Vi devo assolutamente raccontare di questo seminario/conferenza a cui ho partecipato sabato a Pistoia, Bilinguiamo.
E’ stato un evento interessantissimo, e ci vorranno un paio di post per assorbirlo, qui vi racconto un po’ un’impressione d’insieme, negli altri post vorrei sviscerare alcuni dei punti toccati.
Innanzi tutto, l’organizzazione. Veramente ben organizzato, con interventi interessanti e una logistica ben strutturata. Ma chi si è curato di questa organizzazione? Delle mamme (le potete vedere nel video linkato in fondo).
Questo mi sembra un dato bellissimo, delle mamme migranti, come di definiscono loro stesse, da anni portano avanti progetti sul bilinguismo e l’interculturalità e rimboccandosi le mani, insieme, hanno realizzato questo incontro. Bisognava vederle per capire quanto impegno corale c’è dietro quest’evento. Hanno tutta la mia stima.
Nota negativa, non hanno ricevuto nessun tipo di supporto finanziario, hanno dovuto finanziare l’evento di tasca propria, non so se vi rendete conto di quanta determinazione e passione questo implichi. Ora mi permetto di avanzare una richiesta a nome loro, se qualcuno pensa di poterle aiutare a dare visibilità all’evento per favore lo faccia.
Poi le persone. Famiglie, con bambini di qualche mese o ragazzi già grandi. Tante famiglie, che hanno portato con sè moltissimo entusiasmo, ma anche tante domande, e qualche frustrazione, parlando con loro ci si rende conto di quanta ostinazione è necessaria per portare avanti il proprio progetto quando pediatra e insegnanti non fanno che dirti di non parlare la tua lingua ai tuoi figli. Per non parlare della suocera, grande spettro (a sorpresa) di quest’incontro. Suocere italiane, una preghiera, unitevi, e calmatevi. Il bilinguismo non fa male ai bambini, state serene!
Bellissimo l’intervento di una coppia, lei russa, lui italiano.
Lei: “i miei suoceri continuano a lamentarsi perchè parlo russo alla bambina, dicono che così non impara l’Italiano e avrà problemi a scuola. Ma se è circondata da Italiani, deve essere proprio scema per non imparare l’Italiano!”
Lui: (mortificato) “eh sì, ora poi che sono venuti a trovarci i miei suoceri, che ovviamente parlano russo alla bambina, i miei continuano dire Ecco, ce la rincoglioniscono di russo!”
Troppo simpatici! In bocca al lupo a voi e alla bambina!
Un’esperienza ricorrente è quella dei bambini che non vogliono parlare la lingua minoritaria, la capiscono, ma non la parlano. Certo che non avere riscontro dai bambini e poi avere pediatra e maestra che ti dicono di smettere, scoraggia parecchio, ogni tanto qualcuno cede, ed effettivamente smette.
Una di queste mamme ha raccontato la sua storia, di come ha smesso di parlare la sua lingua, il Portoghese, cedendo alle pressioni, ma poi si è ricreduta, e si è riappropriata della sua lingua. A sua figlia l’ha spiegato così: “Amore, mamma non ha i soldi per lasciarti l’eredità, almeno ti lascia la lingua. Con mamma si parla Portoghese e basta!” Oh! Alla fine mi si è avvicinata e mi ha detto che da circa un anno segue Bilingue per Gioco, ma non ha mai avuto il coraggio di scrivere, le ho chiesto di suggerirmi dei materiali in portoghese e stamattina me li ha mandati!
In generale, i genitori avevano tanta tantissima voglia di parlare. Questo mi ha colpito molto. Inarrestabili. Avevano voglia di raccontare e sentirsi, per una volta, capiti. Di avere risposta semplici a domande quotidiane, o anche solo di sentire che non erano loro a essere sbagliati, che non c’è nulla di strano nella loro esperienza, semplicemente il bilinguismo può essere difficile, e questo è normale.
Ha detto bene Marco Tamburelli: Il bilinguismo è difficile per i genitori, non per i bambini.
E con Marco veniamo anche agli interventi degli esperti, non ho assistito di persona a tutti per via di un ritardo di un treno che mi ha fatto perdere la coincidenza (e al fatto che Prato e Pistoia a furia di litigare non sono riuscite a mettere una corriera tra le due città…) Ho però letto gli abstract, e una cosa mi ha colpita di questi interventi, l‘attenzione per l’aspetto emotivo.
Quando si parla di bilinguismo si parla sempre di L1 e L2, di linguaggio, cervello, apprendimento e metodologie. Non si parla mai di emozioni, perchè le emozioni sono più complicate da gestire e catalogare, non si prestano a schemi prestabiliti, sono personali e individuali Ma quando si tratta di bambini le emozioni sono tutto, e un discorso sul bilinguismo precoce che prescinda dalle emozioni e non dia risposte ai problemi emotivi non entra nel cuore del problema e non può avere un vero impatto.
Grazie alle Professoresse Silvia Lelli e Silvia Guetta (Università di Firenze), al professore Marco Tamburelli (Università di Bangor, UK) e alla Dr. Goust per aver toccato questi temi così importanti.
Tornerò in post successivi su due temi toccati al seminario che mi sono sembrati particolarmente interessanti, ma semplicemente perchè su Bilingue per Gioco non ne abbiamo ancora parlato, perchè tutti i temi di cui si è parlato sono molto interessanti!
Grazie ancora alle mamme di Le A.P.I. per aver organizzato quest’evento e per avermi invitata. Speriamo ce ne saranno altri, questa volta finanziati…
Potete vedere un breve video ( meno di 3 minuti), un estratto di un telegiornale locale: http://www.tvl.it/informazione.html dal minuto 15′ 48″ a 18′ 30″, credo, chissà se domani ci sarà ancora questo video… (io non ci sono nel video, hanno girato al mattino ma io ho parlato nel pomeriggio)
Alessandra says
Carissima,
Attendevo questo tuo post perchè avrei voluto esserci anche io ma non ho potuto e mi è dispiaciuto moltissimo…
Mi occupo di bilinguismo e immigrazione e sono d’accordo con te quando sottolinei l’importanza del riconoscimento dell’aspetto emotivo. Io aggiungerei del bilinguismo di tutte le età..la lingua passa dal cuore e dalla “pancia” prima ancora che dalla testa..
Tatiana says
che bella iniziativa!!! magari organizzassero un evento del genere anche dalle nostre parti (abito a verona)…per noi genitori che abbiamo scelto la strada del bilinguismo i dubbi sono tanti, ogni giorno diversi… e spesso non abbiamo nessuno con cui condividerli (intendo persone esperte, qualcuno che ti possa veramente dare un consiglio valido e non un commento tipo: ” ma…tutta ‘sta fatica per cosa?” “povera bimba.. chissa che confusione nella sua testolina” ecc…sarebbe interessantissimo…non vedo l’ora di leggere altri post sull’evento
Denisa says
Grazie Letizia.
Hai scritto veramente tanto sul seminario.
Anche noi siamo state veramente contente quando abbiamo visto che la partecipazione non è mancata e lo stres dei mesi precedenti, durante l’organizzazione, non è andato a vuoto. Era il nostro primo seminario e sicuramente ci saranno stati anche tanti punti critici dove potevamo veramente fare meglio, ma la cosa importante è stata unire insegnanti, genitori, ragazzi di seconda generazione, esperti e persone interessate e confrontarci, raccontarci, mettere in mostra la nostra voglia e il nostro diritto di parlare più naturalmente possibile con i nostri figli perché certe cose in lingua straniera non possiamo proprio esprimere, a partire dai sentimenti.
E’ stato veramente importante vedere Interesse su un tema del genere e ci siamo promesse di continuare per questa via per dare voce ad altri eventi e progetti sia nei contesti scolastici (a partire dalla scuola dell’infanzia) che in contesti informali tramite incontri con genitori ed esperti. Oggi ci siamo trovate a parlare di questo.
Presto ci sarà anche la pubblicazione degli atti. Ti terremo informata!
Un grazie di cuore da parte di tutte noi per il prezioso contributo che hai datto al seminario e che stai continuando a dare anche in questi giorni. Ti faremo avere anche qualchè foto di quelle che siamo riuscite a scattare.
Sicuramente a presto,
per Le A.P.I. (Associazione Per l’Intercultura ),
Denisa (una mamma albanese).