Al Momcamp ho parlato di Bilinguismo e di Bilingue Per Gioco, qui potete vedere il video.
Premetto che quella contro i miei capelli e’ una battaglia persa da tempo, che la mia voce stupisce anche me (un po’ impostata all’inizio ma forse era solo la tensione, secondo me dopo migliora, e quindi forse c’e’ speranza) e che tornassi indietro ridirei le stesse cose.
Silvia says
Ciao Letizia, ti faccio i miei complimenti per la presentazione. Condivido al 100% tutto quello che hai detto. Ti confermo, in particolare, che la mia difficoltà maggiore è proprio quella di trovare altri bambini bilingui. Se Verona ti ha dato delle difficoltà, credo che Ancona sia ancora peggio. Inoltre io non abito proprio in città, ma in un piccolo paese… doppiamente difficile!!! Pensa che l’unica bambina bilingue (italiano-inglese, come i miei) che conosciamo è la figlia di amici che conoscevamo ancora prima di avere figli. Sarebbe bellissimo se i nostri figli si frequentassero, ma ho riscontrato una certa resistenza da parte loro. A differenza di me, l’altra mamma è madrelingua inglese… Ho avuto come l’impressione che “snobbasse” il mio tentativo di crescere i miei figli bilingui essendo per me l’inglese una lingua “non-native” ma imparata a scuola. E’ ovvio che il livello del mio inglese è inferiore al suo, ma questo non vuol dire che il mio “progetto” di bilinguismo non avrà successo. Ovviamente in questo momento mio figlio (5 anni e mezzo) parla quasi sempre italiano perchè per lui è la lingua più forte e quella in cui riesce ad esprimersi più facilmente. Ma le poche volte che parla inglese è perfetto, specialmente la pronuncia.
Letizia, finchè posso continuerò a leggerti, risponderti e sostenerti. Spero, come ha suggerito quella mamma al MomCamp, che riuscirai ad ottenere dei finanziamenti, perchè il lavoro che stai facendo è veramente grande! A me capita, per lavoro, di visionare le Call o le proposte della Commissione Europea. Se trovo qualcosa te le dico immediatamente.
Silvia
claudia says
Anche io, mamma di tre maschietti, vorrei complimentarmi con te per la tua iniziativa e, penso di poter parlare anche a nome di altre mamme che stanno cercando di trasmettere l’amore per le lingue (nel mio caso l’inglese) ai loro figli, ringraziarti. Ho scoperto il tuo video per puro caso sul sito di “Mamme nella rete”, non ho mai partecipato a forum, blog, etc. anche per mancanza di tempo ma stavolta mi sono detta: questo è ciò che fa per me! Vorrei dire a Silvia di non scoraggiarsi, anche io non sono una native speaker, anche io ho pochi punti di riferimento madrelingua (nel mio caso fortunato si tratta di una famiglia disponibile nonchè della mia collega di lavoro) e ogni tanto mi sembra di vivere in una realtà (Fossano, cittadina di 25000 abitanti, atmosfera non certo da Portobello Road) che non mi aiuta….ma quando vedo i progressi linguistici del mio bimbo più piccolo, che ha appena compiuto due anni, o degli altri due, 4 e 6 anni, che capiscono ormai anche i discorsi più complessi, capisco che sto facendo la cosa giusta…So che ogni tanto ci si sente soli, ma non è così e me ne sono resa conto proprio trovando questo blog. Avere una buona/ottima padronanza dell’inglese non è come essere madrelingua, questo è un dato oggettivo, ma i risultati arrivano comunque. Costa solo un po’ più di fatica, questo sì! Personalmente, cerco di esporre i miei bambini alla lingua inglese anche leggendo libri di fiabe e guardando dvd e cartoni insieme a loro (su Sky ce ne sono di bellissimi, per varie fasce di età). Non mi faccio scoraggiare se i due più grandi producono poco in inglese e molto in italiano, è normale data la comunità in cui vivono, la keyword che tengo in mente quotidianamente è CONSISTENCY! A presto, Claudia
L. says
Claudia,
grazie mille di aver trovato il tempo per raccontare la tua storia. Per me uno dei risultati piu’ eclatanti di Bilingue Per Gioco e’ stato proprio scoprire che ci sono tanti genitori che insegnano una lingua ai propri bambini. Davvero non lo immaginavo, come credo non lo immaginassero molti dei lettori di Bilingue Per Gioco. Pensavamo di essere tutti da soli, e invece guarda un po’ quanti siamo!
L.
claudia says
…siamo tanti sì! Io avrei tante cose da raccontare sulla mia esperienza, ma non vorrei sembrare egocentrica! Vorrei più che altro trovare punti in comune con altri genitori che come me, pur non essendo madrelingua inglesi, hanno fatto questa scelta, ma cercherò di sintetizzare il più possibile per non fare addormentare nessuno.
Ho sempre amato l’inglese, ma quando è nato Riccardo, quasi sette anni fa, forse era ancora presto, e la scelta di parlargli in lingua è stata messa in standby. Mi limitavo a leggergli fiabe, a guardare insieme a lui qualche cartone o a cantargli filastrocche. Quando Riccardo aveva 23 mesi, è nato suo fratello Gianmarco, e quello era il momento giusto. Ormai Riccardo aveva una buona padronanza dell’italiano e così, anche grazie all’incoraggiamento di mio marito (è una scelta radicale, dietro alla quale ci devono essere consapevolezza e serenità!) abbiamo deciso di usare il metodo OPOL. Ho cercato di accompagnare Riccardo nel suo percorso di apprendimento, che è avvenuto in modo sorprendentemente rapido, e mentre parlavo al piccolo Gianmarco esclusivamente in inglese, per circa un annetto ho usato inglese ed italiano con Riccardo, traducevo, cercavo di rendere il tutto il più naturale possibile. Nel giro di poco, Riccardo ha imparato i nomi degli oggetti che lo circondavano, la sintassi, i suoni della nuova lingua…è sorprendente l’elasticità della mente dei bambini ed è un vero peccato che alla scuola primaria non si sfrutti abbastanza questa loro fertilità, ma questo è un altro discorso!
Nel giro di un anno, quindi, ho abbandonato del tutto l’italiano e venivo perfettamente capìta. Due anni fa è nato Davide, che ora parlotta che è un piacere. Potrei parlare dei progressi linguistici dei miei figli nei dettagli, ma mi sembra un po’ eccessivo. La situazioni linguistica in casa mia ora è questa: italiano tra me e mio marito; italiano tra lui e i bimbi; inglese io ai bimbi. E loro? vi chiederete!
Per il momento i due più grandi sono in una fase di bilinguismo più che altro passivo, producono per lo più in italiano ma comprendono tutto ciò che dico loro e gran parte di ciò che sentono alla TV o da parlanti madrelingua; ogni tanto si lanciano in qualche discorso inglese (e io volo a mezz’aria); spesso buttano lì vocaboli inglesi in frasi italiane (ma in modo consapevole, è buffo ma hanno interiorizzato così bene certi termini inglesi che per loro restano più efficaci del traducente italiano!!). Io continuo a bombardarli in inglese in ogni situazione dentro e fuori casa (sia chiaro che non li forzo a produrre, ho provato la “linea dura” ma la trovo controproducente) e andiamo avanti così, loro crescono, io mi tengo aggiornata, il papà ormai ha quasi imparato la lingua senza accorgersene (!) e io mi sento di aver fatto la scelta più stimolante e entusiasmante della mia vita, che ci accompagnerà spero per sempre.
Continuo a imbattermi in persone che, non appena vedono la scelta che ho fatto, restano perplesse.
Per questi io:
A) sto facendo qualcosa di totalmente inutile, …siamo italiani…
B) sto sadicamente complicando la vita ai miei figli
C) entrambe le cose insieme
Ma io vado avanti perchè so che tante altre famiglie vivono quest’esperienza e rifarebbero le stesse scelte che ho fatto io! A volte dobbiamo solo farci un po’ di coraggio gli uni con gli altri perchè voi sapete che non è facile ed è un vero dispendio di energie mentali. Grazie e a presto, Claudia
SaRaksha says
Bello il video, l’ho trovato solo adesso, questo blog è talmente pieno di materiale!
Bilingue Per Gioco says
SaRaksha,
questo commento casca proprio a fagiolo. Vorrei fare degli altri video ma non trovo il coraggio, continuo a posticipare, domani, no domani… Anche oggi avrei dovuto, e invece tra poco A. si sveglia e anche oggi e’ andata…
Pero’ magari se quello che leggete vi piace, per favore fatelo girare, mettete in moto il passaparola, cosi’ io mi ringalluzzisco e magari riesco anche a superare le mie inibizioni… Grazie mille!
L.