Di recente abbiamo parlato degli errori di pronuncia dei bambini, bilingui o meno, solo che nei bilingui si notano di più… Ne abbiamo parlato qui, e ho chiesto alla nostra logopedista, la Dott.a Martina Ozbic, di darci qualche consiglio in merito, ecco la prima parte dell’intervista.
Martina, alcuni genitori di bambini bilingui osservano che i bambini fanno fatica a pronunciare alcune lettere, una per tutte le R italiana. Secondo te c’è una correlazione tra questa difficoltà e il bilinguismo?
Non c’e’ correlazione fra erre moscia e bilinguismo se si tratta veramente di bi-linguismo.
Capita di avere di fronte un bambino che ha assimilato una erre non italiana e non quella italiana (che e’ abbastanza difficile in quanto vibrante apicale – con la punta della lingua). E ‘ ovvio che il bambino assimili solo la erre piu’ facile, tanto piu’ se e’ quella che sente molte volte al giorno. Percio’ se un bambino a sei – sette anni ha solo una erre (quella non italiana) puo’ averla per un problema di pronuncia da fattore organico (frenulo corto), da problemi fonologici (ritardo del sviluppo fonologico), da problemi fisiologici (scarsa coordinazione dei muscoli e non elasticita’) o da bi-linguismo, ma evidentemente non ben bilanciato.
Quando un difetto è da correggere e quando è solo una caratteristica personale?
Quando il disturbo disturba. E’ ovvio che una « erre moscia » disturbi in un ambiente italiano. Ma non e’ detto che il bambino debba andare subito dalla logopedista. Dipende dall’eta’.
A quale età del bambino si può concludere che il bambino ha effettivamente un problema nel pronunciare le lettere e quindi si può o deve decidere di intervenire?
Primo, il bambino ha difficolta’ a pronunciare i suoni ovvero ad articolare ovvero programmare gli organi articolatori.
Secondo, un problema esiste effetivamente, quando un bambino non viene capito affatto, quando all’eta’ di 4-5 cinque anni ha difficolta’ con tanti suoni (per esempio : s, g, z, v, f, r…). E’ pero’ da valutare il bambino non basandosi solamente su singoli suoni, ma anche se percepisce le differenze tra suoni ascoltandoli, se riesce ad articolare – coarticolare sequenze di suoni etc.
Terzo – la logopedista puo’ consigliare, non necessariamente far terapia. Se il bambino a tre anni non ha ancora le vocali, le consonanti p, b, m, t, d, n ed alcuni altri fonemi, il bambino deve essere tenuto d’occhio ; anche se ha tante sostituzioni nelle parole ; a 5 anni un bambino dovrebbe avere tutti i suoni, ad eccezione la erre ; se la erre e’ sostituita da una j, v, l , vuol dire che il bambino mette la lingua sul posto giusto, ma non riesce a farla vibrare. Ma se si tratta di una erre posteriore, gutturale, consiglio di andare quanto prima dalla logopedista, il bambino vibra, ma nel posto sbagliato.
Grazie Martina! Se il tema vi interessa state all’erta, la settimana prossima pubblicherò la seconda parte di quest’intervista, con consigli molto pratici su cosa fare.
Martina Ozbic, PhD, e’ logopedista, audiopedagogista (pedagogista per persone sorde) e pedagogista speciale (disabilita’ fisiche, psichiche, motorie). Martina e’ cresciuta bilingue ed e’ mamma di 3 bambini bilingui. Per leggere gli altri interventi di Martina si veda qui.
Immagine da A Journey Round my Skull
Marika says
Molto interessante!
Ti ringrazio molto per gli approfondimenti che ci offri
Yael says
Grazie mille Letizia per questi interessantissimi post.
In realtà, volevo già intervenire l’altra volta che si parlava della erre moscia… raccontarvi come è da noi (G. ha 34 mesi).
La R in ebraico è molto molto moscia, più di quella francese. A molti suona addirittura come una KH, che proviene dall’alta gola (come nell’olandese, non so se ce l’avete presente). G., invece, gestisce la differenza nella pronuncia molto bene. Pronuncia sia la R ebraica che la R italiana bene (anzi, a volte la fa proprio esagerata…). La cosa più buffa è che quando non sa o non si ricorda come si dice una parola in ebraico e deve ricorrere all’italiano, me la dice in italiano, ma con la erre ebraica e senza la vocale alla fine o le doppie (tipo: foKHmag per formaggio). Anche quando pronuncia nomi in italiano che usiamo quando parliamo in ebraico (tipo Roberto, Maria, Roma, Garbatella….), lo fa in modo diverso quando parla con me e quando parla con gli altri – cambiando la erre….
Enrico Baradel-Gatto says
Buongiorno,
le scrivo per avere un suo parere o consiglio a riguardo la mia situazione.
Io sono italiano sposato con una donna per meta´tedesca (il tedesco e´la sua prima lingua) e per meta´inglese (la sua seconda lingua) e viviamo in Germania.
La nostra lingua comune e´l´inglese. Io parlo pochissimo tedesco e lei pochissimo italiano almeno per ora.
Tra non molto avremo un figlio insieme mentre con noi vive gia´il suo primo bimbo di tre anni che parla ovviamente tedesco.La mie domande sono :1)quale lingua dobbiamo parlare al nostro futuro bimbo? 2) Quale lingua io devo parlare a suo figlio? 3)Quale lingua dobbiamo parlare in famiglia tra tutti e quattro?
Grazie in anticipo
Buona giornata
Enrico
ele says
E? davvero interessante. Io mi sono posta il problema col mio bimbo di 6 anni biligue italo-spagnolo che pronuncia la z e la c come nello spagnolo, cioè mettendo la lingua tra i denti. Non siamo ancora andati dalla logopedista, perchè non ci sembra un problema grave, vorrei aspettare ancora un po’ e vedere se ha difficoltà a scuola (è in prima elementare) con il riconoscimento dei suoni e l’attribuzione dei simboli. Per ora non sembra avere problemi…