Ora vi dico una cosa, sono una ladra di segreti. Una Robin Hood dei segreti, perchè li rubo e poi li distribuisco. Nella fattispecie c’è un segreto che ultimamente mi tormenta: “Come riuscire a condurre una vita perfettamente organizzata, riuscire a portare a termine tutti i progetti che si vorrebbero fare e al tempo stesso essere una mamma presente, sorridente (per non dire Felice), e pure in forma? (ho la schiena a pezzi!)”.
Allora ho chiesto alle esperte di svelarmi i loro segreti, 4 donne che io personalmente trovo molto inspiring e alle quali guardo con un po’ di invidia, perchè hanno tutte mille progetti e lavori in ballo, ma riescono a gestire tutto con grazia, senza sacrificare il fisico (Claudia della Casa della Prateria), pianificando ogni post con largo anticipo e coordinando un numero imprecisato di persone (Serena e Silvia di Genitori Crescono) e facendo moooolti più progetti di quanti non siano apparentemente visibili senza perdere mai il sorriso e realizzando risultati, possiamo dirlo, strabilianti (Mamma Felice).
Oggi tutte queste blogger ci svelano come fanno a gestire la loro vita con tutti questi impegni e progetti, con un post cooordinato (link sopra), e per coerenza mi ci metto anche io, anche se rispetto a loro sono una principiante.
Una giornata a caso, due giorni fa per l’esattezza.
7.30 sveglia. magari vi sembra tardi, ma la sera prima ho lavorato fino a mezzanotte passata e poi non riuscivo a dormire, cosa che mi sta capitando ultimamente (ho bisogno assoluto di fare yoga, o nuoto, qualsiasi cosa!)
Mummy cos’è?
The alarm.
Cos’è the alarm?
It’s something that tells us it’s time to get up to go to school…
8.00 circa, ci si alza. E tra le 7.30 e le 8? Coccole nel lettone. Mamma come sono belle ‘ste coccole, quando sarà diventato grande, comincerà a puzzacchiare come tutti i maschi, mi risponderà a monosillabi e non vorrà nemmeno darmi un bacio io penserò a questo, alle coccole nel lettone, e mi ricorderò chi me l’ha fatto fare di arrivare fin qui.
8.00-9.00 Breakfast, o bekbast. Lavarsi e vestirsi tutti e due. Abbiamo perso le scarpe di A. Ok, amen, tanto piove e puoi andare a scuola con gli stivaletti di gomma. Yuppy! Gli stivaletti di gomma! Usciamo alle 8.38, con lui che ha in mano un campioncino di crema da hotel (with compliments dell’hotel di Pisa dove sono stata per il convegno) e lo impugna come fosse un microfono cantando. Arriviamo a scuola esattamente alle 8.45, cioè a pelo.
9.15 ok, si lavora. Email arretrate da ieri sera. Un po’ di FB, troppo per la mia routine quotidiana ma oggi ci sono un paio di cose interessanti, come tutti i giorni del resto, solo che oggi forse un po’ di più, ci sono idee che bollono in pentola, collaborazioni, innovazione, fermento… Mamma Felice, che caso, proprio oggi mi butta lì un’idea molto interessante, un nuovo progetto, niente meno!
10.30 cavoli, di già? devo darmi una mossa, devo ancora sistemare i Playgroup del giovedì di Basilica di San paolo e di Parioli. Cioè capire chi viene e chi no (perchè se uno decide che è più lontano di quanto pensava e non riesce ad arrivare in orario e quindi non verrà più, mica necessariamente te lo dice, e poi ci sono sempre persone nuove che vogliono aggiungersi, e quindi bisogna contattare tutti per capire dove siamo, chi siamo, hanno avuto i materiali, hanno confermato? etc…)
11.30 Parcheggio la questione playgroup (che sembrerà una cavolata ma prende ore di tempo, i termini di telefonate, email, etc, oggi poi abbiamo un playgroup che forse cambia sede, un delirio) e scriviamo un post. Vorrei scriverli con anticipo i post (come fanno tutte e tre le esperte su citate), ma molto spesso li scrivo all’ultimo e li pubblico subito. Prima però quasi sempre ho fatto una prima stesura mentale, me li sono già raccontati in testa. Problema, immancabilmente in testa me li scrivo in Inglese, e per scriverli sul serio un po’ li traduco o un po’ li riscrivo, perchè certe belle frasi ad effetto in Italiano proprio non si possono rendere…
13.30sh. A. arriva a casa, è andato a prenderlo il nonno, e mangiamo insieme ai nonni. Avete capito bene, non ho cucinato. A pranzo non cucino quasi mai. Bell’aiuto, lo so.
14.20 sono di nuovo al computer, dovrei rimettermi a lavorare invece arriva una richiesta di aiuto da un’amica, corro. Il lavoro di una blogger sembra solitario ma non è così, siamo un po’ un team, ci aiutiamo a vicenda, e se qualcuna come Design per Bambini chiede una mano, io ci sono, subito, ora.
15:oo ok, al lavoro…. email email non riesco a decidere cosa fare per questo Playgroup da spostare, l’insegnante non è raggiungibile, le mamme mandano email con punti di vista vari… Prendo 15 min per organizzare la mia presenza ad un convegno a Pistoia (a gennaio, figo no?).
Ho il fondoschiena quadrato, se non mi alzo dalla sedia scoppio
15.45 scoppio
16. ok, un’ultima cosa prima di chiudere, stamattina ho promesso su FB, sacralità dei social network, che avrei provato a fare un video. Potrei farlo domani, ma domani troverei un motivo per posticipare ancora, perchè in realtà mi sento molto a disagio con i video, però mi piace guardarli, soprattutto se brevi, e credo che siano molto efficaci. Devo cominciare a fare dei video, tanto vale iniziare oggi. Di cosa parlerò? Di una cosa qualunque. Ma farò solo una registrazione, buona la prima. Hm, la seconda. Ok la terza. La terza non vale, era di 7 secondi, la vera terza è quella buona. Anche se mi accorgo che avevo il microfono regolato basso, non importa, questo è. Ho rotto il ghiaccio, il prossimo sarà meglio.
16.45 Finito, la nonna mi porta A. Smetto i panni della blogger e divento la mamma. Con tutte le banali e semplici incombenze del caso.
17.10 Io e A. usciamo, andiamo in centro in autobus, cerchiamo una cerata per la pioggia (che non troviamo), un gelato (che troviamo, eccome!), un paio di scarpe, trovate anche quelle, e ci guardiamo un po’ di tessue (=statues=statue) e fontane. Si torna.
19.10 Si cena (minestrone già cucinato in precedenza), si balla un po’ (mi fa morire come balla questo cosino di 3 anni), si chiacchera, si legge la storia di squirrel boy e si dorme.
20.45 A. dorme, io ricomincio a lavorare. Finalmente riesco a parlare con l’insegnante che ho cercato tutto il giorno, mi è venuta un’idea per gestire la nuova sede dei Playgroup e passo a mandare email. Nessuno ha commentato il mio video, ecco si fa presto a dire buttati, poi però non trovi il paracadute, nemmeno qualcuno che ti dica, guada, posso darti del feedback? che il feedback lo prendiamo sempre con piacere, si sappia… Tra email, leggiucchiare qualcosa e buttare giù la bozza di questo post chiudo tutto alle 23.30 più o meno. Prima di dormire leggo un po’, un libro che francamente trovo difficile da capire (concettualmente), ma proprio per questo interessante: The Famished Road di Ben Okri.
Nota per tutta la giornata il progettino suggerito da Mamma Felice mi ballonzola su e giù per la testa, una qualche parte del mio cervello continua a processare, ora di sera ho un paio di idee, domani ne parlo con MF.
Ora vi dico cosa NON sono riuscita a fare oggi però.
Non sono riuscita a rispondere a tutte le email che ho ricevuto. Email di richieste di consigli e richieste di collaborazione in particolare. Se tu che leggi hai scritto una di queste email, scusami, sappi che cercherò di rispondere quanto prima, ogni tanto smisto le email che ancora aspettano risposta, sappi anche però che faccio fatica a stare dietro a tutto ma ci provo. Se tra un po’ vuoi mandarmi un reminder fai pure, non mi dispiace e devo dire che spesso funziona, ma se mi stai chiedendo un consiglio e vuoi una risposta urgente e non vuoi nemmeno che venga pubblicato sul blog (senza che ci siano informazioni delicate che richiedono estrema riservatezza), forse mi stai chiedendo un po’ tanto… Se se interessata ad una collaborazione sappi che se non rispondo subito è solo perchè ho le idee un po’ confuse anche io su molte cose, perseverare aiuta però…
Non ho nemmeno lontanamente finito di organizzare i playgroup di Roma nè tanto meno iniziato a affrontare quelli di Milano (dove ho tante famiglie interessate ma carenza di insegnanti) o di Forlì e dintorni (dove invece ho le insegnanti pronte, ora dobbiamo trovare le sedi e farli partire).
Non ho dato che un’occhiata fugace ai dati del blog per capire cosa funziona e cosa no, sappiatelo, per fare un blog fatto bene c’è un sacco di lavoro da fare dietro le quinte, lavoro in cui Mamma Felice è maestra, e io principiante e ignorante.
Non ho quasi seguito Twitter, perchè riesco a seguire un social network alla volta e ultimamente è più Facebook. Poco male direte voi, invece no, perchè su Twitter incontro persone veramente interessanti, c’è uno scambio di idee molto stimolante, e partecipare a questi scambi mi rende più informata e meno isolata (non so se vi siete resi conto che passo la mia giornata davanti ad uno schermo o con il mio bambino…)
Non ho fatto Yoga. Nè nuoto. Ma lo farò, me lo promesso. Devo riprendere a fare i 5 tibetani tutti i giorni, sono un portento!
That’ all folks…
E per inciso, anche se l’idea è stata mia stamattina sono l’ultima a pubblicare il post “Ma come fai a fare tutto?”, confermando, se ce ne fosse bisogno, che loro mi battono su tutta la linea…
Immagine da A Journey Round My Skull
emanuelas says
ciao, non sapevo di questa cosa,
e non so come si fa a fare tutto…ma ho appena fatto questo post: http://emanuelas.splinder.com/post/23517803/quanto-dura
buon lavoro!
e.
Claudia - La Casa Nella Prateria says
Già, non ho pensato alla lista del NON sono riuscita a fare. Io ho enormi difficoltà a rispondere a tutte le mail e in genere mi sento terribilmente in colpa nei confronti di chi mi segue e non sempre riceve un riscontro 🙁
Bilingue Per Gioco says
Same here.
Io ce la metto tutta per rispondere, ma capisco che le persone ti scrivono cariche di entusiasmo e vorrebbero un riscontro adesso, non quando l’entusiasmo si è, fisiologicamente, raffreddato…
L.
alice says
… ho rifatto il letto alle 12.45, sara’ grave?
Bilingue Per Gioco says
sì è grave che l’hai rifatto…
chez moi siamo un po’ boheme, anzi sono…
mia mamma mi ha rotto tutta la vita con la storia del “metti le scarpe nella scarpiera” e ora, indovina un po’, mio figlio mi fa la predica se, anzi quando, lascio le scarpe in giro. e se, anzi quando, c’è disordine, mi dice “chi ha fatto questo macello?”.
I did, can you help me fix it please?
Eccheccavolo! e ha solo 3 anni…
Mia madre gli dice che ogni volta che mi ricorda di mettere via le scarpe gli regala una mentina.
Ma sarà normale?
L.
angela says
il tuo sito per l’inglese è il migliore che conosca in rete complimenti! fai più che abbastanza 🙂
manuela says
Sono finita qui per caso seguendo il filo di claudia e mamma felice e ora leggo il nome della mia città che buffo ora sono ancora più curiosa di scoprire questi palygroup, e mi dedico alla scoperta del tuo blog.
VmnP - Design per Ba says
E menomale che c’eravate tu e Mamma Cattiva, mi avete fatto aprire gli occhi su un progetto importante e ve ne sono davvero grata!
Ora corro a leggermi cosa dicono le altre super-mamme-blogger!
V
p.s. Piú che in un team io mi sento in una grande famiglia con voi!!!
Elisa-mestieredimamm says
bellissimo questo post! noi mamme siamo troppo condizionate dal “dover essere”, dovremmo lasciarci andare anche un po’ di più, facciamo tanto, ci impegnamo fisicamente ed emotivamente (perchè in certi periodi, i figli ti danno filo da torcere in campi prima sconosciuti, certe volte diventa difficile, bello ma difficile) …dovremmo pretendere meno da noi stesse, essere un po’ più amorali e non pensare troppo a quello che non riusciamo a fare (lo dico a te perchè in fondo lo sto dicendo a me stessa!!!) ciao!
Laura says
Grazie per aver condiviso i vostri segreti di time management, materia nella quale sono un po’ scarsa… non oso immaginare come farò quando avrò dei figli! :)))
Inoltre volevo anche porre una domanda a tutte voi in quanto mamme. Io vivo all’estero e per i miei genitori la mia partenza è stata uno shock. Per loro è tuttora una cosa difficile da digerire anche se sono già passati 3 anni. Mi dicono che quando avrò figli capirò il loro stato d’animo. Eppure io vedo qui tante mamme che vorrebbero insegnare ai loro bimbi tre o quattro lingue… e non soltanto perché uno dei due genitori è straniero, ma solo per il fatto di facilitare la propria creatura quando un giorno -presumibilmente- avrà a che fare con genti e paesi stranieri.
Dunque vi chiedo, è possibile avere figli e accettare serenamente il fatto che un giorno forse abiteranno lontani da voi? Io credo di sì, credo che dipenda dalla mentalità del genitore più che altro… ma non avendo figli ancora, chiedo a voi una conferma!
E mi scuso se sono un tantinello off topic… Grazie! 🙂
Bilingue Per Gioco says
Laura,
anche i miei genitori inizialmente non capivano perchè me ne fossi andata, e poi non capivano perchè fossi tornata… Cioè come la fai la sbagli…
Quanto a me come mamma, vedi secondo me è diverso. I miei genitori, immagino anche i tuoi, non parlando le lingue sanno che se me ne vado possono solo restare a casa ad aspettarmi e poi vivono l’estero come un buco nero ignoto che si inghiotte la loro bambina, io personalmente so che se A. andasse a vivere all’estero avrebbe il problema opposto, scollarsi mammà di torno, e sarei meno apprensiva nei riguardi della vita all’estero in generale!
Io, tanto per non sbagliare, gli faccio ascoltare musica brasiliana e gliela canto… Non sarebbe male finire in Brasile a riposarsi…. Scherzo, ma solo un po’…
L.
Laura says
Ahahah un po’ mi consoli… come la fai sbagli… proprio vero! 🙂
Probabilmente è come dici tu, il fatto di non conoscere nessuna lingua straniera e di non sapere prendere neanche un treno o un aereo da soli li fa sentire impotenti e isolati… penso a certi miei amici in california (come faranno i loro genitori?)… io sono solo a 1 ora e mezza di volo e per loro mi trovo all’altro capo del mondo!
Il divario generazionale è troppo grande tra me e loro, alle volte si fatica persino a dialogare -talmente diversi sono i nostri punti di vista!- ma mi auguro che tra me e miei figli sarà diverso… almeno per quanto riguarda i viaggi, le lingue e il vivere all’estero. ^^
Grazie per la risposta molto gradita e anche rassicurante! 🙂
Sybille says
Ah, ho letto con piacere i vostri post “Come fai a fare tutto?”. È stata una bella idea scrivere in diversi blog sullo stesso tema, da prospettive diverse, personali. Per quanto riguarda l’organizzazione della giornata, probabilmente si puó migliorare sempre, anch’io ci provo giorno per giorno ma é un percorso dove non si arriva mai al traguardo, mi sa… 😉
debora says
grazie donne! tiro un sospiro di sollievo e faccio un bel sorriso..oggi poi c’è un sole bellissimo!
anch’io sono una giovane donna mamma separata e responsabile di un’attività semi-indipendente con tante cose da gestire ogni giorno: il piccolo A. di quesi 4anni, la sua scuola, il mio lavoro, la casa, e ora poi si aggiungono i primi impegni sociali del cucciolo, gli inviti tra i compagni e le festine di compleanno. E proprio presa dai sensi di colpa per le cose che non sono riuscita a terminare ieri, eccomi in ufficio pure oggi che era la mia giornata “libera” (libera per dire, xkè il venerdi è giorno di casa, pulizie, spesa..il mio giorno della casalinga insomma!)
come dice il motto: mal comune mezzo gaudio .. ma w noi donne che alla fine tra tante corse e qualche colpo d’ansia riusciamo sempre a far tutto…o quasi!!
Milena says
Ma che cos’è un playgroup? Sono di Roma anche io e mi interessa molto! Ciao e grazie!
Valentina says
Ciao a tutte, ciao L,
questo argomento mi prende perché io sarei una iperattiva, molto più iperattiva se non avessi due filgi di 6 e 5 anni. Pensavo che con l’inizio della scuola elementare sarebbe stato tutto un po’ più facile, ma poi mi sono ritrovata ad avere il doppio degli impegni rispetto a quando entrambi i bambini andavano all’asilo. La scuola è incredibilmente più impegnativa e piena di appuntamnti e orari e attività e compiti (!!) di quanto pensassi [sono preoccupatissima all’idea che prima o poi i miei figli porteranno a casa anche i compiti di tedesco (noi abitiamo a Monaco di Baviera)]. Alla fine della giornata ho una lista lunga così di cose che non ho fatto, ma anche una lista mooolto più lunga di cose che ho fatto. In effetti è solo un cambio di prospettiva. Ci vuole un po’ di tempo per abituarsi. Comunque ho anche imparato che i bambini non si sconvolgono se un giorno non si va al parco e poi a nuoto e poi si disegna e poi si canta e poi… Un giorno di “nulla” fa bene anche a loro. Ed io ne approfitto per fare ciò che è rimasto in lista d’attesa.
Un saluto a tutte le mamme con le liste lunghe così 🙂
V
Marimba says
Dopo aver letto questo, io che riesco più o meno a tenere la casa in ordine, devo fare almeno due lavatrici al giorno, compro almeno tre volte a settimana frutta e verdura fresca e bio e la lavo la taglio la preparo la servo (a me e bebé) e la conservo, do una sistemata perché il disordine si ricrea in un attimo, un minimo di igiene ai sanitari e in cucina, a volte una spolveratina perché far dormire i bambini e noi stessi in un ambiente poco sano è un delitto, ieri ho portato bebé in piscina e domani riusciro’ come al solito a andare a yoga, non ho né genitori né suoceri né vicini collaborativi, vivo all’estero con gli amici contati, beh, dopo aver letto questo post, smettero’ di sentirmi inadeguata e che non arrivo a fare tutto! Forse la casa è spesso disordinata e non troppo pulita, ma ora mi sembra dignitosa (cosi come le nostre ottime abitudini alimentari). Evvai!