Ecco la seconda parte dell’intervista alla Dottoressa Martina Ozbic su bilinguismo e problemi di pronuncia, la prima parte la trovate qui.
Un bambino bilingue che ha un difetto di pronuncia nella lingua minoritaria se lo porterà dietro per sempre o potrebbe poi superarlo in altre fasi della vita?
L’aquisizione dei fonemi avviene nella prima infanzia, se si tratta di un bilinguismo parallelo, il bambino acquisira’ ambedue i sistemi fonetici ovvero assimilera’ quelli piu’ simili. Comunque il difetto di pronuncia puo’ essere superato, a meno che non si tratti di anomalie organiche e/o di abitudini articolatorie ben ancorate (dipende solo dal tempo, dall’energia, dal costo « emotivo »). Certe volte il prezzo della riabilitazione (valutato in tempo, energia, costo) e’ troppo alto.
Ad ogni modo io penso che un problema di pronuncia non e’ un grossissimo problema di vita o di morte, mentre un problema linguistico incide in maggior modo sulla qualita’ della vita dell’individuo.
E’ sempre necessario ricorrere ad un logopedista? Non si può aiutare il bambino anche a casa giocando con le parole per aiutarlo a pronunciarle meglio senza fargli percepire che ha un « problema che deve essere trattato »?
La logopedista non e’ sempre necessaria; dipende dal problema. La ginnastica della bocca, le pernacchie, le boccacce… vengono fatte anche a casa. Anche la nutella intorno le labbra viene spalmata in casa per poi leccarla e fare ginnastica linguale… Si possono fare tanti giochi.
La logopedista valuta di che tipo e’ il problema, il che un genitore « laico » non puo’ farlo. Percio’ meglio contattarla che non contattarla.
Se ritieni che si possa intervenire anche a casa, puoi dare qualche consiglio? Per esempio cosa si può fare per la erre moscia?
Per la erre moscia ricorrerei alla logopedista. A casa farei ginnastica per la lingua, stretching per la lingua, tanti tipi di movimento labiale, linguale, pernacchie e pernacchiacce, tutto nella parte anteriore della bocca. Tutto il resto fa la logopedista.
Ad ogni modo e’ vietato fare pronunciare le paroline « nel modo corretto » (attenzione alle nonne), correggere il bambino etc. Piuttosto ripetere le parole nel modo corretto.
A casa si possono fare giochi fonologici del tipo :
Vino – fino : uguale o no ? rana – vana : uguale o no ?
Tante filastrocche, tante canzoni e tante tante tante fiabe…………….
Quali altri problemi di pronuncia sono più frequenti secondo la tua esperienza? Hai qualche altro consiglio per i genitori di bambini con questi problemi?
Ci sono diffetti che non sono puramente di pronuncia singola, ma di coarticolazione : al posto di t, il bambino dice c (ch), al posto di d dice g (gh), al posto di s e f dice h, etc.
Ci sono problemi con le s, sc, z ; con la g (gh) etc.
Primo consiglio : niente panico.
Secondo consiglio : armarsi di strategie per capire il figlio, ad esempio chiedere, farsi mostrare, fare finta di non aver sentito…..
Terzo : fare ginnastica con la bocca, la lingua etc.
Quarto : non dare pappe e pappette fino a 6 anni ( ?), anche la masticazione è ginnastica
Quinto : no al ciuccio !!!!
Sesto : tante coccole e tante filastrocche e fiabe. L’importante e’ che il bambino abbia un bel lessico, una bella sintassi; tante idee e tanta fantasia. E ‘ importante che sviluppi la coscienza fonologica ( la percezione, riconoscimento di suoni, sillabe, rime, accenti etc.), l’attenzione ai suoni verbali e la memoria verbale.
Percio’ : libri, libri, racconti e racconti e tanti massaggi con coccole !
Grazie mille Martina!
Martina Ozbic, PhD, e’ logopedista, audiopedagogista (pedagogista per persone sorde) e pedagogista speciale (disabilita’ fisiche, psichiche, motorie). Martina e’ cresciuta bilingue ed e’ mamma di 3 bambini bilingui. Per leggere gli altri interventi di Martina si veda qui.
Immagine da A Journey Round my Skull
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