Oggi, 21 febbraio, è la giornata Internazionale della Lingua Madre.
Qui su Bilingue per Gioco tutti i giorni è la giornata, più o meno internazionale, della Lingua Madre, quindi di certo non ci metteremo a ripetere i discorsi che facciamo quotidianamente sull’importanza di crescere i bambini nella loro lingua madre, per tutti i vari fattori che abbiamo già discusso, identità, fiducia in sè stessi, vantaggi cognitivi del bilinguismo, etc.
Però un paio di pensieri li voglio dedicare a questa giornata. Intanto, chi ha deciso che proprio il 21 Febbraio sia l’International Mother Language Day? L’hanno deciso le Nazioni Unite, nel 1999.
Hanno scelto il 21 Febbraio perchè è una data simbolo, il 21 Febbraio 1952 degli studenti dell’università di Dhaka, Bangladesh, dimostrarono per reclamare il diritto ad utilizzare la loro Lingua Madre, il Bengali, che era stata resa inufficiale dall’amministrazione mentre l’Urdu era stata dichiarata l’unica lingua ufficiale del paese. 4 di questi studenti furono uccisi in questa dimostrazione. Uccisi perchè chiedevano che la propria lingua fosse riconosciuta.
Questo episodio mi ha molto colpita. Si muore solo per reclamare dei diritti inalienabili, la libertà, il diritto ad un livello di vita decente, il diritto ad un futuro. Ma anche il diritto alla propria lingua, che è poi il diritto alla propria identità.
Ogni anno questa giornata ha un tema specifico, il tema di quest’anno è: The information and communication technologies for the safeguarding and promotion of languages and linguistic diversity. In altri termini, il ruolo della tecnologia nel preservare le lingue e, attenzione, la diversità linguistica. Qui non stiamo parlando solo del fatto che tramite strumenti tecnologici e siti web si possono migliorare e imparare l’Inglese, parliamo di preservare le lingue, anche quelle piccole. La lingua si sa è uno strumento per comunicare, per parlare soprattutto, ma davvero oggi comunicare ha un significato molto più ampio, molte delle nostre comunicazioni non avvengono faccia a faccia.
Mi piacerebbe celebrare questa giornata parlando delle vostre storie.
Contribuite con un commento, diteci:
- qual è la vostra lingua madre (e se è una lingua madre o “padre”)
- Come vi aiuta la tecnologia a mantenere e trasmettere la vostra lingua madre (o lingua paterna ovviamente)?
- Che relazione c’è tra la tecnologia e le emozioni, le sensazioni, di una lingua?
Raccontateci la vostra storia. E spendiamo un minuto per pensare a chi deve lottare per la propria lingua.
Yael says
Ciao Letizia, e grazie per questa informazione. Ecco il mio piccolo contributo.
1. La mia lingua madre (e “padre”) è l’ebraico.
2. La tecnologia mi ha aiutato moltissimo. In realtà, penso che farne senza sarebbe stato molto difficile – sia per quello che riguarda la mia capacità di informarmi prima di prendere la decisione originale di parlare la mia lingua a mio figlio (e non ascoltare un pediatra che mi dice “sarebbe meglio parlargli in italiano”) – sia per ciò che riguarda la mia capacità di avere più strumenti a disposizione per trasmetter a mio figlio questa lingua (soprattutto considerando che io sono l’unica che lui sente parlare in ebraico, a parte qualche visita di parenti qua o viaggi in Israele). Tra questi strumenti la possibilità di comprare libri e giochi online, di vedere video/programmi televisivi, fino a scaricare moduli di insegnamento o di cercare parole di filastrocche e canzoncine che non mi ricordavo bene.
3. A me la tecnologia ha aiutato moltissimo a rivivere la mia infanzia e a pescare, nella mia mente, quei frammenti di ricordi (ovviamente associati alla lingua) a me cari. Questo, di seguito, mi ha aiutato a trasmettere a mio figlio questo mio entusiasmo e emozione, che lui, non sempre ma spesso, ha condiviso.
Buona giornata a tutti e tutte e auguri….
Yael
Marta says
Buongiorno a tutti,
sono un’italiana che vive nei Paesi Bassi, madre di un piccolo italo-olandese di 19 mesi che, speriamo, crescerà bilingue (per ora dice poche parole, ma quel poco che dice sembra già un bel miscuglio delle due lingue).
Al di là della lingua madre diversa, penso che il mio contributo assomiglierà moltissimo a quello di Yael:
1. La mia lingua madre (e, in larga parte, padre) è l’italiano.
2. Penso che la tecnologia sia fondamentale. Su Internet trovo e ho trovato moltissimi spunti (come il sito e l’e-book di bilingue per gioco), suggerimenti di altri genitori riguardo a libri, CD, riviste (per il futuro!), ecc.
Altro strumento per noi importantissimo è Skype, grazie al quale il piccolo ha modo di vedere i nonni italiani almeno un paio di volta a settimana. I vantaggi sono, a mio avviso, moltissimi: oltre a quelli affettivi (ha così modo di vedere regolarmente i nonni lontani e già fin da ora vedo svilupparsi tra loro una sorta di comunicazione, di dialogo, fatto degli stessi giochi ripetuti all’infinito, diverso da quello che condivide per esempio con me), ci sono quelli comunicativi, che non riguardano solo la comunicazione nonni-nipote, ma anche la possibilità di osservare la comunicazione tra adulti (quella tra i miei genitori e me), cosa che, vivendo all’estero e conoscendo pochi altri italiani qui nei dintorni, non farebbe altrimenti parte della sua vita quotidiana.
Per finire, anche youtube si sta rivelando una manna per noi. I suoi preferiti per ora sono La tartaruga di Lauzi, il mitico Popoff, L’arca di Noè (Ci son due coccodrilli), Il leone si è addormentato e i Teletubbies (in italiano ovviamente).
3. Anche qui, condivido quanto detto da Yael. La tecnologia (Internet in primis, ma anche lettori CD e DVD, mp3, ecc.) mi permette di andare a ripescare cose della mia infanzia e di condividerle, oggi, con mio figlio. Parlo per esempio dei testi delle canzoni per bambini che magari non ricordo più tanto bene, ma anche canzoni “per adulti” che hanno fatto un po’ da colonna sonora alla mia infanzia. In futuro, man mano che lui cresce, penso che le cose da fargli scoprire saranno sempre di più, dall’indimenticabile Linea della Lagostina (che mi piaceva forse più dei cartoni animati veri e propri) a film e pezzi teatrali. Tutte cose che mi hanno fatto emozionare nel corso degli anni e che spero di condividere con lui quando sarà il momento.
Un caro saluto a tutti i genitori e i piccoli bilingui,
Marta