di parole sempre piu’ complesse. La mattina, al risveglio della birba, prendiamo una busta nella quale ho inserito una serie di parole ritagliate, le peschiamo una dopo l’altra, come fossero sorprese, e le leggiamo. Ne 90% dei casi, riconosce visivamente le lettere o i fonemi e li pronuncia correttamente. In caso contrario, basta che io riproduca il gesto del relativo suono o accenni alla canzone per permetterle di riconoscerlo agevolmente.
Per quanto riguarda le parole irregolari o i fonemi che non sono contemplati nei 42 proposti da Jolly Phonics, vengono introdotti attraverso specifiche schede affinchè siano memorizzati lo spelling e la fonetica associate a ciascuna di esse.
L’altra sera, mia figlia mi ha anche mostrato come a scuola fanno “blending” : in sostanza, si “dicono” le parole attraverso i movimenti associati a ciascuna lettera/fonema. Ad esempio: se mi strofino avanti e indietri il braccio destro con la mano sinistra (lettera A), apro le braccia e le oscillo su e giù (lettera N) e scuoto la testa piu’ volte come per dire no (lettera T) ti dico “ANT”: formica! Si è piazzata in mezzo alla cucina e ha iniziato a comporre un sacco di parole (tutte monosillabi per il momento) tra la soddisfazione della mamma e la perplessità del papà, che non si è certo preso la briga di imparare tutti e i 42 gesti e tutte le 42 canzoni.
Nel complesso, ritengo che questo metodo stia dando buoni risultati anche se, come ho premesso, è l’unico che conosco e non posso quindi compararlo con altri. Volendo, credo sia possibile introdurlo anche a casa, basandosi sul teso che vi ho proposto qui sopra, a patto di potercisi dedicare con costanza e senza dimenticare di ripetere regolarmente quanto visto in precedenza.
Immagine Jolly Phonics, su amazon IT
Sara says
Grazie per qst post, è da un pò che penso a come poter far imparare a leggere alle mie bimbe anche in inglese, adesso che la grande comincerà la scuola prenderò la palla al balzo x insegnarlo a tutte e due. Grazie, grazie, grazie 🙂
Arianna says
Ciao Elisa,
anche noi Jolly phonics, intanto per la mia bimba più grande (6 anni, in prima elementare il prossimo anno), dal prossimo anno si cimenterà anche la sorella minore (4 a novembre). Concordo con la tua valutazione positiva, anche se non li uso direttamente con loro poiché se ne occupa l’insegnante madrelingua con cui stanno facendo un percorso di homeschooling in inglese; ho visto che usa i libretti soprattutto per la scrittura (praticamente il parallelo della prescolastica in italiano fatta nell’ultimo anno di materna, con tutte le differenze del caso compreso il fatto che in italiano si impara a scrivere in stampato mentre in inglese si inizia subito con il lower case). Io direttamente, invece, uso con loro i libri di lettura di Oxford Reading Tree, in particolare la serie Songbirds creata da Julia Donaldson
http://www.oup.com/oxed/primary/oxfordreadingtree/resources/songbirds/
mi faccio leggere da mia figlia i librini (finalmente si fa un po’ per uno…), abbiamo completato lo stage 4 (che corrisponde a ciò che viene letto in year 1 nelle scuole internazionali che seguono il curriculum britannico, tanto x avere un’idea), lei adora questa serie: ogni volta non vedeva l’ora di ricevere il nuovo libro (vengono venduti a pacchi di 6 o 7 libretti per stage, io li ho proposti uno alla volta anche per far leva sull’effetto sorpresa).
Infine, per chi fosse interessato vorrei segnalare questo ottimo sito, molto usato dall’insegnante delle mie figlie per i materiali: http://www.dltk-teach.com/books/index.htm
Il sito è di una mamma, si trova di tutto su craft per bambini legati alla lingua inglese; una cosa particolarmente carina sono i mini libri da fabbricare: si taglia, si incolla, si colora, si legge e si scrive e alla fine i bimbi sono orgogliosissimi del loro libro e la sera ovviamente si legge alla mamma 😉
fiorelena says
Grazie Elisa per i tuoi consigli. Mi chiedevo proprio negli ultimi mesi come si procede nell’insegnamento della lettura e scrittura per i bambini bilingue. Io ho la mia bimba che conosce tutte le lettere dell’alfabeto italiano e legge alcune parole in italiano. Non ho idea di come e quando cominciare con la lettura della lingua inglese. Pensi sia meglio cominciarne una alla volta? Accetto volentieri altri consigli.
Elisa says
Ciao Fiorerlena,
non sono un’esperta della materia quindi piu’ che darti un consiglio posso condividere con te un mio pensiero. Personalmente, se la scuola non avesse introdotto questo metodo, io non avrei mai affrontato il discorso della lettura in Inglese autonomamente, limitandomi a coltivare la lingua senza le complicazioni della lettura. Questo perchè a mio avviso l’insegnamento della lettura e scrittura non si improvvisa e avrei avuto timore di fare piu’ male che bene. Dal momento in cui Jolly Phonics è stato proposto a scuola dall’insegnante che ha seguito i corsi di formazione del caso, ho approfondito il metodo e ho seguito l’onda con i workbooks, le canzoni e tutto il resto. Penso che introdurre la lettura/scrittura nella seconda lingua sia una scelta personale, l’importante è informarsi bene su come procedere e soprattutto essere costanti e regolari nel proporre queste attività al bambino, sempre senza forzare la mano.
Ciao
E.
fiorelena says
Grazie Elisa, la penso esattamente come te. Valuterò con attenzione il momento adatto per cominciare la lettura in lingua inglese con la mia bambina!
letizia says
ciao a tutti,
uso il metodo Jolly Phonics con successo nelle mie classi (una prima ed una seconda elementare in un progetto di Bilinguismo) e la stessa cosa fanno le mie due colleghe del mio stesso istituto.
I bambini sono in grado di leggere e scrivere sotto dettatura semplici parole, grazie ai movimenti associati ai suoni del metoto J.P
Per quanto riguarda poi le canzoncine, i bambini le adorano poichè sono sempliccissime e molto orecchiabili ed i genitori … le conoscono e cantano tutte anche loro.
letizia
Silvia says
Ciao a tutti.
Elisa, ti ringrazio per questo post… che mi ha fatto sentire una capra! Ho comprato il materiale jolly phonics su amazon un paio di anni fa, forse più. Ho sia il manuale che i work book. Avevo iniziato a dare un’occhiata al materiale quando mio figlio più grande (che adesso ha 8 anni e mezzo) stava iniziando la scuola elementare. Non ho più iniziato per 2 motivi: il primo (ma meno importante) è la mancanza di tempo (anche perchè nel frattempo è nata la sorellina), il secondo è che fino a quel momento avevamo vissuto il nostro bilinguismo con molta naturalezza, conversando, cantando, leggendo e commentando libricini ecc. Adottando quel metodo mi sembrava di trasformare il rapporto mamma-figlio in rapporto maestra-figlio… forse sbaglio, ma mi dava l’impressione di perdere l’effetto spontaneità. Subito dopo mio figlio ha iniziato la prima elementare e, quindi, ha iniziato il processo di apprendimento della lettura/scrittura in lingua italiana. Nonostante mio figlio non abbia avuto problemi, è stato comunque un processo delicato: introdurre il jolly phonics in quel momento mi sembrava inopportuno, poichè stava già “lavorando” per distinguere i vari suoni della lingua italiana. Il risultato? Il bilinguismo sta procedendo bene, ovviamente a scuola non ha alcun problema con il pochissimo inglese che si fa nelle nostre “normali” scuole elementari, ma si deprime un po’ quando fa errori di ortografia nella scrittura in inglese. Visto che conosci il metodo jolly phonics meglio di me, pensi che potrei iniziare adesso? Inoltre, visto che il tempo è sempre poco, anzi direi sempre meno, riesci a quantificare il tempo minimo necessario per “giocare” quotidianamente con jolly phonics? Eventualmente potrei concentrare i miei sforzi sulla sorellina (che a settembre inizia l’ultimo anno di scuola materna) e coinvolgere il fratello nei nostri giochi, senza dover necessariamente metterlo seduto al tavolo e “fare lezione” di jolly phonics… che ne pensi?
Ciao.
Silvia
Elisa says
Ciao Silvia,
premettendo che il mio e’ un parere da mamma e non da esperta in materia, ho constatato che mia figlia percepisce Jolly Phonics proprio come un gioco e quindi non ho mai avuto la sensazione di forzare la mano e quindi di ricreare eare un rapporto insegnante-allievo. Le piace molto leggere, cantare le canzoni, riprodurre i movimenti e mostrare cio’ che ha imparato, lo fa con un certo orgoglio, devo dire. Cio’ che in effetti non ama molto e’ l’attivita ‘di scrittura, sembra un po’ pigra su questo e per tale ragione l’abbiamo accantonata, almeno a casa. Troppo tardi? Questo no di certo! Ci poniamo questi problemi (anche io a volte me lo chiedo!) ma poi mi ricordo che io ho iniziato a studiare l’Inglese a 7 anni e alla fine lo parlo e anche bene! Per quanto riguarda il tempo necessario per portare avanti correttamente il programma, credo che sarebbero sufficienti 15/20 minuti al giorno. Ho visto che la maestra di mia figlia ha introdotto tutti i suoni con una certa rapidita’ (circa quattro a settimana su cinque giorni di scuola) ma ha sempre dato molta importanza alla fase del ripasso di quanto appreso in precedenza. Vedo che in classe hanno appesi dei poster che raffigurano i suoni gia’ conosciuti e la storiella ad essi collegata, questo li aiuta a memorizzare, potrebbe essere utile fare qualcosa di analogo anche a casa? Ti consiglierei di leggere ben bene il materiale che hai e di stendere un programma indicativo in base alle tue disponibilita’ di tempo e ai momenti della giornata in cui il tuo bimbo appare piu’ ricettivo, impegnandoti da un lato a rispettarlo ma senza farne una tragedia se per caso non ci riesci: al limite tuo figlio imparera’ meno velocemente ma se rispetti i suoi tempi e non imponi nulla male certo non farai!
Ciao!
E.
fiorelena says
Ciao a tutti. Leggendo il post di Silvia nasce spontanea una domanda: se lei avesse iniziato la lettura e la scrittura in inglese con suo figlio, avrebbe forse fatto meno errori di ortografia il bibmbo a scuola?
Domanda a parte, ritengo che le scelte che abbia fatto, in base alle considerazioni che ha riportato, siano state correttissime. A presto
Silvia says
Ringrazio sia Elisa che Fiorelena per le risposte. Ad Elisa devo assolutamente dare ragione, tutto questo va preso come un gioco: in effetti quando ho comprato il materiale l’intenzione era questa… e se mi sento una “capra” è proprio perchè non ho dedicato il tempo necessario ad organizzare questi giochi. Siamo sempre talmente presi dai mille impegni quotidiani che le cose “meno prioritarie” vengono lasciate indietro, poi ti accorgi che sono passati 2 o 3 anni… Comunque il tuo post ha riacceso in me la voglia di fare qualcosa, proverò a leggere il manuale sotto l’ombrellone 🙂
A Fiorelena, invece, rispondo che sicuramente mio figlio non avrebbe fatto errori di ortografia in inglese se avessi applicato il metodo già due anni fa, ma il mio dubbio, in termini più espliciti, è: siamo sicuri che insegnandogli a leggere e scrivere con il Jolly Phonics in un momento in cui stava imparando a leggere e scrivere in italiano non lo avrebbe portato a confondere il suono “sc” italiano con il “sh” inglese? Questo è solo un esempio, ne posso portare tanti altri… Penso alle vocali, ad esempio. Ora che la sua conoscenza della lingua scritta italiana è più consolidata, il discorso potrebbe essere diverso. Anche iniziando adesso non credo che “scendere” lo scriverà mai “shendere” o che “casa” diventi “kasa”.
Spero di aver reso l’idea.
Ciao.
Silvia
Camomilla says
Scusate la domanda un po’ OT, qualcuna di voi conosce un metodo Jolly Phonics equivalente in italiano?
Bilingue Per Gioco says
secondo me non serve un jolly phonics in Italiano, perchè in italiano la pronuncia è elementare, o trasparente
L.
Camomilla says
Letizia, dici e’…uhmm.
Forse e’ vero, ma sara’ cosi “trasparente” anche per un bimbo che ha imparato a leggere in inglese e dunque associa i suoni “inglesi” alle lettere, non lo so, questa cosa me la sono sempre chiesta.
Insomma, avete mai provato a far capire ad un inglese che “e” si legge “e” e non “i”?
Prima o poi io avro’ il problema opposto, ovvero, insegnare a leggere e scrivere ad una bambina che normalmente leggera’ e scrivera’ in inglese.
Qualche esperienza e consiglio al riguardo?
Bilingue Per Gioco says
leggere, leggere, leggere
Eleonora says
Ciao Camomilla!
Il consiglio che mi sento di darti in base alla mia modesta esperienza è di cominciare presto con la letto-scrittura e con un certo parallelismo tra le lingue. Noi abbiamo iniziato prima dei tre anni (io proponevo la lettura in italiano, mio marito in svedese, hanno imparato da soli a leggere lo spagnolo ed ora al tedesco -la lingua per me prioritaria!- ci pensa la scuola). Una volta che ne sanno un paio poi per le altre è relativamente semplice: sperimentano, giocano, associano… e ovviamente sbagliano molto ma sempre meno. Poi è un meccanismo autoalimentante: più leggono più hanno voglia di leggere e scrivere e più scrivono (quindi più imparano e si rafforzano)… certo bisogna seguirli: ho notato con tutti e due (la terza, 3 anni, non sembra molto interessata alla lettura e per ora non insisto): quando mi impigrisco e trascuro l‘ italiano (come l‘ ultimo anno) -leggo loro poco, propongo pochi libri/giochi, sono più assente- tendono a cadere negli errori che dici (accade solo nella scrittura però, la lettura credo funzioni più come la lingua parlata: una volta che il cervello è in italiano/tedesco/svedese mode-on non sbagliano).
Quando crescono (dai 6 anni) è indispensabile mandarli a scuola se si desidera un livello scritto decente. Vedo infatti che la nostra bimba grande scrive molto bene in tedesco e svedese (le studia a scuola) ma in italiano fa parecchi errori… al momento però non mi va di mandarla ai corsi per italiani all‘ estero, probabilmente perché non voglio che cresca sentendosi ‘‘all‘ estero,, 🙂
Camomilla says
Grazie Eleonora.
Si anche io ho gia iniziato qualcosina e cosi, da perfetta ignorante in materia cerco di lavorare molto sui parallelismi.
Vedremo!
Assunta says
Ciao Elisa,
ho letto il tuo post e l’ho trovato interessantissimo.
Sono andata su amazon per acquistare anch’io il workbook jolly phonics ma ce ne sono tantissimi.
Tu quale hai preso?
Grazie.
Elisa says
Ciao Assunta,
sì infatti, i materiali a disposizione sul metodo Jolly Phonics sono davvero tanti e non è facilissimo orientarsi. Io ho acquistato “The Phonics Handbook: A Handbook for Teaching Reading, Writing and Spelling ” di Susan M. Lloyd che, se mi passi il termine, è un po’ la “Bibbia” di JP: spiega il metodo nei dettagli e contiene parecchio materiale da fotocopiare con le varie attività da proporre ai bimbi. Ho anche preso i Woorkbooks che lo completano molto bene, volendo c’è anche un CD con tutte le canzoncine ma io, come spiegavo nel post, le ho imparate su Youtube…
Ciao!
E.
Michela says
Nessuna di voi ha provato il LeapFrog tag reader? Pensate che potrebbe essere un sistema alternativo a questo Jolly Phonics? Grazie, Michela