Scuole bilingui o no? Questa e’ la domande che si pongono tutti i genitori che vogliono o vorrebbero dare un’educazione bilingue ai figli, che loro lo siano o meno. Bene cominciamo a parlarne, e cominciamo dall’inizio: Nido e Scuola Materna, bilingue o no? Che differenza c’e’ tra bilingue e internazionale?
ASILO INTERNAZIONALE
Gli asili internazionali (Americani, Inglesi, etc.) seguono modelli e strutture dei relativi paesi. Da un asilo Internazionale ci si aspetta che tutto il personale sia madrelingua e che quindi i bambini a scuola sentano sempre e solo la seconda lingua. Certo pero’ che bisogna sempre ricordare che l’asilo non puo’ essere davvero monolingue a meno che anche i bambini parlino Inglese, il che succede solo in rari casi, nella maggior parte dei casi molti dei bambini iscritti sono Italiani e giocano e parlano tra loro in Italiano. Comunque e’ un fatto che i bambini ascoltano un po’ o molto Inglese tutti i giorni e interagiscono con una o piu’ persone in inglese, inoltre spesso queste scuola attirano anche bambini che vengono da famiglie miste o straniere, e quindi si creano le occasioni per trovare compagni di gioco internazionali.
Infine da considerare quale metodo viene utilizzato per indurre i bambini a parlare Inglese, che puo’ essere piu’ o meno rigido e severo.
Devo anche osservare che in base alla mia ricerca mi pare che questo tipo di asili siano rivolti piu’ che altro ai bambini dai 3 anni in su, cioe’ che ci sia molto poco come Nido Internazionale.
Per gli indirizzi qui ho elencato le scuole internazionali di Roma e Milano per le altre citta’, qui trovate un elenco, che pero’ non e’ esaustivo: http://italy.usembassy.gov/usa/education/schools-it.asp.
Domande da chiedere:
- La/le insegnante/i sono effettivamente madrelingua? Da dove vengono?
- Che tipo di tecniche vengono utilizzate per indurre i bambini a parlare Inglese?
- Quanti bambini ci sono nella scuola che non sono di madrelingua italiana?
- Quanto costa?
ASILO BILINGUE
Asilo Bilingue vuol dire tutto e niente, siete avvisati. Non pare ci siano regole chiare sulle condizioni necessarie per chiamarsi asili bilingui, quindi tutti ad attaccare fuori il cartello…
Alcuni asili hanno effettivamente un’insegnante madrelingua al loro interno, che a volte fa compresenza con un’insegnante italiana, a volte tiene la classe per qualche ora al giorno. Ma si definiscono bilingui anche gli asili che fanno una o due ore di inglese alla settimana, magari con un’insegnate esterna, il che e’ assolutamente inutile, i bambini non imparano nulla con un’ora o due di Inglese alla settimana. Io ho visitato personalmente un asilo che si definiva bilingue perche’ ogni tanto la maestra, che sapeva poco o nulla di inglese, tirava fuori delle bandierine colorate e insegnava a dire Red. Alla domanda “che metodo usate?” mi hanno risposto nessun metodo, cosi’… Per carita’ tutto aiuta, ma chiamiamo le cose con il loro nome…
Comunque non e’ indispensabile che l’insegnante sia madrelingua, dipende da cosa ci si aspetta. Per familiarizzare un bambino con una seconda lingua va bene anche l’insegnante non madrelingua. Cio’ su cui invece non bisogna transigere e’ la trasparenza, l’asilo deve essere chiaro nel comunicare i metodi adottati e nel creare aspettative realistiche nei genitori, che poi valuteranno se vale la pena di affrontare i costi, o a volte la distanza.
La mia personale esperienza mi dice che gli Asili Bilingui si trovano gia’ a partire dal nido, ma che nel 90% dei casi sono delle bufale. Per questo motivo mi riesce difficile dare indicazioni precise su come trovare un asilo bilingue, bisogna chiedere in giro, e soprattutto andare a parlare con gli asili.
Domande da chiedere:
- C’e’ un’insegnante madrelingua? Da dove viene?
- Quante sono le insegnanti madrelingua?
- Quante ore al giorno/alla settimana fanno con i bambini le insegnanti madrelingua?
- Che tipo di obiettivo si prefigge la scuola per la seconda lingua?
- Che metodo viene usato per la seconda lingua?
- Quanto costa?
APPROFONDIMENTI
- 8 motivi per cui puoi insegnare una lingua a tuo figlio anche se non sei madrelingua
- 3 metodi principali per crescere un bambino bilingue
- Scuola Elementare per bambini bilingui
Prima di chiudere un’ultima considerazione molto personale. Credo che la cosa assolutamente primaria sia scegliere una scuola che ci piace, nello stile e nei metodi di educazione e insegnamento. E’ importante che i bambini siano sereni e allegri a scuola, quando parliamo di bambini cosi’ piccoli poi piu’ che importante e’ imperativo.
Io per esempio sto facendo di tutto di piu’ per crescere A. bilingue, pero’ l’ho messo in un asilo normalissimo, ma del quale sia io che lui siamo entusiasti e questo mi da molta serenita’. Il bilinguismo per ora me lo coltivo a casa, poi vedremo, e questo e’ un approccio che inviterei piu’ famiglie a considerare. Anche perche’ guardando all’offerta nella mia citta’, forse e’ meglio che non faccia molto affidamento sulla scuola, e tutto sommato ci va bene anche cosi’…
La settimana prossima parleremo delle scuole elementari, mentre i corsi di lingue meritano un discorso a parte.
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Immagine da A Journey Round My Skull
Barbara says
Sto pensando di far frequentare a mio figlio una scuola materna inglese, per proseguire poi con le scuole in lingua italiana. La direttrice del nido che ora frequentiamo, e che io stimo molto, me l’ha pero’ sconsigliato con la motivazione che la scuola materna e’ fondamentale per preparare i bambino alla scuola elementare, preparazione che verrei a perdere se fosse condotta in un’altra lingua. Insomma per lei potrei incorrere in una partenza difficile della carriera scolastica di mio figlio con tutte le conseguenze del caso.
Qual e’ la vostra esperienza a riguardo?
Grazie,
barbara
Claudia says
Non serve a nulla. Mandare un bimbo alla materna Inglese (famiglia Italiana) per poi spostarlo alle elementari è pressoché inutile, linguisticamente parlando.
L. says
Barbara,
premetto che io non ho esperienza diretta a riguardo, forse qualche altra mamma all’ascolto ce l’ha. Pero’ io ti domanderei qual e’ il tuo obiettivo?
A che pro mandare tuo figlio alla scuola materna inglese per poi mandarlo alla elementare italiana, dove non avra’ modo di mantenere le conoscenze linguistiche acquisite? A meno che tu non abbia qualcos’altro in mente per il futuro…
E ancora, che tipo di scuola e’ quella che hai individuato? una scuola propriamente Inglese, dove le educatrici parlano solo ed esclusivamente inglese ai bambini? O una scuola bilingue?
Comunque non so se hai letto l’ultimo intervento della Dott.a Sorace, se i bambini si adattano senza problemi a traferimenti all’estero, dove cambia radicalmente la lingua della societa’ e della scuola, non vedo proprio perche’ tuo figlio dovrebbe avere problemi ad andare ad una scuola nella sua lingua madre anche se ha fatto l’asilo in Inglese. E anche fosse se proprio volessi credo potresti facilmente integrare a casa la predidattica in italiano per aiutare tuo figlio.
Cio’ detto, rimane la mia prima domanda. Se non c’e’ un progetto di bilinguismo a lungo termine forse puoi anche risparmiarti il costo…
L.
barbara says
Cara Letizia,
i tuoi commenti circa l’adattabilita’ dei bambini e la possibilita’ di integrare a casa la predidattica in italiano, mi rassicurano perche’ sono proprio quello che penso anch’io. Circa gli obiettivi al momento e’ piu’ un discorso di opportunita’. Io e mio marito parliamo inglese, e per entrambi e’ stata una faticosa conquista in eta’ adulta.
Pensiamo che in questa scuola materna (che e’ monolingue inglese) possa imparare l’inglese in un momento in cui forse gli e’ piu’ facile farlo. Circa il dopo, ci prendi un po’ impreparati. Forse ingenuamente abbiamo pensato che ritagliando un po’ di tempo a casa (DVD, libri, canzoncine…) qualcosa potesse sopravvivere, fosse solo un po’ di predisposizione per quando sara’ piu’ grande!
barbara
L. says
Barbara,
hai ancora tempo per decidere. Io ti inviterei ad usare questo tempo per informarti e prendere una decisione ragionata, pensando anche al dopo cioe’, come dicevo, a quali obiettivi vi prefiggete nel lungo termine e come raggiungerli. Purtroppo temo che due anni di materna Inglese, in un contesto italiano, non renderanno tuo figlio un “madrelingua”, non creeranno cioe’ basi sufficientemente solide perche’ lui possa poi vivere di rendita. Certo le opzioni per il dopo ci sono, forse puoi trovare una scuola elementare in cui si dia sufficientemente spazio all’Inglese, o puoi trovare un modo per aiutarlo tu stessa (dipende da quanto bene lo parlate tu e tuo marito), ma e’ importante pensarci. Se hai tempo e voglia ti consiglio anche di leggere un libro sull’argomento che ti aiuti a chiarirti le idee, The Bilingual Edge e Raising a Bilingual Child sono entrambi ottimi libri (trovi i link qui sotto).
http://astore.amazon.co.uk/bilingualforfun-21/detail/0061246565
http://astore.amazon.co.uk/bilingualforfun-21/detail/1400023343
L.
barbara says
Cara Letizia,
ordinando il libro che mi hai consigliato su amazon ho trovato anche la tua selezione di libri in inglese per bambini. La cosa mi ha fatto un enorme piacere: i libri ordinati sono diventati una decina. Passero’ le vacanze a leggere. Oggi intanto vado a parlare con la direttrice della scuola materna.
Penso che ci risentiremo presto nel tuo blog. Nel frattempo ti ringazio tantissimo per i tuoi consigli.
barbara
caterina says
ciao, anche io mi trovo nella stessa situazione di Barbara. Sto pensando a far fare 3 anni di materna inglese (monolingua) per poi valutare la qualità della scuola, ed eventualmente se non soddisfatti (o se non in grado di sostenere ulteriormente i costi, che ne so, perchè magari arriva un fratellino) passare alle scuole elementari italiane.
La speranza è di riuscire a sviluppare nel frattempo una strategia per “mantenere” l’apprendimento della seconda lingua, che se non proprio “bilingue” almeno insomma… meglio che niente!!!
che cosa hai deciso di fare, Barbara?
Altre esperienze?
ah, la scuola in questione offre un programma fino al termine delle elementari, garantendo un parallelismo anche con la scuola italiana, e quindi la loro impostazione prevede la possibilità di accedere alle scuole medie italiane (o inglesi indifferentemente).
Esperienze di bambini che sono entrati alle medie italiane dopo le elementari inglesi?
grazie!
Valeria says
Gentile Letizia,
innanzitutto grazie per il sito, un vero approdo per mamme in preda ad amletici dubbi sul futuro linguistico dei propri figli.
Io sono proprio una di queste. Noi siamo una famiglia esclusivamente italiana, ma con una vita internazionale. Attualmente viviamo a Parigi, dove nostra figlia di quattro anni frequenta da due le materne pubbliche francesi. Naturalmente parla e capisce il francese, anche se non vuole che io le legga a casa libri in francese. Ha da sempre una baby-sitter che parla con lei inglese (non parlando né francese né italiano) e quindi capisce anche l’inglese anche se risponde sempre in italiano o in francese.
Ad Agosto ci trasferiremo a Roma per tre o quattro anni. E qui cominciano i problemi. Se tornassimo a vivere in Italia non avrei dubbi nel mandarla in una scuola pubblica italiana, ma la certa prospettiva di ripartire senza sapere dove mi fa propendere per una scuola con la quale possa mantenere una lingua che le possa essere utile per un reinserimento meno difficile in futuro. La scelta logica sarebbe il francese, ma lo Chateaubriand di Roma segue interamente un programma pubblico francese. Difficilmente la Francia sarà un nostro futuro parametro di riferimento, ma mi spiace che perda una lingua ormai acquisita. Le scuole inglesi o americane hanno un target elitario che poco condivido e che soprattutto poco vorrei che fosse condiviso da nostra figlia…
Non esiste una scuola italiana sperimentale di tipo internazionale?
Come vede, mi trovo in uno stato di confusione assoluta. Potrebbe aiutarmi a far chiarezza?
Grazie,
Valeria
Bilingue Per Gioco says
Valeria,
benvenuta a Billingue per Gioco, innanzitutto diamoci pure del tu.
Per quanto riguarda le scuole romane spero che Elisabetta ti sappia dare qualche consiglio, lei e’ sicuramente piu’ informata in merito.
La mia personalissima opinione e’ che la proposta educativa di una scuola e’ piu’ importante di quella linguistica. Quindi da un lato forse puoi trovare una scuola che ti dia sia la componente linguistica che quella educativa che cerchi, tenendo presente che si possono anche educare i bambini a riconoscere sia i pregi che i difetti del contesto in cui sono calati. Se pero’ non dovessi trovare la scuola che ti soddisfa in questo senso, puoi anche riflettere che 3-4 anni di scuola italiana potrebbero essere importanti per aiutare la tua bambina a conoscere e capire la cultura italiana, alla quale in fondo appartiene almeno in parte, mentre le lingue le puoi mantenere vive anche a casa o con altre attivita’.
L.
Elisabetta C. says
Cara Valeria,
Rispondo all’invito di Letizia e ti rispondo. Sono mamma di due bambine, rispettivamente di otto e di (quasi) sei anni e vivo a Roma.
Otto anni fa, quando avevo la prima figlia, mi balenò in testa l’idea di parlarle solo in inglese, la mia lingua preferita. Ma questo sito non esisteva e non avevo letto nulla che potesse supportare questa decisione per cui iscrissi la bambina per i primi anni di scuola dell’infanzia ad una normale scuola italiana e – nel frattempo – ebbi la seconda figlia.
L’idea di una educazione internazionale però mi continuava a tormentare. Pensando di non poter dare alle mie figlie le esperienze di vita all’estero che ho ricevuto io, e lavorando full-time l’idea della scuola internazionale non mi abbandonava, anche se io in Italia ho fatto solo ed esclusivamente scuole pubbliche.
All’epoca viaggiavo spesso per lavoro, in special modo a Parigi. Pensai anche io allo Chateaubriand, ma, per quanto sappia parlare e mi piaccia il francese, mi resi subito conto che non sarei mai stata in grado di aiutare una figlia con i compiti una volta arrivata ad un livello da scuola media e comunque non era a quella cultura che mi veniva spontaneo rivolgermi.
Poiché non mi volevo solo accontentare scegliendo semplicemente la scuola più vicina a casa mia, cercai sul web e in libreria ogni possibile informazione. In quell’epoca lessi tutto quello che trovavo sul metodo montessori, sul metodo steineriano e feci anche con mio marito (che all’epoca propendeva più per la pubblica) il giro di tutte le scuole del mio quartiere e zone limitrofe: pubbliche, internazionali, private, qualsiasi cosa.
Nelle scuole internazionali che girai (esclusa la scuola francese, si trattava ormai di scuole di lingua inglese) gli italiani venivano guardati con sospetto (non so quanto posso dargli torto), finché non cominciavo a parlare inglese e allora la musica cambiava. Le rette erano però salatissime e soprattutto la progressione delle rette nel corso dell’iter scolastico era pazzesca e al di fuori delle nostre possibilità, almeno con due figlie.
Finché – quando le bambine avevano rispettivamente quasi 4 e 2 anni – non trovai finalmente il compromesso che cercavo.
Le mie figlie vanno oggi ad una scuola bilingue italiano – inglese (è un istituto che comprende materna – elementari e medie). In buona sostanza si tratta di una scuola paritaria cattolica (sebbene sia diretta da suore ‘laiche’, americane) che, dal 1999, ha introdotto il bilinguismo, svolgendo sia il programma ministeriale italiano che l’inglese e materie IN inglese (alle elementari e alle medie), con insegnanti madrelingua.
Da ciò consegue che la scuola in questione è caratterizzata da un tempo pieno veramente ‘denso’ di didattica (c’è il tempo pieno anche alle medie, tanto per dirne una).
Ha quindi due pregi: quello di essere principalmente una scuola italiana (niente sradicamento dalla cultura italiana, niente esami da privatista ecc…) pur mettendo in grado gli allievi di capire, leggere, scrivere e parlare in inglese e quello di essere un po’ meno elitaria delle scuole internazionali (segnatamente per un motivo: le rette sono un po’ meno care). Ha ovviamente anche vari difetti, sui quali ti posso a lungo intrattenere qualora fossi interessata.
Oggi la mia figlia di otto anni legge i libri che leggono i madrelingua inglese di sette. Capisce tutto, sempre che le si parli non troppo velocemente e senza slang particolari. Scrive i suoi primi temi in inglese. Ogni tanto le esce fuori un accento un po’ italiano, pazienza (lo sente dai compagni, tutti italiani come lei, non dalle maestre). La più piccola canta in inglese e parlucchia. Le mancano le parole quindi, quando parla con la ragazza alla pari che è venuta a stare con noi per 5 mesi – costruisce frasi del tipo “Can you please allacciare le shoes?”.
Alla fine ho scritto troppo di me e non so se ho risposto a tutte le tue domande.
Per tornare alla tua situazione, affrontiamo razionalmente la questione.
Hai un figlia bilingue ‘attiva’ italo – francese e bilingue solo ‘passiva’ inglese.
Vorresti mantenere la sua conoscenza dell’italiano e del francese ma pensi che una scuola inglese costituisca una scelta migliore rispetto al futuro della vostra famiglia (ossia, rispetto ai paesi dove forse vi capiterà di vivere).
Opzione 1 – scuola straniera
Se con tua figlia hai sempre parlato in italiano, mi sembra ovvio che il legame con la lingua e con la cultura italiana lo tenga tu; dunque, ai fini del mantenimento e dello sviluppo delle altre lingue, a rigor di logica, ti serve una scuola straniera (o almeno bilingue, anche se poi.
A Roma le conosco più o meno tutte, se non altro per sentito dire, e quindi posso fornirti ulteriori informazioni, ma comunque la tua ‘check list’ personale dovrebbe essere:
1. quale sistema educativo preferisco (inglese o americano?);
2. in quale zona di Roma abiterò?;
3. quali disponibilità economiche ho?.
Opzione 2 – scuola italiana
L’opzione scuola italiana implicherebbe che tu ti metta a parlare la/le lingua straniera a tua figlia, con un singolare rovesciamento di ruoli casa/scuola, rispetto ad oggi. Oppure che prendessi un ragazza alla pari o una nanny inglese.
Questo però porrebbe il problema – a medio termine – della scrittura nella lingua inglese. Ovviamente la cosa si potrebbe anche risolvere con una insegnante privata il pomeriggio.
Inoltre, se un domani ti trovassi, poniamo, in Inghilterra, alcune scuole potrebbero chiedere a tua figlia di sostenere un esame prima di poter accedere.
Inoltre, entrambe le opzioni farebbero perdere a tua figlia il francese (ovviamente il ‘ricordo fonetico’, chiamiamolo così, o una certa sensazione di familiarità, rimarrebbero), ma a quella età imparano in fretta e dimenticano altrettanto in fretta.
Io, se fossi in te, opterei per l’opzione 1, con in più qualche escamotage per mantenere il legame linguistico (e affettivo!) col francese, del tipo canzoni in francese, libri in francese, ragazza alla pari francese d’estate ecc..
Però in realtà anche l’opzione 2 è perseguibile, ma richiede molto impegno e forse dipende anche dalla tua quantità di tempo libero.
Infine, a Letizia chiedevi se non esiste una scuola italiana sperimentale di tipo internazionale? La risposta è purtroppo non pubblica. Con i tagli che ci sono è un miracolo quotidiano che la scuola pubblica esista ancora. L’unica cosa del genere di cui parli – che io sappia – c’è per la scuola superiore (liceo classico o scientifico ‘europeo’ al Convitto Nazionale e pochissimi posti per il Baccalaureato Internazionale nei collegi del mondo unito, di cui uno solo è in Italia mi pare vicino Trieste).
Qualsiasi sia la tua scelta, sappi che non sei sola! C’è tutta una rete di persone, di genitori, che si pone le stesse domande, alle quali trova le più diverse risposte.
Riscrivimi/ci quando vuoi!!
Ciao
Elisabetta
p.s. ti aspetto a Roma
Bilingue Per Gioco says
WOW!
Grazie Elisabetta!
L.
Valeria says
Grazie Letizia, grazie Elisabetta!
Che conforto trovare persone con cui discutere di queste cose!
Io e Stefano, mio marito, parliamo entrambi in italiano con nostra figlia. Ci rivolgiamo a lei in altre lingue (parliamo entrambi correntemente il francese e l’inglese) solo quando siamo insieme ad altre persone con le quali la lingua veicolare è diversa dall’italiano. Entrambi abbiamo fatto le scuole pubbliche italiane, dalle quali abbiamo ricevuto un’istruzione che non ci ha mai fatto sentire fuori posto nelle successive esperienze estere. Pero’ entrambi siamo cresciuti in Italia fino alla maggiore età e cosi’ non sarà per nostra figlia.
Ho visto che ci sono delle proposte di playground in francese e in inglese che potrebbero aiutarmi a integrare le lingue (l’ipotesi di parlare con mia figlia in una lingua diversa è troppo difficile per me adesso) nella eventuale scelta di una scuola pubblica italiana, ma il mio timore è quello di inserirla in un contesto fortemente stabile e italiano, per poi stravolgerle tutto nuovamente (casa, compagni, paese, lingua). Per questo penso che una scuola internazionale o straniera abbia un viavai di persone e una lingua diversa dall’italiano che potrebbero costituire un passaggio più graduale per lei in futuro.
Quanto alle proposte educative (son certa che nel nostro caso è il fattore determinante della scelta) so che la scuola elementare pubblica, nonostante i tagli resta ancora una ottima scuola, ma che le scuole italiane all’estero hanno un contenuto aleatorio; so che la scuola francese è buona (anche se parecchio competitiva) e che è buona dappertutto nel mondo; non so nulla delle scuole inglesi o americane, eccezion fatta per i commenti desolati di alcuni amici londinesi sulla scuola pubblica inglese, nè so del loro livello nel mondo. Mi è chiaro che in futuro è molto più importante avere piena padronanza della lingua inglese che di quella francese, ma per noi è un terreno sconosciuto.
Potete raccontarmi qualcosa del sistema educativo angloamericano? Io ho guardato i siti delle scuole private a Roma, ma i programmi mi sembrano diversi in base alle scuole.
Elisabetta, potresti dirmi quale è la scuola con programma bilingue inglese/italiano?
Quanto all’osservazione di Letizia sul darle una buona base di cultura italiana, con la quale io mi trovo perfettante in accordo e sulla quale avevo già riflettuto, in realtà mi sembra che sia più il liceo con la letteratura e la storia a caratterizzare lo sviluppo di una cultura italiana; nostra figlia rientrerà in Italia ancora una volta a quindici o sedici anni e avevamo pensato che sarebbe importante che facesse questi anni in un liceo italiano.
Ma sopratutto grazie e grazie perchè parlare con voi mi aiuta pian piano a schiarire la massa informe delle mie preoccupazioni.
Tra una decina di giorni saro’ a Roma per visitare alcuni appartamenti e avevo pensato di prendere un appuntamento allo Chateaubriand, alla Montessori e se possibile a una delle scuole in lingua inglese (AmBrit o ?); spero mi possa aiutare anche vedere con i miei occhi gli ambienti e ascoltare da loro la proposta didattica.
Grazie ancora, spero di poter un giorno esser d’aiuto a qualcuno come voi lo siete per me.
Valeria
Bilingue Per Gioco says
Valeria,
se mi posso permettere io ti consiglio anche questo libro, secondo me utile per le famiglie che crescono i figli all’estero come voi proprio per affrontare la questione dell’identita’, che noi genitori italiani cresciuti in Italia non abbiamo dovuto affrontare. Non dico che tutto vada preso per oro colato, ma magari se ne puo’ trarre qualche spunto di riflessione: Third Culture Kids. Nel caso fammi sapere cosa ne pensi per favore.
L.
Valeria says
Grazie Letizia lo cerco subito.
Valeria
laura zavarella says
Ho seguito con interesse il tuo racconto.
Qual’è la scuola che hai scelto? Vivo a Roma Zona p.zza Bologna e mi piacerebbe iscrivere mia figlia in un asilo nido bilingue puoi aiutarmi? Ti ringrazio anticipatamente.
leila says
salve volevo solo avvisarti che da giugno il nido di via treviso 29 è diventato un nido trilingue italiano-francese-inglese.
Eva says
Ciao Elisabetta volevo chiederti qual’era la scuola nella quale mandi le tue bambine, visto che anch’io ho un esigenza simile, nel senso che essendo italiani vorrei far in modo ai miei bimbi di seguire il programma minesteriale italiano ma con l’aggiunta di quello inglese, qual’è la scuola e dove si trova ? Secondo te vale la pena iscriverli non avendo la certezza di quanti anni potranno frequentarla ? (mio marito al momento lavora a Roma ma nn so di per certo per quanto tempo, al momento 1 anno e mezzo .) Grazie mille !! A presto.
Eva
Elisabetta C. says
Scusa Eva… ma c’è scritto quale scuola è, leggi con attenzione tutti i commenti a questo ‘post’. Poi guarda anche il post su “scuola spagnola o inglese a Roma”, lì trovi altri commenti alle scuole bilingui in generale e alle scuole internazionali di Roma… non è che non voglio risponderti è che ho già dato la stessa risposta poche righe sopra (o sotto) in questa pagina…e in molte altre.
Rispetto alla tua seconda domanda, ossia l’incertezza circa quanti anni potranno frequentare una scuola bilingue la mia risposta è: meglio poco di nulla. Comunque se è solo per la materna è meglio una scuola internazionale. Se è per le elementari, la scuola bilingue ti consente di tenere i piedi in due staffe… ovviamente non escono bilingui in 5 anni se non c’è supporto anche a casa, ma hanno almeno una buon avvio
good luck
Elisabetta
adriana says
ciao cara, veramente interessante il tuo commento… anche io sono una mamma di un bimbo di 2 anni e mezzo, che da settembre inizierà la materna… tanta confusione… ho trovato qualche scuola interessante:http://www.southlands.it/, l’instituto san giuseppe casaletto, e l’ambritt che è molto molto cara.
considera abito nella parte roma sud… sono comunque alla ricerca… mi potresti dire gentilmente il nome della scuola di cui parlavi? grazie mille, adriana
marcella says
Ciao Elisabetta,
mi sono imbattuta nel tuo utile intervento perchè sto cercando informazioni sulla marymount (è li che vanno le tue figlie vero?)
Io ho una bambina di 4 anni che fino ad ora ha frequentato una scuola italiana e conosce pochissime parole di inglese. Io parlo poco inglese ma mio marito lo parla abbastanza bene.
stavamo pensando di iscrivere nostra figlia alla marymount ma ho un po’ di dubbi sull’ambiente?
non vorrei che mi venisse su una figlia snob o, in caso contrariom, che venisse isolata…. cosa puoi dirmi dell’ambiente?
grazie mille
marceòòa
Elisabetta C. says
Marcella, la cosa migliore è che telefoni alla scuola e ti prenoti per l’open day che penso sia a novembre, così ti fai un’idea di prima mano sull’ambiente. La questione è che se tua figlia ha già 4 anni ma non parla inglese le speranze di farla entrare in una scuola bilingue o internazionale sono poche perchè ci sono sempre delle liste di attesa e viene data precedenza, nell’ordine, ai già iscritti agli anni precedenti, a fratelli e sorelle di iscritti, o a bambini madrelingua. Insomma: in queste scuole bisogna entrare normalmente a 3 anni, salvo colpi di fortuna. Non vorrei però scoraggiarti: prova a chiamare e approfitta degli open day che, in generale, sono proprio in questa stagione per tutte le scuole
Elisabetta C.
Elisabetta C. says
Cara Valeria,
sono un po’ di corsa ma ecco qualche risposta.
In generale la scuola inglese, vent’anni fa considerata pessima (salvo, per le superiori, le Grammar schools e le privatissime scuole tipo Eton e Harrow e i loro equivalenti femminili), è ora, dopo una complessiva riforma, piuttosto quotata nelle indagini internazionali dell’OCSE.
La scuola con programma bilingue italiano/inglese è l’Istituto Marymount di via Nomentana.
Io ti consiglierei, nei tuoi giorni romani, di vedere più scuole possibili. Spesso, tra l’altro, hanno lunghe liste di attesa. Si tratta di scuole che sono inoltre in punti diversi di Roma, quindi anche la scelta di dove abiterete è fondamentale.
Io non vedrei solo l’Ambrit ma anche almeno il St. George e la Rome International School.
Improvvisamente poi mi sono ricordata che esiste la Maisonnette, scuola SOLO materna trilingue (ita – fran – ing). Trovi tutte le informazioni su google, ma molte sono già su BPG.
Quanto alle scuole pubbliche ovviamente dipende dal quartiere dove abiterete.
Fermo restando che gli argomenti di interesse della ‘community’ di BPG è più carino metterli a disposizione di tutti, se ti va puoi farti dare da Letizia la mia mail o i miei recapiti telefonici.
un caro saluto,
Elisabetta
Valeria says
Grazie Elisabetta,
avevo guardato il sito Marymount ma quello international che non mi andava bene. L’Istituto Marymount è invece decisamente interessante, con il programma ministeriale italiano. Il problema è la Nomentana, ma ho visto che c’è un servizio scuolabus a richiesta. Mio marito lavora a nord, zona stadio olimpico, noi cerchiamo casa in centro perchè non sappiamo dove saro’ assegnata.
Avevo guardato anche La Maisonnette come fase di passaggio, mentre mi guardavo in giro.
Grazie di tutto.
Valeria
Palma says
Sono un genitore italiano bilingue e sto cercando di dare la possiblità alle mie bambine di frequentare una scuola internazionale o bilingue a Roma. Finora hanno frequenato una scuola materna ad un prezzo accessibile e logisticamente comodo per loro ma ora si pone il problema delle elementari.
Le scuole internazionali hanno un programma davvero completo ma purtroppo se moltiplico per due le sole tasse scolastiche il costo diventa proibitivo.
A questo punto ho guardato l’offerta di 2 scuole che offrono il bilinguismo: Petranova e Marymount istituto (citato più volte su questo sito). Per il Marymount ciò che mi piace è il n. di ore di inglese ma ciò che mi lascia perlplessa è 1) il n. di ore di studio dei ragazzi di 1a elementare che all’uscita alle 16.00 hanno ancora compiti da fare a casa… non sarà troppo? Invece mi sembra che facciano poca attività fisica e abbiano poche occasioni di fare attività extra ad es. musica / attività artistiche / sport. Mi sbaglio? 2) il numero di ore dedicate alla matematica del Marymount è di 5 contro le 7 di Petranova. 3) non sembra essere pervista attività di sostegno allo studio (o mi sbaglio) al Marymount (presente al Petranova)
Il mio dilemma è di offrire alle mie bambine la possibilità di imprare bene l’inglese ma non solo la lingua quanto una cultura diversa da quella italiana e non rinunciare ad un’offerta didattica ed educativa completa. Qualcuno può condividere con me le sue esperienze in tal senso? Grazie dell’aiuto che potrete darmi.
Marcello C. says
Gentile Elisabetta,
mia moglie ed io stiamo valutando se iscrivere il prossimo anno nostro figlio all’Istituto Marymount di via Nomentana, in II elem., dopo un’esperienza in I elem., quest’anno, presso una scuola pubblica Montessori che non ci ha del tutto convinto.
Vorrei chiederti, cortesemente, se conosci anche gli istituti dell’Opus Dei, il Petranova (per le bambine) e lo Iunior (per i maschi, dove potremmo mandare nostro figlio) che dovrebbero essere anch’essi scuole bilingue paragonabili al Marymount.
In effetti, dopo una ricerca tra le varie opzioni nell’area dove abitiamo (comunque non vicinissima a tutte queste strutture), siamo indecisi tra il Marymount e lo Iunior.
Grazie,
Marcello
Elisabetta C. says
Caro Marcello,
ho visto con grandissimo ritardo il tuo commento quindi ti rispondo solo ora.
Conosco i due istituti dell’Opus Dei, ma solo per sentito dire.
Una famiglia che è andata via dal Marymount ha mandato i figli lì e dicono si trovino bene, per la grande attenzione inidviduale e alla disciplina che hanno i bambini.
Un’altra me ne ha parlato male, ma per la materna, non le elementari.
Io non sceglierei mai una scuola del genere perchè le mie posizioni sono troppo distanti. Già il Marymount è privato e cattolico e per me è un compromesso.
Io ti consiglierei di visitarle ma in modo scientifico, facendoti prima una lista di domande e ponendo le stesse domande a entrambe.
Lungi da me il voler fare pubblicità al Marymount, di cui sono contenta anche se rilevo vari difetti, però vorrei farti presente una cosa:
le scuole dell’opus dei si vendono molto bene, hanno bei siti e bei pof ma se vai a vedere a settimana hanno dieci ore di inglese/in inglese. Infatti copio dal loro POF:
Classe seconda
• 4 English basic course
• 2 Art and Image
• 1 Jump and run
• 1 Information Technology
• 1 Across Culture
• 1 Full immersion
Il Marymount ha per tutte le elementari 16 ore a settimana di/in inglese.
Sebbene le lezioni siano sempre di 50-55 mn e non di un’ora piena 16 contro 10 è molto di più.
Ovviamente poi il giudizio su una scuola non può e non deve essere solo quantitativo, però come metteva in guardia Letizia, poichè non c’è una definizione giuridica di scuola bilingue il bilinguismo va testato prima di tutto sull’offerta formativa e poi sul campo (‘testando’ i ragazzini della scuola, se possibile, cosa che si può fare generalmente agli open day).
Il rischio – semmai – è che al Marymount non accettino più tuo figlio, perchè è in ritardo con l’inglese rispetto alla media della scuola (le lezioni in lingua si svolgono come se fossero dirette a dei madrelingua e per esperienza devo dirti che inserirsi dopo i 5 anni è difficile. La cosa migliore è iniziare dai tre).
Per curiosità: da quale pubblica Montessori venite?
Rimango a tua/vostra disposizione per ulteriori informazioni. Al limite puoi chiedere la mia mail a Letizia.
Marcello C. says
Cara Elisabetta,
grazie per la risposta e per le ulteriori delucidazioni che successivamente mi hai dato.
A beneficio della discussione pubblica, sintetizzo qui le principali conclusioni cui sono pervenuto col tuo aiuto (sentiti libera, naturalmente, di intervenire con un ulteriore post se pensi che la mia sintesi sia incompleta o imprecisa).
Ai fini del puro bilinguismo (senza altre considerazioni sul resto della didattica), e prescindendo dal fatto che si trovi o meno posto, oppure che accettino o meno il bambino da una certa classe in poi, la scelta migliore dovrebbe essere il Marymount.
In subordine, lo Iunior/Petranova rimane una buona scelta, anche perchè ho appurato che si possono aggiungere 2-3 ore di inglese facoltative, a settimana, alle 10 di base previste; quindi, il numero di ore complessivo settimanale si avvicina abbastanza a quello del Marymount (16).
Naturalmente, se usciamo dal terreno del puro bilinguismo, nella scelta possono pesare altri fattori e criteri di varia natura, ma qui entriamo in un ambito più soggettivo, che può giocare sia a favore sia contro la scelta da fare, condizionandola indipendentemente dall’obiettivo del bilinguismo.
Una terza possibilità che si potrebbe perseguire, cioè iscrivere il bambino ad una buona scuola elementare pubblica vicino casa, che svolge le solite 2-3 ore settimanali di inglese , per poi fargli frequentare di pomeriggio una classica scuola privata di lingue, con eventuali corsi estivi, ecc., è da considerare una scelta non ottimale, o quantomeno non è una soluzione equivalente alle suddette prime due, che sono invece caratterizzate dal far fare più ore di inglese nel contesto di un unica scuola, in cui il bambino lo fa all’interno del normale orario di studio, insieme ai compagni di classe. Ciò in quanto, come tu stessa hai suggerito, c’è bisogno che la lingua sia viva, faccia parte del vissuto quotidiano del bambino (sia pur mediata dai docenti e non dal contesto) e c’è bisogno che la facciano anche i compagni con cui l’allievo trascorre la maggior parte della giornata… Per carità, è palese che se qualcuno trova utile/comodo/necessario scegliere questa terza soluzione (anche per un fatto di costi o di logistica) sarà pur sempre, ritengo, una soluzione che darà al bambino una buona spinta verso l’apprendimento precoce di una seconda lingua; ma, nell’ottica di un effettivo bilinguismo (almeno tendenziale…), non è certamente la migliore scelta.
Come notazione conclusiva, anche per evitare confusione in chi si accosta a questo argomento per la prima volta leggendo questi post, rammento che qui si sta parlando di una specifica scelta nell’ambito delle scuole che svolgono un normale programma ministeriale in italiano con molte più ore di inglese/in inglese rispetto ad altre scuole pubbliche o private.
Diverso è il caso delle scuole internazionali in senso stretto, dove si svolge un programma internazionale interamente in lingua e dove il bambino andrebbe introdotto fin dai primi anni di età per acquisire l’effettiva possibilità di seguire il programma stesso (esigenza, questa, ancora più stringente rispetto al caso del Marymount o dello Iunior/Petranova).
La scelta in merito a questa diversa tipologia di scuole bilingui (che sono molto più “bilingui” di quelle citate sopra, anzi sono spesso “monolingua in una lingua straniera”) verte su tutt’altro ordine di fattori, criteri e considerazioni (come si evince anche dalla copiosa documentazione reperibile in questo stesso sito). Pertanto, i genitori che si avvicinano al bilinguismo per i propri figli dovrebbero, a mio avviso, chiedersi innanzitutto che strada prendere nel bivio tra queste due tipologie, ovvero dovrebbero fare una prima scelta, a monte, per stabilire se orientarsi (potendo farlo) verso scuole in italiano con molte ore di/in lingua oppure verso scuole internazionali in senso stretto.
Spero di avere utilmente contribuito alla discussione, anche grazie ai preziosi suggerimenti di Elisabetta, cui rinnovo i miei ringraziamenti e cordiali saluti.
Un ringraziamento anche a Letizia, con i migliori complimenti per questo utilissimo sito.
Marcello
varinia says
sto cercando una scuola materna in centro a roma bilingue …ne sapete qualcosa?
secondo voi meglio una la materna solo inglese
ho ancora tempo ma vorrei arrivare l’anno prossimo con le idee piuttosto chiare
vary
Elisabetta C. says
Personalmente se te lo puoi permettere economicamente direi meglio scuola materna internazionale e poi elementare bilingue. Ovviamente stiamo parlando di inglese immagino.
L’elenco lo trovi sopra, lo ha messo Letizia.
ciao
Elisabetta
Assunta says
Ciao.
Ho 2 gemellini di 13 mesi sto cercando un asilo inglese o almeno bilingue a Roma, perche’ credo che nelle scuole italiane, purtroppo, l’inglese non venga insegnato per niente bene. Conosce un asilo nido inglese valido dalle parti di Roma centro, o Portuense?
Grazie,
Assunta.
Elisabetta C. says
Assunta, da quelle parti c’è l’ambrit (www.ambrit-rome.com).
Ma tutte queste cose sono nella lista fatta da L.
ciao
Elisabetta
Miki says
Cara Elisabetta,
ho letto tutti i tuoi commenti e le risposte date sul Marymount e/o altre scuole bilingue. Ora ho le idee molto più chiare sulla prima scuola citata. Avendo avuto dei dubbi nell’inserirlo in questo anno scolastico (avremmo duvuto farlo con l’open day di gennaio 2010) se non altro perchè non era ancora autosuffiente con il pannolino e anche per i suoi lunghissimi pisolini pomeridiani spero che lo prendano per il 2011/12 quando però il bambino avrà appena compiuto 4 anni (èdi agosto 2007). Pensi sia troppo tardi per inserirsi con l’inglese . nella scuola che frequenta ora ha già cominciato a masticarlo con una insegnante madrelingua ma solo 3 mezze ora a settimana.
con affetto
Miki
Elisabetta C. says
Secondo me a 4 anni andrà ancora bene, piuttosto devi assicurarti però che il posto ci sia!! La scuola ha delle liste d’attesa. Io mi iscriverei anche un anno prima, tanto per stare tranquilla che il posto c’è. Poi comunque se vuoi valutare ancora bene la scelta puoi farti dire quando è l’open day (presumibilmente novembre 2010) e parlare un pò con gli studenti delle medie… è il modo migliore per farti una idea e vedere se Il MM è quello che vuoi per tuo figlio.
ciao
Elisabetta
Fiorella says
Cara Elisabetta,
ho letto i tuoi commenti sull’istituto Marymount e ti ringrazio perchè mi sono stati davvero utili. Volevo chiederti qualche informazione in più su questa scuola. Ho un bimbo che ha appena compiuto 2 anni e ho cominciato con grande successo ad insegnarli un po’ di inglese pertanto l’idea di mandarlo in una scuola bilingue sta sempre più prendendo piede ed è da un po’ che sto pensando all’istituto Marymount. Oggi ho compilato il modulo per la richiesta di informazioni sul sito della scuola, ma non sapevo delle liste d’attesa. Potrebbe già essere tardi per l’anno scolastico 2011/2012? I pregi della Marymount mi sono abbastanza noti, potresti, se non ti dispiace, accennare a qualche difetto visto che tu vivi la scuola in prima persona? L’unica cosa che mi frena è l’idea di mandarlo in una scuola un po’ troppo elitaria sopratutto perchè non vorrei che mio figlio crescesse con idee che io non molto condivido. E’ questo il caso del Marymount?
Grazie mille. Ciao
Fiorella
Elisabetta C. says
Cara Fiorella,
scusa se ti rispondo con tanto ritardo.
Effettivamente so che i posti al primo anno della scuola d’infanzia sarebbero esauriti sia per questo prossimo anno che per quello successivo. Ma se ti interessa ti consiglio di rimanere il lista d’attesa, non si sa mai.
Spero inoltre di non venire querelata per i commenti specifici che seguono… ? casomai se hai bisogno di informazioni ancora più specifiche fatti dare da Letizia la mia mail.
Alllora, i difetti secondo me (e ovviamente il mio giudizio è in re ipsa soggettivo) sono:
1. Mancanza di un ambiente internazionale. I bambini stranieri (madrelingua inglese ovvero di altre nazionalità, ad es. cinesi, spagnoli, sudamericani, africani ecc…) sono una minoranza (circa il 5%). Dunque è una scuola con programma bilingue ma per ora l’ambiente non è bilingue.
2. Con il bilinguismo ‘scolastico’ e quindi artificioso l’apprendimento è più lento (insomma i bambini sono italiani cresciuti in Italia e dunque salvo nelle lezioni in lingua tra loro parlano italiano…). Tornando indietro, come ho già scritto altrove, e potendoselo permettere, io farei i tre anni della scuola dell’infanzia in una scuola solo inglese e poi la scuola bilingue (nella fattispecie il MM) alle elementari, per fare in modo che il risultato finale sia più bilanciato.
Comunque, nel complesso, il mio bilancio è positivo.
Dai test che ho fatto io anni fa all’open day chiacchierando in inglese con alcuni allievi delle medie. la sensazione è che siano perfettamente a loro agio parlando in inglese ma che non abbiano quella ricchezza di espressioni idiomatiche – inglesi o americane – che contraddistinguono i madrelingua. Insomma si sente che è un bilinguismo acquisito nel tempo.. Però conta che io a mia volta bilingue e sono molto esigente e che alcune famiglie non fanno niente di più che mandarli a scuola: niente libri extra in inglese, niente viaggi, ecc.. e invece secondo me il vero bilinguismo è quello ‘vivo’, che nasce dalla necessità di dover fare un switch da una lingua all’altra, se no rimane una materia scolastica.
Altre caratteristiche della scuola che è bene tu conosca…ma che io non considero difetti:
1. Nota bene, come in Canada e USA, il MM ha adottato un sistema di specializzazione dei team docenti per età, il che vuol dire che ogni anno o biennio il bambino cambia team docenti perché c’è un team per ogni classe. Dunque gli insegnanti si specializzano per età dei bambini ma non li ‘accompagnano’ nella crescita (ad es. tutto il ciclo della scuola dell’infanzia, tutto il ciclo delle elementari ecc..), un sistema che ha vantaggi (didattici: il diverso approccio dei vari docenti secondo me accelera l’apprendimento) e svantaggi (emotivi, specie per i bambini più timidi), alla faccia del mito della continuità didattica basata esclusivamente sulla continuità del docente (che caratterizza la scuola italiana). E’ bene avere a mente questo fatto.
Comunque le mie figlie si sono abituate a questo sistema e il fatto positivo è che alla fine tutti i bambini conoscono tutti gli insegnanti, che vedono più volte al giorno nel giardino della scuola o per i corridoi.
2. E’ una scuola impegnativa. Per fare (quasi) due programmi in uno il tempo pieno del MM è molto denso e non esclude neanche i compiti a casa durante la settimana (ma questo varia dai giorni, dai periodi e dagli anni). Insomma, probabilmente non è la scuola adatta per quei bambini che fanno uno sport a livello agonistico o che hanno altri impegni importanti nel resto del pomeriggio.
Spero di essere stata esauriente, scrivimi quando vuoi.
Elisabetta
p.s. L’ambiente della scuola è più vario di quanto pensassi, ma non faccio testo forse in quanto abito in un quartiere in cui le scuole pubbliche sembrano private (i parioli). Ciò detto è pur sempre una scuola in cui si paga e quindi è ovvio che una selezione per censo c’è. Per quanto mi riguarda se esistesse una scuola pubblica bilingue… mi ci sarei già fiondata..
Fiorella says
Grazie mille Elisabetta,
la tua risposta è stata molto chiara ed esaustiva.
In effetti dopo aver compilato il modulo di informazioni sul sito della scuola, non ho avuto alcuna risposta, forse a causa della indisponibilità di posti. Comunque a settembre provero’ a chiamare di persona, magari poi ti chiedo qualche ulteriore informazione via e-mail.
Grazie ancora
Fiorella
Arianna says
Ciao Elisabetta!
Sono Arianna, la mamma di Laura e Sara, ci siamo già fatte laute chiacchierate sull’argomento via mail; approfitto, quindi, di questo spazio x salutarti e chiederti un altro (ennesimo!) consiglio: come già sai, mi appresto a inserire presso il Mm le mie due con il prossimo open day. In quell’occasione avevo pensato di portare con me la mia grande, 4 anni, pensando di coinvolgerla fin da subito in quella che vorremmo fosse la sua nuova scuola. Ora pero’ mi viene un dubbio: forse sarebbe meglio andare da soli io e mio marito, così da avere più facilita’ nel parlare con insegnanti e alunni per approfondire i vari aspetti, didattici e non? Tu come ti sei regolata a riguardo? Un abbraccio e un eterno grazie per il prezioso aiuto che mi hai dato nel prendere una delle decisioni più importanti – forse la più importante – della mia vita. Arianna
RAFFAELLA says
Salve,
ho letto con molto interesse i vostri commenti ed esperienze sull’argomento e devo dire che il mio dubbio però resta…
Io ho una bambina di 2 anni che la mattina sta con me perchè lavoro part time di pomeriggio, entro gennaio dovrò decidere dove mandarla all’asilo.
La mia intenzione era quella di iscriverla all’asilo ad una scuola bilingue con l’obiettivo di prepararla che al mondo esistono anche altre lingue. Purtroppo non credo di poter supportare in futuro la spesa delle elementari in una scuola bilingue, anche se mi piacerebbe, ma potrei trovare una continuità a questo percorso, anche andando ad una scuola elementare italiana, magari frequentando corsi di gioco in lingue, a Roma ce ne sono diversi, con i libri in inglese, visto che lo parlo e poi …e poi si vedrà…
l’unico mio dubbio è… la sto caricando troppo la mia piccoletta in questo modo? oppure per lei davvero sarà un gioco comunicare in più lingue???La confonderò mandandola poi ad una scuola italiana?
Grazie in anticipo
Raffaella
Bilingue Per Gioco says
Imparare una lingua nell’ambito di attività quotidiane non è una cosa difficile per i bambini, anzi, quindi se il tuo timore è questo rassicurati. Certo però non è nemmeno scontato che l’apprendimento della lingua sia un gioco, dipende anche dal metodo con cui le viene proposta, e quindi in ultimo dalla scuola stessa. Per farti un esempio nella mia città c’è una scuola bilingue ma io mio figlio non ce lo mando, certo dal punto di vista linguistico sarebbe un vantaggio, imparerebbe molto di più e meglio, ecc ecc, ma quella scuola proprio non mi piace come metodi e cultura e quindi non ce lo mando, la scuola va scelta in base a molti fattori, di cui la lingua è solo uno, e certo non il più importante.
Facci sapere cosa decidi di fare per favore… Ciao,
L.
Raffaella says
A settembre io e mio marito andremo a visitare la scuola “La Maisonnette” che si trova vicino a casa nostra, in un commento viene nominata anche da Elisabetta C.
Sul sito della scuola ne parlano come un apprendimento basato molto sul gioco e non sull’imposizione (tra l’altro è l’unica scuola che approfondisce la lingue inglese in zona nostra) ma le parleranno anche in francese perchè come sai è una scuola tri lingue .
Io credo che avere una padronanza delle lingue straniere sia fondamentale oggi giorno figuriamoci quando la mia fagiolina che ha solo 2 anni sarà grande…ma le persone a cui l’affiderò e l’ambiente contano sicuramente molto di più!
Andrò in avanscoperta e vi aggiornerò…
🙂 Raffaella
Bilingue Per Gioco says
Bene, facci sapere che ne pensi. Una scuola materna che non dica che i bambini imparano attraverso il gioco credo che non esista, non in Italia, poi però c’è modo e modo di giocare, e di educare. Dico questo a livello assolutamente generico, non conosco di persona la Maisonette e non ho opinioni in merito, ma chi ne ha le condivida.
L.
Elisabetta C. says
Questa risposta è per Arianna (non so perchè ma il suo commento non ha sotto un reply…).
Io forse all’open day non la porterei. Ammesso che non sia cambiato il format, all’open day ci sarà la possibilità di girare per le classi, visitare la sala di musica, la palestra, la mensa e i giardini, parlare con il personale della scuola ma soprattutto discutere con i ragazzi delle medie. Magari sono tutte situazioni in cui avere del tempo per concentrarti, per valutare l’effetto (anche l’effetto ‘alone’ positivo o negativo) che ti/vi (se vai con tuo marito, come feci io) danno le persone.
Però ritengo che sia molto importante e divertente per tua figlia Laura ‘vedere’ la nuova scuola, farci un giro, annusare, toccare ecc.. Quindi magari potresti una volta, se hai tempo, magari prendendo un (altro?) appuntamento con l’ufficio iscrizioni, fare un salto e chiedere in portineria di poter fare affacciare la bambina a vedere il giardino. Magari sempre con lei una volta che l’iscrizione è certa potresti vedere il sito web della scuola (non un granchè aggiornato nè ben fatto ma per un bambino c’è qualche foto da vedere) o un depliant della scuola ecc…
Io non portai Vittoria fino a che non fummo certi che fosse stata ammessa, ma poi feci più o meno così come ti ho scritto
ciao
Elisabetta
(se poi la tua bimba si sente un pò persa una volta possiamo sempre fare incontrare le figlie. Le mie sono grandicelle ma molto coccolone con i più piccoli
Arianna says
Grazie Elisabetta, come al solito la tua chiarezza mi rassicura. Faro’ così e ti terrò aggiornata sulla situazione – in effetti bisogna prima di tutto accertarsi che le prendano, se portassi mia figlia all’open day e poi non fossero ammesse sarebbe doppiamente brutto! – credo che Laura sarebbe senz’altro contenta di incontrare le tue figlie (le bimbe grandi hanno un immenso fascino x lei), prima o poi bisognerà combinare un incontro…intanto buona estate e un caro saluto, Arianna
silvia says
per elisabetta
ciao elisabetta ho visto tutte le info sulla MM. io e arianna ci scriviamo via mail dunque mi farò raccontare anche da lei. anzi la prossima volta che la vedo a roma mi preparo a bombardarla di domande. intanto volevo chiederti perchè secondo te è meglio fare la materna in una scuola internazionale e poi passare alla bilingue?
io ho questo dubbio sulla bilingue che poi alla fine i bambini parlano italiano tra loro, e che vale la vecchia regola che anche per noi adulti è valsa: io personalmente ho imparato l’inglese a vent’anni quando mi hanno catapultato in un’ università inglese e parlare. comunicare e seguire le lezioni era una necessità, non un compito da eseguire. comunque siccome il mio bimbo ha sedici mesi io ho tutto il tempo per decidere e quindi volevo sapere da te perchè hai questa opinione s materna-elementare. grazie mille intanto. e un saluto sempre a letizia:)
Elisabetta C. says
Cara Silvia,
quello che dici è esatto: perchè parlare una lingua diventi naturale come respirare bisogna che uno venga ‘tuffato’ in immersione in quella lingua. Punto. Ovviamente prima avviene il tuffo e prima la lingua (o quant’altro) viene a far parte di noi senza sforzo. Inoltre questo ‘bagno’ va continuato o ripetuto nel tempo. Fare una scuola internazionale come scuola dell’infanzia dà la possibilità di avere un inizio più ‘spinto’ possibile, in un momento in cui il programma didattico non è ancora una priorità. Alla scuola bilingue, come ho già scritto, il 95% dei bambini sono italiani e comunque il 100% a ricreazione parla italiano (salvo con i docenti madrelingua, ai quali ci si rivolge in inglese).
Ciò detto, visto che ogni cambiamento ha un costo (nuova scuola, nuovi amici, non è che faccio tutto questo calcolo e poi non troverò posto alla scuola bilingue per le elementari?? ecc…) fare prima una scuola internazionale e poi la bilingue è una scelta un pò coraggiosa (ma che io tornando indietro forse avrei fatto…).
Diciamo che la scuola bilingue da sola non basta ad ottenere un bilinguismo bilanciato (che è il mio ambizioso traguardo; a molti genitori va benissimo così: nel confrontarsi bisogna prima confrontare gli obiettivi e solo poi le scelte..). Allora va integrata un pò (ma non con corsi, solo in modo ludico o casuale). Ma qui non siamo più tanto sul piano della lingua e basta: io sono così fissata perchè per me è anche una questione un pò identitaria che voglio trasmettere alle mie bambine.
Detto ciò – e tanto per darti un benchmark – abbiamo appena avuto degli amici canadesi da noi per due settimane e la grande (che ha fatto la 3a elementare) non ha mai detto o mostrato neanche una volta di non capire quello che si diceva noi grandi o con le sue amichette straniere (ovviamente non solo capiva, ma parlava pure..). La minore (6 anni) capiva e parlava e giocava, ma talvolta chiedeva a me o alla sorella “che ha detto? non ho capito”. Però io cisto lavorando parecchio su questo progetto e devo dire che una svolta è stata la au pair, che ha portato l’inglese dentro casa (e la cui presenza consentito a tutti di parlarlo anche in casa, come se fosse cosa naturale). A settembre viene un’altra au apair pe tre mesi.
Ti ho dato food for thought?
ciao
Elisabetta
Fiorella says
Care Elisabetta ed Arianna,
mi potete dare qualche informazione in più su come ci si iscrive al MM?
Dopo aver letto nel post di Elisabetta che probabilmente i posti per il primo anno
della scuola di infanzia del 2011/2012 sono già esauriti, sotto consiglio di mio marito,
ho provato a chiamare subito la scuola, ma la segretaria dell’ufficio iscrizioni
è in malattia quindi non so nulla.
Io tutto quello che ho fatto è stato compilare il modulo sul sito della scuola
(ma questo è avvenuto all’inizio di Luglio) dopo di che non ho avuto nessuna risposta.
Leggevo nei vari post dell’open day, ma l’ingresso alla scuola, in questa occasione,
è libero?
Per Elisabetta… Secondo te se i posti del primo anno 2011/2012 sono già esauriti,
che possibilita’ c’è di poterlo inserire? In realtà quello che non mi è chiaro
è il funzionamento della lista d’attesa. Bisognerebbe attendere che un
posto si liberi in seguito ad una disdetta? Ma se i posti sono gia’ esauriti più di un anno
prima la possibilità che cio’ avvenga è davvero remota.
Nel frettempo mi conviene iscriverlo comunque presso un’altra scuola?
Per Arianna… hai fatto una sorta di pre-iscrizione? Che contatti
hai avuto con la scuola? A che classi vorresti iscrivere le tue figlie? Il mio bimbo
ha appena compiuto due anni quindi io vorrei iscriverlo al primo anno di
materna il prossimo anno.
Ancora una domada per la gentilissima Elisabetta (che non riguarda la scuola),
la ragazza au-pair l’hai trovata tramite agenzia o sui vari siti fai da te?
Io ho provato a cercarne una per quest’estate trami te sito “fai da te” ma non ci sono riuscita.
Mille Grazie a tutte e due.
Fiorella
Elisabetta C. says
Fiorella,
1. per iscriverti penso che tu debba aspettare che riapra la scuola i primi giorni di settembre e passare di persona (saranno tutti in ferie ora, penso)
2. l’open day è verso novembre e la scuola quel giorno è aperta a chi la voglia visitare
3. Se i posti del primo anno 2011/2012 sono già esauriti bisognerebbe attendere che un
posto si liberi in seguito ad una disdetta, ma ce ne sono.
4. Per la au pair ho scritto un post qui su bilingue per gioco!!! Leggilo
ciao ciao
Elisabetta
Elisabetta says
Ciao Elisabetta ,
sono un’altra Elisabetta.
Volevo chiederti se hai informazioni sulla Rome International School. Alla MM hanno esaurito i posti per il 2011-12, quindi volevo informarmi su altre scuole.
Grazie
Ciao
Elisabetta
Elisabetta C. says
Per “l’altra Elisabetta”
Cara Omonima,
la Rome International (R.I.S.) la conosco se non altro perchè ce l’ho veramente sotto casa.
Per le elementari non gode di una gran fama; conosco però famiglie che ci hanno mandato i figli quando avevano il nido bilingue (nido dai 16 mesi) e che ora stanno alla scuola materna e sono contenti.
Io sono stata alla presentazione di middle e high school, l’anno scorso. Ho fatto finta di avere figli che dovevano fare le medie, solo per la curiosità di visitarla e farmi spiegare come funziona l’IB ossia il Baccalaureato Internazionale, rispetto ai normali A – levels inglesi.
L’impressione è stata tutto sommato buona, ma non eccelsa, ma comunque riguarda un’altra fascia d’età.
Se scegli una scuola internazionale per la scuola dell’infanzia (3-6 anni) sei ancora in tempo dopo per entrare sia ad una scuola bilingue (come il Marymount, dove dopo una certa età magari si liberano dei posti ma ti fanno entrare solo se l’inglese già lo parli) che continuare lì oppure per tornare alla scuola italiana.
La Rome International è comunque destinata a cambiare sede nel giro di due o tre anni, perchè la Luiss si allarga e loro si sposteranno tra Parioli e Vigna Clara. E’ più un gossip che una certezza, però è bene saperlo per il futuro. Se cerchi bene in rete tra i blog c’è un blog dei genitori della R.I.S. dove si parla di questo trasferimento di sede.
Per ora questo è quanto ne so.
ciao, fammi sapere nel caso che decidi.
So inoltre che a gennaio hanno un open day, vedi il sito
Elisabetta
Arianna says
Cara Fiorella,
ti rispondo x quella che e’ la mia esperienza – in realtà molto limitata, x il momento. Per il 2011 devo iscrivere le mie figlie al primo e all’ultimo anno di materna; abbiamo effettuato ad Aprile questa sorta di preiscrizione (cmq non impegnativa x entrambe le parti), andando a visitare la scuola. Ci hanno detto di richiamare a fine ottobre per avere la data precisa dell’open day e confermare in quanti andremo – anche a me hanno detto che e’ riservato a chi abbia fatto la preiscrizione. Ad Aprile i posti x il primo anno di materna c’erano, ci hanno invece detto che per l’inserimento della grande al terzo anno e’ necessario che appunto si liberino posti o che la scuola decida di aumentare di qualche unita’ i posti x classe, facendoci cmq capire che c’e speranza. Come suggerisce Elisabetta, meglio andare di persona: noi intendevamo telefonare e prendere in appuntamento ma non e’ stato semplicissimo, abbiamo cominciato a chiamare a Dicembre e siamo stati ricevuti a fine Aprile, dopo almeno una decina di telefonate. Spero di esserti stata d’aiuto, a presto e buone vacanze! Arianna
Fiorella says
Grazie Arianna,
a questo punto non rimane che recarmi alla scuola di persona a Settembre.
Buone vacanze anche a te.
Fiorella
silvia says
elisabetta cara,
avevo scritto un lunghissimo post che non leggerai perchè la connessione è saltata mentre pubblicavo ed è andato perso. tenterò di riassumere anche se so che non sarà la stessa cosa ma ci provo. innanzitutto ti ringrazio perchè arianna mi aveva già parlato di te ma devo dire in effetti nn mi aspettavo una tua risposta così veloce alla fine di luglio:) grazie mille! ho capito perfettamente quello che dici sulla full immersion, ma a parte che condivido con te l’opinione sulle scuole straniere che spesso sono troppo elitarie, in effetti temo un pò il passaggio poi e il cambiamento in vista dell’elementare al marymount.
per me come per te il bilinguismo è una cosa fondamentale della vita di mio figlio. sono nuova in questo senso rispetto a te e arianna, e ovviamente letizia, anche perchè michelangelo mio figlio ha sedici mesi e ho iniziato quando ne aveva sei. sono ancora molto insicura e infatti arianna mi consiglia molto e ci scriviamo lunghe e mail, un folto carteggio sul bilinguismo (io dal mare della puglia lei credo adesso dalla montagna) roba che se qualcuno le trova tra cent’anni ci prende davvero per fissate. perchè ti dicevo per me è fondamentale, vorrei arrivare come dici tu a un bilinguismo bilanciato. però ho mille dubbi, non so se sto facendo bene o male, se mic apprende se è tempo perso o peggio lo confondo. ci metto molto tempo ed energie e so che i dubbi sono normali e all’ordine del giorno, ma a volte mi dico vorrei che qualcuno fosse qui a guardarmi e a dirmi se faccio bene o se faccio male.
riguardo alla scuola, pur non avendo fatto tutte le visite che avete fatto tu e arianna, credo che la scelta migliore sia in effetti il marymount. da brava ansiosa ho già chiamato pur dovendo iscriverlo al primo anno di materna nel 2012 mi hanno detto di chiamare a settembre che cmq non c’è problema e ovviamente c’è posto. a settembre ci passerò direttamente e magari se è possibile vado anche all’open day (se è open).
credo di averti detto più o meno tutto:) se per caso mi venisse in mente qualcosa che mi è sfuggito ti riscrivo. poi magari una sera ci facciamo una pizza a roma anche con arianna che dici? che magari parliamo anche d’altro no?
un abbraccio intanto e grazie mille
silvia
Elisabetta C. says
Cara Silvia,
non sai quante volte è accaduto anche a me (anche su altri siti) di perdere tutto quello che avevo scritto. Ho imparato la lezione e da allora se so che il mio commento è lungo lo scrivo prima in word e poi taglio e incollo, tanto non è che sia meno spontaneo.
Io penso che raggiungerai il tuo traguardo. Conta che io non ho mai parlato alle bambine sempre in inglese, anche se sin da piccole ho insegnato loro qualche espressione di base che mi viene naturale usare e un sacco di canzoni e di nursery rhymes. Ma d’altronde avrei dovuto iniziare già con la prima (e all’epoca bilingue per gioco non c’era!!!).
Mi farebbe molto piacere conoscere sia te che Arianna e puoi tranquillamente chiedere a Letizia la mia mail in modo che a settembre possiamo organizzare di vederci.
Resta ovviamente inteso che, come con tutti, quando le ‘conversazioni’ possono interessare anche altre persone secondo me è bene ‘postarle’ qui su BPG.
Questo è il valore di una community e poichè ho avuto modo di conoscere Letizia, che stimo molto, penso sia doveroso sostenere il sito (anche con le nostre chiacchiere!).
Detto ciò effettivamente queste conversazioni sul MM stanno diventando un pò troppo specifiche rispetto al più ampio tema del bi/multi linguismo!
A proposito, a tempo perso se ti capita vai anche su mammeonline.net e iscriviti al forum ‘genitori e figli’: c’è un lunghissimo thread sulle scuole bilingui/internazionali (dove ovviamente ritroverai sia me che Letizia).
Io ho smesso di andare su MOL perchè è un pò troppo ‘generalista’ per i miei interessi, ma ogni tanto ci torno a controllare i topic delle conversazioni.
Intanto buon mare pugliese (io sono ancora al lavoro sino al 13 agosto…ma vado ogni fine settimana al mare dalle bambine – e ovviamente anche lì sono connessa)
ciao
Elisabetta
Bilingue Per Gioco says
GRAZIE Elisabetta!
Arianna says
Che bello! le connessioni tra famiglie aspiranti bilingui stanno funzionando a meraviglia mi pare…Quindi, mie care, spero di vederci tutte dopo le vacanze (Letizia compresa, tanto dovrai scendere a Roma, no?).
Un abbraccio a tutte dal Sud tirol, trilingue x definizione.
Arianna
silvia says
Cara Elisabetta ti ringrazio tantissimo dei tuoi consigli e delle tue risposte. Come vedi per noi che invece siamo già al mare la connessione è molto più lenta (solo oggi riesco a risponderti ?).
Sono assolutamente d’accordo sul fatto che le conversazioni e chiacchiere facciano bene al blog (in effetti le mie conversazioni con Arianna erano sì sul bilinguismo ma un po’ più intime e delicate più sul versante mamma insicura visto che Ari ormai è mamma navigata? e non mi sono sentita di postarle…) Però sono ovviamente d’accordo con te soprattutto se tutto ciò fa piacere a Letizia.
Che dire vi ringrazio tutte e tre (con Arianna ci vedremo a settembre , e Letizia l’ho sentita da poco e so che sta in acque pulite e tranquille…spero si unirà anche lei alla pizza delle mamme aspiranti bilingui come dice Ari).
Un’ultima cosa. Come spesso mi capita di raccontare sul bilinguismo sono piena di paure e di insicurezze. Io parlo quasi solo inglese con Mic da quando ha sei mesi (non è un Opol strettissimo come quello di Letizia) diciamo che piuttosto se c’è altra gente traduco ma la prima frase rivolta a Mic è sempre in inglese. Ormai è un’abitudine, è normale per me. Insomma ce la metto tutta. Ora che siamo al mare, (potete immaginarvi in un paesino del sud circondata dalla famiglia e da vecchi amici di famiglia) insomma diciamo che nessuno si è mai permesso di dire niente, però che ne so la battuta, o il sorriso o l’occhiatina. Ti accorgi un po’ che oltre l’approvazione a parole ti guardano un po’ strano. Dunque ovviamente per me è stato ancora più difficile da quando siamo qui al mare.
Però, però, però…Io mi rendo conto che Mic mi capisce. Mentre prima era soprattutto la gestualità, il suono, l’intonazione. Ora io lo so che lui mi capisce. Se gli dico should we take a bath lui va verso la sua vaschetta, se gli dico give me your hand senza indicargli la mano lui mi dà la mano. Non so, sono piccole cose ma a me sembra che lui cominci a capire. Ovviamente capisce anche l’italiano. Insomma mi sembra che reagisca alle due lingue esattamente allo stesso modo. E questo, mi riempie di una gioia immensa. Ma spero non sia solo una mia illusione.
Intanto approfitto di questo momento per chiedere a Letizia due cose, una se sa dove posso trovare i testi delle canzoni di Nursery Rhymes che ormai sono il must dell’estate, le hit della spiaggia e se avessi tutti i testi completi ci metterei meno a impararle. L’altra ti ricordi quando ci siamo viste mi hai detto come si dice vasino? Non me lo ricordo più…e siamo in pieno periodo vasino. ?
Un bacio a tutte. E grazie ancora.
Silvia
ps vado subito a visitarmi mammeonline
Bilingue Per Gioco says
Silvia,
le nursery rhymes sono in numero pressocchè infinito, quindi dipende da quali nursery rhymes cerchi.
Su BpG ne ho già messe diverse, altre si possono trovare in giro per la rete, anzi, se me le passi magari le aggiungo.
Vasino: potty!
L.
P.S.
Quale mamma non è insicura? Anzi, andiamo oltre, quale persona non lo è?
silvia says
grazie mille elisabetta consiglio preziosissimo:))))
per letizia, lo so l’insicurezza della mamma è una brutta bestia se in più esci dalle regole ecco che ti prende un pò d’ansia. ma io l’ho già detto una volta sul mio blog di solito quando cominciano a dirmi” ma hai vestito il bambino di nero…” me ne sto già andando. dunque.
le nursery in effetti non ti ho specificato intendo quelle di oxbridge baby. le trovo carine e anche ben arrangiate ma il il cd è arrivato senza testi. ne ho preso anche un altro di cd di nursery sempre su amazon (nn mi ricordo il nome perchè non me lo porto dietro) ma era davvero brutto, canzoni mal arrangiate e tutte suonate con sintetizzatori un pò finti. insomma veramente brutto. però approfitto per dare un consiglio alle mamme, mio figlio adora patty smith e paul simon, e un giorno l’ho beccato che ballava come il pazzo su london calling dei clash (c’è anche un video che lo testimonia). dunque ogni tanto mio marito sfila le lullaby dal cd della macchina e ci butta un pò di rock. cantare canto lo stesso. mic balla e il papà e più felice:)
Dimmi cosa ti serve e te le passo.
ciao
silvia
antonietta says
Ciao Elisabetta, sono Antonietta di Torino. Ho una bambina di 29 mesi che da circa un anno frequenta due ore al giorno una madrelingua inglese. A me sembra che attualmente abbia raggiunto un buon livello, quando la ragazza le parla, (stiamo facendo giochi, letture e vita quotidiana, senza imposizioni e in modo molto naturale), lei capisce quasi tutto (mi rendo conto che, comunque, capisce molto di più in italiano, soprattutto durante le letture).
Mio marito ed io abbiamo un inglese scolastico, pertanto interveniamo, in inglese, molto poco, (anche se io sono sempre presente alle lezioni e spesso suggerisco alla ragazza quanto vorrei che la bambina apprendesse; sto tenendo un quaderno nel quale appunto tutti gli argomenti che via via trattiamo allo scopo di poter ritornare su tali punti e ripassare spesso).
Ti scrivo perchè ho letto diversi tuoi interventi e credo tu possa esprimere un parere interessante rispetto alla scelta, che dovrò fare a breve, circa l’eventualità di inserire mia figlia in una scuola internazionale o bilingue.(da noi esistono attualmente materna ed elementare)
Premetto che purtroppo nella mia città non c’è molto da scegliere e che, per raggiungere la più vicina, dovremmo fare almeno mezz’ora di auto.
Le mie perplessità nascono dal fatto che, trattandosi di scuole sperimentali, o appena avviate non impartiscano la preparazione, sia in italiano, sia in inglese, che io mi aspetterei da scuole così costose, (mi sono informata e seguono programma Ministeriale italiano, ma non sono riconosciute in quanto le docenti sono laureate al loro paese, ciò significa esami di fine anno); il mio dubbio è : continuare con la madrelingua a casa (la quale non sarà troppo preparata quando sarà necessario insegnare alla bambina a scrivere e leggere), o inserirla in una scuola, allontanandola dal suo ambiente e sicuramente complicandole un po’ il quotidiano?
Ti faccio presente che per mio marito ed io il bilinguismo ha molta importanza e vorremmo che nostra figlia possa avere, un giorno, una preparazione inglese più vicina possibile ad una madrelingua, ma non a scapito di una buona preparazione generale!
Poco tempo fa mi sono confrontata con una docente di una scuola privata inglese che si trova nel nostro paese di residenza, la quale mi sembra preparata, la scuola impartisce lezioni per ogni esigenza e porta gli studenti all’ottenimento del certificato Cambridge Proficiency.
Quest’ultima mi suggeriva di continuare con la madrelingua a casa, in quanto per la sua esperienza, almeno per il Piemonte, non ha conosciuto ragazzi (che si rivolgono a loro per organizzare e prepararsi agli esami di cui sopra) con preparazione più elevata, avendo frequantato scuole bilingue o internazionali.
Il suo consiglio è, quindi, quello di continuare il nostro percorso, sicuramente, con il supporto di libri, Dvd, playgroup ecc.., e all’età della scuola primaria far frequentare la bambina la sua scuola, risolvendo le problematiche organizzative e lasciandola nel suo ambiente.
Secondo lei, in questo modo, la piccola avrebbe la possibilità di apprendere le sfumature e i modi di dire tipici dei madrelingua, cosa che, come dicevi anche tu, non suggede a scuola bilingue.
Inoltre non si andrebbe ad interferire sulla sua preparazione italiana, la docente di cui sopra, mi faceva notare che bisogna tenere sempre presente che i bambini, una volta cresciuti, potrebbero non essere così estremamente interessati alla lingua inglese come noi, pertanto si seguirebbero due piste separate.
A me è sembrato un discorso ragionato, anche in considerazione del fatto che a Torino e Provincia i bambini che studiano un’altra lingua sono visti come extraterrestri e i genitori, come pazzi, pertanto non è facile trovare momenti e luoghi di confronto!
Per questo rivolgo un appello a tutti e a Letizia una grossa richiesta di aiuto per un palygroup su Torino e provicia. Se mi contatti ne parliamo!
Grazie a Elisabetta, a Letizia e a tutti quelli che vorranno rispondere.
Chiara says
Ciao Antonietta, sono Chiara e anch’io sono di Torino e sto valutando l’inserimento di mia figlia alla materna bilingue . Qual’è la scuola che stai valutando tu?
Ciao e grazie
alice says
tutte ciao.
anche io sono di Torino e ho deciso di seguire il percorso scuola italiana e madrelinguainglese a casa con i miei bimbi che sono in eta’ da asilo. A Torino le scuole bilingui costano come master universitari e non valgono tanto 🙁
ci terrei ad ampliare le occasioni di incontro con altri genitori che stanno crescendo i loro figli bilingui, Letizia ci aiuti?
grazie!!
antonietta says
Siii, Letizia ci aiuti?
Mi dispiace ripetere che Torino è una città che non offre tutto quello che hanno a disposizione i giovani di Roma, Napoli, Milano ecc… e per questo mi unisco alla richiesta di aiuto di Alice affinchè si possano creare possibilità di incontro per i nostri bimbi bilingui, non potendo contare su scuole valide, playgroup o altro!
Alice, racconteresti la tua esperienza con la madrelingua? Mi piacerebbe confrontare l’approccio che quest’ultima ha con i tuoi bambini, attraverso quali metodi o strumenti trasmette la lingua e sapere quali sono le loro risposte…
Grazie e a presto!
Bilingue Per Gioco says
Alice, Antonietta,
ora come forse sapete devo concentrarmi sui Learn with Mummy da far partire a breve, poi possiamo concentrarci un po’ per trovare delle soluzioni per aiutare voi e gli altri genitori come voi. Però vi rimando la palla, proponete, mandatemi delle idee. Che tipo di aiuto potrebbe servirvi, come si può fare? Occhio però, non pensate solo a quello che serve a voi oggi, ma a qualcosa che sia replicabile, che possa risolvere i vostri problemi come quelli delle altre famiglie, e, attenzione, che sia gestibile da parte mia, io non sono in grado di accollarmi altro lavoro di tipo “volontariato”, gestire questo blog porta via moltissimo tempo…
Sapete cosa faccio? Vi apro una suggestion box. Lasciate lì le vostre idee e le vostre proposte. Questa pagina è password protected, diciamo che è un laboratorio di riflessione per chi segue BpG con particolare interesse, chi voglia la password per contribuire mi scriva una email .
L.
Bilingue Per Gioco says
Antonietta,
Alice mi ha scritto, pubblico asap.
L.
antonietta says
Ciao Chiara,
non sai quanto mi faccia piacere leggere che ci sono a Torino persone con la passione per l’inglese e che considerano veramente un dono prezioso regalare ai propri figli l’apprendimento di una seconda lingua, risparmiando loro la fatica dell’apprendimento in età adulta.
Pertanto ti chiedo di continuare a scrivere e a tenerci in contatto (sei coinvolta ache tu, Alice!!!).
Per rispondere alla tua domanda, ti invito a leggere tra i post recenti “crescere con la passione per l’inglese a Torino”, dove ho già scritto qualcosa riguardo le scuole a Torino. C’è anche un commento interessante di Alice!
Se poi hai ancora dubbi, per quello che posso, ti aiuterò!
p.s.: racconta la tua esperienza con la bimba fino ad oggi…è anche questo un modo per confrontarci!
A presto Antonietta
Chiara says
Ciao Antonietta, grazie per la tua risposta. Ho visto i tuoi commenti sulle scuole, io mi sto informando sulla saint denis perchè per me è più comoda, andrò a visitarla e poi ti farò sapere. Mi sono però venuti dei dubbi leggendo il tuo post , dove dicevi che queste scuole non sono riconosciute e quindi i bambini devono fare gli esami a fine anno…ho paura che la preparazione non sia di livello alto.., quindi magari le farei fare solo la materna e non le elementari. In realtà ho visto che a Chieri c’è una scuola inglese/americana solo in lingua inglese (questa sarebbe la migliore perchè i bambini non parlerebbero mai italiano) e c’è anche la scuola materna, solo che per me è scomodissima, quindi l’ho esclusa.
Per raccontarti la mia esperienza: mia figlia ha 15 mesi e io mis to informando per l’anno prossimo. Io ho studiato per interprete in inglese e spagnolo e io e mio marito abbiamo vissuto in Australia due anni ( la bambina non c’era ancora) quindi l’ingese lo so piuttosto bene , ma non sono madrelingua. Ad oggi le uniche cose che ho fatto è parlare solo inglese a mia figlia per un’oretta circa al giorno mentre giochiamo. Purtroppo non ho molto tempo perchè lavoro tutto il giorno, ma adesso vorrei dedicare più tempo a questo progetto e farlo in modo più strutturato. Le faccio sentire i teletubbies in inglese e adesso voglio iniziare a leggerle le storie in inglese, anche se è ancora un pò piccola e non riesce ad ascoltarmi per più di 10 minuti .Ci tengo davvero al fatto che mia figlia impari l’inglese fin da subito, non mi dipiacerebbe tornare a vivere all’estero e non vorrei che lei possa avere problemi se dovesse capitare. La scuola materna bilingue mi aiuterebbe in quanto anche se non parlano solo in inglese lei continuerebbe a sentire la stessa lingua che usiamo quando giochiamo insieme.
Ovviamente sarei molto interessata al playgroup a Torino se riusciamo a organizzarci.
Restiamo in contatto
Chiara
antonietta says
Ciao Chiara, hai saputo qualcosa della Saint Denis?
Io ho gettato la spugna, continuerò con la madrelingua a casa e cercherò di sopperire alla mancanza di un playgroup facendo frequantare alla bambina dei corsi di inglese per bambini.
Ho scoperto che alcune scuole di lingua organizzano qualcosa di carino dove si canta, si imparano delle filastrocche o si fanno dei laboratori di manualità…
Magari non sono il massimo ma almeno sta con altri bimbi che, come lei, imparano l’inglese.
Cosa ne pensi? Ho scoperto che ci sono due centri; uno si chiama Teclados Duo e l’altro The word.., se ti va informati anche tu, io ho prenotato una lezione di prova per fine mese…ti saprò dire!
Rimaniamo in contatto ! A presto Antonietta
silvia says
Ciao ragazze, vi aggiorno sulla nostra situazione visto che mi sembra che Mic faccia buoni passi. Come già detto siamo al mare in Puglia con i miei genitori e altri familiari. Io passo tutta la giornata con lui dunque parlo molto di più inglese, cantiamo e giochiamo tutto il giorno. Nonostante tutto il contesto sia italianissimo e anzi spesso devo tradurre quello che gli dico lui fa passi da gigante. Se gli dico should we go? lui si gira e comincia a salutare i presenti con la manina e poi s’incammina, se gli dico we are going to bed saluta con i bacini i nonni. Insomma cose così che mi fanno emozionare e inorgoglire. Ancora non parla, cerca di esprimersi ma non pronuncia ancora alcuna parola, però da un confronto con Letizia e altre mamme mi sono tranquillizzata. Però il fatto che lui capisca tutto quello che dico e che reagisca prontamente mi fa ben sperare e andare avanti nel bilinguismo. Ecco qua. Un bacio.
Silvia
Fiorella says
Grazie ancora Elisabetta,
Ho chiesto info sull’open day in quanto mi avevano detto che era riservato ad un numero limitato di persone che avevano effettuato una sorta di pre iscrizione (in relatà questa cosa mi era sempre sembrata un po’ strana visto il nome “open day”) e sto provando a contattare la scuola (sia telefonicamnete sia tramite web) da inizio luglio per avere qualche info in più, ma non ci sono riuscita.
Avevo letto un po’ di tempo fa il post sulla au pair ma non ricordavo che fossi tu ad averlo scritto. Dopo aver letto il tuo post ho provato a cercare una ragazza au pair per questa estate sul sito da te consigliato ma dopo diversi contatti hanno tutte rinunciato.
Ciao e buone vacanze
Fiorella
Elisabetta C. says
Per Silvia
come nursery rhymes ti consiglio la serie “wee sing“. Sono tutti CD con parole e…spartito!! Così noi abbiamo anche imparato a suonarle.
Io cel’ho quasi tutte, anche il cd con le canzoni in tutte le lingue, con cui le mie figlie si fanno le matte risate.
Tra tutti i cd il più bello è questo wee sing mother goose perchè è veramente ben cantato (le voci dei bambini sono molto belle e anche quelle degli adulti) e soprattutto suonato bene e in modo non banale (in un paio di pezzi c’è anche una ‘chiusura’ molto jazzistica.)
Si tratta di CD americani, dunque l’accento non è nè ‘BBC’ nè ‘queen’s english’ ma direi più ‘upper east side’…
Li puoi comparare nelle librerie inglesi e americane, sul sito di wee sing e anche su amazon (scegli amazon uk e non usa per pagare meno tasse)
ciao, a settembre,
Elisabetta
Arianna says
A noi piacciono molto le 150 fun songs for kids di countdown kids, se hai iPhone le trovi su iTunes se no te le posso masterizzare. I testi ce li ho delle preferite, circa una trentina. Per la verità con la mia grande quest’estate ci siamo fatti bei viaggi in macchina cantando a squarciagola gli oasis – stop criying your heart out, il tormentone ufficiale. Quindi, mi sento di dire che anche il brit pop funziona ottimamente;-)
baci belli freschi dalla montagna,
ari
Giuliana says
Salve, grazie mille per i consigli e le informazioni, sono una mamma di un bambino
di 4 anni che parla già francese (abbiamo vissuto a Bruxelles lo scorso anno e ha fatto lì
il primo anno di materna) ed é desideroso di imparare anche l’inglese (mi chiede sempre di
parlargli in inglese…lui é un chiacchierone, intellettuale, io credo che veda le lingue come un gioco, ma allo stesso tempo vorrei assecondarlo).Mi chiedo: il trilinguismo é consigliabile a quest’etá?
Viviamo a Roma, ma ci spostiamo per lavoro e fra qualche anno torneremo a vivere a Bruxelles.
Dovendo scegliere la materna ho fatto domanda allo Chateaubriand ma non é certo che verremo presi (solito problema delle liste d’attesa) ,intanto ho trovato una tata francofona per giocare con lui tutti i pomeriggi, e sono indecisa sulla materna pubblica (sotto casa dei nonni, a 2 passi da casa nostra) e la Maisonette, che rimane in zona ma mi lascia perplessa quanto a costi,struttura e corpo insegnante.La maisonette andrebbe benissimo per le tre lingue, ma alla materna funziona davvero?
Elisabetta C. says
Cara Giuliana
la maisonnette che io sappia è nata come materna e poi ha aprto il nido, mentre non fa le elementari (si possono infatti fare scuole con tre lingue ma non si possono immagino fare tre programmi diversi… si regge sino a due).
Ciò detto sulla maisonnette ho letto molto bene su un sito che si chiama mammeonline, nel forum genitori e figli, ma per comodità ti appiccico più oltre qualche commento.
Ovviamente la maisonnette ha più sedi e quindi le insegnanti cambiano ma almeno ha un metodo, credo.
Tutto questo ovviamente se non ti prende lo Chateau.
Per l’inglese, nel caso Chateau braidn potresti optare per uno dei playgroups di Letizia oppure ancora per questa sorta di ‘scuola del sabato’ di cui ho letto in giro per forum, vedi il sito kidscando.it
Ecco invece il taglia – incolla da quel sito che ti dicevo
da beatrice 1420
Ciao a tutti!
anche i miei bimbi frequentano una scuola internazionale: La maisonnette.
La sede di cui parlo è situata all’EUR (roma sud), le insegnanti sono madrelingua e la loro preparazione e competenza è veramente molto alta. Il mio primogenito finisce ques’anno la scuola materna e il piccolino fa il secondo anno di nido, il grande ha una perfetta padronanza sia della lingua inglese che di quella francese e ovviamente di quella italiana. Mi dicono che lui è particolarmente “portato” ma io penso che la sua fortuna sia stata trovarsi nel contesto giusto con le persone giuste. La proposta della maisonnette didatticamente è molto alta e anche i risultati sul bilinguismo in età prescolare sono ottimi. Molti dei bambini che la frequentano sono stranieri e quindi i miei piccoli si sentono veramente a casa loro. E’ veramente internazionale sotto tutti gli aspetti. le insegnanti provengono da diversissimi paesi anglofoni e francofoni. Ci sono bambini “italianissimi”, bambini asiatici, bambini dell’europa dell’est e del sud o nord Ameria….
Personalmente credo che sia stata veramente un’enorme fortuna arrivarci, a sei anni mio figlio comprende e parla l’inglese e il francese quasi come l’italiano.
A chi interessa allego il sito: http://www.lamaisonnette.net/it/default.html
Ciao!
da paperina
anche mia figlia frequenta la Maisonnette (via nomentana), sta finendo il secondo anno di nido e a settembre inizierà la materna. Beatrice, ma veramente tuo figlio alla fine della materna ha padronanza delle due lingue ? considerato che il metodo è lo stesso per le varie sedi mi piacerebbe sentire qualcosa di più da chi ha già finito il percorso.. grazie
Elisabetta C. says
post scriptum
Per digitare più in fretta ho storpiato il nome di quel grande letterato di René de Chateaubriand…poichè amo la letteratura francese sentivo di dovergli una rettifica..
Elisabetta
maria pia says
Ciao,
Ho 3 bimbe che hanno frequentato la Maisonette all’EUR a Roma dal nido fino all’ultima materna.
Ovviamente non posso che parlarne bene, sia per metodi che per apprendimento della lingua.
Noi siamo entrambi italiani, e le bimbe certo non parlano nè in francese nè in inglese, ma capiscono bene e bene la differenza tra le lingue. Ed inoltre l’apertura mentale che hanno è notevole.
Certo i costi ci sono, essendo una scuola privata, ma il servizio offerto è davvero ottimo (è aperta dall 7.30 del mattino fino alle 18.30 e 11 mesi l’anno; chiusa solo per le feste ufficiali). Inoltre dalla materna vengono portati due volte a settimana in piscina la mattina (anche questo impagabile per le mamme che lavoro sempre!).
Elisabetta C. says
Cara Antonietta,
ieri sera avevo a cena degli amici newyorkesi che non parlano una parola di italiano e sentendo le mie figlie che rispondevano alle loro domande ho pensato – così come altre volte – che con la scuola bilingue sto facendo un buon investimento.
Nel tuo caso, tuttavia, concordo sulle tue perplessità. Se non ho capito male la scuola che avresti preso in considerazione è bilingue ma non è paritaria (o parificata, come dice più correttamente la normativa in materia). Quindi a tutti gli affetti, sempre se non ho capito male, non è né carne né pesce: né scuola italiana con in più l’inglese e materie in inglese secondo il principio CLIL né scuola inglese o americana (in realtà non mi hai spiegato che titoli rilascia alla fine di ciascun ciclo).
In questo caso, almeno per la scuola elementare ti direi di lasciare stare, mi sembra troppo avventuroso.
Gli elementi che mi hai dato sulla scuola però sono un po’ troppo pochi per giudicare. Casomai dammi qualche altra info.
Per la scuola dell’infanzia è diverso, perché più che i contenuti dei docenti si valutano i metodi, la capacità di comunicare ecc.., quindi non sarei di parere contrario ma, non continuando alle elementari, lo sforzo economico e logistico di farle fare lì solo la materna vale la pena solo se l’immersione nella lingua è full time (tipo scuola internazionale e non scuola bilingue).
Insomma, io ti direi di continuare così con la ragazza madrelingua, integrando questa esperienza con altre cose (playgroup, un domani una au pair madrelingua ecc…). Quando avrà sei-sette anni potrai aggiungere a questo una vera e propria lezione inglese, che la aiuti anche con lo scritto. La fonetica delle parole inglesi è completamente svincolata dall’ortografia e quindi già verso i 4-5 anni uno potrebbe iniziare a fargli leggere quei libri che sono scritti tutti con parole di tre lettere (tipo “the cat in the hat”) oppure della serie “Oxford reading tree” dello stage 1.
Poi magari a sette anni puoi iniziare a farle fare i primi esami del Cambridge (YEL young english learners), non per il pezzo di carta in se (non serve a nulla) ma tanto per capire se l’apprendimento sta procedendo. Ovviamente la prova migliore sarà…portarla all’estero in mezzo ai suoi pari e vedere come se la cava!
La cosa fondamentale è la continuità nella esposizione. Più i bambini sono piccoli e più imparano ma anche dimenticano velocemente.
auguri e a presto
Elisabetta
antonietta says
Cara Elisabetta,
ti ringrazio moltissimo per avermi dedicato il tuo tempo; confrontarmi rispetto all’argomento scuola, mi ha fatto molto bene, anche perchè mi sono ritrovata a condividere i tuoi suggerimenti preziosi.
Mi prenderò ancora un po’ di tempo per riflettere, ma l’orientamento è abbandonare l’idea della scuola e continuare con la madrelingua e poi con lo studio privato dello scritto e della lettura.
Spero che vivere in una città che non offre scuole, (come per esempio, quella dove hai inserito le tue), non sia una limitazione per la mia bimba e che, scegliere un bilinguismo “privato”, dove il contatto con bimbi inglesi o bilingui avviene solo nei periodi di vacanza, non risulti troppo riduttivo.
Penso, correggimi se sbaglio, che l’esposizione alla lingua molte ore alla settimana attraverso una madrelingua adulta, non sia paragonabile a qualche ora con i coetanei!(che non so proprio come trovare!)
Se puoi dimmi la tua in merito, sarà molto apprezzata!
Grazie, Antonietta
alice says
scusate, dimenticavo: Antonietta, sono d’accordo con te, non sai quante volte mi hanno guardata come se avessi 3 teste solo perche parlavo in Inglese con i miei nani! 🙂
la domanda migliore: “Signora, ma perche’ parla in “straniero” ai bambini se Lei l’Italiano lo sa?” 😀
Elisabetta C. says
Un commento volante aggiuntivo per le Torinesi, perchè ora ho poco tempo (sono al lavoro): ho guardato il sito della Saint Denis.
Le scuole non si giudicano dai siti web, però da nessuna parte mi sembra che descrivano il metodo bilingue che seguirebbero e inoltre hanno scritto “discendente” invece di “discente”, il che più che un errore di battitura mi sembra…pura ignoranza. Aggiungiamoci poi che potevano benissimo scrivere “bambino” o (per i più grandi) “alunno/a” o “studente” ecc..
Insomma come prima analisi non mi sembra un granchè.
ciao
Elisabetta
alice says
ragazze torinesi, io sono iscritta al gruppo Bilinguepergioco di Facebook, cosi mi trovate! mandatemi dei messaggi attraverso quel canale cosi non intasiamo il blog di Letizia con commenti troppo personali!
Francesco says
Ciao a tutte/i,
mia figlia ha 6 mesi ed ho iniziato a parlarle in inglese da quando era nella pancia della mamma.
Mi sto iniziando ad informare su asili nido a Milano dove ci sia la possibilità di avere del tempo dedicato anche alla lingua inglese.
Vorremo mandare A. all’asilo nido dai 12 mesi in avanti. Cercando su internet ho trovato numerose strutture private ma francamente mi risulta difficile sceglerne una, se non andando a trovarle una per una cercando di capire quel potrebbe essere la migliore.
Il passaporala in questo caso potrebbe essere una buona soluzione e quindi vi chiedo se avete esperienze e consigli a questo riguardo.
grazie mille
francesco
chiarapaolini@mac.co says
Cara Elisabetta,
sono una mamma romana di Monteverde, moolto avvilita… ho tratto grande ispirazione dal tuo sito per prendere le decisioni al fine di crescere mia figlia quasi bilingue.
Alice ha ora 8 mesi ed è seguita tutte le mattine da una nanny madrelingua inglese bravissima.
Ho mandato un’application form all’Amrit ma mi hanno risposto che non c’è posto per l’inserimento di mia figlia sino al 2014.
quando li ho chiamati mi hanno detto che non accettano ora domande di ammissione per il 2015, di riscrivere loro tra un paio di anni, e che comunque molto difficilmente si saranno liberati dei posti (accettano solo il 35% di famiglie italiane e danno precedenza a chi ha già un altro figlio iscritto).
Non hanno liste di attesa…
Ho la sensazione che non vogliano accettare nostra figlia e non capisco come sia possibile.
ma quel 35% di famiglie italiane che hanno trovato un posto per il 2014 quando hanno iscritto i loro bimbi, quando ancora li aspettavano?? Alice ha solo 8 mesi!! Ed io che credevo di essere troppo precoce con i tempi della richiesta di ammissione…!
da Monteverde tutte le altre scuole risultano lontanissime…
Se però non avremo altra possibilità affronteremo i lunghi viaggi in macchina.
tra tutte le scuole internazionali di Roma potresti consigliarci quelle che secondo te sono le migliori (non single-sex)?
Grazie di cuore,
Chiara
Elisabetta C. says
Per Chiara Paolini
Cara Chiara,
scusa l’enorme ritardo nella risposta. Innanzitutto il sito non è mio: è di Letizia. Io (Elisabetta) sono solo una mamma “ospite (e blogger)”.
Premesso ciò, capisco che tutte le altre scuole internazionali sono veramente lontane per te.
Per quanto ne sappia, ma è sempre un giudizio soggettivo, la migliore è forse il St. George, che ha una scuola dell’infanzia e la primaria a via nomentana (via spallanzani) ma poi continua fuori Roma (a La Storta…). Quindi le tue scelte dipendono da una miriade di fattori, anche quanto a lungo vuoi che continui il percorso internazionale…
Io ho scelto il Marymount bilingue sempre sulla nomentana per le mie due figlie, e mi trovo – tutto sommato – bene.
Ragionaci un po’ e conta che, come non mi stanco mai di ripetere, non rileva solo la lingua di istruzione ma che devi considerare anche il sistema di istruzione nel suo complesso: le scuole internazionali in lingua inglese possono seguire i programmi del Regno Unito o quelli americani: sono due paesi diversi e c’è un abisso tra l’uno e l’altro, specie dai 5 ai 13 anni (poi di meno perché tutte le scuole internazionali stanno passando al sistema del baccalaureato internazionale vedi http://www.ibo.com oppure org, non ricordo bene).
Insomma, io mi farei un giro di tutte le scuole, parlerei con tutte le persone, mi farei spiegare programmi, costi, didattica, chiederei se hanno un pulmino e quanto costa e poi valuterei anche l’opzione di continuare la lingua a casa, con nanny inglesi e più tardi ragazze alla pari con esperienza di ESL teaching, che possano insegnare anche a scrivere.
Oggi tua figlia ha otto mesi, e ti preoccupi di quante lingue saprai dotarla.
Domani magari avrà otto anni o diciotto anni e le priorità saranno cosa avrà imparato (nelle diverse lingue) in termini di saperi e di metodi, di capacità di organizzare il proprio studio e il proprio lavoro, di capacità di relazionarsi con gli altri quando le sono simili e quando sono diversi da lei, insomma di ‘sapere per comprendere’ come dice Howard Gardner.
Buone riflessioni, riscrivimi se vuoi (sarò più rapida!)
ciao Elisabetta
Elisabetta C. says
Dimenticavo: approfitta a novembre degli open day delle scuole.
Il Marymount bilingue lo fa http://www.marymount.it/ITA/news.aspx
ma ho visto che lo fanno anche il marymount internazionale, la AOSR. Forse se cerchi sui siti anche il st. George e la Rome international School li fanno…è una ottima possibilità di acquisire informazioni in modo rapido
ciao
chiara says
Ciao Elisabetta, con enorme ritardo ma ti ringrazio moltissimo dei consigli che ci hai dato, ancora non abbiamo deciso il da farsi, intanto la piccola capisce ormai molto di quanto le dice la sua tata inglese e continuiamo a leggere questo prezioso blog.
Un caro saluto,
Chiara
Chiara says
Ciao Antonietta,
allora, si sono andata alla materna della Saint Denis, mi è piaciuta, ma non mi hanno dato spiegazioni specifiche sul programma bilinguismo, devo chiamare le educatrici per farmi spiegare meglio. Nel frattempo ho trovato una nuova materna bilingue privata che mi ha fatto un’ottima impressione, mi hanno spiegato bene il programma bilinguismo e ho parlato con la maestra madrelingue, in più per me è molto comoda, vicina a dove lavoro.Solo che hanno pochissimi posti e ho iscritto la mia bimba per il 2012 quando avrà 3 anni. Io comunque la dovrò mandare ad una materna privata, perchè lavoro fino alle 18, quindi tanto vale mandarla a quella bilingue almeno continua a sentire parlare inglese. Ovviamente non pretendo che questo basti, il percorso deve seguire anche a casa con me che le parlo in inglese quando giochiamo e con dvd, canzoni etc..in lingua. Fammi sapere come vanno le lezioni di inglese nei centri di cui mi parlavi che se ti trovi bene, magari mando anche la mia.
Grazie e a presto
Chiara
Antonietta says
si ma qual’è questa scuola materna bilingue dove avresti iscritto tua figlia?
Chiara says
Si chiama Pippicalzelunghe, è in corso casale, per me è comodo perchè è sulla strada per andare dal lavoro a casa. Nel frattempo ieri ho chiamato il Saint Denis, ho parlato con l’educatrice che è stata molto gentile e mi ha spiegato come si svolge il progetto del bilinguismo e mi ha detto che tutte le attività vengono svolte in inglese ovviamente in forma graduale. Mi ha anche invitato una mattina ad andare ad assistere alle attività per rendermi conto di come si svolgono nello specifico. Appena riesco vado e ti aggiorno. Ciao.Chiara
Antonietta says
Grazie ci terrei molto ad avere qualche informazione in più, io attualmente ho optato per continuare a casa e sto per inserire M. alla scuola materna statale del nostro paese, però non sono completamente convinta che sia la decisione giusta, proprio perchè non conosco nello specifico le attività che si svolgono nelle scuole bilingue e non posso capire quanto tempo di qualità verrebbe dato all’inglese e se quest’ultimo potrebbe togliere qualcosa al resto…il bilinguismo a casa è anche molto impegnativo.
Grazie comunque per quello che potrai fare…ti farò sapere per i gruppi che M sta frequentando.
alice says
Un appunto divertente sugli asili cosiddetti bilingui a Torino:
la mia amica Dianne ha iscritto la sua piccola al St Denis e Reagan e’ l’UNICA madrelingua Eng della sua classe. I miei sono in via dei Mille, asilo parificato di suore: su un centinaio di nanetti in grmbiule, ci sono due bimbe madrelingua USA (di cui una parla Svedese col papa’), una bimba che parla Francese con papa’ e Arabo con mamma, qualche bimbo che parla Tagalog (filippino) di prima lingua, altri tre bimbi che parlano solo Eng con la Nanny.. insomma, altro che scuola internazionale 😀
D. says
ciao a tutte,
sono una mamma di Pavia e mi trovo in una situazione simile a quella di Barbara. Non siamo una famiglia bilingue ma vorrei comunque iscrivere mia figlia alla materna bilingue che c’è qui a Pavia, il Flag (c’è solo quella che io sappia) per evitare che faccia la fatica che ho fatto io con la lingua inglese!!! Forse non potrò permettermi poi di mandarla anche alle elementari nella stessa scuola e quindi non potrei garantire a mia figlia la giusta continuità ma immagino che con qualche buon corso d’inglese non perderà proprio tutto!!! Qualcuna ha qualche esperienza in merito?
L’altro grande dubbbio che ho è come sia l’ambiente della scuola, non vorrei mandare mia figlia in un’ambiente eccessivamente elitario. Qualcuno ha avuto esperienze dirette con questa scuola?
Grazie
D.
anna says
Ho visto che in questo post ci sono molti commenti di torinesi e quindi, abitando anch’io a Torino, mi sento molto coinvolta, avendo riscontrato le stesse difficoltà.
Personalmente ho visitato il the world di via Frassineto( non so se è lo stesso che citava Antonietta)
ed abbey school, entrambi con insegnanti madrelingua, bravissimi. Ma la mia personalissima impressione è stata che avrei sprecato il tempo ed il denaro. La presenza di un solo adulto con 5-8 bambini vivaci dai 3 anni in su, rende il corso di difficile gestione. Una delle insegnanti mi ha detto: mi faranno santa. Ma non è quello che mi aspettavo da un corso d’inglese. Personalmente, mi è piaciuto quello di XXX che purtroppo è ad Orbassano. Mi piacerebbe saperne di più sulla madrelingua, perchè anch’io la cercavo ma non l’ho trovata. Torinesi, ci contattiamo su facebook( io non ce l’ho devo usare FB di mio marito) e ci scambiamo gli indirizzi?. A presto
martina says
Ciao.
Sono Martina mamma di Emma che ha 22 mesi e abitiamo a Mestre. L’anno prossimo vorrei iscriverla all’Intenational School of Venice per la materna. Letizia sai per caso qualcosa di questa scuola bilingue?
Grazie 1000!!!
Martina
Doris says
Ciao, stiamo cercando una scuola materna Montessori bilingue (inglese-italiano) oppure trilingue (inglese-italiano-tedesco) per nostra figlia di 2,5 anni che capisce e comincia a parlare tedesco, italiano ed olandese. A Amsterdam ci hanno consigliato di inserire l’inglese alla materna, possibilmente con il metodo Montessori, per far funzionare il progetto con le 4 lingue. Sapete se per caso esistono scuole di questo tipo a Roma oppure in Toscana? Avete fatto esperienze simili? Abbiamo finora trovato la Materna INt. Montessori Nerina Noè a Roma. Qualcuno la conosce? Grazie a tutti per i vostri consigli! Doris
Arianna says
Ciao Doris,
Conosco la Montessori di cui parli, purtroppo di internazionale ha solo il nome: e’ una scuola italiana parificata con un po’ più di inglese che alla pubblica. Alle elementari c’e la possibilità (pagando una quota aggiuntiva) di fare un’ora di inglese al giorno per un totale di 5 h a settimana: due curriculari (lettura e scrittura), tre di “conversazione” (non meglio definita…). Alla materna c’e sicuramente un’insegnante di inglese ma non so quante ore a settimana. Il fatto che sia adeguata alle tue esigenze dipende da cosa ritieni prioritario: a me ha fatto una buona impressione da diversi punti di vista, tra cui il modo in cui sono applicati i principi educativi montessoriani (la direttrice e’ stata molto disponibile a descrivere nel dettaglio il loro metodo). Per contro devo dire che il discorso linguistico mi e’ sembrato impostato in maniera un po’ casuale, più per un’esigenza “di mercato” che per una vera e propria volontà di realizzare un programma bilingue. Ti consiglierei di prendere contatti con la scuola e andare a visitarla se ne hai la possibilità, a me e’ servito molto vedere diverse scuole per poter arrivare a una decisione. In bocca al lupo! A
Doris says
Ciao Arianna, grazie per il tuo consiglio! Ti posso chiedere quale altra scuola sei andata a vedere e se per caso ti e’ capitata un’ internazionale o bilingue che applichi la filosofia Montessori al 100%? A quanto pare non esiste, ma spero di sbagliarmi. ciao D
Arianna says
Ciao Doris, ho visitato la maggior parte delle scuole bilingue e internazionali a Roma che hanno a che fare con l’inglese, quelle che non sono riuscita a vedere le ho sentite almeno al telefono;-) Mi e’ stato molto utile questo post http://bilinguepergioco.com/scuola/scuole-a-roma/ per gli indirizzi.
si impara molto da queste visite ma ti rubano anche una mezza giornata tra spostamenti e varie, e’ chiaro che ho cominciato con moolto anticipo e poi c’e il problema liste di attesa… Cmq, tornando a noi, non mi risulta ci sia a Roma una montessori bilingue o internazionale ma la vera esperta in materia e’ Elisabetta, quindi passo a lei la palla (betta, qui aspettiamo anche reviews su Singapore!!).
A presto,
a
Elisabetta C. says
Doris, dietro indicazione di Arianna ti rispondo, ma ne so poco. C’è una scuola che si proclama sia internazionale che montessori ed è la scuola Nerina Noè, dalle parti dell’ardeatina credo http://www.montessorinternazionale.it/
Ho scoperto il sito da poco e non ne so nulla o quasi.
Le mie amiche maestre quando chiedevo loro lumi (ossia quando avevo le bambine piccole) mi dicevano di non fissarsi con il metodo montessori perchè è in larga parte superato (mentre era rivoluzionario nel contesto in cui era stato sviluppato, nel quale l’attenzione all’infanzia era praticamente nulla) e comunque dicevano che le educatrici in Italia lo hanno tutte un pò studiato e quindi probabilmente le più brave lo applicano anche inconsapevolmente. Ma non sono una esperta.
Da bambina feci una scuola del’infanzia (all’epoca asilo) montessori e ne ho un bel ricordo. Ma salvo che uno non abbia subito traumi non vedo come si possano avere brutti ricordi dell’infanzia.
Ricordo i telai che mi davano dove imparavo ad allacciare bottoni e fare nodi e fiocchi (a proposito, ormai con le scarpe da ginnastica con il velcro dovrebbero essere aggiornati).
Ricordo che disegnavo molto e che a volte disegnavano un quadrato con il gesso per terra e vi versavano dei sassolini e io dovevo spazzare per terra e raccogliere il tutto e la cosa mi divertiva… (ricordi scolastici molto anni ’70)
Non penso di poterti essere molto utile, come vedi…
Piuttosto chiarisciti se per te è più importante il metodo montessori o il bilinguismo, perchè ho paura che in realtà non si possa avere entrambe le cose in questo momento a Roma.
good luck
Elisabetta C.
paola says
Ciao Doris,
io ho trovato una scuola bilingue con metodo montessori in Toscana. E’ un’associazione di genitori e funziona benissimo. Ora i miei bambini la frequentano da un anno e sono contenta! La puoi trovare in internet come Scuola della natura. Buona fortuna
monica milita says
dopo tanto pensare,…. ho rinunciato alla scuola bilingue le due a Roma hanno caratteristiche che non rientrano nei miei parametri di “pensiero”. di una non amo l’ambiente sociale e dell’alra il pensiero religioso. Per cui ho deciso di mandarlo in una scuola parificata dove hanno il laboratorio di lingue pomeridiano e poi una volta a settimana lo porterò alla bottega d’Europa di cui conosco colei che ha inventato il metodo. Il bambino sta già socializzando con l’inglese perchè dallo scorso hanno fanno 50 minuti tutte le mattine. Anche l’insegnante che è madrelingua mi ha rasserenata dicendomi che c’è sempre tempo tuttalpiù che io con il mio inglese potrei seguirlo solo fino ad un livello intermedio
salve a tutte miki
adriana says
ciao, se non ti chiedo troppo quale sarebbe la scuola scelta?
Valentina says
Ciao,
vorrei iscrivere mia figlia alla International School of Milan a partire dai 3 anni (settembre 2012).
Ho un colloquio conoscitivo con loro il mese prossimo, ma, se nel frattempo qualcuno di voi conosce la scuola, magari per esperienza diretta, mi farebbe molto piacere conoscerne l’opinione.
Grazie mille
Valentina
Chiara says
Scusate, forse scrivo nel post sbagliato, ma abbiate pieta’ che per me e’ la prima volta.
Ho sentito che l’ambritt cambiera’ sede. Sapete qualcosa? Sapete in che zona di roma si trasferira’? Tempi?
Grazie mille
Chiara
Elisabetta C. says
Per Chiara: leggi qua
http://www.ambrit-rome.com/news.html
Building and Grounds Report
pare alle Terme di Caracalla. Ma non presto.
ciao
Elisabetta
Stefania says
Ciao Elisabetta, sono Stefania mamma di una bimba di 10 anni che sta frequentando la 5 elementare e vorrei un tuo parere – e di chiunque altro sia in grado di fornirlo – sulla validità del Marymount International per la scuola secondaria. Sto infatti pensando di iscrivere mia figlia (fino a completare il liceo) in una scuola internazionale, per darle la possibilità – quando sarà grande – di scegliere se restare in Italia o andare a fare l’Università all’estero.
Fino ad ora mia figlia ha frequentato una scuola con “inglese rafforzato”, quindi capisce quasi tutto e parla, anche se non ancora fluently.
Grazie per le info e per le esperienze che vorrete condividere.
Stefania
Elisabetta C. says
Nessuno potrà dirti in assoluto quale è la scelta migliore, io stessa per le mie figlie non ho deciso se percorrere la via di un normale liceo o altro. Diciamo che sto studiando. E a furia di studiare mi sa che prima o poi ci scirverò un libro su questa storia della scuola!!
Ti suggerisco però un metodo:
1. parli di estero in generale: intendi gli USA, l?inghilterra o che? La Marymount International è vero che offre sia l’IB (vedi il sito IBO.com) che gli AP (advance placement) ma è principalmente una scuola americana. Vuoi una scuola americana o un inglese? La cosa ha conseguenze anche sull’università.
Non ti focalizzare solo sulla lingua.
Se non sai cosa vuol dire IB, AP o A level fatti un esme di coscienza: perchè stai scegliendo una sucola internazionale? Sembra una domanda con tono acido, ma è un invito a conoscere meglio una realtà prima di decidere!
2. c’è un modo molto banale per misurare la qualità delle scuole internazionali dai 16 anni in poi: confrontare i voti degli esami che vengono pubblicati sui siti. A differenza del nostro esame di Stato sia gli O levels che A levels della scuola inglese, che l’IB, che anche gli AP sono misurabili perchè le commissioni sono esterne o comunque sono in parte basati su test a risposta multipla.
3. queste scuole organizzano gli open day. Vai a tutti gli open day, anche delle scuole che hai già escluso, ad es. per via della distanza. Ti serviranno per formarti un metro di paragone.
Elisabetta C.
Stefania says
Grazie Elisabetta, seguirò il tuo consiglio e mi documenterò meglio anche se il tempo stringe…
Stefania G.
Elisabetta C. says
Tu parlavi di superiori e per le superiori hai ancora tempo; la questione, se capisco bene, è per le medie… se vuoi spostarla dall’anno prossimo sappi già che nel sistema inglese (ad esempio alla st. george) non la accetterebbero – penso – dal momento che la conclusione del ciclo della primary school non corrrisponde alla conclusione del ciclo della primaria italiana… (la 5a elementare corrisponde allo year 6 inglese).
Comunque qualsiasi scuola internazionale – anche americana, come il Marymount international o la AOSR ma pure la Rome international school che segue un sistema ‘ibrido’- chiederà di fare a tua figlia un admission test, sia di inglese (scritto e parlato) che di matematica, come puoi leggere sui loro siti alla voce ‘admission’. Quindi se non è fluent come una madrelingua rischia di non farcela ad entrare. Nel qual caso c’è il ripiego del Marymount bilingue.
Comunque la mia figlia maggiore ha nove anni e mezzo e anche io tra qualche anno mi troverò al bivio…
Good luck
Elisabetta
maria says
cara sig.ra Elisabetta, leggo che tu ritieni la Marymount una scuola molto valida…devo dissentire per evitare che qualcun’altro finisca dentro il suo girone dantesco come è accaduto a me!
mia figlia frequenta quella scuola da 7 anni e per quanto sappia l’inglese sicuramente non è bilingue (cosa che invece la scuola ti dice che diventerà) adesso siamo costretti a lasciarla ancora lì, anche se anno dopo anno ci siamo resi conto dell’errore fatto, ma che fai lo tiri fuori prima che finisca il ciclo di studi?! l’ambiente scolastico è allucinante, la direzione è incapace e pensa solo al denaro che estorce in tutti i modi possibili a noi genitori,(es. a scuola si mangia, anzi non si mangia, malissimo e pochissimo, viene concessa mezza banana, e la maggior parte del cibo torna indietro e viene buttato…solo per darvi un’idea, tutto questo a fronte di un’esborso di più di 1000 euro l’anno solo per la mensa)
Quando entrammo c’erano il russo, la ginnastica artistica, la danza il teatro e quant’altro mentre ora tutti questi surplus sono spariti e addirittura alle medie per le ragazze nn c’è nulla. I maestri cambiano in continuazione e non sono qualificati per insegnare secondo le regole della nostra scuola pubblica. Ptrei andare avanti per ore ma il succo è che a fronte di un’esborso fin’ora di 50.000 euro il suo inglese è come il mio! vedi un pò tu! ps. i suoi voti sono tra il 7 e 8
Stefania says
Cara Maria, potresti dare qualche dettaglio in più ?
Fra le diverse impressioni che ho raccolto finora, la tua è l’unica così negativa sulla Marymount International.
Altre mamme mi hanno detto che lo studio è molto impegnativo, sia per l’inglese che per l’italiano, e che i loro figli, quasi alla fine della “primaria” parlano e capiscono perfettamente l’inglese. Mi sfugge qualcosa ?
Quanti anni ha tua figlia ? La mia ha 10 anni e il prossimo settembre – se decidessi di iscriverla lì- frequenterebbe year 6.
Elisabetta C. says
Per Stefania: a Roma c’è un Marymount internazionale e uno bilingue: da qui l’equivoco. Sono diversi i programmi, i criteri di ammissione e anche i costi.
Per Maria: 1. nei commenti ad altri post ho evidenziato pregi e anche difetti del M. bilingue, forse non li hai letti; 2. non stavo consigliando a Stefania una scuola in particolare (per inciso la mia preferita è il St George) ma un metodo, anche perchè non è detto che venendo da una scuola italiana sua figlia possa essere accettata in una scuola internazionale; 3. le scuole bilingui non sfornano bambini bilingui senza un rinforzo anche a casa (e io ci lavoro molto su questo), specie se l’utenza è fatta di famiglie italiane: 16 ore settimanali di/in inglese sono un’ottima base ma non sono sufficienti ad evere quella naturalezza che è alla base di un vero bilinguismo; 4. nessuno è mai morto per aver cambiato scuola: so che non è facile con una preadolescente ma tua figlia può sempre rientrare nella scuola pubblica anche a metà ciclo.
Elisabetta
Sabina says
Ciao Elisabetta! Ho letto tutti i tuoi post e sono rimasta molto ben impressionata dai fattori che ti hanno fatto propendere per una scuola piuttosto che per un’altra. Anch’io sono mamma di due bambine, una di quasi 4 anni, e l’altra ancora una bebé di circa 9 mesi. Vivo adesso all’estero con mio marito e la nostra figlia maggiore frequenta una scuola internazionale nella città dove viviamo. Posso dire che la bambina è bilingue, anche perché ha vissuto i suoi primi due anni e mezzo di vita in un paese anglofono dove ha frequentato, tra l’altro, un asilo nido locale da quando aveva 10 mesi. A volte ho l’impressione che parli l’inglese meglio dell’italiano!
Anche per noi si pone il dilemma della scelta della scuola una volta tornati all’ovile, cioè a Roma. Io sono romana e ho frequentato una scuola paritaria cattolica dall’asilo alle medie per poi passare ad un liceo statale dopo i 14 anni. Ho sempre creduto nella qualità dell’istruzione pubblica italiana, ma, ahimé, non offre un insegnamento bilingue. Con mio marito abbiamo anche considerato scuole internazionali, soprattutto in previsione di un’altra futura partenza per l’estero dopo 3-4 anni a Roma, ma, fatta una serie di calcoli, ci siamo resi conto che la spesa sarebbe troppo esosa per due bambine. Infatti, a parte la retta, ci sono tante altre spese da affrontare nel corso dell’anno, e ci sembra un esborso monetario eccessivo.
Dopo una serie di riflessioni, abbiamo pensato alla Core e alla MaryMount bilingue…credo un compromesso per quanto riguarda il tipo di insegnamento e i costi inferiori rispetto ad una scuola internazionale. Nei? La Core ha le iscrizioni chiuse fino al 2013 (non che mi riguardi al momento perchè la nostra data di rientro a Roma è prevista per il 2014) ed offre un insegnamento inglese, British. Nostra figlia è “americana”, parla con un accento americano e si trova a suo agio in un ambiente americano, dove l’incoraggiamento riassunto dal famoso “you can do it” è al centro di questo sistema educativo che può essere non da tutti condiviso. Essendo, però, mia figlia una bimba molto insicura posso dire che questo tipo di impostazione le si addice molto, almeno per adesso. Vedremo in futuro!
La MM bilingue era stata da noi scartata perché non ce ne hanno parlato bene per il famoso ambiente…! Ma è davvero così terribile! Comunque leggendo i tuoi post ho pensato tra e me e me che se, in fin dei conti, tu personalmente (mi sembri molto alla mano) e le tue bambine si sono trovate bene, forse non è un’ipotesi da scartare. A parte l’ambiente, tu cosa pensi della didattica? Non parlo solo degli insegnamenti in inglese, ma anche della didattica in italiano. Questo fattore potrebbe essere determinante per noi per preferire questa scuola ad una pubblica dove, certo, l’inglese non avrebbe le stesse ore di insegnamento. Ci dovrebbe essere un rafforzamento a casa che, però, vedo troppo impegnativo. Mio marito è trilingue e quindi potrebbe parlare in inglese a casa, ma, visto il suo lavoro, molto impegnativo, non prevedo che potrà avere tanto tempo da dedicare alle bimbe durante la settimana.
Tu cosa faresti al mio posto? La mia bimba più grande, dopo avere frequentato per 4 anni una scuola americana, sarà, credo, madrelingua inglese e avrebbe, invece, carenze in italiano. La piccolina avrà appena frequentato un anno di asilo in inglese, quindi, per lei non si porrebbero problemi. Vorrei che entrambe non perdessero le conoscenze acquisite in inglese, ma che, allo stesso tempo, imparassero l’italiano. D’altra parte mio marito ed io siamo entrambi italiani!
Cara Elisabetta, aspetto un tuo commento al riguardo. Ti ringrazio in anticipo per il tuo aiuto e ringrazio Letizia per l’idea di questo fantistico blog che adoro! Complimenti!
Elisabetta C. says
Cara Sabina,
eccomi. Fai bene a muoverti con largo anticipo, queste decisioni richiedono un po’ di ponderazione! Poiche’ ti scrivo da un ipad dal mare dove ho una connessione un po’ ballerina vado subito al punto.
Quanto alla Core: ha fama di essere una buona scuola, ambiente molto famigliare, molti figli di giornalisti e persone relativamente colte. Tutti i feedback che ho sulla scuola in questione sono stati positivi anche per quel che riguarda le ore di italiano extra il pomeriggio e vengono da persone del cui giudizio mi fido molto. Il vero limite della scuola e’ la struttura: e’ ne’ piu’ ne’ meno di un appartamento. Quanto all’accento sappi che e’ un falso problema: i bambini si adeguano rapidamente. Quanto ai programmi la scuola inglese e’ in media superiore a quella americana e pure a quella italiana come si puo’ evincere dalle ricognizioni dell’ocse (denominate con l’acronimo PISA). Il difficile e’ trovare posto!
Quanto al marymount io sono soddisfatta dei risultati raggiunti. la mia primogenita e’ stata due settimane in canada in un summer camp da sola questa estate senza problemi. E’ ormai fluent a nove anni e mezzo e dialoga tranquillamente con canadesi o americani, inglesi o australiani. La seconda ha un vocabolario meno vasto e ricco ma anche kei nessun problema. La preprazione italiana sembra in linea con quella delle scuole pubbliche. La qualita’ degli insegnanti e’ variabile
Elisabetta C. says
…… mi si e’ smozzicato il messaggio come temevo….
in conclusione, Sabina, sia la Core che il Marymount possono essere buone scelte. Se fai una vacanza in italia magari ti converrebbe visitare l’una e l’altra e farti una idea del tuo ‘gut feeling’ circa le scuole. Ogni scelta e’ opinabile, come puoi leggere dalle critiche che ogni tanto appaiono anche qui, uno non puo’ che riportare la propria esperienza. Ho parlato con un po’ di genitori i cui figli sono usciti dal Marymount in terza media e fanno ora il liceo italiano ed erano soddisfatti della preprazione complessiva: non so dire pero’ se i loro figli (anzi, figlie, nella fattispecie) fossero magari le prime della classe… chi ha talento ed e’ ben seguito in famiglia riesce sempre bene in tutte le scuole.
spero d’esserti stata d’aiuto
Elisabetta
Sabina says
Grazie Elisabetta! Come sempre sei stata chiara ed esaustiva. In effetti il problema della Core è trovare posto… ho chiamato la scuola un mese fa e la segretaria, una signora tra l’altro molto gentile, mi ha spiegato che fino al 2013 le iscrizioni sono chiuse. Ogni anno, per i prossimi tre anni, mi ha consigliato di scrivere una email, rinnovando il mio interesse per la scuola, ma mi ha anche spiegato che non c’è garanzia che le bambine vengano ammesse in quanto si dà priorità a fratelli e sorelle di alunni. Politica giusta che capisco perfettamente, ma che, alo stesso tempo, mi spinge a considerare anche altre ipotesi, tra cui la scuola bilingue Mary Mount che almeno consentirebbe alle mie figlie di continuare con l’inglese (in previsione di un’altra partenza per l’estero dopo 4 anni) e di imparare bene l’italiano.
Il problema di queste due scuole è la loro collocazione geografica. Premesso che non abbiamo ancora alcuna idea su dove andremo ad abitare una volta tornati a Roma, devo dire che io sono una monteverdina, i miei genitori vivono ancora a Monteverde, e a noi avrebbe in un certo senso fatto comodo trovare una casa in zona…I nonni sono una grande risorsa! Ma se la nostra scelta dovesse ricadere sulla MM o sulla Core ci sembrerebbe abbastanza spontaneo cercare una casa in quelle zone tra Nomentana e Nuovo Salario. Anche per il lavoro di mio marito sarebbe abbastanza comodo. Dovrei rinunciare a vivere vicino ai miei genitori, ma d’altra parte non si può avere tutto dalla vita!
Inoltre, volevo riportare una mia esperienza personale riguardo la Ambrit. Se non ricordo male un’altra mamma aveva riportato la stessa esperienza. Trattandosi di una scuola internazionale, per di più vicinissima a Monteverde, in zona Portuense, ho pensato di chiamare e di chiedere informazioni. Molto gentilmente una ragazza di Admissions ha consigliato a me e a mio marito di fare immediatamente le applications per le nostre bimbe in quanto le iscrizioni sono chiuse fino al 2013. Abbiamo pensato di seguire il consiglio della ragazza (mi è sembrata veramente molto giovane dalla voce) e di mandare da subito le applications, così da assicurarci un posto per il 2014. Dopo due settimane ci rispondono che non possono accettare le nostre bambine perchè non ci sono più posti fino al 2013. Chiamiamo di nuovo la scuola e precisiamo che noi siamo interessati al 2014 (come tra l’altro specificato nelle applications), quindi abbiamo chiesto di riconsiderare la nostra domanda. Ci rispondono lo stesso giorno scrivendoci che la Ambrit accetta soltanto International English Speaking Students. A quel punto mi sono chiesta se avessero letto la nostra application. Mia figlia di 4 anni frequenta adesso una scuola materna internazionale e la frequenterà per altri tre anni…ed è tra l’altro nata in un paese anglofono dove è vissuta fino ai 2 anni e mezzo di età. Mio marito è italiano, ma è cresciuto negli Stati Uniti e conosce l’inglese perfettamente, oltre che parlare e scrivere fluentemente il francese, avendo frequentato scuole francesi all’estero. Siamo un bilingual household, e l’abbiamo specificato nella nostra domanda di ammissione. Ora perchè hanno respinto la nostra domanda? Abbiamo anche chiesto di visitare la scuola e loro ci hanno risposto che solo gli alunni ammessi possono visitarla. Quindi non c’è un open day, e questo ci ha lasciato alquanto perplessi. Insomma, non voglio assolutamente criticare la policy della Ambrit, ogni scuola ha la sua, ma mi chiedo a questo punto quali siano i requisiti per esseri ammessi.
Detto ciò, e non perchè voglio fare come la volpe con l’uva, i suoi costi sono abbastanza esosi e non crediamo, almeno al momento, di voler spendere queste cifre per la scuola elementare e materna.
Spero che il riportare questa mia esperienza non suoni come una polemica…vorrei solo capire cosa sia successo, ma dal momento che non ho avuto più alcun feedback dalla scuola ne ho presunto che non ci tenessero più di tanto a rispondere alla nostra richiesta di chiarimenti.
Grazie ancora Elisabetta! Comunque seguirò il tuo consiglio e magari posso organizzarmi per andare a Roma per l’Open day della Mary Mount a Novembre. Che ne dici?
Ciao!
Sabina
Elisabetta C. says
Non sapevo che questi dell’ambrit fossero diventati cosi’ rognosi…
Comunque il mio consiglio e’ di cercare di farti piu’ open day possibili e di fare domanda il prima possibile anche al Marymount, per poi rinnovarla ogni gennaio. Cosi’ ti assicuri il posto e poi valuti la questione una volta a Roma. Certo, ci sarebbero altre scuole, come il st George, ma hanno tutte prezzi astronomici.
Una cosa che dovresti tenere presente pero’ e’ che nel caso scegliessi il Marymount e poi tornassi all’estero le bambine avrebbero si’ la lingua ma non un titolo di studio ricoosciuto in Inghilterra o negli Usa. In questi due paesi non sarebbe un problema perche’ per mia esperienza personale una scuola pubblica le acccetterebbe lo stesso ma in un paese terzo dove volessi mandarle in una scuola privata internazionale di lingua inglese dovresti brigare un po’ di piu’ e mostrare il lavoro fatto a scuola, in mancanza di titoli di studio tipo il gcse della scuola inglese che le farebbero entrare automaticamente.
Non so se sono stata chiara.
ciao Elisabetta
Sabina says
Cara Elisabetta, sei stata chiarissima! Ti ringrazio moltissimo. Credo che la mia scelta ricadrà a questo punto sulla Core o sulla MM bilingue. So di questo problema di ammissione in una scuola internazionale una volta ripartiti per l’estero…mi sembra anche giusto. La Core sarebbe l’ideale per noi, ma se non mi possono dare garanzie circa la loro ammissione devo comunque allargare i miei orizzonti e vagliare altre possibilità. Escludo per adesso una scuola puramente internazionale dati i costi esosi, e quindi nel panorama che Roma offre credo che la Core e la MM siano un ottimo compromesso. Abbiamo anche considerato un’ottima scuola pubblica di quartiere con programma di inglese rafforzato, ma ci rendiamo conto che la nostra bimba sarà così avanti rispetto agli altri che non si troverebbe poi a suo agio. Non so se nel corso degli anni l’insegnamento dell’inglese sia migliorato in Italia, ma ne dubito…anche confrontandomi con ragazzi che oggi frequentano le medie o il liceo. Il grande problema è che l’inglese viene insegnato non da madrelingua, ma da italiani che hanno studiato lingue all’università e spesso senza mai esseri vissuti in un paese anglofono.
E’ un peccato che le scuole internazionali, dati i costi, abbiano un target molto elitario. Anch’io, come te, se introducessero un programma bilingue in una scuola statale romana, mi ci fionderei!
Sabina says
Ah, dimenticavo! Scusa Elisabetta se ti “bombardo”, ma hai per caso notizie sulla Kendale? Il suo sito non funziona. So che ha una struttura bruttina e che la didattica è buona. Sapresti dirmi di più? Costi? Tipo Core e MM bilingue?
Grazie!
Sabina
Elisabetta C. says
Nella scuola pubblica l’insegnamento delle lingue straniere se possibile e’ peggiorato, salvo singole eccezioni. una norma Gelmini ha previsto addirittura la possibilita’ di riciclarsi come insegnante specialista di inglese alla primaria con un corso di 30 ore. Dico proprio 30. Penso che se imparano numeri, colori e giorni della settimana e’ grasso che cola. Quanto alla Kendale ho degli amici che ci hanno mandato il figlio e pare che una docente appena arrivata nella scuola abbia riscontrato che i bambini sono indietro col programma rispetto ad altre scuole internazionali. Il bambino in questione comunque parla un ottimo inglese, quanto ai contenuti (storia, matematica eccc) non so. Ma cmq un unico esempio non basta certo a giudicare una scuola. ciao
Elisabetta
Arianna says
Ciao Sabina,
Volevo riportare anche la mia esperienza con il Marymount bilingue, semplicemente per dare qualche elemento in più a chi si trovi a valutare questa scuola. Ho iscritto le mie figlie in materna a Gennaio di quest’anno e a Maggio, ancor prima che iniziassero, ho deciso di ritirarle. La decisione e’ scaturita da un episodio di per se’ banale ma gestito, a mio avviso, molto male dalla dirigenza scolastica. La cosa successa e’ questa: al momento dell’iscrizione ci e’ stato detto che a Maggio potevamo recarci un venerdì pomeriggio a visitare il parco della scuola con i bambini, previo appuntamento con la segreteria. Io e un’altra mamma di materna, anch’essa “nuova”, abbiamo preso appuntamento con la vicepreside per andare insieme. Alla fine dell’oretta di visita, mentre i nostri bimbi stavano giocando nel giardino, siamo stati avvicinati da una signora anziana – che poi abbiamo scoperto essere una suora – la quale ci ha detto che ci trovavamo in un’area del giardino in cui i bambini non potevano stare; io e l’altra mamma ci siamo scusate, dicendo che non eravamo a conoscenza di questa limitazione ( dato che non era chiaramente segnalata e, probabilmente, neanche troppo rispettata poiché, fino a qualche minuto prima, c’erano altri bimbi della scuola che giocavano nello stesso punto ) e siamo immediatamente uscite dal giardino. Mentre ci recavamo verso l’uscita la suora ci ha fatto altre domande, sull’eta’ dei bambini, la classe frequentata e ci ha chiesto chi ci avesse invitato ad andare li’. Alla fine della conversazione, molto cortese da ambo le parti, siamo andate via. Un paio di giorni dopo ho chiamato in segreteria per avvisare che il giorno dopo sarei dovuta passare a cambiare delle divise; dopo un po’ sono stata richiamata sul cellulare dalla vicepreside che voleva conoscere “la mia versione su quanto accaduto venerdì nel giardino della scuola”. Li’ per li’ ho anche faticato a mettere a fuoco, poiché per me non era successo proprio nulla! Per farla breve: la vicepreside mi ha detto che a causa nostra si trovava in grande imbarazzo poiché il “fatto” le era stato riferito in maniera molto diversa: pare che ci avessero visto trattare male la suora, rispondendole in maniera ineducata, e che di ciò era testimone lo stesso preside, il quale le aveva intimato di interrompere immediatamente le visite di nuovi genitori al giardino della scuola. La telefonata si e’ chiusa con questa persona che ripeteva “che imbarazzo, che imbarazzo…” e si raccomandava, nel caso recandomi a cambiare le divise mi fosse venuto in mente di portarmi una figlia, di stare molto attenta a come ci fossimo comportate…! Vi lascio solo immaginare la mia faccia appena chiuso il telefono…ho subito chiamato mio marito e anche lui era incredulo, abbiamo addirittura pensato che ci fosse stato uno scambio di persona. Dopo averci riflettuto abbiamo deciso di andare a parlare con il preside; io lo conoscevo di vista e mi ricordavo di averlo visto a un metro da me mentre parlavo con la suora, quindi a quel punto ero quanto meno curiosa di sapere cosa mi avesse sentito dire! Questo secondo colloquio e’ stato ancora più sconcertante: il preside ha negato tutto, dicendo di non aver visto ne’ detto proprio nulla, e che questa telefonata era stata un’iniziativa della segretaria ( la stessa che a noi si presentava come vicepreside) e che non ne capiva il senso; poi, credo con l’intento di farci sentire appoggiati, si e’ imbarcato in un discorso il cui senso era “il cliente ha sempre ragione” cosa che in un’istituzione educativa mi sembra quanto meno priva di senso, non siamo mica al mercato…Insomma, usciti da li’ con mio marito abbiamo avuto l’assoluta certezza di non avere nessuna fiducia in una struttura scolastica che si presenta in questo modo, molto degradata a livello umano e con una gestione che definirei anarchica ( e ciò in una struttura grande, che accoglie più di 600 allievi, rischia di rendere ingestibili anche le situazioni più semplici ). In più, se quanto accaduto lo sommiamo con i vari commenti negativi, apparsi sul web e raccolti di persona – cercavamo casa in zona e diverse persone hanno storto il naso sentendo che avevamo iscritto li’ le bambine, con commenti sempre in relazione al famigerato “ambiente”- ne esce un quadro davvero poco appealing…per evitare fraintendimenti, ci tengo a ribadire che non contesto assolutamente l’intervento della suora che, anzi, sul momento mi ha rassicurato e fatto pensare “meno male, c’e qualcuno che controlla”. Ovviamente e’ tutto ciò che ne e’ seguito a sembrarmi profondamente sbagliato. By the way, credo che la mia esperienza non faccia che ribadire una cosa molto importante: posto che la scuola perfetta non esiste, la lingua straniera può essere un criterio per scegliere la scuola ma non l’unico e, sicuramente, non il più importante, soprattutto se si tratta di bimbi molto piccoli.
Sabina says
Grazie Arianna per avermi riportato la tua esperienza. é per me molto importante perché al momento sto cercando di farmi un’idea più precisa sulle scuole internazionali a Roma…o che comunque offrano un programma bilingue. Avere più opinioni è veramente utile. Ricordo diversi anni fa, quando ancora frequentavo l’università, o comunque appena laureata (sono appena sopra i 30 anni), una persona amica mi aveva chiesto informazioni sulla MM per iscrivere le sue due bambine. Premesso che non me ne sono occupata io direttamente, dopo pochi mesi questa persona ha deciso di ritirare entrambe le bambine per l’ambiente non proprio dei migliori. Ora, non so cosa dire. Ci sono comunque più 600 studenti ed Elisabetta ha avuto tutto sommato un’esperienza positiva. Forse ogni esperienza è a sé.
Comunque è importante definire bene i criteri con cui scegliere una scuola piuttosto che un’altra. Sono d’accordo con te quando mi dici che la lingua non è il solo criterio. Come avrai letto nei miei commenti io ho frequentato scuole italiane e ho appreso l’inglese bene vivendo all’estero. Il nostro problema è che noi non siamo stanziali a Roma, ma ogni 4 anni ci spostiamo e per garantire alle nostre bambine una continuità scolastica dobbiamo insistere con lo stesso sistema. Avevamo scelto inizialmente un asilo francese nella città (non anglofona) dove ci troviamo a vivere adesso, ma la nostra bambina maggiore ha cominciato a sentirsi “infelice” e le abbiamo chiesto il motivo. Nostra figlia – che non ha ancora 4 anni – ci diceva che veniva spinta dagli altri bimbi quando andava sullo scivolo e che questo non le piaceva. Abbiamo allora cambiato scuola e l’abbiamo inserita in un asilo americano dove è felicissima. Ci ripete ogni giorno che lei capisce! Essendo nata e vissuta in un paese anglofono per quasi tre anni credo sia normale! Quindi il suo problema era la comprensione. La scuola francese per noi sarebbe stata l’ideale perché tornando a Roma avremmo iscritto entrambe le bimbe allo Chateaubriand e anche i costi sarebbero stati di gran lunga più sostenibili. Ora, quando torneremo a Roma, la nostra scelta è molto limitata, o meglio lo sarebbe di meno se escludessimo il criterio della lingua. Le scuole internazionali, tranne Core e St francis, sono per noi troppo care perché non c’è solo la retta, ma tutti gli annessi e connessi. Credo sia un dissanguamento graduale, lento e doloroso…quindi ancora più terribile. Cosa fare? Non sappiamo neanche dove andremo a vivere al nostro rientro a Roma, ma alcune scuole, soprattutto le più piccoline e meno costose, hanno liste di attesa e ciò significa che dobbiamo muoverci adesso.
Posso chiederti se, dopo questa esperienza che capisco bene ti abbia spinto a ritirare le tue bambine, propenderai per una scuola pubblica italiana o per una internazionale?
Grazie ancora per aver condiviso la tua esperienza. Mi dispiace molto quando accadono queste cose!
A presto!
Sabina
Sabina says
Grazie ancora Elisabetta! Forse mi rimane solo da chiamare le scuole in questione all’apertura a Settembre e vedere quello che mi rispondono. Invece della St Francis nessun sa niente?
Ciao!
Arianna says
Cara Sabina,
come avrai capito anche noi ci saremmo spostati ( anche se non dall’estero! ) poiché viviamo attualmente in un quartiere -appio latino – non servito da scuole internazionali o bilingui. Ora, l’unica “fortuna” ( le virgolette sono d’obbligo ) e’ che l’episodio che ci ha fatto desistere dal mandare le nostre figlie al Marymount sia avvenuto poco prima ( e ti parlo di pochi giorni prima! ) della firma del contratto di affitto per una casa in zona nomentana e così abbiamo potuto rinviare il tresferimento, anche perché in quella zona non avevamo alternative valide: abbiamo dovuto escludere l’altra scuola bilingue per motivi ideologici ( opus dei ), eravamo in lista d’attesa in altre scuole (St. George) e avevamo considerato Core (neanche a parlarne per il 2012) e Rome international, che cmq si sposta di sede. La gran parte delle scuole di questo tipo si trova in zona Cassia, per noi out per via della distanza dal lavoro, e se poi pensiamo alla qualità della vita…pendolare noi o farlo fare alle nostre figlie non e’ mai stata un’opzione. In realtà tra le internazionali di lingua inglese l’unica che rimane davvero papabile per noi, anche come zona in cui potremmo spostarci, e’ l’Ambrit ma con tutte le difficoltà per essere presi che tu hai descritto: eravamo in lista dallo scorso anno per il 2011, spostando l’iscrizione al 2012 ci hanno detto di rifare l’application per entrambe e che a Settembre dovrebbero darci una risposta. Posto che poi io avevo scelto una bilingue perché l’internazionale mi lascia molto dubbiosa sull’insegnamento dell’italiano scritto ma qui si apre un’altra parentesi…cmq devo dirti anche che con mio marito abbiamo valutato che tutta l’operazione, tra il cambiare casa, i costi di queste scuole e tutti gli annessi, richiede un budget talmente elevato che ci converrebbe quasi di più prenderci una casa a Londra e andarvi qualche mese all’anno, con la prospettiva di summer camp e mesi di scuola da fare li’ quando le bimbe saranno più grandi ( per non parlare dell’enorme vantaggio di vivere direttamente la lingua in un paese anglofono… ). A Settembre torneremo a Londra e pensiamo di fare delle visite immobiliari – tanto per cambiare:-) in modo da cominciare a vagliare la fattibilità della cosa…cmq non mi scoraggio, penso che anche se non dovessi trovare una soluzione in una scuola internazionale il bilinguismo delle mie figlie non ne risentirebbe più di tanto: la routine casalinga e’ ormai conquistata grazie al supporto di una ragazza madrelingua che viene a giocare con le bimbe più volte a settimana ( e che, essendo un’insegnante, un domani potrebbe occuparsi anche della literacy) e, soprattutto, del supporto di questo blog e del meraviglioso lavoro di Letizia. Per farti un’esempio, questa estate abbiamo fatto un’ulteriore passo in avanti con la bimba più grande: ho cominciato a chiederle di parlarmi o rispondermi solo in inglese quando io le parlo in inglese, così tanto per provare, e lei accetta di buon grado! Quando si dimentica basta una “parolina” (“what are you saying my love? Or “how do you say it to mummy?”) e lei fa subito lo switch. Siamo d’accordo che quando non le viene un termine o una frase mi chieda “how do you say (…) in english?” e così la conversazione, seppur non brilli per fluidità, non si interrompe. Ti faccio un grande in bocca al lupo per la tua ricerca, aggiornaci mi raccomando!
Un saluto,
A
sabina says
Cara Arianna, capisco perfettamente le tue perplessità. La Ambrit è sicuramente un’ottima scuola, ma i criteri di selezione degli studenti non sono trasparenti. Per quanto ci riguarda abbiamo deciso che, anche se avessimo potuto permettercela, non l’avremmo scelta per il modo in cui ci hanno trattato che, direi, è stato molto sgarbato. Abbiamo fatto l’application adesso per il 2014 su loro stesso consiglio, quindi non capisco cosa sia accaduto. Ti auguro di cuore di riuscire a trovare la scuola adatta per le tue figlie, c’è sicuramente, si tratta solo di avere un pò di pazienza.
Anche noi come te abbiamo il problema di scegliere dove vivere a Roma. Mancano ancora tre anni ma stiamo già guardandoci intorno per vedere di comprare o di affittare qualcosa. Una possibilità sarebbe Monteverde perchè i miei genitori abitano in quella zona, ma, se dovessi invece optare per il criterio scuola, dovrei vivere in tutt’altra zona…come Cassia o Tomba di Nerone. In questo secondo caso mio marito sarebbe anche piuttosto vicino al suo lavoro. Ma se io dovessi lavorare? Si porrebbe il problema di pick up the girls at school…e per i miei la Cassia sarebbe troppo lontana. Insomma, dovrei lavorare part time, se ci riuscissi. Mi piacerebbe seguire le mie bambine di più perchè mi rendo conto che con questa vita vagabonda hanno veramente bisogno di punti fermi. Insomma, se scegliessi il criterio vicinanza scuola ne deriverebbero una serie di scelte successive che non sarebbero proprio scelte perchè dovrei obbligatoriamente optare per una casa lontana dai nonni.
Vorrei inoltre chiedere se qualche famiglia vive fuori Roma, per esempio verso Anguillara e Bracciano, e fa la pendolare per lavoro e scuola. Trovandosi le scuole internazionali quasi tutte sulla Cassia… non sarebbe un’opzione da escludere. Mio marito potrebbe drop the girls prima di raggiungere il suo lavoro. Qualcuna di voi mi può riportare la sua esperienza?
Grazie!
Sabina
Sabina says
Cara Arianna, ho pensato all’idea di una casa a Londra e credo sia un’ ottima soluzione. Conosco famiglie che senza mandare i loro figli a scuole internazionali, passando interi periodi di vacanza in paesi anglofoni, sono riuscite a raggiungere un ottimo livello di bilinguismo. Serve, certo, un potenziamento a casa. Il fatto che tu abbia una ragazza madrelingua che ti venga a casa per far praticare l’inglese alle tue bimbe attraverso un approccio ludico ti darà sicuramente ottimi risultati.
Per quanto mi riguarda la mia bimba frequenta adesso un asilo americano e, essendo nata in un paese anglofono, si esprime meglio in inglese che in italiano. Posso dire, però, che il suo vocabolario italiano è adesso più ricco grazie a nonni e cugini che possono parlarle solo in italiano.
Comunque, se fossi in te, non rinuncerei ad una scuola internazionale…a quel punto, forse, avresti bisogno di un rafforzamento a casa in italiano. Ma quello potresti darglielo tu. Il problema che ho riscontrato in Italia, e devo dire che adesso, vivendo all’estero da quasi 5 anni, è da me più sentito, è la scarsa propensione per le lingue e una bassa motivazione ad apprenderle. Potrebbe essere solo la scuola il problema? Sicuramente ha un ruolo importante perchè, in quanto istituzione educativa, da questa dovrebbero partire gli input per far crescere la voglia di apprendere una lingua straniera. Ovunque vado, mi sento dire: “parli bene l’inglese per essere un’italiana”! Questa è la nomea che abbiamo. E bisogna anche dire che nella maggior parte dei paesi europei non esiste il doppiaggio, Quest’ultimo contribuisce molto a rendere l’apprendimento lento e faticoso.
Tutto questo per dirti che la mia paura è che, se mandassi le mie figlie in scuole pubbliche italiane, perderebbero l’interesse a parlare l’inglese perchè le loro amichette non le capirebbero. Potrebbero anche essere “ghettizzate” perchè loro fanno le fanatiche parlando l’inglese. Spero che questa mentalità provinciale stia scomparendo in Italia, o almeno a Roma, ma questo è quello che accadeva almeno qualche anno fa.
Arianna says
Cara Sabina,
Da una parte Sono d’accordo con te ed e’ per questo che sto continuando a perseguire la strada della scuola internazionale ( detto per inciso: su Ambrit ho avuto la tua stessa sensazione e nutro gli stessi dubbi, vedremo…). Per contro, pero’, mi chiedo anche: se dovessero andare in una scuola internazionale, questa integrazione di italiano scritto “casalinga” sarebbe indispensabile ma inevitabilmente confinata a qualche ora ritagliata alla settimana già densa, magari di Sabato…quanto pesante potrebbe rivelarsi questa cosa? E poi: basterebbe per acquisire una piena padronanza dell’italiano scritto, della grammatica, della sintassi?? Non contando, poi, che la scelta di una scuola internazionale per le elementari finisce per precluderti la possibilità di farle rientrare in una scuola italiana, ad esempio per il liceo, e questa cosa non mi piace, non mi sentirei ora di prendere una decisione così netta…infine: io potrei aiutarle con l’italiano ma se attualmente in casa parlo, canto e leggo solo in inglese dovrei quindi ridurre il tempo dedicato all’inglese o smettere addirittura per dedicarmi all’italiano?? Ma questa cosa dispiacerebbe anzitutto a me, mi diverto così tanto! Per questi motivi sto fortemente considerando anche l’ipotesi di una scuola italiana parificata con laboratorio di prima e seconda lingua già dalla materna ma non con orario scolastico full time – anche perché non mi ha mai fatto impazzire l’idea di lasciarle a scuola così tante ore, anche se fosse la migliore del mondo, e poi per consentirci di continuare l’integrazione a casa per l’inglese e magari prendere un’au pair come ulteriore occasione di praticare la lingua (ad esempio quando io sono al lavoro). Cosa molto improbabile e’ che le mie figlie continuino con la scuola pubblica: la cosa mi addolora molto, sia perché e’ la scuola in cui credo e che ho sempre frequentato sia perché finora mi sono trovata molto bene: pensa che alla prima riunione di materna avevamo già trovato altri genitori interessati all’inglese e, bypassando la carenza della scuola, siamo riusciti a fondare un piccolo playgroup casalingo che quest’anno e’ al suo terzo anno di vita! Questo mi fa pensare che si’, qualcosa sta cambiando, almeno nei genitori, ma al momento la scuola pubblica non solo non riesce a soddisfare questo bisogno ma presenta, invece, un effettivo peggioramento dell’insegnamento della lingua straniera ( spero che a questo punto qualcuno intervenga nel raccontarci qualche buona pratica di insegnamento della seconda lingua nella scuola pubblica, ne sarei tanto felice! ). Ciò contribuisce a generare il fenomeno che descrivi tu e che io più temo, e che e’ il reale motivo per cui eviterei di proseguire in una scuola pubblica: bimbi bilingui con una conoscenza migliore di quella dell’insegnante e, perciò stesso, a volte addirittura emarginati o costretti a rifugiarsi nell’anglocafone per non apparire diversi dai compagni. Purtroppo ne conosco direttamente diversi casi e so che e’ difficile far capire a un bambino, conformista per natura, che il pronunciare “hambage(r)” anziché “amburg” e’ un di più non un di meno…
maria says
Stefania,
io parlavo della Marymount scuola BILINGUE di via nomentana e non dell’International che invece NON E’ BILINGUE MA INGLESE
Vorrei vedere che quando escono da quella non parlino inglese…ps costa anche il triplo
buona giornata
maria says
le madri che frequentano scuole del genere difficilmente ammettono di mandare i figli in una struttura carente e mettono in luce solo gli aspetti che agli occhi degli estranei dimostrano che la suddetta struttura è il massimo! semplicemente vogliono far credere agli altri e a se stesse che la loro scelta è stata l’optimum ma non è così credimi è gente che, per la maggior parte , sotto quest’aspetto, è superficiale. Nessuno vi dirà mai che anche senza quasi sapere l’inglese vengono accettati studenti, che molti se ne vanno in pieno anno scolastico, che i ragazzi studiano moltissimo a casa (uscendo alle 16,30), ma che questo è dovuto anche al fatto a scuola ci sono insegnanti che non gli insegnano un bel nulla, che alcuni insegnanti hanno usato le mani o la bacchetta e che altri hanno usato ferire verbalmente e ripetutamente. Che se i ragazzi delle medie vogliono andare a scuola senza divisa (che è d’obbligo comprare all’interno, ed è molte volte rovinata dopo 2 lavaggi visto che sia il materiale che le cuciture sono scadenti) debbono pagare 2 euro che vanno dati chissa per quale beneficenza. Che anni addietro una bambina è rimasta legata ad un’albero in giardino e nessuno se ne è accorto per ore. Che ragazzi si sono picchiati e che chi si è fatto male magari cadendo in una palestra che aveva le assi del pavimento sconnesso e che ha speso migliaia di euro in operazioni chirurgiche non è stato risarcito perchè la scuola è assicurata solo per poco più di mille euro e che la risposta della scuola è stata quella di interdire la permanenza negli orari pomeridiani. I bambini dai 4 anni devono esssere lasciati al cancello esterno dai genitori E che appena suona la campanella tutti devono celermente lasciare gli spazi scolastici (tempo limite 10 minuti). C’è una competitività mostruosa tutti vogliono essere “prime donne” e si litiga ripetutamente per poi rifare pace e rilitigare alla prima occasione….insomma come dicevo potrei scrivere per ore
@Elisabetta la scuola pubblica l’ho sperimentata e non commento, anche i genitori che hanno fatto domande e hai quali ho voluto fornire informazioni sono quelli interessati al bilinguismo, e non mi risulta ci siano scuole pubbliche a Roma che lo forniscano, quindi, comunque, mi sono vista costretta ad optare per una privata …. non dico che non sia una scuola dove comunque i ragazzi escono con una buona preparazione in Inglese mka non escono Bilingue e se questo era l’obiettivo di chi ha scritto i post li volevo solo redarguire da non credere a quello che la scuola sponsorizza perchè NON è VERO….Sicuramente la Marymount mi ha garantito che non si parli in romanaccio ma questo l’ho pagato a caro prezzo
Stefania says
Io sono sempre alla ricerca della scuola giusta…..
Qualcuno sa parlarmi dell’American Overseas (a Roma) ?
Intendo insegnanti, ambiente etc etc
Sabina says
Ciao Stefania! Scusa il ritardo con cui ti rispondo, ma mi son da poco iscritta al blog. Ho visitato la AOSR e devo dire che mi è piaciuta molto. Credo che rispetto alla MM international abbia meno italiani. La struttura è molto grande, hanno una bellissima palestra e un’atmosfera friendly. La signora della segreteria è stata molto gentile e, dalla prima impressione, credo si tratti di una buona scuola che, in un certo senso, ho preferito alla MM international. Certo quest’ultima ha il vantaggio di avere una struttura meravigliosa più bella di quella dell’AOSR. Per la palestra, però, la MM international utilizza quella dell’AOSR. Insomma, non si può valutare una scuola senza provarla! Se hai dubbi prendi appuntamento e visitala, sono veramente molto disponibili.
Certo i costi sono quelli che sono…
Spero di esserti stata utile.
Ciao!
Marzia -Roma says
Ciao,mia figlia ha 5 anni , non ho potuto iscriverla ad una scuola internazionale per via dei costi e specialmente della mia poca informazione .. Grazie per questo sito .. Da quando ha 3 anni fa due ore la settimana in iglese con maestra madrelingua . Mio marito e’ italiano ma e’ cresciuto all’estero da piccolissimo . Ha fatto sempre le scuole inglesi ma e’ cresciuto tra il sud America la Spagna e Londra (dove ha finito le scuole) e poi e’ rientrato in Italia . Vorrei che mia fliglia crescesse con le stese lingue del padre ( inglese/spagnolo/ italiano) e … E’ tardi ora che ha 5 anni per iniziare una scuola straniera ?
Vivo a Roma sud est (Appia nuova altezza metro colli Albania)lavoro ai castelli .. Fra le più vicine ho CASTELLI KINDERGARTEN/CASTELLI INTERNATIONAL SCHOOL/.. Sapete qualcosa ? E di http://www.littlegenius.it/
Oppure http://www.stfrancis-school.it/ … O ora o mai più , la mia bambina ha gia’ 5 anni . Datemi un consiglio , aiutatemi , non voglio perdere questa possibilità ma nn so da dove iniziare , grazie
Arianna says
Ciao Marzia!
Sono Arianna, la mamma di Laura ( a beneficio dei lettori di Bpg va detto che con Marzia ci conosciamo poiché le nostre bimbe vanno nella stessa scuola ). Come sai sono molto interessata al tema… Secondo me se intendi scegliere una scuola internazionale e’ bene prendere quante più info possibile, da Internet ma anche andando a visitare le scuole, cercando di visionare e confrontare i programmi. Ti domandi se sei ancora in tempo, la risposta e’ “dipende”: dipende, ad esempio, dal fatto che la scuola scelta segua il sistema americano o inglese. Nel primo in grade one- o year one- si entra a 6 anni mentre nel secondo già a 5 anni, quindi e’ probabile che inserire l’anno prossimo tua figlia in una scuola che segue il curriculum britannico possa essere più complicato, sia perché e’ difficile che la accettino senza farle sostenere un esame, sia perché inserendosi a percorso già iniziato e provenendo da una scuola italiana per la bimba sarebbe sicuramente più difficile inizialmente. Per quanto mi riguarda -anche se come sai non ho ancora trovato una soluzione – i quasi due anni di ricerche in merito sono serviti almeno a chiarirmi le idee sul fatto che la scuola internazionale con tutta probabilità non e’ la soluzione ideale per la nostra famiglia: io e mio marito vorremmo che le nostre figlie acquisissero la literacy in inglese cosi come in italiano ma ci piacerebbe anche che un domani frequentassero un liceo italiano. In questa prospettiva la scelta di una scuola internazionale, in cui l’italiano e’ studiato come L2, e quindi poche ore a settimana, e’ una scelta un po’ rischiosa e cmq poco coerente: il rischio e’ che, cominciando alle elementari, si trovino in difficoltà all’inizio perché non madrelingua, e poi di nuovo nel rientrare nella scuola italiana perché indietro con la grammatica e l’italiano scritto. Certo, poi e’ sempre possibile integrare a casa – anche se lezioni individuali di grammatica italiana, magari al Sabato, hanno tutta l’aria di risultare belle pesanti e tutto voglio fuorché trasformare le bimbe in una sorta di piccoli robot con un’agenda settimanale da far invidia a un top manager e neanche un minuto libero per ricordarsi di essere, appunto, delle bambine! Spero di averti in parte risposto cmq ne possiamo continuare a parlare qui e di persona quando vuoi, sicuramente avremo occasione di incontrarci a scuola…poi, visto che siamo sul sito di Letizia ( e ti posso assicurare che lei ne’ mi paga ne’ ci siamo pre-accordate 😉 mi permetto un consiglio spassionato: a Settembre ricominceranno i Learn With mummy, i fantastici playgroup genitori-bimbi che per la nostra famiglia sono stati fondamentali per stabilire e mantenere una routine linguistica in inglese e, soprattutto, per far accettare alle bimbe che sia la mamma (tra gli altri) a parlare in inglese. Per noi questa e’ quotidianamente un’esperienza meravigliosa, in cui ci divertiamo un mondo, scopriamo insieme cose nuove, ci facciamo le coccole e litighiamo anche in inglese! E poi i materiali in inglese per bambini sono tanti e di qualita’ ottima – basta dare uno sguardo ai libri presentati da Letizia nei suoi video – io ho l’occasione di coltivare il mio inglese ( e ho acquisito il children english che nessuno mi avrebbe mai insegnato in un corso! ) e posso far conoscere alle mie bimbe le cose in inglese che amo e nelle maniere più impensate: ieri, ad esempio, stavamo leggendo un magazine per bambini in cui si parlava dei germi ( l’issue di questo numero era “dirt” ) e del perché e’ necessario lavarsi le mani. Ad un certo punto mi e’ venuta in mente una scena di un recente film di Woody Allen in cui il protagonista canta “happy birthday To you” mentre si lava le mani; quando gli viene chiesto se sia il suo compleanno lui risponde: “didn’t you know that you have To sing happy birthday twice to take off germs??”. L’ho raccontato a mia figlia di 5 anni che si e’ molto divertita, poi abbiamo cercato il video su you tube, così scherzando e ridendo lei si e’ vista i suoi primi 5 minuti di un film del grande Woody in lingua originale! E non e’ finita qui, la sera stessa e’ successa una cosa che mi ha davvero stupito: nel trailer del film e’ stato usato il seguente modo di dire ” if my grandma had wheels she’d have been a trolley cart” che non ha un corrispettivo italiano ( in realtà ce ne e’ uno di significato molto simile e un tantino volgare ma ovviamente mia figlia a 5 anni non lo conosce ). Laura lo ha ripetuto, piegata in due dal ridere, e io ho pensato che capire l’ironia in una lingua che non e’ la tua madrelingua e’ una delle cose più ardue e che quando ci riesci e’ il momento in cui senti che sta diventando davvero “tua”…insomma, questa e’ una normale giornata di una famiglia bilingue per gioco, a volte mi chiedo se questa scuola bilingue ci serva davvero…
Ps. Little genius da quanto ne so e’ una scuola per l’infanzia, non credo ti interessi più oramai; “Castelli etc” non la conosco ma mi pare che in quella zona ce ne sia anche un’altra, non ricordo il nome (vedi lista messa da Letizia) mentre mi e’ capitato di visitare Britannia International School e non mi e’ sembrata male, non dovrebbe essere lontano da queste ultime ma vale il discorso sul curriculum britannico…
Marzia -Roma says
Ciao Arianna!
Grazie per la tua risposta così dettagliata . Lo so bene che hai girato tanto , non ho fatto neanche la meta’ di quello che sei riuscita a fare tu ( girare x le scuole) . Io , come sai mando Zoe a scuola di inglese 1 ora e mezza da quando ha 3 anni … Ma non mi basta più . Più cresce più parla italiano .. Nn so come spiegarlo meglio … Quando era più piccola molte cose erano in inglese e basta , adesso sa che la stessa cosa ha la sua versione italiana ed e’ quella che sceglie al momento ..
Così ho iniziato a navigare sul web .. Peccato non averne parlato prima con te , ma con piacere vorrei partecipare ai Learn with mummy … Intanto ho contattato la scuola Castelli International e St. Francis e Rome International School … Solo Castelli international non mi ha risposto .
Spero che qualcuno che la conosce mi possa rispondere , si trova a Grottaferrata e vicinissimo a dove lavoro.
Arianna says
Marzia, mi sono ricordata che sulle scuole internazionali dei Castelli dovrebbe sapere qualcosa in più il direttore della scuola di inglese con cui organizziamo i corsi a domicilio, se vuoi ti mando i suoi contatti via SMS.
Mentre per la Rome international tieni presente che si trasferiscono, da quanto ho capito andranno in zona Vigna Clara o Fleming, non ho idea dei tempi; ti conviene informarti direttamente quando andrai a visitarla (tieni presente anche gli open day, molte scuole di questo tipo lo fanno…).
Infine, per i learn With mummy: noi andiamo al playgroup del Sabato presso il Melograno di via Saturnia, so che le iscrizioni sono già aperte quindi ti conviene prendere contatti direttamente con loro, trovi tutte le info in questa pagina http://bilinguepergioco.com/playgroups/inglese-per-bambini-e-genitori/inglese-per-bambini-e-genitori-a-roma/
In bocca al lupo e a presto,
A
Marzia -Roma says
Ciao Arianna , se puoi mandarmi via sms i contatti del direttore della scuola d’inglese dei corsi a domicilio provo a chiedere a lui se sa qualcosa in più di questa scuola a Grottaferrata : Castelli International School . Grazie ..
Sabina says
Ciao Arianna! Sono d’accordo con te. Capisco benissimo che non è una scelta facile optare per una scuola non pubblica a causa dei motivi che tu hai elencato perfettamente. Comunque se ti diverte fare l’inglese con le tue figlie io credo che tu debba continuare, anche se decidessi di mandarle ad una scuola internazionale. La dimensione ludica facilita l’apprendimento! E poi l’idea di una casa a Londra è ottima. La condivido perfettamente. Sono anch’io dell’idea che le nostre figlie debbano anche apprendere bene l’italiano. Si può dire che la mia bimba di 4 anni non conosce l’italiano come un’italiana (lo parla con la costruzione inglese e dice, per esempio, io sono sete, io sono caldo) e inserirla in una scuola italiana (privata o pubblica?) potrebbe aiutarla a conoscere la sua identità italiana. Lingua è identità e sono dell’avviso che un bambino abbia bisogno di capire di quale nazionalità sia. Mia figlia non lo sa ancora, per questo sono molto combattuta….
Ti scrivo su questo post perchè ho letto la tua corrispondenza con Marzia su Castelli international…Sei riuscita a contattare Marzia? Anche noi stiamo prendendo in considerazione questa scuola perchè ci si è profilata la possibilità di comprare una casa da quelle parti…e se la scuola dovesse essere buona potremmo veramente considerare l’ipotesi di acquistare in zona Castelli. Cosa potresti dirmi in proposito?
Ti ringrazio tantissimo per l’aiuto che potrai darmi al riguardo.
Sabina
Arianna says
Ciao Sabina,
direttamente non ho info sulla Castelli international perché a me rimane del tutto fuori mano mentre Marzia lavora proprio li’ vicino e credo si stia informando, spero ci legga e possa darti un consiglio…
A presto,
a
Marzia - Roma says
Ciao Sabina ,
rientrata oggi a Roma dalle ferie ho letto tutta la corrispondenza ed eccomi qua ancora con poche info su Castelli International .
Li ho contattati via mail con le domande base :
le insegnante/i sono effettivamente madrelingua? Da dove vengono?
Quanti bambini ci sono nella scuola che non sono di madrelingua italiana?
E’ possibile visitare la scuola?
Mi hanno prontamente risposto nonostante la scuola fosse chiusa x tutto Agosto .
ti riporto il testo
“all our teachers are English mother tongue except for the French and Italian teachers who are mother tongue in their language. Most of our faculty come from England and USA. About 60% of our student body is international, the rest are bilingual even if their mother tongue is Italian, those who enter our class in first grade become fluent in English by 3d grade”
Ho preso appuntamento telefonico per il 1° settembre per poter visitare la scuola .
Andrò con mio marito che avendo vissuto per 20 anni all’estero è come se fosse madrelingua .
Poichè abito in zona Appio – Latino , come Arianna , questa è la scuola più vicino che ho .
Ho anche contattato il St Francis , che mi ha chiesto di richiamare i primi di settembre per verificare la disponibilità dei posti ( se qualcuno rinuncia) . Ma in quel caso avrei assolutamente bisogno del bus che però per quest’anno quello che serve la mia zona è completo.
Appena andrò a visitare la CIS vi informerò ..
a presto
Mz
Sabina says
Grazie Marzia! Ottime informazioni…e mi rincuora sapere che il 60% del corpo studenti è internazionale. Non è così scontato! Sono stata a visitare per curiosità la MM international diversi mesi fa e ho scoperto che il 60% degli studenti è italiano. Mi stupisce veramente che la CIS abbia tutte queste nazionalità…chiaramente in senso positivo.
Conosco una signora che è andata a visitare la CIS diverso tempo fa per sua figlia di 13 anni e mi ha spiegato che loro svolgono il programma ministeriale italiano in inglese. Sono veramente curiosa di approfondire…Tuttavia sono alquanto incerta sulla preparazione di insegnanti madrelingua inglese sul programma ministeriale italiano.
Mio marito ed io dovremmo stare a Roma il 5 settembre e vorremmo visitarla anche noi…Per noi non c’è un’esigenza imminente, ma dovendo valutare di effettuare un acquisto di casa in zona Castelli, meglio rendersi conto delle scuole in anticipo!
Grazie Marzia! Aspetto un tuo feedback!
Sabina
lucia says
Ciao Arianna!
anche dalle nostre parti si dice “se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola”.
ciao!
Arianna says
Funny 😉 a me in zona (Roma) e’ capitato di sentire solo quella del nonno che se avesse cinque, ehmm, “attributi” sarebbe un flipper… Preferisco quella della “carriola”, anche un bimbo ci si fa grosse risate pensando alla propria nonna in versione motorizzata e il significato e’ cmq lo stesso.
Ciao
Elisabetta says
Cara Arianna,
sto cercando da tempo una babysitter madrelingua che venga a giocare in inglese con la mia bambina, 2-3 volte a settimana. Ho letto sul tuo post che voi ne avete una per le vostre bambine. Sai a chi mi posso rivolgere ? Ci sono scuole-agenzie che offrono questo servizio?
Grazie per il tuo aiuto, un saluto e buona settimana.
Elisabetta
Arianna says
Ciao Elisabetta
Io con le mie bimbe, che ora hanno 5 anni una e 33 mesi l’altra, ho avuto nannies parlanti inglese quando erano molto piccole ma dopo il primo anno di vita alla fine mi sono trovata meglio con delle ragazze madrelingua qualificate che vengono a domicilio più volte a settimana per qualche ora. finora sono state tutte britanniche ( cambiano generalmente di anno in anno, a volte piu’ spesso ma ci siamo sempre trovate bene ). La scuola di inglese che ce le invia segue il metodo “English is fun”, che si può usare da quando il bimbo ha 1 anno ma non mi sembra corretto dilungarmi oltre ne’ tanto meno dare i riferimenti della scuola su questo sito ( o cmq prima dovrei avere il benestare di Letizia ). Per quanto riguarda la baby sitter io ho utilizzato un’agenzia, si chiama “stella cadente”, credo tu possa trovarla facilmente tramite Google. Un saluto, a
Elisabetta says
Arianna
grazie mille per la tua risposta. Potrei anche chiederti qual é la scuola di inglese a cui ti rivolgi per le insegnanti madrelingua? In realtà non abbiamo bisogno di una baby sitter perché ne abbiamo già una a tempo pieno, bensì di ragazze madrelingua che sappiano giocare, cantare e intrattenere bimbi in lingua inglese. Grazie ancora
Elisabetta
Marzia - Roma says
Ciao Sabina ,
Ho appuntamento per visitare la CIS giovedì 8sep alle 9. Tu sei riuscita ad avere un incontro prima?
Ho fatto chiamare da mio marito , la conversazione e’ stata tutta in inglese, l’approccio e’ stato molto cordiale e disponibile in un ottimo inglese . Andremo tutti giovedì perché vogliono vedere la bambina .
Vedremo ..
Quella signora che mi dicevi e’ andata a visitare la CIS , sai poi se ha iscritto la bambina? Hai avuto altri feedback ?
Ciao Mz
Sabina says
Ciao Marzia! Sono stata alla CIS e devo dire che mi ha fatto un’ottima impressione. La scuola è stata fondata dall’attuale preside, americana. Sua figlia è vicepreside e credo sia lei l’anima della scuola. E’ stata molto gentile e ha fatto fare a me e a mio marito un tour. Panorama meraviglioso, scuola immersa nel verde, tante attività all’aperto. Ci ha spiegato come funziona il curriculum e si tratta di una scuola bilingue sui generis. In realtà fanno poche ore di italiano, se ricordo bene, iniziano con 1 o 2 ore in prima elementare, per poi aumentare nel corso degli anni. Svolgono il programma italiano in inglese perchè sono partiti dalla convinzione che è molto ricco e valido. Prendono pochi bambini, circa 15 per classe, e questo assicura una certa qualità dell’insegnamento perchè c’è un’ attenzione più individualizzata. Gli studenti possono sostenere gli esami di 5 elementare e di terza media. Nel primo caso una commissione dalla scuola pubblica di reca alla CIS, nel secondo, invece, è la classe che si sposta presso una scuola pubblica. Hanno tutti ottenuto ottimi risultati, con grande soddisfazione degli insegnanti.
Sono rimasta solo male all’inizio perchè quando mi sono presentata al personale della scuola, la preside, appena ha saputo che io ero interessata alla scuola per il 2013, ha alzato le braccia e ha esclamato, andandosene scocciata, che c’era ancora tempo. Morale del discorso: sono esagerata a voler visitare la scuola due anni prima. Forse la signora preside non sa che una famiglia, quando si trasferisce dall’estero, deve fare tante valutazioni…Non so neanche quando torneremo a Roma. Potremmo anche decidere di lasciare l’estero prima del 2013. E poi, dovendo valutare se acquistare una casa in zona Castelli adesso, è buono fondare la propria decisione anche sulla presenza di una scuola internazionale dignitosa. Comunque la figlia è stata cordialissima e con un sorriso mi ha detto che è sempre meglio muoversi prima. Mi ha dato varie informazioni e, ripeto, ho avuto l’impressione di avere di fronte una buona scuola. Ad ogni modo credo che senza provare è diffcile rendersi conto della qualità di una scuola. Bisogna fidarsi forse del proprio istinto.
Un lato negativo è la location. Per arrivarci bisogna inerpicarsi per una strada stretta e scomoda, ma, non appena si sorpassa il gate della scuola, sembra veramente di stare in una bucolica di Virgilio. Uno spazio esterno verde e curatissimo.
Queste sono state le mie impressioni…aspetto le tue!
In bocca al lupo per domani!
Sabina
Marzia - Roma says
Ciao Sabina , sono stata oggi alla CIS . Anche la mia impressione e’ positiva . La vicepreside ci ha spiegato tutto , così come lo scrivi tu . In più poiché la scuola e’ già iniziata ho potuto vedere i bambini in classe con gli insegnanti .. E mi e’ piaciuta l’atmosfera informale , easy .. No show off .. Nn so se riesco a spiegarmi . Fanno una selezione perché le classi sono di Max 15 bambini e prediligono i bambini che vengono da una scuola materna internazionale e fratelli-sorelle di alunni già iscritti . Così dobbiamo tornare fra un mese e la bambina starà una mezz’oretta con una maestra . Siamo stati un’ora e la bambina stava con noi , alla fine la vicepreside ci ha rassicurati del fatto che non le sembrava la bambina avesse problemi ad inserirsi in una scuola in lingua.
Io vado avanti , sono convinta .
La paura di sbagliare c’e’ sempre in ogni scelta che influenza la vita della mia bambina ,
Ma quale mamma non ci convive ?
Ah dimenticavo .. Nonostante il navigatore e la descrizione della strada fatta da te , ad un certo punto pensavo che non sarei arrivata mai alla scuola .. Ecco la mia preoccupazione e’ :- ma come sarà quella strada in inverno con la neve(ci arriverà) o il ghiaccio?
Ciao … Mz
Pamela says
Ciao marzia, condivido le preoccupazioni e aspirazioni sull’argomento scelta della scuola per me molto importante perchè è una decisione fondamentale per il futuro dei propri figli. Vivo nei castelli romani e anch’io mi sono orientata su castelli international. Volevo chiederti se poi ha iscritto la figlia e la tua esperienza.
Marzia - Roma says
Ciao Pamela , ebbene SI , ho iscritto mia figlia alla Castelli International !
La scuola è iniziata dal 6 settembre e mia figlia è entusiasta .
Ma andiamo per gradi .
L’idea di far frequentare a mia figlia una scuola in lingua l’ho avuta da quando è nata . Io sono un’italiana che con grande sforzo (l’inglese che avevo studiato a scuola non era granchè) continuo a coltivare l’inglese . Mio marito invece ha vissuto 20 anni all’estero dalla nascita (è quindi rientrato in Italia già grande) . Ha vissuto prevalentemente in paesi di lingua spagnola frequentando le scuole inglesi , e proprio a Londra ha finito gli studi prima di rientrare in Italia . Sono sempre stata affascinata dal suo trilinguismo , il modo in cui riesce a passare da una lingua all’altra senza doverci pensare . Volevo quindi che mia figlia riuscisse ad acquisire questa capacità ( per me ormai impossibile) .
Da piccolina vedeva solo cartoni in inglese , noi spesso costruivamo frasi con un po’ d’inglese dentro e leggevamo a lei storielle in inglese .
Dai 3 anni per 2 ore la settimana andava a fare inglese presso una scuola privata e poi abbiamo ospitato amici inglesi varie volte e in quell’occasione si parlava solo inglese a casa . Lei quindi è stata esposta alla lingua , ma in casa parlava poco .
Sono stata combattuta , è stato molto difficile prendere questa decisione . Ho avuto anche molte pressioni contrarie alla scuola internazionale da parte dei miei parenti ( soldi buttati , si sentirà diversa etc..) .
– E se fosse la scelta sbagliata ? – mi sono chiesta fino all’ultimo . Mio marito invece è stato sempre accanto a me nell’intraprendere questa strada , raccontandomi che quando lui aveva iniziato la scuola inglese , parlava solo italiano e spagnolo e dopo 3 mesi era perfettamente integrato . – Da piccoli è meglio , vedrai – mi dice sempre .
Cosi’ abbiamo iniziato ad informarci su quello che Roma offriva , sui programmi diversi che le scuole avevano , sul tipo di ambiente che mia figlia avrebbe trovato e sulle zone di Roma dove le scuole si trovavano . Noi viviamo a Roma sud-est , tutte le scuole erano distanti , alcune in maniera improponibile .
La più vicina era la Castelli International School , di cui però riuscivo a trovare pochissime informazioni sul blog … bisognava iniziare a muoversi per vederle .
Alcune scuole contattate avevano liste d’attesa incredibili e alcune con un ambiente con troppa ostentazione per i miei gusti (mi definisco un tipo un po’ rustico) . E spesso la percentuale di bambini stranieri era bassa .
Ma parliamo della CIS .
La location è meravigliosa , la scuola è immersa in un parco di ulivi e vigneti , MA per raggiungerla gli ultimi 300mt sono poco agevoli , strada stretta e in salita .
Svolgono il programma italiano in inglese perchè lo ritengono più completo , con uno sforzo quindi maggiore da parte degli insegnati che sono specializzati per classe . Cerco di spiegarmi meglio , come in America hanno adottato un sistema di specializzazione per età e quindi per classe . Quindi i bambini ogni hanno cambiano maestra , quella di base , mentre il team degli altri docenti credo rimanga lo stesso ( ginnastica, computer, musica , italiano ) , vi farò sapere meglio .
In prima elementare fanno due ore di italiano alla settimana , e la maestra di italiano è l’unica NON madre lingua inglese (anche quella di francese , ma la seconda lingua la iniziano in terza).
La maestra della prima parla italiano ( anche se l’accento è quello tipico degli stranieri) , le maestra delle altre classi poco .
Il primo giorno di scuola hanno subito iniziato con l’orario pieno senza “affiancamento” che si fa in tutte le scuole italiane .. e questo mi ha messo un po’ d’ansia . Ma la preoccupazione era soltanto la mia , tipica mamma italiana !
Dal primo giorno mia figlia è entusiasta della sua nuova scuola , e dopo una settimana ancora non ha nessun rifiuto causato dalla lingua ( non so perché ma mi l’aspetto una piccola crisi prima o poi) . In classe sono 16 bambini :
1 tedesca (no italiano) , 1 spagnola (no italiano) 1 inglese (poco italiano) 1 francese (no italiano ) , 8 bambini italiani che vengono dalla materna internazionale ( si certo avvantaggiati , già parlano un inglese fluido) e 4 bambini (inclusa mia figlia) italiani che vengono dalla materna italiana .
Mia figlia si è legata con la bimba spagnola e si insegnano parole nelle rispettive lingue partendo dall’inglese perché è l’unica lingua che hanno in comune .
E’ vero i bambini italiani a volte fra loro parlano italiano , ma per giocare tutti insieme hanno solo l’inglese in comune .
Al momento il mio giudizio è positivo (posso valutare in seguito in seguito pregi e difetti) .
Ah dimenticavo ! Poco Show off (che per me era importante) .
Aggiornamenti in seguito e ..scusate la lungaggine .
Piero says
Salve Elisabetta,
ho letto con interesse i vari commenti sulle scuole bilingue e vorrei condividere una mia perplessità.
Mia figlia frequenta la materna della Marymount e oltre a non aver visto fino ad ora molti effetti del bilinguismo (sebbene cerchi sempre di stimolarla con giochi, film e altre attività in inglese), ciò che mi ha lasciato spesso attonito è l’approccio della scuola, abituata a pretendere dai genitori (soprattutto $$$, con una retta ogni anno più elevata e accessori necessari allo svolgimento dell’attività quotidiana, oggetti che una normale scuola pubblica fornisce gratuitamente), ma poco disponibile a prendere in considerazione le richieste dei genitori e liquidandoli con un “Si è sempre fatto così alla MM, quindi…”.
Questo comportamento trova spesso manforte negli stessi genitori, che mi sembrano più interessati a dire che il loro figlio frequenta la MM più che a valutare i progressi reali e, perché no, la gioia con cui dovrebbe andare a scuola.
Mi farebbe piacere avere il tuo parere.
Grazie
Elisabetta C. says
Purtroppo i regimi di monopolio hanno un po’ tutti questa caratteristica: il monopolista se ne approfitta… Le rette peraltro aumentano ogni anno anche nelle scuole internazionali e, sia pur in modo piu’ ridotto, anche nelle altre paritarie. Ho fatto in passato una vera e propria battaglia per calmierare gli aumenti o chiederne lumi, ma le mie lettere non hanno sortito grandi effetti anche perche’ c’e’ una certa tendenza che secondo me e’ tutta italiana a protestare a parole ma fare un passo indietro quando si tratta di firmare qualcosa. Non e’ questa la sede per discuterne perche’ la questione e’ troppo specifica.
Detto cio’ i primi risultati di una scuola bilingue non si vedono che dopo un anno e mezzo circa. I risultati si cominciano a vedere a 5-6 anni. noi ci abbiamo anche molto lavorato a casa (io sono a mia volte bilingue) anche con au pair, day camp all’estero e da quest’anno per la figlia grande anche con summer camp residenziali sempre all’estero.
Non so che eta’ abbia tua figlia, quindi ti consiglio di aspettare fino al primo anno di scuola primaria e poi fare un primo bilancio costi – benefici.
Quanto ai materiali richiesti non so fare paragoni con le scuole pubbliche e quello che offrono. So che le mke figlie usano circa 12-15 quadernoni l’anno a testa……una follia,ma che effettivamente alla fine dell’anno sono pieni zeppi!
barbara says
ciao elisabetta ho letto con attenzione tutti i messaggi e siccome sono interessata ad iscrivere l’anno prossimo alla scuola materna mia figlia che avrà tre anni ho fatto una ricerca e ho selezionato tre scuole, di cui vorrei conoscere nello specifico il tuo parere . nell’ordine rome international school, poi marymount e new school.
grazie
Elisabetta C. says
Se e’ solo per la materna puoi pure visitarle e fidarti del tuo ‘gut feeling’ e scegliere quella piu’ vicina a te, con insegnanti piu’ convincenti e strutture piu’ belle. Sto dando per scontato ovviamente che il Marymount che citi e’ l’international.
Se e’ invece il bilingue secondo me vale la pena solo se continui per le elementari, se no, dovendo spendere e investire solo per un triennio opterei comunque per una scuola internazionale.
Comunque didatticamente penso che la migliore tra queste tre sia la New School, perche’ segue il sistema inglese (che e’ migliore di quello USA) e perche’ i risultati degli studenti agli esami sono migliori delle altre due (ma sto parlando di O levels, A levels e IB, tutti esami di scuola superiore). La RIS sta cambiando pelle (cambia sede, ha appena introdotto l’IB, sta facendo agevolazioni per studenti stranieri, segno che ha pochi madrelingua ecc..) e quindi non ha ancora assunto una fisionomia stabile,
per ora chiudo qui
Elisabetta C.
Chiaraj says
Salve a tutti,
abito a milano e vorrei chiedervi un consiglio per una buona materna..Mio marito parla l’nglese, il francese, lo spagnolo, il cinese e ovviamente l’italiano, mentre io parlo cinese inglese e italiano, i suoi nipotini vanno alla scuola francese, mentre io pensavo di mandare mio figlio ad una scuola inglese (magari se esiste un trilingue inglese-francese-italiano), Voi che ne dite? Sapete per caso anche il costo per una materna inglese?
Francesca says
Ciao mi rendo conto di essere arrivata un po’ tardi in questo forum. Ho cercato di stare al passo ma non so se mi sono persa qualcosa..mi appresto ad iscrivere mia figlia , che ad aprile compira’ tre anni, ad una scuola internazionale inglese o americana. Abito al Flaminio e sono molto indecisa tra le scuole nelle vicinanze.
La prossima settimana ho appuntamento per l’international schola via panama e la new scolo ma ho scoperto solo ieri che una delle sedi del marymount e’ anche sulla cassia. Qualcuno di voi la conosce? sapete se esiste qualche altra scuola internazionale nella zona di Roma nord? E’ vero che vivo sola e che avrei villa Flaminia di fronte casa ma credo che questa opportunita’ di crescere con un altra lingua giocando sia qualcosa che avrei pagato oro se solo mi fosse stata data da piccola. Qualcuno mi puo’ dare qualche dritta? Ringrazio chiunque mi voglia aiutare e complimenti per questo splendido sito. Buona giornata Francesca
Elisabetta C. says
La rome international school – RIS (che seguiva il sistema inglese ed ora è un pò un ibrido) cambierà sede e andrà sulla camilluccia, non lontano dalla new school (sistema inglese), quindi ti diventeranno quasi equidistanti, ne so qualcosa perchè abito ai Parioli, quindi il Flaminio lo conosco bene. Sulla Cassia c’è la Marymount int (americana) e sempre sulla Cassia ma più fuori roma l’american overseas (AOSR). Ti consiglio comunque di studiarti bene i siti web prima di andare e di scegliere anche in base sl sistema scolastico che preferisci e non pensare solo alla lingua, specie se pensi di far continuare alla bambina il percorso internazionale.
Elisabetta C.
Francesca says
The new school e’ piena per il prossimo anno, ho provato a metterla in lista d’attesa..La rome international sembra si si trasferisca non dal prossimo anno ma da quello successivo almeno da quanto mi hanno detto per telefono. Il 19 ho appuntamento con la preside ma in ogni caso sto tentando di farmi un’idea del programma anche delle altre. Grazie mille, davvero
Francesca
Francesca says
Ciao, eccomi qui ancora immersa nei miei dubbi..oggi ho visitato la MM international, il posto mi e’ sembrato bellissimo esteriormente e l’interlocutrice inglese molto gentile. Ho scoperto che i programmi sono tutti americani e che per accedere eventualmente ad un altra scuola ci sara’ bisogno di fare gli esami da privatista.Stessa cosa per l’international schhol che avevo visitato la settimana scorsa (i programmi di quest’ultima in effetti sono una via di mezzo tra quelli inglesi e quelli americani)In ogni caso tra le due, la MM international mi ha convinto di piu’. Tornando in macchina verso il mio lavoro ho sentito addosso una resistenza di tipo istintiva, un fondo di tristezza che probabilmente e’ nei miei occhi piu’ che nei bambini che ho incontrato durante il giro, tuttavia questo sensazione non mi permette di arrivare ad una valutazione lucida (la verita’ e’ che senza fare esperienza e’ sempre terribilmente difficile farsi piu’ di un ‘idea) per cui aldila’ dei costi che sono parecchio alti, rimango ancora completamente indubbio sulla scelta. Ho paura di fare una scelta sicuramente proficua dal punto di vista linguistico ma molto elitaria da un punto di vsta umano, allontanandola dalla vita piu’ reale della scuola pubblica. Qualcuno con piu’ esperienza o con figli piu’ grandi forse potrebbe aiutarmi??!!
Grazie Francesca
barbara says
qualcuno ha notizie della st francis a cui sono molto interessata ma che nessuno sembra conoscere ? visto che siete una miniera di conoscenza sulle scuole internazionali non posso credere che nessuno abbia notizie !!
grazie mille
Barbara
Sabina says
Ciao Barbara! Sono stata a visitare la st francis la scorsa estate e devo dire che mi ha fatto una buona impressione. La struttura é pulita e tenuta molto bene, anche piuttosto grande. Era una scuola religiosa italiana che, da quanto mi é sembrato di capire, é stata da poco acquistata dalla st francis. Quest’ultima si trovava prima proprio nei pressi dell’ospedale gemelli. Arrivarci non é facile perché le strade sono strette e spesso a doppio senso. Il parcheggio si trova comodamente all’interno della scuola che ha un ampio spazio dedicato a questo scopo.
Non ho incontrato personalmente la preside, ma una ragazza, ex alunna, ha portato me e mio marito per un tour all’interno della struttura scolastica. Aule grandi e luminose, molte con affacci sul parco dell’insugherata. Le insegnanti sono tutte madrelingua e molto affabili. Il curriculum seguito é quello americano. Ti consiglio, comunque, di visitarla. A me, ripeto, ha fatto una buona prima impressione. Certo non é il classico campus di una scuola internazionale quali potrebbero essere il MM international e l’AOSR, ma anche i costi sono alquanto inferiori, vicinissimi a quelli di una scuola privata italiana.
Spero di esserti stata d’aiuto! Se hai domande piú precise, io sono qui.
Ciao!
Claudia says
Ciao
io ho una figlia al St. Francis ed un figlio alla High School al Marymount International. Ti posso dire che a livello didattico-asilo/elementari non noto la differenza, anzi il St Francis non è male per nulla. Direi che la differenza di prezzo sta nell’ambiente (Marymount è meravigliosa con quel parco e tutto quel verde), e sicuramente le attività post scolastiche. Le superiori non si pone il problema perchè la St Francis va solo fino alla terza media. Potendo avrei mandato tutti e due al Marymount International ma avendone tre, diventa troppo oneroso. Trovo invece la high school meravigliosa e l’IB apre un mondo ai figli. Spero di esserti stata di aiuto!
Debora says
Salve a tutti e grazie per i preziosi commenti. Avete notizie o feedback sul Petranova?
Grazie
ciao
barbara says
Ciao Claudia, approfitto perchè avendo tu una esperienza diretta del St. Francis mi puoi sicuramente dare ulteriori informazioni.
Per caso hai utilizzato il servizio di trasporto della scuola ? come è andata ?
Tua figlia ha frequentato dal preschool e come si è trovata ? l’ambiente come è ? sai in alcune di queste scuole, che hanno prezzi piuttosto elevati, si rischia di vivere un po’ fuori dalla realtà.
Gli italiani sono molti o si ha la possibilità di incontrare altre nazionalità ? dalle visite che ho fatto per talune scuole ho appurato che gli italiani sono anche il 95%.
L’acquisizione della lingua che tempi ha avuto per tua figlia ? lei era già venuta in contatto con l’inglese prima della scuola ?
Scusa ma mi vengono domande a raffica ed è meglio che mi fermi se spero in una tua risposta !!!
Grazie mille
Barbara
Claudia says
Ciao, il servizio di trasporto lo utilizza mia sorella ed è contenta. Sono mini van con pochi bimbi. Mia figlia sta in preschool 2 ma i miei nipoti sono in terza elementare e fino ad ora a livello didattico mia sorella è contenta. L’ambiente è abbastanza misto. Moltri (forse troppi ) medio orientali poichè hanno accordi con le ambasciate egiziane, sri lanka ecc.). Gli Italiani chiaramente ci sono e sorpattutto nella preschool. L’alta concentrazione di Italiani la trovi proprio in preschool. Sull’apprendimento dell’Inglese calcola che io sono metà americana e parlo Inglese con i miei figli però mi sembra buono. Io sono comunque un prodotto Internazionale e molto pro International schools! (per me il livello al quale parlano Inglese gli Italiani è scandaloso!). Gli Italiani che frequentano la St Francis sono perlopiù professionisti, dunque, meno fuori dal mondo che al MMI. Come ti dicevo il mio giudizio è positivo ma credo non ci sia più posto per l’anno prossimo…
Claudia says
Volevo anche aggiungere che le uniche scuole per le quale valga la pena spendere tutti quei soldi , a mio avviso, sono MMI, Overseas, St. Georges e St. Stephens (solo superiori) per tutte le altre il costo è ingiustificato con campus e strutture orribili..
barbara says
Ciao Claudia c’è qualcosa (consiglio, suggerimento, esperienza…) sul St Francis che ritieni di dirmi e che non ti ho chiesto ??!!
Grazie in anticipo
Barbara
barbara says
Ciao Sabina,
per prima cosa grazie della risposta volevo approfittare per farti altre domande, poichè ho visitato la scuola e ho avuto la tua stessa impressione. La differenza di rette con le scuole che mi citavi (ho visitato solo la MM) secondo te va ricondotta solo alla struttura, senza dubbio molto differente ?
Oltre la location mi interesserebbe capire se hai avuto ulteriori informazioni circa la didattica o se hai avuto modo di parlare con qualche insegnante. Inoltre vorrei avere qualche tua considerazione circa la differenza tra curriculum americano e inglese, sulla base della tua esperienza personale.
Grazie ancora
Barbar
Sabina says
Ciao Barbara!
Ho avuto la possibilità di visitare le varie scuole internazionali a Roma e credo che la struttura influenzi il prezzo. La MM e l’AOSR hanno dei campus molto grandi e credo che i costi di manutenzione siano altissimi. Sono scuole carissime e il loro valore aggiunto consiste non solo nell’insegnamento in lingua inglese, ma anche nelle varie attività che offrono durante e dopo l’orario normale scolastico. Ora la St Francis non ha una grande offerta formativa e le attività dopo scuola (afternoon clubs) variano nella qualità e nella quantità a seconda anche della richiesta da parte della famiglie. Comunque so per certo che le attività dopo scuole sono extra e comportano quindi un prezzo aggiuntivo in tutte le scuole internazionali, tranne la Ambrit dove sono incluse nel prezzo.
Le insegnanti della St Francis sono madrelingua e per quanto riguarda la loro preparazione credo sia buona. I prezzi più bassi dipendono solo dalla struttura, a mio avviso. Forse la scuola riceve fondi a parte…non saprei dirti. E’ buono che una città come Roma offra anche scuole internazionali più accessibili economicamente. E’ una capitale europea e come tale deve tener conto del mercato. Anche la Core, che segue il curriculum inglese, costa di meno…leggermente di più della St Francis, ma si può dire che si equivalgono. Non so la Kendale. Non ha un website e i suoi prezzi non sono pubblicizzati. E la Core è un’altra scuola che ha una struttura molto piccola, senza campus. Tutto ciò per rafforzare la mia opinione che i costi dipendono dalla struttura. Poi bisogna anche tener conto della rete di scuole internazionali. La MM ha altre MM sparse nel mondo, quindi credo che i costi siano associati anche al mantenimento di tutta la rete. Non ne sono sicura, ma potrebbe essere così. L’AOSR è una scuola privata americana e come tale ha i costi delle scuole private americane. L’ampia offerta formativa rende i costi di queste scuole più alti. Lo stesso lavoro d’insegnante nel mondo anglosassone è ben più remunerato che in Italia.
La differenza tra il curriculum inglese e il curriculum americano si comincia a sentire durante le scuole superiori. Ho parlato con la responsabile delle ammissioni della MM proprio di questo argomento e lei mi ha detto che i curricula delle due scuole sono molto simili fino alle medie. L’high school fà la differenza. Comunque oramai tutte le scuole internazionali offrono l’IB che permette l’accesso anche alle università italiane.
Se dovessi fare una scelta adesso, anche basata su ragionamenti economici, la St Francis mi sembra un’opzione più che buona per le mie figlie. C’è solo un “ma”. Le scuole pubbliche elementari italiane sono molto buone e danno una preparazione ottima. Certo, l’inglese è molto importante, ma dal momento che la mia vita è girovaga sono sicura che le mie figlie avranno modo di imparare l’inglese, o comunque di non perderlo. La mia bambina più grande è perfettamente bilingue. Ci sarà però il problema di cambiamento del sistema scolastico che ora come ora non so quanto possa “traumatizzare” le mie bimbe, essendo ancora troppo piccole.
Ho ancora tempo per pensare, comunque, per tornare sul discorso della St. Francis, a me ha fatto una buona impressione e da quelle poche chiacchiere che ho potuto scambiare con le insegnanti, il mio giudizio è positivo. Sono sempre dell’avviso che solo provando si possa fare una valutazione più precisa, o magari parlando con le mamme di bimbi che frequentano già la scuola.
Non dobbiamo però dimenticare la preparazione che la nostra scuola elementare italiana dà ai nostri bimbi. é veramente valida, a livello europeo.
Spero di essermi spiegata bene. Forse mi sono dilungata troppo, ma le idee mi vengono scrivendo.
In bocca al lupo per la tua scelta! Tienimi aggiornata.
Sabina
barbara says
Concordo con le tue considerazioni e capisco anche il tuo “MA”. Per me la situazione è invece del tutto diversa perchè non essendo noi giorvaghi ma , almeno nel medio termine, stanziali in Italia siamo alla ricerca di una scuola internazionale per la bimba che possa coprire di sicuro materna ed elementari ma probabilmente anche le medie.
Questo sia per la lingua che per dare a mia figlia la possibilità di crescere in un ambiente un po’ internazionale. Dico un po’ perchè quasi tutte le strutture che ho visto hanno una percentuale di italiani molto alta ed in quelle dove ci sono delle quote rigide è molto difficile entrare (vedi Core da quello che hanno detto a me praticamente impossibile).
Per il liceo mi sembra prematuro pensarci ma comunque, qualora ci fosse il desiderio di mia figlia di continuare con il percorso internazionale e le possibilità economiche me lo consentissero, potrei a quel punto farla entrare in una delle strutture che offrono l’IB, provenendo da una scuola internazionale.
La St. Francis mi è sembrato abbia un buon rapporto qualità-prezzo e garantisce anche il servizio di trasporto che per me è molto importante e di cui prima non ti avevo accennato.
Grazie per la chiacchierata perchè avere una altra impressione, seppure solo impressione, per me è importante.
barbara says
Ciao Claudia, approfitto perchè avendo tu una esperienza diretta del St. Francis mi puoi sicuramente dare ulteriori informazioni.
Per caso hai utilizzato il servizio di trasporto della scuola ? come è andata ?
Tua figlia ha frequentato dal preschool e come si è trovata ? l’ambiente come è ? sai in alcune di queste scuole, che hanno prezzi piuttosto elevati, si rischia di vivere un po’ fuori dalla realtà.
Gli italiani sono molti o si ha la possibilità di incontrare altre nazionalità ? dalle visite che ho fatto per talune scuole ho appurato che gli italiani sono anche il 95%.
L’acquisizione della lingua che tempi ha avuto per tua figlia ? lei era già venuta in contatto con l’inglese prima della scuola ?
Scusa ma mi vengono domande a raffica ed è meglio che mi fermi se spero in una tua risposta !!!
Grazie mille
Barbara
Roberta says
Ciao a tutte!
Sono Roberta ed ho una bambina di 2 anni che vorrei iscrivere ad una scuola bilingue…ma istituti come il MM non hanno la cosiddetta “sezione primavera”, così dal MM sono stata indirizzata all asilo “Cavalsassi” sempre in zona Nomentana.
Ho già visitato la struttura e ne sono rimasta piacevolmente colpita.Anche i laboratori proposti sono molto interessanti.
La scuola è bilingue (italiano-inglese) e fanno 20 ore di inglese a settimana con insegnanti madre lingua.
Io sarei molto propensa ad iscrivere la mia piccola lì…ma mi piacerebbe prima conoscere i vostri pareri a riguardo.
Grazie a tutte!!!
antonietta says
Ciao, vi leggo sempre anche se da un pò non scrivo.
La mia bambina ha compiuto quattro anni a marzo e pur essendo stata molto esposta alla lingua inglese grazie ad una tata, (noi genitori siamo italiani), fino a circa un mese fa, pur capendo perfettamente tutto quello che le veniva detto in inglese, non ne voleva sapere di parlarlo.
Durante questo mese sta frequentando una scuola materna bilingue che l’ha accettata come centro estivo solo per luglio.
E’ stato stupefacente vedere come nel giro di un solo giorno la bimba abbia tirato fuori tutto quello che sa e abbia finalmente iniziato a parlare.
Inutile dire che la gioia di noi genitori è immensa perchè non nego che spesso in passato ci siamo interrogati su quanto stavamo facendo e come.
Purtroppo questa esperienza sta volgendo al termine e per le prossime vacanze (sia esse invernali o estive) vorremmo tentare il primo viaggio in Inghilterra durante il quale desidereremmo che facesse l’esperienza di frequentare una scuola materna del posto.(vorremmo evitare che il contatto con i bambini avvenga in italiano).
Letizia, chiedo un aiuto a te e a chi legge per sapere come muovermi a riguardo, non trovo altro che centri per bimbi più grandi.
Io vorrei, invece, tenerla ancora un pò in un ambiente più protetto e adatto alla sua età, senza per questo rinunciare a migliorare il suo inglese e a farle vivere l’esperienza dell’estero.
So che ci sono scuole che accettano bambini stranieri per qualche settimana ma non ho niente di più.
grazie per la risposta che mi potrai dare.
Bilingue Per Gioco says
So di un’amica che quest’estate è andata in irlanda dove le sue bambine frequentano il campo estivo di una scuola materna steineriana, una cosa simile dovrebbe essere in linea con quello che cerchi… Cerca scuole waldorf in irlanda, questa di sicuro non era a dublino, e vedi un po’, io quest’amica la vedrò a settembre…
Ciao,
L.
jenny says
è deludente ammettere che anche nell’apprendimento delle lingue non si può far affidamento sulla nopstra scuola statale… ci tocca pagare o rinunciare… o, come ci suggerite… armarci ci pazienza ed imparare ed impartire insegnamenti… con i tempi della cosiddetta famiglia moderna mi sembre quest’ultima una soluzione poco praticabile…
GG says
Vorrei mettervi al corrente della mia esperienza e chiedervi dei consigli.
La mia bimba di quasi 4 anni ha frequentato il nido ed ora frequenta il primo anno di materna alla Maisonnette – Eur, ci troviamo davvero bene, la bimba comprende ed inizia a produrre in inglese e francese (anche se a casa si parla solo Italiano), inoltre l’ambiente è ricco di stimoli e di esperienze, nonchè privo di condizionamenti religiosi o di altra natura. Non ultimo la scuola viene incontro alle esigenze delle famiglie che lavorano con l’orario (è aperta fino alle 19) e riducendo a 15 giorni l’anno le vacanze !
Spero che la mia esperienza possa essere utile ad altri genitori….
Al contempo mi pongo il problema di quale scuola primaria scegliere per mia figlia ed, anche se ancora un pò di tempo, cerco di farmi un’idea delle scuole presenti a Roma Sud …. Mi aiutate ?
grazie fin d’ora
Nicoletta says
Ciao,
ho letto il tuo post e mi piacerebbe avere maggiori notizie sulla scuola che frequenta tua figlia.
la mia ha due anni e l’anno prossimo dovrei iscriverla alla materna. grazie
GG says
Innanzi tutto ti invito ad informarti subito su eventuali posti disponibili perchè lo scorso anno i bimbi dell’ultimo anno di nido hanno quasi tutto fatto l’iscrizione alla materna e quindi saturato tutti i posti (in pratica nella classe di mia figlia non ci sono “esterni”, vengono tutti dal nido Maisonnette). Ti auguro di trovare posto per la tua bimba.
Non so che tipo di informazioni ti occorrono, se vai sul sito trovi le immagini della scuola, è una villa con un ampio giardino. La mensa è interna. Come ho già scritto è una scuola trilingue, organizzano anche corsi a pagamento durante e dopo l’orario scolastico (musica, nuoto, teatro, danza…). La retta è abbastanza alta rispetto ad altre materne private, io fino alle 19.00 pago 600 euro al mese (fino alle 16.30 si pagano mi pare 30,40 euro in meno), in più c’è l’iscrizione da pagare ogni anno.
Secondo me sono soldi spesi bene (ovviamente potendoselo permettere) considerando i servizi e gli stimoli che la scuola offre; se ci fosse la possibilità di far continuare lì le elementari a mia figlia non ci penserei due volte. Purtroppo questa opportunità per ora non c’è e sto cominciando ad informarmi sulle elementari ma non trovo nulla di paragonabile alla Maisonnette.
Adriana says
GG leggo che la tua bimba ha frequentato il nido alla Maisonette all’Eur. Io vorrei iscrivere mia figlia, che nascerà a febbraio 2014, per l’anno scolastico 2014/2015 ma mi chiedo se abbia senso iniziare a frequentare un asilo nido bilingue dall’età di 7 mesi o sia meglio aspettare un altro anno. A quale età ha iniziato a frequentare la Maisonette la tua bimba? Effettivamente già dall’asilo nido i bambini vengono immersi in un ambiente anglofono e francofono? Qualora la conoscessi, potresti dirmi a quanto ammonta la retta del nido? Ho visitato il sito Internet della scuola ma non vi sono informazioni relativamente alle rette di iscrizioni. Grazie
Maria Pia says
Ciao
Le mie figlie hanno iniziato a frequentare la Maisonette presto. la prima a nove mesi la seconda e la terza a otto. Ormai sono sette anni pieni che lo “frequento” ed anche se le cose sono cambiate nel tempo ne sono sempre entusiasta.
A parer mio va benissimo iniziare a sette mesi e stai certa che assorbono moltissimo. Non ti aspettare una ricca produzione in termini linguistici ma posso dirti che nel tempo i risultati si vedono tutti.
Per i costi ti consiglio comunque di parlare con la direzione poichè questi variano ogni anno; comunque al mese si spende all’incirca 600 €
GG says
sono pienamente d’accordo con Maria Pia, mia figlia ha iniziato a frequentare il nido a 14 mesi, già dal primo anno ha iniziato a capire i comandi in inglese e francese. da quando ha iniziato la materna comincia a produrre nelle due seconde lingue (parliamo di paroline, ma il vocabolario si arricchisce sempre di più) con una pronuncia madrelingua che fa quasi impressione.
Gino says
Elisabetta: visto che le Sue figlie frequentano la Marymount di Roma, spero che mi possa dare un’informazione: e’ difficile entrare a questa scuola in Terza o Quarta elementare? Mia figlia ha 5 anni e inizia il Kindergarten ad agosto (di quest’anno) presso una scuola statale di Pasadena, California. Attualmente, è bilingue (veramente parla quasi meglio l’Italiano), ma non ha problemi con l’Inglese, anche in quanto io sono di madrelingua americana mentre mia moglie di madrelingua italiana. Un’altra possibilità sarebbe iniziare questa scuola in Prima Media anzichè in terza elementare (e a quel punto mia figlia sarebbe ancora più fluente in Inglese). Ma sarebbe già troppo tardi iniziare in Italia a 11 anni? A parte la Marymount, quale altra scuola mi può consigliare a Roma (od a Firenze) perchè possa diventare veramente “bilingue”? La mia idea per mia figlia sarebbe di farle fare il liceo (classico?) in Italia, e l’università in USA.
Elisabetta C. says
Gino,
normalmente è difficile entrare a metà ciclo, ma se si è bilingui e se si sa scrivere un pò in entrambe le lingue penso sia possibile. Inoltre chi viene da fuori Italia ha quella mentalità internazionale che è molto apprezzata in una scuola del genere.
E’ tuttavia difficile dare risposte precise così in anticipo. Perchè non contatta la scuola direttamente? Questo è il link per le admissions:
http://www.marymount.it/m/iscrizioni
Altrimenti può metterla in una scuola internazionale, ma in questo caso resinserirla in una scuola italiana per le superiori è quasi una missione impossibile.
Spero di essere stata esaustiva…ma qualora non lo fossi stata sono qui!
Oppure qui: http://www.educazioneglobale.com
a presto
Elisabetta
Giuliana says
Elisabetta: ho due bambine che stanno frequentando la scuola elementare Montessori privata in Via Tito Livio dove fanno settimanalmente solo 3 ore di inglese e, dalla 4^ elementare, anche 2 ore di spagnolo. Sto incominciando a pormi il problema di dove mandarle alle media. Stavo prendendo in considerazione l’istituto Marymount sulla Nomentana per il suo bilinguismo. Potresti darmi qualche notizia su come affrontano la didattica inglese: temo che possano trovarsi in grosse difficoltà con la lingua.
Elisabetta C. says
Cara Giuliana,
la didattica bilingue è fondata su un approccio comunicativo e non traduttivo: in altre parole i docenti di inglese e delle materie in inglese parlano direttamente in inglese. Per dare un’idea, l’altra sera mia figlia doveva fare una parafrasi di epica per italiano ma aveva anche da ripassare venti pagine di scienze in inglese, i temi erano di fisica e di chimica, roba che io alle medie non ricordo di aver mai visto neanche in italiano (i libri di scienze, sia della tanto bistrattata scuola americana, sia di quella inglese sono parecchio più ricchi e allo stesso tempo più “hands on” dei nostri). Se avesse avuto problemi di inglese non avrebbe neanche potuto capire e memorizzare quello che c’era scritto.
Detto ciò sappi che, almeno alla medie, al Marymount per l’inglese (ma non per le scienze, per geography e altre materie in inglese) il gruppo classe (ci sono 3 sezioni) viene riarticolato in 4 gruppi per livello di inglese, dall’intermediate all’advanced. Ovviamente anche i bambini dell’intermediate parlano correntemente inglese, ma quelli dei gruppi advanced sono proprio bilingui, sia pur ognuno a modo suo.
Mia figlia fa la II media e l’anno della sua prima media sono arrivati bambini nuovi, ma venivano praticamente tutti da scuole internazionali (e semmai rischiavano di rimanere indietro sull’analisi logica o sul latino).
Il punto è che probabilmente le tue figlie rischiano di non essere accettate perché il loro livello di inglese non è sufficiente, salvo che non siano studentesse di enorme talento, poiché credo che le persone molto intelligenti, motivate e studiose siano capaci un po’ di tutto.
Ma non voglio dissuaderti: potrei sbagliarmi io oppure potresti essere in tempo per integrare le 3 ore di inglese ‘didattico’ con qualcosa di più coinvolgente, che dia loro piena capacità di capire a parlare (i fondamenti della comunicazione), al di là di definire cosa è il genitivo sassone (e altre questioni tipiche dell’approccio grammaticale alla lingua 2).
La tua domanda è però fatta con tempismo: proprio tra qualche giorno (il 18?) c’è l’open day per le nuove famiglie. Sul sito http://www.marymount.it puoi scaricare il modulo e prenotarti. E’ un’occasione in cui visitare la scuola ma anche parlare con allievi delle medie (forse ti capiterà mia figlia…chi lo sa!) e con i dirigenti scolastici e farti un’idea di persona.
Ovviamente poi se hai qualche quesito specifico sono qui.
Elisabetta
(www.educazioneglobale.com)
Giuliana says
Ti ringrazio molto per le informazioni e i consigli, erano proprio ciò che cercavo. Per quanto riguarda l’open day, è rivolto a tutte le nuove famiglie interessate all’Iscrizione per l’Anno Scolastico 2014/2015, mentre io sarei interessata all’anno scolastico 2016/2017. Mi sembra di aver capito che prima essere accettati i ragazzi debbano sostenere una prova scritta/orale di inglese?
Elisabetta C. says
Per Giuliana: secondo me agli open day è sempre meglio andare con molto anticipo come ho scritto qui http://www.educazioneglobale.com/2013/11/scuole-e-tempo-di-open-day/
Quanto all’esame penso che ci sia, ma avendo figli già bilingui non ne so nulla. Ti suggerisco di chiamare la scuola, il numero lo trovi sul sito, e parlare con l’admission office (le info sono nel sito nella parte ‘iscrizioni’).
Elisabetta C.
Adriana says
Buonasera, qualcuno mi può indicare un asilo nido bilingue in zona Giustiniana/ Cassia? Grazie in anticipo
Viktoria says
Salve a tutti,
Qualcuno potrebbe darmi un feedback su materna di Scuola Svizzera di Roma (in via Malpighi)? Vorrei iscrivere la mia bambina a tre anni; né io né suo padre parliamo tedesco. Qualcuno ha avuto esperienza al riguardo?
Grazie,
Viktoria
serena says
Ciao a tutti,
sono Serena ed ho una figlia di quasi 2 anni, comincio dunque a guardarmi intorno per la scuola d’infanzia.
Noi genitori siamo italiani, con una grande passione per le lingue (in particolare quella inglese e portoghese), ed il nostro obiettivo è fornire alla bimba uno strumento che le permetta di non avere barriere.
Ho letto molti post sulle scuole internazionali e bilingue e abbiamo fatto anche un’attenta ricerca…
Premesso che non possiamo pagare i costi di una scuola internazionale, l’unica struttura per noi accessibile in termini di retta (e di orari, fino alle 1730 con le varie attività in aggiunta).. sembra essere la Petranova.
Siamo andati a visitarla e si vende molto bene, però a parte l’aspetto religioso (abbastanza soggettivo) non ci convince fino in fondo la scuola di genere a partire dalla primaria.
Voi che ne pensate? ne avete esperienza?
Oppure, mi è sfuggita una scuola nelle zone di Roma comprese tra Prati e Parioli, che non costi un occhio della testa e che potete consigliare?
grazie per la vostra collaborazione!
Serena
M. says
Salve a tutti,
vorrei iscrivere dal prossimo anno il mio bimbo – 18 mesi – ad un asilo bilingue (>90% tempo inglese) e fargli frequentare tutto il periodo pre-scuola. Per la scuola opteremmo poi per una scuola “tradizionale”…qualcuno ha avuto esperienze simili? il dubbio è che venga perso il bilinguismo acquisito all’asilo..
M.