Alla base di molti pregiudizi ed equivoci sul bilinguismo c’è l’incompresione di cosa siano davvero il Bilinguismo Bilanciato e il Bilinguismo Passivo. Abbiamo dato una breve definizione dei diversi tipi di bilinguismo qui, ma ora vediamo in dettaglio questi due fenomeni così importanti ma dai destini opposti, raro e sopravvalutato l’uno e frequente e sottovalutato l’altro.
Bilinguismo Bilanciato
Il bilinguismo bilanciato sembra corrispondere alla definizione “intuitiva” di bilinguismo, cioè “E’ bilingue bilanciato chi parla, legge, scrive e capisce due lingue come un monolingue”.
Eppure anche in questo caso questa definizione è errata e fuorviante. Ogni persona acquisisce il linguaggio in base agli stimoli e alle necessità a cui viene esposta.
Quindi il bambino bilingue che fa una scuola bilingue inglese francese e fa, per esempio, Storia in Inglese e Matematica in Francese, avra’ padronanza del lessico della Storia solo in Inglese e quello della Matematica solo in Francese.
Oppure la donna che parla Tedesco al lavoro ma Italiano con i suoi bambini mancherà delle parole attinenti al lavoro in Italiano e di quelle attinenti al mondo dei bambini in Tedesco.
Quindi anche un Bilingue Bilanciato può sì esprimersi correntemente, leggere e scrivere in entrambe le lingue, ma molto spesso non gli è indifferente quale lingua usare in ogni contesto, perchè certe aree o esperienze saranno collegate ad una lingua specifica.
Bilinguismo Passivo
Questa forma di Bilinguismo viene troppo spesso snobbata. Il bambino che non parla attivamente una lingua non “d soddisfazione”, e spesso per chi lo circonda è come se non sapesse la lingua.
Ma non è così!
Il bambino o l’adulto che capisce perfettamente una lingua ma non la parla fa una considerazione estremamente razionale ed economica: “io capisco quello che mi viene detto, ma sarò capito meglio se rispondo nella lingua che parlo meglio”.
Se le circostanze della vita dovessero portare questa persona ad avere la necessità di parlare la seconda lingua, per esempio perchè vive in un paese in cui la sua prima lingua non viene capita, in pochissimo tempo la lingua inizialmente passiva si attiverebbe, e ci si renderebbe conto del fatto che era già tutto lì, nella sua testa, in attesa di un motivo per uscire…
Francesco says
Noi abbiamo 4 lingue in famiglia. E stiamo vedendo come nostra figlia di 2 anni e 8 mesi apprende.
Io sono italiano mia moglie russa e per comunicare tra di noi abbiamo usato sempre l’inglese, viviamo in Svezia e il calcolo delle 4 lingue è fatto. Effettivamente non parliamo bene tutti tutte le lingue.
Nostra figlia ha iniziato a dire “da” si in russo e no in Italiano poi ha iniziato a parlare svedese perchè andava all’asilo, poi Italiano nelle vacanze in italia, poi in russia ha iniziato a parlare russo ma poco perchè solo 3 settimane. Ora siamo ritornati a casa in Svezia sembra che la sua lingua principale sia Italiano ma all’asilo dicono che inizia a parlare Svedese. Comunque sembra che parli con noi principalmente italiano con ignezione di altre lingue. Mentre capisce tutte le lingue. Quando si arrabbia No e non voglio lo dice in Svedese come se fosse la più naturale.
Un pò di confusione linguistica. Molti ci dicono beata lei che parlerà 3 lingue. Io spero che ne parli almeno una bene.
Francesco
L. says
Francesco,
tranquillizzati, da quanto mi racconti pare che vada tutto benissimo. Non credo esista nessun rischio, la bambina e’ ancora piccola, datele tempo e vedrete che parlera’ bene piu’ di una lingua!
L.
pasquale says
Ciao,sto pensando di iscrivere mio figlio di 16 mesi ad un’asilo “bilingue”nel quale dalle otto del mattino fino alle 17 del pomeriggio,due maestre,una italiana,l’altra madrelingua inglese seguono i bambini parlando loro sempre nella prppria lingua madre. La cosa mi è sembrata interessante per l’apprendimento della lingua,loro tuttavia chiudono tre mesi l’anno e mi domandavo se una sosta cosi lunga non rischia di rendere vano o quasi il lavoro ;anche in considerazione del fatto che a casa ne io ne sua madre potremmo parlargli in inglese.
grazie ,saluti
alessandra says
Ciao Letizia, sono mamma di due bambini di 7 e 18 mesi. Leggo sempre il tuo blog e lo trovo davvero utile e molto informativo! Io sono figlia di madre inglese e papà italiano e da sempre sia io che mia sorella parliamo entrambe le lingue anche se sicuramente l’italiano,, vivendo appunto a Palermo, è la lingua predominante! Con i miei due figli cerco sempre di parlare in inglese in maniera quasi costante, ma purtroppo non è sempre così facile! Mattia (7 anni) capisce tutto ciò che gli dico ma non è andato mai oltre cioè non mi ha mai risposto in inglese…sino a questa estate! Per motivi di lavoro mio marito si è trasferito a Dhoa da gennaio scorso e noi lo abbiamo raggiunto lo scorso giugno; ebbene lì Mattia mi ha proprio sbalordito ha iniziato a parlare in inglese lanciandosi anche con gli estranei nei ristoranti ai supermarket, insomma era quello che tu hai definito un bilingue passivo! L’inglese lo aveva già tutto in testa ed essendo in una città dove le lingue parlate sono Arabo ma sopratutto Inglese ha trovato lo stimolo giusto per “buttarlo fuori”!! Adesso purtroppo siamo rientrati a Palermo ed ho paura che Mattia possa fare passi indietro! come posso stimolarlo? Grazie
Serghey says
Ciao a tutti! Anch’io con mia moglie dalla nascità del figlio abbiamo iniziato a parlare a casa con il nostro figlio solo il russo,visto che siamo tutti due madrelingua.Iniziando ad andare a ludoteca e poi al asilo abbiamo notato che lui tende ad apprendere l’italiano piu lentamente dei suoi coetanei.Ora ha quasi 4 anni e capisce benissimo sia l’italiano e il russo a uguale livello.E’ uno sforzo grandissimo che si fà da genitori, cercando di non intromettere in casa parole “straniere” =), perchè gia gli bastano al asilo.Parla meglio il russo che italiano, e la maestra è un’ po perplessa e preoccupata per il fatto che non è mai capitato di insegnare ad un’ bambino che a casa parla solo un’ altra lingua.Trova difficoltà a capire se mio figlio sta imparando oppure ripete le ultime parole che lei dice.E’ preoccupata e chiede di cambiare il metodo di “parlarli” a casa, che in’ un’ primo momento ci abbiamo pensato : ok, parlo io italiano e tu il russo, ma dopo un’ giorno ci abbiamo ripensato.Non dobbiamo mai sottovalutare i bambini, loro sono spugne che assorbono tutte le informazioni inconsciamente e quando le “sparano” a noi sembrano dei piccoli “geni” e noi sappiamo che per ogni genitore il proprio figlio è un’ genio.
Direi che bisogna solo avere determinazione e credere nel obbiettivo finale,dopotutto molti di noi abbiamo alle spalle l’esperienza di essere stati bambini in una famiglia bilingue e sappiamo che ce l’abiamo fatto.