Che domanda eh? Con questa domanda si apre una pubblicazione che non può non catturare l’attenzione!
I bambini bilingui nei test dimostrano doti di creatività superiori ai bambini monolingui, e questo l’avevamo capito, la ricerca ce lo conferma ogni 2 per 3. Però una volta diventati adulti questi stessi bambini non dimostrano di essere più creativi della media. E questo non lo sapevamo! Per nulla.
Già questa constatazione è secondo me fondamentale, a prescindere dalle conclusioni dell’articolo ci ricorda, a noi genitori che dai nostri figli ci aspettiamo chissà che, l’ho anche cresciuto bilingue per dargli una marcia in più e se non sfonda lo sfondo!, ci ricorda appunto che un bambino bilingue è un bambino a cui è stato fatto un dono, speciale per molti versi, ma non necessariamente un bambino speciale. A questo proposito ho letto qualche giorno fa un bellissimo post su come (non) crescere bambini intelligenti, ve lo consiglio caldamente.
Quindi cosa dice quest’articolo di Kharkhurin, peraltro non recentissimo? Dice un sacco di cose complicatissime, molto tecniche, ma io credo che i punti fondamentali siano questi:
- il bilinguismo stimola la creatività intesa come abilità di attivare e elaborare contemporaneamente concetti anche complessi e attinenti a categorie diverse, ma non la capacità di estrarre e elaborare soluzioni univoche e originali. Insomma tutto dipende dalla definizione di creatività. La creatività che serve al mondo del lavoro non viene necessariamente sviluppata dal bilinguismo, dipende piuttosto dai soliti fattori: intelligenza, educazione, motivazione, ecc.
- pare che il bilinguismo porti ad una maggiore capacità di divergent thinking, ossia il processo che permette di esaminare molte possibili soluzioni, e quindi elaborare idee creative. A questo proposito l’articolo conferma il dato ma propone tutta una serie di approfondimenti sul ruolo giocato da vari aspetti linguistici e culturali che possiamo solo attendere con ansia
- in sostanza gli autori supportano l’educazione bilingue, ritenendo che possa effettivamente aiutare a sviluppare il divergent thinking e la creatività, ma raccomandano che venga inserita all’interno di percorsi educativi che stimolano la creatività anche in altri modi.
Morale? Non cerchiamo di sfornare dei geni, cerchiamo di crescere dei bambini sani, sereni, e motivati. Il bilinguismo è una grande dono per mille motivi, dallo sviluppo celebrale alle opportunità di essere cittadini del mondo, ma nessun bambino è tenuto ad eccellere in alcuna di queste dimensioni. Il bambino bilingue non ha l’obbligo di dover essere migliore degli altri, ha il dono di poter essere pienamente sè stesso in situazioni diverse. E nell’educare i nostri figli non trascuriamo tutto ciò che può stimolare la loro creatività, oggi la creatività può sembrare un gioco infantile, domani sarà un’arma di sopravvivenza in un mondo sempre più sofisticato.
immagine da A Journey Round My Skull
La Stanzetta Inglese says
Ma guarda che bel post ho scovato stamattina. A volte leggendo alcuni commenti su BpG ho l’impressione che siano in tanti a concentrarsi troppo, e quasi unicamente, sugli sviluppi linguistici dei propri figli, perdendo di vista tutto il resto … fase di smarrimento attraversata anche da me, ma decisamente superata. – Graziana