Elisabetta mi ha inviato un articolo veramente interessante, e ve lo ripropongo. E’ in Inglese ed è apparso sul Psychological Science, lo trovate qui.
In sostanza dice che degli studi hanno dimostrato che già alla nascita i neonati sono in grado di riconoscere le lingue. Se in utero hanno sentito una sola lingua, una volta nati mostreranno interesse solo per quella lingua. Se invece in utero hanno sentito, regolarmente, due lingue, mostreranno interesse per entrambe. Come si fa a sapere se i neonati provano interesse? Si misura come varia la frequenza con cui succhiano, interessante vero?
Questo segnale è importante perchè avvalora la tesi che non è mai troppo presto per esporre i bambini alla seconda lingua e che il bilinguismo non crea confusione nei bambini, mai. Anzi già alla nascita sono in grado di differenziare le lingue e quindi di apprendere entrambe.
Ho dato un’occhiata in giro su Psychological Science e ho trovato altri articoli sul bilinguismo veramente interessanti. Per esempio questo: Bilingual Mind. Quest’articolo sostiene che il bilinguismo non comporta solo vantaggi, ma anche svantaggi.
Per esempio è stato osservato che i bambini bilingui hanno migliori capacità di controllo esecutivo, cioè una maggiore capacità di attenzione, di distinguere tra task diversi, di gestire le distrazioni e input diversi, lo sviluppo di queste capacità è una delle fasi più importanti dello sviluppo cognitivo del bambino e una delle prime capacità che deteriorano con l’età. Infatti degli studi (della stessa autrice dell’articolo qui citato) suggeriscono che il bilinguismo precoce possa essere correlato ad una minore o ritardata incidenza di demenza senile, cioè il bilinguismo precoce ha vantaggi dal punto di vista cognitivo che perdurano per tutta la vita.
D’atro lato però l’autrice evidenzia anche che il bilinguismo non è senza effetti negativi. In particolare, per quanto parlando con un bilingue può sembrare che abbia un controllo della lingua del tutto equivalente a quello di un monolingue, i test pare dimostrino che non è mai così, nemmeno nella lingua dominante. Insomma pare che i bilingui abbiano un vocabolario meno ampio, siano meno veloci nel trovare le parole giuste, abbiano interferenze tra le diverse lingue che parlano. Anche in questo caso l’impatto dura per tutta la vita. L’autrice conclude che i vantaggi bilanciano ampiamente gli svantaggi, soprattutto quando si va a considerare l’impatto su tutta la vita.
Credo che quest’articolo sia importante perchè ancora una volta conferma che un bambino bilingue non è come due bambini monolingui, ossia non gestisce entrambe le lingue esattamente come un monolingue gestisce la sua sola lingua. Al contrario il cervello di un bambino bilingue si sviluppa in modo molto diverso.
Immagine da A Journey Round My Skull
Elena says
Ciao,
bello fermarsi ogni tanto a cercare il rovescio della medaglia delle cose. Anche quando si è entusiasti sostenitori di una certa “filosofia” o metodo, come anche a me capita.
Ma anche io penso, come l’autrice che citi, che i pro superino di gran lunga i contro
ciao Elena
gianna says
A questo punto mi viene da pensare che, per compensare il vocabolario ridotto rispetto ai monolingue, una soluzione é quella di incoraggiarli a leggere, leggere, leggere. Di solito dovrebbe essere un mezzo efficace per assorbire piú parole e costruzioni sintattiche piú complesse rispetto al semplice linguaggio parlato.
Mi chiedo anche cosa succede nei bilingue tardivi, perché vedo su di me che faccio piú fatica a trovare parole in italiano, e mischio inavvertitamente lo svedese anche quando uso la mia madrelingua.
Bilingue Per Gioco says
Aggiungo una precisazione, gli articoli citati fanno una valutazione dei pro e i contro dal punto di vista dello sviluppo cognitivo, non prendono volutamente in esame tutti gli aspetti socioculturali (la lingua come mezzo per trasmettere identità) o pragmatici (la lingua come strumento che nella vita può essere molto utile e aprire opportunità). Se mettiamo anche questi sulla bilancia i pro diventano decisamente marcati.
@Gianna,
come sai la lettura è per me fondamentale, per mille motivi, prima di tutto per piacere e poi per gli effetti positivi di vario genere, e probabilmente hai ragione quando dici che la lettura aiuta a limitare i contro, però probabilmente il bilingue perfetto non esiste, e allora meglio non cercarlo.
L.
fiorelena says
Eccomi con quasi due anni di ritardo rispetto all’articolo: vi seguo da poco più di un mese!
E’ tutto estremamente interessante. Premesso che anche io ritengo che parlare due lingue in modo fluente sia un vantaggio sotto ogni punto di vista, vi riporto la mia esperienza personale per sapere se a qualcuno è capitato qualcosa di simile: mia figlia ha 22 mesi e per 20 mesi ha conosciuto solo l’italiano; negli ultimi due mesi ho cominciato a parlarle quasi esclusivamente inglese perchè i nuovi suoni di questa lingua la divertivano terribilmente. In soli due mesi ha assorbito tutte le informazioni che le sono arrivate al punto che adesso parla meglio l’inglese che l’italiano, ma sopratutto (e questa è “l’anomalia”) parla italiano con un’accento straniero, come se la “musicalità” (se così posso chiamarla) dell’inglese prevalesse rispetto a quella dell’italiano. Pensate che riuscirà a parlare l’italiano come un’italiana? Grazie
margherita says
Per esperienza personale (sono stata una bambina bilingue negli anni ’70) devo smentire quanto letto, ossia che i bilingui abbiano un vocabolario meno ampio, che siano meno veloci nel trovare le parole giuste, che facciano interferenza tra le due lingue: a me non è mai successo, e di lingue ne parlo 4 adesso, anzi, per me è stato vero proprio il contrario.
Ora ho una bimba di due anni e mezzo esposta a due lingue dalla nascita e vedo che lei sta seguendo il mio stesso percorso.
Quindi BILINGUISMO, BILINGUISMO, BILINGUISMO!
Gli unici ‘svantaggii’, se così li si può definire, sono l’esplosione del inguaggio dopo i due anni e la visione globale più immediata delle cose rispetto a un monolingue, che impiega più tempo; il bilingue spesso è ‘un passo avanti’ in quanto a comprensione delle situazioni: tuttavia ciò talvolta porta a non essere ‘capiti’ nei propri ‘colpi di genio’ e a non essere presi in considerazione nell’immediato.
Ciao!
M.