Le vacanze di Natale sono quasi finite e un grido disperato si leva per tutta la rete: MA QUALI VACANZE? ABBIAMO FATTO UN SACCO DI COMPITI! Questo post in particolare prende spunto dai commenti delle mamme straniere che vivono in Italia, se le italiane sono spesso rassegnate ai compiti, loro invece non se ne capacitano…
Su Facebook ho letto i commenti di diverse mamme, prevalentemente australiane e tedesche, i cui bambini vanno a scuola in Italia, e fanno le elementari (o primarie che dir si voglia), alcuni solo la prima elementare, e sono pieni di compiti. Al loro paese, ci dicono, non è così. Non si fanno fare tanti compiti ai bambini, c’è molto più spazio per il gioco e altre attività.
Io mi sono chiesta:
- Perchè in Italia si danno tanti compiti ai bambini?
- I compiti sono un fenomeno sbagliato?
- Cosa si può fare a riguardo?
ecco le risposte che mi sono data, consultando anche un'”esperta” in materia ma lasciando il campo aperto a riflessioni sul tema.
Perchè in Italia si danno tanti compiti ai bambini?
Per abitudine, per cultura oserei dire quasi per usanza.
Per abitudine significa che le insegnanti danno i compiti perchè si danno i compiti, si sono sempre dati i compiti e non c’è motivo per non dare i compiti.
Per cultura significa che in Italia, società notoriamente paternalistica, prevale la cultura dell’obbedienza. Tra gli obiettivi della scuola c’è insegnare ai bambini a fare determinate cose, non c’è invece quello di creare persone creative, innovative e indipendenti. Per cui mentre in altre culture vengono privilegiate attività che sviluppano creatività (che un domani si tradurrà in innovazione) da noi vengono predilette attività che portano a fare bene ciò che ci viene insegnato. Il gioco e le attività a latere sono una perdita di tempo, l’unico modo per imparare e passare il pomeriggio sui libri, questa è una cultura dura da modificare…
Aggiungiamo infine un tocco di sciatteria, che in questo paese ci sta sempre. Si fa prima a dare compiti ai bambini e mandarli a casa che a discutere con le colleghe che tipo di attività e compiti hanno dato loro, quindi i bambini con 2 maestre si ritrovano con compiti per due…
I compiti sono un fenomeno sbagliato?
Sinceramente non lo so… Io alle elementare ho fatto tantissimi compiti, ma anche tantissime attività pomeridiane, aggiungiamo che mia madre voleva che dessi una mano in casa e io invece mi nascondevo dove potevo per leggere e vediamo che avevo i pomeriggi superimpegnati e spesso andavo a letto tardi (leggendo di nascosto). Oggi posso dire di essere una hard worker, non sono una workhaolic, ma sicuramente sono capace di lavorare sodo, e secondo me la scuola ha avuto un impatto in questo senso.
Lavorando all’estero ho osservato che noi italiani abbiamo una formazione e una forma mentis particolare. Siamo molto bravi nella profondità di analisi, nella cura del dettaglio, nel gestire complessità e nel parlare (quindi gestire relazioni). Siamo invece molto frenati dal rispetto della gerarchia, troviamo difficile osare, siamo meno creativi ed aggressivi (nel senso buono, quello di chi ha una cosa in testa e succeda quel che succeda la farà), poco pragmatici (non so chi conosce l’80-20 rule, in Italia credo nessuno…).
Queste differenze sono ovviamente il risultato di molti fattori, non solo i compiti, ma sicuramente la scuola, nel suo insieme, gioca un ruolo importante. Siamo peggiori degli altri? Non necessariamente, all’estero gli Italiani che sanno lavorare bene sono molto apprezzati, ciò non toglie che abbiamo i nostri limiti, e esserne consapevoli potrebbe aiutarci, come paese e come individui, a migliorare.
Cosa si può fare a riguardo?
Qui ho consultato l’esperta, mia madre, maestra in pensione.
Dopo averle chiesto perchè e per come, senza arrivare a nulla di concreto, perchè ovviamente lei vede le cose dal punto di vista della sua esperienza, e poi cosa vuol dire troppi compiti, come lo definiamo senza esempi concreti? Dopo tutto ciò le ho fatto la domanda risolutiva: Ma insomma, avrete pur avuto delle direttive ministeriali? Era il ministero a dirvi di dare i compiti?
Preparatevi alla risposta.
Siete seduti?
No. Le direttive ministeriali a riguardo erano molto chiare: Non bisogna dare molti compiti, non bisogna dare compiti per il fine settimana, non bisogna dare compiti un giorno per il successivo, non bisogna dare tanti compiti per la vacanze, le insegnanti devono coordinarsi tra di loro e concordare i compiti che verranno dati ai bambini.
Hai capito?
Per esempio lei programmava i compiti settimana per settimana, li dava il lunedì per il lunedì successivo, concordava con la collega che compiti dare e per le vacanze dava solo dei libri da leggere.
Ora premetto che mia madre è in pensione da qualche anno, quindi bisognerebbe capire cosa dicono le direttive ministeriali oggi, e probabilmente variano a seconda del numero di rientri pomeridiani.
Però le direttive ci sono, e probabilmente sono più ragionevoli delle maestre stesse (speriamo che la Gelmini non ci abba messo troppo la mano nel frattempo…)
I direttori, o come si chiamano ora, condividono le direttive con le insegnanti. Quindi la prima cosa da fare, se si ritiene che si stia esagerando, è chiedere agli insegnanti su quali direttive stanno basando il loro lavoro, o vedere se insieme si riescono a recuperare queste direttive, magari qualche lettrice insegnante può darci una mano?
Altra cosa da fare è essere consapevoli dei limiti della scuola Italiana e cercare di sviluppare gli skills dei bambini in altro modo, con altre attività e soprattutto ragionando con loro.
Infine un’ultima nota, è anche vero che i genitori non possono intromettersi troppo, gli insegnanti devono insegnare e i genitori devono fare i genitori, se si ha fiducia degli insegnanti li si lascia lavorare, il problema, è quando non si ha fiducia… In ogni caso a meno che non ci siano situazioni gravi secondo me è meglio evitare di criticare gli insegnanti davanti ai bambini, o se lo si fa bisogna farlo con estrema cautela e ragionando. Insegnando loro a non avere rispetto per gli insegnanti non facciamo loro alcun favore…
Allora, che ne pensate? Commenti? Idee? Esperienze?
Mamme straniere, ci raccontate il vostro punto di vista? Come mamme ma anche come lavoratrici, in cosa trovate che la vostra formazione vi abbia equipaggiato di skills diversi da quelli che riscontrate in Italia?
Immagine da A Journey Round my Skull
anto says
ciao sono una maestra di prima elementare, io e la mia collega abbiamo dato x le vacanze natalizie 1 pagina al giorno x i giorni “feriali” quindi fai tu il conto.
Poi ti racconto questa, ai colloqui una mamma mi ha “rimproverato” perchè non dessi i compiti, dopo 2 mesi di scuola…perchè la collega di italiano dà quasi tutti i giorni qualcosa, tipo finire di colorare o leggere una lettera dell’alfabeto.
La mai Dirigente ci ha dato ala direttiva di non dare MOLTI compiti, infatti la mia è scuola tempo pieno e i bimbi hanno SOLO da leggere o da fare qualcosina x il Weekend, tipo colora 1 scheda o ripassa questa frase da leggere.
Andando avanti con le classi si danno compiti +” pesanti “perchè a casa pochi sono i genitori che hanno voglia di controllare giorno dopo giorno quello che il bimbo fa e allora è contento che solo al weekened c’è da seguire il f iglio
Nella nostra moderna scuola,i genitori scaricano i figli x 8 ore x 5 giorni la settimana e si lamentano delle lunghe vacanze perchè badare ai propri figli è scocciante…lo stesso x i compiti.
Io in classe ho figli sia di extra comunitari che altre nazioni e questi bimbi sono i + diligenti sia nel fare i compiti che nell’impegno x EMERGERE domani visto che hanno i genitori o disoccupati o con lavori saltuari…
Louise says
Dovrebbe esistere un posto dove lasciare i bambini le ore fra fintio scuola e fine del lavoro. Non credo che tanti gentitori sono contenti di questo ma tutti non hanno nonni che fanno
baby sitter. Alqune scegliono di fare casalinghe ma chi ha il coraggio io se succede qualcosa sei senza coperta senza pensione tutto. in ogni caso non dovrebbe esere i bambini di pagare perche i genitori lascuano al parccheggio. se non sai gestire i figli solo/a non fare figli. Appropostio di avere compiti nelle vacanze fine weekend, ne anche un pag al giorno e poco, ce feste, ositi , morte, malattie,
vacanze, liti.. quando siamo liberi per la drama.e gia difficile organizzare cose in famiglia e piu in famiglia peggio e . per non parlare del ansia di tanti bambini, genitori arrabiati e fustrati , si sa che i compiti sono caosa a tanti tensioni in famiglia. La famiglia devve uscire o vuole dare qualcosa bambino stanco o non riesce a concentrar si.. ma fai il compito
Alice says
la mia piccola ancora non é a scuola ma da quello che ho capito dalle visite che ho fatto alle scuole londinesi, qui i compiti non li danno. Le classi sono meno “rigide”, i banchi non sono in fila (ho controllato durante le vacanze con un’amica a Verona e a quanto pare in Italia i banchi sono ancora in fila come me li ricordo io) ma a gruppi e non sempre tutta la classe é occupata con la stessa attivitá. Devo dire che mi hanno fatto tutte una buona impressione da quel punto di vista. Certo ci sono ancora tanti problemi e TANTI bambini nel Regno Unito finiscono ancora le elementari senza saper leggere bene né contare ma quello é un altro discorso. Una cosa che certamente mi ha sconvolto é il fatto che qui NON BOCCIANO!!! … MAI! sará la mentalitá italiana di cui parlavi tu Letizia ma mi sembra sconvolgente…spero di non aver capito bene.
Una piccola risposta per Anto: io sono fra quelle mamme che “scaricano i figli x 8 ore x 5 giorni la settimana ” e credimi mi sento ogni giorno in colpa e vorrei veramente poter fare diversamente ma devo lavorare 🙂 Spero in futuro poter permettermi un lavoro parti-time ma la vita purtroppo non é sempre come la vorremmo….
Monica:) says
Quando andavo a scuola io (nel paleozoico) si andava a scuola dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 12:30 e i compiti al pomeriggio c’erano, ma non erano eccessivi. I compiti non prevedevano l’ausilio dei genitori…beh, mia madre controllava che io non mi perdessi nelle mie fantasie, ma non aveva bisogno di sedersi là con me per aiutarmi. Ricordo che la maestra spesso leggeva un racconto a scuola e poi ci diceva di fare il riassunto a casa, quindi eravamo autonomi nello svolgimento dei compiti e non li ho mai vissuti come un peso. Ho chiesto conferma a mia madre e anche lei concorda.
Devo ringraziare le mia maestre che non ci ha mai sobbarcato di compiti per le vacanze estive: avevamo solo libri da leggere, un vero piacere!
Ai miei tempi si usavano i libri delle vacanze per i compiti estivi… con gioia posso dire che non abbiamo mai dovuto comperarli.
Alla scuola elementare abbiamo avuto una preparazione ottima, sia dal punto di vista strettamente scolastico (storia, algebra, geometria, grammatica geografia, italiano…) ma anche da un punto di vista più ampio, la maestra ci ha fatto amare ad apprezzare la nostra città e poi i dintorni, le nostre tradizioni e ci ha dato anche qualche nozione di vita pratica: come compilare un vaglia postale e come pagare le tasse scolastiche tramite bollettino postale.
… in 5° elementare abbiamo imparato a calcolare il volume della sfera, direi che il programma era buono e tutto senza troppi compiti.
La classe era composta da 26 elementi… e non credo fossimo tutti dei santerellini… io sicuramente non lo ero!
Marilena says
Io vivo negli Stati Uniti e qui per esempio non si danno mai i compiti i fine settimana o durante le vacanze. All elementari il lunedi si riceve un pacchetto di compiti che deve essere consegnato il venerdi. Cosi si possono gestire i compiti come si vuole e se alcune giornate sono occupate con attivita’ pomeridiane non bisogna stare svegli tardi a finire i compiti del giorno dopo.
Anche qui come in UK non si BOCCIA. Perche’? Il sistema e’ diverso. Alla fine qual’e’ lo scopo della bocciatura? Se il ragazzo non ha voglia di studiare molto difficilmente gli verra’ di piu’ se deve passare un anno in piu’ a scuola. Le scuole sono organizzate in maniera che ci sono diversi livelli. Quindi se frequenti la prima superiore puoi essere messo in classi avanzate, intermedie o basse. Se non sei bravo in matematica ti mettono nella classe piu’ bassa dove si va piu’ lentamente. Pero’ se sei bravo in inglese ti mettono nella classe piu’ avanzata, A me questo sistema piace molto di piu’ che la bocciatura. Comunque e’ ovvio che se frequenti tutte le classi piu’ basse finisci la scuola secondaria con un bassissimo livello di conoscenze. Questo e’ il motivo per cui le scuole americane hanno una brutta reputazione. Pero’ vi assicuro che se sei bravo ed hai voglia di studiare la preparazione che ti da la scuola superiore americana e’ piu’ alta di quella italiana. Qui non si memorizzano soltanto tanti concetti. Ci sono laboratori di scienze e progetti di inglese.
Bilingue Per Gioco says
Molto interessanti questi commenti. Com’è che i bambini Americani e Inglesi riescono a farsi un’istruzione senza compiti e gli Italiani no?
Però spezziamo una lancia a favore del metodo Italiano, senza modestia io ho trovato che in altri paesi le conoscenze medie di storia per esempio erano decisamente scarsette…
Non c’è niente da fare, su questo tema non riesco a prendere una posizione netta, o meglio sono per il no ai troppi compiti, ma non sono convinta che i compiti siano in assoluto una cosa negativa.
Su una cosa invece ho le idee chiare, che il cielo mi assista quando verrà il mio turno, ma mi sembra strano che i genitori debbano sedersi a fare i compiti con i bambini, o anche solo controllarli ogni giorno. Io sono sicura di essere stata molto autonoma a riguardo, e spero davvero che lo sarà anche mio figlio, per il bene suo e mio. I compiti, e la scuola, non si fanno perchè lo dicono i genitori, ma perchè l’istruzione è indispensabile per avere un futuro, in questo senso non mi stupisce il commento di Anto, che i figli degli immigrati sono più determinati, i nostri magari ancora pensano di vivere in un mondo perfetto, il risveglio sarà duro…
L.
Daniela says
ciao!
a mio parere se i bambini vanno già a scuola fino alle 4 non si dovrebbero dare ulteriori compiti, è già abbastanza il loro impegno giornaliero. Qualche compito durante le vacanze è lecito secondo me, perchè da noi i break sono sempre molto lunghi e in genere più lunghi che all’estero ed è necessario che i bambini ripassino e metabolizzino quello già appreso per poter ripartire dallo stesso punto e non dover tornare indietro… Poi dipende anche che tipo di compiti si danno! ma perchè le mamme non lasciano fare i compiti ai figli da soli? non usa più? sono così difficili questi compiti? il compito è importante come lavoro in autonomia, altrimenti è meglio niente!
Poi io do i compiti, perchè alle medie tre ore di inglese a mio parere sono insignificanti per poter avere una preparazione adeguata – quindi cerco di approfondire e sviluppare le abilità orali in classe e lasciare quelle scritte per casa: non ha senso secondo me che facciano degli esercizi scritti in classe, la lingua va parlata, ascoltata – ma è anche vero che la devono saper scrivere e correttamente, ma x questo possono allenarsi meglio a casa. Voi cosa ne pensate?
Io ho sempre fatto i compiti da sola e mia mamma non mi ha mai controllato o letto il diario… bhè penso che un bambino deve anche poter sbagliare, dimenticare, far finta di… arrivare a scuola senza compito e subirne le conseguenze… se no come si cresce?
Marilena says
Ma io non direi che negli USA non si fanno compiti. Soltanto se ne fanno di meno. Durante le vacanze non li danno piu’ perche’ nessuno li faceva. Le vacanze di Natale sono impegnate con feste e viaggi. Le vacanze estive sono al massimo di 2 mesi. Nelle citta’ dove le vacanze estive sono piu’ lunghe si da qualche compito, tipo leggere un libro e qualche esercizio di matematica.
Io purtroppo ho avuto una brutta esperienza nella scuola superiore in Italia. Avevo molte insegnanti che non avevano voglia di fare il loro lavoro. Invece di insegnare la mia prof di italiano ci raccontava che in Islanda non esiste il bidet e come si puo’ vivere senza il bidet…… Poi ci riempiva di compiti a casa per studiare tutto quello che lei non aveva spiegato.
Mia figlia e’ nella sesta classe qui in California. Quando torna a casa e deve fare i compiti di storia deve rispondere a domande su quello che e’ stato spiegato in classe quel giorno. Ci vuole soltanto 10 minuti perche’ ovviamente lei ha fatto attenzione in classe e l’insegnate ha spiegato bene la lezione quindi spesso non deve neanche guardare il libro perche’ la risposta gia’ la sa.
Poi e’ vero che negli USA si studia soltanto la storia americana e la geografia americana. Ma perche’ loro pensano che il resto del mondo non sia importante. Pero’ questo non e’ un problema di sistema scolastico ma di mentalita’. (In realta’ quest’anno mia figlia ha studiato la storia antica egiziana e studiera’ la storia romana, pero’ difficilmente studiera’ la storia moderna uropea).
Marilena says
Scusate questo argomento per me e’ molto importante perche’ spesso quando parlo con amiche italiane mi fanno sentire come se le mie figlie saranno molto ignoranti perche’ cresceranno negli USA. Io pero’ non credo che sia vero affatto. Si studia diversamente qui. In Italia si memorizzano tante cose mentre qui e’ tutto molto piu’ pratico. Quindi gia’ partento dalla seconda elementare si fanno molte ricerche. Ogni anno ce ne sono almeno 2. Pero’ non succede mai, neanche alle superiori di dover memorizzare pagine di storia e geografia come succedeva ai miei tempi in Italia. Comunque io sono un po’ piu’ vecchia di voi quindi e’ possibile che le cose erano gia’ diverse ai vostri tempi.
J says
Come imparare inglese. Se noi italiani non abbiamo libri e libri di grammatica in mano non ci sembra di fare qualcosa per l’apprendimento della lingua.
Parlarla per impararla? Ci sembra assurdo. Tempo perso e quindi: trascriviamo fiumi di vocaboli, impariamo a memoria regole di grammatica e quando arriviamo in un paese anglofono e ci chiedono qualcosa sembriamo Fanotozzi. Però nei test prendiamo il massimo dei voti!!!!
BArbara says
Salve,
noi in famigli abbiamo avuto molte discussioni in merito ai compiti, io da Italiana c’ero abituata ed in un certo senso rassegnata.Mio marito essendo Danese ed abituato ad un altro sistema no, dopo poco mi sono resa conto che ha ragione lui. Mio figlio il maggiore ha voluto fare il tempo pieno, è via da casa 9 ore con il trasporto, tutti dicono che sia importante dormire 10 ore, giusto? ed ecco già 19 ore impegnate, gli rimangono 5 ore, se fa uno sport ne va via 1 ora, poi c’è la cena, facciamo un’altra ora e rimangono 2 ore di libertà.. vi sembra giusto che quelle due ore libere al giorno le debba dedicare a fare compiti?? A me no, pensando poi, e qui voglio essere provocatoria, che nel mondo del lavoro sia privato che pubblico, se ti fanno fare più delle normali 8 ore di lavoro si comincia a protestare.. poi i week end, altri compiti!! Io sono una di quelle mamme che aiutano nel fare i compiti, e non protesto perchè devo passare tanto tempo sui libri con loro, anzi.. il problema secondo me è che è tempo perso. Se si va a vedere i risultati PISA siamo agli ultimi posti nonostante “i compiti” per casa.. I paesi nordici, tra cui spicca la Finlandia, dove hanno pure il record di passare meno ore sui libri sono ai primi posti come risultati accademici, allora permettetemi di dire che secondo me ” i compiti ” sono solo una cattiva abitudine. In fin dei conti come in tanti campi non conta il tempo ma la qualità. Posso comprendere la loro utilità solo d’estate, ma secondo me andebbero aboliti durate la settimana ed i we, specialmente i bambini del tempo pieno. Il nostro sistema poi è obsoleto e me lo hanno detto iù volte anche le maestre di mio figlio, perchè non ti aiuta ad usare la “zucca”, ma a memorizzare moltissimo. Un’altra cosa, io aiuto i miei figli perchè se no si perdono, sono solo in 1′ ed in 2′ elementare, e stanno ancora di più sui libri.. spero che già dal prossimo anno le cose migliorino. Un’ altra cosa, non mi è piaciuto per nulla il commento di Anto sui genitori che ” scaricano i figli x 8 ore x 5 giorni “, se lo fanno non è per piacere ma perchè hanno un lavoro da svolgere per mantenere la famiglia e capisco che una volta tornati a casa vogliano passare del “quality time” con i loro figli invece di dover aiutarli e magari rimproverarli.. sarebbe bello avere tempo da dedicare a loro, ma in molti casi non ce n’è e non mi sembra corretto giudicare. Saluti, Barbara
Daniela says
E io invece penso che la scuola anche in italia dovrebbe proprio essere strutturata perchè i bambini stiano tutti fino alle 4 per tutto il corso di studi! per me è giusto che i genitori lavorino, i bambini oggi apprezzano di più genitori ben inseriti in un contesto sociale e lavorativo e non dobbiamo sentirci assolutamente in colpa – se da un lato è retrograda la mentalità del dare i compiti lo è altrettanto pensare ‘poverini questi bambini che stanno così tanto tempo fuori casa’ – poi c’è sicuramente molto da lavorare sulla scuola – io ho fatto parte delle superiori negli states e avevo classi di journalism, marine biology, chorus, band ed ero nei team di speech e mock trial – cose qui da noi ancora lontanissime, perlomeno nella scuola pubblica.. qui da me ci sono tante mamme che pensano che il tempo pieno sia troppo per i loro figli e preferiscono le 20-24 ore settimanali, ma mi chiedo: e tutto quel tempo che i figli passano a casa è più di qualità rispetto a quello che passerebbero a scuola?
Bilingue Per Gioco says
Daniela,
se parliamo di SE è un conto, ma parlando della situazione reale, io, grande fan della scuola pubblica, ti dico che purtroppo comincio a pensare che molto spesso, troppo spesso, è meglio passare il pomeriggio a casa che a scuola, almeno si fa sport, si legge, si fanno altre esperienze. Oggi troppo spesso i bambini stanno a scuola fino alle 16.30, ma mica perchè fanno il tempo pieno, no no, a fare attività varie affidate a cooperative che pagano il proprio personale qualche euro l’ora. Almeno facessero i compiti, che almeno si tolgono il problema, nemmeno quello… Proprio un parcheggio, ecco casa non è un parcheggio, a meno di non schiaffare i bimbi davanti alle televisione…
L.
Anonymous says
Ma certo che è! Amucchiare tonnellate di informazione ogni giorno e non avere mai tempo di smaltirlo. “Il cesto si riempia” ,e il bisognio di divertimento e un cosa che si usa poco in Italia ARIA fresca per dare oxygen allé cellule. A giocare imparano anche più del scuola, capire gli altri, dividere, compassione, esspressione, ragionare, creatività, ascoltare . È fino ad intorno a dodici anni dovrebono giocare. Crescendo troppo in fretta o non aver visuto la propria infanzia porta a complessi strani ,fobie, pervesioni. Diventano robo studiando solo. Essendo adulto ho finalmente capito che gli adulti non sono altro che enormi bambinoni! Se avevano giocato forse un po’ di più da bambini forse avevano imparato bene che non si ruba. Che rubare e la cosa più brutta che c’è. Poi i bambini sono maggior parte più maturi di adulti- sanno più di noi di giustizia , onesta, umiliata. Poi è pure ora che la scuola cambia, il futuro va avanti. Non è più che una maestra più imporre tanto che con internet informazione e libera, importante e insegniare a i bambini ragionare e usare la testa e riflettere. Quando cerca informazione su internet capire cose Che non sembrano vere probabilnente non sono e controlla un alta source per sicurezza. E per non parlare di valori principi e morale che non lo insegniano proprio a scuola. Che forse è la cosa che potrebbe far funzionare il paese e il mondo. Se si impara che quello che mi danno “gratis” pagano gli altri e non è giusto. Persone seguono la legge fino a che gli fa comodo.
BArbara says
Concordo con Letizia, fino ad un paio d’anni fa facevano i ” laboratori” il pomeriggio, perchè i bambini avevano ed hanno tuttora difficoltà ad avere lo stesso livello d’attenzione per 8 ore, adesso che i fondi sono finiti, fanno lezione e qualche volta (spesso) se sono molto stanchi guardano la tv o giocano, poi tornano a casa e siamo noi genitori a dover fare i “cattivi” e fargli fare i compiti, non con dei bei risultati essendo loro ancora stanchi e con pochissima vogli di rimettersi sui libri… dopo dipende tutto dalla maestra, io da un figlio all’ altro ho avuto il classico “schock”, infatti il primo a tempo pieno anche in prima era pieno di compiti per casa, mentre il secondo a tempo normale, dove ci si aspetta di farli, ne aveva pochi o niente. Un giorno ho parlato cn la maestra di quest ultimo e lei mi ha detto che per lei non era corretto dare compiti a bambini così piccoli..mentre l’altra maestra, quella del grande, ci dice che abbiamo ragione noi, che però è il sistema vecchio italiano che lo impone e di considerarlo come un allenamento.. vai tu a capire..poi un’ altra cosa che faccio difficoltà a comprendere è l’utilità in matematica di far imparare ai bambini 4-5 metodi diversi per imparare a fare le addizioni e sottrazioni,che senso ha?? Stanno solo di più ad eseguirle..ed è complicato per i genitori aiutarli, in quanto è totalmente diverso da quando andavamo a scuola noi…un saluto,
BArbara says
P.S. ho trovato questo link, che è abbastanza interessante, sempre sui compiti: http://www.crescerecreativamente.org/2009/06/ancora-sui-compiti-per-le-vacanze.html
saluti
Palmy says
Da insegnante ho sempre cercato di assegnare meno compiti possibile in quanto ritengo che sia controproducente sovraccaricare soprattutto di esercizi ripetitivi, andrebbe semmai stimolata la creatività e la capacità di rielaborare personalmente ciò che si è già appreso in classe. Da genitore me la sono vista davvero brutta in certi momenti, vedevo mia figlia scoraggiarsi e perdere il piacere di imparare, poi con la scoperta e l’applicazione dell’homeschooling part time di cui parlo nel mio blog abbiamo completamente cambiato prospettiva…
Margherita says
Vorrei aggiungere un punto di vista PRO compiti a casa. Secondo me, infatti, i compiti a casa sono un giusto strumento per permettere al bambino di lavorare in completa libertà e autonomia, senza tempi o modalità imposte dalla classe e dall’insegnante.
Non solo, i compiti permettono al bambino di interiorizzare che per imparare davvero non basta la partecipazione alle lezioni ma occorre un impegno (supplementare si!) in prima persona.
Secondo me questi sono entrambe funzioni importanti e positive.
Di conseguenza, ritengo che i genitori non dovrebbero farli CON e PER i figli, ma solo controllare SE i loro figli li hanno svolti oppure no…!
Detto ciò quanti e quali compiti?
Io lavoro da 10 anni in un ambiente multinazionale. Francamente, ho incontrato spesso italiani hard worker, spessissimo italiani pieni di talento, idee e creatività, purtroppo, molto meno italiani di grande successo.
Per cambiare questa situazione, secondo me, servono soprattutto due cose: 1) imparare bene le lingue, perchè se in una riunione non ci si sente sicuri del proprio inglese (o francese, spagnolo, cinese…), è impossibile farsi valere. 2) diventare più sicuri di noi stessi, perchè secondo me noi italiani siamo spesso ipercritici verso noi stessi. Facciamo tantissimo e ci vendiamo malissimo.
Per me, qualsiasi compito che aiuti il mio bambino a migliorare in queste direzioni, saranno i benvenuti.
BArbara says
Carissime,
visto che in materia ognuno ha le sue ragioni ed ha il sacrosanto diritto ad averle, vorrei rilanciare la domanda alle mamme insegnanti quali direttive da il ministero in materia, in modo da capire meglio la situazione.
Ringrazio anticipatamente per l’aiuto..saluti,
Marilena says
Il problema non e’ compiti si o compiti no. E’ ovvio che i compiti servono. Ma quanti? Se un bambino e’ a scuola ogni giorno fino alle 16 e’ assurdo pensare che debba farsi altre 2 ore di compiti. Le vacanze di Natale sono soltanto di 2 settimane che si passano spesso fra feste e viaggi. I compiti non trovano posto. Ovviamente in estate soprattutto in Italia dove le vacanze sono di 3 mesi qualche compito serve. Ma e’ anche il tempo per riposarsi, per giocare all’aperto, andare al mare…Basta un libro da leggere e qualche cosina di matematica. Ma soprattutto basta con tutta questa memorizzazzione di nozioni inutile. Perche’ non fare qualche ricerca, perche’ non trovarsi un amico di penna in Inghilterra con cui mandarsi delle email.
Mia figlia adesso ha due amiche italiane con cui si manda email. Una di loro vuole praticare il suo inglese e quindi si scrivono in inglese, mentre con l’altra si scrivono in italiano cosi e’ mia figlia che pratica il suo italiano ( viviamo in california).
BArbara says
Concordo pienamente con Marilena! Ieri parlando con delle altre mamme che hanno i bimbi in 3′ e 4′ a tempo pieno, mi dicevan che hanno dovuto toglierli dalle attività sportive che praticavano il pomeriggio perchè erano troppo impegnati con i compiti, che nonostante siano a scuola ogni giorno fino alle 4, avevano da fare ogni giorno.. mi sembra veramente esagerato!! O no??saluti,
Bilingue Per Gioco says
Un’insegnante ha risposto in merito, qui, dicendo: “non abbiamo nessun regolamento e nessuna direttiva per quel che riguarda i compiti. Però ritengo siano utili, se pensiamo a scuole il cui orario è solo antipomeridiano, ovvero solo di mattina. All’estero i bimbi vanno per la maggior parte a scuola fino al pomeriggio e chiaramente non hanno i compiti. La maggior parte delle scuole italiane prevede ancora uno o al massimo due pomeriggi, fatta eccezione per le scuole a tempo pieno, per cui dare qualche esercizio da fare a casa è giusto, ripeto sempre nella giusta dose ( e questo è a discrezione dell’insegnante che si spera sia di buon senso!!!!)”
Se è vero a me non sembra affatto normale che non ci siano direttive e tutto venga lasciato al buon senso…
L.
Elle says
ciao! raccolgo l’invito di letizia a descrivere la mia esperienza di insegnante in una scuola primaria di londra
anche in uk le direttive ministeriali sui compiti sono praticamente inesistenti – fattore rilevante, dato che invece tutto il resto è molto dettagliato
la tradizione, per quello che ho visto e sentito, era di darne pochi o pochissimi, ma le cose stanno cambiando gradualmente
questo secondo me era legato (purtroppo?) al fatto che c’è stato, per tanti anni, un processo di de-responsabilizzazine nei confronti dell’istituzione famigliare, che, seppure indubbiamente ha aiutato tanti bambini con background particolarmente “challenging” ad ottenere un’educazione dignitosa, sul lungo termine ha prodotto risultati discutibili
c’è in atto una rivalutazione della necessità e opportunità della natura fortemente assistenziale dello stato (da cui l’ascesa del partito conservatore), e un ridimensionamento dei servizi
magari può sembrare una cosa negativa espressa così, ma secondo me ce n’era bisogno
tante, troppe famiglie si appoggiavano alle istituzioni, prima di tutto alla scuola, pretendendo tanto senza offrire alcuna collaborazione
per me, per il tipo di cultura in cui sono cresciuta (in cui, per dire, io e mio padre ci alzavamo alle cinque per cercare di capire insieme una lezione poco chiara) non era accettabile
non sono l’unica: discutendo con tanti colleghi, nella mia e in altre scuole di londra, ho notato una rivalutazione diffusa del compito a casa
in pratica, nella mia scuola (dove i bambini uscivano tutti i giorni alle 3 emezza) si è deciso di adottare questo sistema: il venerdi si asseganno due pagine di compiti di matematica e due di inglese più un’altra materia, e una serie di parole da imparare a memoria per lo spelling test – il tutto da riconsegnare entro il venerdi successivo
non sui tratta di compiti gravosi: il genere di esercizi che si possono fare tutti insieme nel weekend o un po’ per volta la sera in settimana, secondo le necessità della famiglia
sono architettati , questi compiti, in modo da richiedere il più possibile la partecipazione di un adulto
questo perchè, e questo è quello che ritengo importante, lo scopo dei compiti vorrebbe essere sia rafforzare ciò che è stato imparato in classe che rendere partecipi i genitori dei progressi e delle difficoltà dei propri figli, in modo da poter intervenire e incoraggiare insieme
scusate il preambolo troppo lungo – ho cercato di spiegare una situazione che mi sta a cuore!
grazie letizia per questa opportunità!
Bilingue Per Gioco says
Laura,
grazie mille del tuo contributo. Confesso che a questo punto sono ancora più confusa di prima… Compiti fatti apposta per richiedere l’intervento di un adulto? Sarà che non sono certo il tipo di mamma che si disinteresserebbe del percorso scolastico dei figli, ma a me sembra che i compiti dovrebbero proprio essere l’opportunità per il bambino per fare da solo, organizzarsi il suo tempo e le sue attività…
Qui non si sente altro che di genitori che fanno i compiti insieme ai figli e a me non sembra una bella cosa, mi sembra una deresponsabilizzazione del bambino. Come c’è un’età per imparare ad allacciarsi le scarpe e per vestirsi da soli ce n’è anche una per imparare a studiare da soli, e mi sembra che 10-11 anni sia un po’ tardi per cominciare. Che confusione…
Ho trovato quest’articolo sul tema, in Italiano, Bambini e compiti, col parere della psicologa. E questo, molto interessante, in Inglese col parere del pediatra (Americano), Homework help for parents, che secondo tocca il punto fondamentale: “Parent involvement can be used to speed up a child’s learning. … But parent involvement may also interfere with learning.” Consiglio davvero di leggere quest’ultimo articolo, davvero interessante, ci ho scoperto anche una cosa che non conoscevo: il peer tutoring aiuta a imparare meglio la matematica.
L.
Barbara says
Cara Letizia,
i link che hai proposto sono validi, soprattutto quello in inglese, almeno per noi, anche se penso do essere sulla giusta strada, comunque anche le nostre maestre ci hanno confermato che certamente dipende da bambino a bambino, ma la maggior parte ha bisogno della presenza di un genitore mentre fanno i compiti almeno per la 1′ e 2′ elementare, dopo dovrebbero cavarsela da soli. Rimango comunque dell’ idea che se fanno tempo pieno non dovrebbero avere compiti per casa durante la settimana, solo il week end.Da noi adesso si parla molto di questo, visto che la regione ha abolito il sabato a scuola per il tempo normale, aggiungendo un pomeriggio durante la settimana, il problema che molte insegnanti si pongono è che ciò crea una discrepanza di 2 ore di lezione tra il tempo pieno e quello normale, sarebbe più sensato a mio parere che il pomeriggio lo dedicassero a svolgere i compiti o il ripasso assieme, in modo anche da impostare il metodo corretto di studio per i bambini.
Buon we a tutte, Barbara
Camelia says
Salve a tutti! Sono felice per aver potuto trovare pareri diversi sul punto che mi sta molto a cuore. Sono di origine rumena, mio figlio italiano di 6 anni, in I-a elementare in un piccolo paesino della provincia di Bologna. Sto affrontando la battaglia compiti per una lettera scritta nel diario di mio figlio, in cui chiedevo di rendersi conto delle difficoltà oggettive in cui versa la società di oggi che sembra la peggior giungla e la conseguenza che SOLTANTO con un ottimo rapporto di fiducia e comprensione tra genitore e figlio sarà forse possibile deviarlo da scelte potenzialmente pericolose, quindi gli inutili e stupidi compiti che danno a casa da fare anche nelle vacanze brevi e negli week end servono solo a portare angoscia ed ansia da prestazione in bambini di soli 6 anni e lo stesso coadiuvato da paura del giudizio altrui nelle mamme ed i genitori in generale… mentre viene dimenticata la cosa principale!! La SERENITA’ darà al bambino il piacere di studiare e quindi condividere lo studio con il genitore, se quest’ultimo non si intestardisce a dar ragione alla lettera alla maestra frustrata di turno, perdendo tempo prezioso in cui è molto più utile imparare a conoscere il proprio bambino, carattere, inclinazioni naturali, rendergli l’ambiente di casa il nido d’amore in cui rifugiarsi… affrontare qualche discorso scomodo non appena il bambino ci pone la domanda che ci permette di allacciare la risposta corta, esaustiva e plausibile che si aspetta da noi, ma per questo dobbiamo esseri liberi mentalmente e vivere il bambino stesso non come “compito a casa” o continuazione di noi stessi, ma come un’occasione di crescere insieme, di scoperta reciproca, di fiducia smisurata uno nell’altro… come fanno questi bambini a cui diciamo di essere bravi e di ascoltare la lezione bla bla bla… tutti i giorni… a darci retta se dopo avere fatto del loro meglio durante l’anno scolastico non arriva un meritato periodo di riposo?.. io non lo farei ad esempio… non cerchiamo mai di entrare nei loro piccoli panni… quindi per quanto mi riguarda, dato che “vacanze” nel dizionario di italiano significa “periodo di temporanea sospensione dell’attività, riposo e svago”… intendo adeguarmi!!… mi rifiuto IO di far prendere dei compiti da fare a mio figlio, daranno un brutto voto a me??… hahhaha… in compenso, in ogni libreria esistono degli eserciziari gioco che ho provveduto ad acquistare per esperimento e vi assicuro che mentre i compagni impegnati a colorare schede cretine a casa contano e fanno addizioni fino a 10, il mio, non un genio, intendiamoci, conta fino a mille, addizioni e sottrazioni fino a cento, contare decrescente, anche da 5 a 5, cintura blu di karatè, tutte le regole del karatè in giapponese imparate a memoria…ecc ecc… ridendo e scherzando insieme davanti alla tv e battendomi in velocità… quindi, dobbiamo solo imparare da loro a vivere al meglio il presente, seguire il nostro istinto nudo e crudo che non sbaglia mai, il passato quindi sarà meno pressante e con soltanto una leggera progettazione del futuro, che potrà essere cambiata a seconda delle occasioni che il destino ci riserva… noi viviamo troppo progettati nel futuro di cui abbiamo molta paura, ma non lo conosciamo… per quanto mi riguarda so che potrei non tornare più a casa da un momento all’altro, potrei morire in un incidente stradale o che ne sò?… chi lo sà quanto vivrà?… come vorrei essere ricordata da mio figlio?.. come la mamma che lo ha svegliato alle 6 stamattina per farli fare i compiti?… oppure come la mamma che lo ha svegliato giusto in tempo per la colazione e per portarlo a scuola, compresi i dieci minuti di coccole e rassicurazioni varie e che poi lo ha lasciato a scuola ridendo e sereno???… preferisco la seconda versione onestamente… fate voi…
Rispetto molto qualsiasi considerazione e grazie per la pazienza…
Camelia
Bilingue Per Gioco says
Camelia,
punto primo complimenti per il tuo italiano scritto! in secondo luogo, fammi capire, ti sei rifiutata di far fare i compiti al bambino? hai detto alle maestre, mio figlio non fa i compiti? E loro cos’hanno detto? Com’è andata?
L.
Camelia says
Grazie mille e sono veramente contenta di aver trovato questo sito, mi piace molto..
Esatto! Mi sono rifiutata io sfidandole a rivolgersi agli assistenti sociali o a chi credono loro, importante che ci lascino vivere in pace e appunto, il brutto voto o la nota la devono dare a ME… hahahha… Mandarono evidentemente la copia della lettera che io scrissi sul diario di mio figlio alla preside che mi contattò telefonicamente cercando di buttarla sul fatto che inquanto io cittadina rumena forse mio figlio non capisce bene l’italiano… hahhaha… chiaramente le risposi che mio figlio parla l’italiano meglio di lei con i congiuntivi e condizionali al posto giusto e che non conosce una sola parola di rumeno perchè mio marito è italiano e parliamo sempre solo in italiano. In più, lavoro come traduttrice al Tribunale di Bologna, quindi il problema linguistico non si pone, ho ripetuto che inquanto minorenne, fuori dal plesso scolastico decido IO cosa deve o no fare mio figlio, quindi la invito cortesemente ad adeguarsi alla mia decisione, dato che a me il programma cretino scolastico è stato imposto, è giusto che possa imporre qualcosa a mia volta. Fine della discussione. Hahahha, nessuno batte ciglio e finalmente faccio quello che mi pare quando e se mi pare insieme a mio figlio!.. considerate poi che va al doposcuola quindi il problema si poneva anche perchè uscendo alle 18 da scuola, restava veramente poco tempo tra sport ed attività extrascolastiche perchè noi potessimo imparare a conoscerci a vicenda giorno per giorno. Ho fatto poi presente che se in futuro mio figlio dovesse avere un qualsiasi problema di vita, busserà alla mia porta e non alla loro, quindi, fuori dalle scatole con le loro robe inutili e snervanti…esempio semplice, gli è stato chiesto di disegnare DUE TORI IN MOTO. hahahaha… ovviamente mio figlio mi disse che è assurdo e che se scrive una cosa non è deficente da non capire cosa scrive e che sfida la maestra a farci stare due tori su una moto!!!… (considerate che mio marito è allevatore di mucche da latte, ne possiede insieme alla famiglia d’origine 220 capi, quindi mio figlio sa benissimo come è fatta una mucca o un toro e con la voce della verità tipica dei bimbi si è chiesto se la maestra è impazzita per caso… hahahhahahha).. Scusate le risate ma immagino la scena ancora adesso, troppo forte. Tra l’altro due l’ultima delle guerre la sto combattendo questi giorni perchè il lunedi e giovedi fanno lezione fino alle 16,30, quindi tutti vanno via di corsa e restano i 4 o 5 o 3 che andranno poi al doposcuola, ebbene la maestra chiede sistematicamente ai soliti rimasti di pulire l’aula ridotta a porcile da 26 bambini!!.. sempre solo loro!!.. L’ho saputo ieri sera, quindi ho subito fatto presente a tutti che se dovessi sentire un’altra cosa del genere, sarà la maestra stessa a pulire l’aula sotto la mia supervisione con un bastone in mano!!.. Vedrai che dopo starà attenta a non farla più ridurre un porcile e/o la farà sistemare a tutti coloro che hanno partecipato, anche in qualità di educazione al rispetto dell’utilizzo dei vari locali scolastici, non ai soliti 4 pirla che restano!!..
Purtroppo ho dovuto con amarezza prendere atto che a comportarsi da persona civile ci si rimette e basta, mentre a comportarsi come l’isterica di turno si viene considerati e rispettati, mi sono adeguata e sta funzionando, chi poi vuole sapere come sono realmente lo scopre da sè, chi no, chissenefrega, noi dobbiamo andare avanti degli anni con questi personaggi irragionevoli e vorrei arrivare viva a fine percorso scolastico, non morire di crepacuore oppure con il fegato a pezzi. Certo che ora hanno capito che non ne faccio passare una e che ahimè sarò la spina nel fianco lunghi anni… per la pace e serenità di mio figlio, immaginate i visi sconvolti solo a vedermi passare, mi piego dalle risate di nascosto…
Raccontate le vostre esperienze anche se spero siano meno angoscianti…
Un abbraccio…
Camelia
Anonymous says
Sei forte.. Mi hai dato inspirazione. Grazie!!!
Barbara says
Beh Camelia, tanto di capello per il coraggio e l’italiano, io non mi sarei esposta così tanto..vorrei farti solo una osservazione, io avrei fatto, nei tuoi panni, queste osservazioni alla maestra/preside, senza però renderne partecipe tuo figlio, perchè sennò non avrà più rispetto della maestra, ed è difficile gestire una classe se manca questo. Noi a casa per esempio se abbiamo qualcosa da dire alla maestra, e gliene abbiamo dette tante sui compiti a casa, che secondo noi non dovrebbero esserci quando si fa tempo pieno, siamo andati da lei durante l’orario di ricevimento, senza farne parola al piccolo. Sarà che la nostra maestra a parte il vizio di dare compiti, è una persona veramente ingamba e capace, ma il piccolo le è molto affezionato e non voglio rovinare il loro rapporto.
Un saluto..
Anonymous says
Sono una mamma Giovanne straniera di tre bambini più grande a prima elementare a più piccolo 3 mesi. Per me questa scuola mi toglie il rispiro, le cose buone con la scuola italiana secondo me è che hanno buona technica di insegnamento. Ma va troppo veloce per quello che non ha ancora imparato per esempio cosivo, e a scuola che si deve imparare scrivere non prima non a casa. Mia bambina va scuola con due rientri che già per me e un po’ tanto.. Ma va bene poi deve stare due ore a casa a studiare?! Va bene compito ma si impara pure giocando e vivendo, stare fuori , vedere le cose vere non solo scritte . Weekend non si esce più fare le gite trovare parenti, perché deve finire compito. Tremo che ci saranno a natale che noi lo vogliamo godere senza essere attaccati a compiti . I bambini di 6 anni lavorano più duro di un adulto. Fra 25-40 ore a settimana poi compiti. È che sarà il risultato? Più intelligente ? Più bravo ? Più FELICi? . Dalle mie parti gli adulti non sono meno di un media italiano!
Francesco says
Gent.ma Dott. Quaranta, mi permetto una citazione. Se la 80/20 rule è quella che dice che l’80% dei problemi è causato dal 20% delle cose di cui si parla, l’ironia è che la ha inventata un italiano (un poco atipico, ma italiano): Vilfredo Pareto, ai suoi tempi molto in auge, poi molto criticato, e oggi in piena rivalutazione (cfr. Branko Milanovic, “Chi ha e chi non ha”, ma questa, come si dice, è un’altra storia. Cordialmente Francesco