Immagino che molti di coloro che stanno crescendo i propri figli bilingui si siano domandati come trovare una baby sitter madrelingua, cosi’ da aumentare la possibilita’ per i propri bambini di essere esposti alla lingua minoritaria.
In Italia trovare baby sitter madrelingua è molto difficile, ma a volte basta saper cercare… Mi spiego meglio. Trovare una baby sitter di nazionalità inglese o spagnola non è proprio banale, ed è anche piuttosto caro (per la legge economica della scarsità, se un bene è scarso e richiesto, costa). Eppure le nostre città sono piene di persone di madrelingua inglese, francese, spagnola, etc etc. Sono persone che vengono da paesi come l’India, gli stati africani francofoni o anglofoni o l’America latina, per fare solo degli esempi.
Molte di queste persone hanno un’ottima cultura, hanno molta esperienza con i bambini, come madri o come professioniste, sono desiderose di lavorare e assolutamente degne di fiducia. Inoltre, particolare non trascurabile, spesso hanno molta esperienza diretta di bilinguismo, che è un fenomeno raro da noi ma costituisce la normalità nelle ex-colonie. Certo, come sempre quando si invita qualcuno a lavorare nelle nostre case, bisogna avere prudenza, chiedere delle referenze o affidarsi al passaparola, ma questo vale anche se si sceglie una baby sitter italiana.
Parlavo di questo con una mamma l’altro giorno, e lei manifestava grandi perplessità in proposito, soprattutto per timore che la sua bambina acquisisse un accento ne’ british ne’ italiano, insomma un accento africano. Personalmente io credo che questi timori siano infondati per piu’ motivi:
- se l’apprendimento della lingua e’ lasciato nelle mani di una baby sitter occasionale al massimo diventa un bilinguismo passivo, quindi comunque il problema dell’accento non si pone
- se invece i genitori parlano spesso la lingua in questione a casa, non c’e’ motivo per cui il bambino debba prendere l’accento della baby sitter e non quello dei genitori
- non ho trovato letteratura esplicita in merito, ma personalmente non credo che l’accento venga determinato nei primi anni. Credo che sia importante essere esposti alla seconda lingua fin dall’inizio, quando la capacita’ di apprendere parole e suoni è massima, ma che ci sia ampissimo margine per ritoccare l’accento negli anni, esponendo i bambini a persone e ambienti diversi
Voglio portarvi un esempio reale: un mio amico francese da bambino è vissuto per diversi anni in Ghana, dove i suoi genitori insegnavano, e di certo li’ ha messo le basi per il suo inglese, che oggi è perfetto e senza accento, vale a dire non ha nè un accento francese nè tantomeno uno africano. Vi assicuro che un francese che parla inglese senza accento è perfino piu’ raro di un italiano che parla senza accento… Di certo il fatto che lui sia stato esposto all’inglese nella tenera infanzia e’ stato determinante.
Devo anche aggiungere che secondo me è comunque meglio parlare inglese con un accento, qualsiasi accento, che non parlarlo affatto. Molti ancora non se ne rendono conto, ma tutti i figli degli immigrati che oggi stanno crescendo in Italia da bilingui un domani avranno un chiaro vantaggio rispetto a tutti i bambini italiani che non parlano nessuna lingua straniera. Io credo fermamente che per i nostri figli il bilinguismo non sia un optional, ma una necessità.
Comunque la domanda rimane, dove si trova una baby sitter madrelingua, di qualsiasi nazionalità? Guardatevi intorno, queste persone spesso lavorano nei nostri negozi, frequentano la vostra stessa parrocchia, portano i figli nel vostro stesso asilo nido…
Tiziana says
Cosa ne penso:
anche io sono sempre stata abbastanza rigorosa sul fatto che la baby sitter debba essere una persona anglosassone. E infatti ho sempre avuto (e sto avendo) grosse difficoltà a trovarla. Anche perchè nel mio caso si tratta di una lingua che non è parlata normalmente al bambino da dei genitori madrelingua (quindi se deve sentire un inglese “storpiato” basta e avanza il mio..).
Sono convintissima comunque (e la mia storia lo dimostra) che piuttosto di niente, va bene anche un accento diverso e che ci sarà nel futuro sempre tempo e modo per perfezionare sia accento che pronuncia che secondo me sono sempre modificabili e migliorabili.
Un saluto
Federica says
Ci siamo! Ci sono riuscita e sono felicissimissima! Ho trovato una baby sitter che parla inglese con la mia piccola Giulia (8 mesi)!
Un grande grazie a te, Letizia, per l’aiuto che il tuo blog mi ha dato nel tenere salda la mia volontà e nel districare i frequenti e ingarbugliosi dubbi che assalgono ogni mamma e per aver anche allietato e rinforzato momenti in cui poteva prevalere la pigrizia: beh, nel profondo Sud….pazienza….lo imparerà da grande!
Tramite faticose e lunghe ricerche ho trovato una ragazza (mamma di un bambino di 8 anni) etiope che parla benissimo inglese e non sa parlare l’italiano (ma lo capisce soltanto). E’ disponibile a trascorrere del tempo con me e con Giulia!
Resoconto dei primi due incontri: Giulia l’adora e lei è una ragazza dolcissima….stiamo diventando amiche!!! Sono davvero entusiasta! Sarà un caso ma oggi Aki (questo è il suo nome) è stata con noi a casa per circa 45 minuti e poi siamo uscite a fare una passeggiata con Giulia! A casa ha sempre parlato in modo dolcissimo con Giulia e poi per strada Giulia la guardava parlando nella sua incomprensibile lingua con tremila “bla-bla-bua-bua-prrr-rrr”!!!!
Volevo condividere con tutti coloro che seguono questo blog il mio grande entusiasmo! Sono solo all’inizio ma chi ben comincia è a metà dell’opera! Nel frattempo il mio inglese si rispolvera….non fa mai male! Grazie ancora Letizia!!!
Bilingue Per Gioco says
Brava Federica! Veramente determinata! Mi piace anche l’idea che tu abbia trovato una babysitter che non rientra nei canoni standard, è una bella cosa, vedrai che Giulia imparerà tante cose da Aki, non solo la lingua, e se questo può sembrare un po’ assurdo, chi se ne importa. Il mondo ormai è un melting pot!
L.
Federica says
Infatti Letizia! La cosa che mi è piaciuta più di tutte è che Giulia era attirata tantissimo da lei….mi piace che impari subito la diversità di pelle, aspetto, culture! E poi è una ragazza piena di iniziative: vuole imparare a suonare il pianoforte, legge moltissimo e conosce tutte le canzoncine che Giulia ama! Sto seminando….speriamo di raccogliere buoni frutti!