Grazie a tutte per gli auguri! Ieri abbiamo festeggiato i 3 anni di A. e ci siamo proprio goduti la giornata, talmente tanto che oggi mi butto sul lavoro per riposarmi… Scherzo, ma solo un po’…
Comunque ieri, combinazione, sono successe due cose particolari, forse importanti, forse no. Ancora non so.
Mentre giocava intorno a me e la nonna che preparavamo la torta, A. che canticchia e parlotta sempre, ha cominciato a dire “bilingue, bilingue”. Usava la parola bilingue, si familiarizzava col suono.
Interessante, ho pensato io.
Ora, anche se buona parte della mia giornata la passo sul tema del bilinguismo, non è una cosa di cui invece parlo molto nella vita familiare, è un dato di fatto scontato, ogni tanto lo si commenta en passant, se succede qualcosa, se no non ne parliamo proprio. Però, facendo mente locale, nell’ultimo paio di mesi è successo spesso che la gente voglia dire una parola carina, fare un buffetto ad A. ma sentendomi parlare inglese, e non parlandolo, mi chieda, ma non capisce l’Italiano? Al che io immancabilmente rispondo, sì sì, parla Inglese e Italiano, è bilingue.
Deve essere così che A., facendo 2 più 2, ha scoperto di essere bilingue. Non so se abbia ancora connesso che essere bilingue è una cosa piuttosto rara. Non credo abbia ancora associato una valenza emotiva alla parola, tipo che è una cosa bella o brutta. Ne ha solo preso atto, credo. Osserverò gli sviluppi e vi farò sapere. Certo mi sembra una coincidenza interessante che l’abbia capito il giorno del suo terzo compleanno!
Sempre ieri è successa un’altra cosa. Mia madre, la granny, mi ha detto “Guarda che il bambino ha la erre un po’ moscia, dobbiamo fargli fare esercizi di logopedia”.
Oh signore, pure il logopedista? Ok, lo porteremo dal logopedista…
Ma và, fa sempre la granny (maestra in pensione), basta fargli fare esercizi con la erre mentre gioca.
Ahhhhh. Ok.
Così ieri pomeriggio mentre eravamo sul letto e io cercavo di far addormentare lui e lui cercava di NON far addormentare me, abbiamo giocato con la erre.
Piccolo problema, non si può giocare con la erre in Inglese, bisogna farlo in Italiano. In Inglese la erre di A. è impeccabile, è in Italiano che non è abbastanza forte. Come dicono i francesi, noi abbiamo “la erre qui roule”, un’espressione che mi piace moltissimo, mi sembra di vederla questa erre che ti rotola nella bocca!
Quindi, dopo qualche tentavivo a colpi di gRRRanny e simili, ho rinunciato e siamo passati a RRRRosso, RRRRana, RRRospo, RRRRRagno, etc etc. Per l’occasione ho infranto la regola dell’OPOL.
Morale? Il furbetto all’inizio faceva una specie di pernachietta con le labbra poi osso, invece di dire rosso, a furia di ripetere, sempre giocando sul letto, ridendo e coccolandosi, ha cominciato a ripetere le parole che dicevo. La erre è decisamente moscetta per un italiano, ma c’è, diciamo che un abbozzo di erre c’è, credo che si tratti solo di esercizio quindi continueremo con questo gioco.
Per completezza, la R è una delle consonanti più difficili da imparare e di conseguenza una delle ultime a essere imparate correttamente. Non credo che una R un po’ moscia a 3 anni sia un problema, tanto meno un problema dovuto al bilinguismo, semplicemente come tutti i bambini A. sta ancora imparando a parlare bene.
Vi farò sapere come andrà…
Ciao e grazie ancora!
L.
P.S.
La torta era buonissima, nella baraonda non sono riuscita a fotografarla bene, ma era veramente bella. Io e mia mamma siamo un team, lei fa la base, io o lei indifferentemente facciamo la crema, io decoro la torta con tantissima frutta coloratissima! Yummy! Niente gelatina, che è una schifezza, solo una spruzzata di zucchero a velo.
Immagine da A Journey round my skull
Emanuele Ziglioli says
logopedista o speech therapist mi sembra che si usi più nei paesi anglofoni che in Italia, mi sbaglio?
eppure l’inglese ha più suoni vocalici che consonanti secondo me, e quindi più facile.
la r di Marcello è ok, sono le t e le d che non le imparerà mai a pronunciare all’italiana!
Auguri in ritardo!
Bilingue Per Gioco says
Secondo me le imperfezioni di pronuncia nella lingua minoritaria si notano meno, ma nella lingua maggioritaria molto di più.
Comunque mai dire mai Emanuele…
L.
Alice says
Anche per noi la erre é un problema constante (quando Mia parla in italiano). Quest’estate in Italia la prendevano -affettuosamente – in giro quando usava parole con la erre (marrone … ops mavvone) e lei si arrabbiava xché sentiva che loro lo pronunciavano intenzionamente sbagliata ma non si rendeva conto che lei stessa la pronuncia “moscia”. Credo questo l’abbia spinta a metterci piú impegno quando usa parole italiane con la erre e sto sentendo un miglioramento. Abbiamo anche provato “trenta tre trentini….” ma mi sembrava un po’ crudele 😉
gianna says
Intanto, auguri!
Secondo: é veramente cosí importante la faccenda della r? A tre anni sanno veramente pronunciare tutte le lettere in modo impeccabile?
Mio figlio, a 2 anni e tre mesi, non pronuncia ancora tutte le consonanti, la t, la g dura, la s, per esempio, ma anche altre.
Io non ci faccio piú di tanto caso (avesse 6 anni forse sí).
In quanto ad avere una pronuncia perfetta in entrambe le lingue, ti dirò, non me ne cruccio piú di tanto. per me l’importante é che lui usi e capisca la lingua minoritaria senza rifiutarla, poi non mi aspetto e non pretendo che la adoperi bene tanto quanto la primaria, sennó mi sa che per lui diventa uno stress anziché uno strumento in piú da usare volentieri.
Bilingue Per Gioco says
Gianna,
non è sicuramente grave, come ho detto, non è un problema, ma se giocando, senza stress, possiamo correggere tanto meglio. Innanzitutto io considero lo sviluppo linguistico di A., più che l’età per sè, ma dal momento che parla molto, a volte troppo, e molto bene per la sua età, questa cosa si noticchia. Comunque per noi l’Italiano è la lingua maggioritaria, non quella minoritaria.
Intendiamoci, si vive anche con la r moscia senza problemi e non stiamo parlando di sottoporre il bambino a sedute riabilitative, ma di giocare sul lettone con la mamma a dire Rosso, Rana, Rospo, Regola, Rombo, etc. In fondo si tratta di dare stimoli al bambino, tutto qui.
L.
paola says
Morgan usa la r solo in alcune parole, ma quando la usa ne mette tre! In tedesco no problem.
Devo dire che non mi sono proprio posta il problema di correggerlo per questa sua esagerazione, piuttosto lo correggiamo quando non la mette proprio. Poi staremo a vedere!
silvia says
letizia, intanto auguri per il vostro compleanno anche se in ritardo. mi ha colpito questa cosa della r moscia e ti dico la mia. io trovo che i piccoli difetti di pronuncia siano anche belli, certo non quelli che storpiano le parole ma quella r che rotola io la trovo in qualche modo speciale. tutto ciò che è un pò imperfetto è più affascinante della perfezione. io fossi in te me la terrei:))
paola says
Sono perfettamente daccordo con te!;)
Loretta says
Cara Letizia,
anche da parte nostra tanti cari auguri, a Te e al tuo chiacchierone (;-) e scusa il ritardo! Anche la r di Aurora (3,5 anni) e’ ancora moscia ma non mi preoccupo – la correggera’ con il tempo, visto che ha un ottimo udito! Volevo invece dirti che dopo il viaggio in Italia a luglio, la mia bambina e’ diventata ancora piu’ consapevole dell’esistenza delle due lingue in casa nostra. Prima le dicevamo ‘ no, non questo film, scegli tra questi’ ora le diciamo ‘ no, scegli un film in italiano’ e lei se lo prende perche’ sa dove sono! La stessa cosa la sera. Se leggo io la favola prima di andare a letto prende un libro in italiano, se legge papa’ in polacco – probabilmente anche grazie al fatto che le due lingue hanno sempre avuto posti diversi sugli scaffali! Inoltre ho notato che migliorando il suo polacco, la prima lingua, andando all’asilo (dove da quel che mi dicono le maestre non parla mai in italiano) anche il suo italiano e’ migliorato molto, proprio come dice la ricerca! Quindi avanti genitori, perche’ la parola ‘bilingue’ per noi e i nostri bambini sia sempre collegata a valori piu’ che positivi! 😉 Un salutone a tutti
Pepe Coròngiu says
Mio figlio G. quasi 4 anni, trilingue sardo, italiano, inglese, ha problemi a pronunciare r e c gutturale. Che fare? E’ meglio rivolgersi a uno specialista? Aspettare ancora?
Pepe
Marilena says
Noi viviamo negli Stati Uniti e anche se mia figlia ha sempre sentito parlare italiano da me e ha sempre parlato italiano, ha anche sempre avuto molti problemi con la R italiana. Aveva 7 anni quando finalmente e’ riusciuta a pronunciarla correttamente. Pero’ anche adesso devo ricordarle di fare la R giusta quando parla in italiano altrimenti tende a pronunciarla piu’ americana. Tuo figlio pero’ sta crescendo in Italia quindi sicuramente riuscira’ molto prima.
Agnese says
Mio nipote (monolingue) non pronunciava la r fino ai 4 anni, solo a 6 la pronuncia era accettabile… ora non ha alcun problema! Sua sorella ha cominciato a pronunciare bene la r solo a 5 anni.
Mia figlia (4 anni) non ha problemi con la r (in italiano e ungherese e’ pronunciata allo stesso modo), ha avuto problemi in tedesco (perche’ non aveva mai usato un suono simile). Ora non sembra averli…
Mio figlio piccolo (20 mesi) pronuncia ragionevolmente bene tutte le consonanti (escluse r, l (!!!)), mentre le vocali (eccetto la a) lasciano tutte un po’ a desiderare… lui di una parola riproduce ritmo e consonanti molto bene, ma le vocali proprio al momento non vanno! Sua sorella, alla stessa eta’, le vocali le pronunciava benissimo, e se ben ricordo diceva pure gia’ la r (ma non la v, ad esempio).
Ogni bambino nel parlare procede con tempi personalissimi…
Secondo me e’ molto questione di pratica, l’importante e’ non farne una questione di importanza capitale… prima o poi viene.
Sara says
anche il mio bimbo O. (2 anni e mezzo) ha qualche problema con la r… ma come la maggior parte di voi non l’ho mai visto come un problema! Anzi, vedendo le mie nipoti più grandi di lui mi sembra una cosa comune anche tra i bimbi monolingui. Solo ultimamente mi sono un po’ stupita, ma solo perchè non avevo mai nemmeno pensato a questa possibilità, che quando pronuncia le parole in italiano (io gli parlo quasi solo inglese, ma viviamo appena fuori Milano) sembra un piccolo americano che vive qui da poco! Per ora lui tende a parlare inglese con tutti, quindi con l’italiano, nonostante capisca tutto ha qualche difficoltà ad esprimersi, ma conto che con il tempo migliori, oltre tutto da lun abbiamo iniziato l’asilo, vedremo!
L’aneddoto divertente che riguarda la r invece è questo: qualche tempo fa io e mio marito sentendolo parlare non riuscivamo a capire come pronunciasse questa benedetta r in italiano, mio marito allora semplicemente l’ha guardato e gli ha detto: “Ehi, O. prova a dirmi rana” e lui con tutta la spontaneità di un bimbo di due anni l’ha guardato ed ha risposto “frog”, non vi dico le risate che ci siamo fatti! Riproverò magari con una parola che non sa tradurre in inglese!!! 🙂
Emanuele Ziglioli says
Quanti commenti! Viviamo in un’epoca proprio fortunata dal punto di vista della comunicazione. I milioni di emigranti dei passati duecento anni non potevano sognarselo di scambiare le proprie esperienze con così tante persone in posti diversi.
Mi veniva in mente un’altra cosa divertente che non c’entra con la pronuncia, di quando Marcello scambia l’ordine delle parole per seguire quello in inglese. Per esempio: “Che giochi ti piace giocare con?”, oppure: “Non voglio tu prendere quello!”.
Questo mi fa capire come grammatica sia il nome a cui diamo alla struttura di una lingua nel cervello. Nessuno gli ha detto che ‘bring’ in quel caso è all’infinito in inglese. Altre volte poi mi risponde proprio come si fa in inglese ma come non si fa in italiano, tipo se gli chiedo: ‘hai già fatto il bagno?’, mi potrebbe rispondere ‘yes, I have!’.
Il processo di apprendimento di una lingua da bambini e da adulti è proprio diverso. Noi grandi partiamo da un’idea di grammatica e applichiamo regole ed eccezioni, ripetendo e sbagliando alla nausea.
I bambini invece si costruiscono la loro grammatica, sia in una lingua sia nell’altra con molta più osservazione.
Bilingue Per Gioco says
Emanuele,
hai ragione il processo di apprendimento dell’uso della parola è veramente affascinante. Se per caso hai voglia di sbirciare nei meandri di questo mondo complicatissimo ti consiglio questo libro: The language instinct . E’ un’opera divulgativa, quindi non troppo complessa, ma dà un’idea abbastanza chiara di quanto sia stupefacente questo processo e di come i bambini arrivino a crearsi una grammatica da un insieme di suoni che li investono da mattina a sera.
L.
Emanuele Ziglioli says
Grazie del consiglio! ho visto che il libro è stato rivisto e ristampato nel 2007.
Ma le recensioni su amazon me l’hanno ammazzato! Son sicuro che mi divertirebbe leggerlo ma anche Sampson sembra aver ragione: http://www.grsampson.net/Contribs.html#lhm
Bilingue Per Gioco says
Beh, diciamo che la tesi della lingua come organo è veramente controversa, e sicuramente il libro va preso with a pinch of salt, però l’illustrazione dei meccanismi che portano al linguaggio è veramente interessante. Personalmente non mi sono lasciata trasportare fino alle estreme conseguenze suggerite dal libro…
L.
Leopoldo says
la erre si dice mouillée o roulée ? Grazie