Non proprio, ma a fatica…
A. ha 15 mesi e non parla. Rarissimamente tira fuori un paio di paroline, tipo mamma, ma e’ davvero sporadico, soprattutto se vogliamo isolare i pochi casi in cui e’ chiaro che ha detto mamma e non ma-ma. Beh mentirei se dicessi che la cosa non mi fa sorgere qualche trepidazione, ma razionalizzando, no non c’e’ motivo di preoccuparsi. Anche perche’, in tutta onesta’, mi sono gia’ preoccupata inutilmente abbastanza.
Mi sono preoccupata perche’ ancora non si girava da solo nel letto (e ora fa le capriole), perche’ strisciava invece di gattonare (e ora quasi cammina da solo, quasi..), perche’ ha messo i denti troppo in fretta (il primo a 3 mesi, e oggi non li conto piu’, credo ne abbia almeno 16…), perche’ cresceva troppo in fretta e perche’ ha messo su solo un kg in un mese, insomma perche’ da un lato sono la mamma che ogni-bambino-ha-i-suoi-ritmi, dall’altra sono anche (mio malgrado) la mamma che come-il-mio-bambino-non-ce-n’e’!
Comunque prima di decidere di non preoccuparmi, mi sono cercata dei motivi rasicuranti per fare cio’.
Bene, gli esperti ci dicono che i bambini iniziano a parlare ad eta’ diverse, e che in media i bambini bilingui non si differenziano da quelli monolingui. Sono stati fatti diversi studi in merito, e pare che non ci siano differenze sostanziali tra questi gruppi.
In giro ci sono tante tabelle sugli stadi di sviluppo del linguaggio dei bambini, ma tutte dicono che entro i 18 mesi il bambino dovrebbe dire almeno una decina circa di parole, e poi capire ed eseguire ordini precisi e semplici (tipo Seduto Fido! ????), vocalizzare e costruire delle “frasi” di suoni, muoversi a ritmo di musica.
A. fa tutto cio’ a parte parlare. Anzi devo dire che capisce istruzioni in entrambe le lingue. Devo anche dire che non ho nemmeno il coraggio di dirlo a voce alta che un pochino mi preoccupo perche’ so che mi prenderebbero tutti in giro… Oggi l’ho accennato ad una mia amica, e lei mi ha detto in totale serenita’ che la sua bambina (una peste monolingue) ha cominciato a parlare verso i due anni…, discorso chiuso.
Insomma tutto cio’ per dire che non saremmo mamme se non ci preocupassimo. Ma in realta’ nella maggior parte dei casi, non c’e’ proprio niente di cui preoccuparsi.
Cio’ mi fa venire in mente i mille problemi che mi facevo in gravidanza, tipo ho mangiato per sbaglio un pezzo di prosciutto ora mi verra’ la toxoplasmosi? E via fare ricerche su Google sulla toxoplasmosi (per inciso in Inghilterra pare che la toxo non si trasmetta con i salumi, ma solo con le verdure crude non lavate bene. O hanno una toxo diversa, o hanno dei salumi diversi o uno dei due sbaglia…). In un certo senso oggi abbiamo troppa informazione, e ne siamo vittime, perche’ siamo talmente informate sui (comunque bassi) rischi che si corrono vivendo che perdiamo di vista la normalita’. Ogni tanto cerco di ricordarmi che questo e’ il lusso di chi non ha problemi veri, di chi , per intenderci, sa che cosa dara’ da mangiare domani a suo figlio (eppure secondo i nostri standard non definirei la mia vita senza problemi, anzi!). E con questa riflessione, vado a dormire serena, in attesa che A. mi risvegli con i suoi gorgheggi felici.
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