Una famiglia bilingue e multirazziale, mamma italiana, papà africano, dello Zambia. I soliti problemi su come crescere un bambino bilingue. O forse non proprio così soliti…?
Cara Letizia,
ho scoperto da poco il tuo sito e mi è piaciuto molto, leggo il blog e la newsletter, che mi danno consigli e spunti, ma ti volevo fare una domanda. Io sono italiana, sposata con uno zambiano perfettamente english speaker, tra di noi parliamo inglese, ci siamo conosciuti in inglese, ho vissuto in Zambia per anni,e ci sentiamo più comfortable così.
Ora viviamo in Italia, abbiamo un bimbo di sei mesi e io in particolare ci tengo che lui cresca bilingue, vorrei fargli questo regalo….ci sono però dei piccolo problemi… il bimbo vede suo papà poche ore al giorno, perchè lui è tutto il giorno fuori per lavoro, mentre sono io con lui cerco di parlargli inglese, cantare canzoncine, leggere libri ecc…ma quando sono con lui e altre persone parlo in italiano (sia con lui che con gli altri), da tutti i parenti lui sente solo italiano e ora andrà al nido perchè io devo riprendere il lavoro (insegno inglese tra l’altro )e dunque sentirà per il 90% l’italiano…inoltre, i miei genitori mi scoraggiano molto, mi dicono che il bambino deve integrarsi bene in Italia e parlare Italiano, dunque mi “rimproverano” quando mi sentono parlare inglese con lui. Altre persone mi dicono che se io parlo con lui entrambe le lingue il bambino si confonde, perchè non riconosce in me la lingua predominante. Spero tanto che mio figlio apprenda naturalmente l’inglese, ma come posso incoraggiare l’apprendimento di una lingua che sente relativamente poco, pur avendo un papà madrelingua (che non parla bene italiano tra l’altro)? grazie in anticipo per la risposta, se mi puoi aiutare mi fai veramente un favore. Ciao,
Monja
Monja,
ti rispondo con molto piacere. A mio parere qui i problemi sono (teoricamente) tre.
1) La quantità di esposizione all’Inglese. Ecco questo secondo me non è un problema. Sì certo sarebbe bello che il bambino ascoltasse 6 ore di Inglese, 6 di Italiano e dormisse 12 ore al giorno. Però questo non succede quasi mai. Il bilinguismo non è (quasi) mai perfetto. Probabilmente tuo figlio avrà più esposizione all’Italiano che all’Inglese, anche il mio, anche i figli di tante altre famiglie bilingui. E’ così e basta… Quello che puoi fare però è ottimizzare questo tempo. Da quello che dici voi avete in piedi un metodo Minority Language at Home. Bene, implementa un Minority language at Home quanto più rigoroso possibile, certo se ci sono visite puoi passare all’Italiano, ma per il resto puoi (se lo vuoi ovviamente) attenerti all’Inglese. Se no ovviamente l’altra opzione è sempre One Parent One Laguage.
2) E il papà? Ok lavora e c’è poco, come molti papà purtroppo. Ma perchè dici, che soprattutto tu vorresti che il bambino crescesse bilingue? Non dovrebbe volerlo soprattutto il papà che non parla nemmeno bene l’Italiano? Perchè è spesso la mamma a doversi far carico anche della lingua del papà? Ne abbiamo già parlato altre volte, prova a far capire a tuo marito che questa cosa è una sua necessità (se no come comunica col figlio un domani). Apparentemente questo cambierebbe poco in termini pratici, invece secondo me cambierebbe moltissimo dal punto di vista della motivazione (tua e del bambino). Questo diventerebbe un progetto di tutta la famiglia, e vi motivereste a vicenda.
3) Le paure dei nonni. Di nonni, soprattutto suocere, contrarie al bilinguismo ne abbiamo già sentite diverse. Succede, del resto ai loro tempi il bilinguismo non era cosa comune (o meglio lo era, ma non lo sapevano, perchè anche i dialetti sono bilinguismo). Il fatto che la nonna in questione sia tua mamma e non la suocera dovrebbe aiutarti, puoi provare a parlarle, a educarla, a convincerla (ti direi di provare a venire con lei o con loro ad un incontro di Noi le lingue le viviamo se hai modo, magari un incontro destinato alle famiglie bilingui).
Ma, ma, ma…. Attenzione. I tuoi genitori, scrivi, non dicono, due lingue confondono il bambino. Dicono il bambino deve integrarsi. Posso permettermi una speculazione? Magari sbaglio, ma azzardo…
Secondo me ciò che preoccupa i tuoi genitori è il colore della pelle del tuo bambino.
Perchè un bambino italiano che cresce in Italia non avrà mai problemi ad integrarsi, nemmeno se parla due lingue. Ma un bambino con la pelle caffelatte? Beh spero bene che nemmeno lui abbia problemi ad integrarsi, anzi, mi rifiuto di pensare che un bambino di pelle più scusa abbia difficoltà a integrarsi, ma forse questa è la paura dei tuoi genitori, e a questa paura bisogna rispondere, perchè questi temi sono difficili da affrontare, ma esistono anche quando facciamo finta di non vederli. Nascondersi dietro la scusa della lingua non aiuta nessuno.
In ogni caso questa cosa dei nonni che ti rimproverano davanti al bambino quando gli parli in Inglese proprio non va. Devi fare tutto il possibile perchè abbia fine. Cerca di educare e convincere i tuoi in ogni modo, con le buone o con le cattive verrebbe da dire, ma meglio con le buone. E tieni presente che Minority Language at Home farebbe diminuire l’incidenza di questi episodi, ma non cancellerebbe il problema, che va affrontato, se no prima o poi il bambino registerà che l’Inglese è una cosa brutta. Sia mai!
Infine ci sarebbe un quarto problema, quello che pensa la gente. Ma di quello noi ce ne freghiamo. Li informiamo ed educhiamo se possiamo e ne abbiamo voglia, se no tiriamo dritto. L’importante è essere sicuri delle proprie scelte. Se non sei completamente sicura ti consiglio di leggere uno dei libri qui sotto, oppure ovviamente di continuare a seguire il bilingue per gioco…
Un paio di libri consigliati:
ma soprattutto: Black, White or Mixed Race?: Race and Racism in the Lives of Young People of Mixed Parentage
più ovviamente libri (lion o altri) o musica africana per bambini
Ciao,
Letizia
Ilaria says
Carissima Monja,
Non posso fare a meno di scriverti due righe! Anche io ho un bimbo mulatto e da quando ero in dolce attesa mia nonna mi faceva notare che mio figlio avrebbe avuto dei problemi perché “diverso”. Io mi ci sono sempre fatta una risata sopra! Premetto che mia nonna é relativamente giovane (75 anni). Ho cercato di spiegarle che nel frattempo il mondo é cambiato molto (per fortuna!!). Già negli asili e nelle scuole elementari ci sono bimbi di ogni paese e cultura, mentre ai miei tempi e non parlo di molti anni fa, eravamo solo ed esclusivamente italiani. Inoltre, per quella che é la mia esperienza personale, certe differenze le vedono solo gli adulti perché per i bimbi non esiste il colore della pelle. Credo che i nostri figli cresceranno in una società multietnica e questo é meraviglioso. Certi condizionamenti possono venire solo dagli adulti e dall’insegnamento che impartiscono ai loro figli!!
1abbraccio e in bocca al lupo per tutto.
lucia says
Cara Monja,
oltre a minority language at home, oltre a spiegare (se ti va, ma l’importante è che tu lo sappia e ne sia convinta) che il bambino non si confonderà, e a spiegare alle persone che ti interessano di più le tue motivazioni e la validità della tua scelta di crescere tuo figlio bilingue, cosa che fra l’altro dovrebbe venirti naturale se è la vostra lingua di famiglia, oltre a tutte queste cose…
il figlio è tuo e la scelta di come educarlo è tua e del suo papà e su questo ti direi di essere molto ferma e di spiegare con calma, chiarezza e assoluta fermezza a chiunque si intrometta, nonni, amici, vicini che siano, che questa è una tua decisione e che in nessun modo si devono permettere di contraddirla, in particolar modo davanti al bambino.
Ciao!
Bilingue Per Gioco says
oh!
Alice says
Cara Monja,
prima di tutto ti faccio i complimenti perché io, madre di una bimba mulatta, avrei una gran paura a tornare in Italia. Non tanto per mia figlia (a cui tutti toccano i capelli e per ora vedono solo come “cute”) ma per mio marito. Mi dispiace dirlo ma pur amando il mio paese, sono ancora molto pessimista riguardo le opportunitá (soprattutto nel mondo del lavoro) per una persona di colore. Spero di sbagliarmi!
Per quel che riguarda il commento di Ilaria su “certe differenze le vedono solo gli adulti perché per i bimbi non esiste il colore della pelle” …beh proprio ieri mia mamma era al parco giochi con mia figlia (é in vacanza x qualche settimana dalla nonna) e due bimbe (forse srilankesi) le hanno detto che lei non puó essere assolutamente sua nonna! Mia mamma non ha proprio capito (fino a quando gliel’ho detto io) che era -secondo me- perché lei era bianca e mia figlia no (molto meno adresso che é stra-abbronzata). Certo é vero che neanche le bambine in questione erano bianche e che sicuramente nelle loro scuole vedo bambini bianchi e non solo ma di misti ne vedono? Secondo me non tanti. Per loro i bambini srilankesi hanno i genitori srilankesi, quelli nigeriani hanno i genitori nigeriani etc…. Di nuovo spero di sbagliarmi.
Io non so dove vivi tu ma se per caso fossi di Vr, potremo organizzare un incontro tra nonni 🙂 cosí anche i tuoi genitori possono vedere che é possibile crescere un bimbo biligue e magari, parlando con un’altra nonna che ha avuto la stessa esperienza (nipote bilingue e caffelatte) si tranquillizzano!
In bocca al lupo e keep up with teaching English to your son!
A. says
In genere, quello che non conosciamo ci spaventa, io spero sia solo questo a spingere questi nonni a frenare gli sforzi di Monja. Io ai nonni gli spiegherei che il bambino ha diritto a imparare la lingua del padre per non essere escluso da metà della sua famiglia (glielo devi, Monja, soprattutto considerato che ora siete in Italia!); che vivendo adesso in Italia circondato da italiani e soprattutto andando in un nido italiano, è IMPOSSIBILE che non impari perfettamente l’italiano; e che non è scritto da nessuna parte che il bambino vivrà sempre in Italia (come fanno loro a sapere cosa succederà in futuro?).
Sono d’accordo col suggerimento di Letizia, il padre anche se poco presente deve assolutamente essere coinvolto in quello che è un progetto di famiglia.
E se fossi in te, Monja, accetterei l’offerta di Alice: non c’è niente di più rassicurante che parlare con persone che vivono o hanno vissuto la tua storia sulla loro pelle. in fondo è per questo che segui questo blog, no?
Monja says
grazie mille a tutti….consigli molto utili….
Do ragione a Alice quando dice che in Italia le persone di colore sono ancora purtorpoo considerate meno rispetto agli altri, mio marito sta facendo una fatica enorme, meno male ha torvato lavoro (sempre temoraneo intendiamoci) ma dopo mesi e tramite un’amica….nonostante abbia una laurea, un master preso in Europa e sia molto bravo e commited nel suo lavoro…questo è molto triste ne convengo…stiamo qua per varie ragioni, ma non è detto che trovando un buon lavoro altrove non ci possa spostare!!!
dicevo che sono io a spingere per la questione linguistica, sopratutto perchè mio marito è molto più
rilassato di me (in generale) e dunque è convinto che naturalmente
Emmanuel diventerà perfect bilingual …io sono un pò più bacchettona
e dunque gli consiglio di parlargli di più, leggere storie ecc…nella sua cultura però i papà non passano tanto tempo coi figli (sopratutto piccoli), ne tanto meno leggono storie, hanno un ruolo più autoritario/autorevole e più distaccato rispetto ai papà moderni a cui siamo abituati dunque non è semplice arrivare ad un compomesso…
per quanto riguarda i miei gentori ho provato 100 volte a dirgli di
non dirmi “parla italiano” di fronte al bambino, ma non c’è peggior
sordo di chi non voglia sentire…niente non c’è verso…forse non si
rendono conto di quale ricchezza sia poter capire e parlare più
lingue senza dover fare la fatica di studiarsele da grande (come ho
fatto io), sicuramente c’è anche la paura che si verifichi quello che
si sta verificando con mio marito( difficoltà d’integrazione), ma mio
marito ha vissuto 34 anni non in Italia, mio figlio ci è nato
invece…il colore della pelle non credo sia il problema, nel senso
che Emmanuel è caffelatte, ma molto chiaro, sembra abbronzato, molti
non si accorgono nemmeno che è mulatto se non vedono in papà, ma al di là di quello i miei
sono persone aperte, non hanno mai avuto problemi con mio marito, solo
questo neo della lingua mi ha stupito (in negativo)….
comunque, grazie anche per i riferimenti bibliografici, comprerò uno
dei libri e lo regalerò a mio marito visto che tra 10 gg compie gli
anni.
ciao.Monja
Ivonne says
Ciao Monja,
come già ti hanno detto, anche io mi aggiungo al coro, come genitori dovete ENTRAMBI ad Emmanuel la possibilità di imparare una seconda lingua per amore e non per studio, perchè è parte del suo DNA, è parte della sua famiglia, è già parte di lui, che sia caffelatte o no. Ma i tuoi genitori si sono mai incontrati con gli altri nonni? Non sentono loro stessi la distanza che li separa il non poter comunicare nella stessa lingua? Non lasciate che ciò accada ad Emmanuel, voi vi siete scelti e voi sapevate che presto o tardi avreste dovuto affrontare questa possibilità (e non dico ostacolo) tra di voi. Io conosco persone che rimpiangono la mancata possibilità di imparare la lingua di uno dei genitori semplicemente perchè 25-30 anni fa ancora non se ne parlava (almeno qui in Italia). Così oggi si sentono incompleti e ne fanno una colpa verso il genitore. Non entro nel merito delle colpe, ma voi avete una ragione più che giusta e valida, perchè è scritta nel DNA di Emmanuel. Anche io ti consiglio The Bilingual Edge, e ti consiglio di regalare e regalarti The Colour of Us, di Karen Katz. Forse Letizia ha ragione, sotto sotto un po’ di pregiudizio per il colore della pelle c’è, dai, basta guardarci intorno, capita se non tutti i giorni quasi. E’ visivamente più facile avere pregiudizi per il colore della pelle e anche chi sostiene di “non aver problemi con chi è diverso” sotto sotto qualche problema ce l’ha! Ma Emmanuel è niente di più e niente di meno il vostro bambino, siete voi le persone che ammira e ammirerà per ciò che saprete insegnargli. Sicuramente non è facile combattere in famiglia, ma il punto focale è Emmanuel e la sua eredità, non la scuola, gli amici, gli altri etc…
In bocca al lupo, stay tuned, facci sapere!!!
Ivonne
Bilingue Per Gioco says
solo un commento, Ivonne so che non intendevi dire esattamente questo, ma è importante passare bene il messaggio, soprattutto al papà, che la lingua NON è iscritta nel DNA. il bambino non diventerà bilingue perchè è nato in una famiglia bilingue.
Monja purtroppo hai un sacco di lavoro da fare, educare tuo marito (o compagno non ricordo) al fatto che il bilinguismo non è innato, va coltivato giorno per giorno, e se non lo fa un giorno si troverà a non avere una lingua con cui comunicare con suo figlio alla pari (se per disgrazia suo figlio non imparasse l’Inglese l’Italiano del bambino supererebbe presto quello del papà, minando l’autorità paterna e il rapporto padre figlio). E poi educare i tuoi genitori, a questo proposito, mi permetto un altro commento, se gliel’hai chiesto 100 volte e non ti ascoltano forse devi essere più decisa e incisiva, è come con i bambini, se gli dici no il gelato ora no non ti ascoltano e vanno avanti per mezz’ora (faccio per dire) se gli dici non azzardarti mai più a strattonarmi in strada che finiamo sotto una macchina non lo fanno più. Hai detto no entrambe le volte, ma vuoi scommetere che l’hai detto in modo diverso?
Good luck!
L.
Ivonne says
Sì, scusate, come precisato da Letizia volevo dire che Emmanuel ha la fortuna di poter vivere due lingue diverse perchè già fanno parte della famiglia (in quel senso fa parte del suo DNA). Nel ns caso, Elisa ed Ilaria devono accontentarsi di una mamma che ama le lingue ma la nostra famiglia è monolingue, quindi per noi il lavoro (e lo sforzo) è diverso. E’ però vero che è un lavoro familiare, dovete crederci insieme. Credo che poter vivere due lingue diverse avendo due genitori di diversa nazionalità sia una risorsa fantastica che non deve essere lasciata andare. Spero vivamente che Monja riesca a farlo capire ai nonni. Good luck anche da noi!
Ivonne
lucia says
Monja, appunto, prima spiega le tue motivazioni (per essere educata),se non colgono, dì che questa è la tua decisione in merito all’educazione di tuo figlio e che non è dato discuterla.
Come dice Letizia, se tuo figlio ti strattona in strada mica gli permetti di discutere.
Non capisco una cosa: a parte il tempo che scarseggia, il tuo consorte parla inglese al bimbo?
in bocca al lupo!