Il papà di una bambina bilingue, italiano e inglese, ci chiede un parere, ma forse non siamo noi il luogo giusto in cui cercare consiglio…
Buon giorno mi chiamo Roberto e sono italiano. Solo oggi ho scoperto il vostro sito provando a cercare tra i vari motori di ricerca e devo dire che mi avete già un po’ incoraggiato.
Il motivo della ricerca è l’ennesima lamentela della maestra di mia figlia Jennifer con mia moglie. Per le maestre (Jennifer ha 4 anni e mezzo e frequenta il secondo anno alla scuola materna) lo scegliere il bilinguismo (almeno qui a Udine dove vivo)non sembra essere una scelta saggia ed equilibrata.
Mi spiego, siamo stati “convocati” a scuola alcune volte e durante queste occasioni le maestre si sono lamentate del fatto che Jennifer non parla italiano correttamente, anzi secondo loro traduce spessissimo dall’inglese all’italiano.
Premetto che noi (io e mia moglie) siamo entrambi italiani ma per varie ragioni (viaggi frequenti in inghilterra, amici inglesi che abitano qui e altro) parliamo fluentamente l’inglese. (if you want I can continue this email in english from now on but I think you got my point…we might not speak an absolutely perfect queen english, but I assure you that despite some inevitable mistakes, we are both more than fluent in english….) torno all’italiano e alle mie preoccupazioni.
Le maestre in particolare lamentano il fatto che altri bimbi figli di immigrati rumeni, albanesi ecc. si esprimono in lingua italiana in modo certamente migliore di Jennifer ( quasi a volerci dire che solo con dei madrelingua in casa la cosa potrebbe funzionare)……..
Devo dirvi che per scelta, sapendo che nel corso del tempo l’italiano sarebbe inevitabilmente diventata la prima lingua o lingua predominante, abbiamo scelto di partire in Inglese con Jennifer, parlandole dalla nascita solo in inglese, tv in inglese, dvd in inglese….introducendo gradualmente poi l’italiano …… parla italiano a scuola e con i nonni, parenti, amici.
Francamente secondo noi Jennifer parla l’italiano in modo più che accettabile (certo commette degli errori, ma secondo noi gli errori stanno diminuendo in modo significativo es. è vero che un anno fa diceva : maestra sono fame, sone sete, sono freddo ecc.) ma noi cerchiamo di correggerla pazientemente e il nostro pensiero è che appena inizierà la scuola (elementare) tutto si sistemerà.
Abbiamo alcuni dubbi, comunque avvallati dalle lamentele delle maestre ……..dal fatto che spesso mischia le 2 lingue….quando non trova la parola giusta nella lingua giusta……
Avete dei consigli da darci?
We are looking forward to hearing from you soon ……
Grazie per il vostro contributo
Roberto e Michela
Roberto,
in tutta sincerità non posso darti un parere. Posso dirti che il bilinguismo di per sè non causa problemi e che mescolare due lingue è una fase normale e passeggera per i bambini bilingui, che peraltro si supera tanto più facilmente quanto meno gli adulti mescolano le lingue. Questo però non basta per poterti dire se Jennifer ha problemi o meno, perchè è anche vero che i bambini bilingui possono avere problemi di linguaggio proprio come i bambini monolingui, e che imputare questi problemi al bilinguismo è sbagliato, ma non vederli perchè il bilinguismo giustifica tutto è pure pericoloso.
Questo per dirti che in caso di dubbio è meglio sentire un esperto. Io posso darti solo pareri generici, che però nel caso specifico possono non essere adatti.
Già che me lo chiedi però devo anche dire che la scelta che avete fatto, in cui entrambi i genitori parlano una lingua che non è la propria madrelingua, è una scelta sicuramente un po’ estrema. Giusta o sbagliata non lo può dire nessuno, perchè non ci sono elementi su cui basare il giudizio, l’unico elemento di confronto sarebbero le famiglie di immigrati che sono più o meno costretti a rinunciare alla propria madrelingua in nome della lingua dominante, ed è evidente che questi casi sono molto diversi dal vostro, sia per quanto riguarda la scelta (volontaria o imposta) sia per quanto riguarda fattori socio culturali facilmente intuibili.
Aggiungo anche che proprio non saprei come interpretare i commenti delle maestre, nel mondo della scuola si trova di tutto. Persone ignoranti e piene di preconcetti come persone veramente dedicate a bambini e premurose, impossibile per me valutare a quale gruppo appartengano le vostre insegnanti.
Detto tutto ciò, il mio consiglio è di consultare un’esperto, qualcuno che possa fare una valutazione obiettiva dello sviluppo linguistico della bambina. Non è facile trovare persone competenti, ma visto che vivete a Udine potreste forse contattare la Dr. Ozbic, che per Bilingue per gioco ha scritto degli interventi molto interessanti sul tema e che comunque non credo viva molto lontano e sicuramente potrà consigliarvi qualcun altro se opportuno.
Spero di esservi stata di aiuto,
L.
Immagine da A Journey Round my Skull
Claudia - La Casa Nella Prateria says
Secondo il mio modesto parere (di mamma di bambini bilingui abbastanza bene informata in materia), se entrambi i genitori parlano in inglese con la bambina, possiamo dire che l’inglese è la sua lingua madre.
Quindi è assolutamente normale che si esprima meglio in inglese che in italiano. Ha ancora due anni di tempo per “impregnarsi” dell’italiano prima di iniziare le elementari. Io direi gentilmente alle maestre di lasciarla (e di lasciarvi) in pace.
Se volete aiutarla in questo senso, magari uno di voi due potrebbe passare all’italiano con la bambina. E’ possibile che lei continui a rispondere in inglese ma questo non è un problema. Impara lo stesso.
L’idea di Letizia di consultare un esperto mi sembra ottima, più che altro per rassicurare voi genitori che per risolvere eventuali problemi che, secondo me, sono solo nella testa delle maestre. 😉
roberto says
grazie Claudia, Elle, Katy Marianna Mariela….(tutte mamme???) e grazie a tutti voi (soprattutto grazie mille a Letizia) per gli utilissimi consigli e le rassicurazioni; come ho già scritto a Letizia, sto facendo tesoro di molti suggerimenti pubblicati nei vari articoli del sito ed in particolare ho tratti spunti dai vostri specifici commenti.
grazie di cuore Roberto
Elle says
Anche secondo me l’ idea di chiedere un parere di una persona competente, uno psicologo del linguaggio, idealmente, o un logopedosta, è la strada migliore – se non altro, per rinforzare con un po’ di serenità e fiducia le vostre scelte in materia linguistica
Ecco il mio piccolo contributo: la mia è l’esperienza molto pratica di un’ insegante elementare a londra: la stragrande maggioranza dei miei alunni (6 anni) a casa non parlano la lingua che si parla a scuola (e, a volte, anche diversa dalla madre lingua dei genitori, tipo genitori che tra loro parlano tamil, con il bambino Hindi, a scuola solo inglese).
Conosco centinaia di bambini in questa situazione, e nessuno di loro a quattro anni e mezzo (che qui è l’ età dell’ inizio della scuola elementare) parla inglese con la stessa fluency di un bambino della stessa età monolingua. Poi, piano piano e quasi impercettibilmente, recuperano questo “terreno perso” (per usare il punto di vista delle maestre della vostra bambina), e quando escono dalla scuola elementare – a 11 anni – l’ unica differenza rimasta percepibile è in termini di accento. Succede sempre, ma ogni volta sembra un piccolo miracolo.
Penso sia facile, umano, preoccuparsi quando si nota che il proprio bambino parla peggio di altri. Ci vuole un po’ fede nel fatto che recupererà, e che l’ aver elaborato un sistema binario di linguaggio sarà un arricchimento , sia in termini pratici, che culturali, che per quello che qua chimano “linguistic metacognition”, la capacità di riflettere sull’ uso e sul potere del linguaggio (su questo i bambini bilingui sono abbastanza impressionanti)
Mi sono dilunguta troppo, ma l’argomento mi è caro.
Spero di essere stata incoraggiante, in bocca al lupo!
Elle
kety says
Caro Roberto,
Io sono italiana, mio marito e’ tedesco e viviamo negli USA. Io parlo fluentemente Italiano, inglese e francese (visto che ho vissuto per anni in Francia) a sto imparando a migliorare il mio tedesco.
Il mio italiano e’ ovviamente infarcito di termini inglesi, francesi, tedeschi e a volte anche “veneti”.
Quando torno in Italia ho bisogno di un paio di giorni per cominciare a “parlare correttamente l’italiano”.
Un giorno mentre andavo a passeggio con la mia bambina di soli 6 mesi, con cui in genere parlo in italiano, ma nel momento le stavo cantando una canzoncina in inglese, ho incontrato una mia amica.
Mi ha salutata e purtroppo non ho connesso il cervello e le ho parlato in inglese, poi nel frattempo e’ arrivato mio marito che mi ha parlato in tedesco e per sbaglio ho presentato mio marito in tedesco invece che in italiano.
Risultato: la mia “amica” ha fatto un sorriso acido e salutandoci ci ha detto “speriamo che vostra figlia non sia confusa da tutte le lingue che parlate…. speriamo torniate a vivere in Italia prima che cominci a parlare…. non vorrete mica che parli Esperanto!”
Siamo rimasti di sasso!
Non avevo mai riflettuto a proposito della percezione che hanno i miei connazionale rispetto alla mia lingua madre! In genere si da’ per scontato che la propria lingua madre sia la migliore!
E’ vero il mio italiano non e’ piu’ quello di una volta, ma ha una cadenza dialettale veneta molto meno marcata di 10 anni fa quando vivevo nel mio “little village near Vicenza”.
Se ho perso a 35 anni l’uso della mia lingua madre e mi ci vogliono alcuni giorni per riaquistarlo… mi sembra ovvio che per una bambina di 4 anni fare un po’ di confusione sia normale.
Il parere di un esperto e’ sicuramente una buona idea.
Il mio consiglio di mamma e’ quello di perseverare nel correggere gli errori ed essere fiduciosi nel fatto che con il tempo tutto si risolvera’….
IN BOCCA AL LUPO
Kety
Bilingue Per Gioco says
Ah, un’altra veneta che se n’è andata… It feels quite lonely here…
Comunque un solo appunto sul “correggere”, tanto per chiarire. Riprendere il bambino non è una buona idea, rischia di inibirlo, lodare comunque lo sforzo e ripetere in forma corretta è una strategia più efficace.
Ciao,
L.
Marianna says
Vorrei aggiungere un pensiero sul comportamento delle maestre, non necessariamente quelle di Jennifer. Si sta parlando di bambini che frequentano la materna e che, data l’età, sono particolarmente predisposti all’apprendimento delle lingue. Tale fase trova il suo picco proprio fino ai cinque anni di vita, dunque l’età di Jennifer è veramente quella cruciale: ormai sa esprimersi, sa usare molti vocaboli, e capisco benissimo la volontà dei genitori di mantenere vivo l’inglese considerando che certamente nel tempo diventerà la lingua secondaria. Mi pare fuori luogo che una maestra si “lamenti” per l’italiano di Jennifer. La bimba andrebbe invece sostenuta e incoraggiata, di comune accordo con i genitori, perché (ovviamente al netto di qualsiasi disagio nell’apprendimento linguistico) la bambina sta semplicemente trovando spazio per accogliere due lingue e questo non è un processo lineare e speculare. Io sono bilingue ma per i primi anni l’italiano è stata la mia seconda lingua e ho dovuto fare un grande sforzo per impararla bene quando mi sono ritrovata a frequentare la primina in Italia. Non ho avuto brave maestre e sicuramente il mio “bilinguismo” non è stato mai considerato una risorsa, o almeno io così l’ho vissuta nei primi anni scolastici. Quindi se da una parte è giusto che le maestre di Jennifer siano concerned riguardo lo sviluppo linguistico di Jennifer dall’altra trovo fuori dal mondo il fatto che si lamentino!
Ciao,
Marianna
Lenka says
Sono pienamente d’accordo, solo che ogni maestra in ogni scuola del mondo farà certamente queste osservazioni. Loro preparano i bimbi per la scuola elementare locale ed in questo caso in Italia.
Al di là che possono approvare o non la scelta dei genitori di Jennifer, che essendo italiani al 100 %, questa situazione di mancata “pietà” si verificherà anche nei confronti di ogni bambino che sarà bilingue o lo cerca diventare grazie alle scelte dei genitori.
Ho una figlia di 5 anni, che oggi parla fluente sia l’italiano che il ceco (che è la mia madre lingua). Non ho ascoltato il mio pediatra che mi ha detto che dovevo parlare solo l’italiano con lei per NON CONFONDERLA. Non ho ascoltato la psicologa del corso pre-parto che mi ha detto che dovevo parlare solo in italiano per NON CONFONDERLA, addirittura mi ha suggerito di dirle ogni tanto qualche parola in ceco qua e là.
Non ho preso in considerazione le maestre dell’asilo statale che mi hanno chiesto se la bambina parlasse affatto l’italiano, quando aveva solo 3 anni e cominciava distinguere tra una lingua e l’altra che poi con grande successo era avvenuto quando aveva 3 anni e ½!
Quando una maestra (capendo dal nome del bambino che non è al 100% italiano) ti dice: “ma la bimba parla italiano?” senza distinguere se si tratta di un problema di comprensione o di disciplina/ubbidienza, cosa uno può pensare? Sta sfruttando la situazione?
ci sono tante figure professionali che lasciano desiderare.. tra i pediatri, psicologi, maestre, sono le persone per bene, per carità, ma non sono documentate! Quindi uno no si deve fermate al primo parere. Bisogna andare in fondo, chiedere il parere alle persone che hanno davvero esperienza in matteria!
mariela says
Anch’io mi trovo in una situazione molto simile a quella dei genitori di Jennifer. Io , argentina, parlo spagnolo con mia figlia di 5 anni. Suo papà italiano, ma lo vede solo a la sera tardi. Il problema forze( credo )è per la somiglianza delle lingue…la bambina confonde spesso le parole e aggiunge s o e dove lei crede. La maestra mi ha detto anche che utilizza poche parole o non riesce a fare un racconto o una spiegazione senza sbagliare lingua.
Io comincio a preoccuparmi per che a settembre inizia la scuola elementare e non so come aiutarla. Forze sarà il caso di sentire uno specialista?
Ho scoperto da poco questo sito e mi sembra molto utile..grazie!
Mariela
Lenka says
IMHO non è perché due lingue si somigliano, ma perché la bambina non ha possibilità di parlare in italiano, più spesso, o con una persona che la segue.
Lei chiaramente parla spagnolo, e suo marito dovrebbe, nonostante gli impegni professionali, lavorare per la parte italiana. Durante il weekend, oppure con un’attività di gioco molto mirata.
Ci vorrebbe una persona che parli con la bambina in italiano, così si bilancerà la situazione.
Una nonna, una zia oppure una ragazza babysitter che verrà a lavorare/giocare con sua figlia solo in italiano. Poi se potrà socializzare con una coetanea/ un’amica bimba che parlerà solo l’italiano, il gioco è fatto!
in bocca al lupo!
aaaa says
Riguardo i bambini figli di rumeni, albanesi, ecc, sarei proprio curiosa di sapere se anche a loro non scappa mai di “tradurre” espressioni, o di usare parole nell’altra lingua: secondo me succede, ma le maestre non essendo assolutamente competenti per queste lingue non se ne accorgono.
Invece, riguardo Jennifer, non mi preoccuperei troppo: vivendo dove l’italiano è lingua maggioritaria non è possibile che non lo impari, e imparandolo da piccolissima, lo parlerà perfettamente. Certo questo è solo la mia opinione, certo non sono un’esperta e nemmeno una specialista, ma: visto che i bambini imparano le lingue da chi sta loro intorno, se papà e mamma mischiano due lingue (perché per loro sono intercambiabili) parlando tra loro e con la figlia, la bambina le considererà intercambiabili e le mischierà… Secondo me, siete voi che senza rendervi conto, usate tutte e due le lingue: fateci caso, e quando potete evitatelo!
Lenka says
Mi perdoni, se il bambino è bilingue, non traduce mai da una lingua in un’altra lingua e viceversa.
Questo facciamo noi, che abbiamo dovuto imparare delle lingue straniere. Infatti, si può notare che il bambino bilingue, secondo delle esperienze acquisite (i.e. conoscendo bene un cartone animato che segue solo in una delle lingue, non riesce “tradurre” questa esperienza di suoni, nomi ed avventure nella seconda lingue; quindi questo significa che si tratta dell’esperienza linguistica acquisita in ogni codice linguistico vissuto).
Jennifer è piuttosto unilingue, la sua madre lingua è solo inglese.
Se genitori di Jennifer adottano il sistema OLOP in una maniera naturale, almeno a casa, ma chiaramente con l’amore e convinzione, Jennifer, prima di andare a frequentare la prima elementare, non avrà degli svantaggi per iniziare la scuola. Nella scuola non si impara solo leggere e scrivere ma farà anche delle prime amicizie, se vivete in Italia. Si sentirà esclusa e non adeguata!
in bocca al lupo!
Francesca says
Ciao
io mi sento bilingue proprio perchè non traduco ….. Se vado in usa o uk e vi rimango per un periodo abbastanza lungo io sogno in inglese e questo penso la dica tutta!! Nel caso della bambina penso che ancora non si possa parlare di bilinguismo essendo stata esposta esclusivamente a casa all’inglese che, come diceva qualcuno, in effetti è la sua madre lingua. Non c’è motivo di credere però che l’italiano non possa subentrare e “crescere” a parimerito dell’inglese. Io l’inglese l’ho imparato a 8 anni frequentando la scuola in inghilterra dove mio padre era stato trasferito per motivi di lavoro, quindi inglese per le canoniche ore scolastiche poi a casa solo italiano, anzi mi ricordo le lezioni in italiano di mio padre perchè appena rientrati in italia avrei dovuto fare la 4° elem e così il programma di 3° l’abbiamo fatto insieme a casa (scusate la digressione ma che barba che era per me!!!), la televisione all’epoca non penso prevedesse altro che rai 1 all’estero e così ricordo i miei pomeriggi con mia sorella sedute sul divano a vedere i Muppet show e a ridere quando sentivamo le risate ma …. senza aver mai compreso effettivamente nulla o giù di lì!! Improvvisamente un giorno mi sono ritrovata a capire quello che gli altri bambini inotrno a me dicevano et voilà !! Da quel giorno è stato tutto un crescendo, poi sono ritornata in italia e l’inglese appariva magicamente ogni anno per un mese (soggiorno in inghilterra tutti gli anni fino ai 17 anni), quindi non è che fosse poi molto visto che a casa per i restanti 11 mesi c’era italiano 100%. Poi arriva la maturità e mio padre propone di andare a fare un anno negli states, purtroppo il mio sweet british accent deve cedere il posto ad un terribile american accent ma, il livello generale del mio inglese è buono. Frequento l’ultimo anno dell’equivalente liceo italiano e i miei voti sono sempre stati anche superiori a quelli dei miei coetanei americani!! Questo per dire che l’esposizione ad una lingua fa tantissimo. Nel caso di jennifer penso, umilmente, si possa ancora stare tranquilli perchè rientra in una sfera di normalità, per esperienza posso dire che se un bambino ha un effettivo problema questo si manifesta in tutte e due/tre le lingue, (ho avuto bambini con serie difficoltà di linguaggio che venivano in terapia da me e dalla mia collega americana. ah sono una logopedista).
Un controllo però per tranquillizzare i genitori potrebbe essere una buona idea.
Ciao
lucia says
ma alla fine a Jennifer com’è andata?
io sto cominciando a prendermi le prime arrabbiature da scuola dell’infanzia…