Bilingue per Gioco chiude. Ho capito che non ha più senso nè crescere mio figlio bilingue, nè aiutare altri a fare lo stesso.
Le lingue non servono più, sono un ricordo del passato. Nel futuro l’unica cosa che conta è la tecnologia.
Vuoi parlare con una persona che non parla la tua lingua? Attiva il chip e ti traduce all’istante.
Impossibile? Certo che no! Esiste già da un sacco di tempo, esiste già dal 2151 ed è stato utilizzato nella prima missione spaziale di Enterprise NX-01.
Uh?!
Ok, no Star Trek non è ancora un documento attendibile, ma Google sì.
E nel 2011 Google ha diffuso un prototipo di Universal Translator, si chiama Conversation Mode. Non riesco a inserire il video (HELP!) quindi posso solo darvi il link: Conversation mode.
Quite cool, isn’t it? (= Figo , no?)
Non è ancora perfetto, certo… Qualche errore lo fa, non è banale riconoscere voci e accenti. La vocina è piuttosto metallica, ma quello è l’ultimo dei problemi, un po’ di analisi spettrale e una macchinetta può riprodurre qualsiasi tono di voce. I costi non sono chiari, quando sei in viaggio una connessione dati può costicchiare… E poi non c’è ancora la versione di Hello Kitty!
Ma insomma mio figlio ha 3 anni, per quando entrerà nel mondo del lavoro Google avrà creato il traduttore perfetto, magari da inserire sottopelle.
Riuscirà anche a eliminare le componenti culturali della comunicazione? A rendere gli uomini un po’ più robot e un po’ meno emotivi? A sostituire un abbraccio e una stretta di mano con un bip?
Forse no a pensarci bene. Nel dubbio quasi quasi vado avanti, però li tengo d’occhio…
TIZIANA says
simpatico, il relatore, ma nel video si notano anche diversi errori del sistema dovuti al volume o ad altre caratteristiche della voce! un po’ come quando chiami un call center e ti risponde l’assistente automatico che, puntualmente, non riconosce i diversi accenti degli utenti e ti chiede di ripetere a oltranza, per poi sbatterti una specie di “ritenti, sarà più fortunato” in faccia! xP
io aborrrrro i traduttori online già di mio, immagina… thumb up for the real bilingualism and the actual polyglossia! non chiudere proprio niente, letizia …semmai ci avessi davvero pensato! 😉
Ludmila says
La lingua sta svilupando il cervello quindi le lingue servirano sempre, fino il fine del mondo. Credo. Credo che conoscere piu lingue che solo la materna e necessario per tutti che non vogliono rimanere chiusi nello suo mondo senza potere individualmente e independente scoprire il nostro mondo.
Daniela says
Dal 1950 ad oggi la tecnologia ne ha fatti di progressi in tutti i campi e ora abbiamo a disposizione strumenti raffinatissimi. L’unico campo in cui si sono fatti pochi passi avanti rispetto agli enormi investimenti messi a disposizione da organismi internazionali come onu, nato e ue e da numerose multinazionali è proprio il campo della traduzione automatica. Il sistema di traduzione e interpretazione all’ue è una macchina gigantesca con circa 430 interpreti interni e circa 2500 esterni. Dal primo esperimento pubblico del 1954 ad oggi, si sono creati sistemi come trados utilizzati per la traduzione tecnica come ausilio dai traduttori, ma questi rimangono sempre e comunque insostituibili. E secondo me sarà impossibile creare il traduttore perfetto, perchè la lingua è viva, si evolve, il linguaggio è un mix di immagini, similitudini, sensazioni, e anche il miglior traduttore ha spesso bisogno di tutte le sue risorse “interne” per poter renderle al meglio. Al massimo si riuscirà a tradurre un manuale su qualche elettrodomestico o poco più…
Quindi please non dire neanche per scherzo che chiuderai questo blog fantastico, che all’inizio del post mi stavo quasi preoccupando davvero!
Annalisa says
Una provocazione spero … la tecnologia certo si sta sviluppando e questo è un bene per tutti. Adesso possiamo comunicare istantaneamente con miliardi di persone, condividere idee, immagini, scambiarsi opinioni, e questo dal mio punto di vista rende la nostra epoca fantastica.
La stampa, la radio, la televisione e nella nostra epoca internet e la tecnologia sono STRUMENTI che si servono del linguaggio, lo modificano e lo rendono ancora più vivo e globale. Ma questi come tutti gli altri strumenti hanno bisogno per essere utilizzati di cervelli sempre più elestici e allenati e non di robot che sanno solo ripetere una serie di compiti ripetitivi. E’ come dire che non serve saper fare le operazioni perchè ci sono le calcolatrici ….
Non credo che sia importante aiutare i nostri figli ad entrare in contatto con altre linguee solo perchè così li avvantaggiamo su una materia della scuola, credo che questo possa servire a renderli cittadini di un mondo interculturale in cui entreranno in contatto con persone diverse che parlano lingue diverse e ragionano in maniera diversa … e tutto questo una macchina non lo potrà mai fare.
Luca says
Se le lingue davvero non servono più, allora mi chiedo come mai tutti i figli dei nostri bei politicuzzi vanno nelle scuole internazionali fin dalla più tenera età, nelle quali ovviamente ci sono insegnanti di madre lingua.Certo la tecnologia aiuta, ma non basta nel caso in cui si dovesse, per necessità, andare a lavorare all’estero.
Ricordiamoci, inoltre che la lingua italiana è esclusivamente parlata in Italia e nel canton Ticino, mentre la lingua inglese è una lingua universale, parlata in tutto il mondo tranne che in questo paese di beoti.
Agnese says
Non sono mai stata contraria allo sviluppo di stumenti tecnologici di alcun tipo (lo sviluppo di un traduttore simile, per quanto ben lontano dalla perfezione, e’ sicuramente frutto di anni di ricerche sulle lingue, sul cervello, di informatica etc), ma sono dell’opinione che la perfezione di un individuo nel scegliere le parole adatte ad una traduzione non potra’ mai essere eguagliata!
La sensibilita’ individuale e la propria vena poetica sono difficilmente quantificabili…
Avete mai letto una traduzione fatta da strumenti informatici e non da una persona che padroneggia entrambe le lingue, di origine e di arrivo?
Certe volte ci sono di quegli strafalcioni, anche se globalmente il risultato a me pare gia’ notevole!
gianna says
Non credo proprio che un traduttore digitale, per quanto raffinato, sia la soluzione, nemmeno se fosse come il Pesce babele della Guida galattica per l’Autostoppista.
le lingue sono qualcosa di vivo, il cui uso é molto personale, cambia nel tempo, si evolve, assume sfumature diverse tra gruppi diversi di persone; le lingue s’intrecciano l’une alle altre e non credo proprio che un traduttore automatico possa tenere conto, nei suoi algoritmi, di tutte queste sfumature.
Ad ogni modo, ho provato anche ad usare google translator per vedere come traduceva qualche pagina del mio blog. I risultati a volte sono esilaranti!