Finalmente cominciamo a parlare anche dei genitori non madrelingua che vogliono insegnare una lingua straniera ai figli fin dall’infanzia. Per marcare l’inizio di questo nuovo tema ho preparato tre interventi che andranno a toccare le domande fondamentali:
- Si puo’ crescere un bambino bilingue pur non essendo madrelingua?
- Come faccio a capire se sono pronto per aiutare mio figlio ad imparare una lingua straniera?
- Da dove devo cominciare per insegnare una lingua straniera a mio figlio ?
Anche questa forma di bilinguismo, come tutte le altre forme, richiede impegno e motivazione da parte dei genitori, quindi continueremo a parlarne nel tempo e ad approfondire l’argomento. Vi anticipo gia’ che sto raccogliendo idee, spunti di riflessioni e esperienze vissute (le vostre) in un e-Book che spero sara’ pronto tra non molto. Nel frattempo continuate a mandarvi le vostre domande e riflessioni. Finora nessuno ha mai veramente affrontato questo tema, e’ ora di parlarne e cercare insieme delle risposte.
L’obiettivo di Bilingue Per Gioco e’ aiutare i genitori a creare le condizioni ottimali per se’ e per i propri figli per l’apprendimento della lingua, capire quale metodo e’ piu’ adatto alla famiglia, aiutarli a superare dubbi e incertezze. Soprattutto aiutarli a capire che insegnare una lingua straniera ai bambini e’ possibile e anche divertente, ma va fatto nel pieno rispetto delle esigenze e della sensibilita’ del bambino. Come sempre Bilingue Per Gioco mette la serenita’ del bambino e la stabilita’ della relazione genitore-bambino al primo posto, ricordando che il bilinguismo e’ un dono straordinario, ma sempre secondario alla necessita’ primaria di una crescita armoniosa e serena.
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Immagine da A Journey Round My Skull
Valasta says
Ciao,
sono mamma di una bimba di tre anni V. e di un bimbo di sette mesi C.; quando V. aveva un anno e mezzo, seguendo i suggerimenti di Bilingue per gioco ho iniziato a parlarle in inglese, ma dopo solo due giorni ho capito che non potevo continuare, non sono madrelingua e conosco l’inglese solo grazie ad una esperienza erasmus di sei mesi, insomma non mi veniva naturale. Ho comprato dei libri in inglese da Amazon, soprattutto Di Eric Carle che V. ha subito adorato, ma ben presto ha iniziato a chiedermi di leggere in italiano, io allora leggevo in inglese e poi in italiano, ma ovviamente questo metodo non funzionava. I dvd dei cartoni li guardiamo in inglese, lei non protesta, ma so benissimo che non si può imparare niente da uno stimolo passivo come la TV. Da marzo stiamo ospitando una ragazza alla pari inglese che è molto carino con i bimbi, ma V., anche a causa del periodo di scombussolamento seguito alla nascita del fratellino, non accetta volentieri gli stimoli linguistici che lei le propone sotto forma di gioco. Abbiamo provato a cucinare in lingua, a giocare con le flash cards con il pretesto che la tata deve imparare l’italiano, a leggere i libri in inglese e così via. Io con l’au-pair parlo sempre in inglese, ma lei, nonostante le abbia chiesto di non farlo, ha iniziato a rivolgersi alla bambina in italiano seppur con le poche parole che sa, anche per il desiderio di farsi accettare da lei. Ora non so cosa fare, se insistere perchè le parli sempre in inglese o assecondare il desiderio della ragazza di una più facile comunicazione con la bambina. Comunque rileggendo in questi giorni il tuo e-book, ho capito che devo trovare un metodo mio per far passare la lingua, inserendo le varie attività in una routine quotidiana. Avrei pensato di fare così:
-per un’ora al giorno, insieme all’au-pair svolgere alcune delle seguenti attività: leggere, giocare con il pupazzo di peppa pig parlando in inglese, giocare con le flash cards, cucinare, cantare, rivolgendomi ai bambini sempre in inglese. Cosa posso fare però se V. oppone resistenza? Grazie per il tuo aiuto. Ciao Valeria
Mamma Avvocato says
Mio marito è nato e cresciuto in Valle d’Aosta, ha studiato il francese molto bene a scuola, legge spesso in francese e i suoi genitori gli hanno insegnato la lingua in casa, ma facendo molta confusione.
Quando è nato nostro figlio, ora di 14 mesi, abbiamo deciso che lui gli avrebbe sempre parlato in francese, in privato ed in pubblico ed io in italiano (anche perchè il mio livello non è sufficiente, anzi), così da non creare confusione nelle lingue. Per ora lo fa e gli legge anche le favole in francese (aiutato dalle biblioteche pubbliche, in Valle rigorosamente biligue) e il bambino capisce tutto. Temiamo, però, che sentire parlare francese solo la sera e nel weekend da un solo genitore sia troppo poco.
secondo voi, trascorrere dei periodi di vacanza in Francia, anche se solo una o due settimane ogni tanto, può aiutare?
Pretendere che il bambino parli in francese con il padre (quando sarà in grado, ovvio) o lasciare che scelga liberamente?
Aiuto cercasi!