Martina Ozbic e’ logopedista, audiopedagogista (pedagogista per persone sorde) e pedagogista speciale (disabilita’ fisiche, psichiche, motorie). Martina e’ cresciuta bilingue ed e’ mamma di 3 bambini bilingui. Questo e’ il secondo di quattro interventi in cui risponde alle nostre domande su se, come e quando i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento di uno specialista. Per una breve biografia di Martina si veda in fondo*.
Martina, i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento del logopedista piu’ frequentemente dei bambini “normali”?
Certe volte si, ma non per il fatto di essere bilingui. Il bilinguismo e’ positivo. Il problema e’ che il bilinguismo intensifica tutti i problemi linguistici e comunicativi; ci sono due sistemi linguistici da imparare, da capire e da usare; molte volte i bambini hanno due semi-lingue, dovute a interferenze , assimilazione, pressione politica o semplicemente perche’ le persone che stanno loro attorno non conoscono bene una lingua.
Prevalentemente i bambini bilingui hanno bisogno della terapia nella prima lingua, quella materna, non nella lingua dello Stato (in questo caso l’italiano). Parlando di minoranze, le comunita’ linguistiche dovrebbero avere almeno un(a) logopedista, per far fronte a problemi comunicativi. Prevalentemente, parlando di immigrati, la logopedia si fa in italiano. Non e’ possibile garantire professionisti per ogni singola lingua. E’ dovere del professionista informarsi sulla lingua del paziente.
Se parliamo di disturbi linguistici, i problemi come difficolta’ di memoria verbale, coscienza fonologica sono comuni ad entrambe le lingue; rare volte i disturbi sono selettivi. Percio’ piuttosto di non fare logopedia, la si fa nella lingua maggioritaria. Certo che in una famiglia dove i genitori non sono buoni modelli linguistici – comunicativi, il lavoro del logopedista e’ piu’ difficile.
Il bilinguismo aiuta o nuoce al bambino nello sviluppo linguistico?
Il bambino deve processare due lingue, il che’ dal punto di vista cognitivo e’ uno sforzo in piu’, ma d’altro canto vuol dire che ha una risorsa in piu’ per far fronte a problemi linguistici (coniugazione, lessico…). E’ stato riscontrato in ricerche scientifiche, che i bambini con sviluppo linguistico tradivo bilingui fanno meno errori che bambini monolingui. Percio’ il bilinguismo (multilinguismo)e’ una risorsa in piu’.
Che tipo di disturbi del linguaggio si verificano piu’ spesso tra i bambini bilingui?
Prevalentemente sono tardivi nello sviluppo linguistico. Bisogna tener conto che il cervello deve elaborare piu’ informazioni, piu’ regole linguistiche, paralinguistiche e comunicative, anche a livello di cultura comunicativa.
Si tratta di diversi suoni, parole, sintassi (regole) e significati (semantica). In piu’ devono sviluppare le funzioni di traduzione, di “switching” tra lingue, far fronte al “mixing” etc.
Se un bambino bilingue o trilingue non parla, o parla male, spesso i genitori si preoccupano e/o si colpevolizzano. Si va da un estremo all’altro, da “Ecco vedi, 3 lingue sono troppe e ora il bambino e’ confuso”, a “ Non c’e’ nessun problema, si sistemera’ da se’ (anche se invece il bambino ha dei problemi e ha bisogno di supporto)”.
I genitori dovrebbero far veder il bambino ad uno/a specialista. Bilingue anche lui/lei, si capisce. La valutazione deve essere fatta in ambedue le lingue. Se cio’ non e’ possibile, la/il specialista deve almeno informarsi sulla natura della lingua (linguistica).
Come si fa a sapere se e quando un bambino bilingue ha dei problemi del linguaggio e deve vedere uno specialista?
Se parliamo di bambini piccoli, bisogna in primis scontare eventuali disturbi per esempio quelli uditivi (sordita’) ed evolutivi. Se il bambino e’ sano, senza disturbi, allora lo osserviamo e valutiamo la comunicazione in ambedue le lingue in contesti diversi. Bisogna tener conto anche della comunicazione non verbale: contatto oculare, indicazione con l’indice, grado di reattivita’ negli atti comunicativi (quando i genitori chiedono, danno consegne etc.), inoltre l’iniziativa comunicativa del bambino. Se il bambino e’ reattivo, con iniziativa comunicativa, se indica, chiede, guarda, allora c’e’ meno possibilita’ di avere un bambino con disturbi evolutivi di linguaggio. Puo’ essere un parlatore tardivo, solo perche’ deve elaborare piu’ informazioni. Teniamo conto di ambedue le lingue e del fatto che un bambino bilingue mescola le lingue anche fino al quinto anno, dipende dalla situazione.
Se il bambino non comprende e produce poco e male in base all’eta’, se ha difficolta’ a sviluppare il linguaggio, si fa una valutazione sommaria (quante parole in ambedue le lingue, le frasi in ambedue le lingue – lunghezza e qualita’) etc. Se il bambino produce e capisce poco o male in ambedue le lingue (sommariamente), allora si che si tratta di ritardo di linguaggio.
Si deve fare comunque anche una valutazione della comunicazione in famiglia (turni comunicativi, complessita’ degli enunciati, tipo di comunicazione, uso delle lingue etc.). Il modo di interazione tra persone importanti quali mamma, papa’, fratelli… e’ molto importante. In fin dei conti si tratta dell’uso della lingua in un dato contesto interagendo con persone. Il feedback comunicativo (rispondo, do segni di approvazione…) e’ molto importante nella modulazione del linguaggio.
Ad ogni modo qualsiasi genitore che abbia qualche dubbio dovrebbe far vedere il bambino da uno specialista.
Grazie Martina, a presto.
Questo e’ il secondo di una serie di interventi dedicati alla figura del logopedista:
- chi e’ il logopedista
- se e quando i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento dello specialista
- come scegliere lo specialista
- i consigli pratici della logopedista
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*Martina Ozbic e’ nata a Trieste nel 1971, figlia di genitori sloveni (minoranza slovena di Trieste). Ha finito il liceo scientifico con lingua d’insegnamento slovena a Trieste e continuato gli studi a Ljubljana – Slovenia. Dapprima in scienze dell’educazione, indirizzo Pedagogia speciale e riabilitativa, poi in logopedia e audiopedagogia alla Facolta’ di scienze dell’educazione di Ljubljana – Slovenia.
Ha conseguito il titolo Master Degree nel 2000, poi nel 2007 il Ph.D., con ricerche nel campo dell’analisi acustica del parlato di persone sorde e dell’intelligibilita’ del parlato delle persone sorde.
Inoltre ha studiato flauto presso la scuola di musica Glasbena matica di Trieste e conseguito il diploma di livello inferiore in flauto al Conservatorio G. Tartini di Trieste. E’ mamma di tre bambini (2000, 2002, 2004).
Immagine da A Journey Round My Skull
gianna says
Grazie per questo post.
Claudia says
Sono la mamma diuna bimba di 4 anni e 8 mesi di nome Maia. Io sono Italiana mio marito e’ Franco/Canadese, abbiamo vissuto per molti anni sulle isole Maldive e ora Maia ha iniziato l’asilo in scuola internazionale a Bali. Io da sempre le parlo solo in Italiano, mio marito le parla solo in francese, io e mio marito comunichiamo in inglese tra noi due, vivamo da anni in un ambiente prevalentemente di lingua Inglese. Maia da quando ha iniziato a pralare a parte alcune parole che sono sempre state in italiano tipo: acqua, sabbia, mare, mamma, papa’, freddo, caldo, piccolo, grande, mela, banana, bavagliolo, stanca, sonno… ecc parla solo ed esclusivamente in Inglese. Capisce perfettamente l’italiano, capisce molto bene il francese ogni tanto si perde nel significato, ma manca assolutamente di vocabolario. Intuisco quando le chiedo di rispondermi in Italiano che fatica a trovare le parole e mi chiede di parlarle come “lei” (inglese)… io non demordo e faccio orecchie da mercante dicendole che la mia lingua e’ l’italiano e trovo piu semplice esprimere le mie “emozioni” in Italiano. Se le chiedo di ripetere parola per parola l’italiano (una parola alla volta prima io e poi lei) ripete perfettamente le parole ma se deve elaborare una frase da sola anche solo brevissima si arena solo al pensiero. Mio marito viaggia molto per lavoro quindi abbiamo gia’ compreso che il francese e’ la lingua piu debole… ma non so cosa e’ meglio fare per migliorare l’italiano. Purtroppo vivendo a Bali non e’ facile trovare amichetti della sua eta’ che parlino italiano (ne ho trovato uno ma e’ molto piu grande :-(( ) io le leggo storie tutti i giorni in Italiano (anche se il libro e’ in inglese o in francese io traduco sempre in italiano), guarda cartonianimati sia ininglese, che in francese che in italiano…. ma temo parlera’ solo inglese? Abbiamo notato che e’ un po’ dislessica nel parlare (inverte le sillabe, si nota molto quando ripete le parole in italiano) e anche se la correggiamo ripete la parola esattamente come prima invertendo le stesse sillabe… per esempio : sacchetto diventa cassetto… oppure fiocco diventa fuoco..
Non ho mai notato problemi di udito anche se a volte noto problemi di attenzione.. tipo la chiamo ma non mi risponde. Un ultima cosa quando parla in italiano ha uno stranissimo accento “inglese” che non so dove prende visto che io non ho un accento inglese al contrario ho un leggero accento Italiano anche quando parlo inglese.
Mi date un consiglio? Cosa posso fare per aiutarla a vivere quest’esperienza delle lingue in modo naturale?
Ringrazio per l’aiuto e faccio i complimenti ancora una volta per il bel sito.
Claudia
P.S.: Avevo gia’ condiviso le nostre avventure su BPG ma ora sono un po preoccupata anche perche’ non ho a disposizione specialisti in Italiano (l’inglese non mi preoccupa lo parla discretamente con qualche errore di grammatica qua e la e vocaboli… ma imparera’ all’asilo o a scuola.
Bilingue Per Gioco says
Claudia,
premetto che non sono assolutamente in grado di dirti se la bambina potrebbe avere dei problemi o meno, probabilmente no, ma certo non sta a me dirlo, e visto che menzioni problemi (supposti o reali che siano) di attenzione ci tengo a precisarlo.
Detto ciò, e già che mi chiedi un parere, ti dico che a me sembra che la bambina viva le lingue in maniera del tutto naturale, quindi ciò che vuoi sapere forse è come farla parlare Italiano, che non è affatto la stessa cosa.
E’ normalissimo che un bambino bilingue che sente una seconda lingua solo da una persona possa essere bilingue passivo in quella seconda lingua, cioè la capisca senza parlarla, questo può essere deludente per il genitore, ma è normalissimo da parte del bambino, e come tale andrebbe accettato. Se sia una buona cosa o meno insistere perchè la bambina parli Italiano è difficile dire, esistono diverse versioni e diversi punti di vista, che abbiamo discusso in vari momenti sul blog, a te sta la scelta. Se posso però devo osservare che il tuo ragionamento non fila molto dal punto di vista della bambina, se insisti a parlare Italiano perchè così puoi esprimere meglio le tue emozioni, perchè non permettere a lei di parlare Inglese, lingua in cui esprime meglio le sue di emozioni?
Spero di averti risposto,
L.
Mercedes says
Salve, avrei bisogno di un suo consiglio.
Io ho tre figli, sono spagnola in italia. Mio marito è italiano. Con la prima figlia avevo cominciato a parlare l’italiano e avevo introdotto la mia lingua spagnola. Ma vedevo a lei molto confusa allora ho deciso di rimanere con l’italiano. Con l’arrivo della seconda ho cominciato a parlare con la prima in spagnolo ogni tanto e anche nei viaggi a España. Con la seconda nel frattempo ho cominciato a parlare tutti in spagnolo. Ma con la prima in italiano, e anche con mio marito.
La seconda ha quattro anni e mezzo e parla soprattutto italiano, ma capisce molto bene lo spagnolo. Ma a volte balbetta, e ha difficoltà in sprimere la sua idea in testa, e a volte bon la capiamo. Riesce a fare delle frasi veramente fatte bene, ma in un altro momento si blocca, di più si sente che non la capiamo. Io credo di avere sbagliato perche ho usato tutte e due le lingue. Parlo con frasi ibtere in italiano e in altre discorsi in spagnolo. Adesso siamo stati un mese là e io continuo a parlare spagnolo..e leggo tanto in italiano come in spagnolo, perché loro con il suo papà leggono poco, io mi incarico dei compiti e della scuola in famiglia.
Non so che strategia prendere. In quanto dovrei lasciare di parlare lo spagnolo e centrarmi nella pronuncia italiana, così che possa esprimersi meglio? Non saprei… Grazie mille. Un saluto ?