Fino a 7 anni i bambini sono dei geni per l’apprendimento delle lingue, dopo i 7 anni si ha un decadimento sistematico di questa capacità, lo dice Patricia Kuhl, che il cervello dei bambini lo studia con strumenti anche molto sofisticati (e un po’ buffi).
In particolare nel primo anno di vita sono in grado di distinguere qualsiasi suono e di elaborare complesse statistiche sulla frequenza di ogni suono, dopo il primo anno si specializzano nei suoni che appartengono alle lingue a cui sono esposti quotidianamente. La cosa più impressionante è che un bambino di circa 6-8 mesi è perfettamente in grado di elaborare queste complesse statistiche anche per lingue a cui non è esposto quotidianamente, ma solo per delle sedute occasionali.
Ma attenzione, se gli stessi input vengono dati al bambino non da una persona in carne ed ossa (e voce) ma da un video, il risultato è … nullo, come non avessero mai ascoltato questa seconda lingua, se ancora ce ne fosse bisopgno questa è una conferma importante che nei primi anni di vita (certamente nel primo anno) si imparano le lingue solo da persone, da relazioni sociali con le persone, non da strumenti passivi come video o CD. Di questo abbiamo già parlato, dando anche dei consigli per utilizzare al meglio Televisione e DVD come strumenti di apprendimento, visto che per alcune famiglie rimangono strumenti importanti e necessari.
Queste sono alcune delle idee condivise dalla professoressa Patricia Kuhl nel suo discorso alla conferenza TEDxRainier a Seattle, che potete vedere qui:
Per inciso, questo ovviamente non significa che dopo il primo anno sia troppo tardi per iniziare ad insegnare una lingua ad un bambino, ma certo prima si inizia e meglio è, ed è anche per questo che i corsi di Inglese per bambini e genitori Learn with Mummy iniziano già dalla primissima infanzia, già dal primo anno di vita, anche se ad alcuni genitori sembra troppo presto.
Patricia Kuhl è codirettore dell’Istituto per il Cervello e scienze dell’apprendimento all‘Università di Washington. Conduce ricerche riconosciute a livello internazionale sull’apprendimento precoce delle lingue e i processi di apprendimento dei bambini.
Marika says
Lo stampo e lo mostro ai benpensanti che orbitano intorno alla mia vita!? 😀
No, continuerò a proseguire per la mia strada, felice di farlo!
Io ti ringrazio per tutto ciò.. è molto importante… per certi versi ti stai prendendo cura anche dei nostri figli!
Buona giornata,
a presto
Giovanna says
Interessante! Grazie per queste preziose informazioni. Ne approfitto per segnalare anche un libro sull’argomento che ho letto con lo stesso piacere con cui si legge un romanzo: Franco Fabbro “Neuropedagogia delle lingue” Astrolabio. Anche il Prof. Fabbro è un esperto in materia e lavora all’univrsità di Udine. Potrete leggerne una sintesi sul nostro blog (http://www.italobimbi.it/blog/8-leducazione-bi-e-plurilingue-un-approccio-neurologico.html).
Trovo molto costruttivo e arricchente potersi scambiare delle informazioni del genere e spero che sarà utile a tante mamme nella nostra stessa situazione!
Buona continuazione!
Giovanna
Ilaria says
É una bellissima notizia.. visto che io ho iniziato a portare il mio piccolo a Learn with Mummy a 4 mesi 😉 Ne ho viste di facce perplesse intorno a me! Ma io sono contentissima cosí ho l’impressione che stia apprendendo molto.
Grazie ancora!
Ilaria
marinela says
il mio gabri a 2 anni e3 mesi e dice una ventina di parole:mi sembra un po lento. quoando secondo voi sentiro mio bimbo parlare?
GlobalVoices says
Molto importante per un bambino avere la possibilità di poter imparare più lingue. Il vantaggio sarebbe avere dei genitori che parlano lingue differenti per poter alternarsi. Se cosi non è l’ideale è giusto secondo me cercare di far apprendere un’altra lingua ma senza troppe pressioni.