Vi consiglio di guardare questo video, che illustra un discorso tenuto da Sir Ken Robinson.
E’ illuminante.
Grazie anche alle efficacissime illustrazioni ci fa vedere come e perchè i sistemi educativi moderni sono basati su delle premesse sbagliate, sono stati pensati e formalizzati in mondi e contesti molto, radicalmente diversi da quelli attuali e ancora di più da quelli futuri. Per questo non possono preparare al meglio i bambini a gestire un mondo diverso da quello per il quale vengono formati.
Tre concetti mi hanno molto sorpresa.
- L’analogia tra la scuola e i sistemi di produzione industriali. A pensarci bene è vero, la scuola è una catena di produzione
- L’attenzione per il fenomeno dell’ADHD, sindrome da deficit di attenzione e ipertattività. Non so se anche in Italia si stanno moltiplicando le diagnosi di questo disturbo, in alcune zone (interessante vedere quali), sì
- L’importanze del divergent thinking. La capacità di pensare a tantissime soluzione diverse ad un problema, condizione necessaria (ma non sufficiente) per la creatività
Ho sempre preso abbastanza per scontata la scuola. Un po’ perchè tutto sommato nella mia esperienza ho avuto fortuna, un po’ perchè sono dell’idea che ognuno deve fare il proprio lavoro e bisogna avere fiducia delle capacità degli altri.
Ci sto ripensando.
Ho vissuto per esperienza direttissima quanto sia difficile come datore di lavoro assumere persone “in gamba” (e credetemi pescavo tra la creme de la creme). Ho visto quanto la creatività e il problem solving siano skills indispensabili per riuscire ma anche poco diffusi, e sono skills che si sviluppano nell’età formativa, non con un master… Nella scuola dell’infanzia (secondo uno studio citato da Robinson) il 98% dei bambini ha skills di divergent thinking eccezionalmente sviluppati. Dopo 10 anni di scuola, una tragedia… Peraltro si dà il caso che il bilinguismo porti a maggiori capacità di divergent thinking, ne avevamo parlato qui.
Questo video mi ha fatto riflettere. Non necessariamente chi ha il ruolo di programmare la scuola e i percorsi formativi ha la formazione e l’esperienza per guardare al futuro, per creare una scuola adatta al mondo di domani. I retaggi culturali che ci portiamo dietro sono un freno molto potente. Quindi non possiamo stare a guardare.
E’ giusto, e necessario, che la società civile tutta, soprattutto quella tecnicamente e scientificamente più all’avanguardia, contribuisca ad un dibattito, che ci permetta di creare una scuola veramente moderna. O come minimo di preparare i nostri figli al futuro…
Take your time to watch this video:
Allora idee? Secondo voi, cosa si può fare?
Io oggi vedo mio figlio è veramente creativo e immaginativo. Il divano è una barca, dietro al divano c’è il mare dove si pesca un sacco di pesce che poi ci mangiamo con gusto, la vasca del bucato è una barca, il mio materassino per la ginnastica è pure il suo mare (dopo averlo usato glielo devo lasciare in camera), la penna è una chiave, etc. etc. Io non voglio che queste sua capacità vengano spente, è mio dovere fare quello che posso per evitarlo, ma al tempo stesso, è ovviamente necessario che riceva un’educazione…
Sybille says
Ciao Letizia, ho appena pubblicato un’intervista con una famiglia bilingue che ha tolto i ragazzi da scuola fra l’altro anche per l’aspetto bilinguismo, ovvero a scuola iniziavano a presentare problemi di lingua. Se la vuoi leggere, qui:
http://buntblume.wordpress.com/2011/01/21/buntblume-interview-wie-es-uns-gefallt-come-piace-a-noi/
Per il resto, vedo uno dei problemi piú grandi nel fatto che: moltissimi insegnanti e famiglie vorrebbero una scuola diversa e ci sarebbero tantissimi idee per una scuola piú adeguata all’Oggi come: classi di piú etá diverse, piú autogestione degli scolari, piú educazione “di cuore” e “di mano” ecc. Ma i conti vanno fatti con leggi e regolamenti: ci sono voti da dare, orari da seguire, test INVALSI e PISA da superare (dove agli insegnanti non resta altro che “allenare” gli alunni per questo) alla faccia dello “sviluppo individuale” e le “capacitá individuali blabla”. Purtroppo, chi come genitore deve decidere ora e qui, non ha molte alternative, le cose sono come stanno e ognuno prova a trovare il “meno peggio” per i propri figli – la scuola alternativa, la scuola tradizionale con delle insegnanti splendide che fanno i miracoli nonostante i restrittivi limiti dati dall’esterno, o un po’ di questo e poi un po’ di quello o altro ancora…
buon finesettimana
S.
Bilingue Per Gioco says
Sybille,
per come la vedo io il cambiamento è inevitabile, dovrà succedere. Le domande importanti sono: CHI o COSA farà avvenire il cambiamento nel sistema educativo Italiano? QUANDO succederà? (leggi, sarà tropo tardi per mio figlio?).
L.
Palmy says
Questo video è molto istruttivo e lo trovo calzante con un post che sto preparando da un po’ di tempo, dopo aver letto Guerrilla Learning, un libro che essenzimente si propone, dopo un’analisi del sistema scolastico, di incoraggiare i genitori a riprendere in mano l’educazione dei figli senza per questo prospettare per forza la scelta dell’homescholing che non sempre è attuabile. Presto lo pubblicherò e mi farebbe piacere che tu mi dessi la tua opinione…
Bilingue Per Gioco says
Palmy,
leggerò il tuo post con molto piacere (me lo segnali per favore quando lo pubblichi? così lo linko anche con piacere). Nel frattempo ho aggiungo guerrilla learning al mio amazon basket… Grazie,
L.
gloria says
Letizia,
quante verità in 1o minuti di video!!!
Oltre che mamma sono psicologa e mi occupo di formazione, con adulti nelle aziende ma anche con i ragazzi in Università (ovviamente non sono docente o interessata a diventarlo, altrimenti dovrei fare solo lezioni!).
Ogni anno rimango sconvolta dalla fatica che faccio a far “muovere” i meccanismi mentali irrigiditi di ragazzi abituati a restare seduti e a obbedire ai “comandi” dei professori, in previsione di valutazioni ed esami. Peccato la realtà fuori sia molto ma molto diversa.
Credo tu sappia come funziona la formazione esperienziale: si parla, si sperimenta, si mette in discussione, si mette in dubbio e soprattutto si mette alla prova senza che il formatore abbia in mano le verità ma solo degli strumenti di lavoro.
Quello che succede con questi ragazzi di 20-21 anni è però consolante: stupore, resistenza alla novità, prove, prove, prove…quando si rendono conto che con la modalità interattiva si impara e si crea di più con meno fatica sono molto più soddisfatti e allo stesso tempo molto più critici verso le metodologie scolastiche.
Certo, si potesse fornire stimoli produtti quando le nostre capacità creative e generative sono ai massimi sarebbe molto meglio, farebbero meno fatica, sperimenterebbero prima le proprie capacità…e chissà cosa riuscirebbero a creare!
Credo che anch’io mi leggerò guerrilla learning (grazie Palmy)…
Bilingue Per Gioco says
Gloria,
per carità, c’è sempre speranza, però… Interessante il tuo sito e ciò che fate!
L.
claudia says
Molto interessante ilvideo e molto triste la realtà. Io posso parlare di una esperienza personale : mio figlio che a 5 anni faceva i calcoli con le centinaia e le migliaia e sapeva scrivere “storie” e disegnare
quadri è stato molto inibito dalla scuola. In seconda elementare dovendo reprimere tutte le sue capacità (purtroppo ero anche costretta a tenerlo a scuola a tempo pieno) per adattarsi
alla scuola ha avuto una vera e propria crisi depressiva (parlava di togliersi la vita !!!).
Io purtroppo per ragioni economiche non ho potuto fare nulla per lui se non aiutarlo ad abituarsi alla scuola…adesso ha superato. Ha perso tutte le sue curioistà, le sue capacità, il suo entusiasmo.
Si trascina uno zaino pesantissimo e non vede l’ora di passare un oretta alla play-station. Che tristezza.
Questa è la nostra povertà, che ci creiamo e coltiviamo ogni giorno. Devo comunque ringraziare i suoi insegnanti che hanno fatto veramente tanto per aiutarmi a fargli superare la crisi e hanno fatto tutto per cercare di lasciarlo esprimere…ma loro non meno di noi sono in una gabbia. Secondo me siamo alla vigilia di una rivoluzione, culturale ed economica che ci farà finalmente uscire da questo medioevo industriale che ci stiamo trascinando avanti. Dovremmo però avere le forze di creare delle “transition towns” dei luoghi dove si trovano
delle via di fuga in avanti…che fatica però !
Bilingue Per Gioco says
Claudia,
sono rimasta senza parole. Che triste, e ciò nonostante non c’è rassegnazione nel tuo commento. Nè rabbia, dici bene che gli insegnanti sono pure in una gabbia. Io credo che la maggior parte degli insegnanti faccia il proprio lavoro con amore, che se avessero gli strumenti potrebbero e vorrebbero lavorare in modo diverso, ma questi strumenti bisogna darglieli, e non parlo solo di mezzi e materiali, ma anche di competenze, perchè intuire che qualcosa non va è un conto, avere un’idea di come realizzare una scuola diversa è un altro. Io sinceramente qualche idea concreta me la sto facendo, ma grazie a tantissime esperienze che ho fatto finora, sia formative che lavorative, esperienze ben diverse da quelle che può fare un’insegnante o un direttore scolastico.
Transition towns, o places. That’s right. We have to start somewhere!
L.