Cosa succede quando One Parent One Language diventa A Couple Of People One Language? I bambini sono talmente attaccati alla loro routine che a volte rifiutano di parlare la seconda lingua con altre persone, come ci racconta Yael…
Yael,
personalmente non ho fatto un’esperienza simile, forse anche perche’ A. ha sempre sentito anche altre persone parlare Inglese, soprattutto grazie ai playgroup. Non so se altre mamme potranno condividere storie simili.
Pero’ dubito che l’esperienza possa aver confuso troppo tuo figlio, OK ha messo in discussione una regola che lui dava per scontata, ma crescere e imparare e’ proprio questo… rimettere costantemente in discussione cio’ che si dava per scontato, e su questo i bambini sono esperti dai quali abbiamo molto da imparare.
L.
Agnese says
A mio avviso questo incontro e’ stato molto positivo (dal punto di vista linguistico, e non solo!).
Lo dimostra il fatto che, come ha riportato Yael, il suo ebraico sia migliorato moltissimo!
Probabilmente la difficolta’ iniziale e’ stata che non aveva la madre con se’ al momento dell’incontro con i familiari arrivati la notte prima: per quanto sia un bambino tranquillo, ha sempre solo due anni, e anche se li riconosceva ed era preparato alla cosa erano comunque persone “nuove” davanti a lui. Le “prime volte” sono sempre molto impegnative per i bambini piccoli.
[Per fare un esempio, a due anni mia figlia in una situazione simile sarebbe scoppiata a piangere e avrebbe smesso con molta difficolta’, essendo abituata che io ero sempre con lei… a mio parere questo e’ un bambino davvero bravo!]
Con mia figlia (tre anni e mezzo) non ho mai avuto esperienze simili, essendo la nostra situazione diversa: in casa due lingue diverse, fuori una terza lingua. Al momento la lingua piu’ debole e’ proprio la lingua esterna (che sente “efficacemente” solo all’asilo) mentre le due lingue in casa sono padroneggiate ragionevolmente bene (molto bene l’italiano, visto che finora non ho lavorato, e ragionevole l’ungherese, anche se probabilmente il suo livello in questa lingua non e’ quello di un bambino della sua eta’, visto che il padre durante il giorno lavora fuori casa e lo vede meno spesso).
Gianna says
Posso raccontare un esempio (che forse é un po’ diverso): dove abito io c’é una famiglia italo-svedese con papá italiano, e applicano il metodo OPOL. Ogni tanto vanno a trovare i parenti in Italia. Lui mi ha raccontato che i figli di solito non parlavano italiano, neanche col padre, sebbene lo capissero. La situazione é cambiata quando un’estate, durante la solita discesa a sud, i figli volevano parlare svedese anche coi parenti paterni, che non capivano nulla, ovviamente. I bambini (sui 4 anni) si stupirono per la prima volta del fatto che questi parenti non capissero entrambe le lingue come invece facevano i genitori. Il padre spiegó che era per questo motivo che era importante parlare l’italiano. Dopo quella volta hanno parlato in italiano al padre anche a casa in Svezia senza problemi: dovevano solo rendersi conto di persona che é una lingua che effettivamente é necessaria per comunicare
Bilingue Per Gioco says
La logica dei bambini e’ spesso micidiale! Ma adesso ti pare pure che al mondo debbano esistere persone che non capiscono lo svedese????
Ma dimmi te….
🙂
L.
Yael says
Grazie per i vostri input e commenti, Gianna e Agnese. Sicuramente, mi aiutano ad avere le giuste proporzioni di questo episodio.
Letizia, hai assolutamente ragione quando dici che mettere in discussione le regole vuol dire crescere e imparare, ma non mancano le occasioni in cui tutti gli oggettivi vantaggi del bilinguismo non sembrano poi così grandi, soprattutto quando vedo G. perso e perplesso o semplicemente quando si sforza molto (per esempio, quando la nonna italiana gli chiede in continuazione di tradurre le conversazioni tra noi due…). Ma devo dire che questo blog aiuta molto a “scacciare” questi spiriti e “tornare sulla retta via”…
Purtroppo, non so come cercare dei Playgroup in ebraico (non conosco israeliani con figli), quindi tocca solamente a me. Ma fra un mese andiamo in Israele per due settimane e per un simile periodo anche d’estate, e spero che questo aiuterà G. a sbloccarsi più facilmente.
Grazie ancora!
Bilingue Per Gioco says
Yael,
le vacanze sono sicuramente utilissime!
Pero’ se vedi che il bambino sente un po’ il peso del suo ruolo di traduttore puoi aiutarlo traducendo tu stessa per la nonna. Certo e’ un po’ pesante, ma qualcuno lo deve pur fare…
Facci sapere come va in Israele!
L.
Agnese says
Secondo me andra’ molto bene!
Mia figlia, ogni volta che stiamo un periodo lungo (due settimane o piu’, intendo) in Italia o in Ungheria migliora un sacco il suo modo di parlare le sue due lingue “familiari”. Una settimana all’inizio le serve per ambientarsi, il resto del tempo poi e’ lanciata e lo passa a parlare con i parenti, i vicini, i bambini del posto… e’ cosi’, piu’ persone hanno con cui parlare, meglio imparano la lingua, perche’ vogliono comunicare e quindi sono piu’ motivati e ricettivi.
Se non trovi li’ dove sei tu altre famiglie in cui si parli ebraico, sarebbe ottimo cercare in tutti i modi di andare in Israele con regolarita’, e magari avere parenti di laggiu’ che sono disponibili a venirvi a trovare per un periodo non troppo corto. E magari quando e’ piu’ grandicello farlo parlare regolarmente al telefono coi nonni, gli zii… con mia figlia, al momento, funziona.
Marina says
Cara Yael, anche io ho vissuto un’ esperienza simile con mia figlia, Giulia, che adesso ha 3 anni. Non aveva ancora 3 anni, lo scorso settembre e già parlava fluentemente in inglese con me a casa ed in Italiano con il resto del mondo attorno a noi (viviamo in italia ed io fino ad allora ero l’unica persona a parlarle in lingua inglese, a parte a volte mio marito). Abbiamo avuto una visita di due amici australiani, che hanno passato però solo un paio di pomeriggi con noi. G. ha giocato tutto il tempo con Phil, questo signore molto carino che non vede l’ora di diventare nonno, parlandogli un pò in inglese ed un pò in italiano. Mentre già allora con me giocava esclusivamente in inglese. Lei lo faceva come se lui dovesse necessariamente capire entrambe le lingue. Io non riuscivo tanto a spiegarmi il perchè e credo che il motivo fosse che per lei la mamma, il papà e lei stessa parlavano e capivano entrambe le lingue, quindi anche Phil visto che parlava l’inglese doveva capire anche l’italiano? Poi un paio di settimane dopo siamo andati in vacanza a Berlino e da allora è come se lei avesse capito e la cosa buffa è che da allora G. ha iniziato a distinguere le persone che parlano in un altra lingua, dicendo cose del tipo: tu mamma parli in inglese ed in italiano, come me. Oppure se sentiva parlare qualcuno all’aereoporto in inglese diceva: mamma loro parlano in inglese come noi. O se sentiva il tedesco mi chiedeva che lingua fosse perchè era diversa da quella che conoscevamo entrambe. E’ come se questo breve incontro con gli amici australiani le abbia aperto un mondo tutto nuovo. Ed anche la vacanza berlinese l’ha aiutata. A scuola a volte mi raccontano le maestre che inizia a parlare in inglese poi guarda la maestra dice “ops, sorry” e riprende il discorso in italiano………ma adesso è diverso perchè si rende conto che i suoi interlocutori la capiscono solo se parla italiano…..è buffo…ed è bellissimo!!!
Ciao ragazze e complimenti ancora Letizia,
Marina