Idee e soluzioni per i bambini bilingui e per quelli che lo diventeranno, e per tutti i genitori.
53 commenti - Scritto da Bilingue Per Gioco
Abbiamo fatto delle belle chiaccherate con Sabine Pirchio, Ricercatrice in Psicologia dello Sviluppo e Psicologia…
Oggi mi sono seduta a scrivere e avevo gia' in mente il titolo del mio…
Se sapete gia' tutto dei giveaway questo post non fa per voi. Se invece non…
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Stefano says
Grazie Letizia per la risposta, attendo anch’io il parere altrui e nel frattempo prendo nota..
Nella lettera non ho specificato che la mia preoccupazione nasce dal fatto che l’ingresso di enormi quantità di parole ceche ha spazzato via dalla mia testa lo spagnolo e l’inglese, mi rimangono ormai un po di comprensione se li ascolto e la lettura, rispondo istintivamente in ceco quando ad esempio in aeroporto ricevo domande in inglese… questo per far capire il difficile lavoro svolto che non vorrei perdere.
Aggiungo che mia moglie in casa parla solo ceco (per me ovviamente) e al momento non so quanto mi interessi che mio figlio si senta italiano o in parte, sinceramente lo vorrei più per i nonni che vedranno crescere un nipote lontano e dargli almeno la possibilità di poter dialogare senza interprete..
Grazie ancora
Stefano
Orietta says
Buongiorno Stefano,
ho letto la tua email e veramente ne sono rimasta scioccata, scusa la durezza ma credo sia un problema che ti crei tu piu’ che un vero problema. Innanzitutto ritengo che sia molto importante trasmettere un po’ di italianita’ al tuo bimbo visto che avra’ una doppia cittadinanza, e come saprai bene e’ dalla lingua che si apprende la cultura di un paese. In secondo luogo non vedo come il parlare con tuo figlio ti danneggi l’apprendimento del ceco, proprio non lo capisco. Io sono un’italiana che da 6 anni vive in Polonia e sposata con un polacco, tra di noi parliamo italiano (sig! io vorrei parlare in polacco cosi’ imparerei meglio la lingua, ma c’e’ una sorta di blocco da entrambe le parti) e quando, 3 anni fa e’ nato nostro figlio abbiamo sin da subito iniziato a parlargli ognuno con la propria lingua (non mi permetterei mai di parlargli in polacco perche’, come il ceco suo cugino :), e’ una lingua molto difficile e ritengo sia piu’ utile per lui apprenderla da un madrelingua). Ora mio figlio parla perfettamente le due lingue e spesso sono io che imparo da lui molti termini che sono caratteristici della sua eta’ e che io probabilmente non avrei mai imparato se non avessi un bambino, non so se mi spiego. Quello che voglio dire e’ che parlando l’italiano a tuo figlio non puoi proprio perdere nulla, semmai solo arricchirti e instaurare un bellissimo contatto con lui che solo con la propria lingua madre si puo’ costruire. Pozdrawiam, Orietta
PS: mi scuso anch’io per aver usato la forma colloquiale, spero non me ne vorrai.
erika says
ciao, avrei bisogno di un suggerimento
sono italiana e vivo a london, il mio inglese e’ buono ma non perfetto…convivo con un inglese che parla italiano cosi’ cosi’ e abbiamo un figlio di 3 anni a cui io di solito parlo in italiano e il padre in inglese
abbiamo un’altra bambina di 10 anni mia stepdaughter che ha imparato l’italiano (sono insieme a loro da quasi 5 anni) ma non e’ perfetto e commette molti piccoli errori che sta diventando difficile correggere,
il problema e’ che vorrei che lei e il papa’ parlassero inglese al piccolo, lasciando l’italiano a me, ma la bimba si e’ offesa, pensando che allora il suo italiano non e’ buono…io le ho spiegato che vorrei che entrambi perlassero benissimo italiano e quindi lo imparassero solo da me!!!!
che ne pensi????
ps ho letto la tua biografia…mi ricordi qualcuna…
baci
erika
Bilingue Per Gioco says
questa è dura…
allora col papà si può ragionare, gli spieghi bene bene che non fa il bene del bambino parlandogli in italiano e che per favore gli parli solo Inglese.
con la bimba meno, io lei la lascerei fare, se il papà parla solo Inglese magari anche lei per imitazione parla solo Inglese, oppure perderà ispirazione, e in ogni caso, sinceramente, a me sembra che una buona relazione tra fratelli sia più importante di qualche errore di grammatica, che magari si sistema col tempo…. alla bimba regala tanti libri e film in italiano, ha 10 anni, figurati se non può migliorare e correggere i suoi errori!
L.
Mammarasma says
ciao Stefano, non posso che concordare in pieno con la risposta di Letizia. Per te e tuo figlio sarà importantissimo avere una lingua comune in cui comunicare in maniera afficace e profonda, e sarebbe anche un errore gravissimo – che si senta Italiano o Ceco – escludergli totalmente la possibilità di conoscere la famiglia di origine di suo padre. Se lo facessi sono sicurissima che un giorno tu te ne pentiresti – e lui probabilmente te ne chiederebbe conto.
Rossana says
Sono perfettamente d’accordo con te su tutto, Letizia, ma la cosa che più mi sento di sottolineare è l’esigenza (del cuore) di parlare la propria lingua madre con i figli.
Io inizialmente provavo a leggere a Q i libretti in inglese, ma poi ho smesso, perché l’inglese non è la mia lingua. Anche se la parlassi bene mi risulterebbe comunque sempre innaturale.
Io sento fortemente che con il mio bambino ho bisogno di comunicare con il cuore, di usare le parole che nascono spontanee in me, usando l’unica lingua che può dar voce ai miei sentimenti, la mia lingua madre.
Credo che Stefano dovrà semplicemente attendere che il suo bambino nasca, e allora guardandolo negli occhi e sentendo dentro di se nascere le parole nella sua lingua madre, non avrà più paura di danneggiare la sua seconda lingua!
Stefano says
Grazie per questi primi commenti, vorrei solo fare più chiarezza, è naturale che per affetto mi rivolgerò nella mia lingua cosi come faccio con mia moglie perchè non sarebbe lo stesso anche se parli bene una lingua, il mio problema è trovare solo un metodo adeguato perchè dovete credermi, il ceco è una mostruosità di lingua partorità da qualcuno poco sano di mente, neanche immaginate quanti verbi in più e sinonimi per ogni parola bisogna imparare e conoscerne 21 declinazioni (7 casi x 3 generi), signore, questi hanno 2 singolari e un plurale… non scherzo, 1 è singolare, da 2 a 4 plurale e da 5 in poi di nuovo singolare ma differente… il punto è che in questi 2 anni “mi sono fatto in quattro” per usare termini consoni ad un blog anche se vorrei dire altro… e seppur comprendo tutto, scrivo benissimo e parlo discretamente sono ancora lontano dal traguardo, in tutto questo considerate che a lavoro la lingua ufficiale è l’italiano per cui non sarei il tipico papà che anche se parla la sera a casa italiano poi a lavoro recupera… quindi metodi e accorgimenti per far si che impari lui e non regredisca io, certo posso sempre cambiare lavoro…
Spero per voi il quadro sia più chiaro, ad ogni modo già Letizia ha dato qualche suggerimento
Ciao a tutte/i
Stefano
Bilingue Per Gioco says
Stefano,
I feel for you, il ceco sembra proprio tosto…
L.
alice says
Ciao Stefano, my 2 cents: anche l’italiano e’ una lingua mostrusamente difficile dal punto di vista grammaticale, solo che tu avendolo imparato da bimbo non hai fatto nessuna fatica ad assimilare congiuntivi, verbi irregolari ed amenita’ varie.
In piu’ secondo me non e’ parlando con un bambino piccolo che si affina la propria grammatica, ma con un adulto attento e desideroso di correggere senza appesantire al conversazione…. quindi, io sono dell’opinione di parlare in italiano al piccolo e in ceco a tua moglie e poi magari chissa’, quando il tuo bimbo sara’ alle elementari, allora potresti fare con lui i compiti di grammatica ceca! (per i miei bimbi e’ uno spasso correggere l’inglese del papa’)
un caro augurio al nascituro!
Stefano says
Ciao Alice, grazie per gli auguri, mi rendo conto però che non riesco a farmi comprendere appieno, io non voglio affinare la grammatica con mio figlio, il senso degli esempi era solo per far capire che devi immagazzinare molti ma molti più dati quando ci sono le declinazioni, altrimenti quando ti parlano non comprendi pur conoscendo la parola base, se uno straniero impara la parola acqua, sentirà da noi sempre e solo acqua, con le declinazioni invece le parole si trasformano e magari senti “acqua” ma non afferri in quanto declinata, chi ha studiato latino o anche tedesco capirà..
Probabilmente inizieremo con OPOL ma se vedo che faccio passi indietro col ceco dovrò trovare un sistema alternativo in quanto ripeto nuovamente vorrei che i nonni potessero parlare con i nipoti..
Ciao
Giovanna says
Scusa Stefano ancora una cosa, sono d’accordo che il ceco è una lingua mostruosamente difficile, non comparabile con l’italiano a livello grammaticale, ma questo richiederà uno aforzo in più da parte tua per non regredire, magari leggere di più nei ritagli di tempo, comunque vedrai che man mano che il bambino cresce, avrai anche tu più contatti indiretti con la lingua, tanto per cominciare all’asilo con gli altri genitori, la televisione che almeno in parte guarderà in ceco, tua moglie che ascolterai sempre parlare al bambino in ceco, insomma dovrai sfruttare ogni occasione per migliorare le tue conoscenze. Io sapessi quante parole imparo guardando i Puffi in olandese!
Martina says
Ciao Letizia, io sono un esempio proprio incontrario. Sono la mamma ceca, che vive con il marito italiano a Roma. Io ero sempre sicura, che con miei bambini (4 e 2 anni) parlerò e li insegnerò la mia lingua, però non è semplice, davvero. Ne per me e ne anche per miei bimbi. Seguo il tuo blog, che mi sta aiutando tantissimo a continuare. Congratulazioni a Stefano che ha deciso di impararsi la mia lingua cosi bella pero difficile. Cercherò di scriverti anche la mia esperienza con bilinguismo, quando sarò più libera. Saluti a tutti
Martina
marisa says
stefano, estas haciendo una montaña de un grano de arena, haciendo dificil lo facil…lo mas normal del mundo es que un padre hable con su hijo en su propio idioma, aquel con el que puede expresar mejor sus propios sentimientos, a parte de que la “mision” de unos padres es tambien la de transmitir a sus hijos una propia herencia, cultural, afectiva..que el a su vez pasara a los suyos, asi ha sido, afortunadamente, generacion tras generacion, por eso existen las culturas…
pon en una balanza, por una lado, el checo que no vas a adquirir o que va a empeorar hablandole en este idioma a tu hijo, y del otro lado, las ventajas que tendra para ti y el niño, el que su padre le hable en su lengua materna. asi podras tomar una decision..
hubiera sido facil responder a este post diciendote que cuando se tienen hijos, ellos son lo primero y todo lo demas viene despues, es algo que asumimos todos los padres, de forma natural (otra vez la palabra natural) cuando traemos hijos al mundo, pero supongo que es mejor analizar las motivaciones de cada uno.
te deseo lo mejor en tu decision.
Arianna says
Ciao Stefano…
io dopo aver affrontato studi di inglese e giapponese, sto affrontando il tedesco. La grammatica tedesca sembra assomigliare molto a quella ceca e, per quanto affascinante, è sicuramente complessa. Il fatto di aver studiato latino aiuta fino ad un certo punto e posso solo immaginare gli sforzi che hai fatto e che fai quotidianamente.
Capisco anche che parlando italiano a lavoro non puoi nemmeno dire “parlo italiano la sera con mio figlio, ma tanto parlo ceco tutto il giorno e sono sicuro di non perdere i progressi fatti”. Il consiglio che ti posso dare è aspettare che nasca il piccolo e trovare la soluzione a te più naturale. Fare una cosa forzata, come ricorda spesso Letizia, è sbagliata e fallimentare.
Personalmente penso che, vivendo tu nella Repubblica Ceca, non sia possibile disimparare il ceco, nemmeno un pochino. La tua azienda è italo-ceca quindi immagino che almeno un pochino ti capiterà di parlare ceco anche lì. Per non parlare di tutte le altre situazioni di vita quotidiana. Parlare qualche ora al giorno con tuo figlio, non credo proprio possa danneggiarti. Ma anche questa è una cosa che potrai valutare tu con il tempo. Il bilinguismo di un bambino è una cosa molto appagante per un genitore e sono certa che alla fine sarai tu il primo a volergli parlare italiano in ogni occasione 🙂
In bocca al lupo e tienici aggiornati!
ps: quoto in pieno il consiglio di Letizia. Una volta nato il bimbo e scelto il tuo metodo, consulta bene Bilingue per Gioco. Quando si hanno tante risorse a disposizione, il bilinguismo diventa un gioco divertente 🙂
Marilena says
Stefano, anche io volevo soltanto dire la mia opinione che e’ soltanto la mia personale.
Vivo negli USA da 14 anni pero’ ho una figlia di quasi 12. Non lavoro piu’ da quando lei e’ nata. Sono a casa tutto il giorno con le mie figlie. Parlo con loro esclusivamente in italiano e anche con mio marito parlo esclusivamente in italiano. Il mio inglese non era buono per cominciare. Come e’ adesso? Potrebbe essere meglio se parlassi inglese tutto il giorno, ma comunque e’ buono. Non ho un problema a comunicare, a scrivere o ad aiutare mia figlia con i compiti. Insomma il mio inglese e’ continuato a migliorare in questi 12 anni anche se non lo uso tantissimo.
Tutto questo te lo dico perche’ vivendo li non e’ assolutamente possibile che il tuo ceco non migliorera’. Di sicuro ci vorra’ piu’ tempo, ma non te lo scorderai. E’ impossibile.
Invece ti posso quasi assicurare che tuo figlio l’italiano non lo imparera’ a meno che glielo insegnerai tu. E poi ai tuo genitori cosa gli racconterai quando non possono parlare con il loro nipotino?
Insomma alla fine cosa e’ piu’ imporantante per te? Se il ceco non ti serve per lavorare, non importa che non sia perfetto no? Io la penso cosi. Il mio inglese non e’ perfetto, ma non mi serve per lavorare (vabbe io faccio la casalinga pero’ alla fine neanche a te serve sul lavoro).
secondo me quindi dovresti parlare italiano con tuo figlio e poi al massimo iscriviti ad una classe di ceco il sabato.
Silvia N says
Stefano,
vorrei condividere con te la mia esperienza, questa volta non di mamma emigrata che sta cercando di crescere il figlio bilingue, ma da figlia a cui il bilinguismo nativo e’ stato negato: quando mia madre arrivo’ dall’Austria in Italia, si lascio’ dietro tante cose, della sua storia, della sua cultura, dei legami familiari. E lascio’ li’ anche la lingua, il tedesco ogni tanto parlato a noi ma sul quale non ha perseverato, probabilmente mancando di sostegno, ma soprattutto, a giudicare da altre cose, a causa di un pragmatismo che a noi figlie e’ sembrato molto mal riposto quando diventate adulte.
Malgrado qualche cosina di tedesco la riuscissimo a capire da molto presto, tutti i contatti con i nonni sono sempre stati mediati da lei, che doveva tradurre tutto – tra l’altro rendendo tutte le visite faticossime per lei perche’ tutti dipendevamo solo da lei per comunicare. Tutte le lettere, tantissime, che arrivavano fedelmente da Vienna, ascoltate una volta sola lette/tradotte da lei, ma mai rilette, sebbene conservate, perche’ non si poteva accedere al loro contenuto in modo immediato; un rapporto quasi mitologico con una Oma ed Opa ideali ai quali si anelava ma che non si potevano raggiungere (e loro con noi). Inoltre: intere parti dell’anima di mia madre, legate ed in un certo senso sepolte nella sua vasta libreria in tedesco, nelle sue storie di infanzia, negli scherzi con il cugino, nelle marachelle da adolescente, nella musica, nel teatro o nella letteratura che amava, celate dalla barriera linguistica e solo intraviste attraverso questo vetro opaco che e’ la traduzione, perche’ diciamocelo, non importa quanto uno sia fluido in una lingua, certe espressioni proprio non si possono rendere, e non si capiscono, se non ci si e’ cresciuti! Esempio terra terra: da romanaccia quale sono cresciuta, come posso rendere “sta’ sempre n’mezzo come er prezzemolo!” in una qualunque altra lingua, trasmettendo efficacemente il senso, la presa in giro benevola, l’esasperazione giocosa spesso legati a questa espressione? E cosi’ con mia madre: lei mi cerco’ di spiegare alcune espressioni e modi di dire che spuntavano nei suoi racconti, ma ne veniva sempre e solo un’immagine sbiadita, priva di profondita’ e colore.
Per noi parlare poi di tutte le cose che non ha mai condiviso ma che ho scoperto man mano, da adolescente, un po’ tramite mia sorella che poi il tedesco lo studio’ da grande, mostrandomi aspetti di mia madre che non avevo mai sospettato che esistessero, lasciandomi con un senso porfondo di non conoscere davvero questa persona che pure mi aspettavo fosse quella a me piu’ vicina di tutte: voglio dire, e’ mia madre!
Ed ora, tanti anni dopo, la questione si ripresenta in un’altra chiave, che riapre le vecchie ferite. Proprio poche settimane fa mia madre ha avuto un’emorrargia cerebrale; se l’e’ cavata, per un pelo, ed anche bene, dato che non ha perso ne’ mobilita’ ne lucidita’, ma solo un po’ di coordinazione. Eppure… eppure ci sono giorni in cui persino mio padre e’ convito che straparla, ed invece io, ascoltandola, ho l’impressione di riconoscere nella struttura delle frasi e nelle scelte di vocabolario l’eco del tedesco, della lingua nativa che anche dopo oltre 50 anni in Italia ha una presa piu’ solida su questo cervello leggermente danneggiato che non l’Italiano. E se si traspone la frase, allora si vede che non sta straparlando, ma che il pensiero, lucido ed acuto e’ li, ma non si esprime limpidamente. Ed ancora una volta sono piena di rimpianti per non aver avuto accesso pieno a questa lingua alla quale mi sembra quasi di aver diritto, pero’ non ne ho il possesso, neanche adesso che potrebbe forse aiutarmi a raggiungere di piu’ la mente di mia madre e forse aiutarla nella riabilitazione. Od ad avvertire i parenti ancora in Austria con i quali dobbiamo passare per l’Inglese per capirsi!
Dove voglio andare a parare con tutto questo sproloquio? Ad uno dei temi tanto cari a Letizia: la lingua del cuore. Qual’e’ la tua? Indipendentemente dalle considerazioni pratiche, qual’e’ la lingua in cui si esprime la tua anima, le tue emozioni piu’ vere, la parte piu’ profonda e autentica di te? quella e’ la lingua da usare con tuo figlio, perche’ la relazione con lui trascende ogni considerazione delle circostanze attuali: lui sara’ tuo figlio anche fra 70 anni, saranno ancora importanti allora le scelte pratiche di oggi?
Ancora, dal punto di vista pratico, questa volta da mamma bilingue: con mio marito abbiamo fatto la scelta OPOL, e da quando e’ arrivato il Newt indubbiamente il mio Inglese e’ piu’ zoppicante, specie nei giorni in cui scambio dall’uno all’altro in continuazione faccio un po’ di confusione, il mio accento si nota di piu’, qualche volta mi prendono in giro perche’ cado trappola dei faux amis. Pero’ non l’ho perso: garantito, e’ una lingua strutturalmente piu semplice (ma molto sottile e sfuggente proprio perche’ generalmente piu’ elastica, a mio modesto parere), ma tra il fatto che e’ la lingua della relazione matrimoniale e che comunque il contesto e’ inglese, la fluidita’ c’e’ ancora, e ritornera’ ancora di piu’ negli anni a venire quando il Newt sara’ a scuola. Ed anche io durante il giorno parlo per lo piu’ Italiano: sono una mamma a tempo pieno!
Infine, una provocazione: quante di queste preoccupazioni linguistiche sono la maschera di superficie per la preoccupazione dell’ignoto che porta un figlio? Anche noi eravamo felicissimi che stesse per arrivare, ma anche un casino spaventati….
Bilingue Per Gioco says
Silvia,
non so come ringraziarti per la tua testimonianza così sentita e personale.
Grazie,
Letizia
Silvia N says
🙂
Rossana says
Silvia, questo tuo commento mi ha commossa 🙂 Grazie per quanto hai scritto
A. says
Che bella la tua storia, sono commossa, non ho parole per dire quanto mi ha toccata!
Stefano says
Grazie a tutte per le vostre testimonianze (a proposito, sono l’unico maschietto che bazzica da queste parti?) rispetto le vostre opinioni e nulla da dire dal lato umano, permettetemi però di dire che stiamo andando un po fuori tema, nel senso che a parte un paio di voi, mancano consigli pratici, io non ho mai affermato che voglio negare il bilinguismo a mio figlio, se sono arrivato in questo blog è proprio perchè mi sono messo a cercare su internet consigli utili da mettere poi in pratica, mi sarebbe piaciuto vedere quante di voi suggerivano un metodo piuttosto che un’altro in base alle esigenze, perchè nella vita mai dire mai e se ad esempio tra 2 mesi perdo il lavoro e mia moglie va in maternità, poi chi da da mangiare a mio figlio? allora senza offesa oltre al lato umano devo curare il lato pratico, perchè a Praga proprio per la difficoltà della lingua (e non solo) è difficile lavorare da straniero per un’azienda ceca, qui gli stranieri “attivi” sono slovacchi (in pratica quasi come a casa) ucraini (mano d’opera a basso costo) e i vietnamiti con i loro negozi di frutta e verdura, per il resto faccio parte di una minoranza risicata.
Stefano
@Martina:
Ahoj Martino, díky za gratulaci ale jsem nem?l na výb?r.. 🙂 ?eština je hezká pokud se ji nau?íš v mládí jinak je obrovská hora.. jak ?íkám ?asto manželce ”p?íšt? si vezmu angli?anku..” Našt?stí máte dobré pivo a to pomáhá když jsem naštvaný s tím jazykem.. 🙂
zdraví?ko
Ste
Stefano says
x Martina, scusa non sapevo che il blog non prendesse i caratteri cechi
@Martina:
Ahoj Martino, díky za gratulaci ale jsem nemel na výber.. ceština je hezká pokud se ji naucíš v mládí jinak je obrovská hora.. jak ríkám casto manželce ”príšte si vezmu anglicanku..” Naštestí máte dobré pivo a to pomáhá když jsem naštvaný s tím jazykem..
zdravícko
Ste
Bilingue Per Gioco says
Stefano,
se mi permetti ora la decisione importante è chi trasmetterà la lingua al bambino, se tu o altri, questo è il dato pratico più importante. Poi la quotidianità è una cosa che si vive giorno per giorno, che varia a secondo dell’età del bambino e della tua stessa esperienza, per questo ti consigliavo di seguire Bilingue per Gioco, anzi, dirò di più, per questo ho fondato Bilingue per Gioco. Qualsiasi esperto, libro, o altro ti può dare solo delle indicazioni molto generiche, di massima, tipo quelle che ti ho dato, declinare queste inidicazioni di massima nella vita di tutti i giorni, nelle esigenze, limiti e risorse specifici di ogni famiglia è tutt’altra storia, una storia da vivere gorno per giorno, non senza una dose di trial and error, riflessioni, ripensamenti, e qualche idea geniale di tanto in tanto…
Welcome to the club!
L.
P.S.
I papà ci sono, ma sono pochi e prendono la parola quando proprio non ne possono fare a meno. Io lo dico sempre che vorrei tanto sentirli più presenti, gli farei anche gestire una rubrica se qualcuno fosse interessato…
gianna says
Stefano, io mi associo al consiglio di Letizia: se per te é importante saper parlare bene il ceco, non credo proprio che lo impareresti meglio parlandolo anche con i tuoi figli, dal momento che loro ancora non lo sanno bene e magari finiresti pure per trasmettere loro una grammatica errata, derivante dal fatto che tu non sei madrelingua e magari qualche errore ancora lo fai.
Questo a prescindere poi dal fatto che parleresti ai tuoi figli in una lingua che emozionalmente non é “tua”, e quindi la comunicazione con loro non sarebbe altrettanto efficiente.
per parlare bene una lingua devi parlare con chi giá la conosce bene: persone adulte, magari con un buon livello d’istruzione. Leggere libri di buon livello, giornali e riviste magari del settore in cui lavori tu, ascoltare la radio, guardare se esistono sui giornali rubriche di lingua (tipo quella di Leggere e Scrivere sul Corriere: qui in Svezia ce ne sono di simili) in cui vengono spiegate curiositá e peculiaritá. Oppure frequentare circoli di lettura, se hai tempo e voglia, crearti un giro di amicizie del posto.
Non credo proprio che ti aiuti a progredire nella lingua parlare il ceco con un bambino che a sua volta deve impararlo.
Quindi io ti consiglierei caldamente di continuare con l’italiano coi tuoi figli: non perdi niente tu, e ci guadagnano loro.
In bocca al lupo!
Arianna says
Ciao Stefano, mi viene spontanea un’osservazione, forse scontata: vivendo nella Repubblica Ceca immagino avrai a disposizione una quantità di input per aiutarti a perfezionare e tener viva la lingua. Quindi mi associo a quanto detto da Gianna: gli strumenti di uso quotidiano, ovvero libri, giornali, radio in ceco, film non sottotitolati, musica – pur trattandosi di strumenti per lo piu’ passivi – ti aiutera’, e molto, nella conoscenza della lingua ceca. Se e’ vero che una lingua con declinazioni e struttura complessa si studia a tavolino, credo che avendo già una base, che ti permetta di usarla correntemente, non sara’ impossibile mantenere e ampliare il vocabolario coltivando interessi in questa lingua. E la scelta di parlare la propria lingua madre con il proprio figlio non dovrebbe rallentare più di tanto il tuo processo di apprendimento della lingua ceca proprio perché sei immerso quotidianamente in questa lingua e in questa cultura. Un consiglio pratico: cerca di fare un lauguage audit, ovvero uno schema che ti permetta di capire, per ogni ora della tua giornata, quale lingua utilizzi e in che modo (passivo o interattivo ), poi fallo di nuovo quando tuo figlio sara’ nato e avrai stabilito una routine in italiano. Ciò ti aiuta a comprendere quale e’ la tua reale esposizione a entrambe le lingue ( spesso da questi schemi escono dati interessanti, a volte l’effettiva esposizione a una lingua risulta diversa da ciò che si sarebbe detto a senso…) e a decidere quale strategia utilizzare nel progetto di bilinguismo della tua famiglia ( di base, come citava Letizia: opol, ml@h, time & place ma anche mix tra queste ). Trovi tutto ciò in un ottimo testo, “the bilingual edge” di king e mackey (in inglese) che ti consiglio vivamente di leggere. In bocca al lupo e tienici aggiornati!
Stefano says
io vi terrei aggiornate ma dovrete pazientare un paio di anni…..
ovviamente leggo quotidianamente giornali, ascolto radio, persone, vedo la tv etc.. altrimenti non sarei mai arrivato ai livelli di comprensione attuale e chatto quotidianamente in ceco (se lo sa il capo mi ammazza…), ma chiedevo consigli per non regredire non per progredire.. dato x assodato che proveremo io in italiano e mia moglie in ceco col bambino dopo i vostri consigli devo capire intanto se parlare con mia moglie in ceco davanti a lui o no, poi se vedro’ che inizio a scordare parole allora dovro’ cambiare metodo
Bilingue Per Gioco says
parla pure in ceco a tua moglie, basta che tu sia ferreo nel parlare ceco a tua moglie e italiano al bambino, anche quando siete in tre, sembra facile, ma vedrai che richiede un certo impegno…, e non solo a te, anche tua moglie dovrà sforzarsi a non risponderti in italiano, insomma un bel lavoro di squadra!
gianna says
Ti posso dire che io parlo in svedese al mio compagno, davanti a nostro figlio, e solo rigorosamente in italiano a mio figlio in qualunque occasione, anche di fronte ad altri svedesi (il mio moroso l’italiano non lo sa. sperava di impararlo pari passo col bambino, ma quest’ultimo l’ha superato 😀 )
Il bimbo, essendo circondato dalla Svezia parla piú svedese che italiano, ma non ha rifiutato la lingua, mi capisce benissimo e la usa un po’. Il fatto di parlare italiano con lui non mi ostacola nel continuare ad imparare lo svedese (il quale, lo ammetto, é una lingua di una facilitá elementare a confronto di altre).
Giovanna says
Ciao Stefano, mi rendo conto del tuo dubbio, anche a me è successo: prima di avere bambini il mio contatto con l’italiano e con gli italiani era molto ridotto, ma da quando ho cominciato a sentire l’esigenza che i miei figli parlino l’italiano e soprattutto si sentano anche italiani, ho cominciato spontaneamente ad avvicinarmi alla comunità italiana e le mie altre lingue, lo ammetto, un po’ ne risentono. Comunque, dall’altro lato, ho “riscoperto” l’italiano, che, stando all’estero da tanto tempo, nonostante lo usi per il mio lavoro, si stava riducento alle 2000 parole più comuni. Non credo che sarà un problema per te, anche perchè se capisco bene, il tempo che passerai con tuo figlio durante la settimana sarà comunque limitato. E poi devi vedere tu quali sono le tue priorità, ma secondo me non puoi deciderlo così a tavolino, quando il bimbo sarà là in carne ed ossa e ti guarderà con quegli occhioni innocenti, sono sicura che saprai cosa fare. Tanti auguri per la tua futura paternità!
Benedetta says
Ciao,
io ho un trisnonno austriaco che non ho mai conosciuto. Nella mia famiglia il tedesco si è sempre studiato per mantenere viva questa parte della nostra storia. A 2 anni ho mandato mia figlia in una scuola di tedesco per l’apprendimento “giocoso” della lingua. Oltre a questo io le parlo tedesco, le leggo i libri, le faccio vedere i film in tedesco.
Sono traduttrice per cui oltre al tedesco uso anche altre due lingue e, ovviamente, l’italiano. Non ho mai avuto problemi per il tempo passato a parlare in tedesco, non mi ha creato “problemi” con le altre lingue.
Confermo che il tedesco ha una struttura molto complessa con casi e declinazioni e parecchie eccezioni il che fa si che non si apprenda velocemente come l’inglese, lingua che ha una grammatica molto semplificata, non conosco il ceco ma immagino abbia una struttura grammaticale similare.
Anche i suoni tedeschi sono molto diversi da quelli italiani in cui manca la dieresi ad esempio, per non parlare del ch o altri suoni.
Appresi da piccoli non presentano alcun problema.
Io consiglierei il metodo OPOL in modo che il bambino abbia un’esposizione alla lingua ed un rapporto affettivo con te mentre per migliorare la lingua secondo me è importante anche leggere molto. Anche se non capisci tutto aumenta molto il vocabolario perchè molte parole si imparano dal contesto della frase, inoltre la tua vita si svolge lì quindi è impossibile dimenticarsi una lingua!!!!
Con tua moglie puoi parlare ceco e se ne hai la necessità puoi frequentare un corso di lingua.
Ma non mi sembra giusto privare tuo figlio dell’arricchimento che dà una seconda lingua per fini personali.
Benedetta
raffaella says
OT per Silvia: c’è un neurologo triestino che si chiama Franco Fabbro che ha fatto/fa molti studi sul “cervello dei bilingui” spesso partendo dai casi che incontra lui, pazienti bilingui italiano/friulano che hanno subito offese neurologiche di vario tipo . Il problema è che in Italia sia i neurologici, che i foniatri che le logopediste non sono – ancora – formati sul tema del bilinguismo, iniza ora. Quindi se vuoi farti un regalo, e aiutare magari tua mamma e i medici, leggiti uno dei suoi libri. un abbraccio (anche a Stefano, che affronta in modo consapevole e prima del parto una scelta così importante come quella di che lingua usare con pupo OT vedila in prospettiva: fra qualche anno il ceco per te non avrà segreti e sarai molto felice di poter parlare italiano con un pezzo della tua famiglia, di ceco anche tramite gli amici del figliolo e nuovi genitori amici ne entrerà in casa che basta e avanza :-))
Silvia N says
grazie, investighero’! 🙂
Stefano says
Grazie per gli interventi, proveremo con OPOL con lui/lei e tra di noi ceco, sara’ comunque un gran bel casino gia’ lo so… ma ho sempre invidiato chi aveva genitori ”misti” e parlava 2 lingue senza sforzo, per cui faro’ in modo che sara’ mio/a figlio/a ad essere invidiato/a.. 🙂
Ad ogni modo, lo dico sempre, nel mio caso ”l’amore è c(i)eco”…
ps: domanda tecnica
la scorsa settimana in volo da Praga ad Edimburgo c’erano 2 bambini con madre ceca e padre scozzese, i genitori si rivolgevano a loro ognuno nella propria lingua, i bambini spesso però miscelavano la lingua nella stessa frase esempio “mamy, letadlo! letadlo!, it’s really fast!!” (letadlo è aereo..)
è sempre una cosa normale oppure lascia trasparire che i genitori non seguono magari un metodo appropriato?
Bilingue Per Gioco says
te l’ho detto che devi seguire Bilingue per Gioco! non c’è scampo… prova qui…Code mixing e code switching
Arianna says
E’ assolutamente normale ^_^ Il mio che capisce l’inglese, ma lo parla ancora poco a volte traduce in italiano parole inglesi “italianizzandole” (tipo “ticket —> etichetta”, ma intende proprio biglietto non etichetta). Siamo all’inizio ed è una fasa passeggera, che correggo ma sempre con allegria. Per non parlare di quando mescola le due lingue in un’unica frase ^_^
E’ una tendenza che ho notato anche nei figli di famiglie bilingui (straniero/italiano), i cui genitori seguivano strettamente il metodo OPOL che poi ha sempre dato i risultati sperati.
gianna says
Qui da noi il code mixing (del bambino, non nostro) é la regola.
Una cosa molto buona é che nostro figlio vuole che ripetiamo ogni sua affermazione usando le stesse parole anziché dire genericamente sí o no, perché cosí si assicura che abbiamo capito.
In questo modo, quando lui dice la sua bella frase mista, io posso ripetergliela completamente in italiano: lui é soddisfatto perché ha appurato che io ho capito, mentre dal mio canto gli mostro la costruzione di quella frase nella mia madrelingua con naturalezza, senza dargli l’impressione di correggerlo o di imporgli l’italiano.
mammaemigrata says
Stefano, se può rassicurarti questa cosa non lo so. Però io vivo in Lussemburgo, ho tre figli con cui parlo italiano, il mio compagno parla francese con loro, tra di loro parlano italiano, mentre a scuola usano il lussemburghese, il tedesco e il francese.
Intanto ti posso dire che per il più piccolo la lingua per lui minoritaria è il francese, perchè la parla solo col papà, ma è, per il momento (ha due anni e mezzo) la lingua che usa di più in famiglia.
Poi che già alla sua età sa benissimo che esistono tante parole per definire una cosa, quindi se ti dice una cosa per esempio in lussemburghese e tu non la capisci, lui te la ripete in francese e/o in italiano, quindi niente confusione.
Poi anche che, se il francese e l’italiano sono simili perchè latine, questo non vieta assolutamente ai due grandi, che sono quindi di madrelingua italiana, di avere una quasi perfetta padronanza del tedesco e del lussemburghese, molto simili tra loro e di solito molto difficili per un italiano. Non hanno tra l’altro nessun accento straniero quando parlano nelle altre lingue.
Concludo anche facendoti notare che, ok il ceco sarà anche difficilissimo per te, ma per lui di sicuro no! Rifletti sul fatto che per lui il ceco sarà una delle due lingue materne, e quindi non avrà la tua stessa esperienza, per lui ci sarà la stessa padronanza in ceco che in italiano! Soprattutto considerando che lui parlerà italiano quasi solo con te, e quindi avrà largamente il tempo, in una giornata di parlare e ascoltare il ceco e di assimilarlo perfettamente. Non dimenticare che da piccoli i bambini sono “spugne” e prima si comincia con il plurilinguismo e meglio è… già a sei mesi i bambini perdono la facoltà di riprodurre alcuni suoni non presenti nella loro lingua…
Stefano says
Ciao mammaemigrata, sul fatto che il bambino possa diventare padrone dell’italiano oltre che del ceco ne sono convinto (certo serve il mio apporto costante) e abbiamo già capito che sarebbe meglio sin da subito (magari evito in sala parto..) cominciare con OPOL, ma tutto il succo della discussione era che visto che sono ancora in fase di apprendimento del ceco se mettermi a parlare in casa italiano potesse far rallentare questo mio apprendimento, sono nella fase del passaggio da passivo ad attivo in quanto avendo un vocabolario più ampio sto iniziando ad instaurare i primi rapporti “normali” con le persone (non parliamo di politica o economia..) e come detto e ridetto non lavoro al ministero della difesa ceco per cui sono tranquillissimo, ma in un’azienda dove oggi ci sei, domani no e per accedere al mercato del lavoro locale devi avere la padronanza della lingua. Per chi è scioccata da questa cosa, pur rispettando le opinioni di tutte sinceramente a me sembra normale preoccuparsi di entrambe le cose (lui e io), non ho mica detto che lo devo uccidere nel sonno…
Complimenti alla tua famiglia poliglotta, posso solo invidiarvi.
Marilena says
OK capisco che sei preoccupato e che il ceco ti serva veramente. Mi sembra che di consigli te ne siano stati dati invece. Se continui a fare quello che hai fatto fino ad ora per imparare la lingua non credo che tu possa assolutamente regredire. Come hanno detto tutti, non impareresti niente da un bambino che a sua volta sta imparando la lingua e rischieresti di insegnargli i tuoi errori. Questo e’ un motivo valido per non parlare a tuo figlio in ceco.
Io pero’ anche non sono cosi convinta che tuo figlio imparerebbe l’italiano cosi facilmente come tu pensi. Forse perche’ io vivo in un paese dove il bilinguismo non e’ la norma ma l’eccezzione, ma io conosco decine di bambini figli di immigrati che non parlano una parola della lingua minoritaria. Dieci minuti al giorno non bastano per rendere un bambino fluente in un’ altra lingua.
La mia esperienza e’ molto diversa da quella di mammaemigrata. Le mie figlie parlano italiano ma con un forte accento americano e prediligono di gran lunga l’inglese. Perche’? Non lo so non sono esperta ma di sicuro uno dei motivi e’ che noi andiamo in Italia soltanto ogni 2-3 anni piuttosto che diverse volte l’anno come forse e’ possibile fare quando si vive in Europa.
Il mio consiglio e’ di lasciare da parte le tue paure, parla italiano con tuo figlio, ceco con tua moglie e poi veramente puoi iscriverti ad un corso di lingua ogni tanto. A me serve una rinfrescatina di grammatica ogni tanto.
Margherita says
Ciao Stefano,
volevo raccontarti la mia esperienza che un po’ somiglia alla tua.
Io sono italiana e mio marito americano. Quando ci siamo conosciuti in Italia, lui conosceva solo un paio di parole in italiano, io, invece, avevo gia’ un’ottima conoscenza dell’inglese. Abbiamo iniziato a parlare italiano fra di noi affinche’ lui lo imparasse.
Quando e’ nata la nostra bambina, che ora ha sette anni, ci siamo trasferiti negli Stati Uniti ed abbiamo continuato a parlare solo italiano. Anche con la nascita del secondo abbiamo mantenuto il nostro bel MLAH.
Premetto di essere una fanatica del bilinguismo, mi sono informata, avro’ letto almeno cinque o sei libri sull’argomento, a casa abbiamo la rai italia, i bimbi guardano i cartoni in italiano e ascoltano musica italiana.
Ad un certo punto, pero’, l’italiano di mio marito e’ stato superato da quello dei nostri bimbi. Mio marito parla inglese a lavoro tutto il giorno e quando torna a casa il tempo che trascorre a parlare italiano e’ davvero limitato.
Lui insiste ancora a parlare italiano con loro, perche’ non vuole perdere quello che ha imparato, pero’ mi sono resa conto che utilizza espressioni che sono mere traduzioni dall’inglese e, cosa ancor peggiore, i nostri bambini le ripetono. Ad esempio, quando mio marito dice una qualunque cosa, termina sempre la frase dicendo: “Tu sai?” che e’ proprio You know?. Questa e’ diventata ormai un’abitudine anche di mio figlio di tre anni.
Ne abbiamo parlato e forse dovremmo passare a OPOL, anche se adesso i bimbi sono abituati a parlare italiano con il papa’. (Pensa che lui non vuole neanche essere chiamato Daddy!).
Spero che ti possa essere almeno di sollievo sapere che nel mondo ci sono tanti papa’ come te che devono fare scelte di questo genere e che devono adattarsi a tanti cambiamenti.
In bocca al lupo!
@ Letizia
Credi che mio marito debba parlare inglese con i bimbi e italiano con me?
Ciao
Stefano says
Ciao Margherita, grazie anche a te per l’intervento, in realtà però il mio caso ancora non somiglia a quelli sopra elencati per diversi motivi
– papà italiano che vive all’estero (tuo marito ad esempio nel suo paese è autosufficiente al 100%) non posso ad esempio cercarmi il lavoro che voglio, non posso andare dal medico da solo, falegname, meccanico, idraulico etc.. parole tecniche che non ho anche dopo 2 anni
– cosa per me fondamentale, la mamma italiana che vive all’estero è la condizione ideale perchè è quella che passa gran parte del tempo con i bambini quando sono piccoli e parlare la lingua “minoritaria” per buona parte della giornata non è come sentirla solo la sera
– tutti gli italiani che conosco qui mi confermano sempre la stessa cosa, in base alla tua predisposizione o meno con le lingue comunque per imparare il ceco attivo e passivo metti in conto minimo 4 anni, fermo restando che la grammatica te la sogni anche dopo 10 anni.. nello stesso lasso di tempo vivendo “sul posto” si può imparare inglese, spagnolo e francese alla stragrande, questo per capire la difficoltà del ceco per un italiano.
– questo bimbo nascerà in un momento di studio per il padre che vorrebbe cambiare lavoro ma non lo può fare senza la padronanza della lingua e se ad esempio tu fai un altro figlio e stai in maternità mettiamo un paio d’anni, nel frattempo tuo marito se disgraziatamente viene licenziato perchè l’azienda chiude, può sempre andare in giro a fare colloqui, cosa che non posso fare al momento io
Porto un esempio di un collega italiano, parla italiano e inglese madrelingua in quanto genitori “misti” più spagnolo e ceco con una padronanza quasi da madrelingua, i cechi dicono che nessun’altro straniero parla come lui, senza accento e con pochissimmi errori, bene lui ha 2 figlie quando è la nata la prima con la moglie parlavano spagnolo, con la figlia lui italiano e la mamma ceco, questa primogenita parla italiano e ceco e comprende un po di spagnolo, lui però a lavoro parlava inglese e il suo ceco anche con il supporto della moglie e l’ambiente circostante non era attivo, perso il lavoro non riusciva a trovare nulla di “locale” e alla fine ha sacrificato la seconda figlia che oggi non parla e non comprende italiano per dedicarsi solo al ceco, in famiglia e a lavoro aprendo un bar con la moglie.
Ora voi salterete dalla sedia gridando allo scandalo che la figlia è stata privata del rapporto con i nonni e del sentirsi italiana etc.. io invece penso che suo padre è riuscito a darle da mangiare e non lo ritengo un egoista, anzi..
Elencate queste che sono secondo me differenze non da poco con i casi letti in quest post, noi proveremo con OPOL, e vediamo come va..
Saluti
Bilingue Per Gioco says
bisogna prendere atto che è una situazione difficile, hai ragione Stefano, c’è una bella differenza…
Marilena says
Stefano evidentemente la tua sitazione e’ molto complicata. Come ti ho detto conosco altri italiani qui in USA che per un motivo o per l’altro non sono riusciti ad insegnare l’italiano ai loro figli. Questi bambini hanno una vita normalissima per quello che posso vedere io. Non mi sembra che soffrano o siano “sacrificati” soltanto perche’ non conoscono l’italiano. Che comunque diciamolo qui negli USA e’ una lingua inutile. Quindi io non penso che tuo figlio crescera’ soffrendo perche’ non puo’ parlare l’italiano. Piu’ che altro credo che saranno i tuoi genitori che soffrirebbero, soprattutto se questo e’ l’unico nipote. E’ anche vero che a seconda della disponibilita’ dei tuoi genitori potrebbero essere loro la fonte di apprendimento dell’italiano. Io non so se tua moglie lavorera’ o stara’ a casa. Ma se i tuoi genitori potessero per esempio venire a passare l’estate e il Natale da voi di sicuro il bambino apprenderebbe l’italiano. E quando e’ piu’ grandino potete mandare vostro figlio a passare l’estate dai nonni in Italia. Queste sono altre cose che si possono fare. Se poi i nonni vi mandano tanti DVD in italiano e libri e cd.
Insomma forse hai ragione te che ci siamo concentrati tutti a risponderti il perche’ tuo figlio dovrebbe imparare l’italiano ma non ti abbiamo dato altre idee ( in realta’ se leggi il blog di idee ce ne sono tante).
Ma poi tu hai detto che tua moglie l’italiano lo parla giusto? Si sentirebbe di essere lei a parlare italiano per esempio? Di solito non e’ il metodo piu’ consigliato ma se lei volesse farlo perche’ no. Ho un’amica americana che parla soltanto italiano con i suoi figli, nonostante non sia la sua lingua e faccia errori grammaticali. Pero’ i suoi figli parlano italiano, magari con errori ma e’ meglio di niente. Lei pero’ ha soltanto DVD in italiano e guradano soltanto la tv in italiano.
Ci sono tante cose che puoi fare per esporre tuo figlio all’italiano, ma soprattutto fai in modo che i tuoi genitori siano molto presenti nella vita di questo bambino
Martina says
Stefano says
Rispondo brevemente, rileggetevi il titolo del post..
Letizia molto correttamente ha dato un nome allo stesso ponendo l’accento su di me non su mio figlio.
Il titolo non è: vale la pena insegnare l’italiano a mio figlio?
Nessuna di voi qui (almeno secondo quello che leggo) si è messa nei nostri panni ipotizzando lo stesso scenario per capire cosa consiglierebbe al marito/fidanzato/amante che sia..
Io per primo voglio che i miei figli parlino italiano, non si tratta di questo, spostate un attimo il riflettore sul papà e sulla frustrazione di essere ancora un elemento estraneo alla comunità in cui vive dopo ben 2 anni (e non sono un cretino) con ancora anni davanti a se di studio per un livello consono.
Chiedete a Martina quanti stranieri non di ceppo slavo (napriklad slovaci Martino, to neplati..) conosce o ha conosciuto che parlano ceco e bene. Io già faccio da interprete tra i parenti italiani e cechi ma vi garantisco che la strada è molto (troppo) lunga.
Buon inizio di settimana a tutte
gianna says
Stefano, se ti vai a rileggere il primo commento che ti ho scritto, assieme a quelli di Marilena, Letizia ed altri, ti dicevo che parlare in ceco a tuo figlio non ti aiuta a progredire nella lingua, e rischi invece di trasmettergli errori, il che non gli farebbe bene a livello scolastico, tralaltro (vedi commento di Margherita). Se speri che parlare solo ceco anche col bimbo possa aiutare te, ti dico e ti ripeto che son scettica.
Ció che ti aiuterá sará invece parlare ceco in famiglia con tua moglie: perché é una persona adulta e istruita che la lingua la conosce giá, ha una pronuncia madrelingua, ci puoi fare discorsi complessi su diversi argomenti e con una grammatica completa, se tu fai errori lei te li potrá correggere e anche spiegarti perché é sbagliato ció che hai detto.
Ripeto (é solo il mio parere, comunque), parlare italiano con tuo figlio agevola lui e NON penalizza te.
Parlare ceco con lui non aiuta te, e puó invece penalizzare il bambino.
raffaella says
Ciao Stefano,
alcune riflessioni in ordine sparso. Io separerei le esigenze tue, di tua moglie e del nascituro (a proposito, come si chiamerà?) per cercare la soluzione migliore per ciascuno. Ti elenco un paio di cose, e mi scuso in anticipo se sono cose che già fai o a cui hai già pensato.
Tu hai bisogno di migliorare nel ceco, perché è la lingua del paese in cui vivi e lavori. Prenditi del tempo mirato proprio per quello. Frequenta molto la lingua scritta (almeno giornali), ti aiuta ad ampliare e approfondire le tue consocenze. Se puoi un paio di ore a settimana continua a prendere lezioni di ceco, magari tramite una studentessa di italiano all’Università? E’ un investimento come tempo e soldi, ma ti permette di accellerare quel salto di qualità che ti serve.
Tua moglie, se non ho capito male sta a casa? Per scelta vostra o perché è difficile trovare qualcosa? Trovatevi una baby sitter italiana, anche solo poche ore alla settimana per darle una mano quando lei sarà stanca di essere in simbiosi 24 h ore col pupo, può uscire a fare cose in tranquillità e in “maniera adulta” e intanto il bimbo è in buone mani parlanti italiano. Magari dopo un po’ tua molgie desidera lavorare, magari part time? (così riuscite anche a essere più tranquilli come famiglia se avete altri redditi oltre al tuo) Avete già chi vi può darvi una mano.
Ora passo al piccolo in pancia, a cui fischieranno ormai da giorni le orecchie … Lui in primo luogo ha bisogno di relazioni autentiche, in primo luogo coi genitori. Te la senti di giocare, fra qualche anno, a lui con macchinine in ceco? O a calcio? O ad insegnargli ad andare in bici? E quando lo terrai in braccio piangente (al vostro succederà molto di rado, ma è impossiible che non gli succeda mai) in quale lingua ti verrà di consolarlo? E quando gli darai le prime pappe e te le sputerà mezze indietro? In quale lingua gli sorriderai?
un abbraccio e, lasciando perdere la questione linguistica, fare il genitore è il più bel mestiere al mondo
Stefano says
– Si chiamerà Martin o Kristyna (lo sapremo tra 3 settimane)
– oltre a leggere ogni giorno Metro, il quotidiano in metro.. leggo i siti di notizie, per lavoro scrivo in doppia lingua (faccio il grafico e in più traduco in ceco i nomi dei prodotti italiani e la loro descrizione che l’azienda per cui lavoro vende qui in rep. ceca) e chatto o scambio mail in ceco con i parenti “locali”, nello scritto sono una bomba, il problema è nel parlato, a lavoro si parla troppo italiano e poco ceco.
– mia moglie lavora e tra un paio di mesi entrerà in maternità per cui dopo la nascita starà a casa fino ad un massimo consentito di 2 anni (poi se lavorerà part-time o da casa questo si vedrà in futuro).
– sinceramente dopo 8 ore di lavoro non mi va di frequentare un corso (a maggior ragione sapendo che a casa tra poco dovrò far respirare mia moglie..)
Ancora una volta, proveremo con OPOL e vediamo come va e soprattutto come andrò io..
Federica says
Ciao Stefano,
cerco di essere to the point per il tuo problema. Piccola premessa: io parlo inglese coi miei figli (esclusivamente col secondo di 2 anni, misto a Italiano con la prima di 5 – applicando rispettivamente OPOL con lui e una specie di ML@H con lei, ossia a volte anche fuori, ma se siamo sole), mio marito parla con loro in italiano, mia figlia parla col fratello in inglese. Io e mio marito tra noi parliamo italiano. L’inglese di mio marito è buono ma non da madrelingua e capita spesso che sentendo me che parlo coi bimbi e venendo esposto a DVD, musica e libri in inglese, anche lui impari nuovi termini o modi di dire e che in maniera passiva li incameri.
Mi rendo conto che non è la stessa cosa che praticare in maniera attiva, ma parlando in ceco con tua moglie (che suppongo sarà spesso presente quando passi del tempo con tuo figlio) penso tu possa approfittare di occasioni per infilarci anche esercitazioni per te (per esempio tirandola dentro la conversazione ripetendo quello che hai appena detto a tuo figlio in italiano traducendolo a lei in ceco). Così è più faticoso, sicuramente, e ha pure i suoi rischi (che il piccolo apprenda i tuoi errori mentre parli alla madre), ma vedo che quando mio marito sgarra e col piccolo dice qualcosa in inglese per esser sicuro che capisca e lo dice sbagliato spesso è la mia figlia più grande che lo corregge!
Prendere lezioni quando esci dal lavoro non sempre è fattibile (stanchezza, possibilità economiche): meglio invitare parenti e amici cechi con cui prendersi un aperitivo e fare conversazione in relax. Ridurrai un po’ il tempo dedicato esclusivamente a tuo figlio in italiano, ma da neonati i bimbi vogliono sentire affetto e attenzione più che parole e se lo tieni in braccio e gli fai qualche moina mentre sorseggi un aperitivo e conversi con altri in ceco (modulando la voce in modo pacato e soave) lui se la godrà comunque!
Poi tra un paio di anni quando tu sarai super-fluent in ceco, allora potrai intensificare il tempo da dedicare all’italiano. Io con mia figlia ho iniziato a parlare inglese che aveva 2 anni e mezzo (xchè non conoscevo il blog di Letizia e ho avuto paura a lanciarmi da subito) e lei ora lo capisce e lo parla comunque.
Quando ci sarà, potrai sperimentare e cambiare le cose in base a come ti senti e come reagisce il bambino. Tenta di impostare una linea guida e di seguirla, ma non ti flagellare se a volte ti scappa la frase in ceco anche con Martin o Kristyna!
Giusto un esempio: viviamo in Italia e vorrei che i miei figli crescessero con un senso religioso, quindi dopo averci pensato molto ho deciso di insegnare le preghiere alla grande in italiano (in previsione di portarla a messa prima o poi). E’ una deviazione rispetto alla mia idea di stick to English, ma va bene lo stesso!
Tanti auguri,
Federica
Martina says
ti volevo dare un consiglio per parlare meglio, come dici tu che e problematico per te. Prova cantare. Qui sono canzoni classici con testo, se tu ti impari tutte canzoncine, senza pensare sempre alla gramatica, vedrai qualle progresso farai 🙂 http://www.youtube.com/user/ceskelidovepisnicky
Hodne stesti !
A. says
Stefano, capisco la tua frustrazione per non essere ancora padrone della lingua ceca (che è bellissima, estremamente musicale, ma certo non facile e non familiare per noi italiani) nelle situazioni quotidiane (quando non parli perfettamente la lingua locale la gente tende a trattarti come un cretino o se va bene, come un bambino!). Mi rendo conto che una cosa è andare a Praga da turista e un conto è dover competere con un madrelingua (che, magari parla pure bene l’italiano) per un posto di lavoro. Ho studiato un po’ il ceco (2 anni all’università), per passione e perché abbastanza simile al russo, che già studiavo, e se fare la turista è stato divertente mi metterei le mani nei capelli se dovessi cercarmi un lavoro là. Capisco anche che sei preoccupato della possibilità di non essere in grado di mantenere tuo figlio/figlia, visto che noi siamo emigrati per questo motivo: il papà di mio figlio non è riuscito a trovare in Italia un lavoro come quello che aveva nella sua Inghilterra, per la sua incapacità di imparare l’italiano… prima perché dopo 8 ore di lavoro non ce la faceva a frequentare un corso di italiano, poi una volta in Italia perché non gli piacevano una volta l’insegnante privata, una volta il libro di testo, una volta il gruppo del corso di gruppo. Amen, lui non ce l’ha fatta, noi abbiamo traslocato in Uk.
Considera anche che, nella peggiore delle ipotesi (che non è detto si debba avverare!), tua moglie potrebbe rientrare al lavoro prima lasciandoti con il bambino /la bambina (e probabilmente la necessità di imparare il ceco ancora più in fretta!) finché non trovi un altro lavoro.
Secondo me potresti (dovresti!) approfittare di questi mesi di calma prima della tempesta per un corso intensivo, ritagliarti un’ora al giorno per studiare, cercare il più possibile i contatti con i cechi. Io, fossi in te, eviterei di leggere Metro e se proprio vuoi leggere in ceco mi cercherei qualcosa di più elaborato, vedi se ti può piacere Kundera (magari trovi un’edizione col testo a fronte). Ma da quanto dici, ti servirebbe di più tv, radio (parlato e musica), e conversazione con persone. Mia madre, che aveva studiato francese da piccola e le piaceva parlarlo, era solita attaccare bottone con tutti i francesi che incontrava in autobus, metro, per strada… magari ci scambiava solo 2 parole, ma intanto ci parlava. Non sembra, ma anche solo origliare i discorsi altrui trasforma il tragitto casa-lavoro in una mini-lezione. Non “essere timido”, parla il più che puoi, anche se con errori, e se ti capita chiedi “ho detto giusto? si dice così?”, cosa hai da perdere?
E, per rispondere alla domanda che Letizia ha scelto come titolo a questo post, direi: no, crescere tuo figlio/tua figlia bilingue non può danneggiarti, anzi, da bilingue quando sarà più grande potrà aiutarti a capire quello che non capisci in ceco, a parole o con i fatti. Aspettati di sentire tuo figlio /tua figlia parlare bene in ceco molto prima e meglio di te, e in italiano prima e meglio della mamma (con un linguaggio adeguato all’età, ovviamente!).
Secondo me, non può ne danneggiarti ne’ aiutarti parlare in ceco con un neonato, come già ti hanno detto in altri commenti qui sopra. Fatti aiutare da tua moglie, è una gran fortuna che lei parli bene italiano. E da parte tua, fai quello che puoi: una lingua non si impara per forza. Cerca di non essere pessimista (tante volte le disgrazie ce le tiriamo appresso da soli col nostro atteggiamento negativo!), e tieni duro, ricordati sempre che tra qualche anno andrà meglio! Ciao
LENKA says
ahoj Stefano!
Hlavu vzhuru, nebot cesta je dlouha! Naucit se cizimu jazyku neni prochazka ruzovym sadem, ale tvrdou reholi. Slovanske jazyky maji svou strukturu, kterou Cech nevymyslel. Proste se tak po staleti vyvinuly. Pohledni na strukturu rustiny, bulharstiny, polstiny, slovenstiny. Ejhle tolik jazyku, kazdy jiny a prec ve sve strukture tak podobny.
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Ciao Stefano,
perdonami un’introduzione così diversa, spero che riesca a tradurre il messaggio summenzionato senza grossi problemi!
Dunque sono una ceca che vive in It da 15 anni. Ho una bimba di quasi 5 anni, bilingue. Il padre si è sempre rifiutato ad imparare la mia lingua, ora sta “ascoltando” attraverso le ns figlia.
Il mio consiglio, SEGUI IL TUO CUORE, qualsiasi madrelingua è un sentimento. Come si può cantare ad un bebè in una lingua che non è tua? Come puoi trasmettere l’amore per la tua patria se non attraverso il racconto nella lingua originale? Ed i profumi, le sensazioni?
Dietro ogni lingua è un cuore. Il cuore della mamma e del papà. Sai quando ci mette un bambino bilingue OPOL prima che inizi a parlare?
Dunque, per mia personale esperienza, mia figlia ha iniziato a parlare a 2 anni e mezza IN ITALIANO.
A tre anni IN CECO. Ho dovuto aspettare sei mesi prima di sentirmi dire una parola in ceco. Quasi mi disperavo. Dicevo, caspita, ci parlo solo in ceco, eppure.. Ma c’è una spiegazione: siccome lavoro, ho dovuto ingaggiare una babysitter italiana che ha aiutato nel percorso, per cui la lingua italiana era partita per prima. Poi è subentrato il ceco.
Ed oggi? Mia figlia parla entrambe le lingue, chi si rivolge a lei in ceco risponde in ceco e la stessa cosa vale anche per italiano. Attualmente mia figlia frequenta l’asilo, dove parla solo l’italiano (iniziano anche con l’inglese) con il padre solo l’italiano, con me e con mia madre, che è venuta a darmi una mano al posto della babysitter, parla solo il ceco. Per bilanciare un po la mancata influenza da parte della babysitter italiana, ho ingaggiato una maestra locale, che escrcita in un nido ma viene “giocare” con mia figlia in italiano a casa una volta alla settimana.
Da settembre scorso abbiamo portato la situaizone alla pari ed ora devo dire la bimba fa cambio della lingua senza problemi. Grazie al bilinguismo, gode di un’ottima memoria, come d’altronde tutti i bimbi bilingui, per cui non ha nessun problema all’asilo (almeno così dicono le maestre).
Dunque da quanto tuo figlio nasce, ci vorrano almeno due anni per sentire prime sue parole in entrambe le lingue. Nel frattempo sai quanti progressi farai anche tu in ceco?
Tu con tua moglie puoi perfezionare la lingua ceca anche nella presenza di tuo figlio, al lavoro puoi continuare e con tuo figlio coltivi un rapporto del tutto esclusivo: tu per tu con lui, canticchiare, ridere, fare il solletico, durante le passeggiate gli fai vedere il mondo nominando delle cose interessanti. Devi anche tu vivere, Stefano, in quale frustrazione ti saresti andato a mettere… nel nome di q.sa rinuncerai alla tua lingua originale!
a me tutt’oggi il pediatra chiede perchè a mia figlia parlo solo il ceco; al corso di preparto la ns psicologa, che non aveva una pallida idea sull’esistenza di così detto bilinguismo, ha detto che per non “confondere la bambina” potevo rivolgere qualche parolina quà e là al raggiungimento del suo ottavo mese di vita!
Per fortuna non ho seguito il loro consiglio!
Tuo figlio ti ringrazierà un giorno, perchè conoscera due codici linguistici così diversi (uno gli apre l’accesso alla struttura di q.siasi lingua del ceppo slavo, l’altro gli permette di muoversi con facilità tra tutte le lingue del ceppo latino) quindi apprendimento di qualsiasi terza lingua di un altro sistema – tipo le lingue germaniche o nordiche sarà una passeggiata. Credimi!
Vuoi che indomani tuo figlio ti dirà, papà, io vado a studiare/lavorare/ in vacanza in Italia e non troverà delle porte chiuse? Potrà muoversi con facilità di un movimento di un cittadino proveniente da un contesto multiculturale?
Dungue due anni prima che tu senta la prima parola, altri due anni che tu senta un discorso continuo da parte di tuo figlio, sai quando sarai lontano con il tuo ceco? Che sfida!
coraggio e pazienza.
E poi, perdonami, sono molto pragmatica, se dovesse andare q.sa storto, e tu di un tratto non vivresti più in RC, cosa farai con tuo figlio, gli dovrai continuare a parlare in una lingua che non è mai stata la tua? O di un tratto gli proponi l’italiano perchè ora serve?
Tu e tuo figlio a 4 occhi solo in italiano, con tua moglie ceco o italiano ed indomani secondo delle occasioni o presenze delle persone vi scegliete una delle lingue comunicanti.
++++++
L’ultima testimonianza vista con miei occhi: una famiglia tedesca, dove la signora proveniva dalla Sud Africa. Lei con figli parlava afrikaans, con marito tedesco. I figli ad età scolastica parlavano fluente sia l’inglese (perchè la mamma ha studiato in inglese), il tedesco ed afrikaans. Il padre ha imparato anche questa lingua. Per mantenere viva ancora di più la lingua afrikaans in casa hanno ingaggiato una babysitter proveniente dal Sud Africa.
in bocca al lupo … e crepi!
comlimenti ad Letizia x questo sito, grazie!
Stefano says
Ahoj Lenko, diky za nazor. Bohuzel se jmenujes jako moje tchyne a to nepomuze…. 🙂
delam srandu samozrejme..
Hezky den