Non esiste un metodo per il bilinguismo che vada bene per tutti, ogni famiglia ha il proprio metodo e anzi ogni famiglia dovrebbe trovare il proprio metodo. Questo pero’ non vuol dire che si puo’ continuare a cambiare metodo. Al contrario uno degli elementi cruciali per la riuscita del bilinguismo e’ proprio la coerenza, il fatto di agire sempre allo stesso modo in circostanze simili. Ecco perche’:
- I bambini amano la routine. Come genitori sappiamo bene che questo vale un po’ per tutte le cose. I bambini si sentono piu’ a loro agio all’interno di una routine, perche’ da’ loro delle certezze e dei punti di riferimento che li fanno sentire piu’ sicuri, almeno un po’ in controllo in un mondo che invece proprio non controllano e che ogni giorno offre loro mille cose nuove. Asili nidi e scuole sono tutti costruiti attorno ad una routine, ci sono le routine per andare a letto, quelle per mangiare e quelle per lavarsi i denti. Per lo stesso motivo e’ importante avere anche una routine linguistica.
- La routine permette al bambino di sapere cosa aspettarsi. A chiunque parli piu’ di una lingua sara’ successo almeno una volta di sentirsi rivolgere a bruciapelo una richiesta in una lingua diversa da quella in cui stavano parlando in quel preciso momento e di ritrovarsi un po’ confusi. Forse per i bambini bilingui non e’ esattamente la stessa cosa, perche’ il cervello di un bilingue precoce funziona in modo radicalmente diverso da quello di un bilingue tardivo. Certo e’ pero’ che passando da una lingua all’altra al bambino viene chiesto costantemente lo sforzo di cambiare registro, il che non aiuta a semplificare le cose.
- La routine permette al bambino di adattarsi alla situazione linguistica in maniera preventiva. Se so che con la mamma si parla sempre Inglese quando parlo con la mamma mi metto nell’ordine di idee di ascoltare, e parlare Inglese. Che non e’ la stessa cosa che aspettare e vedere che succede.
- Dare il buon esempio. E’ difficile aspettarsi che un bambino parli due lingue senza mescolarle se i genitori passano continuamente da una lingua all’altra. Se lo fa la mamma non puo’ essere sbagliato. O no? Il buon esempio, per la lingua come per qualsiasi altra cosa, vale piu’ di mille discorsi.
- La quantita’ di tempo dedicata ad ogni lingua conta. Molti fattori influiscono l’apprendimento di una lingua, e tra questi un fattore importante e’ la quantita’ di tempo dell’esposizione alla seconda lingua. Insomma non e’ la stessa cosa sentire parlare una lingua minoritara, 1, 5, 1o o 20 ore alla settimana, e a parita’ di altri fattori piu’ si e’ esposti piu’ si impara. Pero’ in ambiente domestico e’ molto difficile fare una valutazione della quantita’ di tempo dedicata a ogni lingua, ed e’ praticamente impossibile se non si segue una routine precisa. La routine aiuta a pianificare e misurare e questo singolo fatto pupo’ avere un grande impatto.
BILINGUISMO IN AZIONE
Riesci a descrivere la routine linguistica della tua famiglia? Quanta e’ l’esposizione ad ogni lingua ogni giorno della settimana? E’ abbastabza costante da settimana a settimana? Prova a fare una schema giornaliero.
Se non ci riesci forse e’ perche’ la vostra routine e’ troppo variabile, in questo caso prova a pianificare un po’. Senza pretendere di cambiare tutto dall’oggi al domani cerca di individuare dei momenti fissi dedicati sempre e comunque alla seconda lingua.
Immagine da A Journey Round My Skull
Manuela says
Ciao!Sono Manuela,mamma di Viola 15 mesi.Grazie per il tuo sito!Ti ho trovata tramite” La casa nella prateria” e ne sono entusiasta!Sono tornata in Italia da quando è nata la nostra bambina,anzi un paio di mesi prima,dunque circa 17 mesi fa,dopo 5 anni passati in Inghilterra e mi sono posta il problema di crescerla bilingue o meno da prima che nascesse.Poi ,complice l’avere altre cose su cui concentrarsi ed il tempo che è volato,tutti qua a casa parliamo con Viola in Italiano.Leggendo i tuoi articoli mi sono illuminata ed ho capito che posso ancora recuperare il tempo perso!La mia è però una situazione particolare:abitiamo con mia suocera che parla solo Italiano e lei non è presente solo al mattino,mentre il mio compagno lavora in parte da casa e in parte fuori,non ha degli orari prestabiliti(ed il suo Inglese non è così spontaneo!Non lo ama diciamo!).Mi torna un pò difficile creare una routine con Viola in quanto non siamo quasi mai completamente sole.Ho provato a parlarle solo in Inglese quando siamo in sala a giocare da sole (lei non ha ancora una cameretta tutta sua purtroppo,quindi la sala è diventata una specie di stanza dei balocchi!),ma se poi la nonna( o il papà) viene farci compagnia ovviamente devo tornare a parlare Italiano!Ho il presentimento che questa situazione possa creare della confusione…il fatto è che vorrei parlare alla bimba in Inglese tutti i giorni almeno un po’ e la sala è la zona dove passiamo più tempo.Allo stesso tempo le ho sempre parlato in Itliano fino ad ora quindi passare a one person one language sarebbe troppo drastico.C’è di positivo che io non lavoro quindi sono sempre con la piccola,ciò nonostante non riesco a trovare un altro metodo…cosa ne pensi?Inoltre volevo chiederti un’altra cosa:il papà parla lo Spagnolo molto molto bene,potrebbe essere un’idea quella di introdurlo quando sarà più grandina?Vorrei trasmettere queste nostre “ricchezze” a Viola,so che la strada è lunga e tortuosa,ma non farlo mi fa sentire una mamma menefreghista!Immagino che ti scrivano in molti quindi non mi aspetto una risposta tempestiva,nel frattempo ti ringrazio anticipatamente e colgo l’occasione per augurarti un 2011 ricco di emozioni positive!
Ciao!
milanese says
Ho ritrovato questo post per caso e mi permetto di riesumarlo.
Qui, quasi 6 anni, la routine prevede la maggior parte dei libri letti da me in inglese, quasi ogni giorno, cartoni e pc in inglese (scelti ad hoc in modo che lei possa seguirli), babysitter 1 v a settimana dopo scuola, city camp d’estate.
Dall’anno scorso a quest’anno il salto è stato incredibile! dal capire a stento libri pensati per toddler a seguire Libri per 3-6 enni (tipo i Mr Men) e cartoni come Dora the explorer.
Io continuo così e vedo che l’inglese sta diventando “normale” per lei. Non si è fatta problemi a interagire in inglese con il nonno di un’amichetta che non parla italiano, la cosa mi ha stupito… è come se per lei fosse naturale provar el’inglese se qualcuno non capisce italiano.
L’anno scorso ho provato la au-pair, ma non fa per noi (non abbiamo spazi adeguati); quest’anno volevo provare a stare a Londra a luglio … vediamo come va