Martina Ozbic e’ logopedista, audiopedagogista (pedagogista per persone sorde) e pedagogista speciale (disabilita’ fisiche, psichiche, motorie). Martina e’ cresciuta bilingue ed e’ mamma di 3 bambini bilingui. Questo e’ il secondo di quattro interventi in cui risponde alle nostre domande su se, come e quando i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento di uno specialista. Per una breve biografia di Martina si veda in fondo*.
Martina, Che consiglio daresti ai genitori di bambini bilingui?
Il bilinguismo e’ visto molte volte come un “meno”, qualcosa di negativo che ostacola: a livello culturale, politico, sociologico. Niente di questo e’ vero. Le lingue arricchiscono.
I consigli:
1. La lingua della famiglia e’ una risorsa cruciale. I genitori DEVONO comunicare nella propria lingua (se i genitori sono di due lingue diverse, comunicano con il proprio bambino nella lingua personale, tra di loro scelgono una lingua). La lingua prima (o due lingue se in famiglia sono presenti due lingue) e’ la lingua del cuore, del sistema libico, delle emozioni, imparata implicitamente, in modo spontaneo. Parliamo di identita’, cultura, lingua. Non solo lingua. La lingua seconda e’ la lingua delle informazioni.
2. I genitori dovrebbero pensare al bambino come ad una persona che ha bisogno di piu’ tempo e spazio per imparare piu’ parole, regole, atti comunicativi.
3. Essere coerenti nell’uso delle lingue. Questa e’ la base.
4. Essere fieri di essere di una o altra nazionalita’.
5. Se sono in ansia per quanto riguarda il linguaggio, scrivere un diario: ogni nuova parola, frase, enunciato, significato deve essere scritto (in eta’ fino ai 2 anni). Un ruolo importante svolge anche la societa’ e la scuola. Se il bambino frequenta un asilo, una scuola di lingua diversa, chiedere al personale di dare informazioni riguardo gli atti linguistici e comunicativi del bambino nel contesto alloglotto. Se il bambino sente, capisce, gioca, comunica, interagisce…, forse ha bisogno di piu’ tempo. I problemi di linguaggio senza altri disturbi evolutivi sono dovuti a difficolta’ di elaborazione. Nel bilingue si riscontrano vari tipi di interferenze; semantiche, lessicali, morfologiche e fonetiche. Comunque consiglio un colloquio con una logopedista, che sappia qualcosa sul bilinguismo e che sia bilingue, se possibile.
Qual e’ la tua esperienza personale di bilinguismo?
A livello personale, io sono felicissima di essere bilingue: parlo due lingue fluentemente (italiano e sloveno), so l’inglese, un po’ il tedesco, capisco il serbo, croato, bosniaco, ceco, slovacco; so il latino, percio’ posso leggere in francese con il vocabolario ed inoltre conosco un po’ la lingua dei segni slovena per sordi.
Devo pero dire, che Trieste, dove ho vissuto 35 anni non e’ per niente favorevole al bilinguismo. Si al cinese, all’inglese, allo spagnolo etc., ma parlando di sloveni, serbi… si tocca il tasto dolente. Ho gia’ pianto per strada essendo stata insultata solamente perche’ parlavo nella mia lingua. E non parlo del 1945 ma del 1995, 2003…
Hai mai avuto problemi con i tuoi figli riguardo il bilinguismo?
Si, ma non dovuti al bilinguismo in se’. Il problema stava nel fatto che i miei bambini non riuscivano ad avere contatti con altre lingue (in questo caso con l’italiano) perche’ non c’erano bambini nel vicinato. Avevo piu’ bambini io che due condomini insieme, percio’ i miei bimbi non avevano amichetti. I vicini di casa, non so perche’, parlavano un italiano sintetico, magari cercando anche di dire qualche parola in sloveno. Come se fossero un po’ imbarazzati. Cosi’ abbiamo acquistato la TV per vedere cartoons in italiano (prima vivevamo senza TV: solo radio e musica e giochi – stupendo!).
Adesso viviamo in Slovenia; io e mio marito lavoriamo li e i bambini imparano l’italiano in modo discontinuo. Il figlio maggiore e’ un talento per le lingue: non solo per le parole, ma anche per la melodia, l’accento. Ha frequentato corsi. Comunque viviamo vicino al confine, percio’ un salto a Trieste o al mare e’ sempre possibile. Mi dispiace, ma cosi’ e’ la vita. Spero che acquisiscano almeno l’amore per le lingue. Gia’ chiedono: mamma, come si dice in italiano? E in inglese? Ma lo sai tu il cinese? E cosi’ via.
Io insegno fonetica applicata all’Universita’ e cosi mi diverto a far finta di parlare in varie lingue cambiando fonemi, intonazione, prosodia… e loro ridono e si divertono: stanno imparando che ci sono piu’ lingue con diversi suoni.
Grazie Martina, a presto.
Questo e’ l’ultimo di una serie di interventi dedicati alla figura del logopedista:
- chi e’ il logopedista
- se e quando i bambini bilingui hanno bisogno dell’intervento dello specialista
- come scegliere lo specialista
- i consigli pratici della logopedista
*Martina Ozbic e’ nata a Trieste nel 1971, figlia di genitori sloveni (minoranza slovena di Trieste). Ha finito il liceo scientifico con lingua d’insegnamento slovena a Trieste e continuato gli studi a Ljubljana – Slovenia. Dapprima in scienze dell’educazione, indirizzo Pedagogia speciale e riabilitativa, poi in logopedia e audiopedagogia alla Facolta’ di scienze dell’educazione di Ljubljana – Slovenia.
Ha conseguito il titolo Master Degree nel 2000, poi nel 2007 il Ph.D., con ricerche nel campo dell’analisi acustica del parlato di persone sorde e dell’intelligibilita’ del parlato delle persone sorde.
Inoltre ha studiato flauto presso la scuola di musica Glasbena matica di Trieste e conseguito il diploma di livello inferiore in flauto al Conservatorio G. Tartini di Trieste. E’ mamma di tre bambini (2000, 2002, 2004).
Immagine da A Journey Round My Skull
giorgio says
buongiorno, volevo avere dei consigli per la ia situazione , io sono italiano ia moglie tunisina e viviamo a dubai dove si parla prevalentement inglese . Con Nostro figlio di due anni e mezzo parliamo rispettivamente io in italiano mia moglie in arabo, la tata prla con lui in arabo e al nido dove trascorre quattro ore al giorno parla inglese , le comunicazioni tra me e mia moglie sono in inglese.
Il bimbno capisce le tre lingue bene, ha iniziato a parlare facendo un po un mix tra le tre lingue ma ultimamente abbiamo visto che inizia a utilizzarle un po piu distintamente.
Volevo avere una conferma sulla correttezza del metodo che stiamo utilizzando e dei consigli su come andare avanti.
grazie
Giorgio
Bilingue Per Gioco says
Giorgio,
direi che il metodo che seguite va benissimo. Volendo dare un paio di consigli suggerirei di evitare voi stessi di mescolare le lingue (nulla nella tua lettera mi fa pensare che lo facciate, lo menziono solo perche’ tipicamente succede), in questo modo darete un buon esempio per aiutare il bambino a separare le lingue, cosa che avverra’ quando sara’ pronto.
Ti consiglierei anche di tenere presente che il trilinguismo bilanciato non e’ impossibile, ma e’ raro, e’ frequente che una lingua sia piu’ debole delle altre. Nel vostro caso tutto fa pensare che sara’ l’Italiano, lingua alla quale probabilmente il bambino ha meno esposizione, proprio in termini di ore al giorno. E’ normale, non fartene un cruccio, ma non demoralizzarti se piu’ avanti vedi che il bambino preferisce parlare altre lingue, tu continua sempre a rivolgerti a lui in italiano, e fai il possibile per offrirgli input molto variati, facendolo parlare con altri italiani, sul posto se puoi o anche telefonando ai nonni via skype, e leggendogli molti libri.
In bocca al lupo per tutto,
L.
Simona says
Gentilissima Dottoressa,
vorrei chiederle cosa pensa di quei suoi colleghi che vedono nel bilinguismo la fonte di problemi come il ritardo nel cominciare a parlare o addirittura problemi del linguaggio in generale. Ad esempio, so di alcuni genitori che, parlando con il pediatra o con qualche specialista es.logopedista, hanno esposto le proprie perplessità dovute al fatto che il bambino mescolava le lingue o non spiccicava parola all’età di 18/24 mesi. Ebbene, a qualcuno di loro è stato risposto che l’UNICA SOLUZIONE era quella di parlare una sola lingua, quella del paese d’accoglienza, e di eliminare del tutto la seconda lingua. Ecco, questi genitori (e spesso anche i figli) anni dopo si sono resi conto non solo del fatto che i loro bambini sarebbero potuti crescere bilingui, ma anche che forse avrebbero dovuto consultare più medici e non soffermarsi ai primi consigli.
Le sarei grata se potesse dirmi la sua opinione al riguardo
Simona
martina ozbic says
Carissima Simona,
certo che il bambino puo’ avere un ritardo; ma ha un ritardo in una lingua, solamente in una. Se si fa la somma in ambedue le lingue, abbiamo uno sviluppo corretto, salvo i casi di disturbi di linguaggio di altro tipo.
Le lingue sono un piu’, non un meno.
Gli stati monolingui sono” preistoria”. Non siamo piu’ nel 1848. Nel 2010 l’uso di piu’ lingue e’ un dato di fatto.
Un caro saluto!
Martina Ozbic
domenico says
Cara Martina,
sono padre italiano di una bambina di 15 mesi. Vivo in Brasile e la madre con i suoi due figli che vivono con noi parlano portoghese. Io sto parlando italiano con la bambina, ma lei chiaramente ha esposizione all’italiano quasi esclusivamente con me.
Hai consigli da darmi per un corretto sviluppo della bambina ?
Grazie,
Domenico
Bilingue Per Gioco says
Domenico,
da quanto racconti la tua bambina è bilingue, ma non ha problemi del linguaggio, la tua situazione non è diversa dalla mia e quella degli altri genitori che frequentano BpG, non ti serve il parere della logopedista, devi solo chiarirti le idee sul bilinguismo. Fatti un giro su Bilingue per Gioco, iscriviti alla newsletter, condividi l’esperienza con gli altri…
L.
Barbara says
Buongiorno,
riguardo ai disturbi del linguaggio volevi sottoporvi una domanda/dubbio di cui non ho letto nulla o quasi sul sito: mio figlio Elia ha due anni e mezzo e soltanto io (e a tratti anche suo nonno materno -mio padre) gli parlo in tedesco da madrelingua. Ultimamente attraversa dei periodi in cui balbetta in italiano e lo fa in maniera molto marcata. Anche con le parole più semplici che ha sempre usato correttamente inizia improvvisamente a balbettare ed è molto frustrante per me e suo padre vedere con quanta fatica cerchi di farle uscire. Devo premettere che per motivi di tempo ma anche per sua scelta (che io rispetto) Elia parla prevalentemente italiano con me. Soltanto determinate parole, che magari ha appreso per primo in tedesco o che sono legate in qualche modo a me le usa in tedesco oppure quando gli chiedo: “Wie sagt die Mama?” (“come dice la mamma?”). Vedo che si blocca imbarazzato se mi aspetto che dica una frase in tedesco perciò cerco di non forzarlo ma anzi, lo lascio parlare in italiano e poi sono io a ripetere subito dopo in tedesco quello che ha appena detto, chiedendo anche conferma. Vedo che questa tecnica funziona abbastanza bene perchè qualche volta in effetti ripete quello che dico. Così la conversazione non si blocca, il chè è la cosa più importante per me. E’ mai capitato a qualcuno dei vostri bambini bilingue di balbettare a periodi nella prima lingua? Ho notato che la balbuzie coincide con fasi in cui impara parole nuove in italiano o anche delle frasine più complesse, ma anche quando il contatto col mio tedesco è più intenso come dopo 10 giorno di ferie in un ambiente più tedesco del solito come una vacanza a Mallorca. Vorei avere delle rassicurazioni sul fatto che, come credo io, si tratti solo di periodi di “organizzazione linguistica”.
Grazie e continuate così che il sito è fantastico!
Barbara
Elena says
Buongiorno, ho un bimbo di 4 anni bilingue, con cui parlo inglese pur non essendo madre lingua. Lui lo ha imparato inizialmente a causa del nostro trasferimento negli usa durato 2 anni e partire dai suoi 4 mesi, periodo in cui ha frequentato il nido per 8 ore al giorno. Sono preoccupata per il punto uno dei suoi consigli. Sto sbagliando? Il bambino per ora non ha problemi in italiano, in inglese non ho un parere ufficiale da portarle, so che comunica tranquillamente con i madrelingua. Mi darebbe un consiglio? Inoltre ho un bimbo di 1 anno a cui mi rivolgo in inglese, almeno in famiglia. Purtroppo non possiamo permetterci una scuola bilingue, quindi la prego non mi indirizzi lî 🙂 grazie mille. Elena