Una mamma straniera che vive in Italia cosa deve scegliere di insegnare al proprio bambino? La propria lingua o l’Inglese? La domanda non si pone…
Ciao Letizia,
Mi chiamo Alina, sono una ragazza romena sposata con un italiano, vivo a Roma da qualche anno e abbiamo un bimbo di quasi 20 mesi, Samuel. In anzitutto mi scuso per il mio Italiano, lo uso raramente per scrivere. Ti avevo gia scritto in precedenza per avere maggior informazioni su Learn with Mummy e ho anche comprato il tuo e-book “In che lingua giochiamo” che trovo fantastico. Siccome mi trovo in un momento di grande confusione, vorrei chiederti alcuni suggerimenti, visto la tua vasta esperienza nel campo.
La nostra situazione è questa: a casa parliamo in italiano, e quando il bimbo va dai miei genitori, un giorno alla settimana, loro cercano di parlargli in romeno. Io parlo abbastanza bene l’inglese, l’ho studiato nel mio paese, lo sto usando quotidianamente nell’ambito lavorativo e l’ho insegnato pure per un pò di anni. Parlarlo al bimbo però non mi viene del tutto naturale ma con un po’ di impegno. Mio marito parla solo l’italiano.
Ero convinta di voler insegnare l’inglese anche a Samuel, infatti gli ho comprato dei libricini, gli cantavo delle canzoncine – nursery rhymes e cercavo di usarlo soprattuto quando eravamo da soli. Devo però ammettere che non sono molto costante e non uso un metodo preciso, tipo OPOL, MLAH. L’inglese é una lingua universale che sicuramente gli servirà ma adesso ho molti dubbi…soprattutto dopo che la pediatra, alla visita dei 18 mesi, mi ha detto (ridendomi in faccia ) che il fatto che lui dicesse pochissime parole all’epoca sia dovuto magari anche alla confusione che gli crerebbero le 3 lingue. Sarà vero?
Comunque, mi ha fatto riflettere sulle mie motivazioni di voler esporre a Samuel ad altre 2 lingue…certo mi piacerebbe che capisse e communicasse in romeno, essendo la mia lingua, e sicuramente faremo dei viaggi nel mio paese dove avrà modo di parlarlo di più ma allo stesso tempo l’inglese gli tornerà piu utile in futuro e ho a disposizione più input, dai libri, Internet, al nido dove una volta a settimana fanno una lezione. Per il momento sono in stand by e cerco di capire cosa è meglio per lui, se a parte l’italiano insegnargli solo il romeno e riprendere l’inglese fra un anno o due quando avrà piu chiare le altre 2 lingue, oppure andare avanti come fino adesso: un po’ di tutte e tre lingue.
Ti ringrazio per il tuo tempo e complimenti per il tuo lavoro :o) !
Alina
Alina,
innanzitutto una precisazione, se la tua pediatra sapesse qualcosa di bilinguismo prima di tutto non ti avrebbe riso in faccia poi ti avrebbe almeno detto che gli studi confermano che i bambini imparano tre lingue senza problemi. Quindi non preoccuparti. 18 mesi è un’età alla quale non è affatto ovvio che i bambini dicano già molte parole, ognuno ha il suo ritmo (mio figlio ne diceva pochissime, anche lui è stato lento a iniziare, oggi mi salvi chi può).
Tieni anche presente che invece di contare le parole bisognerebbe contare i concetti. Alcune parole le saprà in una lingua e alcune in un’altra, quindi effettivamente in ogni lingua sa meno parole di un bambino monolingue, ma ciò che conta è che il numero di concetti che comprende/esprime sia nella norma (fermo restando che la media a 18 mesi è comunque molto bassa, sulle 50 parole).
Credo ti possa interessare anche questo intervento della nostra logopedista.
Ciò premesso, io non ho dubbi, il romeno è la lingua più importante, quella a cui assolutamente non devi rinunciare. Per l’Inglese c’è tempo, anche perchè i bambini bilingui imparano una terza lingua più facilmente.
Perchè a casa non parli romeno col tuo bambino? Ok che quando siete col papà parlate Italiano, ma quando siete da soli? Oppure perchè non usi OPOL per il romeno?
Ho sentito tante storie di bambini a cui la mamma non ha insegnato la propria madrelingua e da grandi si sono sentiti privati delle proprie origini, e della propria identità. Ti consiglio caldamente di evitare quest’errore.
Quanto all’Inglese, ok è vero che i bambini imparano facilmente 3 lingue, ma secondo me è difficile che un solo genitore sia portatore di due lingue minoritarie, io per il momento lo accantonerei, il momento verrà, senza dubbio.
Spero di averti aiutata!
L.
Immagine da A Journey round my skull
alice says
Ciao Alina,
anche io sono d’accordo con Letizia, magari il romeno sara’ meno utile in futuro nel mondo del lavoro, ma e’ molto piu’ prezioso perche’ fa parte della tua identita’!
In bocca al lupo!
Flavia says
Ciao Alina,
anche secondo me devi concentrarti con il rumeno, l’inglese lo imparera’ facilmente , fra 1 o 2 anni potrebbe cominciare a vedere dei video in inglese e da adesso ascoltare musica, x il resto FORZA RUMENO………………Per la pediatra , forse le potresti portare un po’ di materiale sul bilinguismo o tri ecc e fra un anetto ricordargli cosa ti aveva detto. Io vivo negli Stati Uniti e qui mai nessun pediatra o insegnante mi ha detto che i miei piccoli avrebbero avuto problemi o ritardi se sottoposti a piu’ lingue, anzi mi hanno sempre incoraggiato e fatto i complimenti . (I miei piccoli parlano italiano, inglese e se la cavano abbastanza bene con l’ arabo, quindi nn preoccuparti Samuel nn avra’ problemi)
Carolina says
Ecco il mio link!
http://entribu.wordpress.com/2010/11/26/bilingue-per-gioco/
Francesca says
Ciao Letizia,
ti avevo scritto una email poco tempo fa, e mi hai risposto che mi avresti risposto volentieri dal blog, quindi eccomi qua.
Ho letto con piacere la risposta ad Alina, credo che tu sappia dare ottimi consigli.
Nella mia email ti spiegavo che anche io vorrei far crescere la mia bimba di 4 mesi bilingue. il mio inglese è abbastanza buono, ho fatto la guida turistica per molti anni con gruppi di lingua inglese e posso conversare tranquillamente in inglese, ma ho dei dubbi sulla mia capacità di “insegnarlo” ad un bambino. A volte mi mancano dei vocaboli “da bambino”, e mi chiedevo se posso sostituirli con vocaboli in Italiano. E puo’ bastare che io parli in inglese alla bimba quando sono a casa da sola e passare all’italiano quando c’è mio marito e quando sono con altre persone? e comunque ho notato che anche quando sono da sola a volte parlo anche in Italiano, magari poi ripetendo la frase in Inglese, è sbagliato?
tha baby is crying quindi ti devo lasciare, grazie per il meraviglioso sito e per i preziosi consigli…
Francesca
Alina says
Cara Letizia, ti ringrazio per la tua risposta utile e preziosa per me. In effetti concentrarmi sul romeno sembrava la cosa piu giusta da fare anche per me. Credo che sia piu un problema mio legato al rapporto che ho in questo momento con la mia lingua dovuto in parte ai condizionamenti sociali…comunque ci sto lavorando su ;o))
Flavia, grazie per i tuoi incoraggiamenti il tuo è un buon esempio che i bambini possono apprendere benissimo anche piu di 2 lingue…complimenti per i tuoi tesori!!
In quanto alla pediatra, cercava solo di dirmi che 2 lingue sarebbero sufficente per adesso e che piu in là avrei potuto inserirgli anche l’inglese e soltanto il suo modo inopportuno di dirmelo è stato fastidioso
Babar says
Anch’io ho deciso di insegnare l’italiano ai miei figli (ora ne ho 3!!) e ho avuto le stesse perplessita’ di Alina. La mia piu’ grande parla quasi sempre in giapponese ma ultimamente alcune cose me le dice spontaneamente in italiano. E’ adesso annche interessata all’inglese e penso che in futuro vorra’ imparare la lingua…nel frattempo cerco di esporla insegnandoglielo una volta a settimana, su sua richiesta. Penso che la cosa piu’ importante sia farli giocare con le varie pronunce e mai arrabbiarsi o sentirsi frustrati. La grande adesso comincia a dire bene la R e la V (che in giapponese sono molto diverse) e gurada i cartoni animati in italiano.
La cosa che mi sento di consigliare e’ pero’ di rompere la regola dell’OPOL per le cose davvero importanti o gravi (esempio situazioni di pericolo) e parlare nella lingua che il bambino conosce meglio. I primi frutti concreti dei miei insegnamenti in italiano li sto avendo ora che la bimba ha quasi 5 anni. Capisce molto di quello che dico in italiano, ed ora inizia a parlarlo quando le va.
Nel caso di Alina penso sia ancora piu’ semplice in quanto la lingua della madre e dei nonni materni e’ parlata volentieri dai bambini, contrariamente a quanto accade per noi padri che per forza di cose trascorriamo meno tempo con i figli.