Carissima Letizia,
innanzitutto colgo nuovamente l’occasione per farti i complimenti, perche’ il tuo blog e’ davvero bello e tu sei bravissima, inoltre ti scrivo per avere un consiglio! Cristian ha 2 anni, in casa parliamo in inglese perche’ mio marito e’ Macedone ma ha vissuto 17 anni negli Stati Uniti, io ho trascorso 4 anni a NYC, quindi la “nostra” lingua e’ appunto l’inglese; ovviamente viviamo in Italia, C. frequenta l’ asilo e vede molto spesso i miei genitori quindi e’ piu’ esposto all’Italiano. Prima dell’ estate infatti parlava pochissimo, anzi non diceva praticamente nulla, a parte l’ inizio di qualche parola in italiano e soltanto un paio in inglese; oggi invece, dopo essere stati al mare quasi due mesi, posso felicemente affermare che dice anche una quindicina di parole in inglese! E la mia gioia e’ immensa!
Ora la mia domanda e’: mercoledi’ ricomincia l’ asilo….si dimentichera’ o comunque sostituira’ le paroline che ora mi dice in inglese con quelle in italiano secondo te? Mi spiego meglio….forse e’ sciocco, ma quando non vorra’ che gli lavi i capelli, continuera’ a dirmi “Mama heer no” o credi che mi dira’ “Mama capelli no”?
Grazie ancora e un abbraccio!
Paola
Paola,
chissà…
Ovviamente non posso fare pronostici, ma ha importanza? Mi sembra di capire che voi utilizzate il metodo Minority Language At Home (o sbaglio?), con questo metodo in genere i bambini hanno molta esposizione anche alla seconda lingua, ed è veramente improbabile che non la imparino, almeno a livello passivo. Certo che poi la usi a livello attivo o meno dipende anche da quali sono le sue opzioni e incentivi. Magari sarà più facile che usi l’Inglese per parlare col papà che con te, visto che capirà ben presto che l’Italiano è la tua lingua.
Il fatto di andare all’asilo dove viene esposto solo all’Italiano ha un impatto, impossibile negarlo, ma non vuol dire affatto che non parlerà Inglese. Alla fine il problema vero nel crescere i bambini bilingui spesso non è come insegnare le lingue ma come motivarli a parlarle, la motivazione è l’ingrediente segreto. Non credo che atteggiamenti coercitivi aiuterebbero (non lo dico perchè penso che tu li adotti, ma per completezza), molto meglio assicurarsi che i genitori si adeguino sempre alla routine scelta, e quando il bambino dice una cosa in italiano fare un gran sorriso, e ripeterla in Inglese, senza mai “punirlo o rimproverarlo”. Ti rimando a questo post, 4 metodi per motivare in maniera efficace, che per l’occasione mi rispolvero anche io, perchè fa sempre bene tornare a riflettere su alcuni punti e rivedere se ci stiamo comportando coerentemente con i nostri programmi o meno.
C’è anche da dire che magari il bambino ha delle fasi, in alcuni momenti parlerà più Inglese e in altri meno, a seconda di tanti fattori diversi. L’importante è che voi genitori siate costanti, non cambiate anche voi le vostre abitudini.
Prima di finire però ti faccio anche io una domanda. E il Macedone? La lingua madre del papà non ha proprio uno spazio nella vostra vita? Non avete nonni e zii in Macedonia? La lingua non è solo uno strumenti pratico, è anche identità, e prima o poi probabilmente vostro figlio vorrà scoprire anche cosa vuol dire essere macedone, non credi?
Ciao, e grazie per i complimenti,
L.
Immagine da A Journey Round my Skull
Sara says
ciao Paola ti posso raccontare la mia esperienza.
La mia bambina più grande l’anno scorso ha cominciato l’asilo. Parlava poco, in generale, soprattutto con gli estranei, ma le maestre si sono accorte che non capiva l’italiano. In realtà secondo me, lo capiva ma meno, l’inglese era la lingua che aveva scelto.
Andando a scuola, ovviamente ha imparato l’italiano. Con me continuava sempre a parlare molto più inglese.
Quello che ha in realtà ha dato il “colpo di grazia”, è stata la lunga vacanza con la nonna e i cugini che non parlano l’inglese. Due mesi con pochi stimoli inglesi le hanno perfezionato l’italiano. Ci sono espressioni che conosce in inglese, come latte non lo dice mi chiede sempre “milk”, ma tornare come prima per migliorare è un processo lento. Io le parlo sempre in inglese e lei capisce benissimo tutto quello che dico, però come mi piacerebbe sentirla parlare molto di più in inglese.
Sara
Pepe says
Sono d’accordo che il macedone, o qualunque altra lingua della Macedonia, non vada dimenticato. Il bilinguismo, o trilinguismo, fa bene ai bambini, e alle famiglie, a prescindere dallo status sociale della lingua (per chi legge Antonella Sorace questo è ovvio). L’identità macedone del padre è molto importante da preservare. In quanto al fatto di parlare in inglese non mi preoccuperei: se c’è coerenza in casa, averrà molto presto.
paola says
Infatti da un po’ di tempo abbiamo iniziato a introdurre il macedone nella sua quotidianita’ ma a piccole dosi! Tipo quando gioca con il papa’, magari lui chiede a Cristian di dargli il 5 e glielo chiede in macedone, oppure di tirargli il pallone, o di andare insieme a prendere un bicchiere d’ acqua….Vedremo!
Nel frattempo ho notato con piacere l’ altro giorno che, dopo averlo prelevato dall’asilo, gli ho chiesto cosa aveva mangiato e lui mi ha detto EPPOL! che nel suo inglese e’ ovviamente apple…. Inglese 1-Italiano1, palla al centro e vediamo chi segna il prossimo goal!
grazie per aver condiviso le vostre risposte!
paola
Graziana says
Nel mio caso invece il problema è il polacco …mio marito è polacco, io italiana, tra di noi parliamo sia in polacco che in italiano. Mio marito parla con la nostra bimba B. (che ha 2 anni) in polacco e lei lo capisce e gli risponde pure in polacco…ma non le vuole leggere niente in questa lingua, né farle ascoltare canzoncine o vedere cartoni animati ecc. Entrambi inoltre vorremmo che la piccola imparasse anche l’ inglese, e le proponiamo l’inglese cantando canzoncine e leggendo libri…Però mi chiedo sempre se stiamo facendo la cosa giusta. Trovo un peccato che la lingua polacca si riduca al dialogo tra B. e il papà. Il problema è che lui crede che il polacco non le servirà a niente e sia una lingua “sfigata”.
Un caro saluto a tutti i lettori di questo bellissimo sito
Graziana
Barbara says
E perchè non provare a chiedere a una delle insegnanti dell’asilo di rivolgersi al bimbo/a in inglese (naturalmente se lo sa). A me capita che mi venga chiesto di rivolgermi solo in italiano a bambini americani che vengono all’asilo (forse perchè i genitori desiderano che imparino subito l’italiano…o hanno timore del mio accento?? mah); ci sono genitori che mi chiedono di parlare in inglese ai loro figli inglesi e in tedesco ai bimbi tedeschi. Ognuno avrà il suo perchè. Io non ho fatto troppe domande . Anche tu Paola hai le tue motivazioni e potresti provare a chiedere.
Una cosa che non centra nulla…come mai non scrivete i nomi per intero dei vostri bimbi? Sarebbe curioso sapere come si chiamano..se li avete chiamati in base alla vostra lingua-cultura o passione ecc. A presto.