Rispondo a Patrizia che racconta il suo approccio nel proporre l’Inglese a suo figlio di 2 anni e chiede un parere.
Ciao,
Esordisco dicendo che il tuo blog /newsletter è decisamente inspirational. Mi ha offerto molti spunti di riflessione e soprattutto mi fa piacere condividere le esperienze di altre madri alle prese con il bilinguismo. trovo molto interessanti anche i suggerimenti su filastrocche e libri sconosciuti in Italia.
La mia esperienza in realtà è di mamma perfettamente italiana, ma con una passione smodata per l’inglese, che parlo in maniera abbastanza fluente. Ho un bimbo di due anni e mezzo e come prima esperienza sono un pò timida e titubante (non come altre mamme che s’impongono comunque di parlare solo una lingua), in quanto, nonostante gli ottimi propositi di rivolgermi a lui in lingua, spesso subentra la stanchezza (da lavoro) che mi porta a privilegiare l’italiano, anche perchè vedo il suo faccino a “punto interrogativo” e mi blocco.
Le mie strategie per farlo familiarizzare con l’inglese sono state sin dalla nascita le seguenti: proporgli filastrocche e film in inglese (snowhite, the aristocats, the jungle book, the incredibles….), da guardare e commentare insieme, parlargli di tanto in tanto (e questo penso sia il limite) in inglese. Finora i risultati sono che ha un piccolo vocabolario di parole che, se stimolato ripete (sun, moon, stars, apple, teeth, good morning, good night, kiss, numbers 1-10). Ogni qual volta ripete una di queste parole in italiano gli dico: “and in English”? Quando giochiamo spesso gli ripeto le parole in inglese e anche quando parliamo. Finora le uniche parole che gli vengono spontaneamente sono moon e teeth e quando lo saluto la mattina mi risponde good morning. Inoltre, vista la dose massiccia di nursery rhymes di tanto in tanto comincia a canticchiare (1 2 3 4 5 once I caught a fish alive,ma si limita ai numeri – e poi see saw sacaradown….e io lo incoraggio). Canta infine la canzone dei 7 nani nella miniera “we dig dig dig…… “
Oggi pomeriggio guardavamo la Pimpa (in italiano) però ogni volta che leonardo ripeteva una parola in italiano gliela ripetevo in inglese. “mamma guada i mae (il mare)” ” oh, yes the sea” e lui ripeteva dopo di me. Oppure “vai da papà e chiedigli–(con lui con il pane in mano) –daddy bread please”. Un’altra cosa incredibile, ancora oggi: “leo please, swtich the light off” e senza bisogno di reinforcement lui è andato e l’ha spenta, io gli avevo solo indicato la luce! Resto davvero sorpresa.
Insomma sono piccoli mattoncini e sono convinta che stiano comunque producendo i loro frutti.
Lui sa che la mamma gli parla in un’altra lingua di tanto in tanto e percepisco che lui per compiacermi, perchè sa che mi rende felice, ripete quello che gli propongo.
Non so se sia la strategia giusta, ma è quanto sto provando a fare. Penso, e questo potrai confermarmelo tu, che dovrei provare a superare un pò di pigrizia personale e timore che non mi capisca e lanciarmi definitivamente solo in inglese.
un caro saluto
patrizia
Patrizia,
Intanto complimenti, mi sembra che tuo figlio capisca gia’ molto e si possa definire bilingue a tutti gli effetti. Sei molto motivata e stai trovando la tua strada e questa e’ un’ottima cosa. Il mio invito e’ a non fare cambiamenti drastici, soprattutto non voglio assolutamente passare l’idea che la mamma che parla sempre la seconda lingua ai figli sia piu’ “brava” delle altre, ne’ tantomeno che crescere un bambino bilingue significhi parlargli solo nella seconda lingua. Sarei piena di sensi di colpa se il mio messaggio venisse recepito in questo modo quindi ci tengo a precisarlo.
I bambini hanno bisogno primariamente di genitori presenti con cui instaurare un buon rapporto basato sulla comunicazione. Se poi i genitori riescono anche a proporre loro una seconda lingua senza turbare questo rapporto ma facendo leva sugli interessi e le curiosita’ del bambino e’ molto meglio. Questa cosa e’ proprio fondamentale. Il fatto che io abbia deciso di parlare in Inglese a mio figlio e’ una conseguenza di tante mie scelte di vita, non vuole essere un esempio o un modello per gli altri, o meglio diciamo che l’esempio e’ “Come io ho trovato il mio metodo anche voi potete trovare il vostro!”
Quindi da questo punto di vista ti incoraggio a proseguire cosi’. Al limite un miglioramento potrebbe essere rendere l’esposizione all’Inglese meno casuale e piu’ sistematica. Invece di tirargli fuori espressioni e parole inglesi fuori contesto potresti stabilire, delle regole, o dei ritmi, degli orari o dei momenti della giornata dedicati all’Inglese. La prevedibilita’ aiuta molto.
Un altra frase che hai scritto mi ha fatto pensare un po’. Dici, molto lucidamente, che tuo figlio gioca a parlare inglese per farti contenta. Succede spesso cosi’, ma questo e’ un meccanismo che sarebbe meglio disinnescare. Sarebbe molto meglio se tuo figlio parlasse Inglese perche’ piace a lui, o meglio, perche’ gli piacciono le attivita’ che associa all’Inglese. Per esempio perche’ si affeziona molto ai cartoni e ai libri in Inglese, addirittura invece di guardare i cartoni in due lingue potrebbe guardarli solo in Inglese, idem per le canzoni o altre attivita’ che puoi facilmente associare alla lingua. Se la motivazione gli nasce da dentro sara’ molto piu’ potente e duratura, vedi a questo proposito come motivare in maniera efficace e pro e contro della lode.
Puo’ aiutare anche trovare dei momenti fissi nella giornata dedicati all’inglese. Non devono essere molto lunghi, anche 20 minuti bastano, pero’ quanto piu’ sono sistematici e prevedibili meglio e’, vedi sull’importanza della routine per la seconda lingua.
Infine un ultimo commento. I genitori sottovalutano SEMPRE la capacita’ di comprensione dei figli, anche quando i genitori sono esperti che ne so’ di linguistica e apprendimento delle lingue. E’ inevitabile, e forse e’ un bene, perche’ cio’ ci regala tante gioie! Quindi pensa un po’, se tu gia’ pensi che tu figlio capisca abbastanza l’Inglese, chissa’ quanto ne capisce invece.
Continua cosi’, e ricorda sempre che i risultati si vedono nel tempo!
Ciao,
L.
Immagine da A Journey Round My Skull
alessandra says
Bravissima! Anch’io faccio lo steso con i miei due bimbi di 1,5 e 3 anni e sono soddisfattissima dei risultati.
Tu di dove 6? io di Bologna. Si riesce ad organizzare un playgroup anche a Bologna? dò la mia completa disponibilità per qualsiasi necessità.
simona says
Grazie per i preziosi suggerimenti, ti avevo scritto qualche tempo fa e ho seguito i tuoi consigli che si sono dimostrati utilissimi. Questa sezione per genitori non madrelingua mi da grande energia e fiducia! Grazie ancora
Silvia says
Grazie per i consigli preziosissimi che ho trovato in questo post e in tutto il tuo blog (mi sono talmente appassionata che ho appena ordinato 8 libri consigliati da te!). Sono 2 mesi che anche io ho iniziato a parlare inglese con filastrocche e libricini con figure carine con la mia bimba di 21 mesi e devo dire che sta funzionando esattamente come dice sia Patrizia che L.
E anche dopo un viaggio di un mese in Cile (per il mio lavoro) devo dire che la mia bimba ha iniziato a parlare spagnolo senza che noi le dicessimo nulla.. solo per “copiare” mamma e papa’!
Sono fantastici questi bimbi, hanno delle potenzialita’ che neache ci immaginiamo… quindi giochiamo con loro il piu possibile con le lingue senza paure! 🙂
Ancora grazie per tutto quello che stai facendo per noi mamme e papa’ appassionati delle lingue fin da piccoli!
ciao!
Silvia (da Roma, ci siamo viste al Melograno all’incontro introduttivo!)
Milanese says
vero, non possiamo sapere quanto capiscono veramente.
però, personalmente, so che mia figlia di 4 anni non capirebbe tutto se le parlassi, ora improvvisamente, solo in inglese.
ne sa un po’ (4 anni di drop!).
mediare tipo dicendo una frase in inglese e subito in italiano potrebbe essere un iniziale compromesso?
non tutto tutto, ma frasi semplici e ricorrenti e corte.
la mia amica finlandese parla solo la sua lingua con le bimbe di 3 e 4 anni anche davanti a noi; se però quello che dice coinvolge mia figlia, ripete sommariamente in italiano per mia figlia. Lei dice che non è così faticoso…
ha un senso?
Arianna says
Ciao! Questa è la nostra storia, famiglia italiana che sta crescendo due bimbe bi(e forse tri?!)lingue
http://bilinguepergioco.com/2011/09/28/quando-tua-figlia-sceglie-il-metodo/
credo se ne possano trarre vari spunti…
un grosso in bocca al lupo,
Arianna
ANNA LISA says
Ciao a tutte! CHe bello sapere che non sono la sola. Ho un bimbo di 21 mesi e un altro in arrivo per aprile. Si chiama Leonardo e da quando ha otto mesi gli parlo SOLO inglese, mentre il papà che non lo sa parla con lui italiano e ovviamente anche i nonni e i cuginetti vivendo in Italia gli parlano nella loro lingua. L’italiano lo sente quindi da più fonti, mentre io parlo esclusivamente in inglese con lui. Mi sono fornita di cartoni animati, a volte glis tessi che guarda in italiano, anche in inglese (Peppa Pig, e molti della Baby tv di Sky). I risultati sonoottimi, tanto che a volte comprende più l’inglese dell’italiano. Il suo vocabolario è molto limitato per ora( mamma, papà, nonna, nonno, uce(luce) e ball!!). La pediatra mi ha spiegato che è normale che parli un po’ in ritardo rispetto alla norma ma si ritroverà senza dubbio un vantaggio. Ho intenzione poi di affiancare anche la scrittura in parallelo alla scuola quando la comincerà. Spero che i risultati siano buoni anche crescendo