Martina Ozbic e’ logopedista, audiopedagogista (pedagogista per persone sorde) e pedagogista speciale (disabilita’ fisiche, psichiche, motorie). Martina e’ cresciuta bilingue ed e’ mamma di 3 bambini bilingui. Questo e’ il terzo di quattro interventi in cui risponde alle nostre domande su se, come e quando i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento di uno specialista. Per una breve biografia di Martina si veda in fondo*.
Come si fa a sapere quale specialista e’ piu’ indicato? Logopedista, o neurologo o neuropsichiatra, o..?
Beh, sono profili distinti. Lo psicologo si occupa di emozioni, pensiero, memoria, del funzionamento del cervello. E’ interessato primariamente alla sfera psichica; il neuropsichiatria e’ di base medico e si occupa di patologia a livello neurologico-psichiatrico.
Per il/la logopedista e’ la comunicazione il centro d’interesse (verbale, scritta, gestuale etc). La comunicazione e’ frutto di elementi molto fisici (diaframma, polmoni, laringe, organi articolatori, muscoli, nervi, cervello…), ma sono anche le funzioni cognitive quelle che fanno in modo che l’uomo parli, comunichi, ascolti, si esprima….
Lo psicologo si occupa delle funzioni psichiche ed intellettive umane, la/il logopedista del risultato delle stesse, cioe’ della comunicazione tra persone. Il/la logopedista non puo’ somministrare medicine e non puo’ somministrare test psicologici cognitivi. Fa altre cose: aiuta a sviluppare, usare elementi linguistici e comunicativi in maniera piu’ efficiente possibile. Ha bisogno di informazioni e collaborazione con psicologi e psichiatri. Percio’ e’ giusto collaborare.
Il bambino viene forse da uno dei profili, ma e’ doveroso che il bambino ed i genitori vengano inviati dal professionista piu’ idoneo. Cio’ non toglie la possibilita’ che il bambino venga preso in carico da piu’ professionisti. Lo psicologo puo’ fornire informazioni riguardo il livello intellettivo, la parte emotiva, cognitiva; la valutazione linguistica e comunicativa viene fatta dal/la logopedista.
Il logopedista copre un campo molto specifico: la comunicazione. I contenuti dello psicologo fungono da background (cognitivo), il neuropsichiatra viene interpellato, quando ci sono evidenti carenze o deficit a livello neuropsicologico o psichiatrico.
Forse sono piu’ volte interpellati gli audiometristi, foniatri, otorinolaringologi, che fanno screening uditivi e foniatrici. Prevalentemente sono loro i primi a fare valutazioni per scartare la possibilita’ di un ritardo linguistico-verbale dovuto a sordita’, per esempio.
Ad ogni modo ripeto: se i genitori hanno dubbi sullo sviluppo comunicativo del bambino, hanno il sacrosanto diritto (e dovere) di cercare informazioni da chi di competenza, cioe’ il/la logopedista. Cio’ non toglie la possibilita’ di sentire piu’ pareri da diversi professionisti che lavorano collaborando.
Quando interviene il logopedista?
Prevalentemente interviene quando i genitori vengono al distretto o in privato dal logopedista oppure quando il bambino viene identificato ed inviato dalle maestre o pediatri.
Dovrebbe entrare in gioco in qualunque momento: se i genitori hanno qualche dubbio, se hanno bisogno d’informazione, counselling, per la terapia indiretta (tramite genitori), per quella diretta con il bambino, per la formazione dei genitori.
Poi dipende dalla Sanita’, dall’accoglienza: presso certi UOBA (Unita’ Operativa Bambini ed Adolescenti presso le Aziende per i servizi sanitari) le entrate – prese in carico vengono filtrate per motivi ben noti: ci sono pochi/e logopedisti/e e tante persone bisognose di counseling, valutazione, trattamento. Nel privato le cose cambiano un po’. Ma penso che non sia giusto (specialmente quando c’e’ crisi) che il bene dei bambini dipenda dallo stato economico della famiglia. Una terapia per dislessia per esempio e’ un onere economico non insignificante.
Ti e’ capitato di trattare bambini bilingui?
Si’, certamente. Anzi, avevo prevalentemente bambini bilingui: sloveni in Italia, croati, serbi, albanesi, cinesi, da mamme cilene, sordi (intesi come L1 lingua italiana dei segni e L2 lingua parlata).
Secondo la tua esperienza sono diversi dagli altri in qualche rispetto?
Noi bilingui siamo in contatto con varie culture, varie lingue, percio’ siamo piu’ sensibili a questo lato della vita. I bambini hanno qualche difficolta’ a scegliere le parole, quando, come, cosa. Ma possono attingere a piu’ informazioni da piu’ fonti (se non teniamo in considerazione le persone sorde che sono messe un po’ da parte, in quanto la nostra comunicazione e’ prevalentemente uditivo-verbale; la loro piu’ visiva-motoria). Possono pero’ essere meno estroversi e meno comunicativi, poiche’ pochissime persone sono realmente bilingui. Nei maggior dei casi una lingua e’ preponderante.
Grazie Martina, a presto.
Questo e’ il terzo di una serie di interventi dedicati alla figura del logopedista:
- chi e’ il logopedista
- se e quando i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento dello specialista
- come scegliere lo specialista
- i consigli pratici della logopedista
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*Martina Ozbic e’ nata a Trieste nel 1971, figlia di genitori sloveni (minoranza slovena di Trieste). Ha finito il liceo scientifico con lingua d’insegnamento slovena a Trieste e continuato gli studi a Ljubljana – Slovenia. Dapprima in scienze dell’educazione, indirizzo Pedagogia speciale e riabilitativa, poi in logopedia e audiopedagogia alla Facolta’ di scienze dell’educazione di Ljubljana – Slovenia.
Ha conseguito il titolo Master Degree nel 2000, poi nel 2007 il Ph.D., con ricerche nel campo dell’analisi acustica del parlato di persone sorde e dell’intelligibilita’ del parlato delle persone sorde.
Inoltre ha studiato flauto presso la scuola di musica Glasbena matica di Trieste e conseguito il diploma di livello inferiore in flauto al Conservatorio G. Tartini di Trieste. E’ mamma di tre bambini (2000, 2002, 2004).
Immagine da A Journey Round My Skull
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