Come fa una mamma non madrelingua a insegnare l’Inglese alla sua bambina? Vale la pena di parlarle in Inglese? E se sbaglia?
Cara Letizia,
Ti ho lasciato un mio commento qualche giorno fa sul sito, alla pagina “Il primo passo per insegnare una lingua a tuo figlio…“. In breve: ho studiato Inglese e Russo all’università, amo molto uno e l’altro ma mi accontenterei di aiutare Elisa e la sua sorellina in arrivo ad imparare l’Inglese. Elisa ora ha 15 mesi, visto che ho preso questa decisione vorrei iniziare il prima possibile, così che la sorella si trovi con il percorso già avviato. Mi piace molto parlare Inglese (anche se non sono più fluent come all’università, sul lavoro sono molto… limitata), ma mi sento un po’ a disagio a parlarlo in famiglia, perchè sono l’unica a conoscerlo.
Mio marito ritiene che quanto tu stai facendo sia tanto interessante quanto una grande opportunità (entrambi non credavamo che genitori monolingue potessero crescere bimbi bilingue…), però sa di non potermi essere molto di aiuto perchè è un po’ “scarso” e, riguardo i miei timori “ce la farò?”, sente di consigliarmi di fare solo ciò che io sento. Ad essere sincera, nel profondo, io parlerei Inglese tutto il giorno! Ma la realtà è ben diversa. Ho iniziato a cercare una “confidenza” con la doppia lingua leggendo ad Elisa i libri di animali (alla sera le piace saltarmi in braccio e sfogliarli insieme), le dico il nome in Italiano, faccio il verso, le dico il nome in Inglese e ripeto il verso. Beh, essendo il primo approccio lei mi sembra un po’ confusa, però il verso lo ripete. Mi sento meno sicura a parlarle spontaneamente, diciamo che il vocabolario inglese non è “children-friendly” da farmi sentire di poterle trasmettere realmente quello che sento.
Questo è il mio principale dubbio: posso superare la barriera linguistica senza rischiare di raffreddare il rapporto con Elisa? Io e mio marito siamo molto coccoloni, sia tra di noi che con Elisa, e ci viene spontaneo, ma certe parole, certi modi di dire non saprei proprio come tradurli in Inglese! Non voglio che Elisa abbia la sensazione di vivere un distacco da me, sarà già difficile accettare una mamma che le parla un’altra lingua! Vorrei un consiglio, se puoi. Ritieni sia auspicabile che io inizi a parlarle in Inglese a 15 mesi o dovrei affrontare un percorso più “soft”? E i genitori monolingue, non hanno mai sollevato paure sul rischio di insegnare qualcosa in modo errato? Non parlo della pronuncia, ma della grammatica pura.
Ivonne
Ivonne,
mi spiace deluderti, ma se mi stai chiedendo se secondo me dovresti parlare solo in Inglese con la tua bambina la risposta è: direi di no.
Se sei insicura, se pensi che il tuo Inglese non sia sufficientemente sviluppato, se hai paura che usare l’Inglese possa turbare il rapporto con tua figlia, non farlo. Semplice. Io non posso dirti cosa succederà se lo farai, nessuno può farlo, ma posso dirti che al posto tuo non lo farei, e in nessun modo sarò io a consigliarti di rinunciare alla tua lingua per insegnare l’Inglese alle tue bambine.
Altre volte delle mamme mi hanno chiesto ma scusa, se lo fai tu perchè lo sconsigli a me?
Io so che per me è la scelta giusta, non ho incertezze a riguardo, e già questa è una bella differenza. Io penso in inglese tutti i giorni, quando mi immagino conversazioni o mi scrivo i post nella testa (io faccio così) faccio tutto in Inglese, l’Inglese è una lingua che sento mia, che fa ormai parte di me, pur parlando altre lingue, non avrei potuto crescere A. bilingue in nessuna delle altre lingue. Io so che questo è giusto per me, so che nel mio caso il rischio che prendo per me e il mio bambino (perchè quando si fa una cosa nuova si rischia sempre) è minimo e in ogni caso è un rischio che nella nostra situazione (che andrebbe valutata nella sua complessità) vale la pena prendere. Questo non significa in alcun modo che non esista un rischio, anzi a mio parere il rischio è tanto più grande quanto meno i genitori in questione sono fluent nella seconda lingua e quanto più loro stessi sono dubbiosi nei riguardi di questa scelta.
A volte succede che uno parte pieno di entusiasmo e di buone intenzioni, tanto un bambino piccolo chiede poco, quello che gli si dà va sempre bene, poi quando il bambino ha 5 o 6 anni il genitore si arrende dicendo “Il mio Inglese non è più sufficiente per le richieste di un bambino di quest’età”. Quindi? Non lo so… Chi fa queste scelte è sicuramente un pioniere, in qualche modo farà, ma visto che mi chiedi un consiglio… ecco io cercherei di evitare di mettermi in questa situazione.
Pensiamo a crescere dei bambini con un interesse per le lingue, ma non diamoci obiettivi impossibili. Dici bene che sei partita dal post sul primo passo da compiere per un’educazione bilingue, e il primo passo è darsi delle aspettative realistiche, capire che ci sono infinito modi di essere bilingue, e che quello che conta veramente è mettere le basi per un apprendimento autonomo e gioioso delle lingue . Se pensi che parlando l’Inglese perderesti spontaneità e capacità di esprimerti vuol dire che parlare solo in Inglese alle bambine non è una prospettiva realistica.
Quindi il mio consiglio è cantare canzoni in Inglese, anche solo in Inglese se vuoi, che male non puoi fare, trovarti dei momenti per leggere dei libretti in Inglese, pian piano crescendo proporre dei giochi o delle attività in Inglese, che cambieranno strada facendo, ma lasciando sempre all’Inglese il posto che gli compete. Quello di un gioco speciale, una lingua tutta vostra, un momento di scoperta e condivisione, che arricchisce il vostro rapporto e la vostra vita, ma senza mai togliere nulla a ciò che siete.
Mi chiedi anche dei Playgroup, in tutta sincerità, sto facendo fatica a trovare persone che li possano gestire a Milano, ma ti dico anche che se stai per avere una seconda bambina forse non sarebbe il momento giusto per te, inizia pure a far entrare l’Inglese tramite le canzoncine, poi magari l’anno prossimo riuscirai e gestire tutto con più facilità. Se ti servono consigli guarda lo starter pack, ma poi scegli quello che preferisci, purchè piaccia a te e a loro.
Un’ultima cosa, se vogliamo aiutare i bambini ad imparare l’Inglese dobbiamo partire da noi stessi. Da come migliorare il nostro Inglese, o mantenerlo se già lo sappiamo bene. Non possiamo pensare di far entrare l’Inglese nella vita dei bambini se non fa parte della nostra. Una volta che film, TV, radio, libri, riviste, amici Inglesi e quant’altro faranno parte della nostra vita avremo sempre meno insicurezze, sarà tutto più facile, spontaneo, e anche corretto, perchè la lingua è una cosa viva, e anche i madrelingua la perdono se non la parlano (uomo avvisato…).
Spero di averti risposto,
L.
Immagine da A Journey Round my Skull
alice says
ciao Ivonne,
un piccolo trucco per ampliare il tuo vocabolario legato al mondo dell’infanzia: prova a digitare “nursery rhymes” su youtube, ce ne sono di molto carine, alcune con i sottotitoli. Le filastrocche di solito piacciono molto ai bimbi e se mai le tue piccole si dovessero trovare a giocare con dei bimbi inglesi o americani avrebbero ga’ un bagaglio di canzoncine da cantare con loro 🙂
In bocca al lupo!
Sissina says
Ciao a tutti; ogni tanto mi intrufolo in qualche post anche se non sono proprio una mamma che sta crescendo il figlio bilingue. Sono italiana non più molto fluente in inglese, e molto amante dell’italiano. Ma mi piace anche poter comunicare con persone di altri paesi quando sono in visita nel loro paese e così ad ogni viaggio, per prima cosa, cerco di avvicinarmi alla lingua madre e sicuramente questo lo trasmetto a mio figlio senza nemmeno accorgermene.
Avrei voluto crescerlo bilingue ma ho sempre pensato di non poterlo fare, poi l’anno scorso ho scoperto questo blog, ho preso coraggio e mi sono lanciata nell’Inglese. Non sono in grado e non voglio nemmeno, parlare a mio figlio in inglese e così ho deciso di usare youtube, libri, cartoni e simili.
Mio figlio è già grandino (5 anni) e ormai di una lingua chiede “come si dice questo in…?” però è ancora abbastanza piccolo da usare l’intuito per imparare nuove parole.
Il tempo che dedichiamo alla seconda lingua è poco e spesso il mezzo privilegiato è il cartone, insomma so bene che non lo sto crescendo bilingue… nonostante questo il mio ometto mi dà (e si dà) enormi soddisfazioni…
Ha imparato alcuni termini solo estrapolandoli dai vari contesti in cui li ha ascoltati; non è in grado di parlare ma, secondo me, capisce il senso generale di qualche semplice discorso e sa usare delle espressioni nel contesto giusto: eravamo a raccogliere castagne (momento totalmente italiano) e ha indetto una gara a chi ne prendeva di più, quando la ha dichiarata finita mio marito ha continuato a raccoglierle, lui, con cipiglio severo, gli ha detto “naughty daddy!” siamo rimasti molto colpiti soprattutto perché lui non sapeva la traduzione italiana (dopo un po’ ci ha chiesto cosa volesse dire di preciso) ma sapeva che era l’espressione appropriata!
al contempo ha qualche esposizione al francese sia con filastrocche (a casa dei miei) che con lezioni di sci in “classi” miste italo francesi… e, a volte, fa dei passaggi da francese a inglese tipo una volta ci ha chiesto “come si dice chevalier in inglese?”
penso che quello che otterrò sarà, non certo un bambino che conosce francese e inglese, ma un bambino a cui piacerà impararli… ed è già meglio di niente 🙂
insomma quello che voglio dire, dal basso della mia mini-esperienza, è: se il mio bimbo che ha 5 anni in poco tempo e con poco impegno da parte nostra, ha già raggiunto dei risultati, chissà cosa faranno le tue bimbe che verranno esposte alla seconda lingua proprio nel momento in cui l’apprendimento di una lingua è il più naturale e spontaneo possibile… quindi vai tranquilla e usa tutti i mezzi che ti ha suggerito Letizia, anche se non parlerai solo Inglese vedrai che le tue piccole ti stupiranno!
J says
“A volte succede che uno parte pieno di entusiasmo e di buone intenzioni, tanto un bambino piccolo chiede poco, quello che gli si dà va sempre bene, poi quando il bambino ha 5 o 6 anni il genitore si arrende dicendo “Il mio Inglese non è più sufficiente per le richieste di un bambino di quest’età”. Quindi? Non lo so… ”
E’ forse questo il motivo per cui, anche su questo blog, non ci sono molti genitori di bambini bilingui con più di 6 anni?
Bilingue Per Gioco says
Non credo. Perchè in realtà se hai messo le basi prima con un bambino in età scolare è più facile, hai molte più risorse a disposizione, però partire da zero a 6 anni è dura, questo sì, e poi a quel punto inizia l’Inglese anche a scuola e i genitori non ci pensano più. Ma chi sta iniziando ora con i bambini piccoli secondo me avrà la strada spianata quando avranno 6 anni, e potrà aiutarli ad andare oltre anche senza dover parlare solo in Inglese con loro (questa è la vera difficoltà per molti), cominciamo già ad averne degli esempi veramente interessanti!
L.
Daniela says
Letizia, a riprova che l’inglese ce l’hai dentro, in italiano si dice il “rischio da correre” non il rischio da “prendere”!!! Risk to take….
Bilingue Per Gioco says
Touché… 😉
L.
Daniela says
Buongiorno
Sono in attesa di un bimbo che vorrei crescere bilingue.
Io sono madrelingua italiana ma ho studiato dalla prima elementare alla maturità in una scuola con insegnanti madrelingua inglese, ed ho lavorato anche a Londra. L’inglese lo parlo senza accento italiano, però mi rendo conto che non praticandolo quotidianamente non posso considerarmi completamente bilingue, la lingua in cui sono più fluida resta l’italiano.
Così ho abbandonato l’idea iniziale di parlare a mio figlio in inglese, anche perchè mio marito lo capisce ma non lo parla bene e non vorrei farlo sentire escluso. Ho pensato di prendere una tata madrelingua inglese, che parli al bambino solo in inglese. Io pensavo di parlare al bambino in italiano e rivolgermi invece alla tata in inglese. Poi per le canzoncine i libri ecc mi sembra ovvio che nulla vieta che ci sia materiale inglese da condividere.
Posso chiedere il suo parere su questo “piano” per un bimbo bilingue?
grazie
Daniela.
Bilingue Per Gioco says
Daniela,
mi sembra un piano assolutamente ragionevole! Ci fai sapere come va (fra un po’ ovviamente)?
L.
P.S.
qui ci diamo tutti del tu…
Margherita says
Salve a tutti!
Innanzitutto i complimenti: siete la mia ispirazione grazie al quale ho iniziato a proporre l’inglese a mia figlia Artemisia, di quasi 3 anni, e l’ho scritto anche sul mio blog (http://mammanonmorta.blogspot.com/) in modo entusiasta!
Lei ha iniziato a parlare molto presto e parla benissimo l’italiano, fa frasi strutturate e a parte un piccolo difetto di pronuncia (la C a volte la pronuncia un pò come la S, tipo Jovanotti per capirsi..) si fa intendere da tutti. Sa anche leggere i numeri e le lettere (sempre in italiano) quindi l’idea di iniziare con una nuova lingua mi sembrava adatta alle sue potenzialità, non ho avuto, insomma, pensieri sul “è troppo piccola” o “non è che poi la confondo?”.
Il mio problema è un altro: sono separata dal mio ex-compagno e babbo della piccola, attualmente vivo insieme ai miei genitori e nessun’altro oltre me, nella mia famiglia e in quella del padre, parla o le parla inglese. Noi abbiamo cominciato ascoltando le nursey rhymes, e adesso abbiamo introdotto dei cartoni animati (Peppa Pig, la adoro) molto basilari. Però mi è sorto il dubbio che stessi andando troppo veloce… Lei ha imparato a contare fino a 10 in inglese, ma molte parole di uso comune le sono sconosciute, quindi segue con un pò di difficoltà i cartoni. Io cerco di mediare traducendo di tanto in tanto dei termini, anche quando non è lei che me lo chiede, ma non so se faccio bene.
Cosa ne pensate? Devo limitarmi alle nursery rhymes, per ora?
Grazie in anticipo per la risposta,
Margherita
Bilingue Per Gioco says
se lei non li rifiuta non c’è motivo di non guardarli, con moderazione, ma guardateli insieme, usa spesso il telecomando, interrompi, descrivi cioò che succede, riraccontalo, commentalo e poi vai avanti.
L.
Milanese says
ecco, io mi rivedo un po’ in Margherita, mia figlia però di anni ne ha 4.
Io ne so molto della lingua, lei conosce molti vocaboli e canzoncine, e le piacciono però non ne sa abbastanza per seguire i cartoni e i libri senza tanta tanta mediazione/traduzione che appesantiscono e la stufano.
però meno ne sa meno segue… che si fa? continuo con i vocaboli (che noia!) e le canzoncine… ma alla fine le canta a suono, come quando io canto le canzoni della zumba senza sapere che dico!
Bilingue Per Gioco says
i vocaboli… che noia davvero! storie storie storie, e vanno bene anche le canzoni “a suono”, prima o poi i suoni diventano parole, soprattutto se le canti anche tu…
e i cartoni? faglieli vedere solo in Inglese. Certo, se sa che c’è un canale italiano che fa gli stessi cartoni in italiano è finita, ci vogliono un po’ di sotterfugi…
L.
Milanese says
i cartoni in inglese? ho provato con Spot, strasemplice, ma a) non credo capisca tutto b) è veramente un po’ da piccola.
Peppa Pig forse è un buon compromesso, ma (scusa, lo ripeto) non capirà tutto… come fa a seguirlo?
vero che io guardo ER e capisco forse il 50% soprattutto quando sono concitati e parlano in 5 su un paziente… ma lo scelgo io e mi basta che esista Carter per divertirmi 😉
che fo? lo metto e fermo o aspetto sia lei a chiedere? e se mi dice che non le piace?
Bilingue Per Gioco says
Mettilo e siediti con lei, se ti chiede fermi e spieghi, se no guardalo, ridi, e poi alla fine parlane con lei. Peppa Pig è più semplice, Charlie and Lola è più bello (mio personale parere). Se ti dice che non le piace (ma ne dubito!) dille che piace a te e guardatelo anche da sola, vedrai che poi si unisce a te…
L.
Milanese says
e il dubbio di Ivonne è anche il mio… non perchè il mio inglese sia troppo “limitato”… per quanto non perfetto è fluente, ma perchè appunto mia figlia ha già 4 anni e non capirebbe che dico…
ecco, mi manca il salto… come faccio a farglielo fare?
Sarah says
Ciao Letizia!
Ti seguo da prima che nascesse mia figlia, che ha appena compiuto 8 mesi, e vorrei chiederti un parere spassionato sulla nostra situazione: io parlo alla piccola solo in inglese da quando ha 6 mesi circa, metodo Opol… Il problema è che fra poco termina il mio congedo per maternità e torno al lavoro, dal primo ottobre weekdays vedrò la piccola al mattino presto per prepararla per il nido e poi dalle 1730 alle 2000 ( ora in cui come un orologino svizzero si addormenta stecchita…). Da gennaio 2013 sarà ancora peggio, arriverò a casa se va bene alle 19 e spero di posticipare un poco l’orario nanna… Avrai già capito il mio dubbio: dato che nessun altro in famiglia è fluent in inglese e lo sentirebbe solo da me, il tempo che passerò con lei secondo te sarà sufficiente a costruire il suo bilinguismo?
Al momento mi pare che inizi a capirmi (es. Se le dico Look! Lei si gira e guarda dove sto i ndicando…) ma ora sono davvero in dubbio sulla quantità di tempo durante cui lei sentirà l’inglese… Spero avrai tempo per darmi un consiglio e… Keep up the good work, grazie mille!!!!
Bilingue Per Gioco says
Sarah,
che ti posso dire? Ognuno fa quello che può in base alle proprie disponibilità. Credimi anche io se potessi farei di più e meglio, avrei la au pair fissa in casa e farei un sacco di vacanze all’estero. Ma che senso ha crucciarsi per quello che non si può fare? Se sai di fare tutto ciò che puoi direi che basta e avanza, la vita è lunga e ci sarà tempo per aggiungere, togliere, modificare.
Ciao,
L.
Roberta says
Salve a tutte, sono superconfusa e avrei bisogno di HELP…
Ho un bimbo di 2 anni e mezzo, ho vissuto in Inghilterra per 12 anni e vivo in italia da quando lui e’ nato, all’inizio parlavo sempre con lui in inglese, cantavamo canzoncine che lui sa benissimo, e cartoni. Ora che lui ha acquisito una padronanza con la lingua italiana (ha un dizionario molto ampio, sa formulare frasi) non riesce piu’ a seguirmi in inglese e io gli parlo sempre meno. In piu’ quando mi sente chiacchierare in inglese con amici, si arrabbia e mi chiede di smettere. CHE FARE??? Many thanks…
Bilingue Per Gioco says
Roberta, non saprei, qualcosa evidentemente disturba il bambino, ma bisognerebbe capire cosa e così proprio non saprei che dire, però se gli hai parlato sempre in inglese mi sembra improbabile che lui ora non riesca a seguirti…
L.
barbara says
Ciao Roberta,
anch’io ho un figlio di quasi tre anni a cui parlo fin dalla nascita tedesco e sono l’unica in famiglia a farlo. A parte un pò suo nonno che lo parla piuttosto bene avendo vissuto tutta la nostra famiglia in Germania 14 anni (io da 0 a 10 anni). Da me il tedesco lo ha sempre accettato benissimo e in maniera assolutamente naturale e anche ora che sa benissimo che parlo anche l’italiano quando qalche volta mi sfugge la parola italiana e poi torno al tedesco accetta questo passaggio senza nessuna reazione. Ma guai a sentir parlare tedesco da altri! Sputa e ha una reazione di rifiuto totale. Gli ci sono volute 4 settimane per accettare i miei parenti tedeschi senza sputare ogni volta che gli si rivolgessero in tedesco! Ovviamente nessuno di noi ha smesso di parlare la propria lingua e alla fine Elia l’ha accettato. L’importante secondo la mia esperienza personale è essere naturali, continuare in modo tranuillo e spontaneo a parlare la seconda lingua e soprattutto non pretendere nessun tipo di conferma o di risposta in questa lingua da parte sua. E poi, quando sarà più grandino come ora mio figlio se capita che su singole parole si incaponisce perchè gli piace di più la parola italiana io mi metto a ridere e lo tranquillizzo dicendo che lui può chiamare quella cosa x (in italiano) ma mamma la chiama y (in tedesco). E lui lo accetta. Sono a mio parere delle fasi in cui diventano consapevoli delle diversità e la rifiutano. Ma se gli facciamo capire che le diversità fanno parte della vita e che è una cosa normale e soprattutto che non pretendiamo niente e che è libero di scegliere vedrai che accetterà la seconda lingua senza neanche accorgersene! E la parlerà in maniera graduale ma molto spontanea.
Luisa says
Carissime,
ho da poco trovato questo blog mentre curiosavo in giro sia per lavoro che per curiosità (mamma di due bimbe (quasi) trilingui soprattutto perché mi piace l’idea di leggere e confontarmi con problemi reali e genuini da mamma invece che affrontarli solo da un punto di vista ‘professionale’.
Le nostre bimbe crescono in Olanda e sono fleunti in Olandese, ma imparano l’italiano da me (che aprlo solo e sempre in tale lingua) e Inglese dal papà (che è Italiano). Visto che giriamo spesso e abbiamo molti amici negl iStates abbiamo deciso di insegnare così l’inglese alle nostre figlie….ricollegandomi al post di aprtenza. Ecco io parlando benissimo l’inglese non me la sono tuttavia sentita di di parlar loro in Inglese perché sentivo avrebbe in qualche modo cambiato il mio rapporto con loro. Il papà invece non si è fatto problemi… e ormai è diventata una cosa talmente normale che la nostra figlia più grande pensa che il papà abbia imparato l’italiano da me!!! È anche vero che in casa le lingue si mischiano in un codice particolare…. e molto divertente! In ogni caso, seppur passiva questa conoscenza della terza lingua funziona benissimo!
Alla rispsota di Barbara a Roberta aggiungo solo che è abbastanza normale che ci sia una fase di rifiuto di una lingua, di solito quella minoritaria. Non necessariamente è scatenata da cause precise, e l’età cui può avvenire anchepuò a variare. Ma si stratta se come scrive Barbara la si prende in modo tranquillo senza forzare, di fasi transitorie che passano.
Roberta says
Grazie, sono rincuorata dalle vostre risposte, ma ho ancora tanti dubbi che riguardano il mio modo di parlargli in inglese, sento che dovrei farlo con piu’ costanza, ma non e’ facile. Per ora questo sito mi sta aiutando, a seguire delle linee guida, anche perche’ in cuor mio spero di ritornare in Inghilterra, per cui e’ fondamentale che lui sappia parlare e comprendere la lingua.
Valentina says
Ciao Letizia,
sono una mamma di un bimbo di 31 mesi ed ho appena scoperto il tuo sito, mi dispiace di non averlo scoperto prima! Vorrei condividere la mia esperienza, e chiederti anche un consiglio su come andare avanti. Il mio bimbo ha iniziato a creare frasi (in italiano) soltanto da un paio di mesi, e noi a casa abbiamo sempre parlato solo italiano con lui. In effetti pero’, fino a 2 anni fa io e mio marito vivevamo all’estero, e siamo entrambi fluent in English. Io ho vissuto in UK e Olanda per 12 anni, sento mio l’Inglese e ci lavoro giornalmente. Quando però provo a parlare inglese a mio figlio, lui sembra infastidito, e questo mi blocca. Mi sento insicura perchè non vorrei imporglielo e farglielo odiare… E’ troppo tardi per mettermi a parlare anche (o magari solamente) inglese con lui? Non gli creerò delle incertezze?
Grazie
Valentina
Valeria says
Ciao Valentina, ho avuto un’esperienza simile, ho scoperto l’interessantissimo sito di Letizia e ho iniziato a parlare inglese quando il mio bimbo più grande aveva un po’ più di due anni. A suo tempo il passaggio per lui era stato troppo brusco e aveva iniziato persino a rifiutare la mia vicinanza. Allora ho fatto un po’ di passi indietro, prima portandolo a un playgroup e parlando inglese solo in quell’occasione (giusto perchè avesse un’idea che altre persone parlavano in lingua sconosciuta) poi adottando il metodo di Claudia F, una delle mamme che ha portato la sua testimonianza su questo sito. Per qualche mese (ne sono bastati due o tre mi sembra) ho tradotto tutto in due lingue, italiano e inglese, il suo rifiuto è subito cessato e presto ha cominciato a capire anche se non ripetevo in italiano. Ora sono passati quasi due anni e il mio approccio è ancora cambiato (nel frattempo ci siamo trasferiti in una paese francofono e ho ridotto l’inglese per favorire il mantenimento dell’italiano), comunque entrambi i bimbi capiscono l’inglese e addirittura il più grande mi ha stupito iniziando per la prima volta a fare frasi in inglese con una ragazza neozelandese che da poco viene a giocare con loro una volta alla settimana. In bocca al lupo!
Valentina says
Cara Letizia,
sono una “futura mamma” al momento al sesto mese di gravidanza. Sto riflettendo sulla possibilità di crescere mia figlia bilingue. Parlo quattro lingue ma quella che più sento mia è il tedesco, in quanto ho conseguito la specialistica in Germania e ho vissuto li due anni e mezzo. Non solo adoro il tedesco, ma la Germania e la sua cultura. Se da una parte sono piena di entusiasmo dall’altra ho tante paure che ti elenco di seguito:
1. Mio marito sarebbe felice di avere una figlia bilingue, ma siccome non parla tedesco mi dice:”non capirò mai quando voi due parlate” ” e se mi parla tedesco? Io non la capisco!”
2. Mi fa paura la situazione in cui crescerà perchè mio marito parla italiano, ma i nonni con cui potrebbe passare del tempo molto spesso parlano molto il dialetto calabrese. Siccome quella che parla meglio l’italiano sono io ho paura che per insegnarle il tedesco trascuriamo l’italiano. Lo dico perchè la tecnica che vorrei usare da subito è l’OPOL.
3. Il tedesco lo conosco bene ma lessico tipo: nomignoli o tutto quello che avrebbe a che fare con le coccole mi è ovviamente sconosciuto, non so se questo sarebbe un problema.
4.Leggo e sento spesso di bambini che si bloccano e non parlano più nessuna lingua, oppure arrivati a scuola vogliono parlarne una diversa dai compagni, oppure che cominciano a rifiutare la lingua della madre. Questo mi terrorizza!
Spero tu possa incoraggiarmi e sciogliere qualche dubbio!
Grazie in Anticipo
Valentina