Oggi prendiamola alla leggera e facciamoci due chiacchere, magari addirittura del pettegolezzo… Uomini, non fate finta che non vi interessi, chè siete peggio delle donne!
Allora, che si dice in giro? Partiamo da chi parla di noi, e per fortuna non sparla. StranaMamma ha scritto un bel post, raccontando la sua esperienza, di come l’idea di proporre al so Tato suoni diversi fosse un semino, un’ideuzza, della quale Tato si è appropriato con curiosità. Claudia di La Casa nella Prateria, mamma espatriata e bilingue, creativa e riflessiva, invece pubblica una mia intervista, vi concedo che il formato non si presta alla sparlata, ma nei commenti dei suoi affezionatissimi lettori ci sono punti di vista interessanti e non scontati.
Designperbambini, grande amica digitale e mamma di una bimba italo-tedesca, alla quale (la mamma, non la bimba) mando un’affettuosa tirata d’orecchie perchè ci segue sempre e non ci commenta mai, pubblica invece un’intervista con un’altra blogger, Il cucchiaino di Alice, che ci parla di Londra per i bambini. Imperdibile per tutti coloro che a) vivono a Londra e vogliono dire la loro (Alice, ci sei?) b) pensano perchè non vado a vivere a Londra e lascio questo paese? c) cercano ricette londinesi per una merenda o una cena diversa (avete letto il capitolo Cucina di “In che lingua giochiamo?” Siete ancora in tempo!). Ecco il post: Un cucchiaino a Londra.
Infine, una ventata di novità sul tema bilinguismo, l’ultimo interessantissimo numero di Blogging Carnival on Bilingualism. E’ veramente denso di idee e contributi, take your time…
Immagine da A Journey Round my Skull
VmnP - Design per Bambini says
Hai ragione, accetto la tirata di orecchie e prometto che mi impegnerò di più in futuro. Comunque il tutto è dovuto al fatto che tu scrivi cose talmente interessanti che commentare al tuo livello é davvero difficile 😉
Bilingue Per Gioco says
Beh senti…!
Mi sembri mio figlio A., che quando ne ha fatta una ti guarda con un sorriso mellifluo e ti fa Mamma te voio bbene! Sì sì…
L.
Miralda says
Inutile dire che ti seguo con interesse, anche perché da genitori non bilingui ma appassionati del mondo, dei viaggi (e per quello che riguarda la sottoscritta di letteratura straniera), ci piacerebbe che la nostra pupa avesse un’impronta world wide:-)
Con Valentina è stato feeling virtuale e mi ha fatto veramente piacere chiacchierare con lei
silvia says
dunque è da un sacco che penso di scriverti, alla fine sono capitata qui sotto questo post. ho pensato che fosse meglio una mail ma magari sai i miei dubbi sono comuni così una tua risposta può aiutare anche altre mamme. sono mamma, blogger, scrittrice, dunque frequento la rete, i libri e il mondo. mi occupo soprattutto nei miei libri e nelle mie ricerche di donne/madri e di lavoro. sono capitata sul tuo blog tramite il melograno e da allora non ti mollo più. ho comprato il tuo libro ho comprato i libri che consigli e come spesso sento dalle tue lettrici vado avanti (solo con l’appoggio di mio marito) in questa folle idea di parlare inglese con il mio bambino sebbene siamo entrambi italiani. è difficile perchè non sono madrelingua e la mia ottima conoscenza dell’inglese proviene da anni (ormai lontani) di studi universitari in gran bretagna (all’università di leeds). però adoro le lingue e adoro le scoperte degli altri paesi (prima che nascesse michelangelo vivevamo a parigi). e quindi ci sto provando con tutte le mie forze a resistere nonostante le continue critiche. dalle famiglie, del tipo non è che alla fine sto bambino ci parla solo inglese e non lo capiamo? dalle amiche, ma come fai ad avere un rapporto vicino e intimo con tuo figlio in una lingua che non è la tua? dalle conoscenti, che palle ste famiglie con i bambini che devono per forza parlare cinque lingue a otto anni ma lasciateli in pace sti bambini no? (di solito quelle che lo vorrebbero ma per varie ragioni non lo fanno.) insomma che palle. io continuo imperterrita, ci provo ma chiaramente spesso non ci riesco e così finisce che gli parlo sia in italiano che in inglese. seguo i tuoi consigli e di solito i momenti della lettura e del gioco sono in inglese così che lui individua perlomeno delle aree. michelangelo ora ha undici mesi e diciamo che io ho cominciato quando ne aveva circa sei. ho mille dubbi. starò facendo bene? non è che finisce che lo confondo soltanto? quando comincerò a vedere se ci sono risultati o se sto facendo solo casini?
comunque da blogger oltre che da mamma ti dico che il tuo blog è bellissimo, meraviglioso. pieno di cura e di grande utilità. grazie davvero.
silvia
Bilingue Per Gioco says
Che bella lettera, grazie! Anche se il formato è il commento è decisamente una lettera!
Non conoscevo il tuo blog ma ci sono andata subito e mi sembra molto interessante! Un documentario sul perchè le donne non lavorano quando diventano mamme? Mi piacerebbe vederlo, come si fa? Conosci Working Mothers Italy? credo che ti piacerebbe, io ci credo molto!
Tra l’altro colgo l’occasione per estendere un invito a te e alla altre blogger. Venite su Twitter! Il primo impatto è tremendo, lo confesso, però è davvero efficace nel permetterti di restare aggiornata su ciò che succede sui vari blog, e di partecipare a conversazioni di più ampio respiro.
Detto questo, passo a rispondere alle tue domande. Non avercela con me, ma anche io ti sconsiglierei di cercare di parlare sempre in inglese a tuo figlio. Ha senso solo se per te non è una fatica, se lo è rischia davvero di interferire con la relazione tra te e il tuo bambino, e di frustrarti perchè non riesci a raggiungere i tuoi obiettivi. Identifica invece dei momenti e delle attività da dedicare all’Inglese, ritaglia dei momenti che siano divertenti sia per te che per il tuo bambino e siano alla portata delle tue capacità. I risultati li vedrai sicuramente, in realtà forse sono già sotto i tuoi occhi. Tuo figlio ti capisce quando dici qualcosa in Inglese? questo è un risultato enorme! Non ha senso inseguire la perfezione, cercare di crescere un figlio perfettamente bilingue anche se i genitori sono italiani e vivono in Italia (fanno fatica anche le mamme straniere!) Come ho già detto, diamoci degli obiettivi ragionevoli, non ambiziosi, e stiamo sereni, che già questo vuol dire dare molto ai nostri figli! Poi arriverà il giorno in cui faranno la valigia e se ne andranno per il mondo per i fatti loro costruendo sulle fondamenta che noi abbiamo dato loro.
Grazie ancora per i complimenti, che fanno sempre tanto bene!
L.
silvia says
grazie della tua risposta letizia. e per i complimenti per il lavoro. ti lascio la mia mail così mi mandi il tuo indirizzo di casa e ti spedisco il dvd del mio film. non mi costa niente e sono felice di condividerlo con te. working mothers le conosco, ho avuto contatti con loro, e sono molte le donne nella rete che si occupano di donne e di madri lavoratrici. devo dire che ho scoperto delle cose bellissime sebbene io nn sia una storica della rete perchè lavoro più con la scrittura cartacea e il video. ti manderò il film e mi dirai che ne pensi.
riguardo a noi e al piccolo mic, capisco quello che mi dici e forse hai ragione, dovrei rassegnarmi. però mi viene rabbia perchè io adoro l’inglese e dopo anni vissuti in inghilterra sono perfettamente in grado di sostenerlo nella vita quotidiana. secondo te è giusto smettere per le critiche degli altri?
mic ora capisce già delle cose in inglese perchè le sente ripetere da mesi, capisce quando non si deve mettere qualcosa in bocca, quando si va a nanna, ad esempio o quando si saluta qualcuno. è molto lontana da me l’idea della perfezione, nè voglio stressare lui e me. e soprattutto mi basterebbe già arrivare al bilnguismo passivo, sarebbe già una grandissima cosa per me. per ora è un gioco ed è anche bello perchè è una sorta di lingua segreta tra me e lui. quando gli recito we are going on a bear hunt (che diventa lunghissima) lui beve e ascolta tutto qualsiasi cosa stia facendo. questo mi piace e piace a lui. per il resto il punto è che quando siamo soli l’inglese funziona abbastanza bene quando c’è altra gente io mi faccio un sacco di problemi e dunque parlo italiano. è per questo che ho paura di confonderlo. perchè se come dici tu ad ogni persona è legato un codice se io parlo entrambe le lingue…forse però mi sto facendo (come siamo brave a fare noi mamme) un falso poblema. non so. ti lascio il mio indirizzo mail silviaferreri@gmail.com
com’è andata la decisone importante? sei serena? grazie ancora
silvia
Bilingue Per Gioco says
Silvia,
non devi smettere, e sicuramente non per le critiche degli altri, devi solo trovare un formato, un modo che vada bene a voi. Se parlare in Inglese in presenza di altri ti mette in difficoltà, perchè sforzarti? Trova dei momenti per l’Inglese nei quali sia tu che lui potete rilassarvi e giocare, o parlare (si può parlare anche apparecchiando la tavola) nella più totale serenità. Non gli crei confusione se trovi una routine e la rispetti. Deve sempre essere chiaro sia a te che a tuo figlio quando si parla quale lingua, il momento dell’Inglese può essere associato ad un posto, ad un giorno, ad una situazione o a delle azioni, poco importa, purchè sia una routine, ripetuta e prevedibile. Comunque ti scrivo.
L.