Come anticipato ieri sera sono andata ad un incontro organizzato dal comune sul tema “I tempi e gli spazi dei bambini in rapporto alle nuove tecnologie”, ospiti la Dott. a Riggio, psicologa, e il Dott. Zavarise, pediatra.
L’incontro e’ stato molto interessante, ha confermato a mio parere tutti i punti gia’ discussi in La televisione serve ai bambini bilingui? #1, ma ha aggiunto dei nuovi spunti di riflessione molto interessanti. Quindi senza ripetere cio’ di cui abbiamo gia’ parlato, voglio condividere con voi queste nuove riflessioni.
- Attenzione ai telegiornali. I bambini rimangono molto colpiti da immagini forti tipiche di fatti di cronoca e/o terrorismo, che ovviamente non riescono a razionalizzare, quindi bisogna avere prudenza nell’esporre i bambini ai telegiornali
- Il bambino percepisce prima l’emozione, poi la parola. Va da se’ che l’impatto emotivo e’ molto piu’ forte e profondo di quello razionale legato alla parola, quindi attenziona. Aiutare ad interpretare le immagini, puo’ aiutare, ma la parola arriva troppo tardi, quando l’impatto emotivo si e’ gia’ verificato
- Oggi i programmi sono spesso troppo veloci, la velocita’ e’ indice di poca qualita’. Le immagini che scorrono veloci bombardano di emozioni ma non permettono di osservare e riflettere. Un consumo eccessivo di televisione di questo tipo porta i bambini ad avere seri problemi di attenzione, che si manifesteranno poi a scuola, quando non saranno in grado di seguire la maestra e concentrarsi su cio’ che gli viene detto
- La TV vista al buio e’ un’esperienza prettamente onirica. La TV di per se’ offre un’esperienza onirica, tanto piu’ se vista al buio, in un contesto altamente innaturale. Il bambino davanti alla TV e’ immobile, il solo senso attivo e’ la vista, il corpo bloccato e gli occhi si muovono, proprio come quando si sogna, il bambino sta effettivamente sognando. Il problema e’ che nel sogno l’identificazione e’ altissima, in uno stato onirico si perde il contatto con la realta’, e cosi’ la televisione diventa realta’. Una realta’ pericolossisima, aggiungerei.
- La TV e’ dannosa anche quando fa da sottofondo. La TV accesa senza che il bambino la guardi attivamente non e’ come se fosse spenta, il solo fatto di avere la TV accesa come sottofondo fa calare la capacita’ di attenzione del bambino del 25%, il che ci riporta ai disturbi di attenzione menzionati sopra.
- Cio’ che da emozioni che non possono essere gestite crea dipendenza. Personalmente ho trovato questo punto interessantissimo. La dipendenza viene scatenata da fattori che non possono essere gestiti, rispetto ai quali si e’ assolutamente inermi e passivi, la televisione viene in effetti usufruita in modo passivo perche’ non c’e’ possibilita’ di relazionare, di influire cio’ che succede. E cosi’ scatta la dipendenza. Terribile, no?
- L’educazione estetica e’ importante. Altro punto su cui io avevo riflettuto ma di cui non avevo sentito parlare. E’ importante insegnare ai bambini ad apprezzare il bello, la poesia, ad avere sensibilita’ per il bello. Vogliamo mettere un cartone di Leo Lionni o Eric Carle contro uno della Disney? Poesia contro intrattenimento.
- La TV tarpa le ali alla fantasia. La fantasia si sviluppa creando delle immagini interiori, ma se le uniche immagini sono quelle gia’ belle e pronte che ci da la televisione ne consegue che i bambini non sanno usare la fantasia. E questo si vede dai loro disegni, che sono riproduzioni di immagini loro proposte, piuttosto che creazioni creative.
- Prima dei 7 anni non c’e’ apprendimento cognitivo, punto che in effetti avevamo gia’ toccato. I bambini piccoli non imparano da mezzi passivi ma dall’interazione con le persone, quindi non nutriamo aspettative in questo senso.
- Non c’e’ modo di dire quanta televisione vada bene. La raccomandazione e’ di guardarla il meno possibile, quando non c’e’ un’alternativa migliore ma senza colpevolizzarsi se servono 20 minuti di pace per preparare la cena.
- Scegliere i programmi consapevolmente e con cura. Non tutta la televisione e’ uguale. I programmi buoni si possono registrare o comprare su DVD.
- Siamo tutti diversi, e allora? Non dobbiamo preoccuparci che i bambini si sentano diversi se non vedono gli stessi cartoni degli altri, ma insegnare loro che essere diversi e’ OK, e’ normale, e’ una ricchezza e una forza. Che l’assurdo e’ pensare che si possa, o debba, essere tutti uguali. Questo e’ un punto importantissimo, anche e soprattutto per i bambini bilingui/biculturali che sono diversi in molti aspetti dagli altri bambini. Questo tema e’ stato sollevato anche da alcuni genitori che sono a loro volta cresciuti bilingui sentendosi diversi, quindi ci ritorneremo.
In conclusione, un po’ di televisione puo’ essere necessaria o inevitabile. Ma cerchiamo di limitarla al massimo e scegliamo i contenuti migliori, e non raccontiamoci che lo facciamo solo per aiutarli ad imparare la lingua minoritaria… Restando in tema contenuti, potete dare un’occhiata ai video che abbiamo selezionato nellle nostrePlaylists on Youtube, ci sono davvero dei piccoli, e grandi, capolavori.
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