Non e’ mai troppo presto per cominciare, e non e’ mai troppo tardi per cominciare… E su questo c’e’ abbastanza unanimita’ tra gli studiosi di bilinguismo. In termini pratici cio’ significa che se avete un bambino piccolo, o state per averne uno, la cosa migliore da fare e’ cominciare subito. Piu’ i bambini sono piccoli piu’ e’ facile per loro apprendere un’altra lingua, in modo molto naturale e spontaneo. Inoltre iniziare molto precocemente ha molti vantaggi: aumenta la probabilita’ che il piccolo impari la seconda lingua senza accento, come un vero native speaker o quasi, e fa si che l’apprendimento di ulteriori lingue in futuro sia molto piu’ semplice.
Questo pero’ non significa che o si comincia il primo giorno o niente, ci mancherebbe! Ogni momento e’ buono, e ci possono essere mille motivi per introdurre una seconda lingua piu’ tardi, magari la famiglia si trasferisce, o nuove persone entrano far parte dell’ambito domestico. In ogni caso si puo’ introdurre nella vita di un bambino una seconda, o terza, lingua in qualunque momento, solo che piu’ si aspetta piu’ bisognera’ ingegnarsi e forse superare qualche iniziale resistenza.
E’ anche interessante osservare che, contrariamente ai luoghi comuni, gli adulti imparano le lingue molto piu’ velocemente dei bambini, perche’ le loro doti analitiche e memoria sono piu’ sviluppate. Eppure sara’ capitato un po’ a tutti di sperimentare frustrazione nell’apprendere una lingua (chiunque si sia trovato a fare i conti col tedesco sa di cosa parlo…) In effetti gli adulti possono imparare piu’ velocemente, ma hanno bisogno di molta piu’ motivazione e si demoralizzano facilmente se non ottengono i risultati sperati. I bambini invece non sanno nemmeno cosa siano gli errori e la frustrazione, fanno errori in continuazione, e riprovano e riprovano finche’ non ci riescono, per poi darsi un nuovo obiettivo. Non e’ differenza da poco!
In ogni caso crescere un bambino bilingue richiede tanto impegno, costanza e determinazione. Ma quel che conta e’ il risultato…
Un piccolo consiglio, se decidete che il bilinguismo e’ cio’ che ci vuole per la vostra famiglia prima di buttarvi cercate di capire quale metodologia e’ piu’ adatta alla vostra famiglia, per ogni famiglia c’e’ un metodo, ma non c’e’ un metodo che vada bene per tutte le famiglie. Qui ci sono alcune idee per cominciare.
SaRaksha says
Non sapevo che gli adulti si demoralizzassero più facilmente e avesser più bisogno di motivazione! Io vedo che in effetti ho bisogno di molti stimoli e di vedere presto i risultati di quello che faccio, ma pensavo di essere molto infantile in questo! Buona a sapersi 🙂
nicky says
Ciao Letizia!
Siamo approdati per caso al tuo interessantissimo sito perchè, pur essendo italiani, abbiamo l’opportunità di iscrivere nostro figlio ad una scuola internazionale. A settembre dovrà iniziare la prima classe della scuola primaria e non conosce l’inglese. Al di là della grande opportunità che intravediamo, siamo però preoccupati per il fatto che l’apprendimento di questa seconda lingua abbia inizio proprio in concomitanza con l’inserimento nel mondo della scuola.
Riuscirà un bambino di 6 anni, madrelingua italiano, a conciliare senza traumi il fatto di imparare a leggere e a scrivere in una lingua che gli è estranea? Ti preciso che sino ad ora ha imparato soltanto a riconoscere le lettere dell’alfabeto e la loro pronuncia in italiano e fa qualche tentativo di leggere/scrivere le prime parole.
Forse mi sbaglio, ma credo che per lui sarebbe stato più semplice fare in inglese l’ultimo anno della scuola materna o il secondo anno della scuola…
Ti ringrazio in anticipo per il tuo contributo e per aiutarci a prendere una decisione così importante.
Bilingue Per Gioco says
Nicky,
non posso risponderti… Certo prima si inizia meglio è ma si può iniziare in qualsiasi momento, ormai è inutile pensare a cosa avreste potuto fare prima, potete solo ragionare su cosa è meglio fare ora. Non posso dirti se questa scuola internazionale sia la scelta giusta, io cercherei di parlare con la scuola, per capire che tipo di approccio hanno, come aiutano i bambini come il tuo che entrano senza sapere l’Inglese, che tipo di percorso fanno. Fai tantissime domande, alla fine il punto sostanziale è se ti fidi o meno della scuola, delle insegnanti, del loro metodo e sensibilità.
L.
Alessia says
Salve a tutti e prima di tutto complimenti per questo interessantissimo sito. Volevo lasciare la mia testimonianza perché penso di vivere in pieno il tema di cui si parla.
Io sono italiana (trilingue : italiano-francese-inglese. ma sto imparando lo spagnolo), attualmente vivo in Francia e sono sposata con un Americano-Canadese di origine Polacca (che parla il francese, l’inglese il polacco, qualcosa di tedesto e solo qualche parola di italiano per il momento).
Ho un figlio ormai grande (19 anni) trilinue. Parla l’italiano (madrelingua) il francese (mi sono trasferita in francia quando lui aveva 13 anni) e l’inglese (oltre ad essere oggi in un’università americana, lo ha imparatoun po’ a scuola e un po’ perché l’ho sempre mandato ogni estate in America o in Inghilterra presso una host-family). A casa parlo in italiano con mio figlio, lui parla in inglese con mio marito e tutti insieme parliamo in francese come lingua comune. Sembrerebbe caotico ma in realtà non lo é affatto, anzi devo dire che ci divertiamo molto e qualche volta parliamo tra di noi usando più lingue allo stesso tempo.
Attualmente sono in dolce attesa ancora una volta e con mio marito ci troviamo in una situazione nuova. In effetti dobbiamo decidere quale possa essere il metodo giusto per noi per trasmettere le principali 3 lingue che conosciamo. E ci chiediamo: parlandone e volendone trasmettere 4, esageriamo ? Che rischi ci sono ? Come possiamo organizzarci ?
Grazie mille a tutti
Alessia
Bilingue Per Gioco says
Alessia,
WOW! Che vita interessante! Guarda i bambini possono imparare anche 4 lingue, se ci sono le condizioni per farlo, cioè le persone che le parlano, ma secondo me se non è una cosa naturale e spontanea, se sono i genitori a crearsi un programma per farci stare 4 lingue, finisce che i genitori si confondono (i genitori, non il bambino, ma poi di conseguenza anche il bambino).
Forse è più semplice rimanere su un OPOL (italiano e inglese) più il francese come lingua comune e della società, ci sarà sempre tempo per aggiungere altre lingue, soprattutto se verrà coltivata la passione per le lingue, cosa che mi sembra di capire si possa dare per scontata.
L.
Lucia says
Cara Letizia,
grazie ancora per il tuo sito che ho trovato illuminante 🙂
Sono da poco diventata mamma di un piccolo battuffolo biondo con dei grandi occhi azzurri! Anche io, come le altre mamme che scrivono su questo blog, desidero che mio figlio possa essere “cittadino del mondo” e, pertanto, che possa conoscere e parlare diverse lingue.
A questo proposito avrei bisogno di un tuo consiglio.
Io e mio marito siamo italiani, viviamo in Italia e conosciamo piuttosto bene l’inglese. A partire dal sesto mese di vita, L. – in occasione del mio ritorno al lavoro – trascorrerà gran parte della sua giornata con una tata madrelingua francese. Avrei pensato di introdurre il francese a L. utilizzando un metodo ad hoc (magari la tata – che parla benissimo anche italiano – potrebbe parlargli generalmentein italiano e riservare il francese a degli specifici momenti, come ad esempio la pappa e/o la nanna pomeridiana. Il metodo OPOL mi sembrerebbe nel nostro caso troppo sbilanciato sul francese che diventerebbe la lingua che L. finirebbe per ascoltare con maggiore frequenza (anche in considerazione dei nostri orari lavorativi piuttosto intensi).
In base alla tua esperienza, pensi possa essere una buona idea?
Se condividi la scelta del francese e del relativo metodo, da quale età pensi sia consigliabile introdurre anche l’inglese? e con quale metodo? io pensavo sempre di creare una routine… tipo nanna serale o weekends parlando in italiano in tutti gli altri momenti condivisi.
Mi rimetto, però, alla tua esperienza. 🙂
grazie ancora per l’aiuto che vorrai darmi.
LL.
Bilingue Per Gioco says
Lucia,
Non darei troppo peso al mio parere, è solo un parere, che vale comunque meno del tuo parere di mamma.
Fatta questa premessa, non so se mi farei scrupolo di chiedere alla tata di parlare italiano… Se la sua lingua è il francese le direi di parlare sempre francese col bambino, poi l’italiano lo imparerá da voi, dal mondo circostante, dalla scuola. Mi sembra un po’ l’approccio che veniva adottato nell’aristocrazia russa a dirla tutta…
Quanto all’inglese, mi sembra prematuro pensarci ora, intanto partite e vedete come va con due lingue, come si assesta la vostra routine, etc.
Ciao,
Letizia
P.S.
Per prudenza sarei cauta nell’associare una lingua straniera a momenti delicati come pasti e nanna, questo discorso ovviamente non vale se la lingua straniera è la lingua madre di un adulto e l’unica lingua della relazione con quell’adulto.
Maddalena says
Salve, sono Maddalena e scrivo perchè ho bisogno urgente di un consiglio…
Ad aprile ci trasferiremo in Kuwait, ho un bambino di due anni che inizia a parlare ora in italiano, è nella fase in cui mette insieme le prime frasi più complesse..Ha solo una infarinatura di inglese: ne conosce l’esistenza, nel senso che sa che le cose si possono chiamare in due modi, ha un piccolo “vocabolario” inglese con paroline essenziali…niente di più. In kuwait dovremo iscriverlo ad una materna in cui si parla solo inglese (non c’è la bilingue con italiano). Mio marito parla bene inglese, io ne ho una conoscenza scolastica: il fatto è che non so come il bambino reagirà, se sarà confuso e come potremo aiutarlo….C’è qualcuno che ha vissuto una situazione simile e che può darmi un consiglio?
GraZIE
Maddalena
gaia says
buongiorno,
io avrei bisogno di un consiglio. mio figlio ha vissuto il primo anno di vita in oalnda, suo padre è olandese ed io italiana, ha frequentato il nido per alcuni mesi ed in modo non continuativo in oalnda poi il bambino ed io ci siamo trasferiti in italia. ora vede suo padre ogni due mesi senza alcun contatto intermedio. il padre dice che quando sono insieme gli parla sia in italiano che in olandese visto che il bambino ripete solo poche parole e preferisce parlare in italiano. io gli faccio vedere i cartoni animati in olandese ma non mi pare segua molto…vorrei sapere se secondo lei il bambino in ogni caso riesca a capire a ricordare e se valga la pena che il padre continui a parlare olandese quando è con lui, non vorrei si creasse uan frustazione nel bambino che magari gli impedisse in futuro di imparare altre lingue sentendosi non in grado di rispondere.
il problema è la mancanza di continuità..attendo una sua risposta la ringrazio
gaia
paola says
Ciao Letizia,
che tesoro scoprire il tuo blog! Crescere mio figlio bilingue è stato sempre il mio sogno, e proprio quando stavo perdendo le speranze ho scoperto il tuo blog. Siamo genitori madrelingua italiani, io parlo inglese perchè l’ho studiato all’università e ho vissuto all’estero per un periodo. Il bimbo adesso ha 19 mesi, sono ancora in tempo per iniziare un percorso bilingue? da dove comincio? quali supporti in lingua mi consigli?
Grazie anticipatamente per i tuoi preziosi consigli.
Paola
Bilingue Per Gioco says
Paola,
Comincia col seguire il blog, e le idee ti verranno strada facendo. se vuoi puoi iscriverti alla newsletter (free of course): http://bilinguepergioco.com/subscribe-to-bpg/
L.
francesco says
ciao a tutti/e
non sono madrelingua e ormai da 3 anni parlo in inglese ala mia bimba da quando è nata.
Lei capisce tutto ma non lo parla (francamente per me non è un problema non è questo il mio obbiettivo)
L’altro giorno le ho chiesto (come faccio di tanto in tanto) se aveva piacere che il papà le parlasse in inglese e mi ha risposto (questa volta per la prima volta) di no. Ho cercato di capire se fosse un gioco ma francamente mi sembrava “seria”.
A questo punto, visto che non me la sento di forzarla se è una cosa che le da fastidio, cheido a voi consigli espereinze su come comportarmi.
Arianna says
Ciao Lorenzo,
Anche io mamma non madrelingua che parla inglese con le figlie. Una domanda: oltre alla risposta negativa, hai notato segni di disagio o comportamenti di deciso rifiuto nella bambina? Se così non fosse non mi preoccuperei troppo e continuerei con l’inglese. Le mie bimbe sono un po’ piu grandi, entrambe bilingue bilanciate in Ita-Eng ; quello che credo in base alla mia esperienza è che sia nel caso in cui tua figlia cominci ad esprimersi anche in inglese sia in quello in cui, come ora, continui a capire tutto ciò che le si dice, nel tempo vedrai aumentare i suoi interessi in inglese (ovvero si innesca ad un certo punto una sorta di circolo virtuoso per cui più viene esposta alla lingua più si lascia esporre, quindi è più probabile che mostri autonomamente preferenza per l’inglese in alcuni ambiti – letture, giochi, DVD, ecc.). Se ciò accade avrà sicuramente effetti benefici sulla tua motivazione a continuare; io eviterei comunque domande così dirette e pesanti nelle implicazioni, soprattutto verso bimbi così piccoli, dato che possono facilmente produrre un effetto boomerang: è come se il fatto stesso di chiederlo implicasse che non sei sicuro di quello che stai facendo e quindi la bimba ti dà la risposta che ritiene tu ti aspetti da lei. Come, ad esempio, quando di fronte a un bimbo piccolo che ha paura del buio il genitore comincia una filippica sul perché non debba averne, dando mille e una spiegazioni mentre il bimbo, per cui alcune di queste spiegazioni sono decisamente complicate, più che ascoltare desume che già il fatto che il babbo stia perdendo mezz’ora a spiegare che non devo avere paura voglia dire che effettivamente c’è proprio di che preoccuparsi 😉
In bocca al lupo e tienici aggiornati,
A
Luisa says
ciao a tutti, sono una mamma madrelingua italiana ed ho una bimba di 12 mesi che già dice moltissime parole e ripete tutto. Vorrei mandarla ad un nido bilingue inglese. Io conosco l’inglese ma non così bene da poter parlare a mia figlia solo in inglese tutto il giorno fluentemente e neanche con la pronuncia di una inglese madrelingua. Per cui vorrei ricorrere ad un nido in cui ci sia anche una maestra madrelingua inglese. Secondo la vostra esperienza, il nido bilingue in cui casomai si parla ad esempio 1 ora al giorno solo inglese, insegna col tempo qualcosa al bambino, allena l’orecchio al nuovo suono, si percepiscono i risultati in maniera concreta ? Sarà in grado la bambina dopo un po’ di allenamento al nido di capire semplici frasi in inglese? Grazie.
francesco says
ciao a tutte/i,
come ho già scritto piu’ volte parlo a mia figlia in inglese (da non madrelingua) da quando è nata. Adesso ha tre anni ed è capitato che ha iniziato a balbettare come puo’ accadere a questa età (infatti non siamo preoccupati). il pediatra ci ha spiegato un metodo passivo per risolvere velocemente e senza stress per la bimba il problema. Uno dei punti è quello di parlarle sempre in modo chiaro e scandedndo bene le parole ed assecondarla a parlare anche quando sorge il problema (ci sono tanti altri punti ma li trovate su vari siti). Questo per dire che di comune accordo con mia moglie abbiamo deciso di interrompere l’inglese per permettere ad A. di superare con calma e senza stress questa fase. Io ero un po titubante ma in effetti ho notato che da quando ho smesso con l’inglese la fase di balbuzzie è calata molto anzi negli ultimi giorni è sparita. Francamente non so se è una coincidenza ma vi chiedo suggerimeti esperienza commenti etc etc….
grazie
Magali says
Ciao a tutti…sono francese di 2 generazione (mia mamma è quella originale francese) ma sono bilingue da sempre, anche xchè da piccola, vivevo 6 mesi l anno in Francia da Mamie e Papie
Ora sono mamma felice di Ettore, 2 anni il 15 ottobre.Da sempre gli parlo esclusivamente in francese, idem mia mamma, ascolta canzoni cd francesi, e guarda Peppa Pig dvd francesi.Papà e il resto del mondo parlano italiano, con tutti gli stimoli di conseguenza (viviamo vicino Milano)
Ettore va al nido per il 2 anno consecutivo
Al momento capisce perfettamente e ugualmente entrambe le lingue, ma dice soloe unicamente Mamma
sono abbastanza preoccupata, oltretutto la pediatra rincara la dose, e vuole che lo mandi da uno specialista per “forzare” l apprendimento della lingua; io son contraria, vorrei rispettare i suoi tempi e sopratutto temo che “premendo” con l italiano,il francese venga automaticamente escluso
sareste così gentili da darmi un vostroparere/consiglio?
grazie infinite
Maggie
Chiara says
Ciao a tutti,
sono una mamma in preda ad un dilemma (o forse due). Ho una bambina di 19 mesi, Mia, che ha da poco iniziato a “chiacchierare”, ogni giorno una parolina nuova. Il suo papà è francese e le ha sempre, dalla nascita, parlato nella sua lingua madre. Il papà vive però in Francia da quando la piccola aveva 10 mesi, lo ha visto e sentito spesso da allora, nonostante ciò tutte le parole che Mia dice sono in italiano, il che mi pare ovvio, vivendo in Italia. Tra poco meno di un mese però, finalmente, raggiungeremo definitivamente il papà a Parigi. Ho letto molti articoli su questo fantastico blog e mi sono rispecchiata nel metodo OPOL, prefiggendomi quindi di continuare a parlare l’italiano con Mia. Il mio quesito è: il traferimento, il trovarsi all’improvviso in un posto dove la lingua predominante non è quella sentita fino ad ora, non sarà una sorta di shock per la bimba, causandole magari un blocco, un arresto dello sviluppo del linguaggio che stava procedendo così bene? Cosa succederà? Inoltre – ho omesso un fattore importante – io ed il papà comunichiamo fra noi da sempre in inglese, essendoci conosciuti in Inghilterra ed avendo vissuto lì per qualche tempo. Non riusciamo proprio a parlarci in italiano o in francese, primo perchè il mio francese è pessimo (non il suo italiano), secondo perchè “ci fa strano”. Cosa mi consigliate? Manteniamo questa routine e continuiamo a parlare inglese fra noi, ed ognuno la propria lingua con Mia? Ma che lingua si parlerà tutti insieme? Oppure uno di noi genitori dovrà adottare la lingua dell’altro quando si sta tutti insieme? Spero nella testimonianza dell’esperienza di qualcuno, in un consiglio.. Grazie mille!
Bilingue Per Gioco says
Io direi: andate avanti così, se vi va bene la lingua comune diventa l’Inglese e la bimba cresce trilingue.
Su shock, arresti, e traumi non mi dilungo… 😉
L.
Chiara says
..E allora speriamo di poter pubblicare presto una bella testimonianza sul trilinguismo!
Grazie per l’incoraggiamento 🙂
mamma avvocato says
Avevo già scritto questo commento su una altro post un anno fa ma non ho ricevuto risposta, così riprovo (non per stressarvi, ma perchè mi sono accrota che l’akltro era un post del 2009).
Mio marito è nato e cresciuto in Valle d’Aosta, ha studiato il francese molto bene a scuola, legge spesso in francese e i suoi genitori gli hanno insegnato la lingua in casa, ma facendo molta confusione.
Quando è nato nostro figlio, ora di 14 mesi, abbiamo deciso che lui gli avrebbe sempre parlato in francese, in privato ed in pubblico ed io in italiano (anche perchè il mio livello non è sufficiente, anzi), così da non creare confusione nelle lingue. Per ora lo fa e gli legge anche le favole in francese (aiutato dalle biblioteche pubbliche, in Valle rigorosamente biligue) e il bambino capisce tutto. Temiamo, però, che sentire parlare francese solo la sera e nel weekend da un solo genitore sia troppo poco.
secondo voi, trascorrere dei periodi di vacanza in Francia, anche se solo una o due settimane ogni tanto, può aiutare?
Pretendere che il bambino parli in francese con il padre (quando sarà in grado, ovvio) o lasciare che scelga liberamente?
Aiuto cercasi!
Bilingue Per Gioco says
Certo che le vacanze in Francia aiuterebbero, pretendere che il bambino parli solo Francese al papà, a fronte di un’esposizione piuttosto ridotta, mi sembra chiedere molto…
L.
mamma avvocato says
Aggiungo che ora il bimbo ha due anni, parla tantissimo in italiano e qualche volta dice delle parole o frasi semplici in francese ma poi tende a “tradurle” in mia presenza in italiano.
E’ raro, però, che risponda al padre in francese. Dobbiamo insistere, secondo voi?
amy says
cara mamma avvocato, secondo me state facendo benissimo; non ti far prendere dai dubbi e dalla fretta, perchè il bambino è ancora piccino! i viaggi in Francia certo aiuteranno, ma credo che anche l’ambiente della VDA (vivete lì, giusto?) sia molto molto adatto allo sviluppo di un bilinguismo bilanciato. Complimenti per il tuo blog, hai delle foto bellissime!
Francesca says
ciao a tutti! sono la mamma di una bimba di 17 mesi, madrelingua italiana ma parlo fluentemente inglese e tedesco. Quando sono al lavoro la mia bimba sta con i nonni con cui parla italiano; io desidererei parlarle sia in inglese che in tedesco sfruttando le ore serali (18-21),ovviamente una lingua sola per sera. Potrebbe essere una cosa fattibile? Premetto che non me la sento di abbandonare completamente l’italiano,soprattutto nei momenti critici (ad es.quando è malata o devo dare delle “regole”), vorrei capire se sentire la mamma parlare in tre lingue possa creare confusione…
Elisabetta C. says
Ciao Francesca,
posso darti solo una risposta pratica e non certo qualificata. Tre lingue per una persona sola mi sembrano un po’ troppe, sei sicura di “reggere”?
Io sceglierei una lingua e parlerei a mia figlia solo in quella (coccole e regole comprese!).
Soprattutto non penso che funzioni tanto quello di utilizzare un linguaggio solo per i momenti “normativi” (regole, sanzioni). Quindi punterei su una lingua e basta. Un’altra – al limite – puoi proporla ogni tanto attraverso la lettura, come se fosse un “sipario”.
Inoltre, a 17 mesi, tua figlia sta proprio nella fase di “sboccio” del linguaggio, quindi se ora passi dall’italiano al tedesco (o inglese) dovrai farlo con molta cautela perché potrebbe rifiutarlo o sentirsi spaesata (ovviamente se le hai sempre parlato in italiano sino ad ora, intendo).
Elisabetta C.
http://www.educazioneglobale.com