Questo post in realtà è stato scritto come commento al post sulle scuole bilingui e internazionali di Milano. Però, oltre a chiederci informazioni sulle scuole Milanesi Maurizio (che al memomento è in Cina) ci dà, indirettamente, informazioni interessantissime su metodi pedagogici e modelli scolastici diversissimi da quelli a cui siamo abituati.
Ciao a tutte/i,
sono il marito di Paola, che ha già raccontato la nostra storia nei commenti al post sulla scuole bilingui a Milano. In breve siamo da 2 anni a Pechino, dove la nostra bambina di 5 anni frequenta una scuola bilingue Inglese-Cinese, stiamo rientrando in Italia, a Milano, e riflettendo sulle scelte scolastiche da farsi.
Ho trovato molto interessante il post e il vostro lungo scambio di opinioni e informazioni e grazie anche a voi stiamo convergendo verso una scelta.
A me interessa dare a nostra figlia una continuità nella stimolazione linguistica rispetto alla situazione attuale, mantenere un contesto culturale internazionale e trovare un approccio didattico moderno basato sull’interazione e sulla stimolazione della curiosità e non sulla lezione impartita.
Il piano di studi nello specifico non è fondamentale: che impari la letteratura inglese o italiana per me conta meno del metodo di insegnamento e dell’interesse suscitato nello studente. Tutto è interessante e stimolante se lo si fa volentieri. E con la giusta curiosità e gli strumenti adeguati si può approfondire al di fuori della scuola ciò che non viene trattato.
Mirella fa giustamente notare come le certificazioni (e aggiungo le membership) delle scuole possano essere un elemento di valutazione. All’inizio della nostra ricerca ho fatto la mia brava tabellina excel (soprattutto per deformazione professionale) in cui figurano belle sigle quali ECIS, COBIS, MSA, PYP, MYP, DP (le ultime tre relative all’IB). Sembra però che le scuole stesse ne facciano uso a scopo di marketing. Ad esempio perchè la Sir James non è certificata PYP (Primary) e MYP (Middle), ma solo DP (Diploma)? Forse è un modo per invogliare gli iscritti all’Year1 a rinnovare fino all’Year13, per poter vantare il riconoscimento dell’International Baccalaureate? Noi non vorremmo rimanere in Italia così a lungo, o forse sì, ma mi son detto che certificazioni e affiliazioni non sarebbero state il mio metro di giudizio: ogni scuola può vantare qualcosa a discapito di qualcos’altro; esistono sempre assessment o esami per fare il salto da una scuola all’altra.
Al momento sarei orientato sul sistema inglese, che ha il vantaggio di permettere ad Alice di iniziare la scuola 5 anni e senza essere la più piccola.
Le scelte sarebbero due, ma visto che le mamme della Andersen sono latitanti da questo blog, vorrei porre a Monica, e a chi altro abbia esperienza diretta con la Sir James, un po’ di domande pratiche:
– Quanti sono i bambini per classe e quanti gli insegnanti madrelingue, non madrelingua e se ci sono compresenze per gestire piccoli gruppi di lavoro (oggi siamo abituati a 4 insegnanti per 15 bambini, ognuno con skill specifici, ma mi aspetto che siano meno alla primary).
– Con che frequenza si può avere un feedback dagli insegnanti (oggi abbiamo un contatto diretto quotidiano al pick-up, riceviamo telefonate di allineamento, pagelle mensili e si può partecipare ad una observation class all’anno).
– Quali materiali e strumenti ha a disposizione la didattica (oggi Alice dipinge con gli acquerelli, fa musica su un pianoforte, impara la matematica con sfere e cubi di legno, legge usando cards e libri dalla biblioteca di classe o proposti dai genitori, impara la condotta servendo a tavola i più piccoli e lavando il proprio piatto nella cucina di classe, sviluppa la motorietà con lezioni di yoga e balletto)
– che tipi di gite/escursioni vengono proposte (qui è prevista un’uscita didattica al mese legata al tema di studio: questo mese si studiano gli animali marini, quindi la classe andrà in gita all’acquario)
– come è organizzato lo spazio per la ricreazione (qui ogni classe ha un piccolo spazio verde all’aperto di pertinenza esclusiva e poi c’è una playground comune con annessi orto e recinto degli animali da fattoria)
Dopo aver scritto tutto questo mi rendo conto che vorrei rimanere qui, però … me tocca torna’!
Maurizio
Spero che qualcuno potrà rispondere alle domande di Maurizio, e non dubito che molti le leggeranno con gli occhi sgranati. Questo è il parametro di riferimento, non le scuole col tetto cadente e le maestre che sanno dove andranno a finire qualche giorno prima di iniziare l’anno scolastico.
Solo una domanda Maurizio, è giusto assumere che la scuola di cui parli, a Pechino, sia comunque una scuola molto elitaria?
Immagine da A Journey Round my Skull
Ciao Letizia, ti ringrazio innanzitutto per lo spazio concessomi e approfitto per integrare in riferimento alla tua ultima domanda.
Ebbene, per il tenore di vita cinese la scuola di Alice qui a Pechino è sicuramente non per tutti, ma non direi sia “molto” elitaria: può essere paragonata ad una scuola materna privata italiana. Il bacino di utenza è composto da expat e cinesi benestanti open minded. Ma non è esclusiva quanto le scuole internazionali pechinesi, che richiedono tra l’altro un impegno economico doppio rispetto a quelle milanesi.
L’approccio didattico è di tipo Montessori, metodo condiviso da molte scuole dello stesso livello qui a Pechino. Questo forse spiega alcuni punti che ho descritto, e allo stesso tempo rattrista pensare che questa didattica, seppur concepita in Italia, sia così acclamata all’estero quanto emarginata nel nostro paese.
C’è da dire che a Pechino la scelta è molto più ampia rispetto a Milano e questo mette in concorrenza le molte scuole bilingue e internazionali spingendole ad eccellere.
Però, per essere chiari qui le scuole veramente elitarie son altre e richiedono, oltre a una cospicua retta, ben altri requisiti, come ad esempio almeno un passaporto straniero tra i membri familiari! E questi ambienti noi non li frequentiamo.
Salve a tutti, sto navigando nel web alla ricerca della scuola cui iscrivere mia figlia al momento in cui metteremo piede a Pechino. Ho appena accettato un trasferimento di due anni per lavoro da Milano a Pechino. Qualcuno sa indicarmi una buona scuola internazionale ? Ho letto le informazioni della ISP, della St.Paul ma mi piacerebbe avere qualche informazioni in piu. Grazie in anticipo per i vostri preziosi consigli. Stefano
Ciao Stefano, per essere più di aiuto dovresti dire l’età di tua figlia e il livello della scuola (rispetto a Milano c’è molta più scelta). Comunque la St.Paul è la classica scuola British molto formale, cara e sicuramente valida (stile Sir James a Milano), anche se ho scoperto che non esserci alcun legame tra di loro nonostante siano entrambe membre del COBIS. Valuta anche la ISB che è meno formale, ma offre ugualmente il programma IB. Ho conosciuto alcuni insegnanti e alunni di questa scuola e tutti molto soddisfatti, ma non ho un’esperienza diretta. In ogni caso più tua figlia è grande più darei importanza all’IB program.
Se però tua figlia fosse ancora in età prescolare ti suggerei una scuola bilingue (cinese/inglese ovviamente), perchè ti troveresti a fare un’esperienza di durata analoga alla mia e su mia figlia è stata un’esperienza vincente. Noi l’abbiamo mandata alla scuola Montessori The Family Learning House e ne siamo stati molto soddisfatti sia per metodo educativo, che per risultati ottenuti. Inoltre l’ambiente è accogliente e gli insegnanti danno molta importanza al coinvogimento dei genitori nel processo educativo.
Spero di esserti stato utile!
Ciao Maurizio, Grazie per i consigli. Mia figlia Sarah ha 10 anni e dovrebbe iniziare le medie. In questi giorni ho anche cercato di capire dove le scuole siano ubicate a Pechino, al momento sarei orientati verso la ISB. Ringrazio ancora.
Caro Maurizio,
sono la mamma (di Roma, quindi con scarsa conoscenza della scuole milanesi) che è in contatto con tua moglie e che le aveva in un primo momento suggerito la scuola bilingue (per lasciarsi aperte più opzioni).
Dal tuo commento/post però emerge che non è detto che rimarrete in Italia.
La cosa cambia radicalmente la prospettiva dalla quale ero partita nel fornirvi il consiglio.
Il sistema didattico italiano non ha nulla di competitivo al momento sotto il profilo dei metodi; la scuola bilingue consentiva ad Alice (giusto?) di arrivare a 11-12 anni con un italiano scritto forse migliore.
Tuttavia, se siete genitori con la valigia in mano (come vi invidio!) optate da subito per la scuola internazionale, più inglese che americana (migliore sistema educativo, ancora meglio se la scuola offre l’IGCSE piuttosto che il GCSE, see them on WIKI) e per le superiori sull’IB, così avrà tutte le unisevrsità del mondo da cui scegliere!). Se poi Alice sarà tanto brava da prendere 46 all’IBO può entrare anche a Oxbridge…ma ora stiamo decisamente guardando troppo in là
un caro saluto
Elisabetta
Premetto che non posso rispondere alle domande di Maurizio.
Ma…
Proprio ieri pomeriggio (in vista dell’iscrizione) sono andata a visitare una materna statale (Roma) e, tornata a casa, mi sono imbattuta in questo post.
4 insegnanti per 15 alunni ??? ah ah ah
ogni classe ha il suo giardino ??? ah ah ah
pianoforte ??? ah ah ah
yoga e balletto ??? ah ah ah
orto e fattoria ??? ah ah ah
che tristezza…..
🙁
Voglio andare a Pechinoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo !!!!
Caro Maurizio cercherò di rispondere a tutte le tue domande anche se alcune cose, lo confesso, non le so. Le classi alla Sir James sono di 16-18 bambini più o meno. L’insegnante è una ma varia a seconda delle discipline. In alcune materie i bambini (tutti quelli dell’anno, cioè tre classi) vengono ridivisi tutti in gruppi a seconda delle loro abilità (spelling e matematica), quindi per fare un esempio mio figlio fa spelling con un maestro diverso dalla sua maestra e matematica con un altro ancora. Per quanto riguarda gli strumenti mi sembra che li abbiano. Fanno un’ora di computer e musica a settimana. Per la musica c’è un dipartimento molto buono e si possono fare anche lezioni private (a pagamento). Per quanto riguarda la biblioteca sono bravissimi: mio figlio porta a casa uno o più libri a settimana (massimo cinque) e hanno anche diversi colori a seconda del livello di lettura. La lettura viene veramente molto incoraggiata. Quanto al feedback con le maestre non so molto perché mio figlio va a scuola col bus e quindi io la maestra non la vedo. Però per qualsiasi cosa le scrivo sul diario e lei mi risponde. Quando i bambini sono piccoli c’è proprio un diario giornaliero da riempire, molto utile per sapere cosa fanno e per comunicare cose. Ricreazione: c’è un’area a parte per i piccoli della nursery e reception, un’area per la lower schoool e una per l’upper school. Gite: direi tre all’anno forse. Però se vuoi dopo faccio leggere il tuo post a mio figlio che domani ti risponderà. Spero di esserti stata d’aiuto. Se vuoi contattare la scuola secondo me saranno felici di darti informazioni.
Monica,
sì sì che bello, fai rispondere direttamente a Simone!
L.
Ciao, noi abbiamo a disposizione questi materiali:cartoncino colorato su cui disegnare, tanti quaderni per farci sopra i lavori, abbiamo una sala con computer per le lezioni di informatica, io suono il piano nel departo di musica, facciamo le nostre canzoni nella camera della musica.il posto riservato per la ricreazione della lower school è diviso in quattro spazi : 1) il verde chiaro è riservato ai bambini dalla prima alla seconda.2)il rosso è riservato a tutti i bambini.3)il grigio e il verde scuro sono riservati ai bambini dalla terza alla sesta. questo è che cosa mi ricordo per oggi. forse ti manderò un altro post.
Simone
Simone,
grazie davvero, avrei voglia di farti tantissime domande, ma ho paura di scocciarti… Oppure vorrei dirti, parla parla, raccontaci, dicci come la vedi tu la scuola.
Cosa ti piace di più? Cosa non ti piace? Se potessi cambiare 3 cose nella tua scuola, cosa cambieresti?
Avrei anche una curiosità… scrivete le vostre canzoni? c’è un insegnante di musica che vi segue?
Se hai voglia di scrivere sappi che noi abbiamo voglia di leggerti!
L.
Grazie Simone!
Sei stato molto gentile a dare il tuo contributo.
un video che può interessarvi dal Financial Times:
http://video.ft.com/v/757640761001/Debate-How-China-is-shaping-the-world
Ciao a tutte/i,
ho latitato molto in quest’anno ma ogni tanto vi leggevo.
Ho notato ora il post di Maurizio e, se non è troppo tardi/ne ha ancora la necessità potrei dare qualche risposta riguardo la Andersen School che nostra figlia frequenta ormai da 3 anni (ha cominciato in Kindergarten ed ora è in Y1).
Fatemi sapere e ciao a tutti.
Silvia, buongiorno, io sono molto interessata alla Andersen. Il mio timore, come ho letto nei post, è che non ci sia spazio per il gioco libero, che sia tutto molto impostato su un sistema scolastico simile alla scuola primaria (elementari). I bambini possono GIOCARE??? Possono essere spensierati??? GRAZIE MOLTE Cristina
Ciao a tutti!!so di essere un po’in ritardo,ma navigavo qua e la’nel sito x cercare un aiuto e/o condividere opinioni.Da quasi quattro mesi sono in Cina e mia figlia,4anni,frequenta un asilo bilingue.Non si trova molto bene e quello che non riesce a digerire,proveniendo da un classico asilo nido italiano prima e da una scuola dell’infanziae poi, e’la differente didattica e metodogia educativa usata qui. L’asilo e’il migliore della zona e ne ho visti altri impostati comunque allo stesso modo: gioco libero non esiste!!! Dalle 9 del mattino alle 16 si fa inglese,sport,arte,cinese…ma i bambini non hanno nessun momento per correre liberi in cortile o giocare fra di loro con la loro fantasia. Vorrei sapere se in Cina esistono scuole che lascino i bimbi liberi di esprimersi!!! Sinceramente rimpiangiamo un po’gli asili italiani…meglio meno yoga o inglese,ma piu’ liberta’ di giocare !!!
Ciao Alessandra, non voglio giudicare se sia migliore in assoluto e per tutti i bambini il gioco libero o un’attività didattica strutturata (“work” come dice mia figlia). Sicuramente devi capire se è tua figlia che non si trova bene o tu che ti trovi a disagio di fronte ad un approccio così diverso da quello a cui eri abituata. Forse la difficoltà di tua figlia è solo nella lingua, in tal caso vedrai che la supererà presto. Le scuole bilingue in Cina sono comunque rivolte principalmente a famiglie cinesi o comunque con almeno un genitore cinese. Tieni presente che i cinesi della middle class sono molto competitivi ed esigenti riguardo l’educazione dei propri figli, quindi proporre il gioco libero non sarebbe vincente per queste scuole. Nella mia esperienza, avendo scelto una scuola bilingue di stampo Montessori, avevo trovato un ambiente che non badava alla competitività, ma aveva altri valori (comunque si lavorava molto!). Ora sono in Italia e mia figlia frequenta l’ultimo anno di scuola materna in una scuola internazionale a Genova e anche qui i bambini lavorano molto, tant’è che già sanno leggere e scrivere in inglese e in italiano prima di iniziare il first grade. Tra i 3 e i 6 anni i bambini sono molto ricettivi e se la didattica è proposta in modo accattivante si divertono molto più che a rincorrersi. Ci deve però essere anche il momento dello svago, di solito 15 minuti la mattina e altrettanto dopo pranzo. Se però tua figlia rifiuta la scuola potrebbe essere proprio un problema della scuola stessa o dell’approccio con gli insegnanti. Quando sono stato a Pechino, prima di scegliere la scuola ne ho girate parecchie e mi sono consultato anche con delle direttrici occidentali che mi hanno dato indicazioni utili. Le scuole milgiori per i cinesi non lo erano secondo me. Scelta la scuola abbiamo poi trovato casa nei dintorni di questa, nonostante io lavorassi dall’altra parte della città. In bocca al lupo per la vostra avventura cinese! Zàijiàn!
Grazie Maurizio!Credo proprio che questa scuola da tutti giudicata al top non sia quello che fa per mia figlia. Credo sia il caso di rivolgermi ad un curriculum Montessori. Speriamo di trovarne! Zaijian!!