Questa settimana prendiamo spunto da quanto ci scrive Simona, che vorrebbe crescere i suoi bambini trilingui ma e’ insicura sul metodo e vorrebbe sentire i pareri di altre famiglie bilingui. Per leggere e commentare la storia di Simona, andate pure qui.
In generale pero’ ci sono un paio di riflessioni che si possono fare sul tri(e piu’)- linguismo.
La ricerca, insieme alla semplice osservazione che il trilinguismo e’ una realta’ in molti paesi, suggerisce che il trilinguismo e’ possibile e non presenta alcun tipo di controindicazione, questo per rassicurare quanti temono che un bambino non possa gestire piu’ di due lingue. E’ perfettamente possibile crescere parlando tre lingue, in maniera del tutto analoga a crescere parlandone due.
Mentre il bilinguismo bilanciato (cioe’ padronanza equivalente di due lingue) e’ abbastanza ricorrente, nel trilinguismo e’ piu’ raro che si abbia una padronanza simile delle tre lingue. E’ piu’ facile che ci siano delle differenze nella padronanza delle lingue e, cosa molto importante, che cio’ cambi nel tempo. Una lingua puo’ passare da dominante e secondaria e viceversa al variare di vari fattori, quali l’esposizione che i bambini hanno ad ogni lingua, le circostanze della famiglia, il contesto sociale e la scuola frequentata.
Una delle difficolta’ principali del trilinguismo e’ fare in modo che i bambini vengano esposti ad ogni lingua in modo sufficiente, sia in termini di tempo che qualitativi, e che quindi ricevano sufficienti input per acquisire la lingua, soprattutto se l’obiettivo e’ la padronanza attiva delle lingue. In alcuni casi la famiglia e’ facilitata dal fatto di vivere in contesti internazionali o multilingui, in altri, dovendo fare appello solo alle proprie risorse, deve essere molto organizzata e coerente nell’implementare la metodologia scelta.
Un metodo tipico per il trilinguismo e’ che ogni genitore parla una lingua e la terza viene appresa a scuola o nella societa’. Ma in altri casi una lingua puo’ essere appresa da altre persone, per esempio una babysitter o i nonni. O ancora puo’ essere che una lingua venga utilizzata dai genitori per comunicare tra loro, ma non per rivolgersi ai bambini, e che questi l’imparino! (del resto quale miglior incentivo che cercare di capire cosa succede al quartier generale?)
Insomma, il trilinguismo richiede spesso una metodologia accurata e che deve essere seguita con cura dai genitori. Per questo forse e’ bene che i genitori riflettano sulle loro motivazioni e i loro obiettivi, per capire quali sono le loro priorita’ e cosa vorrebbero ottenere, pianificare un approccio e riflettere sul rigore e la perseveranza che questo progetto richiede.
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