Riemergo ora da tre giorni di letto con febbre e gola in fiamme e ne esco con una parola nuova nel mio vocabolario: Tonsillitis, che non ha bisogno di traduzione.
Francamente ne avrei fatto volentieri a meno, ma visto che mi è toccata sono andata subito a vedere come si dice in Inglese, al che mi è venuta la curiosità di sapere come si dice Tonsille, Tonsils of course.
Non si finisce mai di imparare una lingua, anche quando la si è usata quotidianamente per 10 anni rimane il fatto che spesso il nostro vocabolario è comunque limitato all’uso che ne facciamo, per quanto esteso esso sia. Le tonsilliti erano praticamente sparite dal mio orizzonte da quando andavo alle elementari, l’unica persona di mia conoscenza che ha continuato a prendersele è mio fratello, ma lui, credetemi, si ammala solo in italiano…
L’importante però è esserne consapevoli e continuare a esplorare la lingua. Come dicono gli americani, inguaribili ottimisti, there are no problems, only opportunities. Ogni parola che non conosco è l’opportunità per impararne una nuova, spesso più di una, perchè si sa una parola tira l’altra…
Per inciso, questo succede anche ai bilingui “classici”, un nuovo termine di cui mi arrogo il neologismo, intendendo per bilingue classico l’idea di bilingue che si fa l’uomo della strada, ossia qualcuno che è cresciuto parlando due lingue “esattamente allo stesso modo”. Beh anche i bilingui”classici” probabilmente a casa usavano una lingua e a scuola un’altra, oppure alcune materie le hanno studiate in una lingua altre in un’altra, ne consegue che il loro vocabolario è specializzato in una lingua per alcuni ambiti e in un’altra per altri ambiti.
Vi saluto con questa riflessione, scusatemi se questa settimana il blog subisce una rallentamento. Purtroppo non sono ancora arrivata a un tal livello di sofisticatezza da avere i post preparati con settimane di anticipo. Per questa settimana vi risparmio anche il video, ho una pessima cera…
See you soon…
P.S.
Ho appena ricevuto un’email da Amazon, a partire da oggi e per una settimana sconti a partire del 55% su libri vari e anche del 60% su libri per bambini, ovviamente io ho completato un ordine enorme giusto la settimana scorsa… Comunque magari vi interessa.
Immagine da 50 watts
gianna says
Buona guarigione (con le infreddature siamo in due)
Il tuo post mi ha fatto venire in mente alcune situazioni con la lingua svedese medica, di cui ho esperienza sia perché trasversalmente ci lavoro, sia perché ho amiche medico.
Nella lingua svedese é facile che diverse parti anatomiche abbiano due nomi: uno piú comune svedese, ed un altro medico svedesizzato, derivante dal latino. Spesso faccio la figura dell’intellettuale perché per me é piú semplice usare il termine medico anziché quello comune, dal momento che il primo é molto piú simile all’italiano.
Una mia amica che vive a Londra ha avuto la stessa esperienza con altri vocaboli inglesi: lei usava termini considerati “dotti” e un po’ snob, semplicemente perché simili all’italiano e quindi molto piú immediati per lei.
Bilingue Per Gioco says
Vabbè allora vi racconto questa:
Moglie di un collega, parigina, dal ginecologo in Germania.
Durante la visita parlano del più del meno, del fatto che lei è appena stata a Parigi, etc.
Poi lui le chiede
Und wie geht’s mit dem Verkehr?
Letteralmente, e il traffico come va?
Ah un casino, risponde lei, c’è un sacco di gente!
Ma signora, non è sposata?
Verkehr ha anche altri significati in tedesco…
Arianna says
ehehhe carino l’aneddoto…
Il tuo ordine “non scontato” mi ha tirato su di morale visto che oggi abbiamo preso tre biglietti per un weekend ad Augsburg (studio tedesco e ogni occasione è buona) e fino a tre giorni fa gli stessi biglietti costavano 1/3.
Mi consola anche il fatto che io non sia l’unica a dover ancora imparare cose nuove e a doversi rimettere sui libri di inglese, quando pensava di aver raggiunto un livello più che degno. Mio figlio l’altro giorno mi ha chiesto a bruciapelo come si dice “schiacciasassi” in inglese. Non avendo mai lavorato in un cantiere inglese ho dovuto cercare questa parola come molte altre dello stesso ambito. Ho cominciato a creare un archivio mio personale che mi aiuta a ricordare meglio parole rare ed ostiche!
A proposito di questo, Letizia, potresti consigliarci degli ottimi dizionari online gratuiti? L’altro giorno mi chiedevo se esiste un sito o un dizionario di “inglese colloquiale”. Così da poter insegnare anche un inglese “intimo” e non solo quello “ufficiale” imparato al College.
Federica says
Io uso spesso wordreference.com – c’è anche un forum collegato dove puoi chiedere la cosa nel contesto, nel caso non ci fosse tra gli esempi riportati.
Anche io mi ponevo il problema di non conoscere parole specifiche (vedi tutti i macchinari edili), ma poi mi sono resa conto che in realtà non li so distinguere neanche in italiano! Quindi mi sono comprata un po di libri per bambini (tipo my first 1000 words in English o my first English picture dictionary) e cerco di imparare da lì…
Arianna says
Grazie! Anch’io ho cominciato ad usare wordreference.com e devo dire che è piuttosto completo. Non ho mai usufruito del forum, ma sicuramente capiterà. Mi fa piacere sapere che anche voi ne facciate uso. Vuol dire che effettivamente è uno strumento valido.
@Letizia: grazie per il consiglio. I libri sono una costante della nostra vita, ma non si finisce mai di imparare! E’ vero che il linguaggio è vivo e che le parole si ricordano quando le si usano. Cercando le parole che non so di volta in volta e ripetendole spesso quando Marco me le chiede (come tutti i bimbi ha i suoi “tormentoni” e il cantiere e i vigili del fuoco sono quelli attuali!), il rischio di dimenticarle è sempre meno. Imparare liste di parole a caso non ha mai funzionato e mai funzionerà. Se uno le parole le usa (o se comunque fanno parte della propria quotidianità) bene, se no, almeno per me, è fatica quasi sprecata.
ps: appena avete aggiornamenti sul linguaggio tipico piratesco fate un fischio. Prima o poi arriverà anche quel tormentone!
Yael says
Buona guarigione Letizia…
Noi abbiamo un appuntamento fisso con la tonsillite ogni 40-50 giorni. Il piccolo G. si ammalla sempre. Ti capisco…
Anche per me, nonostante sono di lingua madre ebraica, non avendo usato una certa terminologia da parecchi anni (come per esempio di malatie)… devo andare a cercarla ogni volta che torniamo dalla pediatra….
Giovanna says
Quanto è vero quello che dici, noi purtroppo siamo molto ferrati in materia viste le numerose visite dai dottori con i bambini sempre malati. COmunque ci ho messo mesi ad esempio per capire che la “végetation nasale” di cui parlavano i medici corrisponde alle nostre adenoidi e una volta mi è successo di aver fatto somministrare del cortisone alla mia bimba quando era piccola per un’inconmprensione culturale, più che linguistica. Infatti la pediatra mi spiegava che c’erano tanti casi di laringite in giro ed io ho confermato che conoscevo bene i sintomi, ma lei ha capito che si trattava dei sintomi di mia figlia, che in quel caso invece erano diversi….. quindi c’è da stare molto attenti a far conversazione con persone che, per cultura, non sono così “talkative” come noi italiani….!
alice says
A me succede spesso, ultimamente, di giocare ai pirati con i nani e la aupair, ma quando le chiedo: do you have a special word for… (all’arrembaggio!; boccaporto; vedetta; coffa; veliero; goletta ….) mi risponde invariabilmente di no! Ignoranza della propria lingua o pigrizia?
Bilingue Per Gioco says
A me ieri è mancata la parola cambusa… (galley, no chance che me la ricordi a meno di non entrare anche io nel trip marinar/piratesco).
Per capire se la tua au pair è ignorante o svogliata basta fare un semplice test: le hai mai visto un libro in mano? Se SI la seconda, se NO probabilmente la prima…
Consiglio: comprati qualche libro e DVD di pirati adatto all’età dei bambini (occhio però che sia adatto, a me ne hanno appena regalato uno molto bello, in Inglese, ma dovrà aspettare ci sono delle immagini davvero poco adatte ai suoi 3,5 anni) e tagli la testa al toro, poi magari ce lo recensisci pure? O almeno consigli?
Stesso consiglio per Arianna: libri, film e radio aiutano a colorire il vocabolario!
L.
Arianna says
ehm…non è che semplicemente non ha idea di come si dicano nella sua lingua e non sia nemmeno capace di tradurle nella nostra? Sono termini piuttosto particolari e non si studiano tutti i giorni @_@
Certo potrebbe evitare di dire “no”, ma dirti…”sicuramente ci sono, ma io non li so”!
Ivonne says
Che bello condividere la stessa “ignoranza” linguistica, ovviamente nel senso buono e curioso del termine! Anche io uso spesso wordreference e, a proposito di libri, mi consigliereste qc da comprare sul linguaggio da spiaggia (così approfitto di Amazon)? Sono al mare dai miei genitori con le piccole, passi paletta e secchiello che l’ho imparato, ma posso usare “rake” per il rastrellino? E come lo chiamate il “setaccio da sabbia”? E la “girandola”, quella che metti la sabbia in alto e scende come nella ruota del mulino? 🙂 Grazie!
Arianna says
Io uso spesso oxfordparavia.it; bisogna registrarsi per accedere al lemmario completo ma e’ effettivamente davvero completo quindi trovo ne valga la pena.
Per ivonne: il giocattolo di cui parli credo sia “windmill”,” rake” mi sembra perfetto mentre il setaccio e’ “sieve” (pronuncia” siv”).
Un saluto a Letizia!
Arianna