Benedetta ha 19 anni e una mamma come noi, una mamma che le ha permesso di imparare l’Inglese fin da bambina. A raccontare la storia non è la mamma, ma Benedetta, ragazza veramente sorprendente. Racconta una storia non sempre facile ma ricca di soddisfazioni, una storia che la porterà lontano, ne sono certa.
Prima email, fine Luglio:
Ciao L. Sono Benedetta e ho 19 anni.
Mi sono iscritta al tuo blog circa un anno fa e quotidianamente leggo tutti i consigli e le esperienze che scrivi su questa magica scatolina…
Al momento sono in California per studiare inglese e, ricollegandomi all’ultimo articolo…sì, è davvero difficile adattarsi a culture, sapori ed odori diversi.. mi fa molta paura tutto questo nonostante fosse IL MIO SOGNO venire negli States…oddio..sara perche sono qui da soli 3 giorni e quindi mi devo ancora ambientare…ma giuro che adesso come adesso vorrei stare sotto i mobili o il letto per almeno 2 settimane come i gatti !!!
Aspetto con ansia consigli e suggerimenti!
Un abbraccio dalla nuvolosa San Diego.
B.
Seconda email, fine Agosto:
Ciao Letizia.
Sono Benedetta, ti scrissi circa un mese fa, impanicata dal fatto di essere negli States da sola e di non sapere come fare ad ambientarmi.
Dopo circa 1 mese emmezzo eccomi qui a scriverti di nuovo per raccontare finalmente questa fantastica esperienza!
Ma partiamo dal principio..
Sono nata e cresciuta a Milano con una mamma decisamente open minded, ho avuto dall’età di 5 anni fino ai 9 circa, una baby-sitter con la quale parlavo in inglese tutto il giorno e così facevo anche con il suo fidanzato Peter, di Londra. Giocavamo, facevo i compiti e senza rendermene conto ero arrivata a pensare in inglese.
Purtroppo però avendo trovato un lavoro a tempo pieno, M. se ne andò.
La mamma però non si è data per vinta, ha continuato a farmi fare lezioni di inglese dopo la scuola con diverse insegnanti madrelingua per non farmi perdere quello che avevo imparato, l’arrivo alle scuole medie è stato disastroso (a livello di lingua) ho preferito omologarmi piuttosto che essere presa in giro dai miei compagni per la mancanza di accento italiano e così è stato anche alle superiori in cui le prese in giro sono perfino aumentate al punto da rifiutarmi di leggere in classe o inventarmi di avere mal di gola pur di non farlo.
La mia rivincita è arrivata il 2 luglio 2010 il giorno degli orali di maturità..ho portato “il viaggio” come tema, vocalizzandomi sulla cultura aborigena Australiana sia in italiano che in inglese..quando ho cominciato a parlare di “mutant message of downunder” ..mi si è riaperto il mondo che io stessa avevo chiuso per evitare di sentirmi diversa, le parole hanno cominciato ad uscire in modo sorprendentemente fluido e senza fatica, mi sentivo sicura e finalmente fiera di me, improvvisamente non avevo più paura di parlare in inglese!!
Con lo stesso coraggio ho preso 22 giorni dopo l’aereo per gli States.
Provavo paura mista a felicità, stanchezza mista ad adrenalina..voglia di tornare a casa e voglia di volare…
Ma ho resistito alla “via” più semplice, alla via che alcuni potrebbero scegliere perchè più comoda e meno faticosa..ho resistito alla nostalgia di casa e alle amicizie italiane. E’ stato molto molto difficile ma sono felicissima di esserci riuscita perchè grazie alla scuola d’inglese (fantastica), alla famiglia (super cool) e anche alla mia testardaggine oggi capisco il 90% di quello che la gente dice..non ho bisogno di tradurre in italiano, anzi, a dirla tutta, a volte non mi vengono le parole in italiano ma direttamente in inglese, ormai parlare in inglese è tornato ad essere la normalità non qualcosa di cui vergognarsi.
La vita qui a San Diego è molto più semplice rispetto all’ Italia, i ritmi sono più rilassati e la gente più easy, splende SEMPRE il SOLE e L’OCEANO è DI UNA BELLEZZA SCONVOLGENTE, ci si può trovare tra gli hippie che suonano la chitarra tutto il giorno, l’uomo d’affari che corre verso l’ufficio ed il surfista (non c’è bisogno di commenti ihih…) che si tuffa tra le onde senza pensarci due volte…
Qui ognuno ha i propri tempi, nessuna fretta, e tanti sogni..
Io per adesso, cerco di capirmi e di imparare… con i miei sogni che fanno da cornice alla fine di una giornata.
un abbraccio.
P.s. : ho una domanda finale.. hai mai parlato nel blog di bilinguismo e disturbi specifici dell’apprendimento?
have a Good Day 🙂
Abby
C’è bisogno di commentare? Non credo. Solo un augurio, anzi due.
A Benedetta l’augurio di una vita serena, ricca di soddisfazioni, una vita in cui ci sia sempre spazio per sognare e la forza di realizzare i propri sogni. A tutti noi, l’augurio che ci siano sempre e sempre di più ragazze e ragazzi come Benedetta, capaci di progettare e pieni di fiducia.
Per rispondere all’ultima domanda di Benedetta, mi sono occupata marginalmente in un paio di casi di bilinguismo e disabilità, se ne parlo poco non è per mancanza di interesse ma per rispetto. Gli esperti dicono sempre che per i bambini con disabilità il bilinguismo è un dono esattamente come per i bambini normali, etc etc. Una volta una mamma mi ha risposto bisogna passarci per capire, e sono d’accordo con lei. Invito chiunque abbia esperienze dirette a condividerle, con molto piacere, ma risparmio i facili consigli…
Ora Benedetta però sei tu che mi devi una risposta, perchè una ragazza di 19 anni legge da più di un anno Bilingue per Gioco, un sito popolato quasi esclusivamente di genitori? Qual è il tuo interesse?
Grazie per le tue lettere!
L.
Immagine da A Journey Round my Skull
Daniela says
Ciao Benedetta!
leggendo della tua esperienza mi sono tornati a galla così tante sensazioni e ricordi che mi è venuta subito voglia di scriverti!! Innanzitutto ti vorrei fare un grande in bocca al lupo per i giorni/mesi che passerai ancora negli states, che siano tutti ricchi di esperienze e indimenticabili, e che se qualche giorno in città o dentro di te pioverà sarà una cosa normale, che i giorni belli e quelli brutti ci sono dovunque l’importante è non scoraggiarsi mai, ma vedrai che sarai giorno per giorno sempre più forte! Io sono andata per la prima volta negli states per fare il quarto anno delle superiori, mia mamma non era mai stata all’estero, ma si è convinta a lasciarmi andare quando ha visto quanto ci tenessi a fare questa esperienza (ero più testarda o incosciente?) 🙂 e quanto potesse importante per me e il mio futuro: io sono capitata in nebraska, middle of nowhere, solo wasps per miglia e miglia e le riserve di indiani. Parlavo coi miei al telefono ogni 15 gg, non ho detto una parola di italiano con nessuno e ogni tanto mi scrivevo su un quaderno le parole in italiano che avevo messo giorni a ricordare per paura di scordarmele di nuovo! Capisco le tue letture del blog: se ci fosse stato internet e bilinguepergioco anche i miei giorni bui sarebbero stati più colorati e mi sarei sentita meno sola!
Quando sono tornata mi ero scordata anche la pronuncia italianizzata di alcune cose tipo “mcdonald’s” e i miei amici mi scherzavano un casino! facevo anche errori del tipo che rispondevo in maniera sincopata anche in italiano es. “si fammi!” e non ho avuto la vita facile in compagnia… senza contare poi anche riadattarsi, era tutto più piccolo, tutto più stretto e tutto più affollato! e cosi difficile da raccontare e condividere, le distanze si erano fatte incolmabili… ma come vedi oggi come allora quando ci penso i ricordi mi sembrano così vivi e reali tutto fa ancora parte di me, io sono così perchè ho fatto quella esperienza, tutto ciò che è venuto dopo ne è stata la naturale conseguenza, le mie amicizie sono cambiate, si sono allargate e arricchite. Ed è per questo che ora è normale per me parlare in inglese con la mia bimba, per potere condividere con lei una parte di me che ho dovuto tenere per anni in disparte.
Ops ora si è svegliata e devo andare… comunque tieni duro, cammina sempre a testa alta a s.diego e a milano, gli altri saranno solo invidiosi…
un bacione
dani
Benedetta says
Hei Letizia!!
Sono arrivata in Italia stamattina alle 10.00 dopo 18 ore di volo -.-” (oh my Gosh).
Noi siamo ( non so se mettermici dentro anche io..) bilingue, perchè voi mamme per prime avete creduto che crescerci in questa maniera fosse un “DONO”. E’ GRAZIE A VOI MAMME..a voi, che credete in noi sempre e comunque e non mollate mai..anche quando la stanchezza e la tipica frase “ma perchè lo sto facendo” vi assale fino a non farvi focalizzare più lo scopo.
E’ grazie a voi se possiamo osservare il mondo da un’altra prospettiva, non perchè siamo geni, ma perchè Voi ci trasmettete la passione a scoprire con mille occhi diversi..e questo ci permette di non aver paura delle situazioni “diverse”, o meglio non consuete e comuni, ma di viverle con curiosità ed Amore.
Noi Donne e VOI, MAMME..siete in grado di “combattere”, di essere costanti e tenaci, contro e con figli, che vi combattono a loro volta. SIETE GUERRIERE ARMATE D’AMORE…è QUESTO CHE FA LA DIFFERENZA…NON C’è ARMA CONTRO L’AMORE, E PER FORZA DI COSE PRIMA O POI SAREMO NOI A SMETTERE DI COMBATTERVI E A RINGRAZIARVI PER NON AVER SMESSO DI LOTTARE PER NOI. QUINDI NO, NON SIETE ROMPI..(LO PENSAVO ANCHE IO ANNI FA..QUANDO MAMMA MI FACEVA FARE LEZIONI D’INGLESE) ma adesso so che SIETE MAMME E COME TALI..SFIDATE IL MONDO PER POTER DARE A NOI DELLE OPPORTUNITà UNICHE..”LA LIBERTà”,”L’INDIPENDENZA” E LA CONSAPEVOLEZZA DI POTERCELA FARE DA SOLI. Per me è anche questo essere bilingue. 🙂
Ho iniziato a leggere il tuo blog per caso ad essere sincera..stavo cercando dei metodi per crescere i miei cuginetti di 3 anni (per quanto mi è possibile) BILINGUI. Ho cercato e cercato finchè IL TUO BLOG NON è ARRIVATO A ME. Così ho iniziato a leggere i post e mi sono accorta che poche persone hanno ( a mio modesto parere) la tua capacità di trovare un equilibrio magico tra ascolto e consigli, siano essi tratti dalla vita, da letture o da ciò in cui credi.
PERCHE’ TU LETIZIA CI CREDI..LE MAMME CHE TI LEGGONO CI CREDONO E TI CREDONO..
E ANCHE IO, PUR NON ESSENDO MAMMA, CI CREDO. TI CREDO.
credo nel modo in cui hai dimostrato che tenacia costanza e passione se ben bilanciate possano aiutare i bambini a familiarizzare e far loro una seconda lingua.
Trovo interessante che si parli nella Nostra Italia, di bilinguismo, cosa che si trova molto più facilmente negli altri paesi…MA QUESTO é IL NOSTRO PAESE…E NOI PER PRIMI NEL NOSTRO PICCOLO POSSIAMO E “DOBBIAMO” FARE QUALCOSA PER MIGLIORARLO. TU LO STAI FACENDO ATTRAVERSO QUESTO FANTASTICO BLOG..ATTRAVERSO LE INFORMAZIONI MAI BANALI E SEMPRE PRECISE CHE DAI.
TROVO SORPRENDENTE LA TOTALE PASSIONE PER CIò CHE FAI.
Benedetta
Bilingue Per Gioco says
Non so cosa ne pensate voi, ma io non riesco a smettere di leggere questo commento. Non capita tutti i giorni di vedere (leggere) di ragazzi di 19 anni che invece di lamentarsi di tutto o fregarsene di tutto dicono grazie, grazie alla mamma, grazie ad altri genitori che vogliono un futuro migliore per i propri figli, e quindi per la società intera. Per un momento, mi viene da pensare…. ma forse… forse… forse c’è speranza!
Grazie Benedetta, e grazie anche alla tua mamma, spero che leggerà le tue parole, che sappia quanto tu la stimi per ciò che ti ha regalato. Grazie anche per l’affetto e la stima che mi dai, credimi mi inorgoglisce.
Dì un po’ Benedetta, ora che farai? Se possiamo aiutarti nelle scelte condividendo le nostre esperienze dì pure.
L.
Benedetta says
Cara Letizia,
mi chiamo anche io Benedetta anche se di anni ne ho 38 e non 19. Abito a Firenze e sono traduttrice.
A 6 anni mia mamma mi ha iscritta ad un corso di lingua con una insegnante londinese invece che al tipico corso di danza classica frequentato dalle mie coetanee (con parecchie mie rimostranze!). Da allora ho sempre frequentato corsi di lingua, in quinta elementare fu ospitata una classe inglese nella nostra scuola ed ero l’unica della mia classe capace di conversare con loro (la danza classica è importante ma non permette di comunicare in inglese!).
Il trauma fu alle medie, abituata a studiare anche piuttosto intensamente inglese ed avendo un’insegnante londinese il mio accento era tipicamente inglese, pensavo in inglese e scrivevo senza problemi; alle medie però tutti parlavano l’anglocafone cioè l’inglese italianizzato e tutti mi prendevano in giro per il mio accento. Non mi sono omologata, sono testarda e ho preferito isolarmi. Studiavo ancora inglese ed avevo una media molto alta visto che l’insegnante pur non parlando un inglese perfetto mi dava comunque voti alti. In seconda media cambiai insegnante e creò dei gruppi differenziati, a me proponeva libri da leggere aggiuntivi visto che mi annoiavo, sono arrivata in terza media che leggevo i Penguin originali.
In prima superiore i miei fecero l’errore di farmi frequentare una scuola pubblica, un istituto per il turismo perché io volevo studiare 3 lingue ed era l’unica scuola che ne ammettesse 3. Fu un disastro e i miei mi iscrissero ad un liceo turistico (credo che non esistano neppure più!) ovvero simile ad un liceo linguistico ma con 3 lingue. Da lì l’università e la carriera di traduttrice.
HO una figlia, Matilde, di 3 anni, da 1 anno studia tedesco. Il regalo che mi ha fatto mia mamma voglio non sia perduto e voglio farlo a mia volta a mia figlia.
Ti assicuro però che è dura. Adesso mia figlia frequenta la scuola materna, per poterla far uscire prima per frequentare il corso di tedesco ho avuto dei problemi, la scuola italiana è inflessibile su queste piccole cose ma poi non dà niente….perchè mettermi i bastoni tra le ruote se voglio aiutarla a sviluppare il proprio potenziale?
Ciao,
Benedetta
Bilingue Per Gioco says
Benedetta,
mi domando anche io cosa fanno a scuola i bambini bilingui durante l’ora di Inglese, ho sentito un paio di storie in merito e magari ci torniamo con un post dedicato.
Però secondo me bisogna distinguere, un conto è se abbia senso far fare ai bambini l’ora d’Inglese quando lo parlano meglio dell’insegnante. Un altro conto è far uscire prima i bambini per fare delle attività extrascolastiche, purtroppo mi vedi spezzare una lancia in favore della scuola. Le insegnanti sono poche e hanno tanti bambini, se ognuno dovesse uscire ad un orario diverso la situazione sarebbe difficile da gestire, poi non so da te, ma qui da me sono previste due fasce orarie per l’uscita, 13-13.30 o 16, secondo me è legittimo che la scuola chieda di attenersi a questi orari a meno che non ci siano motivi gravi.
L.
Benedetta says
Hey L. Sono Benedetta/Abby, quella di 19 anni XD
Sto cercando di scegliere la facoltà universitaria e sono molto molto indecisa su cosa fare.. mi piacerebbe fare Lettere con indirizzo comunicazione interculturale o scienze politiche con indirizzo cooperazione internazionale e pace, tra l’altro.. non so se è meglio cominciare subito o prendermi prima un anno per imparare bene le lingue… O.o
consigli al riguardo?
Baci Abby 🙂
Bilingue Per Gioco says
Non sono in grado di consigliarti tra lettere e scienze politiche, forse qualcun altro? Ti consiglio invece di iniziare presto l’università e finirla presto, di fare l’erasmus e poi dopo l’università andare subito a fare esperienza all’estero. Ti consiglio di non guardare all’Italia come tuo orizzonte lavorativo ma al mondo, se ci sono temi che interessano seguili, usa internet, approfondisci, fai esperienze collegate anche durante gli studi.
Ti svelo poi un segreto, che vorrei qualcuno avesse detto a me tanto tempo fa:
In Italia il corso di studi che scegli segna il tuo futuro. Se fai lettere poi insegni. All’estero no, soprattutto nei paesi anglosassoni. Studi quello che ti pare, completamente, ti prendi questo lusso, e poi entri nel mondo del lavoro a 21 anni e puoi fare qualsiasi cosa, imparerai sul lavoro a lavorare, nulla ti è precluso. Quindi studia quello che ti pare, ma studialo bene, coltiva bene i tuoi interessi extracurriculari, usa sempre l’iniziativa e la creatività (c’è fame di creatività nel mondo del lavoro, e non solo nella moda) e poi vai!
Ah, altro consiglio. Lavorare per le grandi organizzazioni internazionali è molto remunerativo, ma molto frustrante. Se hai degli ideali veri, se vuoi che il tuo lavoro abbia impatto e cambi la vita delle persone, lascia stare. Il mondo del no profit è un mondo affascinante, ma no profit in Europa vuol dire UK, really. Cioè per lo più Londra. Dobbiamo vedere come sopravviverà il no profit alla crisi della finanza, ti sembrerà strano ma c’è un forte legame tra questi due mondi, nel frattempo però se ti interessa buttati, collabora, fai internships, l’esperienza sul campo conta molto in questo settore.
L.
alice says
Benedetta,
la mia formazione e’ completamente diversa (ingegnere) ma concordo in pieno con Letizia: fai l’universita’ subito, in fretta, possibilmente con Erasmus (quanto mi e’ mancato!) e scappa a fare esperienza all’estero! Le lingue sono “tools not targets”
in bocca al lupo per tutto!!!
Benedetta says
Grazie mille per i consigli!!! 🙂
Prima mi stavo interrogando su “quand’è che si diventa grandi??” I mean..cavolo non ci avvisa nessuuuno!!! Bastano 3 giorni di maturità e sei già GRANDE..FA PAURA ANCHE LA PAROLA… uf.
E’ davvero difficile..le scelte, le responsabilità..i prezzi da pagare per quest’ultime mica sono uno scherzo e poi molte volte non c’è tempo per ricordare i bimbi e le bimbe dentro di noi…non ci prendiamo più cura di “Noi Bambini”.
Forse è per questo che non so ancora che fare, che sto cercando di allargare il tempo …forse per la paura di perdere la io bambina, o per paura di conoscere la io “adulta”..come si fa a farle combaciare, o meglio, a prendersi cura di loro insieme senza dimenticarsene una?
Voglio giocare ancora un po’ con le paperelle..come A, anche se non è più il mio tempo… XD
Ma mi sa che anche questa volta…sarà la mia “pancia” a decidere sul da farsi…!
G.Night B.
Bilingue Per Gioco says
Mai smesso di giocare con le paperelle, figurativamente parlando. Le paperelle di volta in volta sono state le serate con i miei amici internazionali, i weekend con la valigia in mano, i cinema assolutamente unici di Berlino, i concerti jazz e quant’altro. Come un bambino che gioca con le paperelle, anche io ho imparato molto giocando con le mie paperelle figurative. Ora, si dà il caso, siamo tornati alle paperelle in senso letterale. Torneranno anche i concerti jazz prima o poi, o no?
L.
P.S.
A pensarci bene, anche Bilingue per Gioco è una paperella…
Federica says
Che bello leggere la tua storia Benedetta! Mi associo al coro di complimenti e di in bocca al lupo! Se posso darti un consiglio da “basso” della mia esperienza: non pensare troppo a trovare risposta a domande esistenziali molto complicate! È la vita che ti aiuterà a rispondervi e te ne accorgerai quando meno te lo aspetti! Tu segui solo il tuo cuore ed il tuo stomaco a costo di fare cose assurde e strampalate! Te lo dice una sognatrice e sperimentatrice entusiasta sempre della vita come me: sono diventata mamma a 25 anni, ne ho 26 e oggi pomeriggio ho ballato wakawaka con la mia pagnottella! Mi sono divertita tantissimo (altro che paperelle!!!)
……tranquilla….la “bimba” che è in te resterà sempre viva…. basta coccolarla ogni tanto! Un bacio
Benedetta says
ahahaha WakaWaka che bellaaaaaa!!!! XD
grazie mille..davvero a tutte voi..non avete idea del sostegno che mi state dando in questo momento in cui i miei da un lato “pushano” x l’uni e dell’altro per londra….bha…. -.-“!!
Spero di seguire il cuore lo spero proprio… 🙂 spero che tutto diventi più chiaro e meno caotico di adesso..
Federica anche tu stai crescendo la tua bimba bilingue?? *-*
Federica says
Magari Benedetta….ci provo! Semino….speriamo Che il mio fiorellino venga su bene! Scherzo! Non me la sento Di utilizzare opol ma fin da quando è nata giochi, libri, video, DVD, canzoni e tv sono in Inglese! Adesso ho anche trovato una super babysitter Che parla Inglese e viene ogni mattina! Vedremo….ma non mi aspetto nulla…so Che nella sua testolina stanno entrando degli inputs importanti e questo mi basta!
Benedetta says
Assolutamente si, non perdere mai le speranze…soprattutto così piccola imparerà in men che non si dica..e poi, se la Nanny parla in Inglese con lei… fidati crescerà sicuramente o quasi, bilingue!!!!!!! Il suo bisogno di comunicare farà il resto.. 🙂 diventerà normale parlare e pensare..e ti stupirai di come, soprattutto all’inizio, mischierà le lingue perchè per lei sarà UNA SOLA LINGUA… 🙂 KEEP GOING FEDE EVERYTHING WILL GO IN RIGHT WAY, I’M SURE 🙂 DON’T GIVE UP!!! 😉
Asia says
Federica, sono iscritta qui da 5 minuti e ho trovato nel tuo post il MIO post. Io sono mamma di 2 bimbi (17 mesi e 33 mesi) e da quando sono nati la TV (comunque mai troppa al giorno, da 30min a 60min al MASSIMO), le canzoni in macchina, i libri ecc sono SOLO il inglese. Da circa un mese ho trovato una ragazza filippina che è madre lingua inglese e viene circa 6h a settimana a casa nostra. Io non so quanto a questo serva, magari a niente….noi siamo madre lingua italiana, mio marito parla inglse e lavora in UK ma non è madrelingua! Forse ci trsferiremo tutti tra pochi mesi, ma io ho paura. paura di mollare tutto!. Intanto il grande conosce tutti i colori, gli animali, i numeri fino a 10, ed alcune paroline in inglese…..diciamo che ha già il livello di inglese che si acquisisce fino alla terza elementare in Italia! escluso lo scritto, ovvio).
Vorrei tanto far loro questo regalo, vivo ‘lontano’ da MIlano e mi è impossibile andare a partecipare a questi gruppi di cui parlate 🙁
Proseguo o serve a poco/niente?
Almi says
Benedetta, che bello il tuo racconto! Grazie lo stampo e lo appendo al frigo in cucina: perché ci saranno momenti in cui mi chiederò “ma chi me lo ha fatto fare?”. Davvero, di cuore, GRAZIE!!! E .. continua a raccontarci di te!