Sabato a Milano si sono tenuti due incontri di Noi le lingue le viviamo. Invece di parlarne voglio condividere una lettera che mi ha mandato una mamma che aveva partecipato all’incontro precedente, quello di Aprile.
Ciao Letizia,
sono Katia una delle mamme che ha partecipato all’incontro Noi le lingue le viviamo a Milano.
Dopo aver pensato durante le feste di Pasqua a quello che tu ci hai detto e alle testimonianze sentite, ho fatto il punto della situazione. Aiutata dai tuoi supporti, ho deciso di provare a migliorare il mio inglese anzi a riprendere a studiarlo e a cominciare con i miei bimbi, ero curiosa di vedere la loro reazione.
Avevo detto ai bimbi che ero andata da una maestra di inglese e che la mamma adesso inizia a imparare una nuova lingua, ma la maestra mi ha chiesto di farmi aiutare dai miei bimbi, quindi ecco la nostra nuova organizzazione:
Tv solo in inglese sia per il loro cartone serale, che per il film della mamma, anche se quando c’e’ il papa’ per il film chiede almeno i sottotitoli in italiano.
E dal momento della cena fino a quando si va a nanna we speak just in english.
Sorpresa i bimbi non hanno fatto una piega nel vedere il cartone in un’altra lingua, erano molto divertiti e curiosi nel sentirmi “parlare” in modo diverso, e continuavano a chiedere, ma le cose che piu’ mi hanno convinto e’ stato prima il chiedermi di leggergli il libro della nanna in inglese, (sfortunatamente avevamo solo un dizionario di inglese per bambini), regalatoci tempo fa’, quindi abbiamo fatto i colori e le parti del corpo, divertente. Secondo, il mattino successivo Nicolo’ appena sveglio mi dice “dai mamma parliamo in inglese”!
Cosi stiamo facendo da qualche giorno e oggi voglio andare in biblioteca a prendere dei libri in inglese e piano piano seguiro’ i vari suggerimenti che trovo sul tuo blog.
Grazie di tutto
Katia
Questa lettera mi è piaciuta molto, conferma, se ce ne fosse bisogno, un elemento molto importante, e sul quale non mi stanco di tornare. Le lingue non si studiano, si vivono! Se noi viviamo la lingua con sincero interesse, passione e divertimento. Se non vogliamo diventare gli insegnanti dei nostri figli. Se prendiamo le cose con leggerezza, facendo entrare la lingua nella nostra vita senza però pretendere un riscontro dai bambini. Se la comunicazione con i nostri bambini è funzionante, aperta, serena. Se tutto ciò accade si può diventare bilingui veramente per gioco, e con gioia.
Però a rileggerla la lettera di katia contiene anche qualcosa in più. Qualcosa di molto potente a cui io in effetti non avevo mai pensato. Tecnicamente questo espediente si chiama: “Turn your weakness into a strength“, trasforma il tuo punto debole nel tuo punto di forza. E’ una tecnica molto utilizzata e Katia l’ha messa all’opra in modo esemplare. Se il suo Inglese non è abbastanza buono da sentirsi di insegnarlo tanto vale dirlo: bambini io non vi voglio insegnare nulla, sono io che devo imparare l’Inglese, datemi una mano per favore, se lo facciamo insieme sarà più divertente. Brava Katia, bellissima strategia! vai avanti così, chiedi ai bambini di correggerti se sbagli, giocate insieme, senza prendervi troppo sul serio, non testarli mai e lascia che loro testino te!
Grazie Katia!
Immagine da 50Watts
Flavia says
Bel post, e bella strategia! Anche noi stiamo imparando moltissimo, anche se il piccolo è ancora troppo piccolo per chiedergli di aiutarci. Ma, a nove mesi, le nursery rhymes sono già parte del suo bagaglio di ricordi, e così le canzoni di Hocus & Lotus: quando le cantiamo, in qualsiasi momento della giornata, si illumina tutto. E batte le mani, sia che tu gli dica batti le manine, sia ‘clap your hands’. Quel poco (?) di bilinguismo conquistato, fin qui, è davvero ‘per gioco’, per mamma, papà e baby. Terremo conto dell’idea in futuro! Chissà se Katia ha voglia di raccontarci come vanno le cose?
Giovanna says
E’ proprio vero, a me i miei bambini aiutano a riscoprire l’italiano!!! Stando all’estero da tanti anni e lavorando in un ambiente internazionale ho passato lunghi periodi in cui l’uso del mio italiano era ridottissimo, potevo passare giorni interi senza parlarlo!
La nascita dei miei figli mi ha fatto riscoprire le mie radici, riavvicinare alla comunità italiana e riscoprire la mia lingua. Ora leggo tantissimo in italiano, ho voglia di scoprire e riscoprire i classici, mi sforzo di usare un linguaggio più corretto e vario possibile e proprio leggendo favole e guardando cartoni animati ritrovo parole, espressioni quasi dimenticate. E’ uno scambio molto arricchente!
Andrea says
ciao a tutti,
leggevo l’interessante lettera della mamma i cui bimbi partecipavano alle attività per imparare l’inglese…
anche noi come scrivevo un po’ di tempo fà, abbiamo iniziato questa meravigliosa strada, ma abbiamo notato che ogni tanto il nostro bimbo “rigetta” le iniziative riguardanti la lettura, e il gioco in Inglese.
Abbiamo quindi deciso di lasciare a lui il compito di definire se accettare il momento di gioco / lettura in inglese oppure no, anche perchè non ci va di forzare troppo la cosa per evitare un rifiuto categorico.
ciao
Arianna says
straordinaria testimonianza =) Ci tenevo a ringraziarti ancora una volta per il tuo lavoro Letizia. L’importanza di quello che fai è testimoniata proprio da lettere come quella di Katia. Riprendere in mano lo studio di una lingua e farlo con gioia, non sarebbe possibile grazie ad una forte motivazione. La prima delle nostre motivazioni sono sicuramente i nostri figli, ma senza un valido supporto il compito sarebbe davvero arduo.
Non è detto che tutti i genitori che leggono il tuo blog “debbano” insegnare un’altra lingua ai propri figli, ma già il fatto che gliela propongano, che gli facciano capire quante lingue, culture e colori diversi ci siano al mondo farà di loro cittadini universali più aperti ed intelligenti! Bravi a tutti i genitori “bilingui per gioco”!