Ci siamo, siamo entrati in Dicembre. Abbiamo un mese per scoprire quanto siamo buoni, ingrassare un paio di kg e comprare non voglio sapere quanti oggetti che nessuno usera’ mai. Oppure abbiamo un mese per festeggiare, passare le serate insieme, preparare addobbi, cucinare torte e raccontare ai nostri figli cos’era per noi il Natale quando eravamo piccoli. Questione di punti di vista. Per la famiglia bilingue direi pero’ che non c’e’ scelta, e’ buona la seconda!
Tutti i paesi Europei e altri paesi nel mondo hanno tantissime e bellissime tradizioni concentrate intorno al mese di Dicembre. C’e’ Natale ovviamente, e S. Claus (quello vero, 6 Dicembre), Capodanno, S. Lucia, la Befana, ma anche il Thanksgiving, Hanukkah (festa ebraica) e probabilmente molte altre ricorrenze che ignoro. Se ricordate la vostra infanzia, cosa vi viene in mente di Dicembre?
A me personalmente non viene in mente nemmeno uno dei regali che ho ricevuto. Invece mi ricordo con meravigliosa emozione i rituali della festa di S.Lucia. E’ una festa strana, che praticamente si festeggia solo in Svezia (dove cantano una canzone napoletana) e a Verona. Ok pare che si festeggi anche in altre citta’ italiane, ma a Verona e’ proprio una festa grossa e a casa mia era magica, Natale non reggeva il confronto.
La notte del 13 Dicembre S. Lucia porta i regali ai bambini, va in giro di casa in casa con il suo asinello. Noi avevamo dei grossi sacchi di juta grezza, enormi in confronto a noi, e li appendevamo all’armadio ( a noi la storia della calza per i regali ha sempre fatto sorridere con condiscendenza). La sera io e mio fratello studiavamo ogni tipo di stratagemma per scoprirla: mettevamo dei campanelli nei sacchi in cui avrebbe lasciato i regali, spolveravamo il pavimento di borotalco, mettevamo la sveglia ad ore assurde, i palloncini nascosti perche’ li facesse scoppiare, andavamo a letto con una torcia stretta in mano e rifilavamo qualche schifezza nei mandarini che le si lasciavano per ristorarsi, e queste sono solo quelle che mi ricordo. Poi eccitatissimi raccontavamo a mia madre quanto eravamo furbi (!). Mentre lei poveretta non vedeva l’ora che ci addormentassimo per fare i pacchetti noi trillavamo di eccitazione.
La mattina ci svegliavamo alle 5 (o prima) e ci tuffavamo nei sacchi, che non e’ la stessa cosa che aprire dei regali sotto l’albero. Quei sacchi erano piu’ grandi di noi e per svuotarli tutti, fino all’ultimo cioccolatino, dovevamo proprio entrarci dentro. Seguiva colazione sovraeccitata e poi si andava a scuola, portando con se’ un regalo. Santa Lucia, infaticabile, veniva anche a scuola, si festeggiava e si giocava con i giochi nuovi. Una giornata perfetta insomma, se non fosse per una delusione, questa Santa Lucia non si fa mai beccare! (Una mia amica una volta ha fatto S. Lucia in una scuola, per fare un favore alle insegnanti. E’ entrata in classe e ha salutato i bambini, etc. Dopodiche’ i bambini giuravano che S. Lucia era entrata in classe attraverso il muro!)
Questo per me e’ sempre stato e rimane il momento piu’ magico della mia infanzia.
Se vivessi a Londra, o a Parigi, o chissa’ dove, saprei ricreare questo momento per A.? Francamente non lo so, e un po’ ne dubito, ma so che dovrei. Ormai si e’ capito, io non sono una di quelle mamme dalle mani d’oro che sfornano lavoretti, decorazioni e torte ogni altro giorno. Se avessi piu’ tempo mi dedicherei alle torte, ma per i lavoretti non c’e’ speranza. Ho fatto l’albero di Natale, ma e’ stato facile, perche’ abbiamo lo stesso albero da sempre, e anche le palle non saranno decennali ma non sono nemmeno fresche d’annata… ma non sono brava a pianificare lavoretti vari. Quindi, lo dico con tutta la partecipazione possibile, ma ci tengo a dirlo: anche se la nostra vita a volte e’ frenetica e sembra veramente difficile e’ veramente importante mantenere e proporre le proprie tradizioni, anche e soprattutto se diverse da quelle che ci circondano!
L’abbiamo detto molte volte, la lingua non e’ solo uno strumento per comunicare, e’ cultura, storia, tradizioni. Bene, nel mese di Dicembre, il mese delle tradizioni, e’ importante che si rivivano con e per i bambini anche le tradizioni delle patrie lontane. Che i bambini colgano tutto il substrato di emozioni e di cultura associato alla lingua, e che un domani crescendo possano evocare i Lebkuchen, biscotti tedeschi che il papa’ faceva proprio come la nonna, o i british crackers (che non si mangiano, vedete qui) che ce li avevamo solo noi, o i giochi di societa’ fatti intorno al tavolo, etc. Va da se’ che questi momenti poi sono molto utili anche dal punto di vista linguistico, perche’ portano i bambini ad immedesimarsi, a ricreare la situazione della Festa come se fosse a casa dei nonni in…, a partecipare con entusiasmo ed eccitazione. A questo proposito mi piace molto e vi cito questo post, in Inglese, di una mamma Tedesca.
Buon Dicembre a tutti quindi, e se vi va raccontateci con un commento quale tradizione, usanza o piatto della vostra tradizione proprio non potete far mancare ai vostri bambini.
Immagine di Chris J
È vero, quella della canzone napoletana per Santa Lucia! Il Vikingo poi é rimasto sconvolto nell’apprendere che ha a che fare con una barca 😀 (anche se la versione svedese ha un testo natalizio)
Noi dall’anno scorso abbiamo deciso di dividere le feste fra le due famiglie per coltivare anche le diverse tradizioni. Il Natale andiamo a Napoli dalla famiglia del papá, la Befana invece si fa con la nonna francese, che viene obbligata a preparare la Galette des Rois con tanto di fava dentro. La sera prima si appende la calza davanti al forno, in mancanza del camino, e il giorno dopo la si ritrova piena di biscotti, dolcetti e piccoli giochini. Poi si fanno arrivare i re magi davanti Gesú, nel presepe. La cosa buffa è che io da piccola non ho mai festeggiato a fondo la Befana, non c’erano calze e la torta mamma la faceva solo quando eravamo piccoli, ma adesso ci tengo tanto per ricreare una tradizione culturale che comprenda anche la mia parte francese e trasmetterla ai miei figli.
Grazie Lisa,
una bella testimonianza. Certo che il bilinguismo a colpi di pastiera napoletana e galette des rois e’ una bella pacchia!
L.