E questa è la domanda che si pongono in tanti…
Cara Letizia,
Ti scrivo per un consiglio: come si colloca un bambino di 4 anni che parla inglese a casa (con un genitore non madrelingua) rispetto ai tradizionali percorsi di apprendimento della lingua dei suoi coetanei?
La domanda potrebbe essere girata anche cosi’: come si colloca un genitore non madrelingua che parla inglese con I propri figli rispetto all’offerta di corsi di inglese per bambini?
E’ difficile per un genitore non madrelingua fare a meno di un supporto come quello di un corso di lingua “extrascolastico”; d’altra parte il dubbio che tali corsi non siano adeguati al livello di un bambino che sente parlare inglese da quando e’ nato mi sembra legittimo. Che fare dunque?
Mio figlio a settembre inizia il secondo anno di scuola materna che, nell’istituto che frequenta, prevede un’ora di inglese al giorno. Fin qui, nessun problema. C’e’ poi l’opzione di 3 ore extra di “laboratorio di inglese ludico” organizzato da un esterno il giovedi’ quando la scuola formalmente termina alle 12.30. Aspettando che i Learn with Mummy arrivino anche qui volevo inoltre sondare i corsi di XXX per bambini dai 4 anni.
I miei dubbi:
“Con il corso extra a scuola si annoia“
“No, repetita iuvant“
“Finalmente l’inglese acquista una dimensione sociale e si svincola dall’esclusivita’ del rapporto madre/figlio”
“Ma se l’ho portato a Londra gia’ due volte?!?! Li’ c’era un’intera citta’ che parlava inglese”
“Vabbeh lo fai sentire diverso da tutti gli altri se non glielo fai extra fare a scuola”
“No, allora meglio XXX che li divide in early learners e advanced anche a 4 anni”
“Speriamo di non buttare via i soldi…”.
L’ideale sarebbe un’insegnante madrelingua inglese, amante dei bambini, e altri coetanei a loro agio con la lingua.
L’anno scorso veniva a casa nostra a giocare una mamma inglese con suo figlio pressoche’ coetaneo, ma purtroppo ha deciso di rientrare in Inghilterra.
Non c’e’ nessuno con le mie stesse esigenze?
Grazie, ti faro’ sapere come ne esco.
Maria Pia
Maria Pia,
non c’è nessuno con le tue stesse esigenze? Almeno 1700, e mi permetto di azzardare l’ipotesi che sia un valore ampiamente sottostimato…
Dunque che fare? Prima di tutto io organizzerei gli obiettivi per priorità. Sembra facile dire voglio che impari l’Inglese, in realtà bisogna scomporre questo obiettivo in più obiettivi, più aggiungercene qualcun altro corollario.
Provo ad elencarli, ma ognuno di noi dovrebbe fare la propria, personale, lista di obiettivi. Voglio che:
- impari a parlare in Inglese
- capisca l’Inglese
- impari a leggere e scrivere in Inglese
- ami l’Inglese
- faccia attività con i compagni
- faccia attività ludiche che non vadano a sommare lezioni ad una giornata passata a scuola
- faccia attività creative
- etc…
Prendi la lista di cui sopra, aggiungi qualsiasi cosa sia rilevante, togli ciò che non si applica e ordina per priorità, dal più importante al meno importante.
Io per esempio so qual è il mio obiettivo primario: Voglio che ami l’Inglese, e le lingue.
Questo per me è più importante del fatto che parli correntemente o meno. Il perchè è presto detto, nella mia personale esperienza la spinta interiore, il desiderio di raggiungere qualcosa, ha contato molto di più del fatto di avere questa cosa a portata di mano. Per essere più specifica, i miei non mi hanno mai fatto fare corsi di lingue in Inghilterra a sun di milioni (dell’epoca), ma oggi il mio Inglese è migliore di quello dei miei amici che l’hanno fatto, o pari se contiamo che un altro paio di persone sono espatriate come me. Sapere che “it was only up to me” per me è stato uno stimolo enorme, e non solo per le lingue…
Comunque questi sono i MIEI criteri.
Una volta che hai focalizzato i tuoi, esamina ogni opzione alla luce di queste priorità.
Se non sai bene se e come un’opzione si concilia con le tue priorità cerca di capirlo facendo un’analisi mirata. L’ideale sarebbe parlare con l’insegnante, oppure fare un incontro di prova. Io non ho esperienza diretta dei corsi XXX di cui parli, ho parlato con delle insegnanti che ci hanno lavorato (ma altri sedi, altre città) e mi hanno detto che l’impostazione era poco ludica, era didattica insomma. Di più non posso dirti.
Infine ultima nota, sempre secondo i miei personalissimi criteri, portare i bambini a Londra è una cosa assolutamente fantastica!
Immagine, Not on a school night
Amelia says
Condivido pienamente qst problemi.
Io ho 2 bambini piu’ piccoli (3 anni a novembre il primo, 16 mesi il secondo), ma gli parlo in Inglese da sempre anche se non sono madrelingua.Ora siamo nella fase in cui il piu grande capisce tutto, ripete delle frasi in inglese, ma in un ragionamento mi risponde in italiano, il piu’ piccolo (non parla) ma comprende tutto le frasi semplici che gli dico.
Non posso permettermi, economicamente, una scuola inglese allora, ho visto i corsi “Learn with mummy” , ma non mi assumo qst impegno in quanto siamo ancora nelle fasi in cui si ammalano ogni 3×2. Quindi al di la’ dei cartoni animati in Inglese, libri etc etc, ho deciso di prendere una baby-sitter inglese 1-2 volte a settimana.
Magari propongo a chi legge qst sito e a chi e’ interessata, compatibilmente con il lavoro, le malattie dei piccoli etc di frequentarci, magari in un parco, in un appartemento cosi’ da poter far respirare ai piccoli piu’ inglese possibile.
Un saluto
Amelia
Michela says
Anche io ho piu’ o meno questo problema. Mia fiaglia piccola ha due anni ed e’ da circa un anno che quando siamo da sole giochiamo con l’inglese e vedo che capisce molte delle cose che le dico. Devo dire che il mio inglese non e’ ottimo, ed e’ per questo motivo che sto cercando il modo per farla continuare….ma in effetti i corsi in inglese non andrebbero bene.
Per fortuna adesso inizio un lavoro (per sei mesi) e colgo l’occasione per ospitare una ragazza alla pari che stia con mia figlia e che le parli in inglese. Pero’ anche a me mancano dei punti di incontro con altre mamme. Ho anche un’altra figlia di 6 anni che incomincia anche lei a fare frasi in inglese. In macchina abbiamo sempre cd con canzoni o storie in inglese (sono molto attenta alle recensioni di Letizia) ma un confonto con altre mamme manca proprio.
Io sono di Monza, se ci fosse qualcuno in zona… io sono qui :))
A presto
Michela
marilisa says
Ciao i chiedevo di dove fossi? magari in prov di Salerno? Fammi sapere….condivido con te lo stesso sogno! tra pochi mesi sarà mamma anche io di un bel maschietto!
Graziana says
Pensando a quando manderò mia figlia all’asilo, mi sono posta anche io i tuoi stessi interrogativi, e ne ho concluso che: 1- devo avere fiducia in mia figlia 2 – non devo “proteggerla” da eventuali brutti corsi di inglese .. se sono gratis, perché se si tratta di pagare anche io preferisco il viaggio a Londra 🙂
Alessandra says
Buongiorno a tutte!!! io sono mamma di Bezawit adottata in Etiopia che è con noi da circa 4 mesi e ha appena compiuto 1 anno. Da circa 1 mese io parlo con lei solo in inglese e mi sembra che cominci a capire le prima cose ….
A proposito di pagare ho scoperto ieri per caso che nella mia città ha aperto questa scuola
XXXX che pare sia specializzata per bimbi… qualcuno l’ha già sentita? l’ha già provata? .. ovviamente la mia prima scelta sarebbe un playgroup di learn it with mummy …ma qui non conosco nessuno…
Bilingue Per Gioco says
scusatemi, ma la pubblicità ai vari XXX non gliela faccio su BpG…
comunque ti consiglio questo bellissimo post di un papà adottivo
L.
Sara says
Anche io ho lo stesso “problema” e l’anno scorso sono andata in una scuola di inglese x bambini dai 3 mesi ai 14 anni che c’è qui vicino a casa nostra. Da quello che mi hanno spiegato succede questo: i bambini giocano tra di loro e la maestra interagisce con loro in inglese. Che si traduce in, i bimbi giocano tra di loro in italiano e in sottofondo c’è qualcuno che parla in lingua, il tutto per 500 e rotti euro…..No grazie mi tengo o soldi e faccio altro. Noi abbiamo un amichetto che come noi è bilingue e ogni tanto giochiamo insieme. Ho visto con moooolto piacere che la più grande quando è con lui si sforza di dire qualcosa in inglese. La piccola ripete a pappagallo tutto quello che dice la sorella, in qualsiasi lingua.
Visto che siamo all’ultimo anno di materna, stiamo guardando una scuola qui vicino che propone il 30% di lezioni in inglese, da insegnati madrelingua.
E on top of all this, spero di portare le bimbe in America x un mesetto qst inverno così da avere una vera e propria full immersion e vediamo cosa succede 🙂
Sara says
Amelia sei di Monza? Anche io ho letto solo adesso, la scuola di cui parlo è a Monza….
Michela says
Sara, io sono di Monza. Anche io mi sono interessata per quella scuola bilingue, ma avendo due bambine per me il costo e’ toppo elevato. Abbiamo anche frequestato l’altro corso di cui parlavi. Secondo me e’ molto valido e le mie bambine si sono divertite molto ed hanno anche imparato tanto, pero’ penso che la mia piccola abbia bisogno di qualcosa di piu’ che di un corso 1 ora alla settimana.
Se vuoi possiamo sentirci visto che siamo vicine.
lucia says
E Maria Pia di dov’è?
magari qualcuno abita dalle tue parti?
alice says
ciao Maria Pia, putroppo io non ho la soluzione ma ti posso raccontare la mia persoanlissima esperienza dei corsi di inglese per i bimbi “bilingui a casa”.
I miei nani vanno all’asilo italiano pubblico, pero’ hanno 1 ora di inglese a settimana al mattino inclusa nelle attivita’. Maestra canadese molto dolce e carina, brava nel suo lavoro, piccoli gruppi di 7-10 bimbi.
Chiaramente loro e le loro due compagne di madrepatria USA sono moooolto piu’ avanti dei loro amichetti, ma la maestra ha giustamente deciso di “dividere” i bilingui che altrimenti facevano tribu’ e di metterne uno per gruppo.
Risultato: il bimbetto bilingue “tira” tutto il gruppo e si diverte un sacco (esempio: guida il ritornello quando la maestra non canta, sceglie i colori su indicazione della maestra e poi li porge ai compagni che ripetono il nome del colore…).
Certo non impara niente se non (secondo me un insegnamento FONDAMENTALE): se sei piu’ bravo dei tuoi amichetti a fare qualcosa, beh dagli una mano! Non sei speciale, solo che a te e’ capitato di sapere l’inglese… (mentre Marco e’ piu’ bravo a disegnare, Chiara a cantare eccetera…).
Pero’ non partecipano ad altri corsi nel pomeriggio anche se gli amichetti li fanno, perche’ sarebbero soldi e ore-gioco mal spesi. Anche li, quando l’amichetto va a inglese gli si risponde: buon divertimento, noi invece andiamo a nuoto/judo/al parco a imparare ad andare in bici… senza dare troppo peso alla diversita’.
Un caro saluto e in bocca al lupo!
Maria Pia says
Ciao a tutti! Innanzitutto grazie a Letizia per la risposta equilibrata che ridimensiona le mie ansie, ricordandomi quale e’ la prospettiva… Anche le risposte e le esperienze di Alice e delle altre mamme aiutano a mettere a fuoco le priorita’ che, in effetti, non sono la lingua fine a se stessa. Mi auguro che anche mio figlio quest’anno all ‘asilo “approfitti” della sua maggiore padronanza dell’inglese rispetto ai compagni per maturare nella capacita’ di stare con gli altri! Ad ogni modo io abito a Milano per chi fosse interessato!
Amelia says
Io sono di Roma, mi sarebbe piaciuto tanto incontrarvi. Magari come idea sul sito si potrebbe creare una bacheca di contatti di tutte le mamme interessate, cosi’ sarebbe piu’ facile incontrarsi nelle varie citta’.
Letizia, che ne pensi?
Amelia
Bilingue Per Gioco says
Ne ho già parlato qui… So che c’è quest’esigenza e sto cercando una soluzione, che però non richieda una mole di lavoro aggiuntivo, perchè io più di così non ce la faccio…
L.
Ilaria says
Ciao Amelia,
Anche io sono di Roma (zona S. Paolo). Ho un bimbo di 15 mesi e giochiamo sempre in inglese, cerco di parlargli in inglese il piú possibile ma a volte la stanchezza é tanta e prende il sopravvento l’italiano. Tu di che zona sei? Ti volevo chiedere info sulla baby sitter inglese? Ti trovi bene? Grazie.
Amelia says
Io sono in zona Tuscolana/Don Bosco. La baby sitter inglese va gia’ da un anno a casa di una mia collega, sua figlia ha 5 anni.
Parlando di cio’ (a fine luglio) , mi proponeva di mettermi in contatto con lei e di provare. Sto aspettando che la mia colleghi rientri( e’ in ferie) e prendiamo accordi.
Per Letizia, la cosa piu’ semplice che mi e’ venuta in mente, spero a costo zero e’ la seguente: sulla home lasci sempre in evidenza un link tipo “contatti tra mamme” da questo si parte in un’area organizzata con tanti link per Regione e poi all’interno lasci dei post proprio come questi dove ogni mamma si scrive/legge/contatta.
Bilingue Per Gioco says
Amelia,
quello è il forum, e il forum richiede moderazione…
L.
Amelia says
Cio’ a cui pensavo non e’ un vero e proprio forum dove puoi aprire tante discussioni, le discussioni raggruppate per argomento, profilature dei nuovi utenti, e cosi’ via.
Una cosa molto piu’ “artigianale” una sorta di “bruttissima copia del forum” , cosi’ da impegnare meno risorse possibili.
– Le discussioni saranno una e una soltanto per regione, quindi nessun utente puo’ aprire nuove discussioni, cio’ comporta un lavoro non pesante per il “moderatore”;
– Si svecchiano/cancellano (non so se esiste un meccanismo automatico) i post piu’ vecchi di una certa data, cosi’ non si crea un backlog di info inutili;
– L’unica operazione “pesante” e’ quella di cancellare i post non pertinenti a quella discussione, qui serve il famoso “moderatore”;
RI-Invito tutti coloro che leggono ad offrire nuove idee a proposito, io l’ho buttata giu’ cosi’ , mettiamo a fattor comune le idee e puo’ essere che qlcs esca facendo un po’ di “brainstorming”.
romina says
Ciao a tutte,
premessa: che bello sapere di essere in tante (in un paese di 3.000 persone sapere che, secondo Letizia, in qualche dove, ce ne sono almeno 1700 nei miei panni, un pò rassicura e – molto – consola).
Fatti: sono una mamma di un bimbo di 27 mesi, da 6 io mi rivolgo a lui in inglese (circa 3 ore, prima che papà rientri dal lavoro + full immersion del week-end). Punti deboli: non sono madrelingua, ma credo di aver un buon livello, sufficiente, almeno, per divertirmi con lui. Punti forti: un’amica madrelingua con un bimbo della stessa età del mio che frequentiamo un pomeriggio a settimana + qualche giorno di babysitting quando il nido non basta.
Condivido (e non val la pena ripetere) tutti i vostri “??!!”.
So però anche che più sento commenti scettici e “tanto non impara”, “c’è sempre tempo per imparare” … a me vien ancora più voglia di perseverare, convinta che 9 su 10, controcorrente è meglio.
P.S. io sono della provincia di Bergamo, mi piacerebbe ci fosse una cartina/bacheca/message in a bottle sul tuo blog, Letizia, dove ognuno potesse mettere un’ideale “puntina”: IO SONO QUI, INCONTRIAMOCI.
Romina
paola says
Ci sono anch’io! Paola, per il momento a Verbania (Lago Maggiore), poi vedremo…
La mia bimba fa 2 anni il mese prossimo, è nata a Dublino e le ho sempre parlato (e continuo a parlarle) in inglese.
Anch’io vorrei tanto incontrare qualcuna come me nella zona di Verbania, e fare incontrare alla piccola Isabella altri bambini che parlino inglese!
Letizia, quanto lavoro comporterebbe la moderazione di un’eventuale area di incontri suddivisa per aree geografiche? Se posso, forse potrei aiutare? E se è troppo lavoro per una persona sola, forse ci possiamo mettere in due o tre?
Monia says
Ciao ragazze
Anche io come voi vorrei tanto incontrare mamme che condividono lo stesso” progetto” e poter creare con loro incontri settimanali in cui poter scambiassi idee e opinioni e far giocare o nostri bimbi in inglese! Io mi sono da poco trasferita nella provincia di Latina e qui, rispetto a Roma ( dove ho vissuto fino a maggio) il terreno non e’ molto” fertile” da questo punto di vista! Sarebbe veramente bello se potessimo avere uno spazio nel blog dopoter incontrare altre mamme( Letizia permettendo , of course)
Monia says
Ops….. Quanti errori , sorry!
arianna says
Il numero di commenti a questo post fa già capire che l’argomento suscita grande interesse! Anch’io sento forte l’esigenza di non essere sempre e solo io l’unico punto di riferimento in inglese di mio figlio, ma mancando corsi di inglese per bambini in zona e dandomi pure l’idea di essere qualcosa di molto didattico, sto cercando di creare qualcosa di semplice e diverso: farlo giocare con un bimbo inglese suo coetaneo, per esempio. A parte la lingua si divertono un sacco insieme perché sono due pesti! Attendere che arrivi all’ultimo anno di asilo per cominciare la famosa “ora” di inglese a settimana. che, ben fatta o mal fatta che sia, gli farà comunque capire che non sono io l’unica pazza che parla questa strana lingua =) Portarlo all’estero dove: qui parlano tedesco ed inglese, qui parlano francese ma anche inglese. Della serie: sapere l’inglese è fighissimo perché puoi andare dove vuoi! Ed infine organizzare, a fatica, un playgroup su proposta di un’amica insegnante con esperienza con i bimbi, per bimbi under 5 per farli divertire con l’inglese senza mai farli stare seduti!
Sacrosanta l’esigenza di creare altri punti di riferimento per la lingua, a patto che siano sempre e comunque improntati sul gioco sfrenato! =)
Rossella says
Sono una mamma di Milano e ho trovato una mamma, laureata in lingue che lavora al pomeriggio come interprete ed è libera al mattino. Entrambe abbiamo due figlie di due anni e io ho anche una bimba di cinque. Volevamo far partire un piccolo playgroup a domicilio. Nessuna interessata a Milano?
Bilingue Per Gioco says
be nice, non usate il blog come un forum, è un’altra cosa.
basta, ora faccio un sondaggio e entro dicembre vediamo di trovare una soluzione a questa cosa una volta per tutte…
Silvia says
ciao a tutte!!! io sono della provincia di ancona ed ho due bimbi, uno di tre anni, che capisce molto bene l’inglese, anche se parla, e a volte balbetta, in italiano, e l’altro di soli quattro mesi. se qualcuna di voi è della zona, sarei felice di incontrarvi e far parlare i nostri pargoli in inglese, almeno per rendersi conto che la lingua degli amichetti non è solo l’italiano!!
romina says
Oggi pomeriggio, per riportare la discussione in tema, porto il mio duenne alla lezione prova di un corso con metodo XXX. Mi impongo di scegliere se optare per un playdate a settimana con il suo amichetto – coetaneo – inglese oppure per il corso. Qualcuno ha già testato questo metodo? Grazie
romina says
Se avete un secondo di tempo, vorrei spiegarvi perchè ho deciso di NON iscrivere il mio duenne ad un corso di inglese, dopo il test di ieri. Mentre, dopo il nido, correvamo in macchina per non arrivare in ritardo al corso, G. mi continuava a dire: “andiamo a casa a giocare con le palette e la pallina?” – quando si dice il buon senso dei bimbi….
Al corso, poi, ho capito che per me la lingua NON è:
– decine di giochi di mille colori e di milioni di forme;
– ripetizione stile “brainwashing” di tre paroline con relativa figura (e io che pensavo che le flashcards fossero un pò troppo esplicitamente didattiche!);
– alternanza delle attività ogni 3/5 minuti (corsa, adesso seduti e a giocare con le forme, adesso in piedi a ballare, adesso seduti a guardare le flashcards e via così: quando arrivano i fuochi d’artificio?)
– numero di parole – garantito – che i bambini avranno imparato a fine corso.
Decisamente, continueremo a far da noi, in modo naturale, semplice, continuando a giocare con l’amichetto inglese (che poi la mamma dell’amichetto inglese è pure, nel frattempo, diventata mia amica).
Qualcun’altra disincantata da questo tipo di corsi?
A presto
R. says
Non so se sia il posto giusto dove fare questo commento, ma avevo voglia di scriverlo.
Mi trovo nuovamente per lavoro nell’Oxforshire, e come di consueto durante il periodo estivo, sciami di studenti di tutto il mondo, vengono qui a studiare l’inglese, e il mio primo pensiero (per i genitori) è tanta spesa poca resa…..
Li osservo sul bus, nei negozi, a giocare al parco: giapponesi con giapponesi, italiani con italiani, nordici con nordici…. ma un inglese lo conosceranno? Allora cerco di ricordare le mie vacanze studio, a Brighton, con l’EF e mi ricordo che l’unico posto in cui interagivo con altri stranieri era in discoteca….. e gli unici inglesi che ho conosciuto erano la famiglia che mi ospitava. Quelle vacanze sono state bellissime per le amicizia italiane (a anche una finlandese) che ho fatto e che conserve dopo più di 20 anni…. ma poveri i miei genitori: tanta spesa poca resa. Spero che quando i miei figli mi chiederanno di andare in vacanza studio mi ricorderò di questo post e cercherò qualcosa di diverso…
Bilingue Per Gioco says
Io so per certo che non spenderò mai un euro per vacanze studio all’estero. O fa i campi estivi per bambini e ragazzi locali o aspetta finchè è in grado di andare all’estero per fare qualche lavoro o lavoretto.
L.