Capita spesso che i genitori di bambini bilingui, che parlano italiano ed un’altra lingua, mi chiedano come introdurre anche l’Inglese nella vita del bambino e farlo diventare trilingue. La mia risposta, personalmente, e’ semplice: lasciate perdere (per il momento). Se l’inglese non fa parte delle lingue della famiglia, non credo valga la pena di introdurlo come terza lingua in tenera eta’, per svariati motivi che qui elenco:
- il trilinguismo e’ piu’ complesso del bilinguismo, e richiede molta costanza ed esposizione a tutte e tre le lingue, il che e’ difficile da garantire se una delle lingue non e’ parlata ne’ in famiglia ne’ nella societa’
- il bambino comunque imparera’ l’Inglese a suo tempo, infatti un bambino cresciuto bilingue sara’ poi molto facilitato nell’apprendere una terza (o quarta) lingua in seguito, vedete a questo proposito questo articolo: People who can speak two languages are more adept at learning a new foreign language than their monolingual counterparts
- la lingua d’origine e’ essenziale per una crescita armoniosa e serena del bambino, in contatto con la propria identita’ e la propria famiglia allargata, non credo sia opportuno sacrificare la lingua della famiglia in funzione di una lingua di uso pragmatico (l’ Inglese)
- evitate di crearvi stress e ansie da prestazione, infatti spesso e’ lo stesso genitore (la mamma…) che si propone di tramettere sia la propria lingua madre che l’Inglese al figlio, cio’ significa chiedere molto a se’ stesse, e se non ci si riesce capita di perdere fiducia e abbandonare il bilinguismo in toto
- meglio fare una cosa fatta bene, che due cose fatte cosi’ cosi’
- non sacrificare il bambino in nome dell’adulto che diventera’, questo e’ un tema di cui abbiamo gia’ parlato ma su cui torno volentieri, mettiamo sempre il bambino e le sue esigenze prima di tutto, se la famiglia non puo’ proporre una terza lingua naturalmente, ricorrere a corsi di lingue e similari puo’ essere una forzatura
Nadia says
Ciao,
trovo questo articolo molto interessante, credo che tutti i genitori che crescono i propri figli con più di una lingua non inglese si chiedano come fare con l’inglese. E il pensiero c’è di dire: “beh, visto che facciamo lo sforzo per la seconda, tanto vale fare lo sforzo anche per la terza lingua”. Purtroppo i motivi che tu elenchi sono ineccepibili e li condivido.
Mi dico però: va bene lasciamo perdere il trilinguismo e lasciamo pure perdere il trilinguismo passivo, ma se l’obiettivo fosse semplicemente una familiarizzazione con i suoni della lingua inglese?
Con Gioele (ha 20 mesi e in casa parliamo il francese)ad esempio facciamo degli sketch del tipo “give me five” e lui risponde “ooai” oppure “one two” … “ti” e lui si diverte un mondo. Io ogni tanto la sera guardo i cartoni animati in inglese di Rai educational (in realtà solo per pochi minuti) e li guarda anche Gioele, certo lo so benissimo che con questo non impara l’inglese, però secondo me è già tanto se associa anche la lingua inglese a qualcosa di divertente e che facciamo insieme e perché no, magari può familiarizzare anche con i suoni di questa lingua.
Ripeto non ho nessuna pretesa di vedere dei risultati, non ho ne il tempo ne le risorse per introdurre una nuova lingua nella quotidianità di Gioele, ma laddove sia possibile farlo anche se per pochissimo, credi che possa creare più danni che vantaggi?
Un’altra domanda che mi sono posta è l’uso di Hocus e Lotus in più di una lingua. Noi stamo usando il primo livello DVD di Hocus e Lotus con la lingua francese. Mi sono chiesta se potrebbe creare confusione usarlo (magari più avanti) anche per la lingua inglese, non come per il francese in maniera metodica, ma solo perché così inizia a passatemi la formula “fare l’orecchio” con l’inglese. Mi piacerbbe a questo proposito sentire anche il parere di altri genitori e in particolare di Sabine che conosce approfonditamente il progetto di Hocus& Locus.
Ciao e grazie
Nadia
L. says
Nadia,
la tua domanda e’ molto interessante e attuale. L’idea di familiarizzare i bambini con l’Inglese e’ molto in voga, ne abbiamo parlato anche nel post sui corsi di lingue, ma non so se abbia dei fondamenti scientifici. Per questo ho chiesto a Sabine Pirchio di aiutarci a rispondere alla tua domanda, quindi stai sintonizzata, c’e’ un altro Parere dell’Esperta in arrivo…
L.
Nuria says
ciao a tutti
siamo una famiglia meta spagnola e meta italiana ma viviamo a londra. nostra figlia grande (3 anni settimana scorsa) “parlicchia” tutte tre le lingue. tempo fa uno psicologo ci disse che avrebbe preferito quella che parla al nido, perche’ esiste questo fattore chiamato “peer pressure” molto importante per i bimbi: essere accettati dagli altri bambini e’ per loro fondamentale.
noi abbiamo verificato infatti che il suo interesse per l’inglese e’ enorme. ha capito che e’ il veicolo per poter giocare con gli altri e chiede spesso come si dica questa o quella parola “nella lingua che parlano gli altri bambini” (cosi lei chiama l’inglese). detto cio’ e’ vero che e’ un pochino indietro rispetto a un bambino bilingue di 3 anni (solo ora comincia ad usare frassi di piu’ di 3/4 parole) e a volte mi preoccupa che non impari mai nessuna delle 3 per bene, ma vivendo qui…cosa potremo fare? non credo ci sia una soluzione. di certo io ci tengo a insegnargli la mia lingua spagnola quanto mio marito l’italiano…quindi per ora e’ cosi’.
navarro says
Ciao a tutti,
anche la mia famiglia si trova in una situazione simele a quella di Nuria; io sono spagnolo, mia moglie italiana e abbiamo una figlia di 8 ani che parla bene le due lingue.
Prossimamente ci trasferiremo a Londra per motivi professionali, e sono un pó preocupato per l’inpatto che una terza lingua avrá su la bambina .
Vorrei sapere come fare per rendere questa difficile sfida il meno traumatica possibile… lezioni private, lasciar perdere finché arriviamo a londra, professori d’apoggio una volta arrivati???
Aiuto!!
L. says
@Navarro
Ciao,
tempo fa abbiamo ricevuto una domanda molto molto simile a cui ha risposto (in modo molto rassicurante) la Prof.ssa Sorace, vedi qui: http://bilinguepergioco.com/2009/06/15/il-bilinguismo-quando-la-famiglia-si-trasferisce-allestero/
Quindi ne dedurrei che anche per voi il consiglio e’ di non preoccuparvi e prendere le cose con naturalezza, comunicando voi stessi serenita’ alla bambina e facendole sembrare normale l’apprendimento della nuova lingua. Poi la vostra bambina essendo gia’ bilingue imparera’ una terza lingua con molta facilita’.
Piuttosto, avendo io stessa vissuto a Londra e avendo un’idea di quanto siano difficili le scelte scolastiche in loco, vi consiglierei, anche se probabilmente l’avete gia’ fatto, di pensare per bene a quale tipo di scuola (in generale) e a quale scuola in particolare mandare la bambina, tenendo presente che cio’ potrebbe condizionarvi anche nella scelta della residenza.
Scuola privata o pubblica (personalmente ho sentito celebrare i pro e i contro di entrambe)? Scuola inglese o scuola italiana? Scuola religiosa o laica? In citta’ o un po’ fuori? (sembrera’ incredibile, ma ho conosciuto Inglesi DOC decisamente well off che per principio sceglievano la scuola pubblica, ma si sono spostati fuori dal centro perche’ fuori le scuole sono migliori).
Avete gia’ sentito parlare delle graduatorie delle scuole? Il vostro datore di lavoro puo’ aiutarvi nella scelta?
In bocca al lupo! Londra e’ meravigliosa, ma richiede anche molte energie, soprattutto se si hanno bambini….
L.
eleonora says
ciao, sono una ragazza italiana e mio marito è finlandese e viviamo ad helsinki. tra di noi parliamo inglese e sto iniziando a preoccuparmi perchè ho paura che tre lingue per la nostra bambina siano troppe, anche perchè l’inlgese che parliamo tra di noi non è perfetto, (soprattutto l’accento di mio marito) ma non vorrei comunque escluderla dalla lingua che usiamo tra me e lui per comunicare, quindi non so se dedicarmi solo a due lingue ma non so quale delle tre escludere (ovviamente nn il finlandese perchè viviamo in finlandia).come potrei fare?
L. says
Eleonora,
quando le condizioni lo permettono, come sembra essere il vostro caso, e’ possibile crescere un bambino trilingue senza alcun problema, vedi anche intervento della Prof.ssa Sorace: http://bilinguepergioco.com/2009/05/27/lesperta-risponde-il-trilinguismo-causa-confusione-o-ritardi-nel-parlare/.
Possibile ma non indispensabile, se voi ritenete che vi sentireste piu’ a vostro agio con due lingue invece che tre non c’e’ ragione di forzarvi a mantenere 3 lingue nella famiglia. Anche a te pero’ darei lo stesso suggerimento dato nel post, non farti angosciare dall’idea che debba per forza imparare l’Inglese, lo imparera’ senza dubbio (nei paesi nordici poi l’Inglese lo si impara benissimo!). Quindi il mio consiglio sarebbe nel caso di mantenere le vostre lingue originarie, italiano e finlandese.
Ciao,
L.
Francesca says
Vorrei dare il mio contributo a questo interessantissimo tema di come introdurre l’inglese nella vita di un bambino già bilingue: questo è il caso dei miei figli, nati e cresciuti in Spagna da genitori italiani, frequentano dai tre anni una scuola pubblica spagnola, ma bilingue spagnolo-inglese. L’inglese, iniziato in forma di gioco alla scuola dell’infanzia, non ha mai costituito un problema per loro, il passare da una lingua all’altra è sempre stato per loro totalmente naturale, e con la stessa naturalità il maggiore che ora è in primaria ha accettato che alcune materie vengano impartite in inglese (science, music, arts) per un totale di 10 ore la settimana. A scuola le insegnanti tengono ben distinti i campi di utilizzo di inglese e spagnolo (le maestre che impartono le materie in inglese parlano con loro solo ed esclusivamente in inglese, anche durante la ricreazione, le altre solo in spagnolo) e i miei figli pretendono che anche al di fuori della scuola ogni lingua abbia il suo ambito: guai se parlo con loro in spagnolo, si arrabbiano! Tuttalpiù mi è permesso leggere qualche libro… Quel che cerco sempre è di evitare forzature, assecondare il loro interesse ma senza obbligare: mi arrabbio con mio marito che alle volte “impone” loro di vedere i cartoni preferiti in inglese piuttosto che in spagnolo o italiano… non voglio che vivano la terza lingua come un’imposizione . Ciò non toglie che mi sono armata di libri scolastici italiani perché di pari passo con la scrittura dell’italiano e dell’inglese sviluppino quella dell’italiano, la lingua più debole in questo contesto. Grazie per l’aiuto e gli spunti che questo pagina web offre a tutti noi genitori di bimbi bilingui.
Bilingue Per Gioco says
Francesca,
grazie a te!
L.